Sei sulla pagina 1di 4

UMANESIMO E RINASCIMENTO

Bruschi dice “ogni classificazione, periodizzazione di periodi storici(per esempio, nel caso dell’arte e
dell’architettura “classica”, “classicismo”, “rinascimento” ) può essere utile a fini pratici, come termine
corrente di orientamento e come approssimativo strumento di ordine e di chiarezza didattica, ma si tratta
in generale di astrazioni e convenzioni storiografiche che non devono sovrapporsi – come entità assolute e
autonome- alla realtà dei singoli fatti concreti, con il rischio di deformare la vera conoscenza e la loro
corretta interpretazione. È pertanto certo preferibile riferire esplicitamente l’avvenimento concreto a
luoghi e tempi determinati”

Queste categorie storiografiche risultano essere un po’ una gabbia, alcune volte di forzare un po’
l’interpretazione e quindi diciamo che bisogna essere consapevoli del fatto che si tratta di strumenti
storiografici che si servono per inquadrare i fenomeni in un primo inquadramento generale ma che non
possono essere considerati in assoluto perché pio rischiano di sovrapporsi allo studio concreto delle opere
che può variare, e questo può condizionare l’analisi delle opere.

CHE COSA È IL RINASCIMENTO E UMANESIMO?

Sicuramente sono due temi che definiscono le caratteristiche di un programma di rinnovamento che si basa
su una ripresa della cultura antica, in diverse forme. A partire dalla letteratura, alla scultura ma anche
architettura e pittura.

Il termine RINASCIMENTO indica come dice la parola stessa una rinascita dell’uomo dopo il periodo del
medioevo definito come un periodo buio per l’uomo.

UMANESIMO, termine che ancora non esisteva nel ‘400, ma esisteva la parola umanista.

Questa parola significa una diversa considerazione dell’uomo come artefice del proprio destino in contrasto
con quella del medioevo dove il destino era di natura divina, era definito da Dio dalla nascita e non si
poteva mutare.

L’umanista è colui che si dedica agli STUDIA UMANITATIS, cioè agli studi della letteratura e alla cultura del
passato, soprattutto romano anche greco ma soprattutto romano perché i testi greci non erano del tutto
accessibili. Questo studio usa l’approfondita conoscenza di queste testimonianze del passato per fecondare
un rinnovamento del presente, superando la visione medioevale che si basava molto di più su testi di
carattere teologico e religioso.

Gli studiosi sono piuttosto concordi nel far iniziare questo fenomeno e programma di rinnovamento in
ambito letterario e con le opere di Francesco Petrarca, ci troviamo nel ‘300

Petrarca è Toscano, ma passa gran parte della sua vita in Francia.

Intanto Roma stava attraversando un periodo di crisi e quando Petrarca giunge a Roma ne ha la
testimonianza, si ha lo spopolamento della città, quindi si può notare questo contrasto fra lo splendore
passato ancora testimoniato dalle rovine e la situazione di degrado del tempo da cui Petrarca rimane molto
colpito e quindi questo lo spinge a rivedere i valori passati nonostante fosse molto cristiano ma inizia a
vedere il medioevo come un periodo di tenebra, e quindi il medioevo diviene un periodo che non porta a
una progressione, quindi l’antichità diviene un periodo di splendore soprattutto per quanto riguarda la
letteratura di ORAZIO, VIRGILIO e quindi si guarda a un ritorno dello splendore del passato.

Comincia ad affermarsi negli umanisti una sensazione di lutto a causa del fatto che molte dei testi o opere
prodotte in antichità erano andate perdute o corrotte a causa di alcuni errori che gli amanuensi potevano
commettere nel trascrivere un determinato testo.

Nasce questa idea di rinnovamento da questa idea di perdita e dal sentimento del lutto.
Questi studi delle discipline umanistiche si riferivano ad alcune di quelle che sono definite arti liberali e che
venivano insegnate nelle università medioevali e si suddividevano in due categorie

-ARTI DEL TRIVIUM (quelle che costituiscono le basi della conoscenza: grammatica latina, dialettica (logica)
e retorica. Queste discipline sono proprie dell’antichità che venivano poco frequentate nelle università
medioevali, dove invece si preferivano le ARTI DEL QUADRIVIUM

-ARTI DEL QUADRIVIUM: aritmetica, geometria, astronomia e musica a cui si potrebbero aggiungere anche
la giurisprudenza, la medicina, ossia le discipline più pratiche o quelle che possedevano una terminologia
più precisa.

Gli umanisti intendono recuperare le arti del trivium, in quanto erano un po’ messe da parte attraverso lo
studio della letteratura classica latina.

