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Introduzione pag. 9
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7. Rudolf Steiner, padre di una Sociologia “vivente”
La legge sociale fondamentale pag. 132
Le “tre strutture” dell’Organismo sociale sano pag. 151
L’impulso evolutivo sottostante pag. 173
Il giusto prezzo pag. 181
Domanda, offerta e le 3 qualità del denaro pag. 201
8. Il sano Organismo sociale tridimensionale
Istituire la Società calorica per risanare il sistema pag. 222
Non (con)fondiamo le tre dimensioni con il sistema pag. 231
Le tre dimensioni sociali e il loro reciproco rapporto pag. 240
La funzione specifica delle tre dimensioni sociali pag. 246
Il dna funzionale della Cultura pag. 250
Il dna funzionale della Politica pag. 258
Il dna funzionale dell’Economia pag. 265
9. Come il sistema sociale può “ripensarsi umano”
Potere all’uomo o Antropocrazia pag. 275
L’equivoco, ereditato, delle tasse: vanno rilocalizzate! pag. 284
Da cosa nascono le Tasse e la nuova fiscalità monetaria pag. 295
Il Reddito di Cittadinanza è un termine improprio pag. 310
Una rivoluzione tridimensionale, quella antropocratica pag. 319
10. Traghettiamoci da un cupo presente a un luminoso futuro
L’inevitabile ciclo della non soluzione dei problemi sociali pag. 328
Non possiamo nasconderci dietro un dito pag. 340
È giunta l’ora pag. 343
IO SONO l’alfa e l’omega, il principio e la fine pag. 348
La Dignità umana? È negata “strutturalmente” pag. 355
L’Italia ora è una Econocrazia, non più una Democrazia pag. 364
La scelta consapevole pag. 372
Appendici (1, 2, 3, 4) pag. 382
Bibliografia pag. 408
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1. Raccolta indifferenziata e differenziata del sociale
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E per mantenere sempre al centro del focus sociale l’uomo, che al-
trimenti ne viene inavvertitamente escluso, utilizziamo in alternativa a
sistema sociale il termine di Società umana per distinguerla dall’Uomo
preso a sé stante: caratterizzazione che ci permette di uscire da equivo-
ci secolari che continuamente – generazione dopo generazione – fanno
dire a troppi tra noi e purtroppo a ragion veduta:
“dalla Storia l’uomo non impara mai!”
Al tempo stesso ciò serve per affermare con evidenza che il sistema
sociale in cui viviamo non è, come invece appare a un meccanicistico
sguardo superficiale, una “macchina inerte” soggetta a logiche di mero
e semplicistico input-output dall’esterno. Tutt’altro.
Il sistema sociale è, invece, per sua stessa natura un “Organismo vi-
vente”, con dinamiche e leggi viventi interne: irriducibile, perciò, alle
astratte rappresentazioni concettuali illusorie con cui meccanicamente
oggi lo si pensa. Sono astrazioni concettuali che proprio per la loro ina-
deguatezza pensante, non sufficientemente presa in considerazione, ci
impediscono di risanare in concreto le fortissime tendenze antisociali
ovunque in crescita nelle diverse Società umane presenti sul Pianeta.
Per prendere con serietà, come realistico punto di partenza fondato
su fatti oggettivi e non su opinioni personali, l’immagine-sintesi appa-
rentemente sconcertante di un sistema – che è strutturato solo per fa-
re la raccolta indifferenziata dei “rifiuti economici, politici e culturali”
per poi buttarli, per così dire, in un unico cassonetto istituzionale della
spazzatura, e che ancora per molti è lo Stato – occorre sapere che non
è un’immagine filosofica, né che è stata escogitata da una brillante in-
tuizione del momento o per mera velleità polemica.
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Viceversa, è nata passo dopo passo da un’osservazione attenta e da
un’esperienza ultra-quarantennale della vita sociale moderna. Le quali
hanno portato a riconoscere, e a individuare, come la tipologia della
raccolta indifferenziata dei tridimensionali rifiuti sociali in un unico cas-
sonetto istituzionale… nella sua “forma strutturale” sia identica nei cir-
ca 200 Stati sovrani oggi presenti sul Pianeta: al netto delle varie e
specifiche differenze “dimensionali sociali” prevalenti in essi.
Facile, infatti, verificare che quell’istituzionale cassonetto unico del-
l’indifferenziata nei Paesi in cui prevale la dimensione Politica è lo Sta-
to, in altri in cui prevale la dimensione Economia è il Mercato, e in altri
ancora in cui prevale la dimensione Cultura è la Chiesa (se confessio-
nali) o la Scuola5 (se laici).
Al di là del fatto che un Paese lo preferisca in un modo o nell’altro,
quel cassonetto dell’indifferenziata è l’unico disponibile per tutti i rifiuti
sociali tridimensionali: lì dentro viene ammassato disordinatamente
tutto ciò che è economico, politico, culturale… scaricando da secoli, an-
no dopo anno, la responsabilità del loro smaltimento sui posteri.
