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Pirandello, l’umorismo e le neuroscienze

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di Gerardo Iuliano
Con tutto il rispetto e l’ammirazione che ho per uno dei E posso anche
maggiori autori italiani, personalmente, devo dire che Luigi capire, sempre
Pirandello è stato capace di suscitarmi sentimenti diversi e leggendo la pre-
profondi, ma non mi ha mai fatto ridere. fazione, che il
Avevo una quindicina d’anni quando mi lessi le novelle per saggio fosse
un anno e quasi tutti i romanzi, quelli veristi, all’inizio, con stato stroncato
grandissimo gusto; poi, su “Il fu Mattia Pascal” mi interro- proprio da Be-
gai, sui “Quaderni di Serafino Gubbio operatore” faticai a nedetto Croce,
leggere, su “Uno nessuno e centomila” mi chiesi chi me lo che, sulla sua ri-
faceva fare, finché, alla penultima pagina, dissi basta e vista “la Cri-
chiusi il libro: per noia. tica”, riteneva
Ero solo un ragazzino, è un fatto soggettivo, ma comunque, l’autore poco
anche dopo, non ho mai sopportato lo psicologismo esaspe- esperto di logica e metodologia scientifica.
rato. Passi per articoli e saggi, ma non nei racconti. Finché Non voglio discutere, naturalmente, gli aspetti letterari e fi-
era Freud... Sarà per questo che poi ho studiato neurologia losofici, in cui Pirandello spazia, da par suo, da Hegel, a
e psichiatria. Manzoni, a Boiardo, a Pulci.
Solo ultimamente mi è capitato sotto gli occhi il suo saggio Mi interessano di più i suoi approcci verso lo psicologismo
sull’umorismo, forse perché se ne era parlato a proposito del montante dell’epoca, da Freud a Joyce a Svevo.
film di Mario Martone su Scarpetta. L’impostazione di base è ancora reperibile nei modelli neuro
E mi sono chiesto come gli venisse, a uno come lui, di par- scientifici; sono le distinzioni successive a risultare artifi-
lare di comicità e umorismo. ciose, forse anche per i suoi contemporanei.
Il saggio, come si legge nella prefazione degli Oscar Mon- Il modello neurologico più attuale, confortato dai dati di ri-
dadori, non scaturisce da motivazioni intellettuali, ma da sonanza magnetica funzionale, e basato sul riconoscimento
problemi personali suoi: la necessità di fare pubblicazioni, dell’“incongruità”, prevederebbe tre fasi: 1) detection, per-
in vista del concorso universitario a professore ordinario al cezione, legata alla corteccia frontale mediale; 2) resolution,
Magistero, a Roma, lo spingeva a occuparsi di argomenti riconoscimento, connesso con la corteccia temporoparietale;
che dessero visibilità. 3) humor appreciation, sensazione di gratificazione legata
E in quel periodo era sulle prime pagine il contenzioso le- all’attivazione di corteccia orbito frontale, insula, amigdala,
gale, intentato da D’Annunzio, sostenuto dalla stessa SIAE, inseriti nel sistema emozionale di “ricompensa”.
e da periti come Salvatore Di Giacomo e Roberto Bracco, Anche per Pirandello, alla base, rimane la nozione di “con-
contro Eduardo Scarpetta, che gli aveva scimmiottato pale- trario”: quello che realmente ci muove al riso più sincero, è
semente “La figlia di Iorio” con una sua commediola sati- la scoperta che è possibile rovesciare tutte le prospettive.
rica; niente di che, ma forse divertiva di più rispetto alla D’altra parte la definizione di “ironia” come figura retorica,
tragedia pastorale. è proprio quella di “un’affermazione che significhi il suo
E, forse non a caso, Scarpetta, tra i suoi periti di parte aveva, contrario”: “Che bella figura!”
scusate, Benedetto Croce, certo meglio in grado di spiegare Poi però arriva la distinzione, quasi gerarchica, tra “comi-
la differenza tra un plagio, che copia qualcosa senza dirlo, cità”, “umorismo” e “ironia”.
e una parodia, che si riferisce, apertamente, alla fonte da Al livello più basso, la comicità, interpretata, probabilmente
prendere in giro. mutuando Filippo Masci nella sua “Psicologia del comico”,
Mi stupisce leggere che Pirandello, alla fine, conquistasse come «umorismo incosciente». Comico, quindi, come “per-
il titolo di umorista, attribuitogli da personaggi come Dino cezione del contrario”. La coscienza, il “sentimento” del
Provenzal e Filippo Tommaso Marinetti; ne ricavo che contrario, Pirandello la identifica con l’”umorismo”, che tut-
quella gente non sapeva ridere. tavia è ritenuto un livello non ancora assimilabile all’”iro-
Ma forse era tutta la cultura dell’epoca, ancora satura di nia”, considerata, questa, secondo le categorie idealistiche
idealismo, che non sapeva prendersi in giro, e non rideva, hegeliane: “L’Io, sola realtà vera, spiegava l’Hegel, può
se non per cose sciocche: risus abundat in ore stultorum. sorridere della vana parvenza dell’universo: come la pone,
Ci sono voluti olocausti, cadute degli dei, ideologie distrutte, può anche annullarla; può non prender sul serio le proprie
pianti liberatori, per tornare a ridere, anche di noi stessi. creazioni. Onde l’ironia: cioè quella forza – secondo il Tieck
Pirandello, l’umorismo...

