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Corso di laurea magistrale in Ingegneria Civile

Curriculum Strutture

Analisi e modellazione delle strutture in muratura

A.A. 2020/2021

Oggetto: Il rilievo delle murature esistenti

Docente: Prof. Ing. Luciano Galano

Studenti: Degl’Innocenti o Sanni Lorenzo


Indice:
1. La campagna delle indagini........................................................................................................... 3
1.1. Analisi storico-critica ............................................................................................................. 3
1.2. Rilievo .................................................................................................................................... 5
1.3. Caratterizzazione meccanica dei materiali ........................................................................... 7
1.4. Livelli di conoscenza ............................................................................................................ 10
2. Prove e indagini sulla muratura .................................................................................................. 13
2.1. Prova compressione diagonale ........................................................................................... 13
2.2. Prova con martinetto piatto singolo ................................................................................... 14
2.3. Prova con martinetto piatto doppio ................................................................................... 18
2.4. Prova di taglio diretto.......................................................................................................... 21
2.5. Prova penetrometrica ......................................................................................................... 23
2.6. Prova endoscopica .............................................................................................................. 24
2.7. Prova termografica .............................................................................................................. 25
2.8. Altre prove........................................................................................................................... 27
3. Applicazione metodi d’indagine ................................................................................................. 28
3.1. Edificio scolastico Celano (AQ) ............................................................................................ 28
3.2. Palazzo del governo (AQ) .................................................................................................... 34
1. La campagna delle indagini
Nelle costruzioni esistenti è cruciale la conoscenza della struttura (geometria e dettagli costruttivi)
e dei materiali che la costituiscono (calcestruzzo, acciaio, mattoni, malta).

Quando si affronta l’analisi di una costruzione esistente, per poter definire il modello di
riferimento la Normativa prescrive di eseguire uno studio preliminare sul fabbricato che deve
essere composto da tre elementi:
1. analisi storico-critica del fabbricato;
2. rilievo;
3. caratterizzazione meccanica dei materiali.

1.1. Analisi storico-critica


Ai fini di una corretta individuazione del sistema strutturale esistente e del suo stato di sollecitazione
è importante ricostruire il processo di realizzazione e le successive modifiche subite nel tempo dal
manufatto, nonché gli eventi che l’hanno interessato.

Ciascun fabbricato ha una sua storia, dalla data di costruzione al momento attuale possono essersi
verificate modifiche e variazioni dell’organismo strutturale originario. L’analisi storico-critica serve
a ricostruire la storia di una costruzione a partire dall’epoca di realizzazione, risalendo
alle modifiche che si sono succedute sul fabbricato.

Il primo passo consiste nel reperire tutti i documenti disponibili sulle origini del fabbricato
quali elaborati e relazioni progettuali della prima realizzazione della costruzione e di eventuali
successivi interventi ed eventuali relazioni di collaudo. L’attenzione va posta in particolare sui
seguenti punti prescritti dalla Circolare 2019:

 l’epoca di costruzione;
 le tecniche, le regole costruttive e, se esistenti, le norme tecniche dell’epoca di
costruzione;
 la forma originaria e le successive modifiche;
 i traumi subiti e le alterazioni delle condizioni al contorno;
 le deformazioni, i dissesti e i quadri fessurativi, con indicazioni, ove possibile, della loro
evoluzione nel tempo;
 gli interventi di consolidamento pregressi;
 gli aspetti urbanistici e storici che hanno regolato lo sviluppo dell’aggregato edilizio di cui
l’edificio è parte.

In definitiva, questa fase deve permettere di interpretare la condizione attuale dell’edificio come
risultato di una serie di vicende statiche e di trasformazioni che si sono sovrapposte nel tempo.

Tuttavia, generalmente, quando si trattano costruzioni esistenti, è difficile disporre dei disegni
originali necessari a ricostruire la storia progettuale.
1.2. Rilievo
La conoscenza della geometria strutturale di edifici esistenti in muratura deriva di regola dalle
operazioni di rilievo. Tali operazioni comprendono il rilievo, piano per piano, di tutti gli elementi in
muratura, incluse eventuali nicchie, cavità, canne fumarie, il rilievo delle volte, dei solai e della
copertura, delle scale, l’individuazione dei carichi gravanti su ogni elemento di parete e tipologia
delle fondazioni. Viene inoltre rilevato e rappresentato l’eventuale quadro fessurativo classificando
possibilmente ciascuna lesione secondo la tipologia del meccanismo associato (distacco, rotazione,
scorrimento, ecc.) e deformativo (rigonfiamenti, depressioni, ecc.).

I dettagli costruttivi da esaminare sono relativi ai seguenti elementi:

1. qualità del collegamento tra pareti verticali;

2. qualità del collegamento tra orizzontamenti e pareti ed eventuale presenza di cordoli di piano o
altri dispositivi di collegamento;

3. esistenza di architravi efficienti al di sopra delle aperture;

4. presenza di elementi efficienti atti ad eliminare le spinte eventualmente presenti;

5. presenza di elementi, anche non strutturali, ad elevata vulnerabilità;

6. tipologia della muratura (a uno, due o più paramenti, con o senza riempimento a sacco, con o
senza collegamenti trasversali, ecc.) e sue caratteristiche costruttive (in mattoni o in pietra, regolare
o irregolare, ecc.)

