Differenze vaccino
Antibatterici
Classificazione
Meccanismo d’azione
Inibitori sintesi acidi
Inibitori sintesi metabolica
Resistenza batterica
Farmaci antimicotici
Farmaci antivirali
Esistono delle differenze nell’uso di vaccini vivi e vaccini morti o inattivati. Le differenze
sono diverse:
VIA di somministrazione nel caso del vaccino che utilizza un microorganismo inattivato si
somministra per via parenterale, mentre nel caso di un vaccino che utilizza un
microorganismo vivo la via è quella naturale. Un esempio tra tutti, il vaccino contro il
polivirus e ne esistono due tipi di vaccino: il vaccino costituito da microorganismo vivo e
quello costituito da microorganismo morto. Il polivirus ha una somministrazione orofecale e
in questo caso il vaccino viene somministrato ai bambini tramite goccine che vengono
messe sulla lingua, e segue la via naturale a trasmissione orofecale. Anche se
attualmente si tende a non utilizzarlo più.
DOSE Nel caso di vaccino vivo la dose di virus è bassa, nel caso del vaccino inattivato è
alto. Questo perché essendo costituito da vaccino vivo, capace di riprodursi, si riproduce
all’interno dell’organismo e ha una carica maggiore; quello che è morto e non si potrà
riprodurre, dobbiamo somministrane di più per ottenere una risposta immunitaria.
ADIUVANTE non contiene adiuvante il vaccino vivo, mentre lo contiene quello inattivato.
Cos’è l’adiuvante? E’ una sostanza che si introduce nella preparazione vaccinale che ha la
funzione di aumentare l’immunogenicità, di potenziare la risposta immunitaria.
RISPOSTA ANTICORPALE è, nel caso dei vaccini vivi, IgG e IgA (le IgA sono le
immunoglobuline di mucosa), mentre nel caso del virus inattivato, essendo somministrato
per via parenterale, scatena soltanto la produzione di immunoglobuline di classe IgG. La
risposta cellulare è buona nel caso dei vaccini vivi e scarsa nel caso del vaccino inattivato.
CALORE E’ labile al calore il vaccino vivo, perché muore, mentre non lo è quello inattivato,
perché è già morto.
RETROMUTAZIONE è rara nel vaccino vivo e assente nel vaccino inattivato. Cos’è la
retromutazione? Il vaccino attenuato che acquista di nuovo patogenicità. Es poliomelite
esso è attenuato per mutazione attraverso vari passaggi sulle colture cellulari, veniva
privato della capacità neurotrofica. Tuttavia il virus, replicando, riacquisiva la mutazione
che gli aveva tolto la neuropatogenicità e ridiventava neuropatogeno. Quindi la
somministrazione del vaccino causava la poliomielite, perché il virus replicandosi
nell’organismo riusciva a retromutare.
Come si attenua un virus? Generalmente lo si attenua facendolo replicare per passaggi
attraverso le colture cellulari. Quando il virus passa su più strati subisce delle mutazioni, si
seleziona la mutazione che toglie il potere patogeno.
Quando ha perso il potere patogeno e a questo punto può essere utilizzato nelle pratiche
vaccinali.
Quindi i vantaggi di virus attenuato quali sono? nel caso di un vaccino con
microorganismo attenuato basta una dose singola si ottiene una risposta molto efficiente,
perché il microorganismo dentro l’organismo si continuerà a replicare ed è come se si
facesse delle dosi interne e quindi il sistema immunitario viene costantemente stimolato e
potenziato. La risposta immunitaria che non è solamente di classe IgG ma anche di classe
IgA secretorie. E questo è molto importante perché anche le IgAmucosali significa avere le
mucose gastroenteriche protette nei confronti del virus.
Lo svantaggio principale è la possibile reversione della virulenza, quindi il virus che,
replicandosi nell’organismo, ripristina il potere patogeno.
Virus NON REPLICANTI
I vantaggi sono la stabilità e la sicurezza, perché sono morti e mantengono il potere
patogeno, però tra gli svantaggi la necessità dei richiami (risposta e produzione di
anticorpi che poi tenderanno a diminuire, e quando somministriamo la seconda-terza dose
si ha un aumento progressivo via via che aggiungiamo il richiamo), di elevate
concentrazioni, perché è necessario somministrare una quantità maggiore di antigene di
antigene, e la via di somministrazione e intradermica o sottocutanea.
