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I NOSTRI PRODOTTI E I NOSTRI

SERVIZI IN DETTAGLIO
L’offerta di prodotti, di prestazioni professionali e di servizi, che si avvalgono di metodiche ed
elaborati specificamente studiati, realizzati ed aggiornati con passione, impegno e
professionalità, è la seguente:
 Sopralluoghi presso l’Azienda con verifica degli aspetti strutturali, impiantistico-
tecnologici, organizzativi e documentali dei luoghi di lavoro finalizzata
all’accertamento del rispetto degli standard normativi.
 Redazione o aggiornamento del “Documento di valutazione dei rischi” aziendale, ex
articoli 17, comma a) e 28 D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
 Redazione o aggiornamento del “Documento di valutazione dei rischi
chimici” aziendale ex  Titolo IX, Capo I D.Lgs.D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
 Redazione o aggiornamento del “Documento di valutazione dei rischi per la
sicurezza e la salute delle lavoratrici durante il periodo di gravidanza e durante
l’allattamento” aziendale ex D.Lgs. 151/2001.
 Redazione o aggiornamento del “Documento di valutazione dei rischi per la
sicurezza e la salute dei giovani (minorenni) sul lavoro ” aziendale ex D.Lgs.
345/1999.
 Redazione o aggiornamento del “Documento di valutazione dei rischi incendio”
aziendale con classificazione del livello di rischio incendio, ex D.M. 10 marzo 1998.
 Redazione o aggiornamento del “Documento di valutazione dei rischi da
formazione di atmosfere potenzialmente esplosive” aziendale ex Titolo XI D.Lgs.
81/2008 (Direttiva “ATEX”) e s.m.i.
 Redazione o aggiornamento del “Documento di valutazione dei rischi da stress
lavoro correlato” aziendale ex articolo 28 D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
 Redazione o aggiornamento del “Registro antincendio” aziendale ex DPR 37/1998.
 Valutazione dei rischi legati alle macchine/attrezzature/impianti, conseguenti
proposte di bonifica e relativa individuazione delle procedure di prevenzione e protezione
da mettere in campo (Titolo III, Capo I D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. e D.P.R. 459/96 “Direttiva
Macchine”).
 Misurazioni strumentali fonometriche e relativa redazione o aggiornamento del
“Documento di valutazione del rischio rumore” aziendale ex Titolo VIII, Capo II
D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
 Misurazioni strumentali delle vibrazioni meccaniche e relativa redazione o
aggiornamento del “Documento di valutazione del rischio vibrazioni meccaniche”
aziendale ex Titolo VIII, Capo II D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
 Misurazioni strumentali dei parametri microclimatici ed illuminotecnici dei
luoghi di lavoro.
 Valutazione analitica dei rischi derivanti dalla movimentazione manuale dei carichi
che prevede azioni di sollevamento secondo la metodologia NIOSH.
 Valutazione analitica dei rischi derivanti dalla movimentazione manuale dei carichi
che prevede azioni di traino, spinta e trasporto in piano secondo la metodologia
LIBERTY MUTUAL basato sugli studi di SNOOK e CIRIELLO.
 Valutazione analitica dei rischi derivanti dai movimenti ripetitivi secondo la
metodologia OCRA.
 Individuazione, progettazione e applicazione delle misure di prevenzione e
protezione da adottare in Azienda per l’eliminazione o la riduzione dei rischi
individuati, ex D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. e delle altre norme ad esso collegate.
 Supporto all’Azienda per la programmazione e l’effettuazione degli interventi tecnici
e/o organizzativi/gestionali sulle strutture finalizzati alla eliminazione o alla
riduzione dei rischi individuati.
 Predisposizione o aggiornamento del “Piano di emergenza-evacuazione” aziendale ex
D.M. 10 marzo 1998 comprensivo della cartografia tematica.
 Realizzazione pratica delle prove di emergenza-evacuazione periodiche obbligatorie
in Azienda.
 Progettazione, realizzazione, implementazione e monitoraggio del “Sistema di Gestione
della Sicurezza e Salute sul Lavoro”  (“SGSL”) aziendale, stesura delle relative
procedure attuative e predisposizione del conseguente manuale, conformemente ai
modelli di organizzazione e di gestione indicati dagli articoli 2 e 30 del D.Lgs. 81/2008 e
s.m.i. e dall’articolo 6 del D.Lgs. 231/2001 e s.m.i.
 Incarico di R.S.P.P. (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) esterno, ex
articoli 31 e 32 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., e relativi adempimenti di Legge (Riunione
annuale periodica, Rapporti tra Datori di lavoro/Gestione appalti, ecc.).
 Progettazione, realizzazione e verifica dell’ informazione, formazione ed
addestramento del personale (antincendio; primo soccorso; sicurezza, salute e
igiene del lavoro; utilizzo delle attrezzature e macchine di lavoro; rischio
chimico; procedure di lavoro in sicurezza; rumore; vibrazioni; utilizzo dei DPI;
videoterminali; ergonomia; movimentazione manuale dei c arichi; rischi da
agenti fisici; Dirigenti; Preposti; ecc.).
 Adempimenti ed incarichi di cui al Titolo IV D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.:
 incarico di Coordinatore alla sicurezza (sia in fase di progettazione che di
realizzazione dell’opera);
 predisposizione del P.S.C. (“Piano di Sicurezza e Coordinamento”);
 predisposizione del P.O.S. (“Piano Operativo di Sicurezza”).
 Verifiche sugli impianti elettrici in applicazione del DPR 462/2001 e stesura del
relativo Documento di Verifica.
 Verifica degli adempimenti e redazione degli elaborati finalizzati
all’ottenimento della marcatura CE  di materiali, macchine, attrezzature, ecc.
secondo quanto previsto dalle specifiche Direttive UE di prodotto per l’immissione di beni
sul mercato europeo.
 Pratiche e progettazione antincendio di cui al D.P.R. 151 del 01/08/2011 ed al
D.P.R. 37/1998.
 Analisi strumentali e di laboratorio specializzate in merito ad inquinanti e agenti
fisici dannosi potenzialmente presenti nei luoghi di lavoro (radon, radiazioni e campi
elettromagnetici, amianto, polveri di lego duro, polveri silicee, ecc.) e relativa
individuazione delle procedure di prevenzione e protezione da mettere in campo.
 Adempimenti ed elaborati di cui al D.Lgs. 193/2007 e s.m.i. riguardante l’igiene
degli alimenti.
 Aggiornamenti costanti ed in tempo reale in merito alle novità normativeprocedurali
che comportino adempimenti per le Aziende.
1. IL CARTELLO DI CANTIERE: quando c’è l’obbligo e cosa deve contenere
2. LA NOTIFICA PRELIMINARE per la Sicurezza nei Cantieri Edili: quando serve e cosa
contiene
3. SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: quali sono gli obblighi del committente
4. COORDINATORE DELLA SICUREZZA NEI CANTIERI: quando serve e cosa fa
5. GLI OBBLIGHI DELLE IMPRESE (e dei lavoratori autonomi) per la Sicurezza nei Cantieri Edili
6. SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: i soggetti principali e quando si applica il D.lgs 81 del 2008
7. SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: quali sono gli obblighi del committente
INDICE

1_IL CARTELLO DI CANTIERE: quando c’è l’obbligo e cosa


deve contenere

Quando c’è l’obbligo del cartello di cantiere? Cosa dovrebbe


contenere? Quali sono i rischi se non lo esponi durante i lavori?

PANORAMICA
Tra le regole che ruotano intorno ai lavori edili c’è anche l’obbligo di esposizione del cartello di
cantiere.
Il cartello deve essere affisso in bella vista, solitamente all’ingresso del cantiere, deve indicare:
-che tipo di lavori si stanno eseguendo;
-chi è che li ha commissionati;
-chi li sta eseguendo.
E diverse altre info che ti andrò ad approfondire nella parte finale dell’articolo.

Spesso lo si sottovaluta, ma in caso di mancata esposizione, o anche solo se non è visibile, si


rischiano ammende elevate.

Il cartello è ciò che per primo viene controllato da chi vigila sul territorio, perché permette di
avere una panoramica su cosa si sta facendo, chi lo sta facendo e in base a quale
autorizzazione.

Viene citato sia dal Testo Unico dell’Edilizia – il DPR 380 del 2001 – che dal Testo Unico per
la Sicurezza sul lavoro – il Decreto Legislativo 81 del 2008.

Ne ho parlato nell’articolo sulla sicurezza, quando abbiamo visto gli obblighi che competono al
committente “SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: quali sono gli obblighi del committente”.

Affiggere il cartello è una di quelle incombenze molto semplici – tra


le più semplici.
Puoi acquistarlo dal rivenditore di materiali edili più vicino e compilarlo con un pennarello. Non
serve necessariamente commissionare una stampa pubblicitaria di grandi dimensioni.
Attenzione però ad avere delle accortezze prima e durante l’esecuzione dei lavori. Accortezze
che ti andrò a spiegare più avanti dividendo l’articolo in tre:
1) perché serve il cartello;
2) chi è il responsabile;
3) il contenuto del cartello.

Per concludere i Reminders ricorda sempre che i miei contenuti sono consigli opinioni
personali, che non sostituiscono lo studio specifico dei documenti e dello stato dei luoghi da
parte di un professionista, sempre necessario in ogni caso.

1) PERCHE’ SERVE IL CARTELLO DI CANTIERE


Tornando al cartello dei lavori nel cantiere, vediamo prima di tutto perché deve essere
installato.
La quasi totalità delle attività edilizie sul territorio devono essere autorizzate e tutte devono
rispettare le normative che le regolano.

Normative che sono a livello nazionale, regionale e comunale. Si attengono in parte al Codice
Civile, ma soprattutto a specifiche direttive a livello regionale.

È il Comune il primo organo da esercitare il controllo dell’attività edilizia sul territorio,


ma anche la ASL e l’Ispettorato del Lavoro vigilano sui cantieri, con un’inclinazione più verso
la sicurezza e la salute di chi ci lavora.

