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MEDICINA DEL LAVORO- LEZIONE DEL 24/02 (seconda parte)

 LE MALATTIE PROFESSIONALI
In primis vengono definite come malattie dovute all’azione nociva, lenta e protratta nel tempo, di un lavoro
o di materiali o di fattori negativi presenti nell’ambiente in cui si svolge l’attività lavorativa.
(E’ importante il concetto e la differenza tra MALATTIA PROFESSIONALE che si genera nel tempo, e,
INFORTUNIO è invece concentrato nel tempo, quindi, la malattia io posso averla anche dopo diversi anni,
mentre, l’infortunio è immediato).

La MALATTIA PROFESSIONALE per essere tale deve essere:

-CONTRATTA nell’esercizio e a causa della lavorazione quindi vi deve essere un rapporto causale, tra,
l’attività che svolgo e la malattia che insorge;
-la CAUSA è LENTA E PROGRESSIVA e può agire anche dopo molto tempo.

L’INFORTUNIO sul lavoro è quello che avviene:

-IN OCCASIONE DI LAVORO

-PER CAUSA VIOLENTA

-da esso deriva un’inabilità temporanea, assoluta o permanente al lavoro o la morte.

DIFFERENZE tra infortunio e malattia professionale sono:


-nell’infortunio la causa è violenta, nelle malattie professionali la causa è lenta e progressiva

-il rapporto tra infortunio e lavoro è di mera occasionalità, mentre, nelle malattie professionali si tratta di
un rapporto di causalità e cioè vado incontro ad una malattia professionale perché me l’ha determinato
quel determinato agente eziologico a cui sono stato esposto per tutto questo tempo.

Quindi, ritornando alla MALATTIA PROFESSIONALE, questa necessita di un nesso causale diretto e
determinante, quindi non è sufficiente che si realizzi solo nell’ambito dell’attività lavorativa, ma, ci deve
essere una causa/effetto. L’ambito di applicazione è limitato solo a chi è associato anche contro gli infortuni
sul lavoro, a questo scopo c’è l’INAIL.

E’ l’ISTITUTO NAZIONALE per L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO. L’INAIL è un ente
pubblico non economico che gestisce l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie
professionali.

Gli obiettivi dell’INAIL sono:

-RIDURRE il fenomeno infortunistico.


-ASSICURARE i lavoratori che svolgono attività a rischio.

-GARANTIRE il reinserimento nella vita lavorativa degli infortunati sul lavoro.

-REALIZZARE attività di ricerca e sviluppare metodologie di controllo e di verifica in materia di prevenzione


e sicurezza.

Le parti del rapporto assicurativo sono quindi:


-IL DATORE DI LAVORO che ha l’obbligo di pagare il premio in base al rischio delle attività svolte
dall’azienda. (quindi l’azienda con un rischio maggiore pagherà un maggior premio assicurativo perché avrà
una maggior probabilità di andare incontro a un evento sfavorevole)

-IL LAVORATORE che è tutelato dall’inail con prestazioni economiche e sanitarie in caso di infortunio o di
malattia professionale.

-L’INAIL che è l’ente assicuratore che raccoglie i premi e fornisce prestazioni economiche sanitarie e
integrative.

Quindi le funzioni sono: tutelare i lavoratori contro i danni fisici ed economici subiti per infortuni e malattie
causate dall’attività lavorativa; l’assicurazione è obbligatoria per tutti i datori di lavoro che occupano
lavoratori dipendenti in attività rischiose.

Proprio per la mancanza di una definizione di malattia professionale, il legislatore ha adottato una SISTEMA
DI TABELLE in tutto sono DUE: UNA per l’industria, UNA per l’agricoltura; in queste tabelle vengono
elencate:

-LE MALATTIE DI ORIGINE PROFESSIONALE;

-LE LAVORAZIONI che possono provocare le malattie professionali;


-IL PERIODO MASSIMO entro cui la malattia deve manifestarsi dall’abbandono del lavoro, e prende il nome
di PERIODO MASSIMO DI INDENNIZZABILITA’ (se si supera questo periodo massimo non si può più
presentare richiesta a meno che non si dimostri che la malattia in realtà si è avuta nell’arco di quel tempo).