Questo segna un a differenza importante rispetto al medioevo perché anche nel medioevo la cultura antica
veniva studiata sia dal punto di vista letterario, dell’arte, dell’architettura ma si trattava di una serie di di
testi che si tramandavano di generazione in generazione senza che vi fosse uno studio, una consapevolezza
delle loro caratteristiche originarie, venivano utilizzate senza comprenderne un senso, una logica sia da
parte degli amanuensi che trascrivevano senza studiare il contenuto del testo riportando degli errori anche
dal punto di vista della comprensione sia dagli architetti che utilizzavano il patrimonio dell’antichità senza
conoscerne la grammatica , la sintassi ( abbiamo visto come gli ordini architettonici costituiscano un codice
linguistico e vengono definito da regole, se queste regole non vengono riconosciute ,s e si perde la
conoscenza di queste regole , queste cose vengono utilizzate malamente, come avviene nel medioevo).

Il rapporto con l’antico nel medioevo può essere suddiviso in due grandi categorie:

-LE RINASCENZE: sono questi fenomeni in cui c’è un programma consapevole di rinascita e quindi c’è una
ripresa della cultura antica in maniera consapevole anche in relazione alle del tempo

-CONTINUITA’: in cui questi linguaggi antichi vengono ripresi ma comprendendoli sempre di meno,
perdendo il rapporto con i principi di questo patrimonio.

Statuetta bronzea di Carlo magno che intende riferirsi alla statua equestre di Marco Aurelio.

Architettura carolingia TORHALLE DI LORSH, ripresa degli ordini carolingi con questi capelli compositi che
sono molto vicini agli esempi antichi anche se possiamo vedere che ci sono degli elementi che si di staccano
dall’antico ad esempio non è presente una trabeazione oppure delle cuspidi con degli elementi che non
sono perfettamente ionici e che si trovano nella parte superiore.

CAPPELLA PALADINA DI AQUISGRANA, ci sono dei riferimenti centrici all’antichità come ad esempio a SAN
VITALE (architettura bizantina) addirittura c’è il recupero di colonne provenienti da Ravenna.

PROTO RINASCIMENTO FIORENTINO che utilizza forme derivanti dall’antico, anche ordini quindi rispetto
all’architettura romanica questa di Firenze si ispira molto di più all’antico ma ci sono delle cose che gli
antichi non avrebbero mai fatto ossia l’architrave che rigira alla parete.

Anche nell’impianto troviamo un riferimento all’antico, impianto centrico dove ci sono queste parti
incassate e scavate dove ci sono comunque delle colonne ed è chiaro il riferimento al pantheon.

Questa è una rappresentazione di venere che nasce dalle onde del mare, pero è molto interessante vedere
cosa ha in braccio venere, un’oca.

Questa rappresentazione viene ripresa da una citazione “venere in acqua che tiene in mano una conchiglia
marina” nel tempo la parola conchiglia si è trasformata in oca a causa degli amanuensi.
Ci sono anche architetture affascinanti come SAN SALVATORE A SPOLETO di epoca longobarda e ci sono
degli elementi di spoglio associati fra di loro in una maniera che non rispetta la sintassi antica degli ordini
architettonici in senso paratattico, mescolando pero senza rapporto chiari fra le parti frammenti che
compongo un insieme affascinante che non è corretto dal punto di vista degli ordini architettonici.

Oppure la basilica di santa Maria in Trastevere, basilica medioevale. A Roma durante il medioevo si
continuano a costruire la basilica riprendendo questo rapporto paleocristiano a differenza invece di tutta
l’Europa o Italia in cui si realizzano architetture voltate con pilastri, più innovative.

È interessante che qui vengano utilizzati materiali di spoglio tratti da monumenti diversi e inoltre è
interessante come ci siano capitelli diversi che vengano disposti secondo un criterio, con una certa
corrispondenza.

La cosa interessante è che sopra dell’architrave e del fregio, sotto il gocciolatoio ci sono delle mensole
come avviene nella trabeazione dell’ordine corinzio, ma queste mensole sono molto grandi e sono dei pezzi
di sottocornici e posizionati secondo un certo criterio.

Possiamo quindi parlare di continuità, ossia si utilizzano questi elementi del patrimonio antico senza
conoscerne i corretti principi di utilizzazione.

Nel rinascimento si verifica questo sentimento di lutto a causa della perdita di questo patrimonio, Petrarca
anche nei confronti di Roma in quel tempo si rende conto di questa perdita.

Questo comporta la sensazione di questo passato antico sia morto e determina questa distanza, questo
distacco. La consapevolezza del distacco viene perduta e può essere recuperata tramite la conoscenza,
attraverso lo studio, attraverso la conoscenza quindi attraverso la filologia che è appunto il recupero delle
versioni originali, non solo per quanto riguarda la letteratura ma anche l’architettura. Questo è possibile
attraverso fonti, ossia attraverso testi letterali come quello di Vitruvio che seppur corrotto a causa delle
molteplici volte in cui era stato trascritto ma era comunque presente e poi abbiamo i monumenti, che sono
stati studiati con rigore filologico.

In architettura in analogia con la letteratura si afferma questo atteggiamento filologico, scientifico di


conoscenza.