Il cartello di cui tratto oggi è quell’oggetto che permette agli organi di effettuare una vigilanza
rapida. Quando non viene esposto si commette di fatto un reato edilizio.
Attenzione anche nel caso in cui sia nascosto, non visibile, non compilato o addirittura
cancellato da agenti atmosferici, equivale a non averlo esposto.

Deve essere posto quindi in prossimità dell’accesso del cantiere e ben visibile, ben leggibile.

Il comma 6 dell’articolo 20 del Testo Unico dell’Edilizia dispone che: gli estremi del


Permesso di Costruire devono essere indicati nel cartello esposto in cantiere, secondo le
modalità stabilite dal regolamento edilizio.

Quindi è il regolamento edilizio del Comune che indica come deve essere esposto il
cartello, che in linea generale è ciò che ti ho appena detto e quello che ti sto per dire.

Nel suo contenuto vanno indicati gli estremi del titolo autorizzativo (Permesso di Costruire,
SCIA, CILA) ma questo lo vedremo meglio nell’ultima parte dell’articolo.

L’obbligo di esposizione è inoltre ribadito dall’articolo 27 comma 4 dello stesso Decreto, nel


quale si sottolinea tra le altre cose che: in caso non sia apposto il prescritto cartello, gli ufficiali
devono comunicarlo all’autorità giudiziaria, all’organo regionale competente e al dirigente
dell’ufficio comunale.

Anche il comma 7 dell’articolo 90 del Testo Unico della Sicurezza, che ho accennato all’inizio
dell’articolo, obbliga il committente a comunicare il nominativo (o i nominativi) del coordinatore
per la sicurezza in fase di progettazione e il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione,
alle imprese affidatarie, esecutrici e ai lavoratori autonomi.
E che tali nominativi, dice sempre l’articolo, devono essere indicati nel cartello di cantiere.

È anche uso comune, sempre riguardo alla sicurezza, affiggere sul cartello di cantiere la copia
della notifica preliminare.

In sostanza, in caso in cui il cartello risulti mancante, nascosto, lontano o cancellato, si


impedisce una vigilanza rapida agli organi competenti e impedisce ai cittadini di
verificare se i lavori sono autorizzati.

2) CHI È IL RESPONSABILE
La giurisprudenza ha avuto modo di esprimersi più volte sull’argomento, individuando quali
sono le casistiche condannabili e i responsabili.
L’edilizia è, purtroppo e per fortuna, un terreno molto fertile per quanto riguarda le controversie
giudiziarie che nella maggior parte dei casi sono di rilevanza penale.

Ti lascio a tal proposito un elenco di diverse sentenze della Cassazione che si sono
pronunciate sulla questione “cartello di cantiere”:
47434 del 24/11/2011
37299 del 04/10/2006
48178 del 15/09/2017
40118 del 11/10/2012
537 del 09/01/2015
38380 del 22/09/2015
29730 del 04/06/2013
46832 del 15/10/2009
16037 del 07/04/2006
29730 del 04/06/2013
16037 del 11/05/2006
46832 del 09/12/2009
7070 del 23/02/2012

Quando manca o non è conforme la giurisprudenza individua tra i responsabili, sia il


costruttore, che il direttore lavori, che il committente e il titolare del permesso – anche il
proprietario insomma.
In alcuni casi è stata condannata anche la sola omissione della data di inizio lavori o
dell’impresa esecutrice.

L’ammenda secondo il comma 1 dell’articolo 44 del Testo Unico dell’Edilizia può arrivare fino


a 10.329 euro, perché di fatto come ti ho già detto, viene trattato come un reato edilizio.
Perciò attenzione affinché il cartello contenga i dati essenziali. Dati essenziali che per i lavori
privati sono quelli che ti andrò ad elencare
nella terza parte.

3) IL CONTENUTO DEL CARTELLO


Se acquisti un cartello edilizio, troverai già precompilato l’elenco di ciò che dovrai inserire, ma
è bene comunque che tu conosca le varie voci che devono essere indicate.
Devi saper riconoscere se manca qualcosa che per il tuo cantiere è necessario.
Alcune delle prossime voci saranno valide per tutti i casi, altre invece dipende dal tipo di
intervento:

1) il tipo di opere, cioè cosa si sta per avviare se una ristrutturazione, un ampliamento, una
nuova costruzione, eccetera.

2) l’importo delle opere che andrai a realizzare – quanto costa l’intervento


che stai per effettuare o che stai effettuando.

3) le modalità con cui le realizzerai, se appaltandole o in economia o altro.

4) gli estremi del titolo che autorizza i lavori – il numero della pratica o del
Permesso di Costruire – quello presentata al Comune.

5) la stazione appaltante, un modo difficile di indicare il committente – chi commissiona l’opera


– solitamente il proprietario che è anche il titolare del permesso.

6) il nominativo della o delle imprese che interverranno nei lavori.

7) il nominativo della o delle imprese (eventuali) sub-appaltatrici.

8) il nominativo o i nominativi dei lavoratori autonomi (sempre eventuali).

9) il nome del progettista architettonico – il tecnico che ha presentato la pratica edilizia.

10) il nome, se c’è, del progettista delle opere strutturali.

11) sempre c’è, chi ha redatto il progetto degli impianti.

12) il Direttore Lavori, questo quando c’è una pratica edilizia è sempre
necessario.

13) i nomi degli eventuali direttori operativi e ispettori di cantiere.

14) il nome, o i nomi del coordinatore della sicurezza per la progettazione e del coordinatore
della sicurezza per l’esecuzione – quando la normativa lo richiede.

15) il direttore di cantiere, il soggetto che gestisce l’organizzazione del cantiere anche
soprattutto per far osservare e rispettare i piani di sicurezza – da non confondere con il
Direttore Lavori.

16) il nome del collaudatore, legato alla voce 11 del progettista delle opere strutturali, non può
essere lo stesso soggetto ed è colui che certifica che ciò che è stato fatto è conforme al
progetto depositato.

17) i nomi dei responsabili delle imprese subappaltatrici.


18) importantissima, la data di inizio lavori, coincidente con quella indicata nella
comunicazione fatta al Comune.

19) la data presunta di fine lavori.

Ciò che ti ho appena elencato riguarda tutti i lavori privati, per quelli pubblici ci sono delle
ulteriori informazioni da integrare:
-la durata dei lavori;
-il responsabile del procedimento (di solito è il dirigente dell’ufficio del Comune o dell’ente);
-le categorie di lavoro eseguite;
-la scomposizione dell’importo tra le opere a base d’asta e gli oneri per la sicurezza (questi
ultimi non sono soggetti a ribasso);
-infine il ribasso d’asta.
2_LA NOTIFICA PRELIMINARE per la Sicurezza nei Cantieri
Edili: quando serve e cosa contiene

Quando è necessario inviare la notifica preliminare? Cos’è e cosa


contiene?

PANORAMICA
Forse ti è già capitato di sentire il termine “notifica preliminare” e sai anche che c’è l’obbligo
di invio.
Magari perché hai già effettuato dei lavori edili sulla tua abitazione o perché ti è capitato di
leggerlo cercando le informazioni sulle detrazioni per ristrutturazione.

La “notifica preliminare” è uno degli adempimenti per la sicurezza nei cantieri edili e,


quando previsto dalla normativa, è anche uno dei documenti da conservare quando intendi
detrarre le spese per gli interventi chiamati genericamente di ristrutturazione, o di risparmio
energetico.

Non è sempre obbligatorio trasmetterla, l’obbligo è legato all’entità del cantiere e alla


presenza o meno della figura del coordinatore.
Se vuoi saperne di più sulla figura del coordinatore per la progettazione e per l’esecuzione ti
lascio l’articolo che ho fatto “COORDINATORE DELLA SICUREZZA NEI CANTIERI: quando
serve e cosa fa”

Nel corso di questo articolo andremo a vedere nel dettaglio:


1) cos’è la notifica preliminare;
2) quando serve;
3) chi l’ha invia e a quali enti;
4) cosa deve contenere;
5) cosa c’entra con le detrazioni.

1) COS’E’ LA NOTIFICA PRELIMINARE


Vediamo prima di tutto che cos’è la “notifica preliminare”.

Come ti ho accennato nella panoramica iniziale, si tratta di un adempimento della normativa


sulla salute e la sicurezza nei cantieri edili. Titolo IV del Decreto legislativo 81 del 2008.
Serve per comunicare agli organi competenti le generalità del cantiere che andrà ad
avviarsi e l’elenco di tutti i soggetti che ne faranno parte, li vedremo in dettaglio più avanti.

La comunicazione va fatta in forma scritta, telematicamente o nelle modalità che ha stabilito la


regione di appartenenza.
Inizialmente si poteva trasmettere solo in modo cartaceo, attraverso una raccomandata con
ricevuta di ritorno. Poi si è passati alla PEC, alla posta elettronica certificata. Ora sui portali
dedicati è possibile compilarlo direttamente online, successivamente il sistema la invia.

Una copia deve essere affissa in modo visibile in cantiere. Di solito la si mette
direttamente sul cartello di cantiere, sul quale ho fatto un articolo “IL CARTELLO DI
CANTIERE: quando c’è l’obbligo e cosa deve contenere”

Un consiglio personale è di tenerne anche una copia dentro le cartelle con la documentazione
relativa.

Se non viene fatta la notifica quando la legge lo prevede, è un bel guaio, perché viene


sospesa l’efficacia del titolo abilitativo. Il “permesso di costruire”, la SCIA o la CILA non
saranno più valide. Quindi non potrai procedere con i lavori e perderai anche le detrazioni che
eventualmente volevi
o stavi richiedendo.

Perciò è importante sapere quando è necessario farla.

2) QUANDO SERVE
Come avrai intuito, non è sempre obbligatorio trasmettere la notifica.

