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DALLE GUERRE DI RELIONE ALLA PACE DI VESTFALIA

1. SPIEGA COSA ACCADDE NELLA NOTTE DI SAN BARTOLOMEO DEL


1572
Nella seconda metà del 16 secolo la Francia affrontò una crisi dinastica e nel 1559
morì Enrico II. I suoi successori furono Francesco II e, dopo poco tempo, Carlo 9. Ma
visto che Carlo era un bambino venne messo sotto il controllo della madre, l'italiana
e cattolica Caterina de medici. Quest'ultima dovette agire in una situazione politica
molto complicata e alla debolezza della monarchia francese si aggiunse una difficile
situazione religiosa interna. Nonostante le persecuzioni gli ugonotti si diffusero in
molte regioni e soprattutto in Francia e la nobiltà di Corte risentiva molto il dualismo
religioso: c’era il partito cattolico, guidato dai Guisa, a cui si contrapponeva la
fazione protestante, con a capo i Borbone e dei Coligny. Caterina cercò di risolvere la
situazione e concesse alcuni concessioni agli ugonotti, così, i Guisa ne approfittarono
e diedero il via ad una repressione. Con l’editto Amboise Caterina risolse,
temporaneamente, la situazione, concedendo libertà di culto. Però ci furono nuove
lotte religiose sempre tra cattolici e ugonotti. Questa prima fase di scontri terminò
con la pace di Saint-Germain dove Caterina concesse a tutti i francesi la libertà di
coscienza religiosa e protestanti il diritto di celebrare pubblicamente il loro culto. Il
partito cattolico cadde. Si apre così una fase di prevalenza politica di ugonotti, che
portò a far stipulare un patto tra Margherita, la figlia di Caterina (cattolica) e uno dei
leader degli ugonotti, il re di Navarra Enrico di Borbone. Ci fu, così, una nuova linea
politica. In seguito, però, i cattolici risposero: la notte fra il 23 e 24 agosto 1572, la
popolazione parigina, scatenata da Guisa, uccise più di 2.000 ugonotti che stavano
celebrando il matrimonio. Pian piano il massacro si espanse in tutta Francia e le
ostilità tra ugonotti e cattolici ripresero con maggiore violenza rispetto a prima e
divennero più forti rispetto a prima.

2. SPIEGA L’EDITTO DI NANTES E DA CHI FU PROMULGATO

Nel 1574 sale al trono Enrico 3 e tentò di riappacificare i due fronti, ma fallì perché
la Francia era in caos e ci fu la lotta per la conquista del trono fai due schieramenti
nobiliari: i cattolici Guisa i protestanti Borbone. Ebbe inizio “la guerra dei tre Enrichi”
chiamata così per i 3 contendenti cioè Enrico III, l'ugonotto Enrico di Borbone e il
cattolico Enrico di guisa. Nel 1588 Enrico terzo fece assassinare Enrico di guisa e
l'anno successivo lui stesso (Enrico III) fu ucciso dal fate domenicano Jacques
Clément.
Di conseguenza Enrico di Borbone divenne nuovo re di Francia e venne chiamato
Enrico 4. Egli dovette conquistare il paese con la forza e a Parigi ci fu quindi un
assedio lungo e durissimo da parte delle truppe reali. Restava, però, aperta la
questione religiosa e nel luglio del 1593 il re abiurò e si pentì di aver seguito le
dottrine eretiche del protestantesimo. Pochi mesi dopo fu, poi, incoronato dal papa
e venne riconosciuto come re legittimo di Francia. Nell’aprile 1958 Enrico 4
promulgò l’editto di Nantes, un compromesso politico-religioso. Intanto, dopo aver
riconosciuto Enrico 4 come sovrano di Francia, gli ugonotti ottennero la libertà di
culto. E ai protestanti vennero riconosciuti pieni diritti politici, e il mantenimento di
200 fortezze militari, così che avrebbero potuto professare i loro culti senza
problemi.

