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quista giorno per giorno la sua umanità e lo premia facendolo
io.
Grazia è sempre incontro nel superamento, di D io che si dà e
dell’uom o che si dà. Grazia è, per sua natura, lo spaccarsi dei
m ondi chiusi in se stessi. Grazia è rapporto, è esodo, è
com unione, è incontro, è dialogo, è apertura, è uscire da sé, è
storia d i due libertà, è punto d i fusione d i due amori.
Per questo la grazia parla della riconciliazione del d e lo e della
terra, di D io e d ell’U om o, del tem po e dell’eternità. Grazia è
m olto più del tem po, più dell’uom o, più della storia. È sempre
il « di più » che succede, nella gratuità insperata. Com e
diceva mirabilmente Leonardo Coim bra: « La grazia è sempre
un eccesso oltre l’utilità dell’istante, oltre il lim ite della for
ma: è l ’eccesso oltre tutto il tem po, tutto lo spazio, tutte le
fórm e e tutte le vite » {A degna, a dor e a graqa, Porto
1916, 173).
D io Padre si autorealizza continuamente e per tutta l’eternità,
com e M istero che dona se stesso com e Figlio e com e Spirito
Santo; prolunga la sua com unione e il suo dono facendosi
m ondo; e questo m ondo lo penetra fino in fon d o, con una
sovrabbondanza inattesa d i Am ore e di Autodonazione, diven
tando lui stesso M ondo e chiamandosi Gesù C risto.
Gesù Cristo è la grazia che salva tutti gli uom ini (T t 2,11).
E gli è « l ’apparizione della benignità e dell’amore umanitario di
D io, nostro Salvatore» (T t 3 ,4 ). Grazia è il nom e che si
addice a D io , com e Essere che è sempre Com unione, E sodo da
se stesso, A m ore « per » , Simpatia verso altri diversi da lui.
Ciò non è una qualità di D io. È l ’essenza (divinità) di D io
stesso. D io non possiede la grazia. È grazia.
Anche l’uom o, in quanto persona, è sempre costituito per
qualcosa, aperto a un poter essere, strutturato non com e un
essere concluso ma com e « ex-istenza » ; perciò vive sempre un
incontro con il diverso da d ò che lu i è. E gli è sempre un di
più. Q uindi, d ò che lo coinvolge più d i tutto è la grazia, se
grazia significa l’incontro e la dimensione d i d ò che è aperto e
della com unione senza lim iti. L ’uom o vive nell’atmosfera divi
na, se per divino intendiamo sempre la com unione e il dono di
sé in pienezza. Solo nel divino l’uom o è uom o. Solo nella
grazia, in ciò che è più di lui, l ’uom o diventa uom o. P erdò,
uom o è sempre più d i « uom o » , cioè di d ò che dell’uom o
possiamo dire, raccontare, analizzare, com prendere, inquadrare,
definire e strutturare.
Quando si parla di grazia, si vuole visualizzare questo feno
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meno che, appena si genera, spezza tutte le barriere che
lim itano le cosiddette realtà, dim ensioni, m ondi. La grazia
istaura un unico m ondo, dove gli opposti si incontrano: D io e
U om o, Creatura e Creatore. Grazia è l ’unità e la riconciliazio
ne. Perciò grazia è sinonim o di salvezza, di perfetta identità
dell’uom o e di D io.
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3. Teologia: parlare della grazia e lasciar parlare
la grazia
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grazia e presenza d i D io. La funzione della teologia non
consiste nel creare le realtà d i cui parla. M a parlare delle
realtà con le quali ci si incontra e che già esistono prima d ie
se ne parli, dentro la vita umana.
Siamo già dentro al milieu iivin della grazia. Il problem a della
teologia consiste nel com e teorizzare questa realtà, in m odo da
parlarne con termini che significhino la grazia oggi, affinché
non accada che l’uom o, a causa d i un linguaggio anacronistico
e senza mordente, perda la coscienza e la profondità di d ò che
effettivamente vive, senza neppure accorgersi che lo sta viven
do. V ive la grazia, ma non lo sa, né riflette su d ò . La teologia
è riflessione sulla realtà della grazia. Si riflette non per m ono
polizzare la grazia, ma per coscientizzare l ’uom o della grazia,
che visita la sua vita.
io
sióm dell’uom o. A llora non sarebbe più grazia divina. Verreb
be spogliata del suo carattere divino. In quanto divina, la
grazia è presente in tutto e niente sfugge alla sua influenza. La
teologia se lo deve sempre ripetere.
I l nostro com pito di ordine sistematico deve consistere dun
que: nel riflettere sull’esperienza della grazia, com e si realizza
dentro le condizioni e i lim iti del nostro tem po; partendo da
qui, parlare della grazia in m odo tale che l ’esperienza sia
tradotta con altrettanta chiarezza nella comunità ecclesiale.
Siccom e però siamo esseri storici, siamo inseriti in una corren
te viva che d viene da un passato e d raggiunge tutti. Siamo
in parte, prodotti del passato. C iò determina già l ’esperienza
stessa della grazia. Dobbiam o rendere cosdente l ’eredità teolo
gica che abbiamo ricevuto e che è presente nell’inconscio
collettivo della comunità cristiana.
H nostro com pito più importante è fare una rapida revisione
d i d ò che è stato, per acquistare la visione d ’insieme che ne
deriva ed elaborare la prospettiva che urge mettere in atto,
oggi-
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