IL SISTEMA TABELLARE

Le MALATTIE che sono presenti all’interno di queste tabelle si definiscono TABELLATE e come tali godono
della PRESUNZIONE LEGALE D’ORIGINE; nell’ambito del cosiddetto SISTEMA TABELLARE, il lavoratore è
sollevato dall’onere di dimostrare l’origine professionale della malattia (quindi se io ho una malattia perché
ho svolto quel determinato lavoro e ho fatto richiesta entro il periodo massimo di indennizzabilità
automaticamente rientro nelle malattie tabellate e il vantaggio è che io lavoratore non devo dimostrare
nulla, è automaticamente riconosciuta perché vi è la presunzione legale di origine).
Infatti una volta che il lavoratore abbia provato l’adibizione a lavorazione tabellata, o comunque
l’esposizione a un rischio ambientale provocato da quella lavorazione, è l’esistenza della malattia anch’essa
tabellata e abbia effettuato la denuncia nel termine massimo di indennizzabilità, si presume per legge che
quella malattia sia di origine professionale, e questa è il significato della cosiddetta PRESUNZIONE LEGALE
DI ORIGINE.

IL SISTEMA MISTO

La CORTE COSTITUZIONALE con la sentenza 179 del 1988 ha introdotto nella legislazione italiana il
cosiddetto SISTEMA MISTO in base al quale il sistema tabellare resta si in vigore e quindi rimangono
invariate le malattie tabellari per la quale vi è la PRESUNZIONE LEGALE D’ORIGINE, ma, coesiste la
possibilità per il lavoratore di dimostrare che la malattia per cui soffre, pur non essendo compresa tra
quelle in tabella è comunque di origine professionale.

IN QUESTO CASO è IL LAVORATORE A DOVER DIMOSTRARE L’ORIGINE PROFESSIONALE DELLA MALATTIA.

Quindi vi è una grossa DIFFERENZA se io RIENTRO NELLA MALATTIA TABELLARE basta che per avere
riconosciuto il diritto è sufficiente avere quella malattia contratta per quella lavorazione in cui io in quel
periodo massimo di indennizzabilità ho fatto la richiesta e godo della presunzione legale di origine, se,
invece, NON RIENTRO IN QUELLA TABELLA posso lo stesso richiedere il riconoscimento dell’origine
professionale della malattia per cui soffro, ma, devo dimostrare io a mie spese l’origine professionale della
malattia che non è tabellata.

Il SISTEMA MISTO è NATO PERCHE’ : il sistema costituzionale con la sentenza 179 del 1988 ha dichiarato un
ILLEGGITIMITA’ COSTITUZIONALE nella parte in cui si prevede che l’assicurazione contro la malattia,
nell’industria e nell’agricoltura, è obbligatoria anche per malattie diverse da quelle comprese nelle tabelle e
quindi le malattie causate da lavorazioni specifiche o da agenti patogeni indicate nelle tabelle stesse,
purchè si tratti di malattie delle quali sia comunque provata la causa di lavoro. (quindi se è una malattia
non presente nelle tabelle se ne domostro l’origine lavorativa può essere riconosciuta, ma, sta a me
lavoratore renderne la prova). Quindi, pertanto, sono considerate malattie professionali anche quelle non
comprese nelle tabelle, per le quali, però il lavoratore deve dimostrarne l’origine professionale, per questo,
quindi, si chiama SISTEMA MISTO.

RIASSUMENDO…

LA MALATTIA PROFESSIONALE detta anche TECNOPATIA è una malattia contratta nell’esercizio e a causa di
lavorazioni tabellate; qualunque alterazione dello stato di salute di un lavoratore provocata, con causa
lenta, da un fattore di rischio professionale, può determinare la malattia professionale.

ADEMPIMENTI CHE DEVE SVOLGERE IL MEDICO

Gli OBBLIGHI DEL MEDICO sono: qualora un medico formuli una diagnosi, certa o sospetta, di malattia
professionale, deve redigere:

-IL CERTIFICATO MEDICO di malattia professionale delle industri ha finalità invece, assicurative/
previdenziali, è un atto necessario che consente all’inail di avviare l’istruttoria per l’erogazione delle
prestazioni nei confronti dell’assicurato. La finalità del certificato medico è di attivare le procedure inail per
un eventuale riconoscimento dell’origine lavorativa della malattia e quindi il riconoscimento economico nei
confronti dell’assicurato.

