Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il paziente riferisce di avere avuto rapporti non protetti di tipo omosessuale, nega di
aver fatto uso di droghe, viaggi all’estero o di aver assunto farmaci.
Oltre al controllo degli enzimi epatici, della coagulazione e della bilirubina, quali
accertamenti sierologici di primo livello sono indispensabili per formulare una
diagnosi corretta e completa?
1) HBsAg, anti-HBs, HBeAg, anti-HEV. Risposta errata
2) HBsAg, HAV-IgM, anti-HCV. Risposta errata
3) HBsAg, anti-HBc-IgM, HAV-IgM, anti-HCV. Risposta corretta*
4) HBsAg, anti-HBs, HAV-IgM, HAV-IgG, anti-HCV. Risposta errata
*
Per la diagnosi differenziale iniziale dell’epatite acuta è sufficiente ricercare la
presenza dell’antigene di superficie (HBsAg, segno indiretto di HBV circolante) e
degli anti-HBc di tipo IgM (segno di infezione acuta). La sola presenza di HBsAg
non consente di differenziare un’infezione acuta da una condizione di portatore
cronico. Vanno ricercati poi gli anticorpi anti-HAV di tipo IgM, anch’essi segno di
infezione acuta (la presenza di IgG depone per un contatto pregresso, non per una
nuova infezione in atto). Infine, gli anticorpi anti-HCV, pur aiutando
nell’orientamento diagnostico, ed essendo pertanto necessari, non sono in grado di
distinguere tra infezione acuta, portatore cronico o paziente guarito da pregressa
infezione, non essendo in questo caso specifica di infezione acuta la produzione di
IgM anti-HCV.
Le indagini di laboratorio forniscono i seguenti risultati: AST 2230 UI/L, ALT 3100
UI/L, bilirubina totale 6,8 mg/dL, bilirubina diretta 5,6 mg/dL, PT 1,26 sec, PTT 1,0
sec. I risultati delle indagini sierologiche sono: HAV-IgM negativo, HBsAg positivo,
anti-HBc IgM positivo, anti-HCV negativo.
Viene pertanto posta diagnosi di epatite virale di tipo B acuta.
Il paziente risulta negativo per l’infezione da HDV e da HIV. Nei giorni successivi
però appare più astenico e si assiste a un ulteriore incremento dei valori di transaminasi
e bilirubina (AST 3500 UI/L, ALT 5300 UI/L, bilirubina totale 18 mg/dL).
Gli esami ematochimici confermano una riduzione dell’azotemia, con allungamento del
PT (PT = 2) e iperammoniemia, pur in presenza di stato di coscienza inalterato.
Quali misure è necessario adottare adesso per il paziente?
1) Dieta aproteica, aminoacidi ramificati per via endovenosa, lattulosio e paramomicina
per via orale e tramite clistere, soluzioni glucosate per via endovenosa. Risposta
corretta*
2) Dieta leggera, copertura antibiotica a largo spettro, plasma fresco. Risposta errata
3) Plasma fresco, diuretici, albumina. Risposta errata
4) Trapianto di fegato. Risposta errata
*
Ridurre l’apporto proteico all’intestino, così come modificare la flora saprofita
proteolitica del colon, aiuta a ridurre le scorie azotate che raggiungono il fegato
tramite il circolo portale, limitando il rischio di encefalopatia portosistemica. Il
plasma andrebbe riservato a valori di PT > 2,5 o a pazienti sintomatici. Il
trapianto di fegato costituisce l’unica opzione terapeutica qualora il paziente entri
in stato di coma.