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LEZIONE II
“LA LIBERTÀ D’ESPRESSIONE
NEL CONTESTO DI UNA SOCIETÀ DEMOCRATICA”
Indice
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Diritto dei Mezzi di Comunicazione Lezione II
Già a partire dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, la libertà di
espressione assurge ad una dimensione fondamentale per la persona nel suo agire sociale.
del pensiero e delle opinioni è uno dei più preziosi diritti degli uomini; ogni cittadino può dunque
parlare, scrivere e pubblicare liberamente salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi
Non diversamente, John Stuart Mill, nel proprio saggio “On liberty” del 1859, rilevava il
ruolo essenziale svolto dalla libertà di espressione per lo sviluppo dell’uomo e della sua personalità
e cosi affermava: “Noi abbiamo fin qui riconosciuto la necessità per il benessere intellettuale della
specie umana, da cui dipende il suo benessere morale e materiale, della libertà di opinione e della
libertà di discussione”.
esprimere il proprio pensiero. È come se l’aspetto individuale di questo diritto si legasse in qualche
garanzia di una circolazione il più ampia possibile delle informazioni e delle opinioni così come di
di una società democratica la quale non sarebbe concepibile senza un libero dibattito e la possibilità
1
V. Zeno-Zencovich, La libertà di espressione, il Mulino, 2004
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La libertà in questione è allora una pietra miliare sulla quale riposa l’esistenza stessa di una
società democratica. Essa è una condizione sine qua non per l’esistenza di partiti politici, sindacati,
associazioni scientifiche e culturali e in generale per chi voglia in qualche modo influenzare
l’opinione pubblica.
Rappresenta, inoltre, lo strumento che consente ad una comunità quando questa esercita le
proprie scelte, di essere sufficientemente informata nella consapevolezza che una società mal
Nella visione più semplice che si possa avere della libertà di espressione, il suo esercizio è
uno di quelli che necessitano meno di mezzi materiali. Ogni individuo, anche sprovvisto di cultura,
può esprimere le sue sensazioni o i suoi sentimenti attraverso la voce, i gesti o le attitudini sia
Quando si tratti, invece, di una persona che abbia ricevuto una certa educazione, questa
potrà prodursi in formulazioni orali più elaborate od addirittura la forma scritta, manoscritta o
stampata.
Mezzi, questi ultimi, che potrebbero considerarsi classici rispetto a quelli “moderni”, oggi
La salvaguardia della libertà di espressione deve coprire tutti questi settori e naturalmente gli
obiettivi di questa tutela si vanno via via facendo più complessi e soprattutto variabili. Risulta
quindi, specie in ambito internazionale, sempre più difficile redigere una regolamentazione stabile
che da un lato consenta ai principali attori del sistema di disciplinare in modo efficace la materia e
dall’altro mantenga alto il grado di tutela di questo diritto per ogni persona.
Questi sono i problemi aperti di una tutela internazionale di una libertà, quale quella in
esame, che, in ogni caso, oggi è considerata non soltanto un diritto inviolabile della persona, ma
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Il pluralismo è uno dei lati fondamentali della democrazia e non può essere garantito se non
In altre parole, in una società democratica cambiamenti profondi di carattere politico, sociale
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Punto di partenza per trattare della libertà di espressione e del suo contenuto, da una
prospettiva internazionale, non può non essere l’art. 10 della Convenzione europea per i diritti
dell’uomo, anche alla luce della produzione giurisprudenziale intervenuta sulla materia.
La “giurisprudenza” della Commissione e quella della Corte europea hanno fornito nel
La libertà di espressione può essere esaminata attraverso tre aspetti principali che sono tra
Questi tre momenti possono essere definiti come: libertà di informare, libertà di informarsi o
Innanzitutto occorre precisare che questo aspetto della libertà designa un comportamento
“attivo” del soggetto. In altre parole definisce il diritto, proprio di ciascun individuo, a “fare
informazione”, a comunicare con altri, a diffondere delle idee, delle informazioni o dei fatti.
Sotto quest’angolo visuale si evidenzia come questo diritto possa in qualche modo
identificarsi col nocciolo della libertà di pensiero, esprimendo al contempo anche un sostanziale
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ai cittadini gli strumenti necessari ad elaborare le proprie convinzioni, ad orientare le proprie scelte
La libertà di informare si distingue, inoltre, per un’altra questione dalla libertà di opinione.
Sembra fondamentale ricordare questa distinzione ulteriore perché è argomento decisivo per
La libertà di opinione possiede un valore assoluto e esige che il suo esercizio si svolga senza
alcuna limitazione esterna, salvo quelle previste dalle legge per la salvaguardia di esigenze
collettiva implicano che le affermazioni, gli eventi o i fatti presentati siano veri completi ed
oggettivi.