Esempi di vaccini antivirali disponibili: per il polio abbiamo due vaccini: quello inattivato (di
Salk) e quello attenuato (di Sabin), prendono il nome dagli scienziati che lo misero a
punto.
Quello inattivato, costituito da virus ucciso e somministrato per via parenterale, ha bisogno
di più richiami ed è più sicuro perché non può retrovertire e quindi non può riacquisire per
mutazione la patogenicità. Quello di Sabinha necessità di una singola dose ma che può
dare nel tempo la reversione della patogenicità.
Altri vaccini sono morbillo, parotite e rosolia, che sono tutti attenuati; il virus influenzale è
generalmente inattivato; rabbia, febbre gialla, encefalite orientale.
L’indicazione vaccinale, per lo più i bambini per le prime vaccinazioni obbligatorie. Ci sono
inoltre i cosiddetti vaccini dei viaggiatori che si fanno in genere per profilassi quando ci si
reca in particolari paesi endemici per quella particolare patologia, tipo febbre gialla,
encefalite orientale, epatite A. Tetano, pertosse ed emofilo B sono tutte vaccinazioni
obbligatorie.
I vaccini sono costituiti da componenti differenti che può essere anatossine, polisaccaridi,
sub unità.
La componente del vaccino, tossoide, nel caso del vaccino difterico; il tetano è sempre un
tossoide, quindi significa che la patogenicità è attribuibile alla tossina che poi viene
attenuata.
Mentre l’emofilo, la neisseria e lo streptococco, l’antigene è costituito da un polisaccaride,
quindi il vaccino è costituito da un polisaccaride, quindi non da tossina detossificata, ma
da un polisaccaride che può essere ottenuto per sintesi tramite tecniche di ingegneria
genetica.
Il colera invece è costituito da cellule uccise; il vaccino contro la salmonella da cellule
uccise; il bacillo antracis, che dà antrace, da cellule uccise e sono categorie vaccinali di
differenti. micobatteriumtuberculosis è costituito da bacillo vivo attenuato e si vaccinano
categorie a rischio, anche i medici si vaccinano tutti; francisellatularensis, che causa
tularemia, è costituito da vaccino attenuato e si vaccinano soggetti a rischio.
La tularemia è una zoonosi, che si definisce la patologia che si trasmette dagli animali
all’uomo e viene trasmessa attraverso punture di zecche o zanzare tramite vettore; ormai
siamo abituati a questo doppio stadio nell’uomo e nell’ospite definitivo e nell’ospite
intermedio dell’uomo
Due tipi di meningite A e C, ma in realtà i tipi di meningite sono cinque A,B,C,W, Y.
Ultimamente c’è stata un’emergenza meningite per cui esistono in realtà tre tipi di vaccino:
quello contro il meningo C, per cui si vaccinavano i bambini neonati, e dico si vaccinavano
non in maniera casuale. Ora esiste un tetravalente, costituito dai tipi A,W,Y;C.
Quindi C a parte, un tetravalente che contiene C e un vaccino contro il meningo B.
Oltre ai vaccini costituiti da virus vivi o attenuati, ci sono vaccini prodotti con tecniche più
moderne dell’ingegneria genetica utilizzando tecniche di biologia molecolare, si purificano
soltanto le proteine immunogene, di quelle che sono in grado di stimolare il sistema
immunitario e iniettiamo come antigene solo una proteina purificata. Questa proteina viene
prodotta in laboratorio tramite tecniche di dna ricombinante e si prende un segmento del
gene che codifica per quella specifica proteina, ad esempio il virus influenzale, la cui
proteina immunogena è la emoagglutinina, quindi si prende la sequenza nucleotidica, si
inserisce in un lievito, la si fa produrre in laboratorio in quantità abbondante, poi si purifica
e si utilizza nella preparazione vaccinale e quindi si somministra come antigene. Questo
vaccino è assolutamente sicuro perché non c’è l’informazione genetica per la patogenicità,
c’è soltanto un’ informazione genetica che induce la immunogenicità.