3. SPIEGA LA POLITICA DI ENRICO 4


Enrico IV ottiene il controllo totale sul paese instaurando rapporti distesi con i
protestanti. Dopo circa 30 anni di guerre religiose il sovrano riprese l'opera di
consolidamento della monarchia. Il governo passò nelle mani del Consiglio di Stato a
cui Enrico affidò i commissari regi che erano uomini di sua fiducia. Furono venduti
alcuni pubblici uffici per il costante bisogno del denaro. Nel 1604 una legge consentì
ai funzionari di rendere ereditaria la propria carica attraverso una tassa detta
Paulette. Cominciò così ad emergere una nuova aristocrazia ovvero la nobiltà di toga
che era contrapposta la nobiltà di spada di origine feudale. Così Enrico IV accentuò
la centralizzazione politica dello Stato. Il suo progetto però ebbe scarsi risultati
perché il ruolo della nobiltà di spada si mantiene saldo. La risoluzione nell'ambito
religioso aveva obbligato il sovrano ad una serie di compromessi: La concessione agli
ugonotti di 200 “piazzeforti di sicurezza” aveva per esempio creato una sorta di
“Stato nello stato” in mano dell'aristocrazia protestante. Nell'ambito economico
l'azione del ministro Sully permise di raggiungere risultati notevoli. Egli infatti si
ispirava ai principi del mercantilismo che era una teoria economica che sosteneva
l'intervento dello Stato a sostegno dell'economia. E quindi la produzione agricola
veniva sostenuta grazie alle barriere doganali che proibivano l'importazione di
prodotti esteri. Ma l'azione riformatrice di Enrico IV si interruppe a causa della sua
morte prematura. Fu pugnalato il 14 maggio 1610 durante uno spostamento in
carrozza verso Parigi.

4. SPIEGA I FATTORI DI SUCCESSO E DI DEBOLEZZA DELL’OLANDA


Il successo olandese è dato da un insieme di fattori inclusi quelli sociali. L'Olanda è
un paese piccolo con circa 2 milioni di abitanti ma con una società mobile vivace: la
borghesia per esempio era molto dinamica e partecipava al governo. In Olanda era
possibile una libera circolazione delle idee altrove sconosciuta: la tolleranza
religiosa, per esempio, aveva favorito un’immigrazione di intellettuali ed esponenti
del libero pensiero. Il governo federale era guidato da un governatore civile (Gran
Pensionario) affiancato da un governatore militare (Statolder) e da un'assemblea
elettiva a cui spettava il potere legislativo: Lo Statolder guidava il Consiglio di Stato
formato da alcuni rappresentanti della nobiltà. Il dualismo rispecchia il rapporto tra
la grande borghesia imprenditoriale (Gran pensionario) e la nobiltà terriera
(statolder). Un fattore di debolezza era sicuramente la lotta tra i sostenitori degli
Orange (che era la più prestigiosa casata della nobiltà olandese) e il partito
repubblicano. Nel 1650 quando Joan de Witt divenne gran pensionario, la dinastia
Orange fu esclusa dalle elezioni a statolder e il potere fu quindi ridimensionato. Ma
nel 1672 durante la guerra contro la Francia, gli Orange occuparono la carica fino a
farla diventare dell'Italia così l'Olanda divenne una monarchia parlamentare. Il limite
più scarso della potenza olandese comprendeva la fragilità politica e militare. Il
confronto con le grandi potenze europee divenne differente. Nel 1660 l'Olanda,
sconfitta dall'Inghilterra, fu costretta a firmare un patto detto “atto di navigazione”
che concedeva agli inglesi il monopolio dei traffici del mare del Nord.

5. SPIEGA LA COLONIZZAZIONE DELL’AMERICA


Nel 17 secolo il continente americano è diviso in diverse aree di influenza coloniale:
• I portoghesi che controllavano il Brasile.
• L'America meridionale e l'America centrale erano colonie spagnole mentre
invece la Spagna controllava la penisola della Florida.
• I francesi si erano stabiliti In Canada e i loro insediamenti si disposero lungo il
fiume Mississippi.
• L'Olanda aveva occupato l'attuale New Jersey.
• Gli inglesi si trovavano in Virginia e in 13 colonie sulla costa atlantica.

6. SPIEGA L’EPISODIO DELLA MYFLOWER E DEI PADRI PELLEGRINI


Significativo è l'episodio dei padri pellegrini che erano un gruppo di puritani che per
sfuggire alle persecuzioni religiose si imbarcarono sulla Myflower. Qui fondarono la
città di Plymouth e sottoscrissero un patto giurato che consentiva la costruzione, in
America, di una società basata sui principi del Cristianesimo protestante. In seguito
le colonie puritane si estesero fino alla nascita della colonia di Massachusetts che fu
caratterizzata da un governo intollerante verso il conflitto religioso nei confronti
degli indiani nativi considerati spie del demonio. Invece la Pennsylvania, che fu
fondata negli anni 80 e fu popolata dai quaccheri (membri di una setta protestante
in Inghilterra), puntò su un'integrazione pacifica con gli indigeni. I territori americani
divennero così una valvola di sfogo per la sovrappopolazione oppure un rifugio per i
criminali che si lasciavano le spalle una madrepatria inospitale e cercavano una
nuova occasione di vita. Gli insegnamenti richiedevano una disponibilità di
manodopera e questo incrementò il commercio degli schiavi africani. Le popolazioni
native vennero sottoposte a numerose violenze, generando così un vero e proprio
genocidio.