Nelle costruzioni di muratura, vista la grande varietà di materiali e tecniche costruttive impiegate,
riveste un ruolo di primaria importanza la conoscenza della composizione degli elementi costruttivi
e delle caratteristiche dei collegamenti, a partire dalla tipologia e disposizione dei materiali e dalla
presenza di discontinuità; in questo ambito, la verifica dell’efficacia degli incatenamenti, siano essi
lignei o metallici, merita una particolare attenzione. Nel rilievo, ai fini del completamento delle
informazioni ottenute dalla letteratura, si possono individuare tre livelli di indagine, in relazione al
loro grado di approfondimento:

 Indagini limitate: sono generalmente basate su indagini di tipo visivo della superficie
muraria, che vengono effettuate in maniera estesa e sistematica per ogni tipologia di
muratura esistente. Tali esami visivi sono condotti dopo la rimozione di una zona di intonaco
di almeno 1 m x 1 m, al fine di individuare forma e dimensione dei blocchi di cui è costituita
la superficie muraria, eseguita preferibilmente in corrispondenza degli angoli, al fine di
verificare anche le ammorsature tra le pareti murarie.
 Indagini estese: i rilievi e le indagini in situ indicati al punto precedente, sono accompagnati
da saggi più estesi e diffusi così da ottenere tipizzazioni delle caratteristiche dei materiali e
di quelle costruttive. Durante questa indagine possono essere eseguite prove di tipo
distruttivo con martinetto piatto doppio e prove di caratterizzazione della malta ed
eventualmente di pietre e/o mattoni. Possono essere anche eseguiti metodi di prova non
distruttivi come prove soniche, sclerometriche, ecc. Qualora esista una chiara, comprovata
corrispondenza tipologica per materiali, pezzatura dei conci, dettagli costruttivi, è possibile
eseguire prove su altre costruzioni presenti nella stessa zona.
 Indagini esaustive: servono per ottenere informazioni esaustive sulla resistenza del
materiale. In aggiunta alle verifiche visive, ai saggi interni ed alle prove di cui ai punti
precedenti, si effettua un'ulteriore serie di prove sperimentali che, per numero e qualità,
siano tali da consentire di valutare le caratteristiche meccaniche della muratura. La misura
delle caratteristiche meccaniche si ottiene mediante esecuzione di prove, in situ o in
laboratorio. Le prove possono in generale comprendere prove di compressione diagonale su
pannelli o prove combinate di compressione verticale e taglio. Queste indagini permettono
quindi al tecnico di formarsi un’opinione chiara sulla morfologia e qualità delle murature, sul
rispetto della regola dell’arte nella disposizione dei materiali, sia in superficie che nello
spessore murario, sull’efficacia dell’ammorsamento tra le pareti e dei dispositivi di
collegamento e di eliminazione delle spinte, oltre che sulle caratteristiche degli appoggi degli
elementi orizzontali. Come per il punto precedente, qualora esista una chiara, comprovata
corrispondenza tipologica per materiali, pezzatura dei conci, dettagli costruttivi, in
sostituzione delle prove sulla costruzione oggetto di studio, possono essere utilizzate prove
eseguite su altre costruzioni presenti nella stessa zona.
1.3. Caratterizzazione meccanica dei materiali
La muratura in una costruzione esistente è il risultato dell’assemblaggio di materiali diversi, in cui la
tecnica costruttiva, le modalità di posa in opera, le caratteristiche meccaniche dei materiali
costituenti e il loro stato di conservazione, determinano il comportamento meccanico dell’insieme.

La misura diretta delle caratteristiche meccaniche della muratura avviene mediante l’esecuzione di
prove in-situ su porzioni di muratura, o di prove in laboratorio su elementi indisturbati prelevati in-
situ, ove questo sia possibile; le prove possono essere di compressione e di taglio, scelte in relazione
alla tipologia muraria e al criterio di resistenza adottato per l’analisi; le modalità di prova e la relativa
interpretazione dei risultati devono seguire procedure di riconosciuta validità.

Ulteriori informazioni si possono desumere da metodi di prova non distruttivi, utili anche ad
estendere all’intero edificio i risultati ottenuti a livello locale con prove distruttive o mediamente
distruttive.

In relazione al numero delle indagini e alle modalità con cui condurle, la grande varietà tipologica e
la frequente presenza di stratificazioni temporalmente successive, come avviene, in particolare,
negli edifici storici, rende priva di significato la prescrizione di una precisa quantità e tipologia di
indagini, anche in vista del fatto che, talvolta, l’individuazione delle situazioni di vulnerabilità risulta
più significativa della stessa caratterizzazione dei materiali. L’esecuzione delle indagini deve seguire
protocolli operativi e interpretativi di comprovata validità.

La tabella seguente riporta, per il comportamento delle tipologie murarie più ricorrenti, indicazioni,
non vincolanti, sui possibili valori dei parametri meccanici, identificati attraverso il rilievo degli
aspetti costruttivi e relativi, con l’eccezione dell’ultima riga, a precise condizioni: malta di calce di
modeste caratteristiche (resistenza media a compressione fm stimabile tra 0,7 e 1,5 N/mm2), assenza
di ricorsi (listature), paramenti semplicemente accostati o mal collegati, tessitura (nel caso di
elementi regolari) a regola d’arte, muratura non consolidata. Ai soli fini della verifica sismica, nel
caso in cui la malta abbia caratteristiche particolarmente scadenti (resistenza media a compressione
fm stimabile inferiore a 0,7 N/mm2) ai valori della tabella si applica un coefficiente riduttivo pari a
0,7 per le resistenze e 0,8 per i moduli elastici.
Le caratteristiche meccaniche della muratura, in uno stato di fatto migliore di quello indicato nella
tabella precedente, possono ottenersi applicando i coefficienti migliorativi della tabella successiva.
I coefficienti migliorativi sono funzione dei seguenti fattori:

 malta di buone caratteristiche: si può applicare sia ai parametri di resistenza (f, τ0 e fv0), sia
ai moduli elastici (E e G);
 presenza di ricorsi (o listature): il coefficiente di tabella si può applicare ai soli parametri di
resistenza (f e τ0);
 presenza sistematica di elementi di collegamento trasversale tra i paramenti: si può
applicare ai soli parametri di resistenza (f, τ0 e fv0).

I suddetti coefficienti migliorativi possono essere applicati in combinazione tra loro, in forma
moltiplicativa, considerando la concomitanza al più dei due effetti che hanno i coefficienti
moltiplicativi più alti.
Nel caso di uso combinato di diverse tecniche di consolidamento, i coefficienti possono essere
applicati in forma moltiplicativa; il valore del coefficiente complessivo non può superare il
coefficiente massimo indicato nell’ultima colonna della tabella.
1.4. Livelli di conoscenza
I fattori di confidenza sono utilizzati per la riduzione dei valori dei parametri meccanici dei materiali
e devono essere intesi come indicatori del livello di approfondimento raggiunto.