Esistono due tipi di vaccini per l’epatite B, un vaccino costituito plasmaderivato e significa
che da soggetti HBSAG positivo,quindi che esprimono l’antigene per l’epatite B, in cui
veniva purificato e inattivato, quindi preparato tramite plasmaferesi, purificata e inattivata
la proteina che determina la risposta anticorpale contro il virus dell’epatite B e poi veniva
utilizzato come vaccino. Oggi invece il vaccino per l’epatite B è prodotto pure con la
tecnologia del dna ricombinante, si fa esprime l’HBSAG in vitro, si estrae, si purifica e si
somministra. I vantaggi sono innegabili: mancanza di effetti collaterali, una protezione
molto buona, non si utilizza sangue infetto che potrebbe nascondere qualche virus che ,
ad oggi, noi non conosciamo.
Altri vaccini si possono ottenere ad esempio per delezione. Abbiamo una sequenza
nucleotidica, quindi tramite inserimento o delezione di una tripletta. Cosa succede al
codice genetico quando togliamo una tripletta? Sostanzialmente togliamo un amminoacido
e se questa rimozione la facciamo cadere nella sequenza che codifica per la patogenicità,
si può indurre il blocco della sintesi proteica e quindi non si esplica l’azione patogena, per
cui il vaccino è molto sicuro perché non è in grado di dare patogenicità.
Poliomielite Il vaccino inattivato che si chiama IPV proprio messo a punto da Salk nel ’54 e
OPV quello orale attenuato da Sabin nel ‘57
Il virus ucciso rispetto a quello che replica non induce la produzione di IgA; i vaccini hanno
lo stesso tipo di risposta: avviene il contatto, si producono le IgM, ci sono picchi di
produzione e dopo alcuni giorni le IgM si negativizzano. Questo avviene per il virus vivo.
Quasi immediatamente si ha la sieroconversione, quindi si formano le immunoglobuline di
classe IgG che si mantengono per tutta la vita. Stessa cosa avviene per il vaccino vivo. La
differenza è nelle IgA, qua si formano le IgA sieriche, perché il virus viene in contatto col
sangue e l’infezione è sistemica, mentre nel caso del vaccino vivo si formano le IgA nasali,
quelle della mucosa nasale e le IgA duodenali, quindi si ha una risposta immunitaria
ancora più intensa. Però con tutti i rischi che si possono avere e cioè la retromutazione.
Il polio è stato eradicato, la vaccinazione ha raggiunto una copertura tale da impedire al
virus di circolare.
Quando vacciniamo il 100% della popolazione, anche se non accade mai, ma anche se è
il 90% si impedisce al virus di trovare terreno fertile per attecchire e produrre la malattia.
Quindi si impedisce al virus di circolare e ciò comporta la totale eradicazione del virus; il
virus non può più replicarsi e questo significa che va incontro a morte.
Anche raggiunto il 90% e non il 100% di vaccinazione , il 10% di popolazione restante
beneficia di quella che si chiama immunità di gregge, nel senso che raggiunto il 90%
impediamo al virus di circolare e quindi questo 10% non vaccinato comunque rimane
protetto dalla vaccinazione degli altri.
Per l’epatite A esiste una profilassi e generalmente il vaccino è costituito da virus inattivato
con formalina. Si somministra l’immunoprofilassi perché l’immunità si acquisisce dopo
alcune settimane, quindi intanto copriamo col siero iperimmune, dopodiché
somministrando il vaccino si riesce ad ottenere l’immunità. E’ consigliato ai viaggiatori che
si spostano in regioni ad alta endemia, ai tossicodipendenti e ai lavoratori delle industrie
alimentari che potrebbero essere fonte di contaminazioni.
La vaccinazione antiinfluenzale è formata da vaccino trivalente, formato da due tipi.
A sta per il tipo influenzale, ma i virus influenzali sono tre tipi A,B,C; il tipo A e B infettano
l’uomo, il tipo C no
Il virus A/H3N2 ha una nomenclatura particolare, in cui H è l’emoagglutinina che è la
proteina immunogena del virus influenzale ed esistono vari sierotipi e sono inclusi nel
vaccino sierotipi differenti; N è la neuraminidasiun’altra proteina molto importante.