Tale certificato che può essere primo, continuativo o definitivo, va rilasciato al lavoratore al quale è stata
diagnosticata una delle malattie di cui al DECRETO DEL MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA
SOCIALE del 09/04/2008 delle nuove tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura.

La MODULISTICA viene appropriata dall’inail in triplice copia:

1.COPIA A da inviare all’inail.

2.COPIA B per il lavoratore assicurato.

3.COPIA C per il datore di lavoro. Tale copia è priva della diagnosi mentre quelle per l’inail e per il
lavoratore la riportano.

COSA CONTIENE IL CERTIFICATO?


1.GENERALITA’DEL LAVORATORE

2.DATORE DI LAVORO ATTUALE


3. LAVORAZIONE O SOSTANZA CHE AVREBBE DETERMINATO LA MALATTIA

4.DATORI DI LAVORO ESERCENTI TALI LAVORAZIONI SE DIVERSI DALL’ATTUALE

5.PERIODO DI ADIBIZIONE ALLE LAVORAZIONI E SPECIFICHE MANSIONI


6.SINTOMATOLOGIA ACCUSATA, ESAME OBBIETTIVO, DIAGNOSI, PROGNOSI

7.DATA INIZIO DELLA COMPLETA ASTENSIONE DAL LAVORO

8.DATA DI COMPILAZIONE DEL CERTIFICATO

-LA DENUNCIA-SEGNALAZIONE di malattia professionale; consiste che in caso di malattia professionale sono
previste diverse certificazione, denunce da parte di diverse figure da inoltrare a soggetti differenti, quindi
c’è:
1.DENUNCIA da parte del lavoratore ai propri datori di lavoro segnalando così che ha una malattia perché è
ovvio che è il lavoratore la prima persona che viene a conoscenza della sua malattia e quindi la deve
denunciare.
2.DENUNCIA da parte del datore di lavoro all’ente di assicurazione e quindi all’INAIL corredata da un
certificato medico.

3.DENUNCIA da parte del medico che pone la diagnosi di malattia correlata al lavoro in agricoltura o
industria all’assicuratore sempre corredata da certificato medico.

4.DENUNCIA da parte del medico che pone la diagnosi di malattia all’ispettorato del lavoro, all’asl e all’inail.
Quindi questi sono una serie di adempimenti.

La denuncia da parte del MEDICO è obbligatoria per il medico ai fini statici epidemiologici, in modo che ci
sia un aggiornamento delle malattie per via della denuncia, mentre il referto ha la finalità di attivare le
procedure giudiziarie per individuare laddove ci dovessero essere delle responsabilità penali da parte del
datore di lavoro nel momento in cui si è determinata la malattia, in questo caso la denuncia ha invece una
finalità statistica epidemiologica.

L’elenco delle malattie da denunciare è costituito da tre liste:

1.Contiene le malattie la cui origine lavorativa risulta essere di elevata probabilità. All’interno di questa
lista sono classificati gli AGENTI CANGEROGENI in categoria 1.

2.Contine le malattie la cui origine lavorativa risulta essere di limitata probabilità, per le quali non
sussistono ancora conoscenze sufficientemente approfondite perché sono incluse nel primo gruppo. Gli
AGENTI CANGEROGENI sono classificati in categoria 1B

3.Contiene le malattie la cui origine lavorativa è possibile e per le quali non è possibile definire il grado di
probabilità per le sporadiche e non precisabili evidenze scientifiche. Gli AGENTI CANGERONESI sono
classificati in categoria 1B e 2A e 2B.

Nella lista 1 sono elencate le patologie con netta evidenza epidemiologica universalmente accettate a
livello scientifico nelle altre due liste le patologie meno frequentemente associate o per le quali vi è una
minore evidenza epidemiologica.