In caso nel cantiere operi un’unica impresa, e l’entità presunta sia inferiore ai 200 uomini-
giorno, non serve inviare la “notifica preliminare”.
Ti ricordo che con uomini-giorno si identifica la sommatoria delle giornate lavorative dei
lavoratori (anche quelli autonomi).
Di fatto sono le giornate previste per realizzare l’intervento. È il metodo per
stabilire l’entità del cantiere nell’ambito sicurezza.

Quindi quando è obbligatoria la comunicazione?

In caso di presenza, anche non contemporanea, di più imprese esecutrici, è necessario


designare un coordinatore per la progettazione e per l’esecuzione e di conseguenza diventa
obbligatorio trasmettere la “notifica preliminare”.
Per approfondire “SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: quali sono gli obblighi del
committente “

Inoltre è obbligatorio anche in quei cantieri che inizialmente non erano soggetti a notifica, ma
che a causa di varianti in corso lo diventano.
Se per esempio in corso d’opera si passa da un’unica impresa, alla quale si è
affidato l’incarico, a più imprese esecutrici, diventa necessaria la notifica.
È obbligatoria anche quando in caso di un’unica impresa, l’entità presunta del cantiere sia pari
o superiore ai 200 uomini-giorno che abbiamo visto poco fa.

3) CHI LA INVIA E A QUALI ENTI


Abbiamo visto quando è necessaria, ma chi la deve inviare?

È il committente o il responsabile dei lavori che deve inviare la “notifica preliminare”.

Se vuoi approfondire quali sono i soggetti principali che operano nel cantiere in ambito
sicurezza, ti lascio l’articolo “SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: i soggetti principali e
quando si applica il D.lgs 81 del 2008”.

È necessario trasmetterla prima dell’inizio lavori e va fatta:


-alla ASL competente;
-all’ispettorato territoriale (ex ispettorato del lavoro o direzione provinciale del lavoro);
-all’amministrazione concedente (il comune che ha rilasciato i titoli abilitativi);
-solo nel caso di lavori pubblici anche al Prefetto.

4) COSA DEVE CONTENERE


I contenuti minimi e della “notifica preliminare” sono elencati nell’allegato XII del Decreto e
deve contenere:
1. Data della comunicazione.
2. Indirizzo del cantiere.
3. Committente (i) (nome (i), cognome (i), codice fiscale e indirizzo (i).
4. Natura dell’opera.
5. Responsabile (i) dei lavori (nome (i), cognome (i), codice fiscale e indirizzo (i)).
6. Coordinatore (i) per quanto riguarda la sicurezza e la salute durante la progettazione
dell’opera (nome (i),
cognome (i), codice fiscale e indirizzo (i).
7. Coordinatore (i) per quanto riguarda la sicurezza e la salute durante la realizzazione
dell’opera (nome (i),
cognome (i), codice fiscale e indirizzo (i).
8. Data presunta d’inizio dei lavori in cantiere.
9. Durata presunta dei lavori in cantiere.
10. Numero massimo presunto dei lavoratori sul cantiere.
11. Numero previsto di imprese e di lavoratori autonomi sul cantiere.
12. Identificazione, codice fiscale o partita IVA, delle imprese già selezionate. (e aggiungo io,
dei lavoratori autonomi).
13. Ammontare complessivo presunto dei lavori (€).

Oltre questo è consigliabile inserire anche i nominativi del direttore lavori e del progettista
architettonico.

Nella mia regione (le Marche) il sistema fa inserire anche la geolocalizzazione.

Ogni volta che varia uno dei dati contenuti nella “notifica preliminare” (i nomi dei soggetti, i
responsabili, le imprese) o intervengono dei nuovi ad integrazione di quelli già presenti, è
necessario fare una notifica integrativa.
5) COSA C’ENTRA CON LE DETRAZIONI
Tra gli obblighi per poter accedere alle detrazioni fiscali sulle spese per il recupero del
patrimonio edilizio esistente, c’è l’invio della “notifica preliminare”.

La norma sulle detrazioni parla solo di una comunicazione alla ASL competente, all’azienda
sanitaria locale, ma di fatto è il documento di cui ti sto parlando.

È tra i documenti da conservare ed esibire in caso di controllo da parte dell’Agenzia delle


Entrate ed è obbligatorio solo nei casi che abbiamo visto poco fa, cioè quando la normativa
sulla sicurezza la prevede.
INDICE

3_SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: quali sono gli obblighi del


committente

Quali sono gli obblighi del committente per la sicurezza nei cantieri edili?
Quali sono gli adempimenti? (Anche per evitare le sanzioni)

PANORAMICA

Oggi ti parlo degli obblighi per la sicurezza nei cantieri che competono al committente.

Se stai pensando di fare dei lavori di ristrutturazione sulla tua abitazione o di realizzare un
nuovo edificio, ti consiglio di leggere l’articolo fino in fondo.
Quando vuoi avviare dei lavori ci sono sia dei vincoli tecnico-urbanistici da rispettare, sia degli
obblighi per la sicurezza per tutelare chi lavorerà in cantiere.
Alcuni obblighi e responsabilità sono a carico del committente – del proprietario.

La legge che regola questi compiti è il Decreto Legislativo 81 del 2008, ed in particolare
l’articolo 90 del titolo IV.
Devi sapere che se non farai ciò che prevede la norma, le responsabilità possono essere sia
amministrative che penali, ma dei rischi ti parlerò nell’ultima parte dell’articolo.

Ciò che ti descriverò oggi consisterà in quello che devi fare quando decidi di avviare dei lavori.
Cosa devi fare prima e durante le opere.
Cosa fare nel caso di una sola impresa o più imprese.
Quali verifiche ti competono e quali comunicazioni sono necessarie.

Insomma ti farò un riassunto dei punti salienti del Decreto per aiutarti sull’argomento, con il
focus puntato su ciò che compete al committente.
Dividerò l’articolo nei seguenti capitoli:

1) i principi generali per il committente;


2) in caso di più imprese esecutrici cosa fare;
3) la verifica della idoneità delle imprese;
4) le comunicazioni necessarie;
5) i rischi.
1) I PRINCIPI GENERALI PER IL COMMITTENTE

Come ti ho accennato nell’articolo precedente, dove ho parlato dei soggetti principali nel
cantiere, riguardante la sicurezza, uno dei protagonisti è il committente.

PER APPROFONDIRE: “SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: i soggetti principali e quando si


applica il D.lgs 81 del 2008”

È colui che commissiona l’opera e ha il potere di spesa, perciò ha una grande influenza sulle
scelte e sull’andamento del cantiere.
È importante che tu conosca, se sei committente, le motivazioni per le quali ciò che fai e
decidi, influenza la sicurezza.
È come se tu fossi un datore di lavoro. Hai degli obblighi precisi.

Innanzitutto devi rispettare le misure generali che sono valide per qualunque


attività, compreso il cantiere edile di cui ci occupiamo.

-Valutare i rischi per la salute e la sicurezza di chi ci lavorerà ed eventualmente trovare il modo
di eliminarli.

-Quando non è possibile questo, trovare le soluzioni opportune per ridurli al minimo già


dall’inizio, già dalla fase progettuale.

-Troppi lavoratori contemporaneamente sullo stesso luogo comporta un rischio elevato, quindi
tenerne conto nelle scelte per evitarlo.

–Dare priorità a dispositivi di protezione collettiva piuttosto che quelli individuali, come ad
esempio quello di prediligere il ponteggio piuttosto che ancorare l’operatore ad una linea vita.

Sono ovviamente tutte scelte che competono si al progettista, si al coordinatore e al titolare


dell’impresa esecutrice/affidataria, ma sono decisioni che devi tenere in considerazione anche
come committente.

Le scelte economiche e le scelte del tipo di opera da realizzare, incidono sulle misure
adottabili per la sicurezza e influenzano l’andamento del cantiere. Perciò è opportuno che sin
dalla fase progettuale dell’opera architettonica partecipi alle scelte organizzative e di
pianificazione delle fasi di lavoro. Così anche da prendere coscienza e conoscenza del “Piano
di Sicurezza e Coordinamento” (PSC) e del “Fascicolo dell’Opera”, che sono due adempimenti
a carico del coordinatore per la progettazione (CSP).

Funzione quella del coordinatore (progettazione o esecuzione) che può essere svolta anche
dal committente, se ne ha i requisiti specifici che vedremo in uno dei prossimi articoli.

Perciò tra gli obblighi del proprietario c’è quello di attenersi alle misure indicate nel “Piano di
Sicurezza” e nel “Fascicolo dell’Opera” redatti dal coordinatore per la progettazione.
Presenza del coordinatore che non è sempre obbligatoria e che si interseca con gli
adempimenti del committente che vedremo nel prossimo punto.

2) IN CASO DI PIU’ IMPRESE ESECUTRICI COSA FARE

Quando nel cantiere è prevista la presenza, anche non contemporanea, di più


imprese esecutrici, il committente o il responsabile dei lavori deve designare il coordinatore
per la progettazione, contestualmente all’incarico architettonico.

Coordinatore che può essere anche lo stesso tecnico che progetta l’intervento, basta che ne
abbia i requisiti. Inoltre, sempre quando è prevista la presenza di più imprese, prima di affidare
i lavori, il committente designa il coordinatore per l’esecuzione (CSE).

Quando non serve il titolo autorizzativo per i lavori privati(Permesso di Costruire, SCIA o CILA)
purché inferiori a 100.000 euro, non è necessario il coordinatore per la progettazione. In
questo caso le sue funzioni vengono svolte direttamente dal CSE, dal coordinatore in fase di
esecuzione.

L’obbligo di nominare un coordinatore in fase di esecuzione c’è anche nel momento in cui
dovessi iniziare i lavori con un’unica impresa, ma successivamente intervengono altre.

Perciò, per riassumere:


-quando ci sono più imprese devi designare sia un coordinatore per la progettazione che un
coordinatore per l’esecuzione;
-la presenza di più imprese può essere anche non contemporanea, l’obbligo scatta
ugualmente;
-la mancanza dell’eventuale titolo abilitativo non esclude gli obblighi per la sicurezza.

