Stato democratico: Nello Stato democratico la sovranità è distribuita su tutto il popolo. Questa forma
di Stato è delineata infatti, dall’attuale Costituzione italiano secondo la quale la sovranità appartiene
al popolo ( art.1, comma 2).
Stato federale: lo Stato federale è quella forma di Stato in cui la sovranità è distribuita sul territorio
cioè tra due livelli territoriali diversi: la federazione ehi singoli Stati membri.
Stato unitario: È una forma di Stato nella quale la sovranità non è distribuita sul territorio ma spetta un
unico livello di governo, lo Stato centrale. L’art. 5 della Costituzione italiana esprime proprio tale
forma di Stato: "la Repubblica, una e indivisibile”.
Ordinamento feudale o patrimoniale: lo Stato moderno nasce tra il XV e il XVII secolo in Europa in
un contesto nel quale il potere era organizzato secondo gli assetti dell'ordinamento che viene definito
feudale o patrimoniale. Tale ordinamento fa riferimento alla rete di rapporti privatistici che lo
reggevano, in cui popolo e territorio erano parte del patrimonio personale del re, e all'assenza di
distribuzione tra diritto pubblico e privato.
Stato assoluto: lo stato assoluto si caratterizzava per la concentrazione del potere nelle mani del
sovrano assoluto e dei suoi apparati amministrativi.e la legittimazione del potere era chiaramente di
tipo trascendente E dinamico: il sovrano era tale perché è figlio del precedente sovrano e in ultimo per
volere divino. Infatti, lo Stato assoluto perseguiva essenzialmente l'affermazione della propria
potenza, ovvero della propria sovranità, esterna ed interna. Lo Stato assoluto viene definito anche
come Stato per ceti, in quanto spesso continuavano ad esistere le strutture sociali dell'ordinamento
feudale. Nasce lo stato di polizia.
Stato liberale di diritto: in Europa lo Stato liberale di diritto nasce con la rivoluzione francese, nel
1780 nove. Tale forma di Stato aveva come finalità la garanzia dei diritti individuali, che si riteneva
dovessero essere tutelati nei confronti delle ingerenze del monarca assoluto e, in definitiva, nei
confronti dello Stato stesso. E alla base dello Stato liberale vi era l'idea secondo la quale l'individuo È
titolare di diritti naturali che lo Stato deve garantire rispetto al potere pubblico. Lo Stato liberale era
funzionale alle esigenze della borghesia, al punto che è stato definito Stato monoclasse. Questo non
significa che esistesse una sola classe sociale, ma anche una sola classe sociale era politicamente
attiva, ovvero capace di imprimere allo Stato le sue finalità. Gli istituti giuridici dei quali si serviva lo
Stato liberale erano: il principio di legalità, la nozione moderna di costituzione, il principio della
separazione dei poteri.
1. Il principio di legalità e il ruolo della legge (rule of law): secondo il principio di legalità, ogni
atto dei pubblici poteri deve trovare fondamento e limiti in una norma giuridica previamente
adottata. Infatti la legittimazione del potere e di tipo legale-razionale: i titolari del potere sono tali
perché c'è una norma che lo attribuisce loro e lo esercitano nel rispetto del diritto.
2. la nozione moderna di costituzione: È un atto giuridico vincolante per tutti soggetti
dell'ordinamento, che serve a garantire i diritti e costituisce il fondamento di tutti i poteri. Inoltre
il potere costituente è il potere che pone la costituzione, cioè l'atto sul quale si fondano tutti i
poteri costituiti.
3. il principio della separazione dei poteri: secondo tale principio le diverse funzioni dello Stato,
legislativa, esecutiva e giurisdizionale devono essere conferite a organi o gruppi di organi diversi.
Montesquieu e Locke ritenevano che fosse fondamentale dividere e limitare il potere per garantire
i diritti individuali. Lo Stato liberale individuava tre funzioni pubbliche che, nello stato assoluto,
erano concentrate nelle mani del sovrano:
• La funzione legislativa era l'attività volta a predisporre norme giuridiche generali e astratte ed era
attribuita al parlamento.
da paesi sviluppati a quelli emergenti. Gli obiettivi dell'OCSE consistono nella promozione di più
alti livelli di crescita economica alla luce del concetto di sviluppo sostenibile, di occupazione, di
tenore di vita, favorendo gli investimenti e la competitività e mantenendo la stabilità finanziaria.
Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso varie attività quali l'individuazione di principi
comuni, la predisposizione di intese con valore vincolante e di Convenzioni.
Organizzazioni internazionali: le organizzazioni internazionali si dividono in due categorie: quelle a
carattere mondiale, a cui tendenzialmente appartengono tutti gli Stati, prescindere dalla loro
collocazione geografica e quelle a carattere regionale, delle quali fanno parte Stati che appartengono
a una medesima aria. Entrambe le categorie sono accomunate dal fatto che si tratta di enti dotati di
personalità giuridica, creati dagli Stati stessi tramite accordi di diritto internazionale, i quali ne
prevedono, accanto alle funzioni e alle obiettivi, anche gli organi. È possibile affermare, che gli
strumenti di diritto internazionale come trattati e istituzioni da un lato comprimono la sovranità degli
Stati, ma dall'altro necessariamente la presuppongono. Gli Stati infatti, sono sovrani nella scelta di
aderire o meno di questi strumenti internazionali, essi limitano volontariamente la loro sovranità.
Organizzazioni regionali: le organizzazioni internazionali a carattere regionale riuniscono sotto
obiettivi comuni, Stati che appartengono a una medesima area geografica. Il Mercosur E
l'organizzazione del mercato comune del sud America istituita nel 1991, esso ha già raggiunto
l'eliminazione dei dazi doganali interni è una tariffa doganale comune verso i paesi terzi. La
Caribbean Community consente l'integrazione dei mercati nei paesi caraibici; la Comunità Andina ha
l’obbiettivo di una progressiva integrazione economica e politica della Bolivia, Colombia, Ecuador e
Perù. L'associazione delle nazioni del sud-est asiatico invece è un'organizzazione internazionale con
lo scopo di una maggiore integrazione politica economica tra gli Stati aderenti. Tra Canada, Stati
Uniti e Messico vige invece un trattato di libero scambio commerciale NAFTA, ispirato al modello
del mercato unico europeo per quanto riguarda l'eliminazione delle barriere doganali.
Unione europea: L'Unione Europea può essere qualificata come un ordinamento sovranazionale, in
quanto la cooperazione tra gli Stati membri avviene ad un livello più stretto e meno occasionale di
quanto accada con i normali strumenti di diritto internazionale. Dopo la seconda guerra mondiale, nel
1951, sei paesi europei diedero vita alla comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) che
aveva l'obiettivo di mettere in comune la produzione del carbone dell'acciaio, ponendola sotto il
controllo di un'alta autorità comune. Hanno fatto seguito, nel 1957, il trattato istitutivo della
Comunità economica europea (CEE), noto anche come trattato di Roma e il trattato istitutivo della
comunità europea per l'energia atomica (EURATOM). Nel 1999 è stata proclamata, anche unaCarta
dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, che è dotata di caratteri peculiari in ragione del suo
contenuto di impronta tipicamente costituzionale. Infatti, i principi e diritti enunciati nella carta,
intersecano in larga misura i principi diritti garantiti dalla Costituzione italiana e dalle altre
Costituzioni nazionali degli Stati membri. Per effetto del Trattato di Lisbona, entrato in vigore nel
2009, le norme sull'Unione Europea sono oggi distribuite in due diversi atti: il Trattato dell'Unione
Europea (TUE) che stabilisce i principi e le norme fondamentali e il Trattato sul funzionamento
dell'Unione Europea (TFUE) che contiene le regole di funzionamento dei vari organi. L'unione
europea agisce, nella maggior parte degli ambiti di competenza dell'unione, secondo il metodo
comunitario: vale a dire che le decisioni vengono assunte non all’unanimità degli Stati membri, come
tipico del diritto internazionale, ma non maggioranze variamente modulate.
Brexit: il regno unito non è più uno Stato membro dell'Unione Europea a partire dal 31 gennaio 2020,
quando entrato in vigore il trattato che regola il recesso del paese dall’UE. Il processo di uscita del
regno unito dall'Unione Europea aveva preso avvio nel 2016, con un referendum consultivo mediante
il quale i cittadini britannici si erano espressi con una maggioranza del 51,9% dei votanti a favore
della Brexit.