7. SPIEGA LA DECADENZA ITALIANA ATTRAVERSO LA LETTURA DI


B.CROCE.
Lo storico e filosofo italiano Benedetto Croce rifiuta l'interpretazione storiografica
dove dice che la decadenza italiana sarebbe da addossare alla dominazione
spagnola. Afferma che la Spagna è considerata autrice di questa decadenza, cioè ne
è la causa. Bisogna riconoscere, però, che in quei secoli l'Italia e la Spagna erano
entrambe paesi in decadenza. In quel periodo l'Italia non si era formata
politicamente e a causa del cambiamento delle linee mondiali di commercio aveva
sentito seccare le sue fonti di ricchezza. La Spagna faceva sentire la propria forza
politica e guerriera in tutta Europa ma era troppo medievale nella sua composizione
sociale e mancava di quella preparazione e di quelle qualità commerciali
fondamentali alla conservazione della potenza nei tempi moderni.

8. SPIEGA L’EPISODIO DI MASANIELLO


A Napoli, il 16 luglio 1647 scoppiò una rivolta a causa della pressione fiscale ma
perché volevano ribellarsi al dominio spagnolo. La rivolta fu capeggiata da
Tommaso Aniello, conosciuto come Masaniello, un popolano che riuscì ad alleare i
rivoltosi e l’élite culturale antispagnola, rappresentato da Giulio Genoino. Ecco che il
popolo di Napoli caccia il viceré e assunse il controllo della città, ma il governo si
trasformò in anarchia e violenza. Dopo nove giorni dall’inizio del tumulto,
Masaniello fu ucciso da sicari spagnoli. Questo movimento ebbe un enorme
successo anche nelle campagne e infatti il 22 ottobre dell’omonimo anno nacque la
repubblica, però nel 1648 l’azione congiunta di Spagna e baroni pose fine alla
rivolta.

9. SPIEGA COS’E’ LA DEFENESTRAZIONE DI PRAGA


Il 23 maggio 1618 si verifica la “defenestrazione di Praga”, cioè un avvenimento che
segna l’inizio della guerra dei Trent’anni. In quel giorno un gruppo di protestanti
irruppe nel Palazzo di Praga e gettò dalla finestra due ambasciatori imperiali come
simbolo di ribellione all’imperatore Mattia, che aveva cercato di restaurare il
cattolicesimo. L’imperatore morì dopo pochi mesi, e salì al trono suo cugino
Ferdinando II, che accentuò il carattere controriformistico del governo e vietò ai non
cattolici l’accesso alle cariche pubbliche. Questa scelta portò all’esasperazione dei
rivoltosi, ma soprattutto la rivolta si trasformò in conflitto europeo.

10. SPIEGA PERCHE’ E’ IMPORTANTE LA PACE DI VESTFALIA.


La pace di Vestfalia (1648) fu la fine di uno dei periodi più dolorosi della storia. La
pace approvò il fallimento del progetto asburgico di egemonia sul mondo Germanico
e sull'Europa settentrionale e chiarisce che l'esistenza delle confessioni religiose
diverse dal cattolicesimo dovevano essere riconosciute come un dato di fatto
incontestabile. Così possiamo affermare che la guerra dei 30 anni rappresentava la
fine di un secolo di conflitti religiosi. I paesi che potevano partecipare alle trattative
furono Svezia e Francia. Quest'ultima ottenne i vescovadi di Metz, Toul e Verdun e il
controllo sull’Alsazia. La Svezia invece vide anche riconosciuto il suo progetto di
egemonia politica nell'area del Baltico. Fu molto importante anche il riconoscimento
dell'Indipendenza delle Province Unite e della Confederazione Svizzera. L'autorità
Imperiale in Germania uscì dal conflitto ridimensionata e i principati tedeschi
assunsero maggiore autonomia. Gli Asburgo, dopo che il Ducato gettò le basi della
futura grandezza prussiana aggiunse la Pomerania orientale, volevano rafforzare i
loro possedimenti dinastici e quindi l'Austria e l'Ungheria. La Spagna proseguì nella
guerra contro la Francia perché non vuole sottoscrivere il trattato generale di pace
perché in seguito fu costretta a riconoscere l'indipendenza delle Province Unite.
Questo conflitto terminò nel 1659 quando gli spagnoli dovettero firmare la pace dei
Pirenei. Nel 1660 i trattati di Copenaghen e di Olivia posero fine alle dispute che si
erano riaccese per il controllo del Baltico. Importante fu l'opera di mediazione
francese grazie alla quale la Svezia ottenne l’Estonia e la Scania. Secondo gli storici la
pace di Vestfalia ha rappresentato un modello di trattato diplomatico che avrebbe
fatto scuola nel diritto internazionale contemporaneo. Con questa pace si affermò
l'idea di Europa come continente composto da stati indipendenti e sovrani; in
questo senso la guerra dei 30 anni cancellò l'idea di autorità posta al di sopra dei
poteri nazionali.