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– che permette al poeta di dominar la materia che tratta;


materia che si riduce per essa – secondo Federico Schlegel
- a una perpetua parodia, a una farsa trascendentale”.
Prima sera
A quest'ora
Per cui, in sintesi, “La sostituzione di ironismo, ironista a nel mio paese
umorismo, umorista non sarebbe quindi legittima”. l'aria si fa garrula e dolce
Devo dire che questa definizione idealista dell’ironia come tra i rintocchi della sera
autoaffermazione dell’uomo sulla natura, più paradossale A quest'ora
che ironica, personalmente, non mi fa ridere. Anzi, tende- nel mio paese
rebbe ad angosciarmi. Non so voi, ma io non rido se penso morbido
alla vana parvenza dell’universo. si scioglie
E i tre livelli descritti da Pirandello non hanno in realtà il rosso sole
molto a che fare col modello neurologico delle successive sul verde dei campi
attivazioni cerebrali, fasi che in realtà costituiscono un unico lontano
processo, in cui, quello che fa ridere, è il momento finale a quest'ora
della ricompensa, per cui comico, umoristico, ironico sono nell'infinito silenzio dei monti
in realtà una cosa sola. si perde il belato degli agnelli
Allora perché capita di sentire una battuta, e di non ridere? lontano...
Neurologicamente, è facile dire che non si è attivato il “si- lontano...
stema di ricompensa” nel mio paese
Perché mai non si è attivato? Banale dire che la ricompensa tra il giallo grano
non c’era. e i rossi papaveri
Allora, che cos’è questa ricompensa che fa ridere? correva la mia giovinezza
Potrebbe essere la sensazione che il l’incongruo, il contrario,
il rovesciamento della prospettiva, l’alternativa, l’“altro”, è L’ultimo sogno
davvero possibile? Per un attimo,
Nei manuali di retorica, si distingue tra “ironia” e “sarca- solo per un attimo
smo” ho smarrito il verde del tempo
Ricordo di avere letto in genere che il sarcasmo è “più pe- sulle trasparenze bige
sante” dell’ironia. dell’acqua di un ruscello.
Se però consideriamo l’aspetto psicologico, è importante in- Un fruscio di note
vece il giudizio che viene sotteso. come corolle di rossi papaveri
Tutte e due le figure fanno percepire l’incongruo, il contra- ha invaso la mia anima
rio. e nei pensieri dispersi
Ma nel caso del sarcasmo il giudizio è di condanna, nega- è entrato l’infinito.
tivo, spiacevole, e soprattutto rimane immanente alla situa- Percussioni di sensi smarriti
zione prospettata; la prospettiva non si rovescia; non ci sono sulle ali della fantasia:
alternative. tra le terrazze di arroccate case
La gratificazione manca. E si ride di meno. appare nebbioso il mio paese
e l’odore del grano
Nell’ironia il giudizio è benevolo, di perdono, trascende la
nella pelle.
situazione, lascia capire che il rovesciamento di prospettiva,
Un susseguirsi di versi incrociati
l’alternativa, è veramente possibile.
scivola leggero sulla carta,
Gratifica. E fa anche ridere di più.
piano nell’anima si accende
Allora, tra i due termini, il “livello inferiore” è il sarcasmo,
l’ultimo mio sogno:
e l’ironia, che riesce a farci superare, trascendere, rovesciare
non temerò l’onda che trascinerà
davvero la prospettiva, è il risultato pieno. via il logorio di tante vite,
Non a caso nelle nostre culture la trascendenza è stata sem- io sarò nell’alba e nella pioggia
pre associata alla nozione di divino: Il sarcasmo rimane al- nel vento e negli occhi di un bambino.
l’inferno; l’ironia ci porta in paradiso.
Paola Ronca de Lorenzo

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