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L’elettrocardiogramma, esame non invasivo, che permette la registrazione nel tempo

dell’attività elettrica del cuore, per evindenziare l’eventuale presenza di patologie elettriche
a livello cardiaco.
La registrazione si fa apponendo macroelettrodi su particolari posizioni della superficie
corporea del paziente, misurando l’attivita elettrica del cuore da punti di vista differenti.
I fenomeni elettrici misurabili riflettono la depolarizzazione e ripolarizzazione delle diverse
parti della massa miocardica.
È sicuramente giusto affermare che all’attivita elettrica corrisponde un’attività meccanica,
ma è errato considerare questi fenomeni elettrici come contrazione o rilasciamento delle
camere atriali e ventricolari.
Il tracciato elettrocardiografico viene disegnato su carta millimetrata su cui sono
indicati in ascissa il tempo (il tracciato scorre lungo l’unità di tempo, che è il ms), ed
in ordinata l’entità del fenomeno elettrico (in mV).
È importante conoscere quantitativamente la grandezza dei picchi registrati e l’ampiezza in
termini di tempo delle onde e degli intervalli tra le onde: alterazioni di queste misure
rappresentano disfunzioni a livello del trasporto della carica elettrica cardiaca.
Basilare nell’interpretazione del tracciato ECG é lo studio della propagazione dell’evento
elettrico/eccitamento nel cuore.
Inizia a livello del nodo senoatriale, che è il centro avviatore primario, anche detto
pacemaker, si trova nella parete posteriore dell’atrio destro a livello dello sbocco della vena
cava ed permette di avviare l’attività cardiaca, generando la fase di depolarizzazione
cellulare.
Dal nodo senoatriale passa ad una velocità molto elevata fra le cellule atriali, depolarizzando
prima l’atrio destro ed poi l’atrio sinistro del cuore.
Atri ed ventricoli sono separati da un setto fibroso che impedisce qualsiasi forma di
comunicazione elettrica, se non attraverso il nodo AV ( atrio destro a livello dell’ imbocco
delle coronarie ).
In questa zona il segnale si ferma ed rallenta molto, per poi percorrere con estrema rapidita
il FASCIO DI HIS nelle sue due branche destra ed sinistra ed terminare nelle fibre di
PURKINJE, distribuendosi cosi ai ventricoli.
Il passaggio dell’onda di depolarizzazione dall’atrio ai ventricoli è ritardato in modo che si
possa avere prima una contrazione atriale e solo successivamente quella ventricolare.
Il passaggio dell’onda di depolarizzazione attraverso la massa cardiaca avviene a velocità
differente, una velocità di conduzione specifica per ogni zona.
Concetti fondamentali di fisica
Per registrare gli avvenimenti elettrici della massa cardiaca attraverso elettrodi posti sulla
superficie corporea è necessario sfruttare alcuni principi di fisica.
Volume conduttore
Il nostro corpo è un conduttore di seconda classe, un volume conduttore, costituito per il
60% da acqua con elettroliti in essa disciolti.
I conduttori di seconda classe sono in pratica soluzioni elettrolitiche, che grazie alla presenza
di ioni é in grado di trasportare la corrente elettrica.All’interno di un sistema di questo tipo
gli elettroni vanno sempre dal polo negativo al polo positivo, attraverso un numero infinito
di linee di corrente( traiettorie lungo le quali gli elettroni migrano ).
La propagazione dell’eccitamento nella massa cardiaca causa una separazione di cariche in
quanto le regioni eccitate hanno un eccesso di cariche negative all’esterno delle membrane
cellulari (a sinistra), ed le regioni non eccitate cariche positive (a destra).
Si formano così esternamente dei flussi di corrente elettrica tra le regioni cardiache eccitate
e quelle delle regioni a riposo, che costituiscono l’onda di depolarizzazione, il cui passaggio
forma nel volume conduttore (rappresentato dall’organismo) una serie infinita di linee di
corrente registrabili esternamente mediante un galvanometro collegato ad un amplificatore.
Per semplificare la visione é possibile sostituire in ogni momento tutte le cariche positive
presenti con una sola carica positiva Q+(polo positivo) ed tutte le cariche negative presenti
con una sola carica negativa Q- (polo negativo) di intensitá e distribuzione nello spazio tale
da indurre la stessa distribuzione di linee di corrente(provocata dal muscolo in toto).
Ció che si ottiene é il dipolo elettrico equivalente, cosi detto perché rappresenta in modo
equivalente l’attivitá elettrica cardiaca in un determinato istante ed da un punto di vista
elettrico causa una distribuzione delle linee di corrente uguale a quella che si osserva nel
miocardio.
Nel dipolo elettrico i due poli sono separati fra loro dall’asse del dipolo, rappresentato dalla
linea rossa che unisce le due cariche.
Per misurare il potenziale elettrico dato dal dipolo stesso in un punto lontano, partiamo dalla
seguente equazione.
ε=Κ*(Q/r), che calcola il potenziale dato da una carica puntiforme ad una certa distanza
dalla carica stessa.
Nel caso del dipolo elettrico per calcorare il potenziale, che nel nostro caso viene misurata in
certi punti sulla superficie corporea, é necessario sommare i potenziali elettrici dati dai due
poli (in realtá é una ddp ).
ε’ = Κ(+Q )/r1, potenziale dato dalla carica positiva
ε”= K(-Q )/r2, potenziale dato dalla carica negative
Nel punto P, che un punto sulla superficie corporea, il potenziale é dato dalla somma dei due
potenziali : ε’+ ε’’ = KQ ( 1/r1- 1/r2 ) = KQ (r2 –r1)/ r1r2

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