CAPITOLO 1
1. CULTURA DEI DOTTI (cultura alta): belle arti (pittura, scultura, architettura,
poesia, musica classica, teatro impegnato), letteratura seria. Mostre, Musei,
Convegni, libri, istruzione... Essa è legata alla sfera del sapere e della
conoscenza. Viaggiare: vedere, osservare, visitare luoghi.
1
ù
fi
à
à
fi
ff
È
è
à
fi
à
à
à
• La cultura un bene fragile e deve essere preservata in luoghi appositi come
musei, biblioteche, teatri.
• La cultura si oppone alle norme prevalenti dell’ordine sociale (ovvero agli aspetti
peggiori della civilt ). L'armonia tra cultura e società è possibile, ma raramente
viene conseguita.
• Ne deriva un’idea di cultura «alta» (visione valutativa), per pochi eletti (elitismo),
espressione di un etnocentrismo europeo (giudizio morale e intellettuale di
superiorit ).
Matthew Arnold: uno degli esponenti principali della corrente umanistica, avanzò la
Teoria universale del valore culturale, a ermando che la cultura lo studio della
perfezione, che pu portare nella società luce e bellezza, riguarda tutto ciò che di
meglio è stato pensato e conosciuto nel corso della storia degli esseri umani e
perché ha una ragione giusta, ossia illuminata e corretta. Arnold a erma che è il
potenziale educativo che permette alle persone di connettere la conoscenza al
comportamento e alla bellezza. Cultura «alta» contrapposta alla «cultura popolare».
Egli credeva che la cultura può essere l’agente umanizzante che modera le
conseguenze più distruttive della modernizzazione.
La parola cultura deriva, infatti, dal verbo latino colere, ("coltivare"), dapprima
utilizzata per la “coltivazione” dei campi e l’allevamento del bestiame, poi estesa
alla “coltivazione” dello spirito, delle arti e al “culto” verso gli dei.
Il primo che tenta di dare una de nizione di cultura in questo senso è Herder,
losofo tedesco, il quale a erma che esista una molteplicità di culture, perché ogni
comunità e nazione ha culture diverse, e che siano tutte egualmente valide.
2
fi
à
è
ò
à
à
fi
ff
fi
à
fi
à
ò
ff
ff
ff
à
è
fi
ffi
è
ff
L'antropologo inglese Taylor a erma che la di erenza tra cultura e civiltà è
superata, e presenta il concetto di cultura attraverso tre caratteristiche:
2. Esiste ovunque (non esistono popoli senza cultura) e ne esiste una per ogni
societ – variabilit dei costumi umani.
Il concetto di cultura proposto dai primi scienziati sociali di fatto coincide con quello
di modo complessivo di vita.
• Avalutativa e relativa
3
È
È
fi
fi
à
è
ò
à
à
fi
fi
à
ff
ò
fi
ff
fl
ò
è
è
è
fi
fi
ò
mode, rituali, sapere specialistico, senso comune, etc.) concentrandosi appunto sui
rapporti reciproci con la struttura sociale.
Nessuna societ pu sussistere, perpetuarsi e riprodursi senza una rete di signi cati
- norme, valori, credenze, simboli espressivi - che nel loro insieme de niscono la
sua cultura.
• La struttura si riferisce alle relazioni tra i membri della societ (gerarchie, gruppi,
classi, etc.), alle istituzioni, ai fattori politici ed economici.
L’interesse per lo studio della dimensione culturale dei fenomeni sociali era gi
presente tra i sociologi classici (Marx, Weber, Simmel, Durkheim).
Questi autori, infatti, avevano mostrato una particolare sensibilit per lo studio della
cultura (delle norme sociali, dei valori, delle credenze e dei simboli espressivi) e,
ritenendola parte integrante della comprensione complessiva della societ e
dell’agire sociale, l’avevano posta al centro della teoria sociologica.
La CULTURA per Wendy Griswold si riferisce al lato espressivo della vita umana:
comportamenti, oggetti e idee che esprimono o rappresentano qualcos’altro. La
cultura implica signi cato, come hanno a ermato Geerz e Weber.
Si tratta di una de nizione operativa e non valutativa che non si focalizza sul
“meglio”, ma non neppure onnicomprensiva, bens restringe la cultura a ci che
ha signi cato per i membri di una determinata societ o gruppo sociale. La cultura
di una comunità in uenza la sua struttura sociale e viceversa.
4
fi
à
fi
è
fl
ò
fi
ff
fi
ì
à
à
à
fl
fi
à
ò
à
fi
• Simboli espressivi: modo in cui le norme, i valori e le credenze vengono
rappresentati.
• Signi cato semplice (segno) DENOTA una corrispondenza biunivoca fra l’oggetto
del signi cato e il signi cato stesso, per cui vi è un singolo referente. Come il
colore del semaforo.
• Signi cato complesso risiede in segni chiamati simboli, che non rappresentano
un singolo referente, ma evocano una molteplicità di signi cati. Non denotano ma
evocano emozioni forti, e possono spesso unire o disgregare i gruppi sociali.
La cultura fatta per lo pi di signi cati complessi e non di signi cati semplici; di
signi cati incorporati in simboli.
Per capire la cultura dobbiamo essere capaci di sbrogliare queste reti ingarbugliate
di signi cati espressi dai simboli e condivisi dalla societ .
Come il ragno che tesse la tela (in modo istintuale): tutti gli animali sono orientati
nella conoscenza dalla genetica invece gli esseri umani alla nascita sono
psicologicamente incompleti. Devono imparare a vivere. L’apprendimento il
processo sociale di interazione e socializzazione con il quale si trasmette la cultura.
5
fi
fi
fi
fi
fi
è
fi
è
é
ù
fi
fi
fi
fi
fi
ò
fi
è
ff
ff
à
fi
fi
fi
ò
è
La cultura umana compensa l’incompletezza genetica fornendo all’uno senso e
ordine. LA CULTURA è la bussola contro il caos degli eventi.
Oggetto culturale
Un esempio di oggetto culturale può essere il pane, che di per sé non è un oggetto
culturale, è un alimento, ma che può assumere un signi cato culturale in
determinate situazioni: ad esempio, il Wonder bread, il pane bianco molto di uso in
America, incarnava la concezione infantile del benessere per i bambini americani del
dopoguerra. Negli anni ‘60, per ribellarsi alla cultura del capitalismo, i giovani
sceglievano invece di mangiare pane integrale s dando le convenzioni con cui
erano cresciuti.
Non tutti gli eventi riescono a trasformarsi in oggetti culturali, ma anzi gli eventi che
diventano oggetti culturali sono spesso quegli eventi che sono istituzionalizzati,
attraverso il governo o comunque i potenti.