-IL REFERTO DI MALATTIA PROFESSIONALE; lo scopo del referto è quello di segnalare un episodio su cui
l’autorità giudiziaria deve indagare per ricercare eventuali responsabilità penali, perché, tutta l’attività
lavorativa ha una responsabilità penale e cioè il datore di lavoro ha la responsabilità dei suoi dipendenti, e,
pertanto se si realizza una malattia che viene riconosciuta come professionale, evidentemente l’attività
lavorativa ha svolto un ruolo importante nel determinare questa malattia, a questo punto è necessario il
referto, in modo da avvisare l’autorità giudiziaria, attenzione! c’è il sospetto che ci possa essere un reato
perché a quel punto vuol dire che il datore di lavoro non ha adempito ad i suoi obblighi, non ha fatto quello
che doveva fare e le conseguenze di queste inadempienze sono state una lesione a carico di uno o più
lavoratori e si è manifestata attraverso una malattia professionale, e scattano delle indagini.

Per tanto vi è anche un REATO DI OMISSIONE DEL REFERTO che è quella in cui chiunque, avendo
nell’esercizio di una professione sanitaria prestato la propria assistenza od opera in casi che possono
presentare i caratteri di un delitto per il quale si debba procedere d’ufficio, omette o ritarda di riferirne
all’autorità indicata nell’art.361 è punito; questa disposizione non si applica quando il referto esporrebbe la
persona assistita a procedimento penale.

Molte procure hanno individuato nei servizi di vigilanza delle ASL i destinatari dei referti di malattia
professionale, per cui indirizzando il referto a detti servizi, il medico ottempera all’obbligo di riferire
all’autorità giudiziaria.

L’APERTURA DELLA MALATTIA PROFESSIONALE

Sono necessari:

-IL CERTIFICATO MEDICO DI MALATTIA PROFESSIONALE redatto dal medico di base o altro specialista.
-LA DENUNCIA DI MALATTIA PROFESSIONALE a cura del datore di lavoro.

Gli obblighi del datore di lavoro sono che entro 5 giorni dalla ricezione del primo certificato di malattia
professionale il DDL è tenuto ad inviare all’inail la denuncia di malattia professionale (invio online)
allegando il certificato medico.

Dal 22 Marzo 2016 l’obbligo di trasmissione del certificato medico di infortunio o di malattia professionale
è a carico del medico certificatore o della struttura che presenta la prima assistenza.

Qualunque medico che presta la prima assistenza a un lavoratore infortunato sul lavoro o affetto da
malattia professionale è obbligato a rilasciare certificato ai fini degli obblighi di denuncia di cui al presente
articolo e a trasmetterlo esclusivamente per via telematica all’istituto assicuratore.

Ogni certificato di infortunio sul lavoro o di malattia professionale trasmesso esclusivamente per via
telematica all’istituto assicuratore, direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria. I dati delle
certificazioni sono resi disponibili telematicamente dall’istituto assicuratore ai soggetti obbligati a
effettuare la denuncia in modalità telematica.

Cos’altro è cambiato nell’ambito delle semplificazioni per ridurre il carico del lavoro sul datore di lavoro,
l’inail ha disposto una nuova procedura proprio per facilitare l’invio telematico dei certificati da parte dei
medici o delle strutture sanitarie che devono ora richiedere l’abilitazione ai servizi online dell’istituto
mediante apposita domanda.

Nell’ambito di questa semplificazione, a questo punto il datore di lavoro è quindi escluso, esonerato
dall’obbligo di trasmettere online il certificato, al quale invece deve provvedere il medico certificatore che
presta la prima assistenza, ma è obbligato ad indicarne i riferimenti sulla denuncia di infortunio sul lavoro o
malattia professionale che deve essere trasmessa all’inail online entro 2 giorni in caso di infortunio o 5 in
caso di malattia professionale da quello in cui ne ha avuto notizia.

Per il lavoratore invece cosa è cambiato? Il lavoratore è obbligato a dare immediatamente notizia di
qualsiasi infortunio che gli accada, anche se di lieve entità, al proprio datore di lavoro, nonché a denunciare
allo stesso datore la malattia professionale entro 15 giorni dalla sua manifestazione sotto pena di
decadenza dal diritto all’indennizzo per il tempo antecedente alla denuncia. Quindi il lavoratore deve
fornire al datore di lavoro il numero di identificativo del certificato, la data della sua emissione e i giorni di
prognosi relativi all’evento. In merito agli obblighi del lavoratore, tutto rimane invariato, il lavoratore è
obbligato a dare notizia immediata di qualsiasi infortunio che gli accada, anche se di lieve entità, al proprio
datore di lavoro, nonché a denunciare allo stesso datore di lavoro la malattia professionale entro 15 giorni.
Infatti il lavoratore deve fornire al proprio datore di lavoro: n.identificativo del certificato, data di rilascio, e
i giorni di prognosi che sono stati indicati nell’attestazione medica.

