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L'Autore e la sua produzione sàenti/ica
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Albany 1980); Introduzione a Aristotele, Laterza, Bari 1974 (1986 4),
tradotta in spagnolo da V. Bazterrica (Herder, Barcelona 1985).
Per la collana «Filosofi antichi» dell'Editore Loffredo ha tradotto
La Metafisica, 2 voll., Napoli 1968 (19782 ), con un'ampia introdu-
zione e un commentario storico-filosofico, il primo sistematico in
lingua italiana (la traduzione senza commentario è stata edita anche
presso Rusconi, Milano 1978; 19842 ). Nel 1974, per la medesima
collana dell'Editore Loffredo, ha curato la prima traduzione italiana
del Trattato sul Cosmo per Alessandro, con testo greco a fronte, in-
troduzione e commentario sistematico, suggerendo, sulla base di
nuovi argomenti e documenti, l'ipotesi di lavoro che l'opera possa
appartenere ad Aristotele, o comunque al primo Peripato.
Nell'ambito della filosofia postaristotelica ha approfondito un mo-
mento particolarmente importante della storia del Peripato nel vo-
lume Teofrasto e ia sua aporetica metafisica, La Scuola, Brescia
1964, opera che contiene anche la traduzione (la prima in lingua
italiana) della Metafisica di Teofrasto, con commentario (l'opera è
stata integralmente tradotta da J. Catan ed è stata in parte già' edita
in appendice al Concetto di filosofia prima, come è stato fatto anche
nella quarta edizione italiana di quest'opera). Ha inoltre ristudiato
a fondo la figura di Pirrone in un saggio dal titolo: Ipotesi per una
rilettura della filosofia di Pirrooe di Elide (in AA.VV., Lo scetticismo
antico, Bibliopolis, Napoli 1981, pp. 243-336).
Nell'ambito della filosofia dell'età imperiale si è occupato di Filone
di Alessandria, oltre che con ricerche specifiche, promuovendo la
prima traduzione italiana sistematica di tutti i trattati del commen-
tario allegorico alla Bibbia, pubblicati presso l'editore Rusconi, Mi-
lano 1978-1988 in vari volumi.
Ha curato altresì l'Introduzione, le Prefazioni e le Parafrasi a tutto
quanto ci è pervenuto di Epitteto (nel volume Epitteto, Diatribe,
Manuale, Frammenti, Rusconi, Milano 1982).
Ha pubblicato una monografia su Proclo dal titolo L'estremo mes-
saggio spirituale del mondo antico nel pensiero metafisica e teurgico
di Proclo, edita come saggio introduttivo in: Proclo, I Manuali, Ru-
sconi, Milano 1985 (pp. v-ecxxm).
Inoltre, insieme a Dario Antiseri ha firmato una vasta sintesi in tre
volumi: Il pensiero occzdentale dalle origini ad oggi, La Scuola, Bre-
scia 1983, opera già più volte riedita e già tradotta in spagnolo da
].A. Iglesias per l'editrice Herder (Barcelona 1988).
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GIOVANNI REALE
STORIA DELLA
FILOSOFIA ANTICA
Il. PLATONE E ARISTOTELE
Sesta edizione
_ ~~ VITA E PENSIERO
~ Pubblicazioni della Università Cattolica
1r Milano 1988
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Prima edizione: ottobre 1975
Seconda edizione: gennaio 1976
Terza edizione: gennaio 1979
Quarta edizione: ottobre 1981
Ristampa della quarta edizione: marzo 1984
Quinta edizione (con rifacimento della pri-
ma parte e con nuova veste grafico-edito-
riale): gennaio 1987
Sesta edizione: settembre 1988
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SOMMARIO
Avvertenza XIII
Parte prima
PLATONE E LA SCOPERTA DELLA CAUSA SOPRASENSIBILE
LA « SECONDA NAVIGAZIONE »
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VI SOMMARIO
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SOMMARIO VII
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VIII SOMMARIO
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SOMMARIO IX
Parte seconda
ARISTOTELE E LA SISTEMAZIONE DEL SAPERE FILOSOFICO
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x SOMMARIO
I. La metafisica 403
l. Concetto e caratteristiche della metafisica - 2. Le quat-
tro cause - 3. L'essere e i suoi significati e il senso della
formula « essere in quanto essere » - 4. La tavola aristote-
lica dei significati dell'essere e la sua struttura - 5. Precisa-
zioni sui significati dell'essere - 6. La questione della so-
stanza in generale - 7. La questione della « ousia » in gene-
rale: la forma, la materia, iJ ·sinolo e le note definitorie
del concetto di sostanza - 8. La « forma » aristotelica non
è l'universale - 9. L'atto e la potenza - 10. Dimostrazione
dell'esistenza della sostanza soprasensibile - 11. Natura del
Motore Immobile - 12. Unità e molteplicità del Divino
13. Dio e il mondo
n. La fisica 451
l. Caratterizzazione della fisica aristotelica - 2. Il muta-
mento e il movimento - 3. Lo spazio e il vuoto - 4. Il
tempo - 5. L'infinito - 6. La « quinta essenza» e la divi-
sione del mondo sublunare e celeste
m. La psicologia 466
l. Il concetto aristotelico dell'anima - 2. ,La tripartiziOne
dell'anima - 3. L'anima vegetativa - 4. L'anima sensitiva -
5. L'anima razionale
I. L'etica 489
l. Rapporti fra etica e politica - 2. Il bene supremo del-
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SOMMARIO XI
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XII SOMMARIO
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A mia moglie Paola
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AWERTENZA
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XVI AVVERTENZA
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AVVERTENZA XVII
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XVIII AVVERTENZA
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AVVERTENZA XIX
tualismo delle humanae litterae (di cui Platone era stato eretto ad em-
blema) e il naturalismo della scienza (di cui Aristotele era stato eretto
a simbolo). Vedremo, invece, che Aristotele fu l'unico dei pensatori vi-
cini a Platone che sviluppò - almeno in parte - la sua «seconda navi-
gazione» e addirittura la portò innanzi per un certo tratto. Naturalmen-
te, la nuova interpretazione di Platone implicherebbe ulteriori sviluppi
e approfondimenti dei rapporti fra il sistema aristotelico e quello plato-
nico, che però non possono essere /atti in una sintesi come questa no-
stra, in quanto riguarderebbero la comprensione delle polemiche di
Aristotele contro Platone e le precise radici di dottrine aristoteliche nel-
le «Dottrine non scritte» di Platone. D'altra parte, l'interpretazione si-
stematico-unitaria di Aristotele che abbiamo sempre sostenuto conver-
ge in maniera paradigmatica con la nuova interpretazione sistematico-
unitaria di Platone, e per questo abbiamo ritenuto inutili ulteriori mo-
difiche e aggiunte.
La lettura sistematico-unitaria delle opere esoteriche di Aristotele
(le uniche pervenutecz), dopo essere stata contestata a partire da/1923,
è ormai tornata a reimporsi non solo come lecita, ma come l'unica pos-
sibile, per le ragioni che avremo modo di ribadire. In chiave unitaria e
sistematica rileggeremo dunque Aristotele, e scenderemo anche all'ana-
lisi di alcuni punti dottrinali particolarz~ che solitamente si riservano
alle trattazioni monogra/iche, perché solo in questo modo possono
emergere i due segni distintivi del suo pensiero, vale a dire il modo in
cui egli cerca di superare e inverare le istanze socratico-platoniche e il
modo in cui crea il sistema del sapere filosofico, anche formalmente.
Ricordiamo, infine, che per la maturazione delle tesi su Aristotele
sostenute in questo volume è stato per noi decisivo il volume Il concet-
to di filosofia prima e l'unità della Metafisica di Aristotele, Vita e
Pensiero, Milano 1961 (1985 4; traduzione inglese di]. Catan, State
University o/ New York Press, Albany 1980) e il lavoro di traduzione
e di commento della Metafisica di Aristotele (2 voli., Loffredo, Napoli
1968, 19782).
Segnaliamo allettare interessato altresì due opere sul pensiero dello
Stagirita che abbiamo pubblicato e che possono essere un complemento
di questa sintesi. Per la collana «l Filoso/i» dell'editore Laterza abbia-
mo pubblicato una Introduzione a Aristotele (Bari 1974; 19864; tradu-
zione spagnola di V. Bazterrica, Editoria! Herder, Barcelona 1985),
che, se riprende (per solito in modo ristretto) parti di questa Storia, per
altro verso offre una serie di integrazioni sulla formazione di Aristotele,
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xx AVVERTENZA
***
GIOVANNI REALE
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PLATONE E ARISTOTELE
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È questo il celebre <<Mosaico dei fUosofi>> conservato al Museo Nazionale di
Napoli, copia romana del I secolo d.C. di un originale greco. K. Gaiser ha
dimostrato che raffigura l'Accademia e che Platone è la terza figura partendo
da sinistra, mentre Aristotele è la settima. Si veda il volume: Das Philosophen-
mosazk in Neapel. Eine Darstellung der platonischen Akademie, Heidelberg
1980, e il breve saggio riassuntivo: Il Mosaico dei Filosofi di Napoli: una raffigu-
razione dell'Accademia platonica, Firenze, L. Olschki, 1981.
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PARTE PRIMA
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SEZIONE PRIMA
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n A A T N o
AnAN T A T A ~n Z O M E N A·
p L A T o N I s
opera qua: cxtant omnta.
E X N OV A I O AN N l S S E R R AN l I N-
tc:rpretatiÒne, perpetuis eìufdé notis illuflrata: qui bus & metho-
dus &: dodrinz fumma breuiter & perfpicuè indicacur.
E 1 r s D B .x AniiDIII/ionu in quofd..mfo4 iUius intn-f"'etationu locos.
H1 H I. ST1 P HAN1 dcquorundamlocoruminterprctationeii.t-
r.J ;dicium,&' multorum contcxtus Grzci emendatio.
~ V S,
EXC VD E B AT
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H E l': R. S T E P H A
I. LA MEDIAZIONE TENTATA DA PLATONE FRA« SCRITTURA»
E « ORALITÀ » E IL RAPPORTO STRUTTURALE FRA « SCRIT-
TO » E « NON SCRITTO »
' Platone nacque ad Atene nel 427 a. C. Il suo vero nome fu Ari·
stocle (dal nome del nonno), e Platone fu un soprannome. Diogene Laer-
zio 111, 4 ci riferisce: « Aristone lottatore argivo fu il suo maestro di gin-
nastica, da cui ricevette il nome di Platone per il suo vigore fisico; prima
si chiamava Aristocle dal nome del nonno, come dice Alessandro nella
Successione dei filosofi. Sostengono altri che egli prese il nome di Platone
per l'ampiezza del suo stile; o perché era vasta la sua fronte, come dice
Neante ». (Si ricordi che, in greco, rt"ì..ci-.oc; significa ampiezza, larghezza,
estensione, e da questo termine deriva appunto Platone). Il padre vantava
fra i suoi antenati il re Codro, la madre vantava una parentela con Solone.