Con riferimento al livello di conoscenza acquisito, si possono definire i valori medi dei parametri
meccanici ed i fattori di confidenza secondo quanto segue:

 il livello di conoscenza LC1: si intende raggiunto quando siano stati effettuati, come minimo,
l’analisi storico-critica commisurata al livello considerato, il rilievo geometrico completo e
indagini limitate sui dettagli costruttivi, prove limitate sulle caratteristiche meccaniche dei
materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1,35;
 il livello di conoscenza LC2 si intende raggiunto quando siano stati effettuati, come minimo,
l’analisi storico-critica commisurata al livello considerato, il rilievo geometrico completo e
indagini estese sui dettagli costruttivi, prove estese sulle caratteristiche meccaniche dei
materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1,2
 il livello di conoscenza LC3 si intende raggiunto quando siano stati effettuati l’analisi storico-
critica commisurata al livello considerato, il rilievo geometrico, completo ed accurato in ogni
sua parte, indagini esaustive sui dettagli costruttivi, prove esaustive sulle caratteristiche
meccaniche dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1

Per raggiungere il livello di conoscenza LC3, la disponibilità di un rilievo geometrico completo e


l’acquisizione di una conoscenza esaustiva dei dettagli costruttivi sono da considerarsi equivalenti
alla disponibilità di documenti progettuali originali, comunque da verificare opportunamente nella
loro completezza e rispondenza alla situazione reale.

La quantità e il tipo di informazioni richieste per conseguire uno dei tre livelli di conoscenza previsti,
sono, a titolo esclusivamente orientativo.

Nel caso in cui la muratura in esame possa essere ricondotta alle tipologie murarie presenti nella
prima tabella del capitolo precedente, i valori medi dei parametri meccanici da utilizzare per le
verifiche possono essere definiti, con riferimento alla tipologia muraria in considerazione per i
diversi livelli di conoscenza, come segue:

• LC1:

— resistenze: i minimi degli intervalli riportati in tabella per la tipologia muraria in considerazione;
— moduli elastici: i valori medi degli intervalli riportati in tabella.

• LC2:

— resistenze: medie degli intervalli riportati in tabella per la tipologia muraria in considerazione;

— moduli elastici: i valori medi degli intervalli riportati in tabella.

• LC3:

— I valori delle resistenze e dei moduli elastici riportati in tabella individuano una distribuzione a
priori che può essere aggiornata sulla base dei risultati delle misure eseguite in sito. Considerato il
generico parametro X, una stima dei parametri μ’ e σ’ della distribuzione a priori può essere dedotta
dai valori minimo e massimo in tabella, con le formule seguenti:

Eseguito un numero n di prove dirette, l’aggiornamento del valore medio può essere effettuato nel
modo seguente:

dove X è la media delle n prove dirette e k è un coefficiente che tiene conto del rapporto tra la
dispersione (varianza) della stima effettuata attraverso le e la varianza σ’2 della distribuzione a
priori.

Nel determinare la stima aggiornata del valore medio del parametro meccanico, il coefficiente
rappresenta il peso relativo della distribuzione a priori rispetto alle prove sperimentali. Qualora la
media delle n prove dirette X sia significativamente diversa dal valore μ’ adottato per la distribuzione
a priori, e quindi la differenza tra μ’ e μ” risulti rilevante, l’accettabilità del risultato ottenuto
applicando l’equazione precedente deve essere adeguatamente motivata.
Da un punto di vista dei costi, invece, confrontando il livello di conoscenza con il costo necessario
per ottenerlo, si nota che man mano che la conoscenza aumenta, il costo diminuisce, ma si hanno
più dati da dover raccogliere; con meno dati si ha un costo per l’intervento maggiore.
2. Prove e indagini sulla muratura

2.1. Prova compressione diagonale


Eseguendo le prove di compressione diagonale sui pannelli, è possibile valutare le principali
caratteristiche meccaniche delle murature sia in laboratorio, sia direttamente in situ. Nel secondo
caso si deve considerare un elemento di apparato murario. Nel caso di prova in situ, invece, si deve
avere disponibilità di una porzione di murature rappresentativa di lato 120 × 120 cm e spessore dai
25 ai 70 cm, inoltre, deve essere prevista
l’esecuzione di uno scasso della muratura
intorno al pannello per alloggiare la
strumentazione di prova. La prova
risulta distruttiva e nel caso di esame in
situ, si deve garantire la sicurezza, in
quanto il pannello di prova viene tagliato e
si deve poi ripristinare la muratura
utilizzata per la prova.
La forza viene impressa lungo la diagonale fino alla rottura del pannello. La prova fornisce
la resistenza a taglio della muratura e il modulo elastico tangenziale G.
Per trasmettere un’azione diagonale al pannello, si applicano elementi metallici ai vertici opposti
della diagonale libera. Nello spigolo superiore è posizionato uno o più martinetti idraulici tra due
profili metallici, uno più interno appoggiato allo spigolo del pannello, ed uno più esterno collegato
tramite barre in acciaio all’elemento metallico di contrasto collocato nello spigolo opposto del
pannello stesso.
La strumentazione utile alle misurazioni è costituita da trasduttori di spostamento, disposti lungo le
diagonali, in modo tale da misurare le deformazioni sotto l’azione di carico. La prova viene eseguita
ciclicamente, si assiste a una fase di carico ed una successiva di scarico. Al termine di ogni ciclo viene
incrementato gradualmente il carico. Si procede in questo modo fino al raggiungimento della rottura
del pannello, in modo tale da individuare la resistenza ultima a taglio.
2.2. Prova con martinetto piatto singolo
Permette di stimare lo stato di tensione locale presente nelle strutture murarie. La tecnica di prova
si basa sulla variazione dello stato tensionale in un punto della struttura provocato da un taglio piano
eseguito in direzione normale alla superficie
della muratura. Il taglio viene generalmente
realizzato mediante sega idraulica con lama
circolare. Il rilascio delle tensioni che si
manifesta provoca una parziale chiusura del
taglio, che viene rilevata tramite misure di
distanza relativa fra coppie di punti posti in
posizione simmetrica rispetto al taglio stesso.
Viene quindi inserito all’interno del taglio
un martinetto piatto, realizzato mediante
sottili lamiere di acciaio saldate, che viene
collegato al circuito idraulico di una pompa. La
pressione interna viene gradualmente
aumentata fino ad annullare la deformazione
misurata successivamente all’esecuzione del taglio. In queste condizioni la pressione all’interno del
martinetto è uguale in prima approssimazione alla sollecitazione preesistente nella muratura in
direzione normale al piano del martinetto, a meno di una costante sperimentale che tiene conto del
rapporto tra l’area del martinetto e l’area del taglio (ka), ed a meno di una costante che tiene conto
della rigidezza intrinseca di ogni martinetto (km).