Attenzione, per questi commi che regolano ciò che ti ho detto fin qui, il 3, il 4 e 5, dell’articolo
90, è prevista una sanzione penale.
Quando il tecnico di fiducia ti dice che è necessario un coordinatore, lo dice perché è
consapevole dei rischi connessi.

Spesso capita che il tecnico aiuti il committente nell’adempimento di alcuni obblighi, tra i quali
c’è anche la verifica tecnico-professionale delle imprese e dei lavoratori autonomi.

3) LA VERIFICA DELLA IDONEITA’ DELLE IMPRESE

Anche nel caso in cui i lavori siano affidati ad un’unica impresa o lavoratore autonomo, il
committente o il responsabile dei lavori deve verificarne l’idoneità tecnico-professionale.
Significa che devi assicurarti che chi eseguirà il lavoro abbia le capacità organizzative, di forza
lavoro e di attrezzature, commisurate alle lavorazioni che dovrà svolgere.
Dovrai assicurarti insomma che chi ti ristrutturerà casa, lo sappia fare e abbia i mezzi adatti.

Per farlo non devi basarti sul tuo intuito o sul profilo Instagram dell’impresa, ma su un elenco
dei documenti precisi che dovrà fornirti la ditta, indicati nell’allegato XVII.

Nel caso di impresa ciò che dovrai verificare è:


-l’iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato;
-il Documento di Valutazione dei Rischi o l’autocertificazione;
-il Documento Unico di Regolarità Contributiva, il famoso DURC;
-la dichiarazione di non avere provvedimenti di sospensione e interdittivi sulla base del decreto
legislativo 81/2008.

Nel caso invece in cui il soggetto a cui stai per affidare l’opera sia un
lavoratore autonomo devi verificare:
-l’iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato;
-le attestazioni di conformità delle macchine, delle attrezzature e delle opere provvisionali in
dotazione;
-l’elenco dei dispositivi di protezione individuale (DPI);
-gli attestati di formazione;
-l’idoneità sanitaria;
-il DURC.

Nel caso di subappalto, sarà il datore di lavoro dell’impresa affidataria a verificare l’idoneità dei
subappaltatori.

Solo nel caso in cui il cantiere abbia un entità inferiore a 200 uomini-giorno
e non vi siano rischi particolari, indicati nell’allegato XI che vedremo in uno dei prossimi
articoli, allora sarà sufficiente:
-l’iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato;
-il DURC;
-un’autocertificazione sul possesso dei requisiti dell’allegato XVII.

Sento già che ti stai chiedendo: cosa sono sti uomini-giorno?


Sono un metodo di misura dell’entità presunta del cantiere.
Servono per capire quanto è grosso il cantiere.
Gli uomini-giorno in sostanza sono la somma delle giornate lavorative previste di tutti i
lavoratori, necessarie per realizzare l’opera.

Anche questi obblighi di verifica dell’idoneità delle imprese e dei lavoratori autonomi sono
soggetti a sanzioni penali.
Il punto come sempre però non deve essere solo quello di evitare le sanzioni, ma di fare
quanto più possibile per eliminare i rischi di infortuni dei lavoratori.

Perciò verificare che un soggetto, un’impresa, sia effettivamente capace di eseguire il lavoro,
non è secondario.

Tra gli altri documenti da richiedere alle imprese c’è¨ anche la Dichiarazione di Organico
Medio Annuo. Documento non necessario e soddisfatto dal DURC nei
cantieri inferiori a 200 uomini-giorno e senza rischi particolari.

4) LE COMUNICAZIONI NECESSARIE

Oltre agli obblighi di verifica, ci sono anche delle comunicazioni da fare ai vari enti e alle
imprese.

Prima dell’inizio lavori, il committente o il responsabile dei lavori, invia alla


ASL competente, alla Direzione Territoriale del Lavoro (e al Prefetto in caso di lavori
pubblici), la notifica preliminare che tratterò in un articolo dedicato.
La notifica preliminare non è sempre obbligatoria, ma a volte necessaria anche
in caso di un’unica impresa. Inoltre una copia deve essere trasmessa all’amministrazione
concedente – al Comune dove è stato presentato il “Permesso di Costruire” o la SCIA o la
CILA – insieme al DURC delle imprese e dei lavoratori autonomi (anche se da tempo i comuni
e le amministrazioni si sono
attrezzati per verificare il DURC telematicamente).
Oltre tutto questo deve essere trasmesso all’amministrazione anche una dichiarazione del
committente di aver verificato la documentazione che abbiamo
visto nel capitolo precedente, cioè di aver verificato l’idoneità tecnico-professionale delle
imprese.

Altra comunicazione importante è quella che va fatta alle imprese affidatarie, a quelle
esecutrici e ai lavoratori autonomi. Va comunicato in caso di designazione, il nominativo del
coordinatore per la progettazione e quello per l’esecuzione, che deve essere inoltre indicato
nel cartello di cantiere.

5) I RISCHI

Tutto quanto detto sinora e cioè quello indicato dal decreto 81, sono gli adempimenti
minimi per ottemperare agli obblighi di sicurezza.
Ovviamente senza sanzioni, nessuno rispetterebbe le regole, forse in un mondo ideale, ma
nella realtà ci devono essere dei rischi per far sì che tutti le rispettino.

In caso di mancanza del Piano Sicurezza (ove previsto), in caso di mancanza del Fascicolo
dell’Opera, in assenza della notifica preliminare, o in assenza del DURC, è sospeso il titolo
abilitativo. Cioè il “Permesso di Costruire” o la SCIA con la CILA, non ha più efficacia. Non
puoi continuare con i lavori.

Altro rischio diretto sono le sanzioni, in caso di mancato adempimento di alcuni


obblighi.
Sanzioni che possono essere sia penali che amministrative e non si parla di qualche centinaio
di euro.

In ultimo c’è il rischio della responsabilità in caso (non lo si vorrebbe mai) che qualcuno si
faccia male o peggio.
Davanti al Giudice l’aver adempiuto ai minimi richiesti di legge potrebbe non essere sufficiente,
figuriamoci nel caso in cui manchi qualche parte.
INDICE

4_COORDINATORE DELLA SICUREZZA NEI CANTIERI: quando


serve e cosa fa

Qual’è il ruolo del coordinatore per la sicurezza nei cantieri edili? Quando serve e quali sono i
suoi compiti?

PANORAMICA

Quando decidi di iniziare dei lavori sulla tua abitazione o su un tuo fabbricato, che sia una
ristrutturazione un ampliamento o una nuova costruzione, uno dei soggetti che dovrai
nominare è il coordinatore per la sicurezza.

È del committente dell’obbligo di incaricare un professionista solitamente, che svolga compiti


specifici in ambito sicurezza.
Di alcuni te ne ho parlato di recente, in particolare nell’articolo sulla riapertura dei cantieri dopo
il lockdown dovuto all’epidemia che ben conosciamo.
“CANTIERI EDILI E CORONAVIRUS: la Fase 2 e il Protocollo di Sicurezza per il COVID-19”

Altri obblighi dei quali ti parlerò in questo articolo sono dettagliatamente elencati nel titolo IV
del “Testo Unico della Sicurezza”, il Decreto legislativo 81 del 2008.

La figura del coordinatore si divide in due:


-il coordinatore della sicurezza in fase di progettazione (il CSP);
-il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione (il CSE).

Entrambe possono essere ricoperte dalla stessa persona, ma ciascuna ha i suoi specifici
obblighi che ti approfondirò più avanti.
In parte ho già accennato a questa figura nel primo articolo sulla sicurezza “SICUREZZA NEI
CANTIERI EDILI: i soggetti principali e quando si applica il D.lgs 81 del 2008”.

Non tutti possono ricoprire tale ruolo. Chi lo fa deve avere dei requisiti precisi che vanno dal
titolo di studio in campi ben definiti (diploma o laurea di solito in ambito tecnico), ad avere un
attestato di uno specifico corso sulla sicurezza.
Nel Decreto puoi approfondire quali sono i requisiti che deve avere il coordinatore, sono
spiegati nell’articolo 98.

di seguito ti andrò a descrivere:


1) quando serve e quando non serve il coordinatore;
2) quali sono i compiti del coordinatore per la progettazione;
3) quali sono i compiti del coordinatore in fase di esecuzione.
Il mio intento è sempre quello di informarti dandoti gli input principali dai quali partire per poi
approfondire ciò di cui ti parlo. Mettendoci dentro
anche la mia esperienza come libero professionista (anche se per quanto
riguarda la sicurezza, pur esercitandola, lo faccio per pochissimi cantieri che
seleziono accuratamente).
Quindi sento di non averne una conoscenza approfondita.

In generale comunque i contenuti che pubblico sono orientati all’informazione, come aiuto per
chi ha a che fare per la prima volta con questi argomenti o per
chi magari ci si imbatte sporadicamente.

1) QUANDO SERVE E QUANDO NON SERVE IL COORDINATORE

Come ti ho accennato all’inizio, è il committente che deve nominare il coordinatore per la


sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione.
Ne ho parlato nell’articolo sugli obblighi del committente “SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI:
quali sono gli obblighi del committente”.

Nei cantieri dove si prevede la presenza, anche non contemporanea (questa la frase


chiave), di più imprese esecutrici, il committente o il responsabile dei lavori (ulteriore figura che
abbiamo visto sempre nello stesso articolo) nel momento in cui incarica il tecnico per la
progettazione architettonica, contestualmente nomina il coordinatore della sicurezza in fase di
progettazione
(il CSP).

Sempre quando si prevede la presenza di più imprese esecutrici e prima di affidare i lavori,
dovrà designare anche il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione (il CSE).

Quindi quando sai già che affiderai i lavori a più ditte, sai che dovrai incaricare un coordinatore
che svolga i due compiti.
Mentre nel caso in cui l’impresa esecutrice sia una soltanto, non serve nominare né l’uno né
l’altro.

Attenzione però: nel caso in cui dopo aver affidato i lavori ad un’unica impresa dovesse
subentrarne una seconda, o parte dei lavori venissero affidati ad altre, il committente dovrà
comunque designare un coordinatore in fase di esecuzione, anche in corso d’opera.