E quindi ovvio che Platone vedesse, fin da giovane, nella vita politica il
proprio ideale: la nascita, l'intelligenza e le attitudini personali, tutto lo
spingeva in quella direzione. E questo un dato biografico, anzi esisten-
ziale, assolutamente essenziale, che inciderà, e a fondo, nella sostanza stes-
sa del suo pensiero.
Aristotele (Metafisica, A 6) ci riferisce che Platone fu dapprima di-
scepolo dell'eracliteo Cratilo e poi di Socrate (l'incontro di Platone con
Socrate avvenne probabilmente attorno ai vent'anni). E certo, però, che
Platone frequentò Socrate, dapprima, con lo stesso intento con cui lo fre-
quentò la maggior parte degli altri giovani, cioè non per fare della filosofia
lo scopo della propria vita, ma per meglio prepararsi, attraverso la filo-
sofia, alla vita politica. Gli eventi indirizzarono poi in altro senso la vita
di Platone.
Un primo contatto diretto con la vita politica Platone dovette avere
nel 404-403, quando l'aristocrazia prese il potere e due dei suoi congiunti,
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8 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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«SCRITTURA • E « ORALITÀ • SECONDO PLATONE 9
Nel 367 Platone si recò una seconda volta in Sicilia. Era morto Dio-
nigi 1 e gli era succeduto il figlio Dionigi II, che, a dire di Dione, ben più
del padre avrebbe potuto favorire i disegni di Platone. Ma Dionigi n si
rivelò della stessa risma del padre. Esiliò Dione, accusandolo di tramare
contro di lui, e trattenne Platone quasi come un prigioniero. Solo perché
impegnato in una guerra, Dionigi lasciò, infine, che Platoll<! ritornasse ad
Atene.
Nel 361 Platone si recò una terza volta in Sicilia. Ritornato ad Ate-
ne, vi trovò Dione che ivi si era rifugiato, il quale lo convinse ad acco-
gliere un nuovo pressante invito di Dionigi (che rivoleva a corte il filo-
sofo al fine di completare la propria preparazione filosofica), sperando che,
in tal modo, Dionigi avrebbe riammesso anche lui a Siracusa. Ma fu un
grave errore credere nei mutati sentimenti di Dionigi. Platone avrebbe ri-
schiato certamente molto, se non fossero intervenuti Archita e i Taran-
tini a sal vario. (Dione riuscirà, nel 357, a prendere il potere in Siracusa, ma
per non molto: fu infatti ucciso nel 353).
Nel 360 Platone ritornò ad Atene e vi rimase alla direzione dell'Ac-
cademia, fino alla morte, avvenuta nel 347 a.C.
Gli scritti di Platone ci sono pervenuti nella loro completezza. L'ordi-
namento che ad essi è stato dato (opera che è stata portata a termine dal
grammatico Trasillo, ma iniziata già prima di lui) è basato sul contenuto
degli scritti medesimi. I trentasei scritti sono stati suddivisi nelle se-
guenti nove tetralogie:
1: Eutifrone, Apologia di Socrate, Critone, Fedone;
II: Cratilo, Teeteto, Sofista, Politico;
III: Parmenide, Filebo, Simposio, Fedro;
IV: Alcibiade I, Alcibiade II, Ipparco, Amanti;
v: Teagete, Carmide, Lachete, Liside;
VI: Eutidemo, Protagora, Gorgia, Menone;
vu: Ippia minore, Ippia maggiore, Ione, Menesseno;
VIII: Clitofonte, Repubblica, Timeo, Crizia;
IX: Minosse, Leggi, Epinomide, Lettere.
Ricordiamo, infine, che la paginatura dei vari dialoghi cui tutti gli
studiosi si rifanno è quella dell'edizione cinquecentesca dello Stephanus,
che viene riprodotta in margine, in tutte le edizioni e traduzioni moderne.
Per evitare appesantimenti, nel corso dell'esposizione citeremo per
lo più solo opere esplicitamente chiamate in causa, mentre forniremo una
ricca e articolata bibliografia nel volume v, s.v.; preghiamo il lettore di
prenderne visione adeguata.
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10 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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« SCRITTURA » E « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 11
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12 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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«SCRITTURA» E « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 13
inoltre: C.J. de Vogel, Rethinking Plato and Platanism, Leiden 1986. Tut-
ta la bibliografia sul tema si trova in Kriimer, Platone ... , pp. 418 sgg.
Fra gli studiosi che hanno in diversi modi contribuito ad una arti-
colazione del modello dell'interpretazione tradizionale, tre meritano una
particolare menzione: D. Ross, Plato's Theory of Ideas, Oxford 1951
(1953'); Ph. Merlan, From Platonism to Neoplatonism, The Hague 1953
(1968'; rist. 1975) e Idem, numerosi articoli ora raccolti in: Kleine phi-
losophische Schriften, Hildesheim-New York 1976; C. ]. De Vogel, nu-
merosi saggi ora raccolti in: Philosophia. Part 1: Studies in Greek Phi-
losophy, Van Gorcum, Assen 1970, pp. 153-292. Si tratta di opere da ri-
leggere con molta attenzione; alla luce del nuovo paradigma risultano
particolarmente interessanti.
Un particolare rilievo meritano, a nostro avviso, gli ultimi saggi su
Platone pubblicati da H. G. Gadamer, e in particolare: Platons un-
geschriebene Dialektik, in AA.VV., Idee und Zahl. Studien zur platonischen
Philosophie, Heidelberg 1968, pp. 121-147, più volte riedito, e ora an-
che tradotto in italiano: H. G. Gadamer, Studi platonici, 2 voli., Mariet-
ti, Casale Monferrato 1983/84 (a cura di G. Moretto , vol. 2, pp. 121-147
(questi due volumi contengono tutti gli scritti di Gadamer su Platone).
Ricordiamo, infine, che la numerazione dei Testimonia Platonica
che riporteremo è quella ormai classica di Gaiser; accanto a questa cite-
remo, però, anche quella di Kriimer, che si trova in Platone ... , pp. 358 sgg.,
che a fronte dei testi greci riporta anche la nostra traduzione.
' Di F. Schleiermacher si vedrà soprattutto l'Einleitung alla gran-
diosa serie di traduzioni delle opere di Platone (1804 sgg.), che oggi si
può trovare ripubblicata anche in K. Gaiser (curatore), Zehn Beitriige zum
Platonverstiindnis, Hildesheim 1969, pp. 1-32. Per la comprensione di
questa Einleitung sono fondamentali le pagine di Kriimer, Platone ... ,
pp. 33-149 e Reale, Platone ... , pp. 71-87 e passim. Ricordiamo che la te-
si di Schleiermacher costituisce un vero rr.odello ermeneutico solo nella
misura in cui prospetta e difende in maniera sistematica l'autarchia degli
scritti platonici; tutto il resto rientra, invece, nella complessa articolazione
di questo modello, che nell'età moderna ha avuto una grande quantità di
complesse varianti, pur rimanendo sempre fisso il punto dell'autarchia degli
scritti. Ricordiamo ancora che le molte critiche fatte (nel corso dell'800
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«SCRITTURA» E « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 15
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16 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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« SCRITTURA» E « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 17
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18 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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«SCRITTURA» E « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 19
3. L e aut o t es t i m o n i a n z e c o n t e n u t e n e l-
la «Lettera VII»
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20 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
Siracusa, che aveva insistito per farlo ritornare alla sua cor-
te, appunto per .apprendere da lui la filosofia. Orbene, Dio-
nigi, dopo aver ascoltato una sola lezione orale di Platone,
ritenne di poter mettere per iscritto addirittura ciò che ri-
guarda « le cose più grandi », ossia proprio quelle cose in-
torno alle quali Platone negava fermamente la convenienza
e l'utilità dello scritto, per le ragioni che esse richiedono
una serie di discussioni fatte con costanza e in stretta comu-
nione fra chi insegna e chi impara; ed è proprio attraverso
questa costante applicazione e comunione di ricerca e di vi-
ta che si perviene alla verità, che, come scintilla, si accende
nell'anima, e poi da sé si alimenta. Scrivere su queste cose,
che sono appunto « le più grandi », non serve, perché quei
pochi che ne potrebbero trarre vantaggi sono capaci da soli
di trovare il vero, appunto nella comunione di vita e di ri-
cerca, con brevi indicazioni date a loro; anzi, risulta assai
dannoso per le reazioni che provocherebbe in moltissimi uo-
mini, i quali non capirebbero quelle cose e le deriderebbero
e disprezzerebbero, oppure si riempirebbero di presunzione,
credendo di aver capito ciò che non sono in grado in alcun
modo di capire.
c) Per far meglio comprendere queste ragioni, Platone
si richiama ad alcuni argomenti gnoseologici di fondo, al fi-
ne di dimostrare quanto sia complessa la via che porta alla
verità, e come, di conseguenza, i più si perdano per questa
via, in vario modo. So"Iamente quei pochi che posseggono
una buona natura possono percorrere questa via in tutti i
sensi e giungere alla conoscenza « di ciò che ha buona na-
tura ». Ma, per gli uomini che hanno questa natura affine
alle cose che si ricercano, lo scritto non è necessario; men-
tre, per gli altri uomini che non hanno « buona natura », è
del tutto inutile scrivere su cose che sono superiori alle lo-
ro capacità, perché nemmeno Linceo, a uomini di questo ti-
po, saprebbe infondere la vista.
d) In conclusione, chi ha preteso di scrivere su quelle
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« SCRITTURA» E « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 21
cose più alte, ossia sui « Principi primi e supremi della real-
tà », come ha cercato di fare Dionigi (e altri come lui), non
lo ha fatto per buone ragioni, ma solo per cattivi scopi.
Ecco alcuni dei passi più significativi dell'excursus del-
la Lettera VII, i quali impongono veramente un modello
del tutto particolare per rileggere Platone:
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22 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
[ ... ] non c'è pericolo che uno dimentichi queste cose, una
volta che siano state ben comprese d:tll'anima, dato che si ridu-
cono a brevissime proposizioni (È'V ~paxu't'ci't'oLc;) 16 •
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« SCRITTURA » B « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 2.3
4. I t r a t t i e s s e n z i a l i d e Il e « D o t t r i n e
non scritte» di Platone pervenutici
attraverso la tradizione indiretta
23 B = Kramer, 3 ).
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24 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
Kramer, 1).
21 Lettera VII, 340 b-d; 341 c-e; 344 d
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«SCRITTURA» E « ORALITA » SECONDO PLATONE 25
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26 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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28 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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«SCRITTURA» E « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 29
6. S i g n i f i c a t o , p o r t a t ;1 e finalità de-
gli scritti platonici
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30 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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« SCRITTURA» E « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 31
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32 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
tive sono raccolte in Kramer, Platone ... , Appendice Il, pp. 358 ss. (sotto
il titolo: «I rimandi degli scritti platonici al "non scritto"»), con testo
greco e mia traduzione a fronte. Cfr. anche Reale, Platone .. , passim.