Realizzazione del taglio:


Per la realizzazione del taglio in cui alloggiare i martinetti, si adopera una particolare moto
troncatrice a trasmissione eccentrica per tutti i tipi di materiale nel quale effettuare la prova.
Vengono utilizzati dischi diamantati da 350 mm che consentono di praticare in tempi ridottissimi
tagli semicircolari di 260 mm di profondità, per i quali sono disponibili gli appositi modelli di
martinetti.
Caratteristiche:
Un martinetto piatto ha una propria rigidezza che si
oppone all’espansione quando il martinetto viene
gonfiato; essa è dovuta alla resistenza del metallo alla
flessione, in modo particolare al contorno ed
all’azione di diaframma dell’acciaio quando si
espande. Perciò la pressione del liquido di misura nel
martinetto è maggiore dello sforzo che il martinetto
esercita. Il coefficiente Km è il fattore correttivo principale che viene utilizzato nella relazione di
calcolo fra la pressione imposta e lo sforzo applicato all’elemento strutturale. Pertanto, più precisa
sarà la definizione di Km tanto più il valore dello sforzo calcolato sarà prossimo a quello reale.

Misura delle deformazioni:


Particolare attenzione è stata posta nella scelta di questo importante strumento della catena per
l’esecuzione delle prove con i martinetti piatti. Il deformometro è uno strumento di misura
analogico, removibile, di elevata ed unica ripetibilità disponibile in molte misure differenti.
Nell’ambito delle prove di deformabilità con l’impiego di martinetti piatti il deformometro viene
utilizzato per la rilevazione delle misure di convergenza a cavallo dei tagli in cui vengono introdotti
i martinetti. È costituito da una barra alle cui estremità sono montate due testine munite di punte
coniche. Una delle testine è fissa, mentre l’altra è libera di effettuare una certa rotazione attorno
ad uno speciale coltello.
Le punte coniche dello strumento vanno posizionate nei forellini di appositi capisaldi. Le letture
indicate sul micrometro si riferiscono al movimento della testina ruotante conseguente
all’eventuale spostamento dei capisaldi a causa delle deformazioni e vanno raffrontate ai valori
iniziali di zero. La precisione è di 0.002 mm.

Pompa idraulica manuale:


Per la messa in carico dei martinetti e per la relativa lettura viene usata una pompa manuale
idraulica, specifica per i martinetti piatti. La pompa idraulica dispone di due manometri di
precisione. È dotata di un circuito di scambio in modo da poter utilizzare il campo di misura più
adatto alla prova da eseguire con la massima risoluzione di lettura. Il cuore dello strumento è il
dispositivo pompante che assicura un ottimo controllo sulle letture effettuate mantenendo la
pressione costante per ogni incremento. L’utilizzo come liquido di misura di una miscela molto fluida
e non schiumosa permette che i fattori di disturbo come le perdite di carico, siano ridotti
notevolmente.
Esecuzione della prova:
Nel caso della prova di martinetto piatto singolo, scelta una compagine muraria sufficientemente
rappresentativa della tipologia da analizzare, si collocano le basi di misura al di sopra e al di sotto
della posizione scelta per l’esecuzione del taglio, il più
possibile equidistanti da esso. Si raccomandano al minimo
quattro punti di misura. Si prende poi la misura iniziale di
riferimento delle distanze con l’estensimetro removibile o
mediante trasduttori elettronici. Si esegue quindi il taglio
cercando di non disturbare la muratura circostante.
Dopo il taglio e la pulitura si prende la seconda misura nei
quattro punti di riferimento e si calcola così per differenza il valore della chiusura del taglio. Si
applica una prima pressione pari a circa il (20 ÷ 25) % della pressione stimata per raggiungere il
presunto valore di sforzo locale e poi si scarica. La pressione si applica da zero ad incrementi di circa
1/8 della pressione attesa, oppure ad incrementi regolari pari a (0.5 ÷ 1.0) bar, e si memorizza lo
spostamento misurato.
La prova si considera ultimata quando, in seguito ad incremento di pressione nel martinetto, si
ottiene il ripristino delle misurazioni iniziali. La corrispondente pressione letta al martinetto (P) è la
tensione locale nella muratura (fm), a meno delle costanti moltiplicative ka e km.

Dove:
P = pressione del martinetto che permette di ristabilire la distanza iniziale tra le basi;
ka= costante adimensionale che rappresenta il rapporto tra l’area del martinetto e l’area del taglio
eseguito nella muratura;
km= costante adimensionale dipendente dalla geometria e dalla rigidezza del martinetto.

Alla fine delle prove si scarica e si rimuove delicatamente il martinetto, chiudendo il taglio con una
malta appropriata che non ritiri.
2.3. Prova con martinetto piatto doppio
Consente di determinare le caratteristiche di deformabilità della muratura, nonché di fornire una
indicazione sul valore di resistenza della stessa.
La prova consiste nell’effettuare un secondo taglio, parallelo
al primo ad una distanza variabile (che dipende dagli
elementi resistenti della muratura investigata e dalla
larghezza del martinetto utilizzato), entro cui viene inserito
il secondo martinetto. Ciò consente di delimitare un
campione di muratura rappresentativo per dimensioni del
comportamento meccanico della stessa.
I due martinetti paralleli, opportunamente messi in
pressione, applicano al campione interposto uno stato di
sollecitazione monoassiale e le deformazioni risultanti nella porzione muraria vengono misurate da
un numero adeguato di sensori di spostamento in direzione ortogonale e parallela ai piani di
inserimento dei martinetti, al fine di determinare il diagramma tensione deformazione
della muratura indagata.