Inoltre un ulteriore raccomandazione: l’aver incaricato di CSP e il CSE non


esonera il committente dalla responsabilità sulla sicurezza.
Come ho accennato in uno degli articoli precedenti, il committente è il primo responsabile,
purtroppo spesso inconsapevole, non sempre per sua colpa.

Il committente o il responsabile dei lavori deve sempre verificare che il


coordinatore per la progettazione e per l’esecuzione adempia agli obblighi. Obblighi che per
ciascuno ti andrò a descrivere nelle prossime due sezioni dell’articolo.

2) I COMPITI DEL COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE


Il CSP, come ti ho già detto, interviene contestualmente alla fase progettuale e comunque
prima che vengano presentate le offerte economiche.

Prepara il “Piano di Sicurezza e Coordinamento” con i contenuti obbligatori previsti dal


Decreto. Li vedremo in uno dei prossimi articoli per i quali farò un episodio dedicato.

Oltre al PSC (il Piano di Sicurezza), redige il “fascicolo dell’opera”.

Il fascicolo descrive l’opera e potrà (dovrà) essere aggiornato e modificato durante i lavori in
base a come varieranno. Ne individua i rischi e le dotazioni in ambito sicurezza, cioè contiene
anche e soprattutto per i futuri interventi, quali sono le dotazioni del fabbricato in materia di
sicurezza.
Un esempio è la “linea vita” per gli interventi sulla copertura.
Chi interverrà sul fabbricato, che sia un intervento ordinario o più importante,
attraverso il fascicolo potrà conoscerne le caratteristiche, i rischi e le misure preventive e
protettive da adottare.
È una sorta di libretto delle istruzioni dell’immobile.
Solo nel caso in cui l’intervento sia di “manutenzione ordinaria” non
c’è l’obbligo di redarlo.

In ultimo il CSP deve coordinare in fase progettuale le scelte architettoniche, le fasi lavorative
previste e l’organizzazione delle stesse, nel rispetto delle misure generali di tutela dei
lavoratori.
Si assicura insomma, collaborando con la committenza e con il progettista
architettonico, che vengano fatte delle scelte che durante le lavorazioni possano essere
realizzate in sicurezza.

3) I COMPITI DEL COORDINATORE PER L’ESECUZIONE

Se il coordinatore in fase di progettazione redige i documenti, quello in fase di esecuzione


verifica che il contenuto di questi venga correttamente applicato.

Come ti ho già detto, le due mansioni possono essere svolte dalla stessa persona. Però
giuridicamente restano due soggetti distinti.
Il CSE coordina e controlla che le imprese esecutrici e i lavoratori autonomi, rispettino il “Piano
di Sicurezza e Coordinamento” (PSC) e verifica il (o i) “Piano Operativo di Sicurezza” (il POS)
che è redatto dalla impresa esecutrice.

I POS vengono stilati tenendo conto dei contenuti del “Piano di Sicurezza e Coordinamento”,
ma che essendo di dettaglio, possono prevedere ulteriori e diverse soluzioni di sicurezza, che
il coordinatore deve valutare ed eventualmente integrare aggiornando il PSC e il “fascicolo
dell’opera”.

Questa è una tra le funzioni principali dei “Piani Operativi di Sicurezza” che troppo spesso
vengono redatti tanto per. Senza apportare quel reale contributo che solo il datore di lavoro
dell’impresa esecutrice può dare, perché conosce la sua forza lavoro, i suoi macchinari e
dispositivi in dotazione.

Le modifiche accettate dal coordinatore saranno quelle che avranno una reale valenza
migliorativa delle soluzioni per la sicurezza.
Il CSE: valuta le proposte delle imprese, in alcuni casi le adotta modificando il “Piano di
Sicurezza e Coordinamento” e verifica che i POS vengano adeguati
quando necessario.

Altro obbligo del CSE è informare e coordinare le imprese esecutrici e i lavoratori


autonomi durante le fasi di lavoro, facendo anche delle riunioni tra i datori di lavoro e gli altri
soggetti.
Deve inoltre confrontarsi con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza per verificare che
vengano attuati gli accordi.

Tutto questo si traduce in opportune riunioni di coordinamento con le varie figure del cantiere,
prima dell’inizio, ma anche durante.

Il CSE nel caso riscontrasse delle inadempienze da parte delle imprese esecutrici o dei
lavoratori autonomi, deve contestare in forma scritta ai diretti interessati, le inosservanze.
Lo segnala poi al committente e il responsabile dei lavori.
Dove necessario propone la sospensione dei lavori, l’allontanamento delle ditte, o la
risoluzione del contratto.

Nel caso estremo in cui dalla committenza non vi sia alcuna risposta e nessuna azione
riguardo all’inadempienza sulla sicurezza, il CSE avvisa la ASL e l’Ispettorato del Lavoro.

Il coordinatore in fase di esecuzione può e deve sospendere i lavori (o le lavorazioni) in caso


di pericolo grave e imminente. Fino all’effettuazione degli adeguamenti necessari da parte
delle imprese.

Il tutto deve sempre avvenire in forma scritta, tramite appositi verbali trasmessi oltre che ai
diretti interessati, anche per conoscenza agli altri soggetti in alcuni casi.

Quello che finora ti ho descritto in pochi minuti, in realtà sono ore di lavoro, trasmissione e
verifica documenti e attenzione sia alla parte formale che a quella esecutiva.
Prima di tutto per proteggere i lavoratori e conseguentemente per dimostrare agli organi di
controllo che quanto previsto dalla legge è stato rispettato e attuato.

Perciò la forma scritta e l’unica via. La comunicazione unicamente verbale, purtroppo, non è
sufficiente.

Ultimo compito del coordinatore in fase di esecuzione è quello di dover redarre


il “Piano di Sicurezza e Coordinamento” e il “fascicolo dell’opera”, nel caso in cui si sia partiti
con un’unica impresa e successivamente ne siano subentrate altre.
In sostanza quello che avrebbe dovuto fare il coordinatore fase di progettazione – che non è
stato nominato – lo fa il CSE.
INDICE

5_GLI OBBLIGHI DELLE IMPRESE (e dei lavoratori autonomi)


per la Sicurezza nei Cantieri Edili

Quali sono gli obblighi delle imprese affidatarie ed esecutrici


nell’ambito della sicurezza nei cantieri edili?

PANORAMICA
Quando si parla di sicurezza nei cantieri, si intendono tutte quelle scelte organizzative che
tendono a ridurre a zero il rischio infortuni dei lavoratori. Scelte organizzative, misure da
adottare e dispositivi di protezione atti ad eliminare – o quantomeno ridurre al minimo – gli
incidenti e le conseguenze degli stessi.

Tutto ciò è possibile e attuabile grazie anche alla cooperazione tra le varie figure del cantiere e
al rispetto ciascuno dei propri obblighi.
Abbiamo visto quelli del committente – i principali almeno – nell’articolo “SICUREZZA NEI
CANTIERI EDILI: quali sono gli obblighi del committente”.

Ti ho parlato della figura del coordinatore, di quando è necessario e di quali sono i suoi
compiti. “COORDINATORE DELLA SICUREZZA NEI CANTIERI: quando serve e cosa fa”.

Non strettamente legati alla sicurezza, ma protagonisti di spicco sono: i direttori lavori, i
progettisti architettonici, quelli strutturali, quelli degli impianti e varie altre figure che magari
tratterò in futuro.

Tra gli attori principali oltre quelli che ti ho elencato, ci sono le imprese. Imprese che
devono eseguire i lavori, rispettando però delle regole, sia per quanto riguarda le tecniche di
costruzione, sia nell’ambito sicurezza.

Quando si parla di imprese (affidatarie o esecutrici non importa vedremo dopo le


differenze) si sottintende il datore di lavoro e le eventuali altre figure all’interno della ditta, gli
obblighi sono in capo al titolare.

Obblighi che vanno dall’organizzazione del cantiere, alla verifica e accettazione del “piano di
sicurezza e coordinamento” fatto dal coordinatore.
Va dall’informare i propri dipendenti a fornire loro i dispositivi di protezione adeguati e
verificare periodicamente le attrezzature.

Come ogni mio articolo, anche questo non vuole sostituire un corso strutturato sull’argomento.
Il mio scopo è puramente informativo, un po’ perché fa parte del mio lavoro e
volente o nolente alcuni concetti li devo conoscere, un po’ perché mi piace
condividere contenuti utili.

Il Sito ed il canale YouTube sono cresciuti molto e sono molto orgoglioso, ma ogni tanto il
senso di responsabilità mi spinge ribadire che ciò di cui parlo è un aiuto per entrare in contatto
con argomenti complessi e sconosciuti ai più, come quello della casa.
In un articolo è complesso trattare esaustivamente argomenti così vasti, che possono e
dovrebbero essere approfonditi leggendo i testi di riferimento (leggi o libri).

A tal proposito ti lascio in descrizione il link al “testo unico per la sicurezza“.

Fatta questa precisazione, ciò di cui ti parlerò dopo i reminders lo suddividerò nei seguenti
capitoli:
1) le definizioni di impresa affidataria, esecutrice e lavoratore autonomo;
2) gli obblighi del lavoratore autonomo;
3) gli obblighi che competono solo all’impresa affidataria;
4) gli obblighi che competono solo all’impresa esecutrice;
5) gli obblighi comuni ad entrambe.

1) IMPRESA AFFIDATARIA, ESECUTRICE E LAVORATORE


AUTONOMO
Prima di addentrarci negli obblighi di ciascuna figura, ci tengo a ribadire le caratteristiche e le
differenze delle varie imprese – delle varie figure dal punto di vista della sicurezza.

Ne ho già parlato anche nell’articolo “SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: i soggetti principali
e quando si applica il D.lgs 81 del 2008”.

L’impresa affidataria è quella che ha il contratto d’appalto con il committente. Può


avvalersi di altre ditte subappaltatrici o di lavoratori autonomi.

