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DIRITTO DEL LAVORO, 9°LEZIONE

Oggi parliamo della RESPONSABILITÀ: i vari tipi di responsabilità del dipendente pubblico. Dovete sapere
che c’è un articolo della costituzione che è l’articolo 28 che dice: “i funzionari e i dipendenti dello stato e
degli enti pubblici, sono direttamente responsabili secondo le leggi penali, civili e amministrative degli atti
compiuti in violazione dei diritti. In tali casi, la responsabilità civile che ‘’ allo stato e agli enti pubblici”.
Questo significa che ogni dipendente pubblico lavora alle dipendenze a contratto di lavoro umano, soggetto
pubblico, che esercita nell’ambito di una organizzazione dello stato, attività pubbliche. Questo dipendente
pubblico è soggetto a delle responsabilità che sono PENALI, AMMINISTRATIVE, CIVILI e per tutto ciò che
loro fanno in violazione delle norme. Nel momento in cui un dipendente lavora un un ente pubblico deve
rispettare le norme penali, civili e amministrative. Quindi ha una responsabilità, che riguarda questi tre
aspetti.

RESPONSABILITÀ CIVILE E AMMINISTRATIVA


La costituzione ha chiarito che il dipendente pubblico deve svolgere la sua funzione rispettando le norme. Il
dipendente pubblico risponde responsabilmente di una violazione tale da comportargli una responsabilità
civile o amministrativa, è stato chiarito che la pubblica amministrazione nel rapporto che ha con il
dipendente che è chiamato ‘rapporto di immedesimazione organica’ che significa che il dipendente è
immedesimato come se fosse una cosa unica con la pubblica amministrazione. Il dipendente rappresenta la
pubblica amministrazione, è inserito in questa organizzazione.
Tenete conto che per tutto ciò che fa un dipendente, risponde sia il dipendente che la pubblica
amministrazione, dal punto di vista della responsabilità civile o amministrativa.
Cioè per il danno che compie un dipendente in violazione di alcune leggi, risponde la pubblica
amministrazione indipendente, insieme, congiuntamente, proprio perché c’è questo rapporto di
immedesimazione organica.
Nella responsabilità civile ad es. un medico, infermiere viene chiamato civilmente a risarcire la famiglia di
un paziente deceduto in ospedale. La famiglia cita l’amministrazione a risarcire per il danno che ha
compiuto quel dipendente ad una certa cifra che è valutata dal giudice o dai periti di parte se non si arriva a
giudizio e si fa una transazione. Cita l’amministrazione perché dice siccome tu e il dipendente siete una sola
cosa e il dipendente ha agito in nome e per conto vostro, tu amministrazione mi devi risarcire il danno. Si
rivolgono all’ammirazione perché rispetto al dipendente hanno più sicurezza e certezza di vedersi
riconosciuto il risarcimento, rispetto ad uno che può non avere le risorse necessarie per risarcire il danno. Il
più delle volte è il giudice che decide il quantum, cioè quel danno in termini di risarcimento a quanto
ammonta, a seconda della percentuale di danno che ha subito il paziente. Il soggetto danneggiato chiama in
causa l’amministrazione, alcune volte quando è chiara la responsabilità si fa una transazione, si determina il
danno con i legali, altre volte è il giudice emette una sentenza, accerta la responsabilità e quantifica il
danno che l’amministrazione è tenuta a pagare. È poi l’amministrazione che se intravede una responsabilità
del dipendente nell’aver determinato quel danno, si rivale su di esso con le risorse del dipendente. Altre
volte è l’amministrazione che paga. Se il paziente muore perché l’amministrazione non ha acquistato un
determinato farmaco, in questo caso il dipendente non risponde. Ma se è sbagliato ciò che il dipendente ha
fatto, allora risponde l’amministrazione in prima battuta, ma poi chiama il dipendente nel momento in cui
accerta che non ha rispettato i protocolli aziendali, perché determinate attività si sono consumate nel pieno
rispetto degli stessi protocolli. Una responsabilità che attiene alla gestione del paziente e che ha
determinato un danno totale, parziale o irreversibile (morte).
Le amministrazioni tentano di risolvere questo problema della responsabilità civile e molto spesso anche i
dipendenti stessi, attraverso una polizza assicurativa per responsabilità civile verso terzi. Il dipendente
stesso si può tutelare con una responsabilità civile verso terzi (RCVT).
Significa che quantificato il danno, io pago un premio (i premi assicurativi sono esorbitanti, anzi quando si
fanno le gare è molto difficile la ricerca di un soggetto che assicura un’azienda sanitaria, perché tutti i giorni
ci sono richieste di risarcimento danni e ci sono alcune categorie di professionisti nella sanità, le cui società
assicurative rifiutano di assicurarli , e se li assicurano i premi sono alti: in primis i ginecologi, ortopedici
perché sono le categorie più a rischio di essere chiamati a rispondere ad un danno al paziente, quindi a
rispondere civilmente). Allora l’amministrazione e si tutela con l’assicurazione, alcune volte anche i singoli
professionisti fanno un’assicurazione personale, per stare più tranquilli, per aumentare anche il massimale.
C’è un solo caso in cui non c’è copertura assicurativa ,in questo caso non paga l’amministrazione ma paga il
singolo dipendente: quando c’è un danno compiuto con dolo, il dolo è previsione e volontà dell’evento, un
fatto non compiuto con colpa, ma dolosamente, voluto, fatto apposta. Il dolo è un elemento soggetto del
reato, cioè tu hai voluto danneggiare intenzionalmente il paziente, allora in quel caso le assicurazioni non
coprono.
Per esempio per i dirigenti amministrativi possono assicurare tutto tranne che per le multe sulla sicurezza
del lavoro, perché quelle avvengono per dolo, perché loro hanno l’obbligo di far gannire la sicurezza e se
qualcuno prende la multa perché fa lavorare i dipendenti in ambienti mal sani, le multe non solo
assicurabili.
Anche quando si fa l’assicurazione alla macchina, l’assicurazione non paga la multa con l’autovelox, ma se
mette sotto una persona perché è stato distratto, prende la copertura dall’assicurazione.
Quindi la responsabilità civile è quella responsabilità che interviene nel momento in cui durante l’esercizio
dell’attività e della prestazione lavorativa, il dipendente in un rapporto di immedesimazione organica con
l’amministrazione, compie un fatto che determina un danno al paziente, ad un terzo, questa responsabilità
è una responsabilità che è in solido con l’amministrazione, la quale procede (in alcuni casi poiché alcuni
premi amministrativi delle assicurazioni costano molto, si va avanti con la cosiddetta autoassicurazione,
cioè l’amministrazione non paga i premi e se paga 10 milioni di premi all’anno, li accantona perché può
succedere che in un anno non succede nessun danno, o paga premi bassi. Quando l’amministrazione va in
autoassicurazione, accantona quei soldi dei premi, però può capitare che un danno sia catastrofico. Il più
delle volte, per quei danni catastrofici che sono pochi, allora le assicurazioni dicono che assicurano per quei
danni, ma mettono un limite, cioè per tutti quei danni sotto una determinata cifra loro non assicurano. Alle
assicurazioni conviene assicurare i maxi rischi, perché sono un eventualità molto remota. I risarcimenti di
ogni giorno sono i risarcimenti più bassi, per danni meno gravi. Quindi l’assicurazione poiché sono molti e
sono frequenti, allora assicura solo quei maxi danni fino ad una certa cifra).
Se l’amministrazione ha fatto un contratto con l’assicurazione, con la quale è stato stabilito che per i
risarcimenti fino a 100 mila euro se li paga in proprio l’amministrazione. Se paga l’amministrazione 20mila
Euro per un danno emergente e non processante, cioè che il pz non può lavorare, allora l’amministrazione
paga 15mila euro a questo paziente e poi si rivale sul dipendente che ha sbagliato, perché non c’è la
copertura. Quindi anche la copertura dell’ assicurazione oggi è limitata ai maxi rischi.