Esecuzione della prova:

L’indagine con martinetto piatto doppio ha lo scopo di determinare il valore della tensione esistente
sulla muratura, del modulo elastico e la resistenza a rottura di una porzione di muratura compresa
tra due martinetti. L’indagine è eseguita successivamente alla normale prova su martinetto piatto,
in modo da associare la sollecitazione gravante sulla porzione di muratura con quella massima a
rottura.
Questa metodologia prevede l’utilizzo di due martinetti piatti di forma semisferica e diametro di
circa 40 cm (nel caso di murature regolari, i tagli sono fatti lungo il corso di mattoni):
– Liberare dall’intonaco una porzione muraria di 1,00 m x 1,00 m.
– Posizionare tre barrette di misura simmetriche rispetto alla mezzeria sopra la zona dove si
effettuerà il primo taglio. Un’ulteriore barra di misura va posta sotto il primo taglio.
– Collegare le barrette a trasduttori di spostamento, che trasmetteranno i dati ad un’unità
d’acquisizione in linea.
– Applicare sopra la porzione muraria da indagare un foglio di polietilene trasparente al fine di
proteggere il muro ed i trasduttori durante la fase di taglio.
– Tarare i sensori e procedere all’esecuzione dei due tagli, a distanza di circa 40 cm.
– Ispezionare l’interno dei tagli e procedere, con apposito utensile, alla rimozione di eventuali
residui del taglio.
– Inserire i martinetti piatti e collegare i trasduttori con l’unità d’acquisizione.
– Tutte le deformazioni vanno registrate in linea su nastro cartaceo o supporto informatico.

Nel caso della prova di martinetto piatto doppio, vengono eseguiti nella muratura due tagli allineati
verticalmente e distanti non più di 1.5 volte la lunghezza dei martinetti. Scelta una compagine
muraria sufficientemente rappresentativa della tipologia da analizzare, si collocano le basi di misura
e si posizionano i trasduttori di spostamento nella muratura compresa tra i due tagli. La
localizzazione e il tipo di strumentazione devono essere scelti per misurare le deformazioni su una
lunghezza pari al (75 – 90) % della distanza compresa tra i martinetti. Le misure devono essere prese
in più punti ed eventualmente mediate. Si raccomandano almeno 4 punti di misura verticali ed uno
orizzontale.
I tagli devono essere paralleli, allineati in verticale e separati almeno da 5 corsi di elementi
componenti la muratura nel caso le altezze degli stessi siano minori di 100 mm (murature in laterizi)
o 3 corsi per altezze maggiori (murature in pietra).
Dopo aver preso le misure di partenza, la pressione è incrementata nei martinetti a intervalli pari a
circa il 10% della pressione massima attesa e le deformazioni sono misurate dopo una breve pausa
di assestamento ad ogni passo. Ad ogni incremento, si devono registrare sia la pressione dei
martinetti che le deformazioni. Il rapporto tra l’incremento di pressione (dp) e l’incremento della
deformazione (dem), deve essere accuratamente controllato in modo da interrompere la prova
quando improvvisamente diminuisce, per non danneggiare la muratura. Un ulteriore controllo
riguarda la deformazione orizzontale, il cui repentino incremento potrebbe indicare la propagazione
di una fessurazione. La tensione locale nella muratura si calcola come nel caso della prova di
martinetto piatto singolo. A conclusione della prova si scarica la pressione e si rimuovono
delicatamente i martinetti, chiudendo i tagli con una malta appropriata che non ritiri.
La corretta effettuazione delle prove di martinetto piatto richiede attenzione sia nell’esecuzione che
nell’interpretazione dei risultati ottenuti.
2.4. Prova di taglio diretto
La prova di taglio diretto è finalizzata alla determinazione del
valore medio di resistenza a taglio in situ. La prova consiste
nel far slittare orizzontalmente un elemento di laterizio
opportunamente isolato lateralmente dal resto della
muratura. La forza orizzontale viene trasmessa da martinetti
inseriti nella muratura; tale forza è dipendente dallo stato di
compressione presente sull’elemento di laterizio. La prova
prosegue fino a raggiungere la rottura per evidente
scorrimento a livello di giunto. La resistenza a taglio viene
quindi misurata per il letto di malta adiacente al mattone
caricato e calcolata sulla base dell'area lorda della giuntura presupponendo che questa sia
pienamente riempita. La prova può essere eseguita secondo due metodi:

 Il metodo A si avvale dell’utilizzo di due martinetti


piatti, posti sopra e sotto la zona interessata dalla
prova, per il controllo dello stato di compressione del
campione durante lo svolgimento della prova.
 Il metodo B la compressione del provino non viene
controllata ma ne viene stimata l’entità.

Per entrambi metodi di prova è consigliato ripetere i test per almeno tre volte.

Metodo A:
Il test può essere un'estensione dalla prova con martinetti piatti. Vengono posizionati due martinetti
interessando cinque file di mattoni; l'unità di prova deve trovarsi in posizione simmetrica rispetto ai
martinetti nelle due direzioni della faccia della muratura. La porzione di muratura interessata dalla
prova deve essere scelta in modo che sia rappresentativa della struttura in esame e comunque
devono essere evitate zone dove i giunti non siano paralleli fra loro e dove siano presenti aperture
o altre situazioni che non rendano la base del martinetto perfettamente rigida.
La prima fase della prova consiste nell'inserimento nella muratura dei due martinetti piatti; tale
operazione viene eseguita con le stesse modalità precedentemente descritte nella prova con doppio
martinetto piatto. Ai martinetti viene fornita una pressione di 0,07 MPa che deve rimanere costante
durante l'esecuzione della prova. Viene quindi
estratto un mattone per fare posto al martinetto
idraulico. Assieme al mattone vengono asportati i
giunti orizzontali e verticali. Al posto dei giunti di
testa vengono inserite due piastre di base che
servono per ripartire uniformemente il carico
applicato dal martino. Nell'incavo viene quindi
inserito il martino. A queste operazioni segue la
rimozione, dalla parte opposta dell'unità di prova, di un secondo mattone assieme ai relativi giunti;
in questa zona vengono posizionati degli estensimetri per la valutazione degli spostamenti
orizzontali durante la prova. La prova consiste nell'incrementare la pressione al martino orizzontale
fino a quando il mattone si sposterà continuamente con carico orizzontale costante. La prova viene
ripetuta con carichi verticali differenti seguendo la stessa procedura. Rimosse le apparecchiature, a
prova terminata, gli incavi realizzati devono essere chiusi utilizzando materiali simili a quelli originali.

