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Naturalmente, l’espressione ancien régime, ‘l’antico regime’, non veniva utilizzata a quell’epoca. Verrà invece creata al
tempo della Rivoluzione Francese per parlare dell’organizzazione statale precedente a quella rivoluzionaria. Dobbiamo invece
notare che il regime assolutistico era “moderno” se confrontato con l’organizzazione sociale e politica del Medioevo, basata
sui privilegi feudali, sulle immunità e sulla dialettica costante tra il re e i corpi sociali (clero, nobili, abitanti delle città).
diritti su ogni terra lavorata, e ciò consentiva loro una cospicua raccolta di risorse materiale.
Questo ordine sociale, basato sulla rendita fondiaria e sulla gerarchia dei ruoli di potere, era visto
come voluto da Dio, quindi immutabile e sicuro.
Come suoi collaboratori nel governo della Francia, Luigi XIV sceglie uomini provenienti dai ceti
borghesi: sono ministri “tecnici”, esperti nei vari settori della vita pubblica, tra cui Louvois, riformatore
dell’esercito, e Vauban, che organizza la difesa militare del Paese. Tra questi ministri, il più importante è
però Colbert, che Luigi XIV nomina “controllore generale delle finanze”.
Colbert risana le finanze dello Stato, rende più efficiente il sistema di esazione delle imposte, adotta una
politica economica tendente a incrementare le industrie, il commercio di Stato e le esportazioni.
L’indirizzo economico del Colbert viene detto “mercantilismo” o “protezionismo”, teoria economica
che afferma che la ricchezza di uno Stato consiste nella quantità di oro e di argento (denaro) che si riesce
ad accumulare all’interno del Paese e che, per questo motivo, lo Stato deve “proteggere” lo sviluppo delle
industrie interne, favorendo le esportazioni e scoraggiando le importazioni con alti dazi. Per raggiungere
questi obiettivi, l’economia diviene monopolio dello Stato.
L’epoca di Luigi XIV è anche il Grand siècle dell’arte (architettura, scultura, pittura, musica con
compositori come Lully), della letteratura (Molière, Racine, La Fontaine, Bossuet) a cui il re affida il
compito di celebrare il suo regno.
In Francia la grande aristocrazia, insediata nei suoi castelli, da secoli governava i suoi enormi
territori con pienezza di poteri sovrani e con un forte legame con la popolazione. Per passare al
disegno di un potere monarchico centralizzato come unico punto di riferimento, Luigi XIV vuole
spezzare il legame tra il popolo e l’aristocrazia. Per questo motivo fa costruire la corte di
Versailles e vi si trasferisce dal palazzo reale del centro di Parigi (il Louvre). A Versailles il
teatro, il ballo, i fuochi d’artificio, diventano i momenti più importanti di un programma
attentamente studiato per far divertire, oltre al re, tutti i cortigiani: i nobili vengono così attirati a
Versailles, che diventa l’unico luogo dove sembra che valga la pena di vivere, ma per questo
devono lasciare i loro castelli e perdere le radici del potere.