Il diamante culturale
Gli oggetti culturali, però, per definizione devono essere anche trasmessi e devono
essere ricevuti: chi riceve l'oggetto culturale si chiama ricevitore culturale; il ricevitore
6
è
fi
é
à
è
fi
è
à
fi
fi
fi
è
è
ff
Entrambi, creatori e ricevitori, insieme allo stesso oggetto culturale, sono inseriti in
un contesto più ampio che è chiamato mondo sociale. Il mondo sociale comprende il
contesto economico, sociale, e culturale, di un determinato momento nel tempo.
Teoria del ri esso: la cultura viene intesa come specchio della realtà sociale, ma
questo non esclude che anche la struttura possa ri ettere della cultura. Entrambe le
scuole di pensiero più di use nel ventesimo secolo, funzionalismo e marxismo,
impiegano questa teoria (e sarà poi Weber a criticarla). In realtà, però, questa teoria
ha origini più antiche, perché trova le sue radici nella Grecia di Platone, secondo il
quale al di là di ogni apparenza, si trova una forma ideale e dunque l’arte e la cultura
in generale ri ette la società, ma è un ri esso ‘meno reale’, essa è doppiamente
distante dalla forma reale. Platone connette la sua obiezione all’arte basata sulla
teoria delle forme all’obiezione basata sulla funzione educativa della cultura. In
realtà la teoria platonica vede la cultura come qualcosa di meno reale della realtà,
qualcosa di separato dalla realtà, che è l’idea che riprendono i funzionalisti e
marxisti, teorizzando che però, se un'entità ne ri ette un'altra, la prima deve essere
molto simile alla seconda. Per Aristotele la cultura imita le verità universali circa
l’esistenza umana, quindi è ‘più profonda’ della realtà sociale e può rappresentare
gli universali umani. Il pensiero aristotelico è alla radice del pensiero dell’arte come
perfezione. Secondo l’idealismo la cultura è la materializzazione di spirito, bellezza e
verità universale, come tale è serata dall’esistenza materiale. L’ideale precede il
materiale.
ES teoria del ri esso: I reati hanno avuto un andamento stabile, mentre ci è stato un
andamento altalenante delle notizie e della percezione del rischio della criminalità in
Italia tra il 2005 e il 2011. Il tema della cronaca nera, nel mese precedente alle
elezioni europee del 2019, è stato il primo tema nel telegiornali italiani, il 21%
nonostante i reati fossero in calo.
7
fl
fl
fl
fl
ff
fl
fl
fl
• Max Weber: la cultura ha un e etto sulla societ , “Etica Protestante e spirito del
Capitalismo moderno”, cultura come gli scambi di un binario, categoria del senso.
KARL MARX
• pensiero meta sico degli idealisti che erroneamente concepiscono le idee come
indipendenti dagli uomini, mentre queste sono per i due autori diretta emanazione
del comportamento materiale.
• camera oscura che capovolge la realt , facendo apparire ai singoli che le idee
governano la vita materiale, nascondendo il fatto che quest’ultima a produrre le
prime. Il capovolgimento dovuto alla divisione del lavoro in manuale e
intellettuale.
L’unico modo per conoscere la realt negare come essa si presenta, la sua
apparenza, per fare emergere la sua vera essenza. Il mondo delle idee, dei pensieri,
delle rappresentazioni il risultato del comportamento materiale degli uomini
storicamente determinati. Quindi, per conoscere la verit sulla societ , sui rapporti
sociali dobbiamo analizzare la sua base materiale, i rapporti economici che la
sottendono e non la sua ideologia, ci che essa dice di se stessa.
8
ff
fi
ff
fl
fi
à
è
à
è
ff
à
ò
à
è
à
à
è
à
à
à
è
à
à
fl
fl
Le idee dominanti in una società sono le idee della classe dominante. Lo studioso
della cultura deve cercare le origini sociali dei valori e dello spirito culturale nelle
basi materiali, sopratutto nelle contraddizioni di classe.
Materialismo storico: ‘dalla terra al cielo’, dalla struttura sociale alla cultura.
Marx sostiene che non sia la coscienza degli uomini a determinare il loro essere, ma
il loro essere sociale a determinare la loro coscienza. In altre parole, per "falsa
coscienza" si intende l'errata percezione che il sé sia autonomo: la coscienza
individuale è infatti forgiata da quella collettiva, sociale. In particolare, la coscienza
della società è quella della classe dominante, la quale si impone sulle altre, tanto nei
rapporti di produzione quanto nelle sovrastrutture culturali e politiche. L'ideologia
dominante è infatti spacciata per universale e funge come strumento di
legittimazione della posizione di potere della classe dominante, nonché tutela dei
suoi interessi. In conclusione, per analizzare un periodo di trasformazione, è
necessario giudicarne la coscienza non come elemento indipendente, bensì come
prodotto degli antagonismi e delle contraddizioni delle forze materiali, economiche e
di produzione.
L’acquisizione di una propria coscienza di classe da parte del proletariato era per
Marx un elemento indispensabile per la trasformazione materiale e, quindi, spirituale
della societ .
SCUOLA DI FRANCOFORTE
9
è
à
à
è
fl
è
fl
ff
è
fl
fl
è
fl
I ricercatori della Scuola di Francoforte riprendono la visione di Karl Marx e
in uenzano fortemente la sociologia europea nella visione della cultura e dei media.
La SdF ritiene che la cultura non sia un mero sottoprodotto della base materiale
della societ capitalistica (e dunque del processo di industrializzazione) ma un
agente attivo al servizio delle istituzioni, che porta all’annullamento della capacità
critica dell’individuo (viene sì portata alle masse, ma è svuotata in quanto non è più
luogo di generazione di senso, ma solo di puro intrattenimento). Grande critica
verso tutti gli apparati burocratici. Infatti, la cultura viene chiamata, dalla scuola di
Francoforte, industria culturale, per sottolineare la sua natura antidemocratica;
secondo questa teoria vi è uno spostamento dai valori culturali di produzione a
quelli di consumo e si dà importanza al tempo libero. La preoccupazione della
Scuola di Francoforte è che la gente sia troppo stordita dai mass media per
protestare, o anche solo per accorgersi, che le loro libertà stiano venendo a
mancare: l’energia che gli individui potrebbero canalizzare per modi care fenomeni
sociali viene neutralizzata dalla spinta ai consumi, e quindi vi è riconciliazione del
lavoratore con l’ordine sociale.
Teoria critica della società: ride nizione del ruolo dell’attore sociale di fronte ad un
potere totalizzante. Comprensione dei meccanismi attraverso cui il potere riesce ad
esercitare il controllo sulle masse, agendo sulle coscienze individuali. Processo di
MISTIFICAZIONE DELLE COSCIENZE. Meccanismi ideologici: consenso e
persuasione.