L’impresa esecutrice è quella che esegue l’opera, tutta o in parte.


Niente vieta che possa essere anche la stessa impresa affidataria, anzi nella maggior parte
dei piccoli cantieri è così: l’impresa affidataria è anche l’impresa esecutrice. Di imprese nello
stesso cantiere possono essercene più di una.

Il lavoratore autonomo infine è una persona fisica che contribuisce alla realizzazione


dell’opera.
Un lavoratore autonomo non ha dipendenti, come suggerisce anche il nome.

2) GLI OBBLIGHI DEL LAVORATORE AUTONOMO


Proprio da quest’ultimo iniziamo, in quanto tra i tre è quello con meno vincoli e obblighi.

Deve utilizzare attrezzature e dispositivi di protezione individuale idonei al tipo di


lavorazione che andrà ad effettuare. Inoltre deve eseguirla in autonomia, non può affiancarsi
o subordinare ad altri il lavoro.
Non è regolare l’associazione di fatto tra due lavoratori autonomi – due o più lavoratori
autonomi – altrimenti diventa un’impresa.

In presenza del coordinatore per l’esecuzione, deve adeguarsi alle sue disposizioni per quanto
riguarda la sicurezza e deve rispettare il “piano di sicurezza e coordinamento” (PSC).

3) GLI OBBLIGHI DELL’IMPRESA AFFIDATARIA


Passiamo quindi all’impresa affidataria e vediamo quali sono gli obblighi che le competono in
esclusiva, se così si può dire.

Innanzitutto deve verificare le condizioni di sicurezza del cantiere ed applicare il contenuto


del “piano di sicurezza e coordinamento” quando c’è.

Deve comunicare al committente i nominativi dei soggetti della propria impresa e le


mansioni che questi ricoprono (i dirigenti preposti e la loro formazione).

Deve verificare l’idoneità tecnico-professionale delle imprese esecutrici e


dei lavoratori autonomi che operano nel cantiere.

Alle imprese per fare questo dovrà chiedere:


-l’iscrizione alla Camera di Commercio;
-il DUVRI (o DVR) o eventualmente l’autocertificazione in sostituzione;
-il DURC, il documento unico di regolarità contributiva;
-la dichiarazione di non essere soggetti a provvedimenti di sospensione o interdittivi.

Ai lavoratori autonomi invece deve chiedere:


-il documento della Camera di Commercio;
-la documentazione sulla conformità delle attrezzature, delle macchine e delle
opere provvisionali in dotazione;
-l’elenco dei dispositivi di protezione individuale (DPI);
-gli attestati di formazione e l’idoneità sanitaria;
-il DURC.

Il datore di lavoro dell’impresa affidataria inoltre, deve coordinare quegli obblighi che
competono alle imprese esecutrici, riguardanti le misure di tutela generale:
-il mantenimento del cantiere in ordine e salubre;
-la scelta delle zone di lavoro;
-la movimentazione dei materiali;
-lo stato di mantenimento e il controllo periodico degli apprestamenti, delle attrezzature, delle
macchine;
-la delimitazione e l’allestimento delle zone di stoccaggio del materiale;
-l’adeguamento e la durata delle varie fasi di lavoro;
-le interazioni con eventuali altre attività che si trovano nel cantiere, o nelle vicinanze di esso.

Insomma come ti ho detto, l’impresa affidataria deve controllare che le


imprese esecutrici osservino le misure generali di tutela. Misure che ti andrò
poi a ripetere quando tratterò gli obblighi inerenti alle imprese esecutrici.
Sempre il datore di lavoro deve accertarsi che i “piani operativi di sicurezza” delle imprese
esecutrici (i POS) siano congrui a quello della propria.

“Piano operativo di sicurezza” che è uno di quegli obblighi comuni a tutte le


imprese e che vedremo nell’ultima parte dell’articolo.

Per poter svolgere i compiti previsti dal testo unico, sia il datore di lavoro dell’impresa
affidataria, sia i dirigenti che i preposti, devono essere in possesso di una formazione
adeguata.

Ultimi due obblighi che competono alle imprese affidatarie (da non intendere in
senso cronologico o di importanza), sono obblighi di trasmissione.

Ricevuto dal committente il “piano di sicurezza e coordinamento” (PSC), lo trasmette a tutte le


imprese esecutrici e ai lavoratori autonomi, prima dell’inizio dei lavori.
Ciascuna impresa successivamente, e comunque prima che inizi la propria lavorazione,
trasmetterà il POS all’impresa affidataria.
Quest’ultima dopo averne verificato la congruità con il proprio, lo trasmette al coordinatore per
l’esecuzione, (il CSE).

4) GLI OBBLIGHI DELL’IMPRESA ESECUTRICE


Passando alle imprese esecutrici, gli obblighi che competono ad esse sono quelli che ti ho
descritto poco fa. Quelli che le imprese affidatarie debbono coordinare e che riguardano le
misure generali di tutela.

In generale ciascuna per la propria competenza dovrà curare il cantiere in modo da tenerlo
ordinato e pulito.

Deve fare delle scelte organizzative delle fasi di lavoro, tenendo in considerazione gli accessi
e la viabilità del cantiere.

Inoltre deve porre attenzione affinché i materiali vengano movimentati in sicurezza e stoccati
in zone ben delimitate – solitamente individuate nel PSC se c’è.

Deve controllare periodicamente che le attrezzature, gli impianti, i dispositivi, gli


apprestamenti, non abbiano difetti e nel caso eliminarli (i difetti).

Dovrà cooperare con le altre figure e le altre imprese. Devono considerare le altre eventuali
attività che si trovano all’interno del cantiere, o immediatamente nelle vicinanze, con le quali ci
possono essere interferenze.

Ciò che ti ho appena detto sono le misure generali di tutela che competono alle imprese
esecutrici.
Gli obblighi però più “sostanziosi” sono quelli condivisi – comuni con le imprese affidatarie – e
che ti andrò a dire nella prossima e ultima parte dell’articolo.
5) GLI OBBLIGHI COMUNI AD ENTRAMBE
Sia l’impresa affidataria, che l’impresa esecutrice, anche nel caso sia l’unica ditta ad operare
in cantiere, deveredarre il POS, il “piano operativo di sicurezza” che ho accennato prima.

Il datore di lavoro, anche nel caso di impresa familiare o con un numero di addetti inferiore a
10, deve redarre il “piano operativo di sicurezza”, anche se non c’è il coordinatore.

Il POS sarà:
-di dettaglio e complementare al PSC, quando c’è il coordinatore. (PSC che deve essere prima
accettato da tutti i datori di lavoro delle imprese).
-Sarà invece l’unico documento nel quale verrà assolto l’obbligo della valutazione del rischio in
cantiere, in caso di un’unica impresa.

Altro obbligo comune è la recinzione del cantiere e l’accesso, che devono essere
entrambi ben visibili e individuabili.

Devono curare l’accatastamento del materiale e delle attrezzature in modo da evitare crolli.

Devono attuare quelle precauzioni per proteggere i lavoratori dagli agenti atmosferici, ad
esempio dal freddo, dalla pioggia, ma anche dall’eccessiva esposizione al sole.

Devono effettuare il corretto stoccaggio ed evacuazione delle macerie e dei detriti, con


particolare attenzione alla rimozione dei materiali pericolosi.

In ultimo, ma non meno importante, debbono adottare gli standard previsti nell’allegato


XIII, che riguardano la logistica del cantiere e servizi igienico-assistenziali a disposizione dei
lavoratori.

Quest’ultima parte non riguarda solo i bagni, ma anche gli spogliatoi, le docce, le mense,
o i dormitori.
INDICE

6_SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: i soggetti principali e


quando si applica il D.lgs 81 del 2008

Quali sono i soggetti principali della sicurezza nei cantieri


temporanei o mobili?
Quando si applicano le disposizioni del Decreto 81 del 2008 nelle
opere edili?

PANORAMICA
Finalmente tocco un argomento che volevo trattare molto tempo fa, ma che ho
sempre rimandato, la normativa per la sicurezza dei lavoratori nei cantieri
edili.

L’argomento è vastissimo, delicato e complicato.


Per questi e altri motivi ho ritardato a pubblicare degli articoli.

La scusa nel bene o nel male me l’ha data la situazione critica che stiamo vivendo in Italia e
nel mondo.
L’epidemia che ha cambiato che sta cambiando, stravolgendo, le nostre vite, mi ha dato modo
di rompere il ghiaccio e di iniziare a parlare della sicurezza nei cantieri.

La mia posizione come sempre non vuole essere quella del maestro che intende insegnare
come si fanno le cose.
Specialmente su questo argomento dove la mia esperienza è limitata rispetto ai temi che già
tratto nel sito.

Ripeto l’argomento è vasto, l’ho praticato e lo pratico per cantieri medio piccoli, non è il mio
lavoro principale e me ne occupo solo per alcuni lavori accuratamente selezionati.

Fatte queste premesse, cercherò di spiegare ciò che so, anche attraverso la mia esperienza
pratica.

Chi si occupa esclusivamente di sicurezza per lavoro, probabilmente noterà delle inesattezze
o delle mancanze in ciò che dirò.

Questo articolo e quelli che verranno, non è indirizzato a chi per professione si occupa di
sicurezza nei luoghi di lavoro.
Parlo a te che stai pensando di fare dei lavori sulla tua casa e non sai,
o quasi, di cosa si sta parlando, o ne hai sentito parlare e vuoi conoscerne di più, o per
chi come me se ne occupa per lavoro ma non principalmente.

È un argomento questo della sicurezza, che ha molte sfaccettature, e questo, insieme agli altri
articoli che seguiranno, sarà anche per me un ottimo modo di
ripassare la normativa.

Quello che farò sarà seguire passo passo il Decreto che regola questa materia, il decreto 81
del 9 aprile 2008, con tutti gli aggiornamenti e chiarimenti che sono intervenuti fino ad ora,
aprile 2020.

Il testo si occupa della sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, ma quello che ti e ci interessa è solo
il titolo IV, cioè i cantieri temporanei o mobili.

