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04/12/2019

Metodo: problemi oggettivi sul campo. Variano in base a ruolo, abitudine, età, contesto, genere...

In base a catalogazione immediata, hai delle porte che sono immediatamente aperte, delle porte
possibilmente apribili e delle porte chiuse. Ventaglio di possibilità e di cose impossibili, sai a priori
certe possibilità, altre le troverai strada facendo. Solo l’incontro diretto ti può dire quali di questi
fattori possono impattare più o meno su tue capacità di interagire con persone e le potenzialità delle
persone(?): che tu sia parte di un determinato gruppo, le tue ricerche potranno essere + -
produttive.

Età

Spesso le persone si aprono + facilmente con persone che ritengono di pari grado/livello/con cui
pensano di poter instaurare un rapporto paritario. Nel momento in cui uno appena laureato partisse
per una ricerca su un tema legato alla fascia d’età dei coetanei, la reazione è mi rispecchio nelle
persone che incontro e viceversa, il che può generare confidenza, ma anche problemi: in ricerca
sollecito punti sensibili in quella comunità, rischio di essere tirato in ballo e devo prendere uno
schieramento e sei tagliato fuori dal confronto con l’altra parte. Altro rischio: in Africa persone della
nostra età ci considerano lattanti, perché la donna a 20 anni è sposata e con figli e l’uomo pure ha
lavoro, famiglia... Età gioca in coppia col ruolo sociale che rivestite. Da noi gioventù arriva fino ai 30
anni, per altri 5 miliardi e mezzo è una cosa che va contro natura, perché l’età matura va da 20 a 30.

Genere

Difficile nelle società tradizionali è difficile parlare di queste cose con l’altro sesso, poiché tutte le
funzioni legate al rapporto sessuale sono legate al mistero sacro della vita, in tutte le culture umane
ci sono delle regole per chi può parlare con chi di cosa, per mantenere l’armonia di questo miracolo
che è generare la vita. Non c’è patina pruriginosa derivante da Chiesa, ma c’è comunque attenzione,
rispetto per questa sfera che custodisce la vita. Stimolare discussione su questi punti può essere
errore che porta a chiusura e a essere percepita come minaccia a quella sacralità. Automaticamente
anche le persone del tuo stesso genere ti percepirebbero come persona che non sa di cosa parla,
non sa comportarsi. Stesso con temi sensibili che mettono in relazione uomo con esseri
sovrannaturali. Punti sensibili che se presi per verso sbagliato o con persona sbagliata vi fanno
tagliare fuori perché sono troppo legati al mistero. Anche se sono gli aspetti che più voglio indagare,
sono le cose che dovrebbero venire per ultime. Antropologia sociale prende società da buccia più
esterna: ruoli, educazione, lingua... fino a nucleo più interno della vita. Mentre antropologia
culturale parte da dentro e va verso fuori.

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Il guadagno in PIL dello Stato italiano per via del lavoro è di poco superiore rispetto alle uscite in
termini di servizi che lo Stato offre a quelle persone. 25 miliardi vs 23,8. 5 milioni di immigrati, 1,1
milioni nati qui, ma risultano stranieri.

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ANTROPOLOGIA DELLO SVILUPPO


Antropologia: scienza o roba da salotto?
Una delle applicazioni più produttive, in termini di possibilità di lavoro, è l’impiego nel campo dello
sviluppo, della cooperazione dello sviluppo. Società in cui vengono iniettati interventi che tendono a
modificarla. 1 - Development Anthropology (applicativa) vs 2 - Anthropology of Development
(teorica).

1. Pratica: parte del processo dello sviluppo. L’antropologo rinnega il ruolo dell’antropologo
distaccato: l’antropologo si deve implicare, deve scendere dalla cattedra, andare nel mondo
e aiutare gli agenti dello sviluppo e i destinatari dei progetti dello sviluppo. Antropologo
diventa mediatore. In Italia è mediatore chi conosce solo lingua, il che è un’illusione ridicola,
perché possono esserci connazionali che non hanno capacità né volontà di comprendere la
situazione. Esistono vessazioni operate dai mediatori. Il mediatore è una figura a rischio in
Italia. Nella visione di De Sardan, il mediatore capisce le problematiche di tutte le parti
coinvolte.
2. Lo sviluppo è visto come oggetto di studio da uno che adotta uno sguardo antropologico.