Critica marxismo: gli studiosi della Scuola ritengono che il marxismo riduca l'arte e
la cultura all'economia, facendo dipendere il simbolico dall'infrastruttura economica;
essi invece sono interessati ai meccanismi psicologici e alle forme psicoanalitiche
chiesto stanno al funzionamento della cultura
10
fl
à
fi
fi
fi
à
fi
Ricerca sociale: il programma di ricerca contiene la compresenza di pulsioni che
vanno luna nella direzione di fare ricerca critica e di mantenere in vita il pensiero
negativo, l'altra nella direzione di conoscere individuare, da vari studiosi, le
trasformazioni in corso nella società.
Critica famiglia borghese: ruolo della famiglia borghese nello sviluppo della
personalità autoritaria:
11
fl
ffi
fi
ff
fi
è
fi
ff
fi
fi
Tempo libero, arti e cultura vengono ltrati dall’industria culturale, che regola la loro
ricezione con la logica del valore di scambio. L’industria culturale è una parodia
dell’aspirazione alla felicità. L’industria culturale porta la cultura alle masse, ma si
tratta di una cultura svuotata in quanto non è più luogo di generazione di senso, ma
di puro intrattenimento e di manipolazione al ne di riprodurre l’adattamento di
ciascuno all’ordine sociale esistente. ALIENAZIONE anche nel tempo libero.
Secondo Benjamin, autore dell’Opera d’arte nell’età della sua riproducibilità tecnica,
vi è una perdita della dell'aura di unicità dell'opera d'arte dovuta alla sua possibile
riproduzione. la fotogra a e il magnetofono creano delle riproduzioni delle opere
artistiche, a causa delle quali se ne perde l'unicità. Infatti è possibile a ermare che
l’esperienza artistica si allarga ma allo stesso tempo si trasforma radicalmente.
4. Mentre svaluta il valore culturale produce una vicinanza attiva del pubblico a
contenuti che divengono più familiari nell’esperienza e che impara a elaborare e
valutare in un processo di disimpegno.
12
fi
fi
fi
fi
ff
fi
ff
fi
fi
Vi è la morte dell’aura artistica: da mondo spirituale ed estetico degli uomini,
fondato sulla contemplazione e il raccoglimento, a luogo della ricezione di massa
delle «merci culturali» (i prodotti dell’industria culturale), che invitano all’introiezione,
allo sguardo distratto, al puro divertimento e che sono governati dalla logica del
valore di scambio.
Egli osserva che quanto più la coscienza deve essere continuamente all’erta
nell’interesse della difesa dagli stimoli e quanto maggiore è il successo con cui essa
opera, tanto meno le impressioni penetrano nell’esperienza.
Lo spettacolo viene considerato dagli studiosi della Scuola come una forma di
aggressione all’umano.
MARCUSE
Secondo Marcuse vi è una di erenza tra bisogni veri, spontanei, autentici, vera
espressione dell’essere umano e bisogni falsi, indotti dal sistema dell’ideologia
dominante, determinati dalla produzione (guidati dal principio della prestazione).
Scopo ideale della società del futuro è la sostituzione dei bisogni falsi da parte di
quelli veri, attraverso l’abbandono della soddisfazione repressiva.
• Nuova concezione estetica della vita fondata sulla libera espansione dei bisogni
umani, su un rapporto contemplativo con la natura (societ apollinea, armonica e
serena).
La SdF vede la cultura di massa alla base della distrazione e impotenza delle masse
nelle societ moderne. Gli studiosi si concentrano sull’analisi del testo come veicolo
dell’ideologia dominante. Un esempio di analisi la ricerca di Lowenthal delle
biogra e degli americani famosi sulle riviste popolari a inizio secolo e negli anni ’40.
Scopre innanzitutto che i soggetti delle interviste cambiano, perché passano da
professionisti illustri, in particolare della scienza, come inventori e scopritori, ma
anche imprenditori, a personaggi famosi nel campo dell’intrattenimento. Questo,
secondo Lowenthal, rappresenta uno slittamento da un’economia di produzione a
un’economia di consumo e dedicata al tempo libero. Inoltre, nota che anche la
struttura delle biogra e cambia, perché esse si focalizzano sulla vita privata e
quotidiana dei propri soggetti, mentre, in passato, ne enfatizzavano l'aspetto
elevato e separato dall’individuo comune. Ciò sottolinea i limiti dell’individuo e lo
spinge a preferire il consumo alla produzione.
13
fi
à
fi
ff
è
à
I generi di cultura: Secondo la SdF l’obbiettivo dell’industria culturale l’easy
listening ovvero il consumo distratto, che fa s che l’individuo non debba fare
alcuno sforzo nella scelta di fruizione dei media. Per questo motivo l’industria
culturale usa lo strumento della stereotipizzazione che consiste in modelli
ricorrenti e facilmente riconoscibili. Tali modelli sono i ‘generi’ e il consumatore
struttura un modello di aspettative per ciascun genere. Il modello attitudinale di
fruizione è la negazione dell’individualità. Ad esempio, Adorno accusa la musica
popular di essere una semplice ripetizione del già noto, apprezzata dal pubblico per
la sua familiarità. Egli ritiene che psicologicamente vi sia una regressione infantile.
La teoria critica della SdF nel Diamante culturale e ruolo del fruitore/ricevitore
Una delle critiche poste la scuola di Francoforte riguarda proprio la gura del
ricevitore, perché la scuola dà per scontato che il pubblico sia passivo e quindi non
studia l’individuo in quanto consumatore.
FUNZIONALISMO
La concezione funzionalistica della societ e della struttura sociale trae origine dal
pensiero di Herbert Spencer (1820-1903) e di mile Durkheim (1858-1917), e vede il
T. Parsons (1902-1979) uno dei suoi massimi esponenti.
Per il funzionalismo le societ sono paragonabili agli organismi viventi per tale
motivo le loro varie parti vengono ritenute dei sistemi i quali, a loro volta, operano
insieme come un tutto funzionante. Esattamente come gli organi di un corpo
vivente, anche le parti di un'unit sociale evoluta e complessa sono di erenti tra
loro: cos come la religione rispetto alla politica, il lavoro rispetto alla vita familiare
etc. Dunque, ogni parte interdipendente all’altra e legata da un rapporto di
reciproca congruenza.
14
ì
fl
è
à
à
à
É
ì
fi
ff
è
La teoria del ri esso ‘funzionalista’
• Inoltre, ogni livello sociale (la cultura, la politica, l’economia, l’ordine sociale)
fornisce ‘input a’ e riceve ‘output’ da ogni altro livello. La condizione naturale di
ogni società è una condizione di consenso culturale. La cultura ri ette la societ
nel senso che ci informa su come funziona una certa societ in una data epoca.