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n.d.a: Per evitare appesantimenti e ripetizioni, specie nelle schede presenta-
te, da adesso in avanti il lettore può sostituire Scuola con Chiesa quando voles-
se riferirsi a specifici Paesi confessionali (Afghanistan, Stato del Vaticano).
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Terra dei fuochi è quella vasta area situata nell’Italia meridionale, che si es-
tende in Campania a cavallo tra le provincie di Napoli e Caserta, tristemente
famosa in relazione all’interramento illegale di rifiuti tossici, e all’innesco di
numerosi roghi degli stessi: tutte circostanze con un fortissimo impatto nega-
tivo sulla salute della popolazione locale.
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In ambito sociale, invece, dappertutto si persiste nell’obsoleta rac-
colta indifferenziata dei rifiuti sociali politici, economici, culturali.
E, se osserviamo la storia dall’Unità d’Italia, lo Stato è diventato da
oltre un secolo e mezzo la nostra asociale Terra dei fuochi!
Nel nostro Stato non ci accorgiamo che rifiuti sociali tridimensionali
vengono quotidianamente stoccati alla rinfusa: rifiuti economici come
precariato, caporalato, lavoro ritenuto merce; rifiuti politici come bu-
rocrazia, corruzione, partitismo; rifiuti culturali come razzismo, integra-
lismo confessionale/terroristico, femminicidi, negazione della dignità
umana nelle varie forme del “diverso”.
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Cogliendo l’essenza concreta dell’immagine-sintesi proposta, se
prima avevamo il timido dubbio e la sensazione intima che tutte le di-
spute, le chiacchiere, le discussioni di esperti su punti programmatici e
strategie nei vari talk show fossero aria fritta, trattassero di castelli in
aria e, in definitiva, fossero logorroica “spazzatura” …adesso ne possia-
mo avere, in proiezione, la preventiva e visiva certezza.
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In definitiva, questa immagine-sintesi deve avere la stessa funzione
del quadro con tante righe di lettere (dall’alto verso il basso da più
grandi a più piccole) che troviamo dall’Ottico.
Quadro che ci permette di riconoscere se e quanto siamo miopi o
presbiti, o se le lenti dei nostri occhiali sono ancora adatte a sostenere
la nostra capacità visiva in calo per l’età.
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Percepire con chiarezza, nel mondo intero e in particolare in Italia,
che ancora non si fa la raccolta differenziata del sociale tridimensiona-
le, ha il pregio di indicare una direzione chiara da sùbito per ogni nostra
azione e iniziativa quotidiana (anche la più piccola) nelle tre dimensioni
dell’Organismo sociale: Economia, Politica e Cultura.
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Rendere autonome tra loro le tre dimensioni sociali, smettere di su-
bordinare alla dimensione dominante le altre due, è un concetto socia-
le concreto: tuttavia, fino ad ora, rimasto nell’inconscio sociale collet-
tivo. Inosservato proprio da chi più dovrebbe servirsene: i Sociologi, i
Politici, i Professori, gli Imprenditori, i Professionisti, i Giudici, i Medici,
i Virologi, i Maestri e i Genitori.
Ognuno di noi può utilizzare coscientemente questa immagine così
ricca di equilibrata concretezza per poter riorientare il proprio pensare,
sentire, volere sociali verso una direzione feconda, sana, logica, armo-
nica e rispettosa sia della Società umana (attuale e prossima ventura)
sia dell’Uomo preso a sé e dell’Umanità intera in evoluzione.
In realtà, i concetti fecondi e sani richiesti per questo passaggio alla
raccolta differenziata del sociale economico, politico culturale nei tre
appositi raccoglitori istituzionali (Scuola, Stato e Mercato) della tridi-
mensionale spazzatura sociale ci sono già tutti.
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Queste ultime infatti si caratterizzano, al contrario, per la raccolta
indifferenziata del sociale tridimensionale, come di seguito approfondi-
remo. Inoltre, meditare sulla positiva immagine-sintesi della raccolta
differenziata del sociale tridimensionale, potenzia il pensiero scientifi-
co applicato usualmente al sociale economico, politico e culturale.
Apre la possibilità all’uomo di ritornare a vedere l’utilità di pensare
il sociale per immagini: per sviluppare in modo sano l’evoluzione non
solo della singola Persona e della Comunità nazionale, ma anche del
Territorio-ambiente planetario in cui vive l’intera Umanità.
Solo una Società umana evoluta e sana che pratichi la “funzionale”
raccolta differenziata del sociale tridimensionale può realizzare, nei fat-
ti concreti, il dettato dell’Articolo 3 della nostra Carta costituzionale.
Non solo. Può realizzare anche tutti gli altri articoli ancora inattuati per
l’odio sociale che si muove sottotraccia, e che è prodotto tossico spon-
taneo del sistema attuale di raccolta indifferenziata del sociale.
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