Secondo Giorgio Spini la pace di Vestfalia rappresenta un punto fermo nella storia
Europea. Nel 1648, in Vestfalia viene posta l'ultima firma da parte dei
plenipotenziari austriaci al trattato di pace che pone fine alla guerra dei trent'anni.
Questo perché potremmo dire che rappresentò la fine delle guerre di religione tra
cattolici e protestanti oppure che sancì il principio della sovranità assoluta degli
Stati. Ne parliamo quattro secoli dopo perché nel 2020 è stata convocata la
conferenza sul futuro dell'Europa e si è limitata ad un normale incontro tra governi
ma ha coinvolto il Parlamento Europeo, i parlamenti nazionali e soprattutto i
rappresentanti della società civile. La guerra dei 30 anni fu un conflitto armato che
lacerò l'Europa centrale fino al 1648 e fu una delle guerre più lunghe e feroci della
storia. Nacque dallo scontro tra la religione cattolica e quella protestante e fu
suddivisa in quattro fasi:
• Prima fase “Boemo-palatina”: in Boemia scoppia la rivolta contro gli Asburgo
che chiedono aiuto alla Spagna. Ebbero la meglio i cattolici. Ci fu in seguito una forte
repressione e fu eletto un principe cattolico: Massimiliano I di Baviera.
• Seconda fase “danese”: la Danimarca prende parte al conflitto. Lo Stato entra
nel conflitto per sostenere i paesi protestanti perché preoccupato per il crescente
potere della Spagna. I Danesi vengono sconfitti e costretti a firmare “la pace di
Lubecca” con cui non intervengono più nelle vicende tedesche.
• Terza fase “svedese”: per sostenere i protestanti intervengono anche gli
svedesi. Il re Gustavo II di Svezia viene sconfitto nel 1634 e costretto a firmare “la
pace di Praga” che convince i francesi ad entrare in guerra.
• Quarta fase “francese”: inizia la fase politica comprendendo solo una
questione di territori e termina quella religiosa. Luigi XIII era il sovrano di Francia e si
allea con Svezia e paesi bassi portando numerose vittorie. Nel frattempo la Spagna
era scossa dalla crisi economica che portò i Catalani e i Portoghesi a ribellarsi ad
allearsi con i Francesi. In seguito i francesi sconfiggono gli Asburgo che sono costretti
a firmare “la pace di Vestfalia” con cui gli Asburgo rinunciano al loro disegno
egemonico sull’Europa.
Termina così la guerra dei 30 anni dove fu riconfermata “la pace di Augusta” in cui
viene sancito il “cuius regio eius religio” di Carlo V e la tolleranza fu estesa anche ai
calvinisti.

