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Come si usa lo schwa?


Guida pratica

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Articoli e nomi comuni più frequenti 2
Articoli determinativi 2
Articoli indeterminativi 2
Nomi comuni (desinenze in -o/-a) 2
L’apostrofo negli articoli 3

Preposizioni articolate 5

Aggettivi 6

Pronomi 7
Pronomi soggetto 7
Pronomi di caso diretto (oggetto) 8
Pronomi di caso indiretto (complemento di termine) 8

Possessivi 9

Suffissi particolari 10
Nomi in -nte 10
Nomi in -ista 11
Nomi in -tore al maschile 11
I nomi in -sore al maschile 12

Come si usa lo schwa? (Riassunto) 13

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1. Articoli e nomi comuni più frequenti
M = Maschile F = Femminile I = Inclusivo
S = Singolare P = Plurale

Articoli determinativi

M F I

S il, lo la

P i, gli le

Articoli indeterminativi

M F I

S un, uno una unə

Nomi comuni (desinenze in -o/-a)

M F I

S ragazzo ragazza
ragazzə
P ragazzi ragazze

(“Esistono anche ragazzə?!”)

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L’apostrofo negli articoli

Niente vieta di apostrofare gli articoli inclusivi davanti a vocale, come avviene negli
altri due generi.

ES. L’amico. L’amica. L’amicə (sing.)

Al plurale, invece, l’apostrofo viene di norma sempre evitato negli altri due casi,
anche di fronte a vocale; quindi si potrebbe fare anche nella forma inclusiva.

ES. Gli amici. Le amiche. Lə amicə (pl.)

Perciò si potrebbe (suggerimento) usare “L’amicə” al singolare, e “Lə amicə” al


plurale, solo per inserire un ulteriore distacco tra il singolare e il plurale oltre il
semplice contesto.

C’è poi un’altra questione che riguarda l’apostrofo.


Dobbiamo tenere a mente che lo scopo del linguaggio inclusivo è usare forme
diverse dal maschile e dal femminile, che quindi non si confondano con esse.

Alcune volte un articolo apostrofato può sovrapporsi a una forma preesistente. È il


caso dell’articolo indeterminativo femminile, che può apostrofarsi davanti a vocale
come quello inclusivo.

Non c’è problema nel caso di “amicə” per cui la differenza rimane grazie alla
desinenza -ə:

ES. Un amico. Un’amica. Un’amicə

Nel caso dei nomi invariabili al singolare, l’apostrofo potrebbe essere confuso con
la forma femminile, e allora è il caso di lasciare esteso l’articolo inclusivo.

ES. Un artista. Un’artista. Unə artista.

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Sì, è complicato.
Per aiutarci, potremmo farci la domanda: “La forma inclusiva si può confondere
con le altre?” Se la risposta è no, possiamo mettere l’apostrofo.
Oppure, per non sbagliare, non mettiamolo mai.

Infatti, poiché il linguaggio inclusivo è pur sempre qualcosa di nuovo, l’apostrofo


rimane ancora una possibilità, non un obbligo.
Solo il tempo dirà quale delle due forme diventerà la “regola”.

● Lə amicə oppure L’amicə ?

Inoltre… Anche la pronuncia verrà “scelta” nel tempo.


Quindi: “C” dolce di “cielo” oppure “C” dura di “koala”?

● /amicə/ oppure /amikə/ ?

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2. Preposizioni articolate

M F I

S al, allo alla


allə
P ai, agli alle

S dal, dallo dalla


dallə
P dai, dagli dalle

S del, dello della


dellə
P dei, degli delle

S nel, nello nella


nellə
P nei, negli nelle

S sul, sullo sulla


sullə
P sui, sugli sulle

Anche qui seguiamo le (complicatissime!) indicazioni per mettere eventualmente


l’apostrofo davanti a vocale.
Regola d’oro: basta che non si confonda con una forma preesistente.

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3. Aggettivi

M F I

S bravo brava
bravə
P bravi brave

ES. Un ragazzo bravo. Una ragazza brava. Unə ragazzə bravə.


I ragazzi bravi. Le ragazze brave. Lə ragazzə bravə.

Il superlativo assoluto (-issim-) si forma in maniera regolare:


● bravissimo, bravissima. bravissimi, bravissime, bravissimə.

Stiamo attentə invece agli aggettivi che terminano in -e, perché sono già
invariabili rispetto al genere.

M F I

S gentile

P gentili

ES. Un ragazzo gentile. Una ragazza gentile. Unə ragazzə gentile.


I ragazzi gentili. Le ragazze gentili. Lə ragazzə gentili.

Il suffisso accrescitivo -one, anche se termina in -e, è variabile nel genere, perciò
avremo:
● Curiosone, curiosona, curiosoni, curiosone, curiosonə.

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4. Pronomi
Per quanto riguarda i pronomi di persona, in italiano sono distinti nel genere solo
alla terza persona singolare.

Pronomi soggetto

M F I

S lui lei ləi

P loro

ES. Lui è bravo. Lei è brava. Ləi è bravə.


Loro sono bravi. Loro sono brave. Loro sono bravə.

In italiano, quando il pronome di cortesia “Lei” è riferito agli uomini gli aggettivi
vanno accordati al maschile.

ES. Lei è bravo. (formula di cortesia)

Perciò facciamolo anche nel caso in cui ci rivolgiamo formalmente a una persona
non-binaria.

ES. Lei è bravə. (formula di cortesia)

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Pronomi di caso diretto (oggetto)

M F I

S lo la

P li le

ES. Lo chiamo. La chiamo. Lə chiamo.