H1N1 è il ceppo che ha scatenato l’allarme di 3/4 anni fa.
Il vaccino antiinfluenzale può essere costituito dal virus intero, che viene poi inattivato con
la formalina e poi a sei mesi l’immunità decade del 50%. Quindi ha una protezione poco
duratura nel tempo, ma che ci protegge. Quindi una protezione di sei mesi ci basta, perché
l’influenza è favorita solo dalla temperatura, dai cambiamenti bruschidi temperatura. In
estate non accade, quando infatti d’estate ci prendiamo il raffreddore o le tracheiti non è
influenza, ma parainfluenzali o Rhinovirus.
Quindi il vaccino antiinfluenzale può essere costituito da virus intero o split cioè particelle
di virus che vengono frammentate, quindi il virus viene distrutto, trattato con detergenti e
somministrato, oppure vaccini a subunità, vaccini moderni, in cui le emoagglutinine e la
neuraminidasi vengono trattate in laboratorio e utilizzati come preparazioni vaccinali.
La dose del vaccino varia a seconda del paziente; ai bambini piccoli vengono
somministrate due dosi da 0,25ml per via intramuscolo, ai bambini più grandi due dosi da
0,5ml sempre intramuscolo, agli adulti una sola dose da 0,5ml e in genere la vaccinazione
viene raccomandataa bambini e adulti con malattie croniche, tipo disturbi cardiocircolatori
e respiratori, ai soggetti con età superiore ai 65 anni e al personale sanitario, per evitare di
diffondere l’infezione nei vari reparti.
Esistono, poi, tutta una serie di vaccini, come quello nuovo del rotavirus, un virus che
provoca gastroenteriti nei bambini fino all’età di 24 mesi. Questa gastroenterite provoca
una diarrea talmente profusa che il bambino per essere reidratato ha bisogno del ricovero
ospedaliero. Quindi da 5-6 anni è stato introdotto questo vaccino che comunque non è
obbligatorio, ma viene proposto dal pediatra. Ne esistono due tipi con alta efficacia: il
primo prevede la somministrazione di due dosi; il secondo di tre dosia 2-4-6 mesi d’età.
Nel 2007 è uscito il tetravalente, il gardasil che agisce contro i due tipi di virus
maggiormente responsabili del cancro alla cervice uterina e sono i genotipi 16 e 18, che
sono ad alto rischio, e due genotipi a basso rischio, 6 e 11, che sono responsabili delle
manifestazioni di basso grado (condilomi) dell’area ano-genitale dell’uomo e della donna.
L’HPV attecchisce alle mucose oro-genitali, ed infatti, l’HPV è stato correlato, oltre che al
cancro dell’ areaano-genitale dell’uomo e della donna, anche head and neck, cioè al
cancro testa-collo.
Tra l’altro, nel 2014, la federazione per l’approvazione dei farmaci negli Stati Uniti ha
approvato un nuovo vaccino contro l’HPV, un nonavalente che contiene nove genotipi di
HPV, oltre il genotipo 6,11,16 e 18 che già era contenuto nel tetravalente, conterrà il
genotipo 31,33, 45, 52 e 58 che sono i sette tipi oncogeni responsabili del tumore della
cervice uterina, ma anche della vulva, della vagina, del pene, dell’ano. Responsabili
complessivamente del più del 90% dei tumori dell’area ano-genitale.
I vaccini, quindi, possono essere sia monovalenti che combinati, non soltanto formati da
più genotipi, come ad esempio l’HPV, ma possono essere combinati, nel senso che ad
esempio l’esavalente un vaccino contro più agenti patogeni. Quindi il monovalente è
formato da un solo agente patogeno, anche se costituito da più sierotipi, mentre quello
combinato, quando è diretto verso antigeni differenti.
Per procedere alla vaccinazione dobbiamo essere in stato di buona salute, perché
controindicazioni al vaccino sono le malattie febbrili, stati di immunodeficienza, allergie ai
componenti della preparazione vaccinale in gravidanza, oppure se si effettua una terapia
cortisonica prolungata, in quanto il cortisone abbassa le difese immunitarie.