Talcott Parsons
Perché un sistema sociale funzioni è necessario che i suoi membri siano dotati di
personalità che abbiano fatto propri i valori e le norme in cui si esprime una cultura
comune.
Per Parsons:
• La cultura considerata un sistema gi dato (di cui non si indaga l’origine) che
in uisce sulla vita individuale e sociale: come la “benzina” per l’auto... motiva
l’individuo all’azione e fa funzionare la societ
15
fl
à
è
fl
ì
fl
à
à
è
à
à
à
à
à
à
fl
ù
à
Teoria del ri esso in Parsons: la societ per funzionare si d dei modelli di
comportamento condivisi, ossia la cultura che orientano l’azione individuale.
Funzionalismo VS Marxismo
La funzione di "testimonianza sociale" della cultura (secondo cui si può leggere una
società attraverso le sue opere culturali) è fuorviante. Gli oggetti culturali spesso
idealizzano alcuni aspetti dell'esperienza sociale oppure sottolineano alcuni aspetti
meno positivi per fare "critica sociale" (oppure mettono in primo piano il
sensazionale). ES: alcune sit com di soggetto domestico, principalmente negli anni
50, o rivano un ritratto molto distorta di ciò che era veramente la vita delle famiglie
americane (‘papà ha ragione’).
Il modello puro dello specchio in cui struttura sociale e culturale si adattano l'una
all'altra per soddisfare i propri bisogni funzionali sembra di cile da accettare.
Esistono però modelli del ri esso funzionalista più complessi che risolvono alcune
delle obiezioni mosse. Lo storico dell’arte Baxandall suggerisce un modo per
tradurre il modello ri essivo di base sul diamante culturale, in tutti i suoi punti le sue
connessioni. In uno studio sui pittori italiani del XV secolo, egli ha dimostrato come
le opere di questi pittori ri ettessero:
16
ff
fl
fl
è
è
fl
è
fl
fl
à
fl
à
à
à
fi
ffi
à
fl
fl
fl
gusto, inteso come conformità tra le capacità discriminatorie dei pittori e quelle
del loro pubblico.
MAX WEBER
La cultura è l’insieme delle interpretazioni fatte proprie dai gruppi sociali. Tali
interpretazioni sono composti dai fenomeni sociali di grande portata come i
costumi, le convenzioni, le regole, le leggi e le istituzioni che caratterizzano i gruppi
stessi, conferiscono a tali gruppi un’identità collettiva, che trasmettono e a volte
impongono agli individui. In generale, l’agire sociale ri ette i signi cati culturali.
Ipotesi veri cata da Max Weber nell’opera “L’etica protestante e lo spirito del
capitalismo”.
Ne l’etica protestante e lo spirito del capitalismo, Weber avanza l’ipotesi, veri cata
secondo il metodo scienti co comprendente, che l’etica protestante abbia aiutato lo
sviluppo del capitalismo moderno occidentale. Egli a erma che l'occidente è
particolare perché promuove l'organizzazione capitalista del lavoro umano,
l’accumulo del capitale in modo paci co, la separazione dell’azienda dalla casa, e
l'importanza della contabilità nazionale.
Comincia il suo studio con una un’osservazione:, come venivano rappresentati i
protestanti nelle attività economiche di tipo capitalistico rispetto alla controparte
cattolica. Infatti, l’idealtipo del capitalista non è quello di un edonista che gode della
sua ricchezza, ma è quello di un’asceta che non ricava niente per sé dalla sua
ricchezza, se non l’irrazionale sensazione del compimento del suo dovere
professionale. Questa vocazione deriva da due idee religiose protestanti, secondo
Weber, ossia: la vocazione di Martin Lutero e la predestinazione di Calvino. La
17
fl
fi
fi
fl
fl
fi
fi
fl
fl
ff
fl
fi
é
fi
vocazione di Martin Lutero riguarda la giusti cazione morale dell’attività mondana,
perché Lutero a ermava che la provvidenza assegni a ognuno di noi un lavoro
speci co, un ruolo speci co nel disegno divino, e che quindi il proseguimento di
una professione, di una vocazione, sia un modo per servire Dio. Calvino invece
a ermava che Dio avesse predestinato tutti gli individui al paradiso o all'inferno.
Secondo Weber, questa pressione spirituale crea anche una pressione psicologica
nel credente, che quindi cerca conferme, anche sotto consiglio del clero, di una
possibile salvezza nella vita mondana. Come? Prima di tutto, è dovere di ciascuno
di considerarsi salvo e non dannato; secondo, si può acquisire ducia nella propria
destinazione tramite le opere buone, l’autocontrollo, e l'attività nanziaria. Weber
de nisce questo atteggiamento ascetismo intramondano. Queste credenze hanno
due conseguenze nella vita reale: l’accumulo di capitale, e lo sviluppo di un
atteggiamento verso il lavoro duro come cosa moralmente giusta e buona in sé
stessa.
Cosa intende Max Weber quando a erma che la cultura è come uno scambio
ferroviario.
18
ff
fi
fi
fl
fl
fi
ff
à
fi
ff
fi
ff
fl
fi
fi
ff
fi
fi
fi
à
fi
lineare. Questo modo di pensare infatti non incanalava le so erenze politiche dei
economiche verso l'azione rivoluzionaria, ma incoraggiava un ritorno a forme
precedenti di autorità.
Cultura = cassetta degli attrezzi: contiene fondamenti logici che sottendono varie
linee d’azione cui fare riferimento in diversi contesti, senza tali fondamenti siano
internamente coerenti. La sociologia dimostra questa tesi facendo vedere come gli
americani di classe media appena due diverse ideologie dell'amore. Possono
esprimere l'ideale romantico del " nché morte non ci separi", ma sostengono anche
una seconda ideologia " nché il mio partner è ciò di cui ho bisogno”.
Modello frammentato di cultura: le relazioni tra cultura e azione sono più deboli e
continenti.
CAPITOLO 3
La risposta più di usa nel senso comune: il genio individuale produce cultura
Emile Durkheim
19
fi
fl
fl
ff
fi
fi
ff
al bisogno di rappresentare la stessa esperienza del sociale, che trascende gli
individui e le loro motivazioni psicologiche.
Cosa tiene insieme la cultura? ‘Ciò che unisce ciascun individuo alla società è un
sentimento morale, che si realizza nella solidarietà dei suoi membri’. Alla base di
ogni società vi è la MORALE che è sia esterna che interna all’individuo, sia
coercitiva che desiderabile. Per dimostrare ciò Durkheim analizza come è mutata la
solidarietà sociale con l’evolversi delle società umane, e individua nella divisione del
lavoro sociale l’origine della progressiva complessi cazione della società.
