Le proteine
Le proteine sono macromolecole che costituiscono la
maggior parte delle strutture cellulari ed extra-cellulari
• Gli enzimi
• Proteine di membrana
• Fattori di trascrizione
• Etc…
Le proteine sono polimeri lineari di piccole molecole, chiamate amminoacidi,
legate fra loro da un legame chimico detto legame peptidico
Gli amminoacidi uniti fra loro da tale legame formano la catena polipeptidica,
che diviene proteina solo quando la sua struttura tridimensionale è stabile e
funzionale (un muro NON è una casa!)
Gruppo acido -
Carbossile
Carbonio alpha
Ha le sue 4 valenze
legate a 4 atomi/gruppi
di atomi differenti, ciò le Parte variabile, catena laterale, residuo,
rende asimmetrico e radicale, gruppo R
porta alla formazione di
due isomeri ottici il D ed L Il gruppo R differenzia gli amminoacidi e
concede loro le proprietà fisico-chimiche
Spiccata idrofobia, proteine membrana
Spiccata idrofilia
In particolare:
Serotonina Dopamina
Noradrenalina
Adrenalina GABA
Il legame peptidico
Il legame peptidico è un legame covalente, molto resistente che si origina fra il
gruppo amminico di un amminoacido ed il gruppo carbossilico
dell’amminoacido che lo precede, con l’eliminazione di una molecola
d’acqua.
Nel legame peptidico C-N sono molto più vicini che in una qualsiasi altra
tipologia di legame C-N, ciò rende il legame molto robusto e gli concede un
carattere parziale di doppio legame, eliminando funzioni rotazionali.
Tuttavia un legame così stabile può creare problemi per l’assorbimento dei
singoli amminoacidi, per tale ragione gli organismi sono dotati di proteasi come
la pepsina e la tripsina (proteine enzimatiche) che tagliano il legame peptidico
alle normali condizioni di temperatura
Il legame peptidico forma i polipeptidi
Lo scheletro assile è a sua volta coperto dai vari gruppi R di ogni amminoacido
che sporgono più o meno a seconda della loro lunghezza e che concedono
alla catena le sue proprietà fisico-chimiche
Denominata
Foglietti Beta-planari
Elica-ansa-elica
Chiusura lampo di
leucine
I «motivi» delle proteine
Combinazioni di foglietti-beta
Beta-barile
Beta-sandwich
Le strutture terziarie
Struttura terziaria
Proteina
Le modificazioni post-traduzionali
Dopo la sintesi e la completa acquisizione dei livelli strutturali secondario e
terziario, la maggior parte delle proteine va incontro a particolari modifiche
strutturali dette modifcazioni post-traduzionali.
• Eliminare porzioni della catena polipeptidiche non più necessarie (rimuovere porzioni della
catena che inizialmente possono essere necessari per il corretto avvolgimento della
proteina, ma che in seguito possono rivelarsi superflui) – L’esempio dell’INSULINA
• Proteggere se stesse dalla attività potenzialmente pericolosa della proteina matura (ad
esempio nel caso delle cellule che creano gli enzimi in grado di scindere le proteine assunte
col cibo e che devono proteggersi dagli effetti di proteasi dei loro stessi prodotti) – pro-
enzimi inattivi
• Tagliare una sola macro-catena polipeptidica in vari frammenti, ognuno dei quali
costituisce una proteina avente una sua propria funzione – L’esempio del pro-opiomelano-
cortina (POMC)
• Eliminare porzioni della catena polipeptidiche non più necessarie (rimuovere porzioni della
catena che inizialmente possono essere necessari per il corretto avvolgimento della
proteina, ma che in seguito possono rivelarsi superflui) – L’esempio dell’INSULINA
• Proteggere se stesse dalla attività potenzialmente pericolosa della proteina matura (ad
esempio nel caso delle cellule che creano gli enzimi in grado di scindere le proteine assunte
col cibo e che devono proteggersi dagli effetti di proteasi dei loro stessi prodotti) – pro-
enzimi inattivi
• Tagliare una sola macro-catena polipeptidica in vari frammenti, ognuno dei quali
costituisce una proteina avente una sua propria funzione – L’esempio del pro-opiomelano-
cortina (POMC)
Corticotropina, stimola la
produzione dei
corticosteroidi nella
ghiandola surrenale
• Eliminare porzioni della catena polipeptidiche non più necessarie (rimuovere porzioni della
catena che inizialmente possono essere necessari per il corretto avvolgimento della
proteina, ma che in seguito possono rivelarsi superflui) – L’esempio dell’INSULINA
• Proteggere se stesse dalla attività potenzialmente pericolosa della proteina matura (ad
esempio nel caso delle cellule che creano gli enzimi in grado di scindere le proteine assunte
col cibo e che devono proteggersi dagli effetti di proteasi dei loro stessi prodotti) – pro-
enzimi inattivi
• Tagliare una sola macro-catena polipeptidica in vari frammenti, ognuno dei quali
costituisce una proteina avente una sua propria funzione – L’esempio del pro-opiomelano-
cortina (POMC)
Proteinchinasi
I complessi sopramolecolari
Spesso accade che le proteine non svolgono le loro funzioni singolarmente ma in unione
con altre proteine uguali o diverse.
L’insieme di queste proteine formano i complessi sopramolecolari.
Questi sono riconoscibili per la presenza di numerosi «motivi» e sono tenute insieme da
interazioni deboli o legami covalenti.
Ogni proteina di un complesso sopramolecolare, viene definita sub-unità.
Ciascuna sub-unità può svolgere compiti diversi.