Come immunoprofilassi, quindi sieri iper immune disponibili abbiamo quello per
varicella,rabbia,rosolia, epatite A e B, tetano e altri, questo significa che per queste
malattie è possibile, anche se abbiamo avuto il contatto, somministrare un siero immune
per coprirci durante il periodo di attivazione del sistema immunitario.
Se un bambino nasce da una madre con epatite attiva si somministra il vaccino entro la
prima settimana di vita.
Farmaci antibatterici
Alexander Fleming studiando delle varianti dello stafilococco, sulle piastre, si accorse che
una muffa che aveva contaminato la piastra aveva un effetto antibatterico nei confronti dei
batteri che crescevano proprio sulla piastra. Questa muffa apparteneva al genere
Penicillum e come avete capito Fleming scoprì la penicillina.
Differenza tra antibiotici e chemioterapici: gli antibiotici sono farmaci antibatterici prodotti
naturalmente dai microrganismi, invece i chemioterapici sono farmaci antibatterici prodotti
per sintesi, quindi sintesi lipidica e sintetizzati in laboratorio.
Devono avere dei requisiti essenziali: quali avere un effetto massimo sulla cellula batterica
e uno scarso o nessun effetto sulla cellula umana quindi devono avere una tossicità
selettiva.
Possiamo classificarli in: antibiotici ad ampio spettro quando sono in grado di inibire una
serie di batteri, un numero considerevole di batteri diversi, o a spettro ristretto quando
agiscono specificamente su determinati tipi di batteri. A volte non è sufficiente usare solo
un tipo di antibiotico ma si preferisce un’associazione di due o più farmaci, quindi una
combinazione di antibiotici. Questo si fa: per ampliare lo spettro antibatterico per prevenire
la comparsa di ceppi resistenti es la comparsa di batteri MDR (Multi-Drug Resistance)
batteri che sviluppano resistenze per una serie infinita di antibiotici, diventando pericolosi
poiché ingestibili dato che non vi è una cura;
quindi una combinazione di più antibiotici permette di ottenere un effetto sinergico nei
confronti della terapia, quindi un’azione maggiore dell’antibiotico verso una precisa specie
batterica che è l’esatto opposto dell’antagonismo in cui praticamente l’utilizzo di un
antibiotico interferisce con l’altro antibiotico.
Come agiscono i farmaci antibatterici: la cellula batterica ha più componenti quindi più
punti su cui l’antibiotico può agire. Infatti i farmaci antibatterici (antibiotici) possono agire:
sulla parete cellulare, sulla membrana citoplasmatica, possono inibire la sintesi proteica,
possono inibire la sintesi degli acidi nucleici e possono bloccare ad esempio una via
metabolica. La costituzione della cellula batterica che è costituita da una parete cellulare,
dalla membrana citoplasmatica, dall’acido nucleico, componenti che vanno a costituire
bersagli per la terapia antibiotica.
Il peptidoglicano è un componente che noi ritroviamo nella cellula batterica, ma che non
troviamo nella cellula ospite per cui teoricamente dovremmo raggiungere l’optimum della
tossicità selettiva, perché andiamo a colpire il peptidoglicano ma non andiamo a colpire
nessun analogo nella cellula ospite. Gli antibiotici che agiscono su questa via sono
battericidi, pertanto mandano a morte il batterio, perché se togliamo al batterio la parete o
la possibilità di sintetizzare la parete, il batterio non può sopravvivere nell’ambiente
esterno e va in contro a lisi e muore. La sintesi del peptidoglicano avviene in 3 tappe:
1) sintesi dei precursori nel citoplasma (impedire formazione legame crociato NAM NAG)
Sono queste le tre fasi in cui agiscono la maggior parte degli antibiotici.