L’ASSOLUTISMO IN FRANCIA

1. SPIEGA LA POLITICA DEL CARDINALE RICHELIEU.


Nel 1614 Maria convoco l'assemblea degli Stati generali e l'effetto di questa
convocazione fu quello di accentuare il contrasto tra il terzo stato ed ordini
privilegiati. Nel 1617, Luigi 13 divenne governatore e qualche anno più avanti
divenne consigliere del re il duca di Richelieu. Il progetto di Richelieu era quello di
reprimere le forze centrifughe dell'alta nobiltà e così elimino molti aristocratici
accusandoli di aver tramato contro il sovrano. In campo religioso l'azione di
Richelieu andò contro gli ugonotti con lo scopo di ridurre le autonomie riconosciute
loro dall’editto di Nantes. Nel 1628 la roccaforte ugonotta venne espugnata e nel
1629 fu emanato l'editto di grazia che riduceva gli effetti dell’editto di Nantes: cioè
che ai protestanti era riconosciuto il diritto di culto ma venivano negate le
autonomie e politiche e militari. Contemporaneamente a ciò la corona attua una
trasformazione delle istituzioni in senso centralizzato. Richelieu voleva far diventare
il monarca francese un re assoluto che avesse tutto il potere su di sé. Ma lui non è a
grado di svolgere il compito da solo così il duca (Richelieu) si servì dei commissari
regi che è un corpo di intendenti fidati che erano stati nominati dal consiglio della
corona. Vennero, poi, rafforzati i poteri del consiglio del re e fu istituito un consiglio
di gabinetto, più ristretto. Nel corso del tempo questo consiglio ristretto assunse
tutte quelle funzioni che prima spettavano al consiglio del re. Per quanto riguarda il
campo economico, invece, viene intensificata l'azione delle compagnie mercantili
privilegiate. Per quanto riguarda la politica estera egli puntò a ripristinare
l’egemonia della Francia sul continente e, poi, la Francia partecipò alla guerra dei
trent'anni. Il duca, però, fu costretto ad aumentare notevolmente le tasse: l’imposta
diretta salì a 9 milioni e anche quella indiretta (vino, bestiame, ecc.) aumentò.
Nonostante ciò, le entrate erano insufficienti e infatti Luigi 13 fu costretto a ridurre
gli stipendi dei funzionari regi. Alla fine, il sovrano dovette ricorrere ai servizi di
finanzieri, che riscuotevano le tasse anticipando somme di denaro al sovrano.

2. SPIEGA LA POLITICA DEL CARDINALE MAZARINO


Il duca Richelieu morì nel 1642. Negli ultimi anni si manifestarono forti segnali di
opposizione. La pressione fiscale aveva suscitato il malcontento popolare causando,
così, numerosi episodi di rivolte contadine. Luigi 13 affidò la direzione consiglio reale
al cardinale Giulio Mazarino che era un stretto collaboratore di Richelieu. Dopo poco
tempo morì Luigi 13 e il trono passò a Luigi 14, ma dato che lui aveva solo 5 anni il
potere era temporaneamente nelle mani di Mazarino. Egli decise di seguire la
politica di Richelieu guidando la Francia nell'ultima fase della guerra dei trent'anni.
Nel 1648 presentò al Parlamento un progetto che servì per risanare l'economia, ma
il Parlamento rifiutò la proposta. Mazzarino allora, esasperato, fece arrestare uno
dei membri dell'assemblea e scoppiò una rivolta a Parigi detta “fronda
parlamentare.” Luigi 14 e Mazarino furono costretti a lasciare la capitale e vi
ritornarono dopo poco tempo in quanto la rivolta si calmò. La situazione però non si
calmò del tutto perché il principe di Condé cercò di escludere il cardinale dal
governo e di rivendicare gli antichi privilegi nobiliari. Ci fu così una seconda
ribellione, detta “fronda dei principi”, che durò per circa tre anni (1650 a 1653).
Mazarino scappò di nuovo da Parigi e ritornò quando l'esercito regio sconfisse le
armate del principe. Nello stesso periodo ci furono anche delle rivolte contadini e
urbane causate sempre dalla pressione fiscale. Ristabilito l'ordine Mazarino poté
dedicarsi alla politica internazionale. Con la vittoria nella guerra dei trent'anni riuscì
a escludere la Spagna dai grandi giochi europei. E con il matrimonio fa Luigi 14 e
Maria Teresa ci fu la pace tra Francia e Spagna. Nel 1661 morì Mazarino ma Luigi 14
non nominò nessun nuovo primo ministro e assunse personalmente la guida del
paese.

3. DESCRIVI LA CORTE DEL RE SOLE CIOE’ LUIGI XIV


Durante il suo lungo regno Luigi XIV creò un progetto assolutistico imponendo la
figura del sovrano e la corte come centro politico del paese e tentando di ottenere
l'egemonia francese in Europa. Anche se questo ambizioso progetto possa ritenersi
negativo, è importante dire che la figura del sovrano francese ha portato alcuni
storici a pensare che il suo regno possa essere il modello principe della monarchia
assolutistica europea. Il sovrano concentrò nelle proprie mani tutto il potere
decisionale che è affiancato da ministri capaci che agivano alle sue strette
dipendenze. Luigi XIV non convocò mai gli Stati Generali. I parlamenti furono
obbligati a registrare gli editti emessi dal re, venendo privati della loro autonomia. Il
re aumentò il numero degli intendenti; le cariche amministrative venivano messe in
vendita dal sovrano e diventavano ereditarie così che il re poteva contare su un ceto
di funzionari spesso borghese. Non a caso Luigi XIV scelse come proprio emblema il
sole da cui deriva l'appellativo di “Re Sole” che rimanda ai pianeti intorno al sole e
infatti intorno a egli ruotano gli apparati della burocrazia e della politica francesi.
Inoltre egli fece costruire, vicino Parigi, la reggia di Versailles dove Nel 1689 si
trasferì la corte e il governo. Versailles divenne il centro politico del paese. Luigi XIV
impose alla nobiltà di risiedere a corte e la sottopose al protocollo regio (che si
trattava di minuziosi cerimoniali che prevedevano la partecipazione di ciascun nobile
ai vari momenti della giornata del re). Concesse inoltre nuove benefici ai nobili. Luigi
XIV controllò l'opposizione della nobiltà, privandola delle sue politiche ma allo
stesso tempo assicurandone la sopravvivenza. Fondò, inoltre, “l'accademia delle
Scienze” che promuoveva vari studi per accrescere la potenza economica del paese.
Si favorì così la formazione di una cultura ufficiale di corte.