Noi vediamo la Development Anthropology.

Dietro gli aiuti allo sviluppo ci sono relazioni di potere. Infatti, sono stati inventati durante la Guerra
Fredda, periodo favorevole per qualsiasi tipo di ipocrisia. Sono nati come aiuti per l’Europa dagli Stati
Uniti. Noi per primi abbiamo ricevuto i contributi economici del piano Marshall. Stessa cosa che si è
tentata di replicare con i Paesi in via di sviluppo.

Molti si gioca sulla terminologia, sulla narrazione di ciò che avviene. Cosa è cambiato?

Fino al 2005 le categorie utilizzate nello sviluppo erano queste: fattori base erano economia, aiuto
umanitario e sviluppo (miglioramento società civile e infrastrutture).

Economia: fattore che ha sempre spinto, ed è l’economia del Paese finanziatore, NON finanziato.
Perché l’economia gira: tu impieghi i tuoi operai in sito, non trovo manodopera sul terreno.

Categorie: “PRIMO Mondo” vs “Terzo Mondo”, “Paesi Sviluppati” vs “Sottosviluppati”, “Società


Moderne”: sottolineatura della disparità. “Azioni Top-Down, Paesi “Donatori” (belli, bravi, buoni) vs
“Riceventi” (non erano coinvolti e dovevano solo ringraziare). Si nascondono una serie di ipocrisie
che hanno portato alla costruzione di infrastrutture che hanno danneggiato: dighe -> inaridimento
terreni -> rivolte civili. Ma la diga avrebbe portato energia alla grande città, ma nei piccoli paesi le
persone non hanno né acqua, né energia.

Eni -> piattaforme petrolifere -> rivendicazioni su terra dagli abitanti. In quell’epoca la cooperazione
doveva COSTRUIRE (scuole, ospedali, sedi per comuni...), ma nessuna parte è utilizzata per
formazione personale locale, perciò i progetti duravano solo finché c’era personale da
Europa/America.

Il lessico è cambiato e le modalità stanno pian piano cambiando. Categorie: “High Income Country”
vs “Low...”, “ICT”, “Società Moderne/Tradizionali”, Azioni “Win-Win Strategies” (Cina-> a differenza
di Paesi occidentali che sono vincolati a protocollo di ONU, che dicono che non si possono fare
accordi che violano i diritti umani, fa accordi di sviluppo con governi che hanno a capo dittatori
dichiarati), “Bottom-Up” (coinvolgimento di comunità locali), “Partnership”.

Si è raggiunta la consapevolezza di uno sviluppo sostenibile: congiungimento di ambiente, economia


e società. In ognuna di queste aree ci sono dei fattori di rischio determinanti per decidere se
progetto è buono o meno. Per quanto riguarda società: sicurezza energetica e alimentare, sicurezza
e qualità di servizi a salute e equità sociale. Ambiente: conservazione delle risorse, protezione
ambientale, preservazione della biodiversità. Economia: efficacia di come vengono spese le risorse,
la crescita e le occasioni create attraverso l’intervento e valutazione dei servizi. È molto raro. È più
verosimile trovare punti comuni tra 2 aree, decido su quale area è più importante investire. Per la
diga le priorità sono ambiente e società: non sostenibile, ma sopportabile-> richiede cambiamento
di attività alla gente, bisogna arrivare a un compromesso, serve rieducazione. Se invece ambiente
interessa meno, e sono in situa in cui le persone non si curano perché non hanno soldi, devo
settarmi su progetto che deve essere giusto, deve cercare l’equità. Investimenti primari di tipo
economico per creare nuovi posti di lavoro. Se unisco ambiente ed economia avrò progetto
appropriato/praticabile.