Metodo B:
In questa seconda modalità di esecuzione della prova lo stato di compressione dell'unità di prova
non viene controllato ma ne viene stimato il valore. La prima fase della prova è l'estrazione di un
mattone per fare posto al martinetto idraulico. Assieme al
mattone vengono asportati, anche in questo caso, i giunti
orizzontali e verticali. Al posto dei giunti di testa vengono
inserite due piastre di base che servono per ripartire
uniformemente il carico applicato dal martinetto. Nell'incavo
viene quindi inserito il martinetto come mostrato nella figura
qui di lato. Dalla parte opposta viene rimosso solamente il
giunto di testa a contatto con l'unità di prova, in modo tale da interessare una porzione minore di
muratura; in questa zona vengono posizionati degli estensimetri per la valutazione degli
spostamenti orizzontali durante la prova. La prova viene eseguita incrementando la pressione al
martinetto orizzontale fino a quando il mattone si sposterà con carico orizzontale costante.
2.5. Prova penetrometrica
La malta dei giunti può essere testata direttamente in
opera mediante prove di penetrazione. L’apparecchio
utilizzato è un martello che produce l’urto di una
biglia, integrato da un dispositivo supplementare.
Come parametro che dà indicazioni sulla resistenza si
utilizza la profondità di penetrazione. La resistenza
della malta non dipende solo dalla profondità di
penetrazione ma anche dallo spessore del giunto, per
tale motivo questo dato è rilevato in posto e opportunamente considerato nell'interpretazione dei
risultati. Prima dell'esecuzione delle prove penetrometriche è necessario asportare le parti di malta
in cattivo stato, presenti nella zona da esaminare. La punta del penetrometro (bullone B6 con F da
3,7 mm) usualmente ha una lunghezza compresa tra 20 e 60 mm, il campo di profondità che può
essere esplorato varia da 0 a 60 mm;

Per ogni zona esaminata vanno eseguite


circa 20 prove di penetrazione. Partendo
da un numero n di valori di penetrazione ei
per elemento strutturale vengono calcolati
il valore medio e

e = ( ∑ ei ) / n,

lo scarto tipo s come

s = ( ∑ e1*(ei -e)2) / (n-1)

ed il valore del frattile 10%

e10% = e + 1,28 s

Il valore e10% permette di entrare nel


diagramma assieme alla dimensione del
giunto di malta e di determinare la
resistenza compressione della malta Rf .
2.6. Prova endoscopica
Le indagini endoscopiche permettono il rilievo stratigrafico della muratura e l’individuazione di
eventuali vuoti o cavità all’interno dei corpi murari.
L’endoscopia si esegue praticando un foro di piccolo
diametro nei punti da indagare; possono essere
sufficienti fori di 10 mm e genericamente inferiori ai 20
mm. La profondità del foro è variabile a seconda
dell’indagine da effettuarsi, come limite massimo si
possono eseguire fori di lunghezza pari a 120-150 cm.
Per eseguire i fori nella muratura vengono utilizzati trapani a basso numero di giri per non indurre
vibrazioni eccessive nella struttura muraria in esame. Lo strumento che viene utilizzato è il
boroscopio rigido, cioè un’asta con opportuno sistema di lenti
e luce guida che permette la completa ispezione interna delle
pareti del foro dalla quale è deducibile l’esecuzione
tecnologica della muratura permettendo di rilevare qualsiasi
situazione di discontinuità. Qualora siano presenti nella
muratura fessure o distacchi sufficientemente ampi si può
ricorrere all’utilizzo dell’endoscopio flessibile, dotato di fibra
ottica, che ha la particolarità di adattarsi al cammino del foro.
All’endoscopio può essere applicata una macchina fotografica o una videocamera che consente
l’archiviazione della prova eseguita. Le principali caratteristiche delle strutture emerse nel corso
delle ispezioni visive devono essere riportate in un’adeguata documentazione fotografica che
evidenzierà con didascalie e particolari le eventuali situazioni di discontinuità del tessuto murario. I
risultati della prova possono anche essere registrati, nel caso delle video endoscopie, su supporto
magnetico per future analisi. Le informazioni contenute includono le misure di grandi cavità ed una
visione generale del materiale, tuttavia l'interpretazione dei fotogrammi può essere un'operazione
difficile; bisogna ricordarsi quindi che l'endoscopia può essere utilizzata solamente per capire la
stratigrafia.
2.7. Prova termografica
Il principio della termografia è basato sul fatto che qualsiasi oggetto emette un flusso di energia E
regolato a seconda della temperatura alla quale si trova, questo principio è espresso dalla legge di
Stefan-Bolzmann:

E= ɛ*σ*T4

Dove:

T è la temperatura assoluta, espressa in gradi Kelvin, della superficie da cui proviene il flusso
energetico E, misurato in W/m2 ,

σ è una costante che vale 5,67 · 10-8 W/m2 °K4

ɛ una costante adimensionale, detta emissività, che dipende dal materiale che costituisce la
superficie.