4. SPIEGA IL TERMINE ASSOLUTISMO


Il termine assolutismo indica il sistema politico caratterizzato da una monarchia
centralizzata a cui è collegato l'intero potere sovrano. Il re non è vincolato
nell'esercizio delle sue funzioni dal controllo dei sudditi ma la sua azione trova
sempre un limite soltanto nelle leggi della natura e di Dio.

5. SPIEGA LA POLITICA RELIGIOSA DI LUIGI XIV


Luigi XIV si è sempre mostrato insofferente sia delle autonomie religiose e sia dei
privilegi ecclesiastici. Questa insofferenza nasceva da ragioni politiche interne: Infatti
l'assolutismo del sovrano non poteva tollerare alcuna autonomia. Come Richelieu,
Luigi XIV cercò di limitare l'autonomia concessa agli ugonotti e nel 1685 revocò
l’editto di Nantes, cancellando la libertà religiosa. Così gli ugonotti furono costretti a
scegliere tra la conversione al cattolicesimo e l'emigrazione. Oltre 200.000 ugonotti
scelse allora di lasciare il paese. Luigi XIV, dopo essersi proposto come difensore
dell'ortodossia cattolica, estese la repressione anche ai movimenti interni al
cattolicesimo. Fu il caso dei giansenisti (lo giansenismo è il movimento religioso
cattolico nato in Francia) che erano i seguaci del teologo Cornelis, il quale
denunciava la mondanità e la corruzione della chiesa e voleva un ritorno alla
spiritualità predicata da San Paolo e da Sant'Agostino. Si distinse il filosofo Blaise
Pascal, il quale era vicino alle posizioni della principale comunità giansenista,
nell’abbazia di Port-Royal-des-Champs. Nel 1709 il re chiuse Port-Royal e tutti i
centri di diffusione del movimento. Luigi XIV pose la questione del rapporto tra
chiesa e corona all’interno del regno di Francia. Qui gli alti prelati della chiesa
costituivano una sorta di “Stato nello stato”: obbedivano e godevano di privilegi
fiscali. Il sovrano rivendica così una serie di libertà “gallicane” ovvero nazionali
rispetto alla chiesa di Roma. In seguito ci fu un duro scontro con il papato poiché
aveva basato la legittimazione del proprio potere sulla difesa dei valori cattolici e
Luigi non poteva permettersi una rottura con Roma. Così veniva affermata
l'irrimediabilità del peccato originale che aveva reso impossibile all'umanità di
operare liberamente a scopi salvifici. Quindi Dio predestinava soltanto alcuni alla
salvezza senza che le opere umane potessero modificarne il decreto.

6. SPIEGA IL COLBERTISMO

Jean-Baptiste Colbert sposò la teoria economica del mercantilismo ma gli storici


usano anche il termine colbertismo (dal nome del ministro). Colbert era dell'idea che
la ricchezza del legno dipendesse dalla quantità di metalli preziosi che ci sono nella
nazione. Quindi lo stato aveva una serie di compiti da eseguire:
•Adottare una politica protezionistica, cioè innalzare le barriere doganali così da
limitare le importazioni.
•Fondare compagnie commerciali così da affrontare la concorrenza.
•Creare manifatture di Stato.
Si cercò di fare della Francia una delle principali potenze marine e così ci furono
molti investimenti per il potenziamento della flotta civile e militare. Più avanti
Colbert fu costretto ad aumentare la pressione fiscale in quanto mancava
un'adeguata quantità di capitali dal commercio e si creano così rivolte popolari. La
marina francese crebbe di poco ma comunque rimase inferiore rispetto a quella in
inglese olandese.