Fra i problemi che presentava il tratto di Vitruvio troviamo prima di tutto il fatto che sia scritto in latino e
molti degli architetti del tempo non conosceva il latino quindi si doveva affidare a del personale adatto;
inoltre nel trattato di Vitruvio non erano presenti immagini perciò era molto difficile capire questo manuale
dato che lo scrittore usava anche un linguaggio specifico. Quindi si cerca una sorta di correlazione fra quello
che scrive Vitruvio e i monumenti ma questa sorta di illustrazioni non aiuta mima mente perché Vitruvio
scrive all’inizio del periodo imperiale i monumenti conservati sono quasi tutti di periodo imperiale quindi
non ce nessuna corrispondenza fra Vitruvio e i monumenti e questo dà luogo a una grande sperimentazione
soprattutto nel ‘400 dove ci sono tantissimi fraintendimenti ed equivoci nei trattati e anche a una varietà di
soluzioni che vengono tratte da fonti diversi e anche dopo nel ‘500,s e da una parte si pensa che questa
architettura all’antica debba avere dei principi che possono essere dedotti da Vitruvio , dall’atra ci si rende
sempre conto che i monumenti sono molto più vari di Vitruvio, presentano molte più soluzioni di Vitruvio e
quindi se da una parte si cecano delle regole per utilizzare la stessa lingua, dall’altra gli architetti sono
affascinati dalla varietà dell’antico che spesso non corrisponde con Vitruvio e questo determina una grande
sperimentazione che risulta essere molto interessante.

La varietà di interpretazioni dell’antico e lo studio sempre più approfondito del ‘440 ha portato alla
storiografia recente a individuare delle differenze nell’interpretazione dell’antico e quindi a considerare
l’esistenza di molti rinascimenti in relazione ai diversi contesti alle diverse aree geografiche e ai contesti.
Quindi il rinascimento non è più inteso nella storiografia contemporanea come qualcosa di standardizzare
in cui ci sono delle regole ben precise ma risulta essere una roba ben più varia ad esempio un tema molto
importante nel rinascimento è la dialettica e il rapporto fra tradizione e rinnovamento, accanto alla ripresa
dell’antico, soprattutto nel 400 troviamo anche un forte legame con la tradizione medioevale (la tradizione
medioevale non viene cancellata)

Altro tema è la dialettica tra teoria (principi e regole) e pratica architettonica. Da una parte si cerca di
stabilire principi e regole che definivano una buon’architettura, pero queste regole nella pratica
architettonica non vengono rispettate

-DIALETTICA TRA CODICE ED ACCEZIONI (MANIERISMO)

La categoria del manierismo è nata per la pittura ma poi si è affermata tantissimo anche in architettura
dagli anni ’20-’30 fino agli anni ’70. Per manierismo si intendeva l’idea che ci sia stato un rinascimento
piuttosto compatto, armonico che credeva all’esistenza di principi e regole anche di carattere universale
che rispettassero i principi che regolano il cosmo e quindi la fiducia che l’applicazione di questi principi
potessero dare luogo a un architettura armonica e quindi l’idea che inizialmente ci fosse una
corrispondenza di questi principi e che l’architettura dei primi architetti del Rinascimento come Brunelleschi
o Alberti fosse un’architettura esente da eccezioni e da deroghe rispetto a queste regole. Nel corso del ‘500
si sarebbero manifestate deroghe maggiori che mettevano in discussione queste regole come Giulio
Romano era considerato come un architetto che non rispettava le regole e quindi manierista.

Questa suddivisione fra rispetto di regole e un periodo in cui si affermano deroghe e che c’è una sorta di
ribellione rispetto alle regole questa idea è stata sempre più messa in discussione attraverso lo studio del
rinascimento, approfondendo sempre di più questo periodo. Studiando sia gli aspetti teorici come le idee di
LEON BATTISTA ALBERTI è una figura molto problematica, molto complessa che si contraddice molte volte.

-RUOLO DELL’ARCHITETTO E QUESTIONE DELL’AUTORE, non sempre si riesce a risalire all’autore di


determinate opere, ci sono degli architetti come Brunelleschi ce hanno un’identità chiara ma anche loro
non sono considerati come unici autori, spesso Alberti aveva il ruolo di consulente di intenditori di
architettura che richiedono soluzioni innovative rispetto a un’opera. Risulta quindi essere difficile attribuire
a un‘opera un solo autore come si era fatto in passato.

Da bramante in poi ce una ripresa del linguaggio bramantesco che ha Capito l’antico e che permette la
creazione di varianti, quindi un periodo molto creativo.

Poi ce il massimo dell’originalità con Michelangelo. Dopo il sacco di Roma si verificano due linee dopo il
sacco di Roma:

-da una parte si continuano le innovazioni con occhio sempre all’antichità

-dall’altra si cerca di rispettare in maniera molto rigida le regole architettoniche

Potrebbero piacerti anche