Egli ritiene che, nella società attuale, le persone siano diverse tra loro e possano
essere classi cate in molti modi: fa una comparazione con uno stato sociale
precedente, che chiama solidarietà meccanica, dove le persone erano meno
di erenziate, e in cui la gente era integrata perché aveva vite simili. In questo stato
sociale, prevalevano le esperienze comuni e le credenze condivise, e la coesione
sociale era garantita da sanzioni repressive. Nella società dove predomina la
solidarietà meccanica: la coscienza collettiva tende a ricoprire le coscienze
individuali.
“Ciò che unisce ciascun individuo alla società è un sentimento morale, che si
realizza nella solidarietà dei suoi membri”. Tutte le idee essenziali, tutte le categorie
di pensiero, sono per Durkheim sociali. Gli esseri umani hanno una componente
biologica individuale e una componente sociale condivisa che è data dalla
partecipazione ad una coscienza collettiva, dalla quale derivano le categorie di
pensiero.
20
ff
fi
ff
fi
fi
fi
Anomia come allentamento delle rappresentazioni collettive. L’individualismo a
cui spinge la divisione del lavoro porta con sé rischi di disgregazione sociale e
quindi di uno sviluppo di un inadeguato livello di solidarietà organica.
Ipotesi: la religione la tras gurazione della societ , dietro non vi altro che la
societ , con le sue esigenze di riproduzione.
21
à
à
è
à
fi
ffi
è
à
à
ò
è
ù
à
à
à
à
processo ha la funzione di promuovere l'armonia morale tra i membri del clan. La
società, infatti, fa sorgere il senso del divino negli esseri umani attraverso il suo
controllo su di loro, e attraverso la sua forza positiva che, appunto, promuove
l'armonia.
Da dove deriva la sacralit ? Dato che tutto pu essere oggetto sacro, la sacralit
non deriva dall’oggetto stesso. Essa deriva dal fatto che il simbolo rappresenta
la comunità: ‘cosi se è allo stesso tempo simbolo di Dio e della societ , non forse
perch Dio e la societ sono la stessa cosa?’.
Il senso del sacro, ovvero della societ , si manifesta nell’esperienza del singolo
quando in armonia morale con i suoi compagni. ‘ha pi ducia, pi coraggio e
forza nell’azione, proprio come il credente che pensa di sentire lo sguardo di Dio
diretto verso di lui’. La forza religiosa non deriva da un totem o da un Dio ma
dall’esperienza del sociale. La religione pertanto, è il sistema di idee attraverso cui
le persone rappresentano la loro società.
Riprendendo l'esempio delle religioni e dei clan aborigeni, Durkheim a erma che la
vita dei membri di questo clan si articoli in due fasi: la fase quotidiana, comune a
tutti i giorni, che è monotona e sempre uguale; e la fase, invece, dedicata a una
cerimonia chiamata corroboree.
L’e ervescenza collettiva viene identi cata con l’ambito sacro, diverso dalla
quotidianità che è invece profana, ed è proprio così che nasce l'idea religiosa del
sacro e del profano e la totale separazione dei due.
La forza provata durante questo momento viene associata al totem perché gli
emblemi totemici sono esposti durante le celebrazioni, e quindi vengono associati
visivamente a questa eccitazione.
“Il credente non si inganna quando crede nell’esistenza di un potere morale dal
quale dipende e da cui riceve tutto il meglio che è in lui: questo potere esiste, ma è
la società”.
22
ff
ff
é
è
à
à
ff
fi
à
ò
ù
fi
ff
ù
ff
à
è
à
La forza religiosa non deriva da un totem o da un Dio, ma dell'esperienza del sociale
della religione, che è il sistema di idee attraverso cui le persone rappresentano la
loro società ed è la radice delle classi cazioni attraverso cui apprendiamo il mondo.
Funzione culturale
INTERAZIONISMO SIMBOLICO
Interesse nei modi in cui gli individui costruiscono attivamente le proprie norme e i
propri valori: il sé è creato dall’interazione sociale.
Cooley conia l'espressione specchio del sé, in cui a erma che un’interazione
contempla tre fasi: il sé immagina la reazione di un altro alla sua apparenza; il sé
immagina il giudizio dell'altra persona alla sua azione; il sé ha una reazione emotiva
a questo giudizio. Nei casi in cui serva una scusa, la scusa costituisce una seconda
sequenza interattiva che ristabilisce l'armonia sociale che è stata rotta dalla prima.
Mead nota che il bambino in fase di sviluppo dapprima impara ad assumere il ruolo
di un'altra persona, nella fase che si chiama gioco libero; successivamente, il
bambino impara ad assumere una varietà di altri ruoli nello stadio che si chiama
gioco con regole. In ne, il bambino impara a tenere in conto la risposta dell'altro
generalizzato, che è il termine che Mead usa per intendere la società, che chiama
anche comunità organizzata o il gruppo sociale che dall'individuo la sua unità di sé.
L'altro generalizzato è la fonte della moralità, e i bambini sono socializzati a
comprendere cosa essa si aspetta.
23
à
fi
fi
ff
fi
à
è
fi
ff
é
à
é
HERBERT BLUMER, 1937
GOFFMAN, 1959
Teoria Drammaturgica
Attore: retroscena. costituito da quegli spazi in cui gli individui approntano gli
arredi scenici e si preparano all’interazione che avverr nel contesto pi formale
della ribalta.
Per alcuni non c'è niente e l'individuo agisce come se avesse il sé solo perché
l'interazione sociale lo richiede. Per molti, però, c'è il vero volto dell’attore, e le
molteplici maschere che vengono messe in scena nelle interazioni quotidiane sono
separate dall'identità personale. Infatti, l'individuo mantiene parzialmente un
distacco ed è capace di prendere le distanze dal ruolo che sta rappresentando. Se
24
ff
È
È
à
à
fi
à
à
ù
à
la performance ha successo, il sé vede confermata una certa identità sia nei
confronti dei partner dell’interazione sia verso sé stesso.
Le Subculture
• Gruppi sociali astratti che operano come gruppi solo indirettamente (per es.
debitori)
Per decenni la categoria di subcultura è stata associata allo studio della marginalità,
della devianza. La scuola di Chicago, nella prima decade del 1900, sviluppa studi
sulla criminalità, gang giovanili, homeless, nomadismo urbano, alcolismo.