Li chiamo. Le chiamo. Lə chiamo.

Davanti a vocale, in questo caso possiamo apostrofare il pronome inclusivo al


singolare, per analogia agli altri due casi (ma non è un obbligo).
Per lo stesso motivo, al plurale invece possiamo lasciarlo esteso.

ES. L’ho chiamato. L’ho chiamata. L’ho chiamatə.


Li ho chiamati. Le ho chiamate. Lə ho chiamatə.

Pronomi di caso indiretto (complemento di termine)

M F I

S gli le (a) ləi

P loro

ES. Gli ho telefonato. Le ho telefonato. Ho telefonato (a) ləi.


Ho telefonato loro. Ho telefonato loro. Ho telefonato loro.

Nell’italiano informale, il pronome “gli” è usato sia per riferirsi alle donne sia al
plurale, perciò in contesti informali potremmo usarlo anche per la forma inclusiva
(“Gli ho telefonato”).

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5. Possessivi

M F I

S il mio la mia
lə miə
P i miei le mie

S il tuo la tua
lə tuə
P i tuoi le tue

S il suo la sua
lə suə
P i suoi le sue

S il nostro la nostra
lə nostrə
P i nostri le nostre

S il vostro la vostra
lə vostrə
P i vostri le vostre

S il loro la loro
lə loro
P i loro le loro

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6. Suffissi particolari

Nomi in -nte

Questi nomi sono participi presenti di un verbo, e sono invariabili nel genere.
Tuttavia il genere dei nomi è ancora deducibile dagli articoli che li accompagnano,
perciò nella loro forma iclusiva serve l’articolo opportuno.

M F I

S il cantante la cantante lə cantante

P i cantanti le cantanti lə cantanti

Un caso particolare è invece “studente”.


Poiché la lingua non è solo regole ma anche storia, ci siamo ritrovati un femminile
diverso dal maschile: “studentessa”, con plurale corrispondente.
Tuttavia, almeno nei casi in cui ci serve un linguaggio più inclusivo, possiamo
recuperare la forma originaria, e distinguere il genere solo tramite l’articolo.

M F I

S lo studente la studente lə studente

P gli studenti le studenti lə studenti

Vi avvisiamo: qualcunə potrebbe criticare il fatto che “studente” sia scritto


“normale”, e non “studentə”, che però sarebbe errato. Se infatti scrivessimo così,
poi qualcun’altrə farebbe notare che “studente” è invariabile.
Insomma: “qualunque cosa fai…”, come dice Gian Pieretti…

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Nomi in -ista

Questi nomi sono invariabili nel genere al singolare, ma non al plurale.


L’articolo è sempre distintivo del genere.

M F I

S il pianista la pianista lə pianista

P i pianisti le pianiste lə pianistə

In questi casi lo schwa serve a formare solo il plurale inclusivo.

Nomi in -tore al maschile

Rendere questi nomi in una forma inclusiva a quanto pare genera qualche
perplessità. Il problema sarebbe che essi hanno una forma femminile basata su un
suffisso diverso dal maschile, ossia -trice; quindi, per qualche analogia, la forma
inclusiva non dovrebbe basarsi sul suffisso maschile.
Tuttavia non sembra un problema così insormontabile.
Il suffisso -torə è sufficiente per una forma inclusiva, cioè abbastanza distinta dalle
altre due.

M F I

S il direttore la direttrice
lə direttorə
P i direttori le direttrici

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I nomi in -sore al maschile

La maggior parte di questi nomi sono abbastanza regolari.

M F I

S l’assessore l’assessora
lə assessorə
P gli assessori le assessore

In alcuni casi, la radice cambia al femminile, ma non è il caso di farlo anche nella
forma inclusiva.

M F I

S il difensore la difenditrice
lə difensorə
P i difensori le difenditrici

Esiste un caso particolare: il nome “professore”.


Come “studente”, anche “professore” ha avuto un femminile in -essa. In teoria,
un femminile più regolare sarebbe “professora”, anche se sembra strano. Ma
ormai è davvero difficile recuperarlo. Questo però ci facilita la formazione della
forma inclusiva, che sarà invece regolare.

M F I

S il professore la professoressa
lə professorə
P i professori le professoresse

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Come si usa lo schwa? (Riassunto)
Lo schwa (-ə) è usato sia al singolare sia al plurale. Si capisce dal contesto.
● Articolo determinativo
- Lə
● Articolo indeterminativo
- Unə
L’apostrofo è possibile, ma solo se non si confonde con forme preesistenti.
- Un’amicə ma Unə artista
● Preposizioni
- allə, dallə, dellə, nellə, sullə.
● Nomi e aggettivi in -o
- Ragazzə bravə
● Aggettivi in -e invariabili nel genere ma non nel numero
- Ragazzə gentile. (sing.) → Ragazzə gentili (pl.)
● Pronomi
- Ləi è bravə. (sogg. sing.) → Loro sono bravə. (sogg. pl.)
- L’ho chiamatə. (ogg. sing.) → Lə ho chiamatə. (ogg. pl.)
- Ho telefonato (a) ləi. (compl. di termine)
- Lei è bravə. (formula di cortesia)
● Possessivi
- lə miə, lə tuə, lə suə, lə nostrə, lə vostrə, lə loro.
● Nomi in -nte invariabili nel genere ma non nel numero
- Lə studente (sing.) → Lə studenti (pl.)
● Nomi in -ista lo schwa solo al plurale
- Lə pianista (sing.) → Lə pianistə (pl.)
● Nomi in -ore
- Lə professorə (sing. e pl.)

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