1. La prima tappa avviene nel citoplasma dove sono sintetizzate le unità fondamentali del
peptidoglicano, ovvero N-Acetilglucosamina e N-Acetilmuramico quindi precursori della
parete. In particolare sul N-acetilglucosamina. Nel citoplasma il batterio dovrà
sintetizzare i precursori NAG e NAM che devono essere dimerizzati, ovvero devono
collegarsi tra loro formando catene glicaniche, che poi si legano a loro volta tramite 4
amminoacidi (erano 5 ma poi uno viene deleto). Così questa catena di 4 amminoacidi e
quella adiacente stabiliscono un legame diretto o indiretto a seconda se si tratta di
Gram positivo o Gram negativo. Su questa tappa agiscono particolari antibiotici cioè la
D-cicloserina e la fosfomicina che inibiscono la
formazione dei legami crociati perché la cicloserina è un
analogo strutturale dell’alanina, l’ultimo amminoacido. Se
si lega la cicloserina al posto dell’alanina si blocca la
sintesi proteica, il peptidoglicano non forma legami
crociati e resta lasso, e quindi la cellula andrà in lisi, per
cui l’antibiotico è battericida.
La fosfomicina, poiché nella sintesi del dimero N-acetilglucosamina e N-
acetilmuramico, l’N-glucosamina viene legata al fosfoenolpiruvato che poi si legherà al
NAMA, è tutto un processo di sintesi. La fosfomicina è analogo del fosfoenolpiruvato e
quando si lega al suo posto non si può più legare il NAMA e ciò interrompe la sintesi
proteica. Questi dunque sono gli inibitori della prima tappa.
2. La seconda tappa avviene sulla superficie interna della membrana. Il batterio deve
sintetizzare la parete nel citoplasma dove ci sono i ribosomi, questi monomeri devono
attraversare la membrana citoplasmatica per essere portati sulla parete e per
attraversarla, l’N-acetilmuramilpeptide, si lega ad un trasportatore lipidico, ovvero il
bactoprenolo, che dal citoplasma attraversa la membrana e rilascia sulla parete.
L’antibiotico che agisce a questo livello è la bacitracina, un polipeptide prodotto dal
bacillus che va ad inibire il trasporto, inibendo il trasporto il peptidoglicano non si potrà
formare. La bacitracina viene utilizzata in prodotti per uso topico nel trattamento di
infezioni della pelle sostenute da due tipi di gel lo streptococco e lo stafilococco. Sulla
pelle siamo ricchi di stafilococchi e streptococchi non patogeni poiché la cute è integra,
mentre quando si causa una lesione, anche superficiale della pelle, questi germi
possono approfondirsi nella lesione.
3. Durante la terza tappa avviene nel contesto del peptidoglicano e gli antibiotici che
agiscono sono le beta-lattamine suddivise in 4 classi: penicilline e cefalosporine,
monobattamici e carbapenemici. Si trovano nello spazio periplasmico nei gram negativi
dove l’unità basale del peptidoglicano, quindi NAM e NAG, impediscono il legame
crociato. Ricordate quando abbiamo fatto la parete, abbiamo detto che il legame
crociato è inibito dalla penicillina.
Vancomicina. Nella terza tappa agisce anche la vancomicina che si lega a una struttura
complementare all’estremità D-alanina-D-alanina del pentapeptide (all’ N-acil legato alla
catena del NAM o NAG) quindi si lega come se fosse un puzzle, così legandosi la
vancomicina non può instaurarsi il legame crociato. Viene utilizzata nelle infezioni dei
gram positivi resistenti ai beta-lattamici, quindi resistenze alle penicilline, quindi la
vancomicina si può utilizzare come terapia alternativa quando le penicilline non
funzionano. Anche se, anche nei confronti della vancomicina, si sono sviluppate, nel corso
degli anni, con l’uso degli antibiotici, delle resistenze, infatti certe vancomicina-resistenti
sono pericolose. La vancomicina, ad esempio, dimostra una resistenza naturale verso dei
microrganismi, in cui non è attiva perché abbiamo detto che essa lega al dimero D-
alanina-D-alanina e questi microrganismi non hanno tale dimero bensì:
leuconostoc
lactobacillus Hanno D-Ala-D-Lattato
erysipelotrix
mentre
E. gallinarum Hanno D-Ala-D-Serina
E.casselliflarus
Di conseguenza mancando il dimero d-alanina-d-alanina il bersaglio della vancomicina
non può esistere. Quindi questi microrganismi si dice manifestano una resistenza naturale
nei confronti dell’antibiotico.