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«SCRITTURA» E « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 33
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34 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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«SCRITTURA» E « ORALITÀ » SECONDO PLATONE 35
,. ti. esattamente quello che, sulla via aperta dalla Scuola di Tubinga,
abbiamo fatto nel nostro Platone ... , passim.
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II. I GRANDI PROBLEMI CHE HANNO TRAVAGLIATO GLI IN-
TERPRETI DI PLATONE E LE LORO PIÙ PLAUSIBILI SOLU-
ZIONI ALLA LUCE DEI NUOVI STUDI
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I GRANDI PROBLEMI INTERPRETATIVI DI PLATONE 37
tenderlo a fondo.
Ebbene, la tradizione indiretta, nella misura in cui ci
rivela quali fossero per Platone i fondamenti supremi del
reale e ci indica i nessi che legano tutte le realtà ai Prin-
cipi supremi, colma in buona parte questa lacuna che i
dialoghi presentano, e quindi aiuta a risolvere l'enigma. In
effetti, da quanto si ricava dalle testimonianze che ci sono
pervenute, non c'è dubbio che Platone mirasse a presenta-
re un sistema, atto ad abbracciare il reale nella sua interez-
za e nelle sue parti essenziali. E, per quanto queste testi-
monianze risultino incomplete e molto sintetiche, esse ci
permettono, tuttavia, di ricostruire i tratti essenziali e i
nessi strutturali di tale sistema. Ma, poiché questa scoperta
rende di colpo obsoleta tutta una serie di interpretazioni che
sono state date di Platone (e in modo particolare quelle in
chiavi scetticheggianti, problematicistiche, esistenzialistiche
e antimetafisiche), è necessario precisare in quale senso vada
inteso il termine « sistema » riferito al pensiero di Plato-
ne. Non bisogna intenderlo in senso hegeliano o neoideali-
stico, bensì in quel senso che, fin dalle sue origini, con i
Presocratici la filosofia greca ha rivelato come tratto defini-
torio e come connotato essenziale del pensiero filosofico.
Spiegare significa uni-ficare, in funzione di concetti~base, che
implicano uno strutturale legame fra di loro, e che fanno
capo ad un concetto supremo che li ingloba. Dunque, « siste-
ma » è una organica connessione di concetti, in funzione di
un concetto-chiave (o di alcuni concetti-chiave). E, natural-
mente, inteso in questo modo, il « sistema » non ha nulla
a che vedere con irrigid~menti sistematistici e chiusure dog-
matiche, ma si presenta come un progetto dell'asse por-
tante principale delle ricerche e degli assi portanti connessi
e delle loro implicanze 2 •
' Si veda, per avere un'idea di come la questione del « sistema » sia
m generale fraintesa, E. N. Tigerstedt, lnterpreting Plato, Uppsala 1977
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38 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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I GRANDI PROBLEMI INTERPRETATIVI DI PLATONE 39
2. L a q u e s t i o n e d e Il ' i r o n i a e d e Il a s u a
funzione nei dialoghi platonici
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40 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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I GRANDI PROBLEMI INTERPRETATIVI DI PLATONE 41
7 K. Jaspers, Die grossen Philosophen, Miinchen 1957, pp. 267 sg. (tra-
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42 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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I GRANDI PROBLEJdi INTERPRETATIVI DI PLATONE 43
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44 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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I GRANDI PROBLEMI INTERPRETATIVI DI PLATONE 45
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46 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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I GRANDI PROBLEMI INTERPRETATIVI DI PLATONE 47
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48 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
" Hegel, Vorlesungen iiber die Geschichte der Philosophie, cit., pp.
188 sg. ( trad. i t., ci t., pp. 171 sg.).
" Cfr. W. Hirsch, Platons Weg zum Mythos, Berlin 1971.
" Si veda la bibliografia nel volume v, s. v.
" Fedone, 67 b-e; 68 a; 114 c.
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I GRANDI PROBLEMI INTERPRETATIVI DI PLATONE 49
nel mito. Alla forza della « fede » che si esplica nel mito,
Platone affida, talora, il compito di trasportare e di elevare
lo spirito umano in ambiti e sfere di superiori visioni, aUe
quali la pura ragione dialettica, da sola, fatica ad accedere,
ma delle quali può tuttavia prendere mediatamente possesso;
talaltra, invece, Platone affida alla forza del mito il compi-
to, quando la ragione sia giunta ai suoi limiti estremi, di su-
perare intuitivamente questi limiti e cosl di coronare e com-
pletare questo sforzo della ragione, elevando lo spirito ad
una visione o almeno ad una tensione trascendente.
E alle razionalistiche negazioni del valore del mito usa-
to in questo senso, ecco che cosa espressamente risponde
Platone, rivolgendosi a Callide e ai campioni della sofistica
iper-razionalistica:
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50 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
16 Pedone, 114 d.
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I GRANDI PROBLE~I INTERPRETATIVI DI PLATONE 51
" Cfr. Timeo, 29 b-e. Si veda Reale, Platone ... , pp. 519-521.
" Timeo, 29 c-d.
" Gaiser, Platone come scrittore ... , p. 44; su questo carattere del mito
cfr. Pedone, 114 d (vedi il testo sopra riportato); Leggi, x, 903 b.
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52 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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I GRANDI PROBLE~I INTERPRETATIVI DI PLATONE 53
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54 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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I GRANDI PROBLEMI INTERPRETATIVI DI PLATONE 55
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Busto di Platone, il cui modello originario risale al IV secolo a.C. (si presume
allo scultore Silanione), di cui ci sono pervenute numerose copie.
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SEZIONE SECONDA
LA COMPONENTE METAFISICO-DIALETTICA
DEL PENSIERO PLATONICO
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P H A E D O. ~9
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~- 'IZlrou~'tf ~moç1u '1111::4 'r-r"' A imlpridemh:rcofT;u.ut apud McgJren:;.,
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r;vu,Ei,wl il~meJr&f,.W..U ~ v.J,M.m.t!),~ neddaca: mfi 1ufitus & pra:clanus tudtcat-
- .11'...-1 ' • Ìi.r.. 1 4 , ' - fem,easp<rn:uquascdtxent CJuttas,luc-
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'JOd Jri 701 ~ ~~~ urf ò~ 'C14 r6Jy., ~ ~= num. ~òd fi qut5 d1cat, mc~ n~h h.1bc·
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ca.M.ct•x-r, ~ctr 01~ T !W m•,r '"' ~oc,tli'IU qua: mihi vifafuerint, vcrum fanè d1cac.
J.U•,ti>-.JtOfo ,M' >-.6-pr ~s ~~ ~~m WDJcf Nihilominus t.1mcn fiquis affirmarir,pro•
.t 'lfld.~ fPTt~rÙ ~7/c.> ~· où -ri'r,JCEA ptcr hzc mc &cere quz &coo , & haucnus
1 ',e' ~.~ ·-~ ':tL""..!.p'-.:_·,.1- -~ mcntc&imclligenciafaccre,nonvcròO.
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C.:llllz qL.J"1- ~IUIII.l"'
Questa foto riproduce gran parre della pagina del Pedone contenente la celebre
metafora della «seconda navigazione» (il punto cardine del platonismo). È trat-
ta dalla celebre edizione di H. Stephanus del 1578, la cui paginatura e la cui
paragrafatura (indicata al centro della colonna che divide il testo greco dalla
traduzione latina) vengono riprodotte in tutte le edizioni moderne come punto
di riferimento. (Si veda il frontespizio di questa edizione a p. 6).
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l. LA « SECONDA NAVIGAZIONE» COME PASSAGGIO DALLA
RICERCA FISICA DEI PRESOCRATICI AL PIANO METAFISICO
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60 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA « SECONDA NAVIGAZIONE » 61
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62 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA « SECONDA NAVIGAZIONE » 6}
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64 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
in cui Platone l'ha usata, noi l'abbiamo assunta come chiave di volta per
l'interpretazione del pensiero di Platone, e anche del prima e del dopo
Platone, è stata da numerosi critici molto apprezzata. In genere è stata
ben compresa, con la sola eccezione (finora) di A. A. Long, il quale scri-
ve: <<R. thinks that Plato's deuteros plous is 'second' and superior to
the method of the phisikoi, exemplified by Anaxagoras; but that cannot
be righ (cf. W. J. Goodrich, CR 17 (1093), 383). Nor does it, as such,
consist in the ' scoperta del soprasensibile e delle Idee ' ( ... ) but in
Ù7to4tÉtJ.EVo<; hci:crn't'E Myov 8v /lv xp{vw ÈppW!J.EVÉO''t'ct.'t'OV Elva.~ (Phd.
100 a)» (<< The Classica! Review » 32 [1982], p. 40). Ma Long è in er-
rore, perché proprio la frase che cita dice quello che dico io: infatti le
<< ipotesi >> di cui parla questo testo sono esattamente quelle che introdu-
cono le Idee, e quindi il metasensibile, come, del resto, l'intero Pedone
conferma, e come i testi che riportiamo comprovano in maniera chiaris-
sima e fuori da ogni dubbio. Veda il lettore le analisi che abbiamo pre-
sentato in Platone ... , pp. 147-167 (si veda anche la nostra precedente
traduzione con commento del Pedone, Editrice La Scuola, Brescia [ 1970;
1986'"], passim).
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LA « SECONDA NAVIGAZIONE » 65
5 Pedone, 99 d-100 a.
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66 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA « SECONDA NAVIGAZIONE » 67
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68 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA «SECONDA NAVIGAZIONE» 69
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70 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA «SECONDA NAVIGAZIONE» 71
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72 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA « SECONDA NAVIGAZIONE » 73
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II. LA TEORIA PLATONICA DELLE IDEE E ALCUNI PROBLEMI
AD ESSA CONNESSI
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LA TEORIA DELLE IDEE 75
' Sulla dottrina delle Idee, per quanto concerne la sua genesi e il
suo significato filosofico, la letteratura critica è assai cospicua. La si ve-
drà nel volume v, s. v.
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76 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA TEORIA DELLE IDEE 77
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78 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
2. I caratteri metafisico-ontologici
delle Idee
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LA TEORIA DELLE IDEE 79
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80 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
- È chiaro.
- E che cosa diremo, o Simmia, di quest'altra questione?
Diciamo noi che il Giusto è qualcosa per se stesso, oppure no?
Sì, lo diciamo, per Zeus!
E, similmente, anche il Bello e il Buono?
E come no?
E hai mai visto qualcuna di queste cose con gli occhi?
No, affatto, rispose.
E le hai mai colte, forse, con altro senso del corpo?
Non parlo solo delle cose nominate sopra, ma anche della Gran-
dezza, della Salute, della Forza, e, in una parola, di tutte le al-
tre cose nella loro essenza, ossia di ciò che ciascuna di quelle
cose è veramente. Ebbene: forse che si conosce ciò che in esse
c'è di più vero mediante il corpo, o, viceversa, solamente chi di
noi è preparato a considerare con la sola mente ciascuna cosa di
cui fa ricerca, solamente costui può avvicinarsi maggiormente
alla conoscenza di ciascuna di queste cose?