Il medico che ha prestato assistenza ad un lavoratore affetto da una delle malattie deve trasmettere il
certificato- denuncia all’inail entro 10 giorni dalla data della prima visita. Per quanto riguarda l’ambito
dell’agricoltura; ancora, in agricoltura, il medico che ha prestato assistenza ad una lavoratore che ha una
malattia ritenuta professionale deve trasmettere il certificato denuncia all’istituto assicuratore entro 10
giorni a partire dalla prima visita, quando la malattia porta l’astensione assoluta dal lavoro per più di tre
giorni.

NUOVA TABELLA DELLE MALATTIE PROFESSIONALI NELL’AMBITO DELL’INDUSTRIA

E’ formata da una prima parte che è l’elenco della malattia, quindi la malattia che è riconosciuta ad
esempio quelle malattie causate da arsenico o da composti organici dell’arsenico, per quali lavorazioni poi
posso avere riconosciuta questo tipo di malattia, devo fare richiesta entro 3 anni dalla manifestazione,
tranne per le MALATTIE NEOPLASTICHE ( ad esempio per il carcinoma del polmone il periodo massimo di
indennizzabilità è ILLIMITATO).

MALATTIE PROFESSIONALI HANNO PERCORSI PARALLELI

Una persona che va in contro ad una malattia professionale, quando questo si scatena ha tre persorsi:

-TUTELA ASSICURATIVA in modo che ci sia un risarcimento economico dell’assicurato da parte del l’inail;

-PROCEDIMENTO PENALE per andare a indagare se ci sia o meno la responsabilità da parte del datore di
lavoro e che abbia omesso di fare quello che poteva fare;

-PROVVEDIMENTO PREVENTIVO che è quello alla base della denuncia alle ASL.

L’ISTRUTTORIA DELL’INAIL

L’INAIL una volta ricevuto il certificato e o la denuncia di malattia professionale, apre la pratica e inizia
l’istruttoria del caso, se si tratta di malattia tabellate verifica in primis che il lavoratore sia stato
effettivamente adibito alle mansioni previste dalla tabella, in ogni caso, che si tratti di malattia tabellata o
meno, richiede la documentazione al datore di lavoro e al lavoratore. A questo punto i documenti che l’inail
chiederà saranno:

-IL DVR che è il documento di valutazione dei rischi, fondamentale non solo a fine preventivi ma anche per
il riconoscimento di eventi sfavorevoli, per questo anche la cartella sanitaria si definisce cartella sanitaria e
di rischio perché in questa il medico competente deve riportare non solo i rischi a cui è sottoposto il
lavoratore durante l’attività lavorativa ma anche l’entità del rischio.

-esiti delle visite mediche effettuate.

-copia della cartella sanitaria personale redatta dal medico competente.

-invito a visita il medico legale.

-questionari

-eventuali ispezioni dell’attività lavorativa.

-copia del libretto di lavoro.

-ed eventualmente il manuale di uso dei macchinari utilizzati.

LA PROVA DEL RISCHIO

La malattia per essere considerata professionale deve essere provocata proprio da quella lavorazione e non
da altri fattori.
I PROVVEDIMENTI NEGATIVI

-ASSENZA DEL RISCHIO nel ciclo produttivo non è presente rischio.

INIDONEITA’ DEL RISCHIO il rischio pur se presente nel ciclo produttivo non è idoneo a provocare la
malattia per intensità e frequenza.

LA DOCUMENTAZIONE ACQUISITA NON CONSENTE IL GIUDIZIO MEDICO LEGALE non è stato possibile
ricostruire il rischio lavorativo
ASSENZA DEL NESSO EZIOLOGICO tra lavorazione e malattia non c’è un legame di causa-effetto.

PROVVEDIMENTI POSITIVI
INDENNIZZABILE SENZA PAGAMENTO la malattia professionale è riconosciuta ma non comporta erogazione
economica

REGOLARE CON INDENNIZZO la malattia professionale è riconosciuta e dà diritto al pagamento delle


prestazioni economiche.

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