Caratteristiche di antro di sviluppo oggi:

 Interazionismo metodologico
 Interazione sociale come pista empirica privilegiata: ricercare la partnership: incontro faccia
a faccia tra operatori dello sviluppo e le popolazioni locali
 I fattori... (vedi slide) antropologo è implicato e deve comprendere, individuare i diversi
attori e status e metterli in comunicazione dal pov linguistico e cognitivo: fare in modo che
tutti comprendano le finalità reali del progetto.
 Riconoscimento dell’adattabilità come principale strumento dell’interazione.

Massime di Olivier de Sardan (copia slide)

1. I processi e i fenomeni sociali coinvolti nello sviluppo rappresentano un dominio specifico tra
antropologia e sociologia
2. Visione antropologica e sociologica non possono essere separate o contrapposte
3. Il dialogo e la cooperazione tra operatori di sviluppo e antropologi sono necessari e utili
anche se difficili. Devo presentare progetto concluso con budget.
4. Sviluppo è forma alternativa di cambiamento sociale e non può essere compreso in
isolamento. Di conseguenza, antro di sviluppo va a braccetto con l’antro del cambiamento
sociale
5. Parole chiave: multiculturalità e trasversalità.

11/12/2019

Sviluppo: da stadio A arrivo a stadio B, qualcosa che va avanti temporalmente tecnologicamente e


culturalmente, nella nostra visione non si può tornare indietro, non ci sono linee trasversali.

VISIONE DEGLI ANNI ‘70


Società tradizionale

Modo dato che non può cambiare. Tutti nasciamo con un determinato patrimonio genetico:
caratteristica ascritta. Posso però cambiare le caratteristiche aggiuntive che tu ti dai. Società nasce in
un habitus, ma così come la lingua evolve in base a nuovi scambi, necessità, la stessa cosa fa la
cultura e la società tutta. Pensare che siano dotate solo di caratteristiche ascritte è uno stereotipo.

Società tradizionali sono anche comunitarie, caratterizzate dalla gemeinschaft: fare le cose insieme,
dall’omogeneità: tutti fanno la stessa cosa (società tradizionali agricole/di allevatori/di
raccoglitori...). Sarebbero le società del dono: fatto sociale totale; tutto avviene secondo scambio.
Potere esercitato tra padrone e servo: se diventa una società grossa c’è controllo territoriale e delle
persone, quindi le persone diventano beni.

Vs. Società moderna

Fluidità estrema dei tratti: caratteristiche in continuo cambiamento. Individualistiche, persona al


centro di tutte le politiche. Società di mercato. Tutto si basa su scambio monetario, basate su
burocrazia che dovrebbe essere equa e giusta. Modello innovativo in cui competizione viene
premiata.

Ma se noi guardiamo più da vicino sia società occidentale che del Sud del mondo, vediamo che
questi stereotipi sono stereotipi: alcune voci potrebbero essere scambiate o compresenti. Ogni
essere è umano è talvolta legato alle sue caratteristiche ascritte, talaltra è innovatore, ecc.… da
entrambe le parti ci sono entrambi gli elementi. Società tradizionale ha inerzia più elevata perché
non ha educazione scolastica in cui vengono sollecitate le idee di innovazione, competizione. È una
questione di misura maggiore o minore delle caratteristiche dei modelli in entrambi le società.

Far dialogare le due società dovrebbe essere facilitato da qualcuno che dovrebbe saperne. Approccio
olistico: non si schiera, si immerge nella realtà e considera allo stesso tempo tutti gli attori (siano essi
proveniente dal territorio che dall’Occidente): cerca di comprendere modalità di pensiero, obiettivi...
in più sa considerare i livelli, gli strati di pensiero entro i quali si deve operare perché la nuova
modalità proposta sia accettata da entrambe le parti.