LA RIVOLUZIONE INGLESE

7. SPIEGA IL CONFLITTO TRA CARLO I STUART E IL PARLAMENTO


INGLESE

Quando morì Giacomo I Stuart, il trono inglese passò nelle mani del figlio Carlo I.
Quest'ultimo si mostrò fin da subito intenzionato a governare il paese in modo
assolutistico sminuendo il ruolo del Parlamento. Il re impose nuove tasse ai suoi
sudditi e istituì due “tribunali speciali” ovvero la camera Stellata e la corte di alta
commissione che reprimevano il dissenso politico e religioso. Nel 1625 Carlo sciolse
il Parlamento ma nel 1628 fu costretto a convocarlo nuovamente per ottenere
l'assenso ai nuovi prelievi fiscali. Così il Parlamento espresse le sue lamentele
attraverso la presentazione di un documento la “Petition of Rights”, In cui si
chiedeva al sovrano di riconoscere l'illegalità delle misure da lui adottate. Così Carlo
fu costretto a firmare il documento ma nel 1629 sciolse nuovamente il Parlamento e
riprese la politica assolutistica ripristinando i tribunali speciali con l'aiuto dei suoi
fedeli collaboratori cioè il conte Stratford e l'arcivescovo Laud. Il lungo periodo dove
il Parlamento non venne più convocato fu chiamato la ” lunga tiragna” e durò circa
11 anni. Questo arco di tempo scavò una sorta di solco tra il sovrano e le classi
imprenditoriali tra cui la borghesia cittadina e la gentry e il re venne considerato un
tiranno estraneo agli interessi del paese. In seguito gli scozzesi andarono contro
l'arcivescovo Laud che aveva tentato di imporre alla chiesa il Book of Common
Prayer anglicano. La rivolta costrinse il re all'intervento militare e convocò il
Parlamento da cui sperava di ottenere il via libera per nuovi prelievi fiscali. Il
Parlamento però sacrificò il suo benestare all'abbandono della politica del re, ma il
sovrano sciolse il Parlamento dopo meno di un mese perché non accettava questa
posizione e si parla perciò di “breve Parlamento”. Nel frattempo la rivolta scozzese
continuava. Carlo I si trova obbligato a riconvocare il Parlamento. Esso che rimase in
carica fino al 1653 (questo periodo fu chiamato lungo Parlamento) condusse
un'opposizione durissima al sovrano: Fece condannare a morte Loud e Stratford,
abolì i tribunali speciali e limita i poteri del re privandolo del diritto di sciogliere il
Parlamento. Nel 1641 scoppia una sommossa in Irlanda; il re chiede di formare un
esercito per reprimerla ma questo avrebbe rappresentato un pericolo per il
Parlamento e infatti avrebbe impedito al re di usare in futuro gli stessi soldati contro
il Parlamento. Il Parlamento presentò la cosiddetta “grande rimostranza” che è un
documento che stabiliva il controllo parlamentare sull’esercito. Carlo I considerò
questa richiesta inaccettabile e ordinò l'arresto dei leader dell'opposizione. Nel
giugno del 1642 l'episodio scatenò una sollevazione Popolare che costrinse il re a
lasciare Londra: iniziò così la guerra civile.

8. DESCRIVI LE FORZE DI OPPOSIZIONE AL RE E IL PROCESSO A CARLO


I
Le forze che sostenevano il Parlamento non erano omogenee, ma facevano capo a
gruppi religiosi diversi ce n’erano 3:
•I presbiteriani, contrari alla chiesa anglicana
•Gli indipendenti, favorevoli alla libertà di culto
•I levellers (livellatori) che chiedevano rispetto della sovranità popolare e che tutti
maschi adulti e liberi avessero il diritto di voto. Poi c’erano i diggers (zappatori) che
chiedevano l’abolizione della proprietà privata
Per tutto il 1643 furono le truppe regie ad avere la meglio ma la situazione cambio
con Oliver Cromwell che ideò la divisione degli Ironsides (una cavalleria corazzata)
che sarà, poi, fondamentale in una battaglia. L’anno seguente Cromwell formò il
new model army (esercito di nuovo modello), esercito organizzato in maniera molto
efficiente, conquistando così per diverso tempo solo vittorie. A questo punto venne
richiesto, soprattutto dai presbiteriani, il suo scioglimento: quello che era stato per
loro strumento di vittoria si stava trasformando in un pericolo. Nel 1647 ci fu
un’assemblea generale dell’esercito a Putney (presso Londra) dove si discusse a
proposito del suffragio. Da un lato vi erano i cromwelliani, che riservavano il diritto
di voto solo ai proprietari terrieri, e dall’altro i livellatori, che volevano che il diritto
di voto fosse dato a tutti gli uomini che avessero raggiunto i 21 anni. I livellatori,
così, proposero un documento, il patto del popolo, per ottenere una pace fondata
sulla libertà; il tema principale di questo documento era il diritto di voto e la
divisione del territorio, in quanto la divisione presente si fondava su antichi privilegi
feudali e non sul numero di abitanti. Mentre si svolgeva questo dibattito, Carlo I
fuggì in Scozia dove venne aiutato a riprendere l’offensiva contro il parlamento
inglese. Ma il new model army subito rispose. Ci fu una battaglia a Preston (1648) e
ne uscì vincitore il new model army. Carlo venne quindi consegnato al parlamento
inglese. Così, Cromwell e gli altri capi militari liberarono il Parlamento dalle ostilità.
Nel gennaio 1649 ci fu il processo al re dove venne decapitato (per alto tradimento).
Questo fu inconcepibile perché prima di allora nessun sovrano era mai stato
processato da un organismo che rappresentava i suoi sudditi.

