Nel 1574 sale al trono Enrico 3 e tentò di riappacificare i due fronti, ma fallì perché
la Francia era in caos e ci fu la lotta per la conquista del trono fai due schieramenti
nobiliari: i cattolici Guisa i protestanti Borbone. Ebbe inizio “la guerra dei tre Enrichi”
chiamata così per i 3 contendenti cioè Enrico III, l'ugonotto Enrico di Borbone e il
cattolico Enrico di guisa. Nel 1588 Enrico terzo fece assassinare Enrico di guisa e
l'anno successivo lui stesso (Enrico III) fu ucciso dal fate domenicano Jacques
Clément.
Di conseguenza Enrico di Borbone divenne nuovo re di Francia e venne chiamato
Enrico 4. Egli dovette conquistare il paese con la forza e a Parigi ci fu quindi un
assedio lungo e durissimo da parte delle truppe reali. Restava, però, aperta la
questione religiosa e nel luglio del 1593 il re abiurò e si pentì di aver seguito le
dottrine eretiche del protestantesimo. Pochi mesi dopo fu, poi, incoronato dal papa
e venne riconosciuto come re legittimo di Francia. Nell’aprile 1958 Enrico 4
promulgò l’editto di Nantes, un compromesso politico-religioso. Intanto, dopo aver
riconosciuto Enrico 4 come sovrano di Francia, gli ugonotti ottennero la libertà di
culto. E ai protestanti vennero riconosciuti pieni diritti politici, e il mantenimento di
200 fortezze militari, così che avrebbero potuto professare i loro culti senza
problemi.
Secondo Giorgio Spini la pace di Vestfalia rappresenta un punto fermo nella storia
Europea. Nel 1648, in Vestfalia viene posta l'ultima firma da parte dei
plenipotenziari austriaci al trattato di pace che pone fine alla guerra dei trent'anni.
Questo perché potremmo dire che rappresentò la fine delle guerre di religione tra
cattolici e protestanti oppure che sancì il principio della sovranità assoluta degli
Stati. Ne parliamo quattro secoli dopo perché nel 2020 è stata convocata la
conferenza sul futuro dell'Europa e si è limitata ad un normale incontro tra governi
ma ha coinvolto il Parlamento Europeo, i parlamenti nazionali e soprattutto i
rappresentanti della società civile. La guerra dei 30 anni fu un conflitto armato che
lacerò l'Europa centrale fino al 1648 e fu una delle guerre più lunghe e feroci della
storia. Nacque dallo scontro tra la religione cattolica e quella protestante e fu
suddivisa in quattro fasi:
• Prima fase “Boemo-palatina”: in Boemia scoppia la rivolta contro gli Asburgo
che chiedono aiuto alla Spagna. Ebbero la meglio i cattolici. Ci fu in seguito una forte
repressione e fu eletto un principe cattolico: Massimiliano I di Baviera.
• Seconda fase “danese”: la Danimarca prende parte al conflitto. Lo Stato entra
nel conflitto per sostenere i paesi protestanti perché preoccupato per il crescente
potere della Spagna. I Danesi vengono sconfitti e costretti a firmare “la pace di
Lubecca” con cui non intervengono più nelle vicende tedesche.
• Terza fase “svedese”: per sostenere i protestanti intervengono anche gli
svedesi. Il re Gustavo II di Svezia viene sconfitto nel 1634 e costretto a firmare “la
pace di Praga” che convince i francesi ad entrare in guerra.
• Quarta fase “francese”: inizia la fase politica comprendendo solo una
questione di territori e termina quella religiosa. Luigi XIII era il sovrano di Francia e si
allea con Svezia e paesi bassi portando numerose vittorie. Nel frattempo la Spagna
era scossa dalla crisi economica che portò i Catalani e i Portoghesi a ribellarsi ad
allearsi con i Francesi. In seguito i francesi sconfiggono gli Asburgo che sono costretti
a firmare “la pace di Vestfalia” con cui gli Asburgo rinunciano al loro disegno
egemonico sull’Europa.
Termina così la guerra dei 30 anni dove fu riconfermata “la pace di Augusta” in cui
viene sancito il “cuius regio eius religio” di Carlo V e la tolleranza fu estesa anche ai
calvinisti.
L’ASSOLUTISMO IN FRANCIA
6. SPIEGA IL COLBERTISMO
LA RIVOLUZIONE INGLESE
Quando morì Giacomo I Stuart, il trono inglese passò nelle mani del figlio Carlo I.