- Certamente.
- E non è forse vero che potrà fare questo nella maniera
più pura colui il quale, per quanto è possibile, si accosta a
ciascuna realtà con la ragione stessa senza appoggiarsi nel suo
ragionare alla vista e, senza prendere a compagno del pensiero
alcun altro senso del corpo e valendosi della pura ragione in sé
e per sé, cerca di raggiungere ciascuno degli esseri nella sua
purezza in sé e per sé, separandosi il più possibile dagli occhi e
dagli orecchi e, in una parola, da tutto il corpo, in quanto esso
turba l'anima e non le lascia acquistare verità e sapienza, quan-
do ha comunione con essa? Non è forse costui, o Simmia, co-
lui che, più di chiunque altro, potrà attingere la verità?
- Quello che dici, o Socrate, è straordinariamente vero,
rispose Simmia 8 •
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82 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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86 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA TEORIA DELLE IDEE 87
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88 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
E anche nei passi del Pedone che abbiamo già letto nel
precedente paragrafo, questo concetto viene perfettamente
ribadito.
b) Ed ecco come la « perseità », nel senso di saldezza e
stabilità delle Idee, emerge dalla polemica contro il relativi-
smo sofistico-protagoreo (cui Platone associa anche l'oppo-
sta forma dell'Eleatismo, secondo il quale tutte le cose so-
no nel medesimo modo insieme e sempre, e quindi non so-
no differenziate oggettivamente, ma sono con-fuse insieme):
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LA TEORIA DELLE IDEE 89
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90 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA TEORIA DELLE IDEE 91
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92 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
4. I l d u a l i s m o p l a t o n i c o c o m e e s p re s -
sione della trascendenza
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LA TEORIA DELLE IDEE 93
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94 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA TEORIA DELLE IDEE 95
,. Timeo, 51 b-52 a.
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96 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA TEORIA DELLE IDEE 97
" Fedro, 247 c-e; cfr. Repubblica, VI, 509 d (vedasi Reale, Platone ...•
pp. 204 sg.).
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98 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA TEORIA DELLE IDEE 99
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100 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA TEORIA DELLE IDEE 101
,. Timeo, 68 d.
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III. LE « DOTTRINE NON SCRITTE » DEI PRINCIPI PRIMI E
SUPREMI E I GRANDI CONCETTI METAFISICI AD ESSE CON-
NESSI
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LE « DOTTRINE NON SCRITTE » 103
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104 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LE « DOTTRINE NON SCRITTE » 105
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106 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LE « DOTTRINE NON SCRITTE » 107
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108 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
• Cfr. Kriimer, Platone ... , pp. 155 sg. e i documenti a p. 156, nota 6.
10 Proclo, In Plat. Parm., pp. 38 sgg. Klibansky-Labowsky, parte
pervenutaci solo nella traduzione di Guglielmo di Moerbeke (Gaiser,
Test. Plat., 50).
11 Repubblica, vr, 509 b.
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LE << DOTTRINE NON SCRITTE » 109
" Simplicio, In Arist. Phys., p. 248, 13-16 Diels (Gaiser, Test. Plat ..
31 = Kriimer, 13).
" Si veda P. Philippson, Untersuchungen uber den griechischen
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110 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LE « DOTTRINE NON SCRITTE » 111
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112 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
l) esseri per sé
(esempi: uomo, cavallo,
Gli esseri terra, acqua, ecc.)
si 2a) opposti contrari (esem-
suddividono pi: uguale-disuguale, im-
in: 2) esseri che sono in rap- mobile-mosso, conveniente-
porto ad altro. sconveniente, ecc.)
Si suddividono in:
2b) correlativi (esempi:
grande-piccolo, alto-basso,
destro-sinistro, ecc.)
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LE « DOTTRINE NON SCRITTE » 113
30 sg. Diels (Gaiser, Test. Plat., 31 = Kramer, 13); vari passi da Divi-
siones Aristoteleae (Gaiser, Test. Plat., 43 e 44 = Kramer, 27-31).
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114 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LE « DOTTRINE NON SCRITTE » 115
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116 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LE « DOTTRINE NON SCRITTE » 117
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118 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LE « DOTTRINE NON SCRITTE » 119
5. Le reahà matematiche
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120 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LE « DOTTRINE NON SCRITTE » 121
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122 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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IV. LA METAFISICA DELLE IDEE ALLA LUCE DELLA PROTO-
LOGIA DELLE « DOTTRINE NON SCRITTE » E LE ALLUSIONI
CHE PLATONE FA ALLA DOTTRINA DEI PRINCIPI
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124 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
' Gaiser, Platone come scrittore ... , p. 89; il frammento citato di Era-
clito è in Diels-Kranz, 22 B 93.
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METAFISICA DELLE IDEE IN OTTICA PROTOLOGICA 125
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126 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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METAFISICA DELLE IDEE IN OTTICA PROTOLOGICA 127
tre cose, tu sai che per noi da questo non deriverebbe nessun
vantaggio, e così anche se possedessimo qualsiasi cosa senza il
Bene. O credi che ci sia un vantaggio ad avere ogni possesso, se
questo possesso non è buono? O che si possa intendere tutte le
altre cose senza il Bene, e non intendere per nulla il Bello e il
Bene?
- Per Zeus, io no, disse 3 •
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128 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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132 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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METAFISICA DELLE IDEE IN OTTICA PROTOLOGICA 133
E per essere capito in ciò che voleva dire con questa al-
lusione veramente emblematica, Platone ha costellato di una
serie di riferimenti all'Uno tutti i punti chiave del suo di-
scorso.
E allora diventa facile capire quel momento conclusivo
della dialettica, che consiste nel « definire » l'Idea del Be-
ne con una definizione che la « astrae » da tutte le altre
Idee (basandosi proprio su quel caratteristico non afferma-
re e non tacere, ma parlare per forti allusioni che innerva
i due passi sul Bene che abbiamo letto): il Bene è l'Uno, e
l'Uno è la Misura suprema di tutte le cose, come la tradi-
zione indiretta e anche i dialoghi successivi largamente con-
fermano 9 •
2. I l « P arme n i d e » e i l su o significa t o
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144 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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METAFISICA DELLE IDEE IN OTTICA PROTOLOGICA 145
4. L e g r a n d i t e s i m e t a f i s i c h e d e l « F i -
lebo»: la struttura bipolare del reale,
i quattro generi sommi, e la suprema
Misura come Assoluto
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V. LA DOTTRINA DEL DEMIURGO E LA COSMOLOGIA
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 153
~
oggetti dell'aritmetica
oggetti della geometria piana
piano degli enti matematici oggetti della stereometria
) oggetti dell'astronomia pura
{ oggetti della musicologia
a questo piano si riportano anche l'Anima del mondo e le anime
in generale
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154 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
2 Su questo problema si veda Kriim~r, Platone ... , pp. 164 e 176 sg.;
Reale, Platone ... , pp. 427 sgg.
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 155
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156 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 157
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158 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
' L'indovinello suonava all'incirca cosl: c'è un uomo che non è uomo
(= eunuco), che tira una pietra che non è una pietra ( = pomice), ad un
uccello che non è un uccello ( = pipistrello), su una pianta che non è una
pianta ( = canna). Il richiamo di questo indovinello suggerisce in maniera
splendida la fondamentale ambiguità del J..LE-tal;v, del sensibile che è insie.
me essere e non-essere e non è né essere (puro) né non-essere.
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 159
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160 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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162 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 163
no: infatti l'Universo è la più bella delle cose che sono state
generate ( xciÀ.ÀLCT't'O<; 't'W\1 yEyo'J6't'W\I ), e l'Artefice è la miglio-
re delle cause (cl.pLCT't'O<; 't'W\1 CXL't'LW\1) 10 •
10 Timeo, 28 b-29 a.
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164 PLATONE E LA SCOPERTA m.L SOPRASENSIBILE
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 165
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166 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
" Timeo, 51 e-52 b. Si noti come Platone, qui, specifichi quello che nel
passo sopra letto della Repubblica era indicato con ignoranza, ossia non-co-
noscenza del non-essere (che corrisponde al Principio materiale qui trattato).
Infatti esso a) non è conoscibile con i sensi; h) è coglibile solo con un ragio-
namento spurio ossia «bastardo» (À.oyLCTJ-LGi 'tL\IL v6~4)); c) è a mala pena
credibile. In effetti, si conosce (sia sensibilmente sia razionalmente) ciò
che è de-terminato, mentre il Principio materiale è in-determinato, per cui
è coglibile solo con un «ragionamento basrardo ».
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 167
" Timeo, 52 b.
" Timeo, 52 c; dr. Reale, Platone ... , pp. 543 sgg.
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168 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
Bisogna dire che essa [sci!.: la natura che riceve tutti i cor-
pi] è sempre una medesima cosa, perché non esce mai dalla
propria natura. Infatti essa riceve sempre tutte le cose, e non
ha preso mai in nessun caso e in nessuna maniera nessuna for-
ma simile ad alcuna delle cose che entrano in essa. Infatti, per
natura essa sta come materiale da impronta in ogni cosa, mos-
sa e modellata dalle cose che entrano in essa, e appare per cau-
sa di esse ora in un modo e ora in un altro. E le cose che en-
trano e che escono sono imitazioni delle cose che sono sempre,
improntate da esse in un certo modo difficile da spiegarsi e me-
raviglioso 18 •
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 169
" Timeo, 30 a.
" Timeo, 52 d-53 b; cfr. Reale, Platone ... , pp. 546 sgg.
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170 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 171
Phys., pp. 430,34-431,16 Diels (Gaiser, Test. Plat., 55 B); cfr. Reale, Pla-
tone ... , pp. 549-559.
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172 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
" Cfr. Aristotele, Metafisica, Z 10, 1036 a 9-12; Z 11, 1037 a 5-13;
H 6, 1045 a 33-35; K l, 1059 b 14-21 e il nostro commentario alla Me-
tafisica a questi luoghi. Si veda in particolare: H. Happ, Hyle. Studien zum
aristotelischen Materie-Begriff, Berlin-New York 1971, pp. 581-615.
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 173
ce nel T eeteto, e cioè che non è possibile che il male abbia se-
de presso gli Dei (ossia nella sfera degli intelligibili), ma che
esso si aggira attorno alla natura mortale, in questo mondo 24 •
Dunque, il Principio antitetico all'Uno-Bene è causa di
male prevalentemente (almeno in maniera concreta e specifica)
al suo livello più basso: a livello sensibile la Diade non vie-
ne dominata totalmente dall'intelligibile e dal razionale, e
lascia, quindi, delle falle aperte ad un dis-ordine e ad una
dis-misura di uno spessore ben diverso rispetto a quello che
si verifica nella sfera degli intelligibili, dove la Diade causa,
in ultima analisi, solo antitesi, differenza, molteplicità e
abbassamento di grado, a livello metafisica, mentre nella sfe-
ra del sensibile la Diade mantiene aperte le conseguenze ne-
gative del divenire, della caducità antologica, della insuffi-
cienza gnoseologica e della problematicità assiologica, msom-
ma tutti i caratteri legati alla sfera del sensibile.