Antibiotici che agiscono sulla membrana citoplasmatica sono le polimixine, dei polipeptidi
prodotti dal Bacillus polymyxa. Bacillus è il genere, polymyxa è la specie. Legano la
membrana dei gram negativi, quindi alterano la membrana esterna distruggendo le
proprietà osmotiche e provocando la fuoriuscita di composti intracellulari. Sono molto
nefrotossici e questa nefrotossicità limita l’uso alle infezioni esterne localizzate cutanee
quindi con non infezioni sistemiche e alle infezioni del tratto intestinale.
Tali inibitori sono: tetracicline che agiscono sulla sintesi proteica dei batteri sulla subunità
30S (tetracicline e gli amino glicosidici), mentre macrolidi e cloranfenicolo agiscono sulla
subunità 50S.
Tetracicline. Le tetracicline vengono prodotte per sintesi dello streptomyces, hanno ampio
spettro. Essa blocca il legame dell’amminoacil-tRNA al sito A del ribosoma, bloccando
così la fase di allungamento della catena polipeptidica. La tetraciclina va a legarsi al sito A
del ribosoma, in cui si dovrebbe legare il secondo amminoacido per poi essere trasferito il
primo nel secondo con la peptidintransferasi e quindi l’allungamento della sintesi proteica,
con la tetraciclina si blocca la sintesi proteica.
Macrolidi. I macrolidi agiscono sulla subunità 50S legano alla subunità 50S il primo
amminoacido, torna alla tripletta d’inizio, si lega la subunità 50S, si lega il secondo
amminoacido, si ha trasferimento con la peptidiltransferasi, si stacca il primo e si ha la
traslocazione e si blocca la sintesi proteica. Perché si va a legare sulla subunità 50S in
corrispondenza del sito di legame adiacente al sito P.
Cloramfenicolo. Si tratta di un antibiotico che agisce sulla subunità 50S. Si va a legare tra
il sito A e il sito P sempre sulla subunità 50S del ribosoma bloccando l’ enzima
peptidiltranspeptidasi e quindi la traduzione. E’ un farmaco di scelts per il tifo quindi contro
la salmonella quindi secondo un gram negativo. E’ un farmaco batteriostatico molto
tossico infatti provoca come effetto collaterale l’anemia plastica, agendo sulla sintesi delle
cellule del sangue nel midollo osseo.
Chinoloni. Essi sono antibiotici di prima scelta nelle infezioni urinarie e delle prime vie
respiratorie. Essi si legano alla subunità A della topoisomerasi 2 enzima responsabile del
superavvolgimento del DNA.Per esempio in caso di cistite si prende il Noroxin o Ciproxin.
Novobiocina. Un altro inibitore degli acidi nucleici è la novobiocina che agisce allo stesso
modo dei chinoloni, ma si lega alla subunità B, anziché alla subunità A come i chinoloni,
della topoisomerasi II.
Rifampicina. La rifampicina agisce sempre sugli acidi nucleici, in particolare sull’ RNA
polimerasi DNAdipendente quindi l’enzima che è responsabile della sintesi del
messaggero, è in grado di agire contro cocchi gram aerobi e contro il mycobacterium della
tubercolosi, quindi costituisce una terapia molto pesante che viene effettuata anche per
sei-nove mesi. Tra l’altro in corso di terapia si creano delle resistenze quindi il farmaco
diviene inattivo nei confronti del microrganismo per cui la terapia antitubercolare prevede
l’assunzione di più farmaci contemporaneamente.
Resistenza
Farmaci antimicotici
La 5-fluorocitosina è un analogo della citosina e inibisce la sintesi sia del DNA che del
RNA tramite conversione intracitoplasmatica della 5-fluorocitosina in 5-fluorouracile che va
a bloccare la sintesi degli acidi nucleici. Quindi si lega al posto della citosina e inibisce la
sintesi degli acidi nucleici. È particolarmente attivo verso l’aspergillus,della candida e del
cryptococcus neoformans che provocano morte nelle meningiti negli HIV positivi anzi in
realtà nei sogni con nell’AIDS conclamato. Considerato che lo streptococcus è un fungo
che si trova nello sterco dei piccioni, ed è un patogeno opportunista, ai soggetti sani
potrebbe non fare niente ma a soggetti che hanno l’AIDS, che sono immunocompromessi.