CEDU: il principale strumento operativo del consiglio d’Europa, è la Convenzione europea per la
salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa è il primo strumento di diritto
internazionale che consente anche ai singoli individui di fare ricorso contro uno Stato firmatario per
violazione dei diritti in essa codificati. Competente a giudicare è la corte europea dei diritti dell'uomo,
che ha la legittimazione a condannare lo Stato responsabile al ripristino della situazione anteriore alla
violazione o alla equa soddisfazione se non è possibile rimuovere le conseguenze della violazione. La
corte europea dei diritti dell'uomo è uno dei principali protagonisti di quella branca del diritto
internazionale che si occupa della salvaguardia dei diritti umani.
Globalizzazione: La globalizzazione è un complesso fenomeno che potrebbe essere definito come
l'intensificazione di relazioni economiche sociali mondiali che collegano tra loro località molto
lontani, facendo sì che gli eventi locali vengono modellati da eventi che si verificano a migliaia di
chilometri e viceversa. Nella sua dimensione più prettamente economica, la globalizzazione descrive
l'interconnessione sempre più stretta tra i fattori della produzione su scala mondiale, che si realizza
prima di tutto attraverso lo scambio di beni e servizi all'interno di mercati strettamente interconnessi.
Capitolo 4 Le fonti del diritto
Fonti del diritto: Le fonti del diritto o fonti normative sono quei ‘meccanismi’ che pongono in essere
regole giuridiche.
Fonti di produzione: Le fonti di produzione giuridica, sono fonti che pongono in essere nuove regole
di comportamento o regole di organizzazione che tutti debbono osservare.
Fonti sulla produzione: Le fonti sulla produzione giuridica, sono i meccanismi (organi e procedure)
attraverso i quali si producono le fonti di produzione.
• ES: Mentre una fonte di produzione è la legge che obbliga tutti a pagare una certa imposta, la fonte
sulla produzione è quella che prevede come debba essere approvata quella legge (con chi è
procedura, quali maggioranze, controlli).
Fonti di cognizione: Le fonti di cognizione rappresentano tutti quei supporti, di solito scritti,
attraverso i quali si rendono conoscibili le fonti di produzione. Dunque, le fonti di cognizione sono
strumenti volti a dare pubblicità agli atti normativi in modo che tutti li possono conoscere. Queste
fonti possono essere distinte in fonti di cognizione ufficiali e non ufficiali. Le prime sono quelle sulle
quali la pubblicizzazione è prevista e disciplinata da fonti normative mentre, fonti di cognizione non
ufficiali sono tutte le altre.
Antinomie: contraddizioni normative.
La scienza giuridica ha elaborato alcuni criteri per risolvere le antinomie normative:
A. In base al criterio della gerarchia, nel conflitto tra le regole poste da due fonti, prevale la regola
posta dalla fonte superiore. Il criterio gerarchico presuppone un ordinamento a gradi delle fonti
normative, cioè presuppone che sia possibile identificare fonti superiori e fonti inferiori in una
scala basata Sulla diversa forza degli atti normativi. Per forza di un atto normativo si intende la
sua capacità di produrre nuovo diritto, di innovare l'ordinamento giuridico creando nuove regole
(forza attiva), nonché la capacità di resistere all'innovazione portata da un atto diverso (forza
passiva).
B. Secondo il criterio della competenza, nel conflitto tra le regole poste da due fonti prevale la
regola posta dalla fonte competente. Tale criterio si applica quando una fonte superiore attribuisce
una fonte di produzione che hanno determinate caratteristiche, e solo adesso e, la possibilità di
disciplinare certe materie.
C. Secondo il criterio cronologico, nel conflitto tra le regole poste da due fonti (di uguale grado
gerarchico ed entrambe competenti), prevale la regola più recente. L'unico fattore che deve essere
presupposto in questo caso è il decorso del tempo. Il principio cronologico afferma che se due
regole pongono tra loro contenuti totalmente o parzialmente contraddittori andrà applicata quella
successiva.