" Cfr. Teeteto, 176 a-b. La testimonianza pitl famosa delle << Dottrine
non scritte >>, in cui Platone collegava la Diade del grande-e-piccolo con la
<<causa del male» ("ou xaxwç at"la) è di Aristotele, Metafisica, A 6,
988 a 14 (Gaiser, Test. Plat. 22 A = Kriimer, 9).
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174 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 175
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176 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
"' Timeo, 33 b-34 a; dr. Reale, Platone ... , pp. 579 sgg.
" Cfr. il paragrafo che segue e le note 36-38.
" Cfr. il paragrafo che segue e le note 39-40.
33 Cfr. il paragrafo che segue e le note 41-44.
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 177
" Timeo, 47 e-48 a, dice a tutto tondo che questo mondo è nato esatta-
mente dalla mescolanza di necessità e di intelligenza: 1-1 E 1-1 E~ y 1-1 É \1 T}
a
yàp OV\1 'h nvliE -rov x6CT!-10V yÉ\IECT~c; Èl; à \1 y x T} c; 'rE xaL \1 o ij
CTVCT'raCTEWç ÈyEwi}l)T).
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178 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 179
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180 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 181
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182 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
'" Cfr., sopra, la nota 34. Per un approfondimento di questo tema cfr.
Reale, Platone ... , pp. 563-571.
" Cfr. Timeo, 34 b-35 b; si veda Reale, Platone ... , pp. 585-598, con le
indicazioni ulteriori che ivi diamo.
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 183
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184 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIB!LE
6. I l D e m i u r go ( e n o n l ' I d e a d e l Be n e )
è il Dio di Platone
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DEMIURGO E COSMOLOGIA 185
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186 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
À.a); ma non c'è nessuno degli uomini che sappia fare né l'una
né l'altra cosa, né ci sarà in avvenire 49 •
" Timeo, 68 d.
50Si veda il discorso che il Demiurgo fa agli Dei creati, 1n Timeo,
41 a-d. La sua «potenza» che egli invita questi Dei a invitare, è quella di
tradurre l'uno-nei-molti. Già nel Gorgia, 507 e-508 b Platone diceva che cie-
lo, terra, Dei e uomini <<sono tenuti insieme dall'ordine, dalla saggezza
e dalla rettitudine >>, e che è appunto questo che fa del mondo un << cosmo »
e non << disordine e sregolatezza >>. Proprio in tale senso la tradizione in-
diretta riassumeva l'attività demiurgica, dicendo che il Dio platonico << sem-
pre geometrizza>> (Plutarco, Quaest. conv., VIII 2). E appunto questo è il
portare l'unità-nella-molteplicità. (Riportiamo il passo del Timeo, 41 a-ò,
sotto, p. 367 e iJ passo del Gorgia, 507 e-508 b, sotto, p. 277).
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VI. LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA
' Per un commento analitico del dialogo rimandiamo alla nostra edi-
zione, La Scuola, Brescia 1986".
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188 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
2 Menone, 80 d (la traduzione dei passi del Menone è nostra; cfr. nota
precedente).
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 189
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190 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA GNOSEOLOGIA E I.A DIALETTICA 191
' Menone, 85 d- 86 b.
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192 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
2. R i c o n ferme d e Il a d o t t r i n a d e Il ' a-
namnesi nei dialoghi successivi
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 193
sensi, cioè dal di fuori, non resta che condudere che viene
dal di dentro di noi.
Orbene, non può venire dal di dentro di noi come crea-
zione del soggetto pensante: il soggetto pensante non « crea »
questo plus, lo « trova » e lo « scopre »; ed esso, anzi, si im-
pone al soggetto medesimo, assolutamente. Dunque, i sensi
ci danno solo conoscenze imperfette; la nostra mente (il no-
stro intelletto, il nostro spirito) in occasione di questi dati,
scavando e quasi ripiegandosi su di sé e facendosi intima a
sé, trova le corrispondenti conoscenze perfette. E poiché non
le produce, non resta se non la conclusione che essa le ritro-
vi in sé e le ricavi da sé come un « originario possesso »,
« ricordandole ».
In tal modo, le matematiche rivelano che la nostra anima
è in possesso di conoscenze perfette, che non derivano dalle
cose sensibili, e che rispecchiano, anzi, modelli o paradigmi
cui le cose tendono, pur senza riuscire a raggiungere, come
sappiamo dall'esposizione fatta della dottrina ontologico-me-
tafìsica. E il medesimo ragionamento Platone ripete a propo-
sito delle varie nozioni estetiche ed etiche (buono, beNo, giu-
sto, santo, etc.), che noi possediamo e di cui facciamo uso
nei nostri giudizi e che, manifestamente, non ci derivano so-
lo dall'esperienza sensibile, perché sono più perfette dei dati
che ci sono .forniti dall'esperienza, e che, quindi, contengono
quel plus, che non si può giustificare se non nella maniera
detta, cioè come scaturente ad un originario e puro possesso
della nostra anima, che viene riguadagnato in maniera espli-
cita come reminiscenza.
Ecco il passo del Pedone che contiene il momento riso-
lutivo del ragionamento:
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194 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
essere tali quale è l'uguale in sé? Oppure non sono per nessun
rispetto manchevoli?
- Sono manchevoli, e di molto, rispose.
- E allora si·amo d'accordo che quando qualcuno, vedendo
qualche cosa, ragiona così: «questa che io ora vedo è qualche
cosa che vuole essere come un'altra, cioè come uno degli esseri
che sono per sé, ma rispetto ad esso è manchevole e non riesce
ad essere come quello ed è inferiore a quello»; ebbene, siamo
d'accordo che chi ragion"<~ in questo modo necessariamente deve
aver prima visto ciò al quale dice che la cosa assomiglia, sì, ma
assomiglia in modo difettoso?
- Necessariamente.
- E allora? Non è qualcosa del genere quello che avviene
anche in noi a proposito delle cose uguali (empiriche) e dell'ugua-
le in sé?
- Sì, certamente.
- Dunque, è necessario che noi abbiamo veduto l'uguale in
sé prima di quel momento in cui, avendo visto per la prima
volta cose eguali, abbiamo pensato che esse tendono, sì, tutte
quante ad essere come l'uguale in sé, ma, rispetto ad esso, sono
difettose.
- È così.
- Ma anche in questo siamo d'accordo: che noi per la cono-
scenza di quello non siamo partiti e non possiamo partire da al-
tro, se non da un vedere o da un toccare o da qualunque altra
percezione sensoriale tu voglia, giacché non fa differenza.
- Sì, rispetto a quello che il nostro ragionamento vuoi dimo-
strare, non fa differenza, o Socrate.
- Però dalle sensazioni bisogna che in noi nasca il pensiero
che tutte le cose uguali che percepiamo mediante le sensazioni,
tendono ad essere come l'uguale in sé, ma rispetto ad esso sono
difettose. O dobbiamo dire diversamente?
- No, così.
- Allora, prima che noi incominciassimo a vedere, a udire e
ad adoperare gli altri sensi, dovevamo pure avere appreso, in
qualche modo, la conoscenza dell'uguale in sé, di ciò che esso è,
per essere in grado di riferire a quello le cose uguali sensibili, e
accorgerci che tutte queste hanno desiderio di essere come quel-
lo, ma rimangono inferiori ad esso.
- Necessariamente, in base a quello che si è detto innanzi,
o Socrate.
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 195
• Pedone, 74 d- 75 d.
' Sul significato dell'anamnesi platonica si leggeranno con profitto le
pagine di M. F. Sciacca, ispirate all'a-priori oggettivo in senso rosminiano,
in: Platone, Milano 1967, vol. I, pp. 38 sgg.
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196 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
° Fedro,
1 2~9 b-e.
Fedro, 249 e-250 a.
11
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 197
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198 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 199
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200 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
ELXCXO'LCX
o6çcx (eikasia) o immagini sensibili
immaginazione
(doxa) mondo
o sensibile
1tCcr·n<;
opinione
(pistis) o oggetti sensibili
credenza
l
conoscenza delle « Dottrine non
È1tLO'"tl)IJ.TJ mediana scritte »)
(episteme)
o
\ mondo
l
inte!lig;bile
scienza VOTJO'~<;
Idee
( noesisi) o
e Idea del Bene
intellezione
4. La dialet tica
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 201
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202 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 203
" Timeo, 68 d.
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204 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 205
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206 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
" Filebo, 16 c- 17 a.
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 207
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208 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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VII. LA CONCEZIONE DELL'ARTE E DELLA RETORICA
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210 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
l)EC~ j..I.OLp~. cioè per sorte divina, non per virtù di conoscen-
za 1• Ecco il passo del Fedro, che è il più significativo a que-
sto riguardo:
' Cfr. Ione, passim; Menone, 99 d sgg.; Fedro, 244 a sgg. e, soprattutto,
245 a sgg.
' Fedro, 245 a.
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 211
[ ... ] Per quale dei due scopi in ogni caso particolare è fatta
la pittura? Forse allo scopo di imitare l'essere come è, oppure al-
lo scopo di imitare l'apparenza come appare, ed essendo imita-
zione della parvenza o della verità?
- Della parvenza, disse.
- L'arte imitativa, dunque, è lontana dal vero, e, come sem-
bra, realizza ogni cosa, in quanto non tocca se non una piccola
parte di ciascuna, e, questa, solo come una immagine 3 •
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212 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 213
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214 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
2. L a r e t o r i c a c o m e m i s t i f i c az i o n e d e l
vero
• Cfr. nel I volume la sezione sui Sofisti, passim (pp. 217 sgg.).
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LA GNOSEOLOGIA E LA DIALETTICA 215
1° Cfr. la prima parte del Gorgia, con il nostro commento, pp. 17-46.
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216 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
dire che non tocchi la verità, dice lo Spartano, non c'è, e non ci
potrà mai essere 12 •
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SEZIONE TERZA
LA COMPONENTE ETICO-RELIGIOSO-ASCETICA
DEL PENSIERO PLATONICO
E I SUOI NESSI CON LA PROTOLOGIA
DELLE « DOTTRINE NON SCRITTE »
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Testa-ritratto di Platone, conservata nei Musei Vaticani (Galleria geografica). I
tratti scultorei connessi con le precedenti sono evidenti.
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I. RILEVANZA DELLA COMPONENTE
MISTICO-RELIGIOSO-ASCETICA DEL PLATONISMO
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220 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COMPONENTE MISTICQ-RELIGIOSA DEL PLATONISMO 221
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222 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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Il. L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA, I SUOI DESTINI
ULTRATERRENI E LA SUA REINCARNAZIONE
' Le prove nel Pedone sono tre, come ha dimostrato in modo soli-
dissimo H. Bonitz, Vie im Phadon enthaltenen Beweise fiir die Unsterblich-
keit der menschlichen Seele, dapprima pubblicato in « Hermes » e ora in Pla-
tonische Studien, ultima edizione Hildesheim 1968, pp. 293-323 (gli studiosi
che parlano di quattro o più prove nel Pedone, ignorano la documentazione
del Bonitz).