In realtà non è poi così semplice individuare, di volta in volta, l’esatto discrimine tra
l’esercizio di queste due libertà “differenti”: è evidente l’enorme difficoltà di conciliare il principio
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eccesso o nell’altro.
È evidente, infatti, il rischio sempre presente di dare luogo ad ingerenze nella libertà di
informare.
limite della veridicità e della oggettività delle informazioni in quanto ciò costituisce una garanzia
ineludibile per i destinatari. Questo, a prescindere dal fatto che lo si voglia considerare un dovere di
etica professionale o se, diversamente, si preferisca che il suo rispetto sia garantito da organi di
Un correttivo necessario per limitare l’uso deformato della libertà di informare consiste,
inoltre, nella previsione e attribuzione di un diritto di rettifica ad ogni persona interessata alla
Rispetto a questo obiettivo, però, i risultati sono ancora molto lontani soprattutto per le
comunicazione (fenomeno al quale stiamo già assistendo grazie alla sempre più diffusa e maggiore
disponibilità delle cd “nuove tecnologie”) questo risultato potrà essere più facilmente raggiungibile.
del diritto degli individui ad essere informati in maniera corretta consiste in un sistema che assicuri
propria convinzione e il proprio giudizio sia su un fatto concreto, che sua interpretazione.
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Questo lato della libertà di espressione mette in luce il “diritto dinamico” degli individui di
Una tale azione di ricerca può essere sviluppata in modo diretto, ad esempio indirizzandosi
alle autorità pubbliche, consultando documentazione (ad esempio, esercitando l’accesso agli atti
delle autorità, diritto sancito anche a livello comunitario 2 unitamente al riconoscimento della
necessità della trasparenza delle istituzioni pubbliche, a partire da quelle comunitarie), partecipando
a determinate attività o assistendo ad eventi determinati; oppure si può lavorare in modo indiretto,
ad esempio attingendo alle informazioni e i fatti che sono comunicati o trasmessi dagli organi di
informazione.
persone che hanno il compito professionale o istituzionale di informare e che devono essere
garantiti nel loro diritto di accesso alle fonti in quanto strettamente necessario all’esercizio delle
proprie funzioni.
Ma questo diritto concerne ugualmente ogni persona che prenda l’iniziativa di acquisire
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questo vale anche per il rovescio della medaglia poiché garantire la libertà di informare non
significa garantire ugualmente il diritto ad informarsi o di accedere alle fonti, diritto che, per la
Si tratta di una questione molto delicata in quanto la tutela specifica di questa libertà si
mescola spesso con questioni di ordine pubblico e soprattutto si scontra con interessi e diritti diversi
e contrastanti le cui frontiere si rivelano spesso mobili all’interno di ogni singolo paese.
In effetti, questo ambito della salvaguardia della libertà di espressione costituisce uno degli
La realizzazione completa, infatti, di un tale diritto implica il dovere da parte degli organi
statali non soltanto di astenersi dall’impedire la circolazione delle informazioni, ma anche di agire
in modo positivo al fine di disciplinare i mezzi e le fonti di informazione per assicurare la più
Per maggiore completezza, però, è necessario precisare che una tale protezione ha per
oggetto l’attività di raccolta delle informazioni in quanto tale e non l’ottenimento effettivo di
queste ultime che rappresenta il risultato finale di questa attività, il quale può o meno essere
realizzato.
Come terzo ed ultimo aspetto della libertà di espressione si può individuare il “diritto
2
Sul punto, si veda M. Migliazza, “Il diritto all’informazione nell’Unione europea”, Giuffrè, ed. 2002
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Con l’affermarsi di tale diritto ci si allontana dalla visione di libertà di espressione che
tutelava soltanto i pochi “addetti ai lavori” e che quindi proteggeva soltanto la libertà di informare.
che appunto non potrebbe esistere se non vi fosse chi riceve l’informazione.
Chi viene o vuole essere informato ha i propri interessi, bisogni e soprattutto diritti che
esaustivo le opinioni, le informazioni e i fatti necessari allo sviluppo intellettuale, sociale e politico.
La libertà di comunicare informazioni e la libertà di riceverle non sono altro che due facce di
Pur costituendo il normale risultato di una libera attività di informazione, la libertà dì essere
nel godimento del suo diritto rispetto a ciò che può subire il soggetto attivo: così la libertà di
informazione potrebbe trovare una tutela soddisfacente in un dato sistema senza che questo voglia
dire che l’esigenza individuale di essere informati in maniera completa ed esaustiva sia
necessariamente soddisfatta
Questo diritto esige che sia garantito il pluralismo delle fonti di informazione, una attività dì
dell’informazione.