Annullamento: l'annullamento è l'istituto giuridico attraverso il quale un atto invalido viene eliminato
dal sistema normativo. L'atto viene eliminato retroattivamente, fin dal momento in cui si è creata la
antinomia, per cui gli effetti giuridici eventualmente prodotti vengono meno, con il loro limite dei
rapporti esauriti, che non vengono rimessi in discussione. Con tale espressione ci si riferisce a quei
rapporti giuridici che sono divenuti definitivi, perché sia stata pronunciata una sentenza passata in
giudicato oppure siano decorsi termini di prescrizione o decadenza per poter promuovere un giudizio.
Abrogazione: si chiama abrogazione effetto che una norma successiva produce nei confronti di quella
precedente, e cioè il fenomeno per cui la norma successiva elimina temporaneamente la sfera di
applicazione di quella precedente, purché esse siano sullo stesso grado gerarchico ed entrambe
competenti. Si possono distinguere varie modalità in cui avviene l'abrogazione. Essa può essere 1)
espressa, quando il legislatore elenca esplicitamente le disposizioni abrogate; 2) tacita, nel caso in
cui l'abrogazione derivi da una incompatibilità tra le nuove norme e quelle precedenti; 3) implicita,
quando il nuovo atto normativo disciplina completamente la materia già disciplinata dall'atto
normativo precedente.
Deroga: la deroga è quell'istituto attraverso il quale si risolve una antinomia tra norme giuridiche
diverse sul piano della generalità; la generalità di una norma e la sua maggiore o minore attitudine ad
applicarsi ai comportamenti ovvero alle condotte prese in considerazione.
In che modo le fonti producono le regole?
• Fonti atto: Per fonti atto si intendono quelle fonti di produzione del diritto che sono il risultato di
procedimenti finalizzati a produrre norme giuridiche. Sono fonti atto gli atti normativi, ovverosia le
leggi, i trattati, i decreti, i regolamenti e tutti gli atti che esprimono una manifestazione di volontà,
provati da organi collegiali (il parlamento o il governo) oppure monocratici (il presidente della
Repubblica, il presidente del consiglio) in grado di produrre regole giuridiche. Un dato che
caratterizza i sistemi normativi contemporanei e che la gran parte delle norme giuridiche è prodotta
da fonti atto, anche se a riguardo vanno distinti sistemi giuridici di common law da quelli di civil
law.
• Fonti fatto: le fonti fatto sono fatti normativi, in cui le regole non nascono dalla volontà espressa di
regolare in un certo modo i comportamenti bensì da accadimenti esterni rispetto alla volontà.
L'esempio più noto di fatto normativo è la consuetudine, in cui la norma giuridica nasce dalla
ripetizione costante nel tempo di un determinato comportamento da parte di una generalità di
soggetti che lo ritengono obbligatorio sul piano giuridico.
Common law: si è sviluppato in Inghilterra a partire dalla conquista normanna 1066 per poi
diffondersi a tutti gli ordinamenti di matrice britannica, Stati Uniti compresi. In questo sistema il
diritto consuetudinario riveste un ampio spazio, accanto a quello di matrice giurisprudenziale,
costituito dalle pronunce dei giudici (dette ‘precedenti giudiziari’), mentre le fonti atto vere proprie
hanno soltanto una funzione derogatorie rispetto al complesso di regole derivanti dall'insieme dei
precedenti.
Civil law: È il sistema giuridico proprio dell'Europa continentale, diffuso poi ad altre aree del mondo.
Infatti la maggior parte del diritto, in questo sistema, è prodotta da fonti atto e ha alla base la
codificazione. L'Italia appartiene alla famiglia degli ordinamenti di civil law.
Norma: il termine norma indica il significato dell'atto, la regola giuridica che poi si utilizza per
decidere come ci si comporta.
Interpretazione giuridica: si chiama interpretazione giuridica, l'attività che consente di cogliere il
significato (norma) di una formulazione normativa (disposizione).
Disposizione: il termine disposizione indica l'atto in senso proprio, la formulazione linguistica che
costituisce la fonte (quindi assenso parlare di disposizioni solo per le norme scritte). Dunque, la
Costituzione ita rigida: analizzando la costituzione italiana come fonte del diritto è necessario prima
di tutto osservare che si tratta di una costituzione rigida, che si pone al vertice del sistema delle fonti.