La cooperazione non è solo mirata al benessere delle popolazioni: il motore centrale delle
cooperazioni è l’economia. Quando uno arriva per aprire una ditta, deve avere in partnership delle
persone locali. Ti aspetti delle cose che quando arrivi che poi non succedono nella realizzazione
effettiva del progetto. C’è sempre shock iniziale. Antropologia insegna che la gente sul terreno non
reagisce come ci si aspetta perché ha il suo buon motivo. Spesso, quando parliamo di interventi
economici, non si ha nemmeno idea che prima ancora di pensare a mettere le fondamenta devi
pensare a come portare materiali e elettricità sul posto. Container nel porto con “tasse” non
previste. La manualità per gestire il terreno ce l’ha chi abita lì.

Ipotesi di progetto di salute: si rischia epidemia di colera, devo portare allevatori a vaccinare i propri
figli. Però la gente non vaccina perché pensa che colera e meningite esistono da sempre e se non mi
hanno colpito è perché divinità mi hanno protetto, dunque chi è stato colpito è perché è una cattiva
persona. “Se mi porti 20 bambini, ti vaccino gratis 2 mucche”. Cambiamento d’urto: non porta
cambiamenti nella società.
Altrimenti si parte con dialogo, con incontro delle persone, in particolare con rappresentanti più in
vista della società, a cui si spiega perché sia utile. Ogni proposta passa attraverso social bearer. Uno
prima o poi dice sì, magari perché ha già perso tre figli. Può essere che si inneschi scintilla di
cambiamento. La percentuale crea curva che parte morbida e poi sale finché raggiunge momento in
cui pionieri non sono più soli, ma c’è schiera di innovatori e c’è impennata, con alcune resistenze e
poi curva si riammorbidisce. Non è detto che succeda, ma può succedere se storia dei pionieri va
bene.
MA SE pioniere accetta cambiamento e va bene, bisogna rifare tutto.

Effetti indiretti che si ripercuotono su struttura generale. Si innesca automaticamente


chiacchiericcio, si accendono i riflettori su ciò che sta succedendo. Antropologo potrebbe essere
chiave per individuare quali persone possono essere più di altre curiose di provare qualcosa di
diverso e la gente la seguirebbe (altrimenti no perché se è mal vista, fa l’effetto contrario).

Cooperazione allo sviluppo: non si interviene su tabula rasa, ma su società con storia, convinta che il
suo modo di fare le cose sia quello giusto e ha ragione nella sua nicchia.

Se è vero che tutte le comunità sono state adattive, ma dalla seconda metà del 1900 il pianeta sta
cambiando a un ritmo troppo sostenuto. Per avere intervento intelligente sul terreno, non si può
prescindere dalla storia. Se possibile è sempre bene cercare di pensare ad interventi mirati a nicchia
produttiva tipica di quella popolazione. Ogni PTK (popular technical knowledge) ha le sue
rappresentazioni e i suoi motivi, e tutto ciò giustifica pratiche che non sono più sostenibili, ma hanno
la loro storia(?). Non puoi farli diventare dei pezzenti. Ogni PTK è specificamente marcata in senso di
genere, età, ruolo, status: donne vs uomini, miele portato in luoghi segreti da uomini o da donne
anziane, non fertili (donna è collegata a potere generative di dare la vita, ma sono sacralità diverse e
non possono entrare in contatto).

I saperi tecnico popolari sono più esposti al cambiamento. Si tende a cercare sempre modi migliori di
fare le cose. Innovazioni vanno proposte, discusse, non imposte o ci si sente visti come primitivi.
Bisogna cercare di implementare questo sapere.
Altro compito dell’antropologo -> Limitare i danni del side-tracking: deviare dalla pista immaginata
quando si scrive il progetto che stai facendo intervento volto a migliorare le prestazioni di una
nicchia. A volte si prende spunto da quello per fare altro. Succede che ci sia una risposta buona,
adeguata o laterale lo si vede solo quando si comincia a lavorare. “Il Sidetracking è un fenomeno
naturale che non si può eliminare. È il risultato necessario e non intenzionale dell’incrocio di tutte
le complesse variabili derivate dalla reazione di un contesto sociale di fronte ad un intervento
esterno volontario”. Compito dell’antropologo: individuare i rischi di stortura.

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