Ad esempio, Park, Burgess e McKenzie, nella ricerca The city, individuano delle
‘ragioni morali’, dei ‘mondi morali’ di un complesso urbano come universi culturali
distinti in cui si muovono diverse gure e diversi tipi riconoscibili.
Nel 1955, il sociologo Cohen a seguito di uno studio sulle bande giovanili, fornisce
un ritratto della subcultura delinquente sia dal punto di vista sociale, sia da quello
25
fl
fi
fi
fi
ù
ff
fi
dei suoi contenuti culturali. Le subculture sono modi di atteggiarsi che si possono
collegare al tentativo di adattarsi al gruppo di appartenenza. Per il sociologo, la
subcultura giovanile delinquente è gratuita, maligna e distruttiva. La subcultura della
banda giovanile è gratuita in quanto il furto, attività frequente, non è motivato da
considerazioni razionali perché si ruba per ottenere riconoscimento; è anche
distruttiva in quanto prende le proprie norme dalla più ampia cultura circostante, ma
le capovolge; è versatile, perché la banda non si specializza in una speci ca attività;
e ha un orientamento all’edonismo immediato, ossia non si pone obiettivi a lunga
scadenza. Cohen prende le distanze da spiegazioni biologiche o individualistiche,
perché sostiene che le subculture nascono dall’interazione tra attori sociali che
condividono i medesimi problemi di adattamento sociale. Sono una strategia
collettiva per risolvere problemi di adattamento alla cultura mainstream. Come gi
aveva osservato Trasher nella sua analisi delle Gangs di Chicago, le subculture
giovanili delinquenti mettono a nudo delle mancanze della societ e non delle
patologie degli individui o gruppi.
Cultural Studies
Per i Cultural Studies le subculture giovanili sono una soluzione di compromesso tra
l’esigenza di essere autonomi e di erenti dai genitori e quella di mantenere
l’identi cazione con loro e con il loro sostegno. Gli oggetti culturali sono signi cativi
per i membri del gruppo e incomprensibili per gli estranei, in quanto frutto di un
processo di risigni cazione dei prodotti di massa per la costruzione del proprio stile
distintivo e autonomo.
La subcultura punk
‘Gli oggetti tratti dai contesti pi sordidi trovavano una collocazione negli apparati
dei punk: catene del cesso venivano drappeggiate in graziosi archi su petti rivestiti di
sacchetti della spazzatura di plastica’.
26
fi
à
fi
ù
à
ff
è
à
à
fi
fi
à
Dick Hebdige (1979) utilizza due termini Gramsciani per analizzare le subculture:
congiuntura e speci cit . Le subculture si formano in rapporti simbolici con il pi
ampio sistema della cultura tardo industriale e si esprimono nella creazione di uno
stile. Questi stili sono prodotti all'interno di speci che “congiunture” storiche e
culturali, da non leggere semplicemente come resistenza all’egemonia della cultura
mainstream, quanto piuttosto come tentativo di costruire identit speci che
relativamente autonome. In particolare, per quanto riguarda la subcultura punk, egli
nota come vi sia un ribaltamento delle norme appartenenti al vestiario e alla
rappresentazione di sé, e che vi sia un utilizzo di oggetti normalmente relegati ad
attività triviali, come le spille di sicurezza e la catena del bagno, come accessorio di
abbigliamento. Per no nel ballo c'è una di erenza, ad esempio, con la comunità
hippie: il ballo dei punks è rigido, fatto di gesti ripetuti e abbreviati.
Ogburn a erma che la sociologia debba distinguere tra cultura materiale e culturale
adattiva. La cultura materiale riguarda l'aspetto materiale della cultura – ossia case,
macchine, fabbriche, eccetera. La cultura non materiale comprende pratiche,
costumi, e istituzioni sociali. Quando la cultura materiale cambia, quella non
materiale deve cambiare come risposta. La cultura adattiva è quella parte di cultura
non materiale che si adegua alle condizioni materiali. Occorre del tempo perché
questo accada, e questo scarto è de nito da Ogburn il ritardo culturale.
Ovviamente, i cambiamenti della cultura materiale precedono i cambiamenti nella
cultura adattiva.
27
ff
fi
ff
fi
fi
à
fi
ff
fi
ff
ff
à
fi
fi
ù
Subculture e mercato
• modelli per s , riservati a quanti li adottano e li professano nel loro proprio stile;
CAPITOLO 4
L'approccio sociologico alla cultura sostiene che le pratiche o gli oggetti che
sembrano naturali in realtà non lo siano. Gli oggetti culturali non sono
semplicemente prodotti naturali di qualche contesto sociale, ma, al contrario, essi
sono prodotti, distribuiti, commercializzati, ricevuti, e interpretati, da una pluralità di
persone ed organizzazioni, e questo tipo di produzione si applica anche alle idee.
28
à
à
é
ò
ff
à
fi
fi
estremamente duri come l’osso e l’avorio, e quindi l’intaglio procedeva a rilento.
L’avorio, inoltre, era sempre più raro, per cui gli organizzatori tale mercato
convinsero gli eschimesi a lavorare con la steatite, che era facile sia da procurare
che da intagliare. Anche il soggetto doveva essere coerente con il mercato sul quale
le statuette sarebbero state vendute. Alcuni eschimesi decisero di riprodurre auto
americane e canguri, ma gli imprenditori distrussero le statuette e fecero capire agli
intagliatori che gli acquirenti erano interessati a quella che consideravano vera arte
eschimese. Le statuette divennero popolari e venne creato un sistema di produzione
e distribuzione che attiva ancora oggi.
• Incertezza della domanda (es. di cile comprendere a priori chi comprer quel
libro..)
Modello di Hirsch
29
à
ff
è
ffi
à
fi
fi
à
Questo sistema ha alcune caratteristiche comuni: l'incertezza della domanda, una
tecnologia relativamente economica, e un'eccedenza di aspiranti creatori culturali.
In generale, il sistema dell'industria culturale si opera per regolare e confezionare
l'innovazione e per trasformare la creatività in prodotti commerciali e prevedibili.
Esistono due tipi di feedback: il primo deriva dai media, il secondo direttamente dal
pubblico, e può essere misurato con la vendita dei biglietti e così via. Entrambi
feedback sono interpretati dalle organizzazioni produttive in vista della valutazione
della popolarità di un artista, dell'e cacia delle loro attività promozionali, e delle
implicazioni per i prodotti futuri.
Il diamante culturale nel modello di Hirsh si colloca sul segmento orizzontale.
30
fi
fi
fi
ff
ffi
ff
fl
fi
fi
localizzato in ambiente rurale, e mostrava un alto tasso di integrazione tra i suoi
sottosistemi. Infatti, le case discografiche si dedicavano fedelmente alla musica
country.