Anche se non esiste un'esplicita clausola di supremazia, la rigidità può essere dedotta facilmente da
varie disposizioni (art 1, comma 2; art.117, comma 1; XVIII disse. trans. finale, comma 4)
Legge costituzionale: la costituzione stessa prevede nell'Art. 138 una procedura speciale attraverso la
quale viene prodotta una fonte che prende il nome di legge costituzionale. Le leggi costituzionali nel
nostro ordinamento possono servire a:
A. Modificare il testo della costituzione (in questo caso sono dette leggi di revisione costituzionale)
B. Soddisfare le riserve di legge costituzionale (ovvero disciplinare quelle materie che la costituzione
stessa affida esclusivamente a tali fonti, per esempio gli statuti delle regioni speciali)
C. Irrigidire la disciplina di certe materie che, in tal caso, viene sottratta alla disponibilità del
legislatore ordinario.
Procedimento aggravato di revisione costituzionale: in base all'Art.138 Cost., occorre una doppia
deliberazione da parte di ciascuna camera e tra le due deliberazioni deve correre un intervallo di
tempo non inferiore a tre mesi. La prima deliberazione segue le regole del procedimento legislativo
ordinario. La seconda deliberazione invece, a caratteri differenti: da una parte, non possono essere
approvati emendamenti al testo votato in prima deliberazione, dall'altro è richiesta la maggioranza dei
due terzi dei componenti di ciascuna Camera. Le leggi costituzionali sono da tenere approvate anche
se, nella seconda deliberazione, non hanno raggiunto la maggioranza dei due terzi ma, almeno la
maggioranza assoluta di ciascuna Camera.
Referendum costituzionale: il referendum costituzionale può essere considerato un ‘referendum
confermativo’, in quanto finalizzato a confermare il testo approvato dalle camere. Questo referendum
è normalmente richiesto da coloro che sono contrari alla revisione.
Apertura della Cost. alle fonti inter: il sistema delle fonti italiano si apre alle fonti provenienti da altri
ordinamenti, che lo integrano in coerenza con la visione evolutiva della sovranità esterna che
caratterizza lo Stato contemporaneo come "Stato costituzionale aperto”. Gli arti. 10, 11 e 117, comma
1, stabiliscono che possono entrare a far parte dell'ordinamento italiano le fonti del diritto
internazionale e del diritto dell’UE.
1. L’art. 10 Cost. Si riferisce alle "norme di diritto internazionale generalmente riconosciute",
stabilendo che l'ordinamento italiano si conforma ad esse. Si tratta delle norme che esprimono le
tendenze di fondo del diritto internazionale, in particolare si tratta di immunità degli Stati, di tutela
dei diritti umani e di protezione dello straniero.
2. L’art. 11 Cost. Proclama il principio pacifista e afferma che l'Italia "consente, a condizioni di
parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la
pace la giustizia tra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo”.
3. L’art 117, comma 1 Cost. Stabilisce i principi costituzionali relativi al rapporto tra le fonti interne
le fonti internazionali europee. Infatti, tali disposizioni afferma:"la potestà legislativa è esercitata
dallo Stato e dalle regioni nel rispetto della costituzione, non che dei vincoli derivanti
dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”.
Dalla negoziazione dei trattati inter all’entrata in vigore: una volta che un trattato internazionale sia
stato negoziato e concluso, esso deve essere ratificato e cioè approvato dall'organo competente.la
ratifica spetta al presidente della Repubblica. Per tre categorie è necessaria però una previa
autorizzazione del parlamento con apposita legge di autorizzazione alla ratifica. Essi sono: a) trattati
di natura politica; b) trattati che prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari; c) trattati che impongono
variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi. La questione dell'efficacia da
attribuire alle disposizioni di un trattato o è stata definita dalla corte costituzionale con le sentenze nn.
348 e 349/2007, in materia di CEDU. Nel giudizio di costituzionalità operano come norme interposte,
ovvero come parametri del giudizio per cui le leggi interne in contrasto con il loro contenuto devono
essere dichiarate incostituzionali. Pertanto, i trattati devono rispettare la Costituzione.