9. SPIEGA LA GLORIOSA RIVOLUZIONE E IL BILL OF RIGHTS

Siccome il Parlamento non accettava questo clima di insicurezza dopo la morte del
dittatore richiamo sul trono Carlo II, figlio di Carlo I. Carlo II riconobbe la libertà di
culto ai puritani e, per ottenere l'appoggio dei ceti economicamente attivi, continua
la politica mercantilistica di Cromwell. Carlo ribadì, però, il ruolo della chiesa
anglicana e congedò l'esercito restituendo al sovrano il controllo. Le tensioni però
ben presto ricominciarono. In questo clima il Parlamento approvò il “Test Act” che
impediva ai cattolici di esercitare le funzioni pubbliche. Un altro provvedimento fu
“l’Habeas Corpus” che era un documento che stabiliva il principio l dell'illegittimità
degli arresti arbitrari. Dopo la morte di Carlo II, sale al trono il fratello Giacomo II,
che era cattolico. Avviò una politica impopolare, sostenendo i cattolici e
sequestrando le proprietà di alcuni capi protestati. Ma la restaurazione del
cattolicesimo era inaccettabile per gli inglesi. Fu però il matrimonio di una figlia di
Giacomo, Maria, con lo Statolder d'Olanda, Guglielmo III d'Orange, a risolvere il
problema. Il Parlamento chiese l'aiuto del governatore olandese promettendo a lui e
alla moglie la corona inglese. Guglielmo accettò la proposta e sbarcò in Inghilterra
con il suo esercito. Giacomo II, prevedendo la sconfitta, fuggì In Francia e Guglielmo
e Maria furono incoronati re e regina nel 1689. La rivoluzione avvenne in modo del
tutto pacifico e per questo fu chiamata “gloriosa rivoluzione”. Nel parlamento, nel
frattempo, si erano sviluppati due schieramenti contrapposti: i tories che
sostenevano le prerogative del monarca e il suo ruolo come capo della chiesa
anglicana, e i whigz che erano più vicini alle correnti calviniste. A differenziare i due
gruppi era la concezione della sovranità che per primi risiedeva nella corona e per
secondi nel parlamento. Il Parlamento inglese allora dichiarò che Guglielmo
d'Orange e Maria Stuart sii impegnano nel rispettare come condizione per salire al
trono il “Bill of Rights” approvato nel 1689. Esso era un documento che stabiliva il
principio della legittimazione parlamentare dei sovrani e separava il potere
esecutivo dal potere legislativo. L'Inghilterra si trasforma così nella prima monarchia
parlamentare e costituzionale della storia Europea. Con “l'atto di tolleranza”, nel
1689, si pose fine alle persecuzioni religiose. Nel 1701 l’Act of Settlement diede
piena autonomia alla magistratura così l'Inghilterra si avviava a diventare uno stato
di diritto. Grazie al filosofo inglese John Locke venne definito il modello teorico del
nuovo stato inglese. Nei suoi trattati del governo, immaginava uno stato in cui gli
uomini, liberi e uguali, si sviluppavano pacificamente. Per evitare i rischi
dell'anarchia, gli uomini avrebbero dovuto firmare un contratto sociale. Esso
avrebbe avuto il compito di rispettare la libertà di tutti.

La firma del Bill of Rights da parte di Guglielmo d'Orange di Maria Stuart stabilì la
fine dell'assolutismo in Inghilterra. In questo documento, i sovrani erano dichiarati
“re e regina d'Inghilterra” dai Lords e giurano fedeltà al Parlamento e si impegnano
a rispettare i limiti da loro potere.

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