Immaginando che una struttura composita,


ad esempio una muratura, sia esposta nelle
stesse condizioni termiche, per esempio
dall'irraggiamento solare, i singoli elementi
(pietra, malta e mattone) si porteranno ad
una diversa temperatura in funzione delle
loro proprietà termiche, ed in particolare
del loro calore specifico e della loro conducibilità termica. Ciascun elemento emette un flusso di
energia in accordo con la legge di Stefan-Bolzmann, in funzione della temperatura raggiunta e della
sua emissività. La termografia consiste nell’effettuare
riprese nell’infrarosso con termocamere capaci di
rappresentare con immagini a colori le varie
temperature raggiunte dagli elementi costituenti
l’oggetto esaminato. In particolare, deve cogliere le
radiazioni infrarosse (IR) comprese nell'intervallo di
lunghezza d'onda tra 2 e circa 6 mm. La termografia
può essere variamente utile nella diagnostica per
l'osservazione di cavità, inclusioni di materiali differenti, presenza di umidità o infiltrazioni di acqua
con il limite, però, di analizzare solamente strati più superficiali della muratura e quindi è incapace
di localizzare anomalie nelle parti più
interne della muratura. Nelle zone
umide la temperatura viene abbassata
dal fenomeno dell'evaporazione e la
macchina termografica troverà aree
superficiali, mentre la presenza in stati
interni di materiali a diversa
conducibilità termica può avere
influenza sulla temperatura degli stati esterni e quindi i dati della termografia possono contenere
più informazioni se correlate ad una conoscenza specifica delle particolari tecniche costruttive degli
elementi analizzati. Per esempio, una termografia su un muro a sacco il cui riempimento è diverso
nelle varie parti nella parete, ipotizzando inoltre che il paramento sia costituito da mattoni dello
stesso tipo, dovrebbe mostrare sostanzialmente zone a temperature differenti che rispecchiano la
situazione interna del muro. La termovisione può essere anche registrata da un elaboratore e
l'interpretazione dei dati effettuata da software appositi che possono dare risultati accurati; è utile
comunque registrare le immagini all'infrarosso per ottenere specifiche informazioni sul problema in
oggetto.
2.8. Altre prove
Prova sonica ed ultrasonica: Sono utilizzate per qualificare la morfologia della sezione e per
individuare la presenza di vuoti o difetti o lesioni. In presenza di lesioni o fratture o altri tipi di
discontinuità, infatti, la velocità sonica diminuisce in quanto l’onda è più lenta in corrispondenza di
vuoto e si producono rifrazioni multiple del segnale allungando il percorso che non risulta più quello
diretto tra sorgente e ricevitore.

Prova col georadar: Consiste nell’inviare e ricevere onde elettromagnetiche a diversa frequenza. Il
segnale di ritorno, frutto della riflessione dell’onda sulla superficie di qualsiasi discontinuità, viene
inviato all’unità centrale nella quale viene registrato sotto forma di file. Successivamente i segnali
sono filtrati ed elaborati. Può essere utilizzato per evidenziare oggetti nascosti, discontinuità e vuoti.

Prova sclerometrica: La prova ha lo scopo di stimare la durezza della malta: infatti, l’entità del
rimbalzo misurato, con l’ausilio di opportune tabelle di conversione, determina, in modo qualitativo,
il valore della resistenza a compressione della malta. E’ una prova molto veloce ed economica, utile
per la valutazione dell’omogeneità della malta, si ottiene però solo una stima della resistenza a
compressione.

Prova pacometrica: L’indagine pacometrica è finalizzata all’identificazione, con buona precisione,


della posizione delle armature all’interno dei getti di calcestruzzo, della loro profondità e del loro
diametro. Può essere utilizzata anche per la ricerca di tubazioni e cavidotti. La metodologia si basa
sul principio della misurazione dell’assorbimento del campo magnetico, prodotto dalla stessa
apparecchiatura pacometrica, che viene evidenziato tramite un sistema analogico o digitale
accoppiato ad un sistema acustico per una più comoda effettuazione della ricerca degli elementi
metallici.
3. Applicazione metodi d’indagine
3.1. Edificio scolastico Celano (AQ)
Il complesso strutturale della Scuola Elementare “Vaschette” risale agli anni ’30 ed è costituita da
murature portanti disposte prevalentemente nelle due direzioni ortogonali principali. Si compone
di due elevazioni fuori terra sovrastate da un tetto a padiglione. La prima elevazione è sopraelevata
di 80 cm e l’altezza interpiano è di 4,30 m.