Fonti dell’Unione Europea
Le fonti europee di diritto originario: le fonti di diritto originario sono i trattati istituiti delle comunità
europee e quelli che successivamente, li hanno modificati. Essi possono essere considerati le basi
costituzionali dell’UE: disciplinano i principi ispiratori, le fonti, gli organi, le competenze e sono
gerarchicamente sovraordinati rispetto al diritto derivato.
Le fonti europee di diritto derivato: le fonti di diritto derivato sono i regolamenti, le direttive, le
raccomandazioni, i pareri e le decisioni; esse sono adottate secondo i procedimenti stabiliti nei trattati
dagli organi dell’Unione europea.
Regolamenti UE: I regolamenti, insieme a delle direttive, costituiscono le fonti più rilevanti
nell'ordinamento dell'Unione Europea. Sono vincolanti in tutti loro elementi e dotati dei caratteri della
generalità e dell'astrattezza. La principale caratteristica che li contraddistingue è la diretta applicabilità
nei confronti di tutti soggetti all'interno degli Stati membri.
Direttive UE: le direttive sono fonti di diritto derivato vincolanti, ma non hanno diretta applicabilità.
Infatti, non producono automaticamente effetti giuridici nei confronti dei soggetti all'interno degli
Stati membri. Esse hanno come destinatari esclusivamente gli Stati, nei cui confronti impongono un
obbligo di risultato. Le direttive ai quali essi sono tenuti ad aderire attraverso atti interni di attuazione,
conservando un certo margine di discrezionalità quanto alle forme e al contenuto degli stessi. Gold
platinge copy out?
Direttive self-executing: tali direttive fanno in modo che il contenuto di alcune loro norme produca
effetti diretti nei confronti di tutti soggetti, senza necessità di alcuna interposizione da parte degli
Stati.
Decisioni: le decisioni sono fonti di diritto derivato vincolanti.come regolamenti, sono obbligatori in
tutti loro elementi non richiedono alcun atto interno di recepimento da parte degli Stati. Sono però
sprovviste dei caratteri della generalità e dell'astrattezza, rivolgendosi esclusivamente a destinatari
specifici.
Raccomandazioni e pareri: sono fonti di diritto derivato non vincolanti.attraverso le raccomandazioni,
gli organi dell'Unione Europea invitano gli Stati a conformarsi a un determinato comportamento; con i
pareri, e si fanno conoscere il loro punto di vista su una determinata materia, svolgendo una funzione
di orientamento.
Legge n 234/2017: prevede che l'intervento normativo statale si realizza attraverso due distinti
provvedimenti legislativi:
1. La legge di delegazione europea a cadenza annuale e contiene: a) le deleghe al governo per
approvare decreti legislativi, b) le autorizzazioni al governo per il recepimento delle direttive
attraverso regolamenti, c) I principi fondamentali a cui si debbono attenere le regioni nell'esercizio
delle loro competenze legislative nelle materie previste dall’art. 117, comma tre, Cost.
2. La legge europea con cui il parlamento realizza direttamente gli interventi normativi necessari
all'adempimento degli obblighi europei.
Legge: per legge si intende l'atto normativo, deliberato dalle due camere del parlamento in un identico
testo, promulgato dal presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che trova le
sue norme sulla produzione negli arte. 70 e seguenti della Costituzione. La rigidità della costituzione
determina due principi per comprendere la natura della legge come fonte primaria:
A. Il primo è il cosiddetto principio del numero chiuso delle fonti primarie: esse sono solo quelle
stabilite dalla costituzione.
B. Il secondo è che gli unici limiti che valgono per legislatore sono quelli stabiliti direttamente dalla
costituzione o da fonti pari ordinate.
Riserva di legge: Si ha una riserva di legge quando una norma della costituzione riserva alla legge la
disciplina di una determinata materia escludendo, o ammettendo solo in parte, che essa possa essere
oggetto di altre fonti normative.
1. Nei casi di riserva rinforzata di legge, il legislatore deve limitare la sua discrezionalità in
attuazione di istituti e limiti specifici già fissati dalle disposizioni costituzionali. Tali riserve
rinforzate possono allora volta essere distinte in due sottotipi. Il primo è quello in cui la
discrezionalità del legislatore è limitata sotto il profilo del procedimento. Il secondo si riferisce ai
casi in cui la discrezionalità del legislatore riguarda il contenuto della legge.