Quest'ultimo si mostrò fin da subito intenzionato a governare il paese in modo
assolutistico sminuendo il ruolo del Parlamento. Il re impose nuove tasse ai suoi
sudditi e istituì due “tribunali speciali” ovvero la camera Stellata e la corte di alta
commissione che reprimevano il dissenso politico e religioso. Nel 1625 Carlo sciolse
il Parlamento ma nel 1628 fu costretto a convocarlo nuovamente per ottenere
l'assenso ai nuovi prelievi fiscali. Così il Parlamento espresse le sue lamentele
attraverso la presentazione di un documento la “Petition of Rights”, In cui si
chiedeva al sovrano di riconoscere l'illegalità delle misure da lui adottate. Così Carlo
fu costretto a firmare il documento ma nel 1629 sciolse nuovamente il Parlamento e
riprese la politica assolutistica ripristinando i tribunali speciali con l'aiuto dei suoi
fedeli collaboratori cioè il conte Stratford e l'arcivescovo Laud. Il lungo periodo dove
il Parlamento non venne più convocato fu chiamato la ” lunga tiragna” e durò circa
11 anni. Questo arco di tempo scavò una sorta di solco tra il sovrano e le classi
imprenditoriali tra cui la borghesia cittadina e la gentry e il re venne considerato un
tiranno estraneo agli interessi del paese. In seguito gli scozzesi andarono contro
l'arcivescovo Laud che aveva tentato di imporre alla chiesa il Book of Common
Prayer anglicano. La rivolta costrinse il re all'intervento militare e convocò il
Parlamento da cui sperava di ottenere il via libera per nuovi prelievi fiscali. Il
Parlamento però sacrificò il suo benestare all'abbandono della politica del re, ma il
sovrano sciolse il Parlamento dopo meno di un mese perché non accettava questa
posizione e si parla perciò di “breve Parlamento”. Nel frattempo la rivolta scozzese
continuava. Carlo I si trova obbligato a riconvocare il Parlamento. Esso che rimase in
carica fino al 1653 (questo periodo fu chiamato lungo Parlamento) condusse
un'opposizione durissima al sovrano: Fece condannare a morte Loud e Stratford,
abolì i tribunali speciali e limita i poteri del re privandolo del diritto di sciogliere il
Parlamento. Nel 1641 scoppia una sommossa in Irlanda; il re chiede di formare un
esercito per reprimerla ma questo avrebbe rappresentato un pericolo per il
Parlamento e infatti avrebbe impedito al re di usare in futuro gli stessi soldati contro
il Parlamento. Il Parlamento presentò la cosiddetta “grande rimostranza” che è un
documento che stabiliva il controllo parlamentare sull’esercito. Carlo I considerò
questa richiesta inaccettabile e ordinò l'arresto dei leader dell'opposizione. Nel
giugno del 1642 l'episodio scatenò una sollevazione Popolare che costrinse il re a
lasciare Londra: iniziò così la guerra civile.
Siccome il Parlamento non accettava questo clima di insicurezza dopo la morte del
dittatore richiamo sul trono Carlo II, figlio di Carlo I. Carlo II riconobbe la libertà di
culto ai puritani e, per ottenere l'appoggio dei ceti economicamente attivi, continua
la politica mercantilistica di Cromwell. Carlo ribadì, però, il ruolo della chiesa
anglicana e congedò l'esercito restituendo al sovrano il controllo. Le tensioni però
ben presto ricominciarono. In questo clima il Parlamento approvò il “Test Act” che
impediva ai cattolici di esercitare le funzioni pubbliche. Un altro provvedimento fu
“l’Habeas Corpus” che era un documento che stabiliva il principio l dell'illegittimità
degli arresti arbitrari. Dopo la morte di Carlo II, sale al trono il fratello Giacomo II,
che era cattolico. Avviò una politica impopolare, sostenendo i cattolici e
sequestrando le proprietà di alcuni capi protestati. Ma la restaurazione del
cattolicesimo era inaccettabile per gli inglesi. Fu però il matrimonio di una figlia di
Giacomo, Maria, con lo Statolder d'Olanda, Guglielmo III d'Orange, a risolvere il
problema. Il Parlamento chiese l'aiuto del governatore olandese promettendo a lui e
alla moglie la corona inglese. Guglielmo accettò la proposta e sbarcò in Inghilterra
con il suo esercito. Giacomo II, prevedendo la sconfitta, fuggì In Francia e Guglielmo
e Maria furono incoronati re e regina nel 1689. La rivoluzione avvenne in modo del
tutto pacifico e per questo fu chiamata “gloriosa rivoluzione”. Nel parlamento, nel
frattempo, si erano sviluppati due schieramenti contrapposti: i tories che
sostenevano le prerogative del monarca e il suo ruolo come capo della chiesa
anglicana, e i whigz che erano più vicini alle correnti calviniste. A differenziare i due
gruppi era la concezione della sovranità che per primi risiedeva nella corona e per
secondi nel parlamento. Il Parlamento inglese allora dichiarò che Guglielmo
d'Orange e Maria Stuart sii impegnano nel rispettare come condizione per salire al
trono il “Bill of Rights” approvato nel 1689. Esso era un documento che stabiliva il
principio della legittimazione parlamentare dei sovrani e separava il potere
esecutivo dal potere legislativo. L'Inghilterra si trasforma così nella prima monarchia
parlamentare e costituzionale della storia Europea. Con “l'atto di tolleranza”, nel
1689, si pose fine alle persecuzioni religiose. Nel 1701 l’Act of Settlement diede
piena autonomia alla magistratura così l'Inghilterra si avviava a diventare uno stato
di diritto. Grazie al filosofo inglese John Locke venne definito il modello teorico del
nuovo stato inglese. Nei suoi trattati del governo, immaginava uno stato in cui gli
uomini, liberi e uguali, si sviluppavano pacificamente. Per evitare i rischi
dell'anarchia, gli uomini avrebbero dovuto firmare un contratto sociale. Esso
avrebbe avuto il compito di rispettare la libertà di tutti.
La firma del Bill of Rights da parte di Guglielmo d'Orange di Maria Stuart stabilì la
fine dell'assolutismo in Inghilterra. In questo documento, i sovrani erano dichiarati
“re e regina d'Inghilterra” dai Lords e giurano fedeltà al Parlamento e si impegnano
a rispettare i limiti da loro potere.