Molti dei vecchi musicisti si trovarono tagliati fuori dal mercato del moderno country
via via che ebbero la meglio lo stile rock e l’easy listening. L'industria discografica
rispose al mercato in trasformazione adeguando la sua scelta dei talenti. Molti
cantanti furono costretti a adottare una strategia di contaminazione. I tradizionalisti
fondarono nuova organizzazione, ma ebbero poco successo.
È possibile che una crescita delle dimensioni del mercato possa portare a una
maggiore differenziazione culturale, come successe nella Parigi del diciannovesimo
secolo. White e White hanno dimostrato che il sistema commerciale e di critica
francese sia sorto a metà dell'Ottocento per sfidare il dominio dell’Accademia reale e
favorire la borghesia in ascesa. Si venne a creare un nuovo mercato organizzato da
commercianti indipendenti che si integrò con la nuova tecnologia della produzione
dei pigmenti (che permetteva gli artisti di dipingere all'aria aperta). Gli oggetti
culturali che risultarono da questa nuova combinazione di commercianti, critici,
acquirenti, e pittori, si riunirono nell'Impressionismo.
31
competere, gli scrittori americani dovettero scrivere di temi diversi da quelli dei
romanzi degli autori inglesi – amore e matrimonio, denaro e successo, gioie e dolori
della vita sociale della classe media; molti dei classici della letteratura americana
trattano infatti temi inusuali, tipicamente non da classe media, parlando spesso di
uomini e ragazzi che lasciano la società e si avventuravano in lande desolate.
Ricettori/riceventi
Il successo finale di un oggetto culturale dipende dai suoi spettatori, dai suoi
ascoltatori, dal suo pubblico e dei suoi consumatori – ossia dai ricevitori culturali che
ricavano da esso i loro significati. I destinatari sono radicati in un mondo sociale, in
quanto sono socializzati a norme, valori, credenze, e fanno riferimento a specifici
simboli, cos come maturano interessi sulla base della loro cultura di appartenenza e
della loro posizione nella struttura sociale. L’esperienza condiziona il modo di
pensare: l’esperienza fa consolidare un sistema di disposizioni che fa si che il mondo
venga classificato in un certo modo, quando un gruppo ha un particolare passato
(es. passato di oppressione), esso darà pi peso a certi aspetti che ad altri. Il
significato non radicato in modo incontestato nell’oggetto interpretato. La ricezione
di diversi tipi di oggetto culturale cambia spesso a seconda della classe sociale, le
persone infatti possono consapevolmente o inconsapevolmente adoperare la cultura
per difendere i propri vantaggi sociale o per superare gli svantaggi. La ricezione,
dunque, non è fermamente inserita nell’oggetto stesso, e non è nemmeno
interamente soggetta ai capricci individuali, poiché gli attributi sociali delle persone e
le loro posizioni nella società condizionano questa ricezione.
Pierre Bourdieu
Negli anni ’70 elabora una teoria del gusto come riflesso della distinzione sociale
che definisce la cultura come una forma di capitale che si affianca a quello
economico e a quello sociale. Gli individui appartenenti a gruppi privilegiati a livello
economico-culturale consumano cultura alta o d’élite, coloro invece che
appartengono a strati più bassi consumano cultura popolare.
La cultura viene ‘incorporata’ dal soggetto che si riflette poi in determinati modi di
parlare e di vestire, nel timbro della voce e nel modo di presentarsi in pubblico. Il
gusto è sociale e diventa fonte di distinzione (consapevole o inconsapevole): non è
una questione meramente economica. Chi fa parte di una classe vede il mondo in un
certo modo: comportamenti, gusti, idee, giudizi, costumi che vengono racchiusi in un
32
ì
è
ù
Rispetto alla teoria sulle classi di Marx, Bourdieu definisce le classi sociali non solo
attraverso i rapporti economici ma anche sulla base dei gusti culturali, dell’estetica e
della morale. I CONFLITTI DI GUSTO SONO CONFLITTI DI CLASSE.
Vi può essere competizione per il capitale culturale così come vi è per il capitale
economico, perché i gruppi sociali hanno la tendenza a inflazionare il valore di ciò
che già hanno e impedire agli altri gruppi di possederne.
Si può dunque affermare che la ricezione di diversi tipi di oggetto culturale è spesso
stratificata per classe sociale, e che la gente può consapevolmente o
inconsciamente utilizzare la cultura per difendere i propri vantaggi sociali o per
superare gli svantaggi.
Le strategie di riconversione:
33
ò
Si produce cos una logica di continuo aggiustamento fra pratiche o oggetti culturali
e i gusti. I gruppi dominanti tendono a spostare tutto ‘in avanti’ per mantenere il loro
ruolo da privilegiati e mantenere cosi la loro distanza dalle classi sociali inferiori.
Richard Peterson nota una nuova tendenza di consumo nella societ americana
ovvero che le persone di status elevato non hanno un atteggiamento di consumo
snobistico ed elitario, ma si aprono anche verso oggetti e pratiche di tipo più basso
(es: guardano il Grande Fratello ma anche il cinema d’autore).
L’onnivoro culturale pu :
34
ò
é
à
ò
ì
à
ò
ò
é
à
à
à
à
ì
Dagli «onnivori culturali» si distinguono gli individui che si trovano alla base della
gerarchia sociale, che sono caratterizzati da gusti e consumi ristretti e che, quindi,
vengono etichettati come ‘univori’.
• Coloro che vivono in una situazione sociale sfavorevole raramente conoscono stili
e linguaggi culturali diversi da quello della propria vita quotidiana.
Jauss afferma che ogni individuo – in particolare egli parla di lettori – abbia un
orizzonte di aspettative plasmato dalla sua precedente esperienza, in cui colloca
gli oggetti culturali cui si trova di fronte. Un lettore interpreta il testo sulla base di
come si adatta alle sue aspettative o le mette in discussione, e costruendo il
significato del testo, egli finisce allo stesso tempo per modificare il suo stesso
orizzonte di aspettative. In questo modo, si connette l'aspetto sociale e quello
culturale presente nel processo di costruzione del significato. Ogni evento, quindi,
può essere trasformato in un oggetto culturale attribuendogli un significato.
Un esempio della teoria di Jauss si può trovare in uno studio su come i lettori
provenienti da tre località diverse abbiano interpretato i romanzi di George Lemming:
i lettori dell'india occidentale dissero che il romanzo autobiografico di Lemming, In
The Castle of My Skin, parlasse delle ambiguità dell'identità; i lettori inglesi dissero
che trattasse di come un giovane giunga alla maturità; i lettori americani dissero che
il suo tema fosse la razza. I produttori di significati cercano di attirare l'attenzione
dell'orizzonte di aspettative di un gruppo di ricevitori usando il modello del framing.