2. La riserva relativa sia quando la legge deve intervenire solo a definire gli aspetti generali e
qualificanti della disciplina.
3. La riserva assoluta indica che l'intera materia deve essere disciplinata da fonti primarie.
Leggi a cadenza annuale:
La legge di bilancio, l'unica legge a cadenza annuale espressamente prevista dalla costituzione.
La legge di delegazione europea introdotta dalla legge n.234/2012.
La legge annuale di semplificazione introdotta allo scopo di realizzare misure di semplificazione
normativa e amministrativa a livello nazionale.
Procedimento legislativo:
L’art. 70 prevede che "la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere".e il
procedimento legislativo si può distinguere in tre fasi:
1. Fase dell’iniziativa: L’art. 71 Cost. Prevede che l'iniziativa delle leggi spetti prima di tutto al
governo, a ciascun parlamentare e agli altri organi ed enti a cui è conferita dalla Costituzione.
L'ultimo comma di tale articolo riconosce il potere di iniziativa anche al popolo, che la esercita
mediante la proposta da parte di almeno 50.000 elettori. Dunque, la costituzione configura sei tipi
di iniziativa equiparandoli sul piano formale.
2. Fase costitutiva: questa fase è disciplinata dall'Art 72 Cost. Essa attiene all'esame, alla discussione
e alla votazione dall’Assemblea. Nell'Art 72 si distinguono almeno tre sub-procedimenti di
approvazione delle leggi ordinarie: la procedura normale in cui la commissione opera in sede
referente, la procedura abbreviata per l'approvazione di urgenza di alcuni disegni di legge e la
procedura decentrata nella quale la commissione assume il nome di “deliberante" o “legislativa".
Una quarta forma di sub-procedimento legislativo è stata creata dai regolamenti parlamentari e si
chiama procedimento per commissione in sede redigente.
A. Nel procedimento normale la commissione, presenta all'assemblea una relazione in cui propone di
accogliere o respingere un progetto. Terminato l'esame in commissione, il procedimento prosegue
in assemblea con la discussione e il voto articolo per articolo. Segue l'approvazione finale del
progetto di legge nel suo complesso.
B. Il processo abbreviato, i tempi della discussione della votazione si riducono drasticamente..un
esempio di procedimento abbreviato può essere quello per l'approvazione delle leggi di
conversione dei decreti-legge.
A. L'iniziativa spetta cinque consigli regionali o 500.000 elettori. In quest'ultimo caso deve formarsi
un comitato promotore e la richiesta deve essere depositata presso un apposito ufficio della corte
di cassazione entro il 30 settembre di ogni anno.
B. L'ufficio centrale per il referendum effettua un controllo sulla legittimità delle richieste entro il 31
ottobre; si tratta di un controllo volto a verificare la regolarità formale della richiesta.
C. La corte costituzionale giudica sull'ammissibilità delle richieste dichiarate legittime, con sentenza
da pubblicarsi entro il 10 febbraio.
D. Se le richieste sono ammesse, il presidente della Repubblica, indice il referendum, fissando la data
della votazione in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno.
E. Sono previsti due quorum: uno di partecipazione e uno circa l’esito.
F. Nel caso di abrogazione, essa è dichiarata dal presidente della Repubblica con decreto;
conseguenza dell’abrogazione referendaria è che il parlamento non può approvare una disciplina
che sia sostanzialmente riproduttiva di quella abrogata.
Istituto referendario è stato confermato dalla corte costituzionale, attraverso il giudizio di
ammissibilità. Essa infatti, ha dato un un'interpretazione di carattere estensivo dei limiti espliciti,
enucleando anche i limiti impliciti. Nel fare questo la corte ha seguito due direttrici:
1. La prima riguarda la collocazione del referendum nel complesso delle fonti ed è consistita
nell'assimilarlo a una legge ordinaria meramente abrogativa.
2. La seconda direttrice su cui si è mossa la corte fa perno sul requisito della libertà del voto preso
previsto dall’art. 48, comma 2, Cost. Affinché il cittadino possa esprimere un voto libero, il
quesito che gli viene proposto deve essere omogeneo e chiaro.
