Morfologia
Parti variabili che cambiano la loro forma (articoli, nomi, aggettivi, pronomi.
verbi)
Radice Radice
Una parola formata da radice e desinenza si chiama parola primitiva. La
radice può unirsi ad altri modificatori di significato che consentono di
creare nuove parole. Questi modificatori sono:
i suffissi che, aggiunti alla fine di una parola, formano nuove parole:
giardin-iere
i prefissi che, collocati all'inizio di una parola, danno vita a un nuovo
termine: post-partita
Gli articoli determinativi si usano per indicare qualcosa che è già stato
nominato (Ti ricordi di portarmi la collana ?), per riferirsi a qualcosa che è
individuabile con certezza (Ho comprato il libro che mi hai consigliato), con i
nomi che indicano un'intera categoria (I cani sono animali fantastici) , per
parlare di un oggetto unico e inconfondibile (Il Sole è una stella), per
descrivere un' azione che si ripete (Il giovedi vado sempre a nuoto)
L'articolo indeterminativo indica in maniera generica ciò di cui si sta
parlando. Ha solo il singolare:
per il maschile un/uno: il primo si usa davanti a sostantivi maschili inizianti
pervocale o consonante (tranne z, x, pn, ps, gn, s+consonante); il secondo
con i sostantivi che cominciano per z,x,pn, ps, gn, s+consonante) 7
per il femminile una o un' (forma apostrofata)
Tuttavia non tutti i nomi che terminano in -o sono maschili come per esempio l' autola
foto; allo stesso un sostantivo con la desinenza in a non è per forza femminili (il
problema, il tema; i nomi terminanti in -e possono essere sia maschili che femminili
(l'amore, il carcere ma anche la chiave o la notte)
I nomi cosiddetti indipendenti hanno forme completamente diverse per il
maschile e il femminile (fratello/sorella). I nomi di genere comune hanno un'unica
forma per il maschile e il femminile, distingubiile grazie agli eventuali articoli,
aggettivi: un insegnante (maschile) /un'insegnante (femminile). Anche I nomi di
genere promiscuo presentano la stessa forma, ma si distinguono con l'aggiunta
di perifrasi, ossia di espressioni che li determinano: volpe maschio/volpe femmina
Un'altra particolarità è data dai falsi cambiamenti di genere: nomi dai significati
diversi che per caso sembrano essere la forma maschile e la forma femminile di
un unico nome: porto/porta ( I due termini non hanno però alcun legame)
Alcuni nomi sono invariabili, cioè passano dal singolare al plurale, mantenendo la
stessa forma. Per capirne il numero occorrerà osservare l'articolo, l'aggettivo o il
verbo che a essi si riferiscono: la tribù/ le tribu; ho comprato una nuova radio/le
radio trasmettono sempre le solite canzoni
I nomi difettivi, invece, hanno solo il singolare o solo il plurale. I primi
comprendono nomi astratti e non numerabili (fauna o coraggio) e nomi concreti di
alimenti, malattie, mesi e metalli (riso, varicella, giugno, oro). I sostantivi che
presentano esclusivamente il plurale indicano oggetti formati da due parti
(calzoni), un insieme di cose (stoviglie) o sono termini di origine latina (nozze)
L'aggettivo
L'aggettivo è quella parte variabile del discorso che, unendosi a un nome, lo qualifica
meglio o lo determina in maniera più specifica. Proprio per questo esistono due tipi di
aggettivi:
In questo caso, l’aggettivo specifica quale qualità o caratteristica ha il soggetto, forma la parte
nominale di un predicato e si chiama aggettivo predicativo.
Anche nella funzione predicativa, l'aggettivo concorda con il nome cui si riferisce in genere e
numero.
Posizione dell'aggettivo
L'aggettivo non ha una posizione fissa ma può precedere o seguire il nome.
Esempio: Oggi è una giornata noiosa.
Oggi è una noiosa giornata.
Qualche volta a secondo della posizione lo stesso aggettivo assume una sfumatura
di significato diverso.
aggettivi con due forme (interessante,si usa con nomi di genere maschile
e femminile singolare; interessanti si usa con nomi maschili e femminili
plurali )
– il grado superlativo esprime una qualità al suo massimo grado. Esso può essere:
assoluto: ➤ Marco è altissimo (la qualità è posseduta al livello massimo);
relativo: ➤ Marco è il più alto fra i suoi amici. / Sonia è la meno alta fra le sue amiche
(la qualità è posseduta al massimo o al minimo grado in relazione a un gruppo di
relativo: ➤ Marco è il più alto fra i suoi amici. / Sonia è la meno alta fra le sue
amiche (la qualità è posseduta al massimo o al minimo grado in relazione a un
gruppo di persone o cose).
– con l’aggiunta di arci-, extra-, iper-, sovra-, stra-, super-, ultra- all’aggettivo
arcifamoso, iperprotettivo, stravecchio;
-con la ripetizione dell’aggettivo – buono buono, grande grande;
Gli aggettivi dimostrativi si mettono sempre prima del nome e non hanno mai
davanti l’articolo.
Aggettivi identificativi indicano l'uguaglianza di un elemento con un altro. Essi sono:
medesimo medesimi medesima medesime.
Esempio: Due uomini indossavano una camicia dello stesso colore.(il colore della
camicia di un uomo è uguale a quella dell'altro uomo).
Aggettivi indefiniti danno indicazioni generiche, cioè non precise, riguardo alla
quantità o alla qualità di qualcuno o di qualcosa,hanno la indeterminatezza. Essi sono
Ogni; qualsivoglia; ciascuno; nessuno/nessuna; qualche; alcuno/alcuna/alcuni
alcune; certo/certa/certi/certe; tale/tali; altro/ altra/altri/altre; molto/molta
molti/molte; tanto/tanta/tanti/tante; tuto/tutta/tutti/tutte
Aggettivi numerali danno indicazione numeriche sulla quantità o l'ordine del nome
a cui si riferiscono. Sono di due tipi:
numerali cardinali sono quelli che chiamiamo di solito “numeri”( uno, due, tre,
quattro, cinque, sei, sette….)
Sono tutti invariabili eccetto:
I numerali ordinali sono variabili nel genere e nel numero e si comportano come
gli aggettivi qualificativi della prima classe ( maschile singolare = primo; maschile
plurale = primi ; femminile singolare = prima; femminile plurale = prime)
I primi dieci hanno forme particolari : primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto,
settimo, ottavo, nono, decimo.
Gli altri si formano aggiungendo il suffisso esimo al numerale cardinale
corrispondente.