Se i creatori culturali riescono a dare al loro prodotto o messaggio una forma che ne
evochi un'altra che già appartiene al pubblico, è più facile persuaderlo a comprare. In
alcuni casi, però, i creatori culturali non hanno idea di come i loro prodotti verranno
ricevuti: l'innovazione tecnologica può fornire esempi.
35
• Posizione quasi «mediana»: Umberto Eco (1994), il testo (oggetto culturale) una
macchina pigra, che necessit della cooperazione del lettore (fruitore).
Altri approcci ritengono che il fruitore di prodotti culturali sia un soggetto attivo, il
vero «esperto» della propria vita quotidiana.
• Cultura popolare (da non confondere con cultura folk o regionale) come insieme
delle conoscenze proprie dell’uomo comune = cultura in quanto tale pubblica, di
cui si appropria ognuno di noi.
• Culture dei gruppi subalterni come repertorio per resistere ai signi cati dominanti:
riappropriazione dei messaggi calati dall’alto = pi in generale, rielaborazione dei
pubblici (es. libro come testo di cui si appropria il lettore).
• Fiske (1989): nella societ attuale gli individui si riforniscono della cultura di massa
(supermarket culturale) ma la rielaborano con il proprio repertorio (dispensa
culturale: ingredienti presi in parte dalla vita quotidiana).
36
è
fi
ù
è
à
à
è
fi
ì
à
ù
ò
fi
à
è
condizione socio-economica, un diverso genere, una diversa classe di et , una
diversa etnia. Interesse per il momento della fruizione/consumo di un testo e della
sua interpretazione da parte delle diverse audience (rottura con l’idea di ricezione
passiva e indi erenziata del pubblico. Utilizzo della semiotica per analizzare il
processo di signi cazione: modello encoding-decoding.
Il produttore (codi catore) crea il frame (codi ca) del signi cato in un certo modo,
mentre chi lo consuma (decodi catore) lo decodi ca a partire dal proprio passato
personale, dalla propria condizione sociale e da un proprio frame interpretativo.
• Esposizione al mezzo televisivo come attivit sociale che talvolta diventa collettiva
• Consumo televisivo entra a far parte delle relazioni familiari domestiche attraverso
le quali si esprime la vita quotidiana dei soggetti.
CAPITOLO 5
I problemi sociali di una collettivit sono essenzialmente quelli che la stessa societ
de nisce come tali. I problemi sociali non sono sempre lineari e semplici. Essi sono
costruzioni (Loseke 1999) e come tali sono essi stessi degli oggetti culturali. Essi
37
fi
fi
fi
ff
fi
fi
fi
fi
fi
fi
à
fi
fi
fi
fi
à
fi
fi
fi
fi
à
fi
è
à
à
sono prodotti da agenti speci ci che Loseke chiama ‘claims-makers’ o attori
signi cativi legittimati a sollevare problemi socialmente rilevanti.
È possibile stilare una lunga lista di problemi sociali che però assumono diverse
forme a seconda di ogni cultura e società.per esempio gli americani considerano un
38
ff
fi
fi
fi
fi
è
ff
fi
fl
à
ff
ff
fi
fi
fi
à
à
problema sociale la gravidanza adolescenziale mentre per gli Hausa della Nigeria
sono le giovani donne che arrivano a vent’anni senza avere avuto almeno uno o due
gli che rappresentano un problema sociale, poiché la maggior parte delle ragazze
si sposa a 12 o 13 anni. Dopo una ricerca Luker ha concluso che l’interesse circa “i
bambini che hanno bambini“ a si concentra principalmente con la disapprovazione
pubblica del sistema di welfare, con i pregiudizi razziali e con la preoccupazione per
l’attività sessuale degli adolescenti , piuttosto che con gli e ettivi cambiamenti
demogra ci. Inoltre, il pregiudizio comune che è una maternità precoce sia a causa
di abbandono scolastico e di povertà per le giovani madri e per i loro bambini è
sbagliato, infatti i dati che Luker esamina suggeriscono che le cose vanno
diversamente.
ES AIDS: Nei primi anni 80 entro la subcultura gay americana ci fu una forte enfasi
sulla libertà sessuale come forma di espressione politica che portò a alla di usione
dell’AIDS. La malattia si di use rapidamente e pochi media ne parlarono perché si
pensava che essa fosse con nata ai membri di un gruppo stigmatizzato. Dal
momento che l’AIDS si associava al comportamento omosessuale maschile, la
malattia era “culturalmente impossibile“ e pertanto non meritava riconoscimento in
quanto problema sociale. Ma la rapida di usione della malattia tra la popolazione
non gay rimosso il marchio negativo associato ad essa, se la “gente
normale“ poteva contrarre l’AIDS attraverso un’ordinaria trasfusione di sangue,
allora questo diventava un problema di tutti. La carriera dell’AIDS mostra come i
valori e i temi culturali plasmino la de nizione stessa di problema sociale.
Il ruolo dei media nel processo di ‘framing’ e di costruzione dei problemi sociali
39
fi
fi
fi
fi
ff
fi
fi
ff
fi
ff
ff
Nel bene e nel male i media possono dar forma a un problema e alla sua soluzione
per enormi masse di persone. I media, infatti, non si limitano ad essere canali, a
fornire un’arena nella quale competono i diversi attori (istituzionali, politici, sociali),
ma sono essi stessi comunicatori (soggetti emittenti) attraverso i processi di:
Emerge come i contesti e temi legati alle periferie, geogra che e tematiche ‒
dall’emergenza siccit ai con itti endemici, dalle migrazioni per ragioni climatiche
alla negazione dei diritti umani ‒ sono il fanalino di coda dell’agenda dei TG nazionali
di prima serata, con lo 0,4% di visibilit .
i criteri che guidano la scelta delle notizie nei telegiornali di prima serata sembrano
rimanere costanti: la prossimit dell’evento, il coinvolgimento di occidentali e, in
particolare, di connazionali, la presenza di testimonial, persone famose del mondo
dello spettacolo o dello sport.
Framing
40
ù
è
à
fi
à
fl
à
à
è
ù
fi
fi
fi
Il rischio secondo la Teoria della spirale del silenzio di Noelle Neumann è che
l’opinione dominante costringe alla conformit di atteggiamento e comportamento
nella misura in cui minaccia di isolamento l’individuo che dissente.
Una delle conseguenze possibili della di usione di echo chambers e fake news il
fenomeno dell’hate speech, discorsi d’odio nei confronti di gruppi avversari che
vengono trattati alla stregua di nemici.
41
fl
ff
ò
ff
fi
è
ù
à
ff
à
ffi
è
ff
ò
è