' La si può vedere brevemente esposta nella Introduzione alla nostra tra·
duzione del Pedone, pp. xxxviii sgg.
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224 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA
225
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226 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
ogni rispetto, è più simile a ciò che è immutabile che non a ciò che
non è immutabile.
- E il corpo?
- All'altro.
- Considera ora la questione anche da quest'altro punto di
vista. Quando anima e corpo sono uniti insieme, la natura impone
al corpo di servire e di lasciarsi governare e all'anima di domi-
nare e di governare. Orbene, anche per questo rispetto, quale dei
due ti pare simile a ciò che è divino e quale a ciò che è mortale?
O non ti pare che ciò che è divino debba governare e comandare,
e ciò che è mortale debba essere governato e servire?
-A me pare.
- Dunque l'anima a quale dei due assomiglia?
- È chiaro, o Socrate, che l'anima assomiglia a ciò che è di-
vino e che il corpo assomiglia a ciò che è mortale.
- E ora osserva, o Cebete, se dalle cose che abbiamo dette
non consegue che l'anima sia in sommo grado simile a ciò che
è divino, immortale, intelligibile, uniforme, indissolubile, sempre
identico a se medesimo, mentre il corpo è in sommo grado simile
a ciò che è umano, mortale, multiforme, inintelligibile, dissolu-
bile e mai identico a se medesimo. Abbiamo qualcosa da dire
contro queste conclusioni, o Cebete? O non è cosl?
- No, non abbiamo nulla da dire 4 •
• Pedone, 79 a- 80 b.
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L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA 227
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228 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA 229
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230 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA 231
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232 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA 233
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234 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA 235
tamente sciolti da ogni legame col corpo per tutto il tempo futuro
e vanno in abitazioni ancora più belle di queste, che non è facile
descrivere 14 •
Sul valore di verità di cui questi miti sono portatori
abbiamo già detto. E abbiamo già detto, anche, del modo in
cui Platone demitizza il loro aspetto fantastico, nel momento
stesso in cui li costruisce. Converrà tuttavia rileggere il passo
in cui il nostro filosofo mette in guardia il lettore dal pren-
dere alla lettera il mito e insieme ne riafferma la trascendente
capacità allusiva, perché tale passo contiene l'unica corretta
chiave di lettura di tutta la mito-logia platonica:
Certamente, sostenere che le cose siano veramente così come
io le ho esposte, non si conviene ad un uomo che abbia buon
senso; ma sostenere che o questo o qualcosa simile a questo debba
accadere delle nostre anime e delle loro dimore, dal momento
che è risultato che l'anima è immortale: ebbene, questo mi pare
che si convenga, e che metta conto di arrischiarsi a crederlo, perché
il rischio è bello! E bisogna che, con queste credenze, noi facciamo
l'incantesimo a noi medesimi: ed è per questo che io, da un pezzo,
protMggo questo mio mito. E per questi motivi, deve avere ferma
fiducia riguardo alla sua anima l'uomo che, durante la sua vita,
rinunciò ai piaceri e agli ornamenti del corpo, giudicandoli estranei
e pensando che facessero solo del inale, e, invece, si curò delle gioie
dell'apprendere, e, avendo ornato la sua anima non di ornamenti
estranei ma di ornamenti che sono a lei propri, cioè di sapienza,
giustizia, fortezza, libertà e verità, cosl aspetta l'ora del suo viag-
gio nell'Ade, pronto a mettersi in viaggio quando verrà il suo
giorno 15 •
3. La metempsicosi
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236 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA 237
16 Pedane, 81 c- 82 c.
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238 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA 239
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240 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
21 Repubblica, x, 619 b.
22 Repubblica, x, 619 d-e.
23 Cfr. sopra, nota 15.
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L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA 241
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242 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA 243
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244 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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III. LA NUOVA MORALE ASCETICA
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246 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
2 Gorgia, 492 e.
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LA NUOVA MORALE ASCETICA 247
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248 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA NUOVA MORALE ASCETICA 249
5 Leggi, IV, 716 c (questo passo delle Leggi e quelli che in seguito ripor-
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250 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA NUOVA MORALE ASCETICA 251
in merito:
Di tutti i beni che ognuno possiede, il più divino, dopo gli Dei
è l'anima, ch'è il bene più individuale. In ogni uomo vi sono due
parti: l'una superiore e migliore, che comanda; l'altra inferiore
e meno buona, che serve; ora la parte che in lui comanda, bisogna
che ognuno l'onori sempre a preferenza di quella che serve. Cosic-
ché, dicendo che ognuno alla propria anima deve dare il secondo po-
sto nella sua estimazione, dopo gli dèi, che sono i nostri signori, e
gli esseri che ad essi sono vicini io do un giusto precetto. Non v'è,
per così dire, alcuno fra noi, che onori la propria anima come si con-
viene, pur credendo il contrario [segue un elenco di azioni che non
onorano l'anima, fra cui scegliamo i due esempi più indicativi]. Né
per certo quando si preferisce la bellezza alla virtù, altro si fa con
questo che disonorare l'anima nella maniera più reale e più assoluta;
giacché questa preferenza viene a dire che il corpo è più pregevole
dell'anima, il che è falso; nulla infatti di ciò che è terrestre è più
pregevole delle cose celesti; e chi dell'anima ha un'altra opinione,
ignora quanto sia ammirabile questo bene ch'egli trascura. Né
certo, quando un uomo ama acquistare ricchezze in maniera non
bella, o non prova ripugnanza acquistandole, onora con tali doni
la sua anima; la colma anzi d'afflizione; imperocché egli vende ad
un tempo l'onore e la bellezza di essa per poco oro; mentre tutto
l'oro ch'è sulla terra e sotto la terra non è paragonabile con la
virtù [ ... ].
Il terzo posto poi ognuno comprenderà che, secondo l'ordine
naturale, spetta al corpo. Ma quanto alla stima del corpo, biso-
gna esaminare quale è vera e quale è falsa; e questo è compito
del legislatore. Ora mi sembra che in proposito egli dichiari che
degno di stima è il corpo, non perché sia bello, o forte, o dotato
di velocità, o grande, e neppure perché sia sano - benché così
paia a molti - , né certamente per le qualità opposte: un giusto
mezzo fra tutte queste qualità è la cosa più savia e nello stesso
tempo di gran lunga più sicura; ché le prime rendono l'anima
tronfia e orgogliosa, le altre la rendono umile e vile [ ... ] .
Lo stesso è del possesso del danaro e delle sostanze [che oc-
cupa l'ultimo posto], e va quindi apprezzato alla stessa stregua.
L'eccesso infatti di dar,aro o di sostanze è causa per gli stati e pei
privati di sedizioni e d'inimicizie; la mancanza il più delle volte
è causa di servitù 7 •
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252 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
3. L'antiedonismo platonico
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LA NUOVA MORALE ASCETICA 253
- Certamente.
- E non è forse per queste sue affezioni che l'anim~ ~ so-
prattutto legata al corpo?
- E perché?
- Perché ogni piacere e ogni dolore, come se avesse un chio-
do, inchioda e conficca l'anima nel corpo e la fa diventare quasi
corporea e le fa credere che sia vero ciò che il corpo dice essere
vero. E da questo avere le stesse opinioni del corpo e da questo
suo godere degli stessi godimenti del corpo, io penso, è costretta
anche ad acquistare gli stessi modi e le stesse tendenze de! corpo,
e quindi a diventare tale da non poter giungere pura all'Ade; ma
uscirà dal corpo tutta piena di desiderio corporale, cosicché cadrà
subito nuovamente in un altro corpo, e, come se fosse semenza,
ivi germoglierà, e, per questo, non potrà mai avere in sorte la
partecipazione all'essere divino, puro, uniforme.
- È verissimo, o Socrate, disse Cebete 8 •
• Pedone, 83 b-e.
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254 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA NUOVA MORALE ASCETICA 255
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256 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
" Filebo, 66 e- 67 a.
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LA NUOVA MORALE ASCETICA 257
Dei. Or dunque, piaceri, dolori, desiderii sono cose per loro na-
tura profondamente umane, a cui ogni mortale dev'essere per
necessità vivamente attaccato e come sospeso. Cosicché, facendo
l'elogio della vita più bella, non basta mostrare che essa col suo
aspetto esteriore vale più d'ogni altra a conferire una buona repu-
tazione, ma bisogna anche mostrare che, se vogliamo gustarla
e non ce ne allontaniamo nell'età giovanile, essa vale più d'ogni
altra anche in quello che tutti cerchiamo, ossia nel farci goder di
più e soffrir di meno durante tutta la vita. E che questo sia vero,
potrà subito chiaramente accorgersene ogni uomo, sol che voglia
rettamente gustarla. Quale poi sia la retta maniera di gustarla
bisogna chiederlo alla ragione, esaminando se ciò che noi diciamo
è conforme a natura, ovvero fuori di essa. Bisogna pertanto consi-
derare la vita più gioconda e la vita più penosa mettendole a raf-
fronto nel seguente modo. Noi vogliamo il piacere, ma non pre-
feriamo, né vogliamo il dolore; non vogliamo lo stato neutro
invece del piacere, ma lo preferiamo al dolore; noi vogliamo mi-
nor dolore con maggior piacere, ma non vogliamo minor pia-
cere con maggior dolore; quanto allo stato in cui piacere e dolore
si bilanciano, non si può nettamente affermare che noi lo vogliamo.
In tutti questi casi giovano poi rispetto alla volontà, per determi-
nare in ciascuno d'essi la scelta, così l'abbondanza come la gran-
dezza, l'intensità, l'eguaglianza; e così pure le condizioni contrarie
a tutte queste. Tale essendo necessariamente l'ordine delle cose,
quella vita in cui i piaceri e i dolori sono molti, grandi e intensi,
ma prevalgono i piaceri, noi la vogliamo; se avviene il contrario,
non la vogliamo; e così quella vita in cui gli uni e gli altri sono
pochi, piccoli e calmi, ma prevalgono i dolori, non la vogliamo;
se avviene il contrario, la vogliamo; se poi nella vita piaceri e
dolori si equilibrano, come sopra dicevamo, bisogna pensare che
tale vita noi la vogliamo, qualora prevalga ciò che ci è gradito;
qualora invece prevalga ciò che ci è inviso, non la vogliamo. Biso-
gna pensare che tutti gli stati della nostra vita sono per natura
racchiusi entro questi limiti, e considerare nello stesso tempo quali
sono quelli che naturalmente noi preferiamo. Che se diciamo di
volere alcuna cosa al di fuori di questi limiti, parliamo così per
una certa ignoranza e inesperienza dei reali stati della vita 14 •
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258 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
15 Leggi, v, 734 c- e.
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LA NUOVA MORALE ASCETICA 259
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260 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
16Pedone, 69 a-d.