RESPONSABILITÀ PENALE
L’altro tipo di responsabilità è quella penale, è una responsabilità personale non c’è una immedesimazione
organica che la costituzione dice che la responsabilità penale è personale. Se compio un reato la
responsabilità è mia e di nessun altro. Quindi chiunque commette un reato aldilà dei procedimenti
disciplinari, commette una violazione di una norma penale e ha un ritorno in termini di responsabilità
esclusivamente sul piano personale.

RESPONSABILITÀ CONTABILE PER DANNO ERARIALE


L’altro tipo di responsabilità che rientra in quella civile, ma non a titolo di risarcimento danni, ma è una
responsabilità nei confronti dello stato e si chiama responsabilità contabile per danno oraria erariale.
La responsabilità contabile per danno erariale è quella responsabilità nella quale incorre un dipendente
pubblico che nell’attività in costanza di rapporto di lavoro, determina un danno alla pubblica
amministrazione. In questo caso il giudice contabile accerta e stabilisce la responsabilità, la cosiddetta corte
dei conti. La corte dei conti è quell’organo della magistratura che ha il compito di accertare se qualche
dipendente compie un fatto che produce un danno all’erario (soldi di tutti). Perciò se durante la prestazione
il dipendente ha un comportamento che causa un danno economico all’amministrazione, risponde per
responsabilità contabile.
Es. pensiamo ad un dipendente che lavora al cup, e che sostanzialmente è di buon cuore e non fa pagare il
ticket oppure fa pagare meno per delle prestazioni, questo è un danno all’erario, perché quelli sono soldi
dell’ammirazione. Si quantifica quel danno ed è chiamato a rispondere.
Un dipendente amministrativo che un dipendente è sovraordinato gerarchicamente ai dipendenti e non si
accorge che quel dipendente non va a lavorare ma prende lo stipendio, quello è sperpero di denaro e la
corte di conti interviene a sanzionare.

RESPONSABILITÀ DI DANNO ALL’IMMAGINE


In questo caso un medico che viene accertato che molesta i pazienti, crea un danno di immagine all’azienda
e quindi quell’ospedale non guadagna dalle prestazioni dei pazienti, perché crea un discredito nei confronti
di tutti coloro i quali si sarebbero recati li ma non si recano perché quella struttura è screditata.
Allora c’è la responsabilità contabile di danno all’immagine. Ecco perché abbiamo parlato del
comportamento che si deve avere quando si è in servizio, un comportamento che deve evitare di ledere
l’immagine all’azienda, perché un azienda che ha dei dipendenti che hanno un comportamento sia interno
che esterno, non conforme al codice del comportamento, è un Potenziale danneggiatore del immagine
dell’azienda. Il danno dell’immagine è quantificato dalla corte dei conti in maniera equitativa. Stabilisce
presuntivamente la entità di quel danno e ne quantifica economicamente la somma.
Quindi in questo caso interviene la corte dei conti a sanzionare.
Anche qui il dipendente può farsi un’assicurazione, ma solo per i danni all’immagine che commette per
colpa grave. Mail più delle volte il danno all’immagine è una conseguenza di un fatto penalmente rilevante,
e quindi essendo penalmente rilevante in questo caso l’assicurazione non copre.

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