Farmaci antivirali
Nella maggior parte dei casi, al contrario delle infezioni batteriche, le infezioni virali non
richiedono un intervento terapeutico, perchè hanno un decorso benigno e quindi si auto
risolvono in maniera spontanea.
I farmaci antivirali possono essere necessari per ridurre la morbillità, che è la capacità di
dare affezione, quindi per non dare spazio a un processo infettivo. Inoltre un farmaco
antivirale ideale deve poter inibire selettivamente le funzioni virali senza danneggiare la
cellula ospite e deve poter ridurre i sintomi della malattia senza modificare l’infezione virale
in modo da non ostacolare la risposta immunitaria dell’ospite.
analoghi dei nucleosidi (il nucleoside è costituito da zucchero pentoso e base azotata)
La ribavirina che viene utilizzata per l’epatite C inibisce la sintesi dell’RNA. Lo zanamivir è
un inibitore del virus dell’influenza ed in particolare inibisce la neuraminidasi. Ne abbiamo
parlato riguardo le fasi iniziali dell’infezione, entro le 48 ore dal contaggio, perché agisce
sulla neuraminidasi, quindi sull’assorbimento del virus alla membrana citoplasmatica,
quindi sul legame recettore-antirecettore anche se poi vedremo che agisce su una fase
finale. Se invece la malattia è stata contratta ci sono farmaci come l’amantadina e la
rimantadina che agiscono in altro modo, cioè impediscono la glicosidazione delle proteine
a livello dell’apparato del Golgi.
Tra gli inibitori delle proteasi virali troviamo il saquinavir, ritonavir ,indinavir,nelfinavir.
Pur avendo la stessa funzione hanno nomi diversi a causa delle ditte farmaceutiche che
le hanno prodotte. L'inibitore della proteasi viene utilizzato nella terapia HAART (Highly
Active Anti-Retroviral Therapy ), ovvero una terapia che viene utilizzata per l'HIV , e
utilizza un cocktail di almeno tre farmaci , l'AZT ,la lamiduvina e l'indinavir ( l'inibitore della
proteasi).
La terapia HAART è molto pesante per i pazienti HIV ; essa viene somministrata anche
agli operatori sanitari quando si pungono durante un prelievo o durante un intervento
chirurgico con un paziente HIV positivo; l'infettivologo consiglia di iniziare questo tipo di
terapia in modo da bloccare le fasi iniziali della replicazione virale, e quindi di abortire
l'infezione.
Inibitore dell'integrasi
Il raltegravir è un esempio di inibitore dell'integrasi.
Dopo che veniva copiato come messaggero sotto forma di DNA da parte della trascrittasi
nversa ,si veniva a creare una molecola a doppio filamento di DNA che doveva essere
integrata nel genoma della cellula. Questo farmaco agisce inibendo l'integrazione del
provirus nella cellula ospite .
Inibitori della sintesi del RNA
La ribavirina , inibitore della sintesi del RNA , viene utilizzata soprattutto nelle terapie
delle infezioni influenzali.
Un altro farmaco che ha avuto molta importanza nella terapia virale sono stati gli
interferoni. Le cellule si difendono dall’infezione di un virus, producono delle citochine
naturali che sono gli interferoni. Essi sono di tre tipi : alpha, beta ,gamma .
L’interferone protegge dall’infezione dando alla cellula uno stato di resistenza nei confronti
delle altre infezioni virali.
L'interferone viene utilizzato nelle terapie virali e in alcune terapie oncologiche , come ad
esempio in alcune terapie che trattano il melanoma.
Questo farmaco ha degli effetti collaterali molto consistenti , perché causa febbre,
malessere, dolori muscolari.
Il farmaco è molto tossico anche per alcuni organi ,come fegato , reni , midollo osseo
, cuore e tiroide.