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Il canto per la presentazione dei doni, classe 1953, era nato in origine come “Signore, di spighe indori”,
ovvero con il titolo ricavato dall’incipit della prima strofa con la quale si era soliti iniziare.
Successivamente è stato ripubblicato nella Casa del Padre (LDC) come “Salga da questo altare”, rimontato
partendo dal ritornello ed “epurato” della prima strofa, probabilmente in ragione di un poetare d’altri
tempi considerato superato. In e etti ci sarebbe da chiedersi quanti ad esempio conoscono ed usano
correntemente l’aggettivo “ubertoso”.
La melodia, al contrario, rimane un bell’esempio di canto liturgico popolare e nobile allo stesso tempo,
accessibile a tutte le assemblee, purché non assetate di ritmiche “ye-yé” particolarmente incalzanti e
trascinanti.
Lo stacco tra tonalità maggiore e minore sottolinea bene la di erenza tra il ritornello e la strofa, più ampio
e luminoso il primo, più contenuta e ri essiva la seconda. Interessante inoltre il cambiamento di metro
nella strofa tra il 3/4 e il 6/8 che non sempre è ben interpretato nelle esecuzioni domenicali.
Ovviamente, per gli a ezionati del sound classico c’è sempre l’accompagnamento originale del maestro
Luigi Picchi.
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