17Cfr. Leggi, v, 731 c: « [ ... ] bisogna prima di tutto sapere che l'uomo
ingiusto non è volontariamente tale»; ivi, IX, 860 d-e: « [ ... ] tutti i cat-
tivi sono in ogni caso involontariamente cattivi; se questo è vero, la con-
seguenza necessaria che ne deriva è questa. [ ... ] L'uomo ingiusto è cat-
tivo, e il cattivo è tale involontariamente; ora è affatto illogico ammet-
tere che involontariamente si compia un atto volontario; chi pertanto am-
mette che l'ingiustizia è involontaria, riterrà che l'ingiusto co=ette in-
giustizia involontariamente»; Timeo, 86 e: « [ ... ] malvagio nessuno è di
sua volontà, ma il malvagio diviene malvagio per qualche prava dispo-
sizione del corpo e per un allevamento senza educazione, e queste cose sono
odiose a ciascuno e gli capitano contro sua voglia ».
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IV. LA MISTICA DI PHILIA E DI EROS
' Per una accurata esegesi del Liside rimandiamo al lavoro di una nostra
allieva M. Lualdi, Il problema della philia e il Liside platonico, Celuc, Mi-
lano 1974.
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262 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA MISTICA DI PHILIA E DI EROS 263
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264 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
moni ha relazione con noi; ogni suo colloquio con gli uomini,
così nella veglia come nel . sonno, avviene per il loro tramite.
E si dice appunto che chi ha conoscenza sicura di questo è un
uomo in rapporto con potenze superiori, un uomo demoniaco [ ... ]
E questi demoni sono molti e d'ogni genere. Uno è anche Amore 4 •
• Simposio, 202 e-203 a (questo brano del Simposio e quelli che seguo-
no sono riportati nella traduzione di E. Turolla, che, anche se eccede, ta-
lora, in preziosità, rende tuttavia l'atmosfera mistica e il tono entusiastico,
che in altre traduzioni vanno persi).
' Simposio, 203 c-e.
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LA MISTICA DI PHILIA E DI EROS 265
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266 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA MISTICA DI PHILIA E DI EROS 267
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268 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA MISTICA DI PIDLfA E DI EROS 269
• Fedro, 2.50 d- e.
• Fedro, 2.51 a· b.
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V. PLATONE PROFETA?
E tra tanti ragionamenti che si sono fatti [ ... ] questo solo resta
saldo: che bisogna guardarsi dal commettere ingiustizia più che
dal riceverla, che l'uomo deve preoccuparsi non di apparire buono
ma di esserlo veramente, e in privato e in pubblico. E se qual-
cuno commette qualche ingiustizia, deve essere punito, e questo
è il bene che viene secondo, dopo l'essere giusto: il diventare
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PLATONE PROFETA? 271
2 Gorgia, 527 b-d; cfr. anche quanto rileviamo, sopra, pp. 233 sgg.
' Platone, Repubblica, n, 361 e-362 a. II testo greco, per essere esatti,
ha il termine avauxw!iuÀ.EUDT)O'E"t'CJ.~, che significa «sarà impalato». Tut-
tavia la traduzione di Acri (e di altri studiosi) con «sarà crocifisso» è
plausibile. Infatti, all'epoca di Platone i Greci non conoscevano la « cro-
cifissione» vera e propria, ma appunto l'« impalamento », che è precisa-
mente quel tipo di pena da cui è derivata la « crocifissione». E, d'altra
parte, gli stessi Ebrei introdussero la « crocifissione » in luogo dell'« impa-
lamento » attraverso i Romani.
' Acri, Platone, Dialoghi, p. 9.
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VI. LA COMPONENTE ETICO-RELIGIOSA DEL PENSIERO PLATO-
NICO E SUOI RAPPORTI CON LA PROTOLOGIA DELLE « DOT-
TRINE NON SCRITTE»
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MORALE ASCETICA E PROTOLOGIA 273
' Si veda Repubblica, x, 611 b-e (cfr. anche IX, 589 c·d, 590 c-d).
2 Fedro, 246 a sgg.
3 Cfr. Fedro, 246 a-b.
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274 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
' L. Robin, La théorie platonicienne de l'amour, Paris 1968', pp. 134 sg.
(traduzione italiana di D. Gavazzi Porta, Milano 1973, p. 184).
' Robin, La théorie ... , p. 135 (trad. ital. p. 185).
• A nostro avviso, il discorso andrebbe ampiamente approfondito. In-
fatti la precisazione che Platone fa sulla pariglia dei cavalli dell'anima uma-
na, rilevando che l'uno è bello e buono come i genitori da cui deriva e
l'altro l'opposto cosi come i genitori da cui deriva, diventa molto chiara,
se connessa con quanto Platone dice nel Timeo, dove egli parla della Iden-
tità e della Diflerenza come di ·due dei tre elementi componenti l'anima
razionale, i quali derivano esattamente da Identità indivisibile e Identità
divisibile e da Differenza indivisible e Differenza divisibile. Questo di-
scorso, però, richiederebbe un ampio svolgimento; ma in questa sede ab-
biamo ritenuto opportuno !imitarci alle linee di fondo della questione.
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MORALE ASCETICA E PROTOLOGIA 275
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276 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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MORALE ASCETICA E PROTOLOGIA 277
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278 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
" Cfr. Repubblica, vi, 500 b sgg.; riportiamo il passo, sotto, pp. 312 sg.
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MORALE ASCETICA E PROTOLOGIA 279
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280 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
" Cfr. Simposio, 189 c - 193 d. Condurremo in altra sede una tratta·
zione analitica di questa problematica.
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MORALE ASCETICA E PROTOLOGIA 281
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PLATONIS OPERA
RECOGNOVIT
BJlEVIQVE ADSOTATIONE CRITICA JNSTRVXJT
IOANNES BURNET
DI VJIJVaiSITA1'B AlfDREA"A UTTERARVK CiRABCARVII PROP&ISOil
COLL&GIJ llltRTOifEifSIS OLIK IOCIV8
TOMVS l
TETRALOGIAS l-II CONTINENS
OXONII
E TYPOGRAPHEO CLARENDONIANO
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SEZIONE QUARTA
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j:
-
Testa-ritratto di Platone, originariamente inclusa in un'erma insieme a Socrate,
ora separata e conservata nei Musei Vaticani (Galleria geografica).
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l. IMPORTANZA E SIGNIFICATO
DELLA COMPONENTE POLITICA DEL PLATONISMO
' Sulle Lettere di Platone indichiamo al lettore due volumi: uno or-
mai classico: G. Pasquali, Le lettere di Platone, Firenze 1938 (19672 ) e uno
recente: M. lsnardi Parente, Filosofia e politica nelle lettere di Platone,
Napoli 1970. Per una analisi dettagliata della Lettera VII cfr. L. Edelstein,
Plato's Seventh Letter, Leiden 1966 (dr. bibliografia in vol. v, s.v.).
2 U. von Wilamowitz-Moellendorff, Platon, Berlin 1959' (la prima
edizione è del 1918).
3 Jaeger, Paideia, u, pp. 129-647.
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286 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
crazia, come quelli di K. R. Popper, The Open Society and its Enemies,
London 1945 (più volte riedito) e di A. H. S. Crossman, Plato Today,
New York 1937 (contro queste tesi cfr. R. B. Levinson, In Defense of Plato,
Cambridge [Mass.] 1953).
5 Lettera VII, 324 b- c (la traduzione dei passi della Lettera VII che
riportiamo è di E. Turolla).
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IMPORTANZA DELLA COMPONENTE POLITICA DEL PLATONISMO 287
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288 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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IMPORTANZA DELLA COMPONENTE POLITICA DEL PLATONISMO 289
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290 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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II. LA «REPUBBLICA» O LA COSTRUZIONE DELLO STATO
IDEALE
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292 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 293
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294 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 295
• Cfr., nel volume I, l'intera sezione dedicata a Socrate, pp. 285 sgg.
' Cfr., più avanti, pp. 327 sgg.
10 Si veda il volume I, pp. 274 sgg.
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296 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 297
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298 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 299
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300 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 301
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302 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
[ ... ] la stessa cosa non sarà mai in grado di fare o di patire insieme
cose contrarie nella stessa sua parte e nello stesso rapporto 31 •
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 303
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304 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 305
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306 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 307
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308 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
-Non c'è.
- Ora, la comunanza del piacere e del dolore non lo collega
forse insieme, qualora i cittadini, per quanto è possibile, si ral-
legrino e si rattristino tutti in modo simile per gli stessi acquisti
e per le stesse perdite?
- Precisamente, disse.
- E il far diventare privato questo sentimento non Io discio-
glie quando gli uni siano addoloratissimi e gli altri festosissimi
per gli stessi casi dello Stato o dei cittadini che sono nello Stato?
-E come no?
- E forse che una siffatta conseguenza non nasce da questo
che nello Stato non suonano ad una voce queste parole mio e
non mio, e parimenti anche circa l'altrui?
- Non c'è dubbio.
- E quella Città invece in cui il maggior numero di citta-
dini per la stessa cosa e nello stesso senso adopera questa parola
mio e non mio, non è ottimamente governata?
- Proprio davvero.
- E non è anche quella che somiglia di più ad un solo uomo?
Per eserp.pio, quando un dito di uno di noi sia ferito, tutta la
comunanza che le parti del corpo hanno con l'anima, accordata
in un solo ordinamento che le è dato da ciò che in essa ha il co-
mando, se ne accorge, e mentre è malata una parte si conduole
tutta quanta, e cosl diciamo che l'uomo ha male al dito. E di
qualsiasi altra parte dell'uomo è lo stesso discorso, per il dolore
se una parte s'ammala, per il piacere se risana.
- Lo stesso, disse.
- E, ciò che domandavi, vicinissima a costui sta di casa la
città che sia ottimamente governata. E quando a un cittadino,
penso io, tocchi qualsiasi cosa o di bene o di male, una tale città
più che alcun'altra dirà che è a se stessa che è toccato, e tutta
quanta con lui insieme sarà lieta o insieme sarà triste ~~.
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 309
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310 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
... Come vedremo più avanti (pp. 329-331), Platone giunge, per in-
tuizione, ad alcune asserzioni che, se consapevolmente approfondite, avreb-
bero potuto portare alla scoperta dell'individuo e del suo valore; ma egli
utilizzò quelle asserzioni in direzione opposta.
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 311
45 Repubblica, v, 473 c- d.
46 Repubblica, VI, 499 h- d.
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312 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE
313
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314 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE. 315
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316 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 317
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318 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 319
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320 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 321
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322 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 323
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324 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
.. Repubblica, vm, 562 a- 564 a. (La traduzione del Fraccaroli, che abbia-
mo lasciato intatta, è particolarmente gustosa e appropriata).