Regolamenti governativi: E i regolamenti governativi sono fonti secondarie, con le quali il governo,
nel rispetto delle fonti primarie, pone regole di carattere sostanziale, organizzativo, procedurale
oppure provvede a disporre quanto necessario per dare attuazione ed esecuzione alle leggi. E spesso,
le leggi del parlamento per poter essere applicate necessitano di altre regole che specificano come si
può dare loro attuazione: a ciò provvedono i regolamenti. Esistono regolamenti governativi,
deliberati dal Consiglio dei Ministri ed emanati con decreto del presidente della Repubblica, e dei
regolamenti ministeriali ed interministeriali, emanati dal singolo ministro o di concerto con uno o
più ministri. Ai regolamenti governativi può essere assegnato il compito di disciplinare l'esecuzione
delle leggi, dei decreti legislativi e dei regolamenti dell'unione europea (regolamenti di esecuzione);
l'attuazione delle leggi e dei decreti legislativi recanti norme di principio, fuori delle materie di
competenza regionale (regolamenti di attuazione); infine l'organizzazione e il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate dalla legge (regolamenti di
organizzazione). I regolamenti indipendenti invece, sono emanati in materie non riservate alla
legge; tali regolamenti sono sottoposti ad una rete di criteri, estraibili dai principi generali
dell'ordinamento che contribuiscono al rispetto del principio di legalità, tali che non si può parlare di
indipendenza assoluta ma di indipendenza relativa.
Delegificazione: È un istituto mediante il quale una legge, da un lato, attribuisce al potere
regolamentare del governo il compito di regolare una certa materia, già oggetto di disciplina da parte
di una precedente legge e, dall'altro, dispone l'abrogazione di tale disciplina precedente a decorrere
dall'entrata in vigore dei regolamenti di delegificazione.
Statuti regionali ordinari: si tratta di una fonte primaria del diritto con cui la regione disciplina
rilevanti aspetti della sua organizzazione e struttura interna: forma di governo, principi fondamentali
di organizzazione e funzionamento, diritto di iniziativa e referendum su leggi e provvedimenti
amministrativi della regione, e pubblicazione di leggi e regolamenti regionali.
Le regioni hanno potestà legislativa, vale a dire la competenza legislativa residuale. Il significato di
questa "tripartizione" è così riassumibile:
A. Per competenza legislativa esclusiva statale si intende quell'insieme di materie in cui il soggetto
legittimato a porre le fonti legislative e lo Stato e dunque, in prima battuta il parlamento oppure il
governo.
B. Per competenza legislativa concorrente si intende quell'insieme di materie in cui i soggetti
legittimati a porre le fonti legislative sono due: lo Stato e le regioni e. Spetta alle regioni la potestà
legislativa di dettaglio, mentre lo Stato spetta la determinazione dei principi fondamentali di
ciascuna materia. Dunque le regioni, in queste materie debbono rispettare anche i principi
fondamentali posti dalla legislazione statale.
C. Per competenza legislativa residuale regionale si intendono tutte le materie non ricomprese negli
elenchi del secondo del terzo comma dell’art. 117. In questo caso le regioni hanno una potestà
legislativa che vede come vincolo solo la costituzione e gli obblighi comunitari e internazionali.
Chiamata in sussidiarietà: la corte ha introdotto un meccanismo non previsto esplicitamente nella
costituzione, che consente allo Stato di attrarre a sé la competenza legislativa regionale attraverso la
cosiddetta chiamata in sussidiarietà. Deve sussistere un interesse unitario, valutato in modo
ragionevole dal legislatore statale e deve essere rispettato il principio di leale collaborazione.
Statuti e regolamenti locali: comuni, province e città metropolitane trovano riconosciuta in
costituzione la potestà normativa statutaria e regolamentare. Gli statuti e regolamenti locali però, le
sono fonti secondarie, in quanto le loro norme sulla produzione sono contenuti in fonti primarie dello
Stato, al quale spetta la disciplina relativa a "legislazione elettorale, organi di governo e funzioni
fondamentali" di tali enti. Art. 117, comma 2, Cost.