Oggi in particolare mi soffermerò sui soggetti che gravitano attorno e all’interno del cantiere,
cercando di prendere dimestichezza con alcuni termini che probabilmente hai già sentito.
Inoltre capire che cos’è un cantiere quando si parla di sicurezza.

Suddividerò l’articolo in quattro capitoli nei quali spiego cosa si intende quando si parla di:

1) cantieri temporanei o mobili;


2) committente e responsabile dei lavori;
3) impresa e lavoratore autonomo;
4) coordinatore per la sicurezza.

REMINDERS
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CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI


Vediamo per prima cosa che intende la norma per cantieri temporanei o mobili.
Le disposizioni specifiche per la salute e la sicurezza del titolo IV del Decreto 81 si applicano
nei cantieri, cioè quei luoghi dove si effettuano dei lavori edili e di ingegneria civile.
L’allegato X del Decreto elenca in modo specifico i lavori per i quali si
applicano le norme del titolo IV e più in generale del decreto 81.
ALLEGATO X
Elenco dei lavori edili o di ingegneria civile
di cui all'articolo 89 comma 1, lettera a)

1. I lavori di costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione,


conservazione, risanamento, ristrutturazione o equipaggiamento, la
trasformazione, il rinnovamento o lo smantellamento di opere fisse,
permanenti o temporanee, in muratura, in cemento armato, in metallo,
in legno o in altri materiali, comprese le linee elettriche e le
parti strutturali degli impianti elettrici, le opere stradali,
ferroviarie, idrauliche, marittime, idroelettriche e, solo per la
parte che comporta lavori edili o di ingegneria civile, le opere di
bonifica, di sistemazione forestale e di sterro.
2. Sono, inoltre, lavori di costruzione edile o di ingegneria
civile gli scavi, ed il montaggio e lo smontaggio di elementi
prefabbricati utilizzati per la realizzazione di lavori edili o di
ingegneria civile.

Tra quelli che sono più vicini all’argomento che tratto in questo sito, ci sono i lavori di:
costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione, conservazione, risanamento e
ristrutturazione; di opere in cemento armato, in legno, in acciaio e in altri materiali.

Insomma quando decidi di fare qualunque intervento su un fabbricato esistente o di


realizzarne uno nuovo, sappi che devi rispettare le misure per la salute e la sicurezza dei
lavoratori.

COMMITTENTE E RESPONSABILE DEI LAVORI


Il soggetto principale ovviamente è il committente, colui che commissiona l’opera, colui che
commissiona il lavoro.
Nella maggior parte dei casi è il proprietario dell’immobile (del terreno o
del fabbricato).
Nel caso di un’opera pubblica, è colui che ha il potere di gestire l’appalto e la spesa.

Se te che stai leggendo sei il committente, sappi che quando intendi fare dei lavori, decidi di
assumerti importanti responsabilità, in taluni casi anche penali.

Con questo non voglio terrorizzare nessuno, però spesso vedo molta inconsapevolezza e
leggerezza da parte dei privati, anche dopo che sono stati informati sui rischi e gli obblighi, dal
tecnico che li segue.

Il committente per forza di cose condiziona l’andamento del cantiere, perché è colui che
decide la natura dei lavori, ed è sempre da lui che dipende l’aspetto economico.

Perché ti dico questo? Perché la sicurezza seguita e gestita con criterio, costa.

Parlando invece del responsabile dei lavori, è un soggetto che può essere (non
deve essere) incaricato dal committente.
Attenzione non è automaticamente il tecnico che segue i lavori o il titolare della ditta che li
esegue.

Dal punto di vista della sicurezza il responsabile dei lavori è colui che
svolge dei compiti (e si carica di molte responsabilità) del committente.
Il committente può incaricalo di svolgere alcuni degli adempimenti che gli competono.

L’incarico non può essere implicito, deve essere esplicito, in forma scritta e accettato dal
soggetto che ricoprirà il ruolo di responsabile dei lavori.
Quest’ultimo non può sostituire completamente il committente, con la sua nomina però accetta
buona parte delle incombenze.

IMPRESA E LAVORATORE AUTONOMO


Altro soggetto principe nel regno del cantiere è l’impresa.
All’interno di un cantiere edile è molto frequente la presenza di più di un’impresa.

Si chiama “impresa affidataria” quella, o quelle, con la quale il committente


stipula un contratto di appalto per l’esecuzione dell’intera opera o di una
parte di essa.

Nei prossimi articoli cercherò di chiarire se al committente è consentito stipulare più contratti
paralleli e cosa comporta.

Intanto l’importante è comprendere che “l’impresa affidataria” può avvalersi di imprese


subappaltatrici o di lavoratori autonomi per eseguire le opere che gli sono state appaltate.

Può cedere l’intera opera o parte di essa, può avvalersi delle proprie risorse, dei propri
dipendenti, materiali e attrezzature.
L’impresa o le imprese che esegue il lavoro (in tutto o in parte) viene chiamata “impresa
esecutrice”.

Quindi “l’impresa affidataria” può essere anche “l’impresa esecutrice”.

Tradotto per fare un esempio,incarichi di ristrutturare il tuo appartamento ad una ditta che
conosci bene, della quale ti fidi e gli commissioni tutta l’opera.
Quella è “l’impresa affidataria”, che ha la facoltà di subappaltare tutte o parte delle lavorazioni
ad altre ditte o a lavoratori autonomi.

Ad esempio può decidere di subappaltare la realizzazione dell’impianto elettrico, o


dell’impianto idraulico, o della posa dei pavimenti.
La facoltà di farlo o di non farlo dipende anche da cosa c’è scritto nel contratto di appalto.

Quindi se “l’impresa affidataria” esegue anche i lavori, viene chiamata anche “impresa
esecutrice”.
Tutte le imprese che eseguono delle lavorazioni all’interno del cantiere vengono chiamate
“imprese esecutrici”.

Il lavoratore autonomo invece è una persona fisica, non dipendente di una delle imprese,
che esegue una o più lavorazioni specifiche, contribuendo alla realizzazione dell’opera.

Esempio, può essere un lavoratore autonomo l’idraulico, o il posatore delle pavimentazioni che
ho accennato prima o l’imbianchino.
Non devono però avere dipendenti, non deve essere un’impresa.

Capire se chi abbiamo davanti è un lavoratore autonomo o meno, può non essere così
immediato come sembra.

Cercherò di chiarire questo punto nei prossimi articoli.

Capire se un soggetto che hai davanti è un’impresa o un lavoratore autonomo è importante


per alcuni adempimenti che, dovrai, o non dovrai fare.

COORDINATORE PER LA SICUREZZA


Terzo soggetto importantissimo è il coordinatore per la sicurezza.
Lo avrai sicuramente sentito dire, se invece è la prima volta, ti consiglio di tenerlo bene a
mente, specialmente se hai intenzione di avviare dei lavori.

La presenza di un coordinatore all’interno del cantiere non è sempre obbligatoria,


concretamente però è necessario quasi sempre nominarlo.

Il coordinatore si divide in due figure, una per ogni fase dell’opera:


il coordinatore per la progettazione;
il coordinatore per l’esecuzione.

Questi due compiti possono essere svolti anche dalla stessa persona, un professionista che
deve avere specifiche abilitazioni.
Viene incaricato sempre dal committente o dal responsabile dei lavori.

Molto genericamente il coordinatore, lo dice anche il nome, coordina le operazioni che


avvengono durante le fasi di lavorazione.
Le coordina prevedendole in fase di progettazione, cioè prima che le opere
siano iniziate, ma anche (e soprattutto aggiungo io) durante la fase esecutiva.

Il coordinatore come ti ho già accennato, è una figura non sempre obbligatoria.


Vedremo prossimamente quando è necessario, però sappi che nella stragrande maggioranza
dei casi dovrai avvalerti di un professionista che assolverà questo incarico.

Un chiarimento da fare subito: il coordinatore non può essere il datore


del lavoro delle imprese, o un dipendente di una di esse, o il responsabile del servizio
prevenzione e protezione (RSPP).
Ricorda la sicurezza è un argomento vasto, delicato e complicato.

INDICE

7_SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: quali sono gli obblighi del


committente

Quali sono gli obblighi del committente per la sicurezza nei


cantieri edili?
Quali sono gli adempimenti? (Anche per evitare le sanzioni)

PANORAMICA
Oggi ti parlo degli obblighi per la sicurezza nei cantieri che competono al committente.

Se stai pensando di fare dei lavori di ristrutturazione sulla tua abitazione o di realizzare un
nuovo edificio, ti consiglio di leggere l’articolo fino in fondo.
Quando vuoi avviare dei lavori ci sono sia dei vincoli tecnico-urbanistici da rispettare, sia degli
obblighi per la sicurezza per tutelare chi lavorerà in cantiere.
Alcuni obblighi e responsabilità sono a carico del committente – del proprietario.

La legge che regola questi compiti è il Decreto Legislativo 81 del 2008, ed in particolare
l’articolo 90 del titolo IV.
Devi sapere che se non farai ciò che prevede la norma, le responsabilità possono essere sia
amministrative che penali, ma dei rischi ti parlerò nell’ultima parte dell’articolo.

Ciò che ti descriverò oggi consisterà in quello che devi fare quando decidi di avviare dei lavori.
Cosa devi fare prima e durante le opere.
Cosa fare nel caso di una sola impresa o più imprese.
Quali verifiche ti competono e quali comunicazioni sono necessarie.
Insomma ti farò un riassunto dei punti salienti del Decreto per aiutarti sull’argomento, con il
focus puntato su ciò che compete al committente.
Dividerò l’articolo nei seguenti capitoli:

1) i principi generali per il committente;


2) in caso di più imprese esecutrici cosa fare;
3) la verifica della idoneità delle imprese;
4) le comunicazioni necessarie;
5) i rischi.

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1) I PRINCIPI GENERALI PER IL COMMITTENTE


Come ti ho accennato nell’articolo precedente, dove ho parlato dei soggetti principali nel
cantiere, riguardante la sicurezza, uno dei protagonisti è il committente.

