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La corte costituzionale

Per effettuare il controlo di legittimità costituzionale delle leggi, la costituzione ha previsto un organo ad
hoc, la corte costituzionale. È solitamente composta da 15 giudici, nominati per 1/3 dal p.d.r 1/3 dal
parlamento e per 1/3 dalle supreme magistrature. A questi si aggiungono 16 giudici aggregati individuati
dal parlamento nel caso in cui la corte sia chiamata a decidere sulla messa in stato d’accusa del p.d.r. i
giudici sono scelti fra i magistrati, fra i professori in materie giuridiche e fra gli avvocato dopo 20 anni di
esercizio. Le decisioni vengono prese a maggioranza assoluta dei votanti ed in caso di parità di voto prevale
quello del presidente. I giudici non possono essere rimossi o sospesi se non per incapacità fisica o
mancanze nell’esercizio delle loro funzioni, godono delle guarentigie previste per i parlamentari.
Il Presidente rappresenta la corte, la convoca e ne presiede le sedute svolge un lavoro di coordinamento dei
lavori oltre ad esercitare la sua influenza nei giudizi.

I vizi di legittimità costituzionale sono di due tipi: formale o materiale. Si ha il vizio formale quando una
legge viene approvata dal Parlamento violando una delle norme sul procedimento di formazione. Si ha il
vizio materiale quando la norma contenuta in una legge è in contrasto con una norma costituzionale o con
un principio costituzionale o quando una legge dello Stato invade la sfera di competenze riservata alla
costituzione oppure ancora utilizzare il potere legislativo per un fine diverso da quello assegnato dalla
Costituzione. Gli atti soggetti a giudizio di costituzionalità sono la legge ordinaria, le leggi costituzionali e gli
atti aventi forza di legge. La legittimità costituzionale può farsi valere secondo due procedimenti il
procedimento jn cia incidentale e quello in via d'azione.

Procedimento in via incidentale:


la legge costituzionale ha escluso la possibilità di un ricorso diretto alla corte costituzionale in caso di di
lesione dovuta ad una legge che si crede incostituzionale. la questione di legittimità può essere sollevata
nel corso del giudizio da una delle due parti o dall'autorità giurisdizionale innanzi cui si sta svolgendo il
giudizio. è sollevata indicando le disposizioni viziate da illegittimità e le disposizioni costituzionali che si
reputano violate. il giudica davanti il quale viene sollevata la questione deve esaminare se la questione
sollevata riguarda una legge che egli crede di dover applicare per quel giudizio, perchè se la questione
riguardasse una legge che il giudice non ritiene essenziale al fine del giudizio la questione stessa sarebbe
irrilevante. ritenuta rilevante la questione il giudice dovrà accertarsi che non sia manifestamente infondata,
ovvero se al giudice sfiori l'idea che la legge possa essere costituzionalmente illegittima e deve sospendere
il giudizio. la corte esige che il giudice a quo sollevi la questione solo se sia risultato impossibile
un'interpretazione adeguatrice alla costituzione che possa lasciare la norma in vita. a questo punto il
giudice emette ordinanza con la quale rimette la questione alla corte costituzionale e questa deve essere
comunicata al p.d.c ai presidenti delle camere allo scopo di consentire delle modifiche alla legge prima che
questa venga abrogata dalla corte. entro 20 gg dall'ordinanza emessa dal giudice le parti in causa possono
presentare le loro deduzioni ed anche il presidente del consiglio, tuttavia nessuna parte è necessaria in
quanto la corte si pronuncerà sulla legittimità della legge e non sulla questione.

il procedimento in via d'azione si ha quando il governo ritiene che una legge regionale eccede la
competenza della regione o viceversa, quando la regione vede invasa la sua sfera di competenze. si
promuove la questione entro 60 giorni dalla pubblicazione

secondo il principio di corrispondenza fra chiesto e pronunciato, la corte non può che attenersi a ciò che le
è stato chiesto e non allargare il thema decidendum oltre i limiti. Nel caso in cui la costituzione attesti
l’incompatibilità della legge con la costituzione la dichiarerà illegittima. altro tipo di pronuncia della corte è
quello della manifesta infondatezza che può avvenire nel caso in cui gli si presenti davanti una situazione
formulata nello stesso modo di una già dichiarata infondata. Le sentenze della corte sono definitive quindi
non è possibile l’impugnabilità , è solo previsto che in caso di errori la corte stesa provveda a rimediare.
Tipo di sentenze: sentenza di accoglimento- la Corte può dichiarare l'illegittimità e la norma cessa di avere
efficacia dal giorno dopo la pubblicazione della sentenza. Le sentenze di accoglimento hanno efficacia erga
omnes

Le sentenze di rigetto sono le sentenze con le quali la Corte dichiara infondatezza della questione quindi va
ad escludere la sussistenza dei vizi come formulati, ma ciò non esclude che gli stessi possano essere
ripresentati dalle stesse parti o da altre parti, quindi le sentenze di rigetto non valgono erga omnes ma la
loro efficacia vale solamente nel giudizio a quo

Poi ci sono le sentenze interpretative, in cui la Corte ritiene di dover interpretare il testo legislativo e queste
possono essere di rigetto o di accoglimento. Le sentenze interpretative di rigetto si hanno quando la Corte
avendo tratto dal testo in tutto o in parte una norma diversa da quella presentata, dichiara che non
sussistono vizi. Quando alle sentenze interpretatjve di accoglimento quando viene dichiarato illegittimo un
certo significato del testo e vengono fatte salve altre interpretazioni, tuttavia la Corte preferisce ricorrere a
sentenze di accoglimento parziale che si ha quando dichiara illegittimo un frammento di una norma.
Quando la Corte fa questo, modificare parzialmente un testo legislativo modificando anche il suo raggio di
azione, attua una sentenza manipolativa.

Queste possono essere additive, quando la Corte dichiara illegittima la parte di un testo in cui deve
necessariamente esserci una previsione normativa, oppure riduttivo quando dichiara illegittima la parte di
un testo che contiene una previsione normativa che però non deve esserci

Si può ricorrere alla Corte costituzionale anche in caso di conflitti di attribuzione, questi avvengono se sorge
fra organi appartenenti a poteri diversi , che siano competenti a dichiarare il potere a cui appartengano e
che le loro competenze siano delineate da disposizioni costituzionali . Il conflitto può sorgere anche quando
un organo denuncia un comportamento omissivo di un altro organo

I resti di alto tradimento su cui la Corte è chiamata a giudicare: il procedimento si apre con la messa in stato
d'accusa del pdr. Come già detto oltre i giudici con la quale la Corte collabora si aggiungono altri 16 giudici
eletti dal Parlamento. Il preside te della Corte provvede al compimento delle indagini necessarie compreso
l'interrogatorio dell'imputato, il Presidente poi raccoglie i voti dei giudici della Corte e in caso di parità
prevale la situazione più favorevole all'imputato. Nelle votazione non sono ammesse astensioni e la
sentenza è irrevocabile a meno che dopo la condanna sopravvengano altri eventi.

La corte è chiamata a giudicare anche per quanto riguarda l’ammissibilità del referendum abrogativo,
affinché questo non stratti delle 4 materie vietate dall’art 75, legge di bilancio, trattati internazionali, leggi
tributarie e di amnistia ed indulto o ancora per referendum che vogliono introdurre disposizioni (il
referendum in questione è abrogativo) oppure referendum che comprendono in un’unica disposizione
l’abrogazione di più disposizioni concernenti materie diverse.

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