Per la determinazione delle caratteristiche meccaniche dei materiali si è fatto riferimento, secondo
quanto previsto dal punto C8A.1.A.4, alla tabella C8A.2.1, e delle prove sui materiali sopra citate, si
ritiene di poter considerare, come da allegati, la muratura della struttura in esame come muratura
in pietrame disordinato alla quale corrispondono i valori medi, esposti nella suddetta tabella.
Indagini visive:
Piante piano terra e piano primo con alcuni allegati fotografici del rilievo della muratura;
Ai fini dell’esercitazione è stato scelto di riportare solo alcune delle indagini effettuate:
Prova con martinetto:
La campagna diagnostica si è articolata attraverso l’esecuzione di n° 2 prova con martinetto piatto
singolo e doppio (MP) al fine di determinare lo stato di sollecitazione (carico di esercizio), il carico
limite di esercizio, le caratteristiche di deformabilità (modulo elastico) e la resistenza a
compressione della muratura oggetto d’indagine.
Ai fini dell’esercitazione è stato scelto di riportare solo una delle due prove effettuate:
MP1 – Prova di martinetto piatto S+D
Prova MP1 (Martinetto singolo)
La lettura al comparatore millesimale del deformometro sulla barra di taratura è pari a 4,175. La
prova è stata effettuata fino a fare collimare le basi dei capisaldi con la lettura iniziale, misurata
prima di effettuare il taglio al fine di determinare la Tensione di esercizio della muratura rivelata,
pari a 0,74 bar al manometro equivalente a 0,60 daN/cm2.
Prova MP1 (Martinetto doppio)
La lettura al comparatore millesimale del
deformometro sulla barra di taratura è pari a
4,138. Il primo tratto del grafico “Deformazioni
Verticali” (da 0 a 8,09 daN/cm2) identificato dalla
linea continua di colore rosso, sta ad indicare la
fase elastica della muratura, mentre, la seconda
parte del grafico (da 8,09 a 14,56 daN/cm2)
identificata dalla linea continua di colore blu, sta
ad indicare il tratto in cui la muratura passa dallo
stato elasto-plastico a plastico ed infine a
rottura. Il Modulo elastico medio rilevato
durante la fase elastica è pari a 7245 daN/cm2
pari a 724,5 N/mm2. Si fa presente che la prova è
stata interrotta ad una pressione di 10 bar al
manometro equivalente 8,09 daN/cm2, in
quanto la muratura è arrivata a rottura,
riportando delle microlesioni dislocate in varie
direzioni dell’area oggetto d’indagine.
Valori riassuntivi
Martinetto Singolo e Doppio MP1
- Tensione di esercizio: 0,60 daN/cm2
- Tensione limite elastico: 8,09 daN/cm2
- Tensione di rottura a compressione: 14,56 daN/cm2
- Modulo elastico medio: 7245 daN/cm2= 724,5 N/mm2
In riferimento alla tabella C8A.2.1 delle diverse tipologie di muratura riportata nell’NCT D.M. 14
gennaio 2008 e CIRCOLARE C.S.LL.PP. 2 febbraio 2009, la muratura in oggetto rientra nella tipologia
delle ‘Muratura in pietrame disordinata’, avendo valori di E pari a 724,5 N/mm2 (MP1).
Tabella C8A.2.1. (NTC D.M. 14 gennaio 2008 e CIRCOLARE C.S.LL.PP. 2 febbraio 2009 n° 617)
Valori di riferimento dei parametri meccanici (minimi e massimi) e peso specifico medio per diverse
tipologie di muratura, riferiti alle seguenti condizioni: malta di caratteristiche scarse assenza di
ricorsi (listature), paramenti
semplicemente accostati o mal collegati,
muratura non consolidata, tessitura (nel
caso di elementi regolari) a regola d’arte;
fm = resistenza media a compressione
della muratura,
τ0 = resistenza media a taglio della
muratura,
E = valore medio del modulo di elasticità
normale,
G = valore medio del modulo di elasticità
tangenziale,
W = peso specifico medio della
muratura.
Nel caso delle murature storiche, i valori
indicati nella Tabella C8A.2.1. (relativamente alle prime sei tipologie) sono da riferirsi a condizioni
di muratura con malta di scadenti caratteristiche, giunti non particolarmente sottili ed in assenza di
ricorsi o listature che, con passo costante, regolarizzano la tessitura ed in particolare l’orizzontalità
dei corsi. Inoltre, si assume che per le murature storiche, queste siano a paramenti scollegati, ovvero
manchino sistematici elementi di connessione trasversale (o di ammorsamento per ingranamento
tra i paramenti murari). I valori indicati per le murature regolari sono relativi a casi in cui la tessitura
rispetta la regola d’arte. Nei casi di tessitura scorretta (giunti verticali non adeguatamente sfalsati,
orizzontalità dei filari non rispettata), i
valori della tabella devono essere
adeguatamente ridotti. Nel caso in cui la
muratura presenti caratteristiche
migliori rispetto ai suddetti elementi di
valutazione, le caratteristiche
meccaniche saranno ottenute, a partire
dai valori di Tabella C8A.2.1, applicando
coefficienti migliorativi fino ai valori
indicati in TabellaC8A.2.2.

Tabella C8A.2.2. (NTC D.M. 14 gennaio


2008 e CIRCOLARE C.S.LL.PP. 2 febbraio
2009 n° 617)
Confronto tra tabelle NTC’08 e NTC’18

Come possiamo vedere i valori per la tipologia di muratura presa in esame (muratura in pietrame
disordinata) sono quasi tutti coincidenti, ad eccezione della resistenza a compressione.
L’NTC’08 ci fornisce valori compresi tra 1 e 1,8 mentre l’NTC’18 ci fornisce valori tra 1 e 2 N/mm2

Per quanto riguarda i valori della tabella dei coefficienti correttivi massimi il confronto tra le due
normative coincide.
3.2. Palazzo del governo (AQ)
Lo scopo della presente campagna di indagine,
definita in base alle indicazioni della
committenza, è quello di caratterizzare i
parametri di resistenza ed elasticità delle
strutture portanti.
La struttura in oggetto è situata in via San
Francesco di Paola, rif. ex Palazzo del Governo,
nel comune di L’Aquila.
Nel caso in cui vengano effettuate prove sulla
struttura, attendibili ed in numero
statisticamente significativo, i valori delle
resistenze meccaniche dei materiali vengono
desunti da queste e comparati con quelli previsti
nelle NTC 2008.
Ai fini dell’esercitazione è stato scelto di
riportare solo la prova penetrometrica che nella
pianta viene riportata con la sigla S:

Analisi penetrometrica:
Tecnica di valutazione delle proprietà meccaniche della malta mediante infissione e misurazione
dell’avanzamento di una sonda metallica normalizzata. La strumentazione consiste in una pistola
calibrata che spara apposite sonde metalliche con carica predeterminata. È un metodo di
“indentazione” e il parametro che viene misurato è la profondità della cavità lasciata dalla sonda
sulla superficie in prova. Il danno arrecato è di profondità e dimensioni molto limitate (pochi
millimetri). La misura ottenuta è il valore medio di 4 colpi. Le letture effettuate vengono
successivamente correlate con la resistenza a compressione del materiale mediante apposite
tabelle.

RISULTATI
Sono stati realizzati saggi sulla muratura perimetrale nelle posizioni riportate nelle planimetrie
precedentemente allegate.
Le indagini effettuate con prova penetrometrica sulle malte hanno registrato valori che variano tra
0,6 MPa e 1,3 MPa, identificando una tipologia di malta equiparabile meccanicamente ad una malta
di classe M4 (classificazione D.M.LL.PP. 20/11/1987) o del tipo M2,5 (classificazione NTC2008).
Analisi endoscopica:
Tecnica di ispezione di un foro eseguito sulla muratura mediante una sonda che consente di
acquisire dati fondamentali sulla effettiva geometria e sullo stato di conservazione di luoghi non
ispezionabili direttamente.
Si ottengono immagini delle condizioni dei materiali che costituiscono le pareti dell’intercapedine e
delle localizzazioni.
L’indagine endoscopica viene indicata nella mappa precedente con la lettera E.

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