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 325
" Riportiamo un passo ·che illustra questo punto, dove Platone tocca
una serie di temi, che, sia pure a livello intuitivo, anticipano alcuni principi
della psicoanalisi: « I desideri, quali e quanti sono, non mi pare che li abbia-
mo ancora sceverati a sufficienza; e fin tanto che questo sia in difetto, l'inda-
gine di quello che cerchiamo resterà sempre oscura. - E siamo, disse lui, per
questo ancora a tempo? -Certamente: e nota che cosa di essi io voglio vedere,
che è questo: dei piaceri e desideri non necessari alcuni io li considero come
illeciti, e questi si può dire che si trovino in ciascuno di noi, ma repressi
dalle leggi e dai desideri migliori con l'aiuto della ragione, in alcuni uomini o
vengono del tutto eliminati o rimangono deboli e pochi, mentre in altri son
più forti e più numerosi. - E questi desideri di cui parli quali sarebbero?
- Quelli, dissi io, che si destano nel sonno quando il resto dell'anima dorme,
cioè la parte razionale e mansueta e reggitrice di essa, e la parte bestiale inve-
ce e selvaggia, piena o di cibo o di bevanda, comincia a calcitrare e scotendo
il sonno cerca di andare a soddisfare le sue inclinazioni: tu sai come in
tale stato essa osi di fare qualsiasi cosa, come quella che è libera e sciolta
d'ogni ritegno e d'ogni riflessione. Infatti non si perita di tentar l'incesto,
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326 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
come s'immagina di far già, con la propria madre, o con altro qualsiasi degli
uomini o degli Dei o delle bestie, né di macchiarsi di qualsiasi delitto
di sangue, né ha in orrore alcun alimento: in una parola nulla c'è che le
manchi né di pazzia né d'impudenza. - Dici verissimo. - Quando però,
credo io, uno si governi igienicamente e temperantemente e vada a dormire
dopo avere svegliato la sua parte razionale e averla cibata di bei discorsi
e considerazioni ed esser giunto a riflettere sopra se stesso, e la parte appe-
titiva non l'abbia affamata treppo né saziata, affinché essa s'addormenti, e
con la sua gioia o la sua tristezza non rechi disturbo alla parte migliore, ma la
lasci di per sé sola e pura indagare e aspirare a raggiungere qualche cosa
che non sappia o delle passate o delle presenti o delle future - e simil-
mente la parte irascibile l'abbia ammansata e non dorma col cuore agitato
per essere adirato contro qualcuno -, ma acquetate quelle due specie e
scossa la terza in cui abita il senno, in tale stato si metta a riposare, credi
pure che in questo stato egli attinge più che mai la verità, e che meno che
mai mostruose gli si presteranno alla fantasia le immagini dei sogni. - In
tutto e per tutto, disse, credo sia cosl. - Nel dire queste cose per altro ci
siam lasciati andare troppo fuori di strada: ma quello che vogliamo consta-
tare è questo, che dunque dentro ciascheduno di noi vi è una specie d'appe-
titi, terribile, delittuosa, selvaggia, anche in quelli che sembrano essere più
per bene, e che questo si manifesta nel sogno • (Repubblica, IX, 571 a- 572 b).
n Repubblica, IX, 573 c.
73 Repubblica, IX, 576 a.
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 327
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328 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 329
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330 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
17 Repubblica, IX, 591 c- 592 b. (Ci siamo scostati in più punti dalla
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LA COSTRUZIONE DELLO STATO IDEALE 331
"'Ibidem.
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III. L'UOMO DI STATO, LA LEGGE SCRITTA E LE COSTITUZIONI
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L'UOMO DI STATO E LE COSTITUZIONI 333
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334 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
2 Politico, 301 c- e (la traduzione di questo e degli altri passi del Politico
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L'UOMO DI STATO E LE COSTITUZIONI 335
Platone:
Il Forestiero - A noi che allora cercavamo la forma retta
[ scil.: la costituzione ideale] questa particolare divisione [ scil.:
la divisione secondo la legge o contro la legge] non c'era utile [ ... ].
Ma ora che abbiamo tolto di mezzo quella, e posto le altre per ne-
cessarie, il criterio dell'illegalità e della legalità le divide ognuna
in due parti.
Socrate il Giovine - Risulta, in base al ragionamento tenuto
ora.
Il Forestiero - Dunque la monarchia, fissata a buoni scritti,
che sr.no chiamati leggi, è la migliore di tutte e sei; ma senza
leggi è cattiva, e la più insopportabile a viverci.
Socrate il Giovine - Temo di sl.
Il Forestiero - Quella poi dei non molti, come il poco che
si trova in mezzo fra l'uno e il molto, la terremo per intermedia
fra l'una e l'altra; e quella della moltitudine, diremo che, sotto
ogni rispetto, è fiacca, e non combina gran che di buono né di
dannoso, a paragone delle altre forme, perché in essa son sminuz-
zati i poteri in piccole frazioni, tra molti. Perciò, di tutte le varie
forme legali, è questa la più infelice, di tutte quante sono contro
la. legge, la migliore; e se sono sfrenate tutte, è nella democrazia
che mette maggior conto di vivere; invece se sono bene ordinate,
è in essa che meno giova di vivere: nella prima infatti è il primo
e maggior benessere, eccetto, naturalmente, la settima rscil.:
quella ideale]. Perché da tutte le altre forme è da separare questa
ultima, come un dio dagli uomini 4 •
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336 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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L'UOMO DI STATO E LE COSTITUZIONI 337
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338 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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IV. LO « STATO SECONDO» DELLE « LEGGI ~
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340 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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LO « STATO SECONDO>> DELLE « LEGGI » 341
2. A l c un i c o n c e t t i fon d a m e n t a l i d e Il e « L e g g i»
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342 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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1.0 « STATO SECONDO>> DELLE << LEGGI >> 343
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V. LA COMPONENTE POLITICA DEL PENSIERO PLATONICO E I
SUOI RAPPORTI CON LA PROTOLOGIA DELLE « DOTTRINE NON
SCRITTE»
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POLITICA E PROTOLOGIA 345
' Su questo tema e sui suoi nessi con le << Dottrine non scritte » si ve·
dano: Aristotele, Etica Eudemia, A 8, 1218 a 15-28 (Kriimer, 25); Giam·
blico, Protrettico, cap. 6, pp 37, 26 sgg. Pistelli = Aristotele, Protrettico,
fr. 5 Ross (Gaiser, Test. Plat., 34 = Kriimer, 26).
' Repubblica, IV, 422 e- 423 b. All'inizio della parte decisiva di questo
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346 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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POLITICA E PROTOLOGIA 347
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348 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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POLITICA E PROTOLOGIA 349
' Aristotele, Politico, fr. 2 Ross; dr. Reale, Platone ... , pp. 379-385.
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350 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
so delle Leggi è x, 903 e - 904 a, del quale Gaiser ha dato eccellenti spie-
gazioni in: Platone come scrittore ... , pp. 146 sgg. Per capire bene il pas-
so, è necessario leggere e meditare l'intero brano 902 d-904 d.
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SEZIONE QUINTA
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I. IL «MITO DELLA CAVERNA» COME SIMBOLO DEL PENSIE-
RO PLATONICO IN TUTTE LE SUE VALENZE FONDAMENTALI
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354 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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IL MITO DELLA CAVERNA 355
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356 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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IL MITO DELLA CA VERNA 357
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358 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
3 Kramer, Platone ... , p. 194; dr. anche Gaiser, Il paragone ... , p. 16.
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IL MITO DELLA CAVERNA 359
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360 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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IL MITO DELLA CAVERNA 361
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II. ALCUNI VERTICI DEL PENSIERO DI PLATONE RIMASTI
PUNTI DI RIFERIMENTO NELLA STORIA DEL PENSIERO OCCI-
DENTALE
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VERTICI DEL PENSIERO DI PLATONE 363
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364 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
' Pedone, 79 a.
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VERTICI DEL PENSIERO DI PLATONE 365
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366 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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VERTICI DEL PENSIERO DI PLATONE 367
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368 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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VERTICI DEL PENSIERO DI PLATONE 369
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370 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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VERTICI DEL PENSIERO DI PLATONE 371
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372 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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VERTICI DEL PENSIERO DI PLATONE 373
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374 PLATONE E LA SCOPERTA DEL SOPRASENSIBILE
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PARTE SECONDA
ARISTOTELE E LA SISTEMAZIONE
DEL SAIPERE FIILOSOFICO
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SEZIONE PRIMA
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La foto che abbiamo riprodotto a p. 376 ritrae la testa-ritratto di Aristotele
(che, nel suo modello, pare risalire a Lisippo o alla sua scuola, in un periodo
in cui Aristotele era ancora in vita) conservato a Vienna nel Kunsthistorisches
Museum. Allo stesso modello si rifà anche questa testa-rittatto, conservata nel
Museo Nazionale delle Terme di Roma.
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I. PREMESSA CRITICA: IL METODO STORICO-GENETICO E
L'INTERPRETAZIONE MODERNA DEL PENSIERO ARISTOTELICO
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380 ARISTOTELE E LA SISTEMAZIONE DEL SAPERE- FILOSOFICO
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L'INTERPRETAZIONE MODERNA DEL PENSIERO ARISTOTELICO 381
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382 ARISTOTELE E LA SISTEMAZIONE DEL SAPERE FILOSOFICO
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L'INTERPRETAZIONE MODERNA DEL PENSIERO ARISTOTELICO 383
gon, Berlin 1960 sgg.); la lettera greca maiuscola indica il numero del libro (gli
antichi dividevano le loro opere in libri), il numero arabico che subito segue
indica il capitolo, mentre il numero successivo indica la pagina; le lettere a e b
indicano le colonne, rispettivamente, di sinistra e di destra (dato che l'edizio-
ne Bekker presenta due colonne per pagina); infine i numeri successivi alle
lettere indicano le righe cui si fa riferimento. Per la bibl. cfr. v, s.v.
' Diogene Laerzio, v, l.
' W. Jaeger, Aristate/es. Grundlegung einer Geschichte seiner Entwick-
lung, Berlin 1923 (trad. it. di G. Calogero: Aristotele. Prime linee di una
storia della sua evoluzione spirituale, Firenze 1935, più volte ristampata).
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384 ARISTOTELE E LA SISTEMAZIONE DEL SAPERE FILOSOFICO
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L'INTERPRETAZIONE MODERNA DEL PENSIERO ARISTOTELICO 385
• Questo diciamo tenendo presenti proprio gli studiosi che non sono
caduti in tesi estremistiche e paradossali, come ad esempio Ziircher nell'opera
Aristate/es' Werk und Geist, Paderborn 1952 (di cui diamo ampiamente
conto nel saggio: ]. Ziircher e zm tentativo di rivoluzione 1zel campo degli
studi aristotelici, nel volume miscellaneo Aristotele nella critica e negli studi
contemporanei, Milano 1956, pp. 108-143), il quale addirittura pretendeva che
le opere aristoteliche come noi le leggiamo fossero per l'ottanta per cento
rifacimenti di Teofrasto!
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386 ARISTOTELE E LA SISTEMAZIONE DEL SAPERE FILOSOFICO