PER APPROFONDIRE: “SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI: i soggetti principali e quando


si applica il D.lgs 81 del 2008”

È colui che commissiona l’opera e ha il potere di spesa, perciò ha una grande influenza sulle
scelte e sull’andamento del cantiere.
È importante che tu conosca, se sei committente, le motivazioni per le quali ciò che fai e
decidi, influenza la sicurezza.
È come se tu fossi un datore di lavoro. Hai degli obblighi precisi.

Innanzitutto devi rispettare le misure generali che sono valide per qualunque


attività, compreso il cantiere edile di cui ci occupiamo.

-Valutare i rischi per la salute e la sicurezza di chi ci lavorerà ed eventualmente trovare il modo
di eliminarli.
-Quando non è possibile questo, trovare le soluzioni opportune per ridurli al minimo già
dall’inizio, già dalla fase progettuale.

-Troppi lavoratori contemporaneamente sullo stesso luogo comporta un rischio elevato, quindi
tenerne conto nelle scelte per evitarlo.

–Dare priorità a dispositivi di protezione collettiva piuttosto che quelli individuali, come
ad esempio quello di prediligere il ponteggio piuttosto che ancorare l’operatore ad una linea
vita.

Sono ovviamente tutte scelte che competono si al progettista, si al coordinatore e al titolare


dell’impresa esecutrice/affidataria, ma sono decisioni che devi tenere in considerazione
anche come committente.

Le scelte economiche e le scelte del tipo di opera da realizzare, incidono sulle misure
adottabili per la sicurezza e influenzano l’andamento del cantiere. Perciò è opportuno che sin
dalla fase progettuale dell’opera architettonica partecipi alle scelte organizzative e di
pianificazione delle fasi di lavoro. Così anche da prendere coscienza e conoscenza del
“Piano di Sicurezza e Coordinamento” (PSC) e del “Fascicolo dell’Opera”, che sono due
adempimenti a carico del coordinatore per la progettazione (CSP).

Funzione quella del coordinatore (progettazione o esecuzione) che può essere svolta anche
dal committente, se ne ha i requisiti specifici che vedremo in uno dei prossimi articoli.

Perciò tra gli obblighi del proprietario c’è quello di attenersi alle misure indicate nel “Piano di
Sicurezza” e nel “Fascicolo dell’Opera” redatti dal coordinatore per la progettazione.

Presenza del coordinatore che non è sempre obbligatoria e che si interseca con gli
adempimenti del committente che vedremo nel prossimo punto.

2) IN CASO DI PIU’ IMPRESE ESECUTRICI COSA FARE


Quando nel cantiere è prevista la presenza, anche non contemporanea, di più
imprese esecutrici, il committente o il responsabile dei lavori deve designare il coordinatore
per la progettazione, contestualmente all’incarico architettonico.

Coordinatore che può essere anche lo stesso tecnico che progetta l’intervento, basta che ne
abbia i requisiti. Inoltre, sempre quando è prevista la presenza di più imprese, prima di
affidare i lavori, il committente designa il coordinatore per l’esecuzione (CSE).

Quando non serve il titolo autorizzativo per i lavori privati(Permesso di Costruire, SCIA o CILA)
purché inferiori a 100.000 euro, non è necessario il coordinatore per la progettazione. In
questo caso le sue funzioni vengono svolte direttamente dal CSE, dal coordinatore in fase di
esecuzione.

L’obbligo di nominare un coordinatore in fase di esecuzione c’è anche nel momento in cui
dovessi iniziare i lavori con un’unica impresa, ma successivamente intervengono altre.
Perciò, per riassumere:
-quando ci sono più imprese devi designare sia un coordinatore per la progettazione che un
coordinatore per l’esecuzione;
-la presenza di più imprese può essere anche non contemporanea, l’obbligo scatta
ugualmente;
-la mancanza dell’eventuale titolo abilitativo non esclude gli obblighi per la sicurezza.

Attenzione, per questi commi che regolano ciò che ti ho detto fin qui, il 3, il 4 e 5, dell’articolo
90, è prevista una sanzione penale.
Quando il tecnico di fiducia ti dice che è necessario un coordinatore, lo dice perché è
consapevole dei rischi connessi.

Spesso capita che il tecnico aiuti il committente nell’adempimento di alcuni obblighi, tra i quali
c’è anche la verifica tecnico-professionale delle imprese e dei lavoratori autonomi.

3) LA VERIFICA DELLA IDONEITA’ DELLE IMPRESE


Anche nel caso in cui i lavori siano affidati ad un’unica impresa o lavoratore autonomo, il
committente o il responsabile dei lavori deve verificarne l’idoneità tecnico-professionale.
Significa che devi assicurarti che chi eseguirà il lavoro abbia le capacità organizzative, di forza
lavoro e di attrezzature, commisurate alle lavorazioni che dovrà svolgere.
Dovrai assicurarti insomma che chi ti ristrutturerà casa, lo sappia fare e abbia i mezzi adatti.

Per farlo non devi basarti sul tuo intuito o sul profilo Instagram dell’impresa, ma su un elenco
dei documenti precisi che dovrà fornirti la ditta, indicati nell’allegato XVII.

Nel caso di impresa ciò che dovrai verificare è:


-l’iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato;
-il Documento di Valutazione dei Rischi o l’autocertificazione;
-il Documento Unico di Regolarità Contributiva, il famoso DURC;
-la dichiarazione di non avere provvedimenti di sospensione e interdittivi sulla base del decreto
legislativo 81/2008.

Nel caso invece in cui il soggetto a cui stai per affidare l’opera sia un
lavoratore autonomo devi verificare:
-l’iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato;
-le attestazioni di conformità delle macchine, delle attrezzature e delle opere provvisionali in
dotazione;
-l’elenco dei dispositivi di protezione individuale (DPI);
-gli attestati di formazione;
-l’idoneità sanitaria;
-il DURC.

Nel caso di subappalto, sarà il datore di lavoro dell’impresa affidataria a verificare l’idoneità
dei subappaltatori.

Solo nel caso in cui il cantiere abbia un entità inferiore a 200 uomini-giorno
e non vi siano rischi particolari, indicati nell’allegato XI che vedremo in uno dei prossimi
articoli, allora sarà sufficiente:
-l’iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato;
-il DURC;
-un’autocertificazione sul possesso dei requisiti dell’allegato XVII.

Sento già che ti stai chiedendo: cosa sono sti uomini-giorno?


Sono un metodo di misura dell’entità presunta del cantiere.
Servono per capire quanto è grosso il cantiere.
Gli uomini-giorno in sostanza sono la somma delle giornate lavorative previste di tutti i
lavoratori, necessarie per realizzare l’opera.

Anche questi obblighi di verifica dell’idoneità delle imprese e dei lavoratori autonomi sono
soggetti a sanzioni penali.
Il punto come sempre però non deve essere solo quello di evitare le sanzioni, ma di fare
quanto più possibile per eliminare i rischi di infortuni dei lavoratori.

Perciò verificare che un soggetto, un’impresa, sia effettivamente capace di eseguire il lavoro,
non è secondario.

Tra gli altri documenti da richiedere alle imprese c’è¨ anche la Dichiarazione di Organico
Medio Annuo. Documento non necessario e soddisfatto dal DURC nei
cantieri inferiori a 200 uomini-giorno e senza rischi particolari.

4) LE COMUNICAZIONI NECESSARIE
Oltre agli obblighi di verifica, ci sono anche delle comunicazioni da fare ai vari enti e alle
imprese.

Prima dell’inizio lavori, il committente o il responsabile dei lavori, invia alla


ASL competente, alla Direzione Territoriale del Lavoro (e al Prefetto in caso di lavori
pubblici), la notifica preliminare che tratterò in un articolo dedicato.

La notifica preliminare non è sempre obbligatoria, ma a volte necessaria anche


in caso di un’unica impresa. Inoltre una copia deve essere trasmessa all’amministrazione
concedente – al Comune dove è stato presentato il “Permesso di Costruire” o la SCIA o la
CILA – insieme al DURC delle imprese e dei lavoratori autonomi (anche se da tempo i comuni
e le amministrazioni si sono
attrezzati per verificare il DURC telematicamente).
Oltre tutto questo deve essere trasmesso all’amministrazione anche una dichiarazione del
committente di aver verificato la documentazione che abbiamo
visto nel capitolo precedente, cioè di aver verificato l’idoneità tecnico-professionale delle
imprese.

Altra comunicazione importante è quella che va fatta alle imprese affidatarie, a quelle
esecutrici e ai lavoratori autonomi. Va comunicato in caso di designazione, il nominativo del
coordinatore per la progettazione e quello per l’esecuzione, che deve essere inoltre indicato
nel cartello di cantiere.

5) I RISCHI
Tutto quanto detto sinora e cioè quello indicato dal decreto 81, sono gli adempimenti
minimi per ottemperare agli obblighi di sicurezza.
Ovviamente senza sanzioni, nessuno rispetterebbe le regole, forse in un mondo ideale, ma
nella realtà ci devono essere dei rischi per far sì che tutti le rispettino.

In caso di mancanza del Piano Sicurezza (ove previsto), in caso di mancanza del Fascicolo
dell’Opera, in assenza della notifica preliminare, o in assenza del DURC, è sospeso il titolo
abilitativo. Cioè il “Permesso di Costruire” o la SCIA con la CILA, non ha più efficacia. Non
puoi continuare con i lavori.

Altro rischio diretto sono le sanzioni, in caso di mancato adempimento di alcuni


obblighi.
Sanzioni che possono essere sia penali che amministrative e non si parla di qualche centinaio
di euro.

In ultimo c’è il rischio della responsabilità in caso (non lo si vorrebbe mai) che qualcuno si
faccia male o peggio.
Davanti al Giudice l’aver adempiuto ai minimi richiesti di legge potrebbe non essere sufficiente,
figuriamoci nel caso in cui manchi qualche parte.

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