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3 Le fonti internazionali
internazionali.
Esso cita che: “ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il
diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere
Rimane però il profilo negativo della libertà come assenza di vincoli limitative della sfera di
A sancire principi di rilevante valore precettivo è l’art.10 della Convenzione europea per la
salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950 e
recepita nel nostro ordinamento con la legge 1955 n. 848, già illustrato nel secondo capitolo.
Nel patto internazionale sui diritti civili e politici – firmato a New York il 19 dicembre 1966
aperto alla firma il 19 dicembre 1966, reso esecutivo con la legge 25 ottobre 1977 n. 881 ed entrato
in vigore in Italia il 15 dicembre 1978 – l’enunciazione del divieto di porre limiti alla libertà di
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sottoposto a talune restrizioni che però devono essere espressamente stabilite dalla legge e
finalizzate al rispetto dei diritto o della reputazione altrui e alla salvaguardia della sicurezza
tutelano solo un aspetto della comunicazione: la libertà di espressione come uno dei diritti più
preziosi dell’uomo.
È sul fronte della legislazione comunitaria, in un quadro di riferimento molto più articolato,
Appositi provvedimenti e direttive sono state emanate dall’Unione europea sul fronte della
E la Costituzione europea, pur con tutte le incertezze sul suo futuro, contiene una serie di
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formazione di una opinione consapevole, passa anche attraverso la libertà dei media ed il loro
pluralismo.
manifestazione del pensiero, altre componenti di una più ampia tutela si riscontrano nell’articolo 2,
inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità,
poggiano tutti i diritti di libertà e doveri accordati ai singoli e alle comunità organizzate.
La libertà di espressione, che non si esaurisce nella libertà di manifestazione del pensiero,
Infatti: “Le modalità espressive non coincidono con quelle di esteriorizzazione del
pensiero.
processi cognitivi e di elaborazione dei concetti, la manifestazione del pensiero, intesa come
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esteriorizzazione del frutto di tale maturazione interiore, implica una scelta di mezzi e
indubbio che per sviluppare la propria personalità, l’uomo ha bisogno di essere informato, usufruire
della libera circolazione di idee, indispensabile per far maturare una consapevolezza dei propri
diritti e doveri.
In merito all’art. 3 Cost., si legge: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il
È quindi compito dello Stato quello di rimuovere gli ostacoli che rendono inattuabili la
Applicato al diritto della comunicazione, l’art. 3 assume una duplice valenza, a seconda se ci
Per quanto attiene al diritto di informarsi, l’uguaglianza non può definirsi realizzata, qualora
vi siano difficoltà nell’accesso di alcuni ai canali informativi e nella manifestazione delle loro idee.
In relazione al diritto di essere informati il principio di uguaglianza deve tradursi nel rispetto
dell’indefinito ed infinito pluralismo e nel pieno coinvolgimento dei singoli e delle collettività nelle
3
R. Razzante, Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione, Cedam, 2005
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“In una democrazia effettiva, i cittadini debbono essere messi in grado di potersi formare
una chiara e non preconcetta nozione delle varie tesi politiche in contrasto conoscendo e valutando
liberamente gli argomenti adotti dai sostenitori delle più disparate opinioni”. 4
Per ultimo, l’art. 15 Cost. detta: “la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni
altra forma di comunicazioni sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto
di comunicazione che rientrano nella tutela costituzionale, con particolare riferimento all’art.21.
Secondo Caretti “mentre devono ritenersi ricomprese nell’ambito dell’art. 21 sia la pay-tv
che la televisione interattiva, come le newsgroups e mailing-list, ossia quelle forme che consentono
comunicazioni tra un numero ampio di soggetti, non delimitato dalla necessità di avere il proprio
indirizzo inserito in un’apposita lista, andrebbero invece inquadrate nell’ambito delle attività
limitato di persone, anche se però, in definitiva il venir meno nei più moderni mezzi di
comunicative di tipo diffuso ha spinto parte della dottrina a chiedersi se oggi non si imponga una
organico ed omogeneo l’insieme delle attività di comunicazione sociale rese oggi possibili”.
4
P. Caretti, Diritto dell’informazione e della comunicazione, il Mulino, 2001
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È necessario fare luce fino a che punto lo Stato abbia una competenza esclusiva o vi sia un
Costituzione, riscrivendo l’art. 117, che non contiene più la descrizione delle competenze legislative
regionali ma l’enumerazione delle competenze legislative statali, riservando tutto il resto alle
Esiste quindi una legislazione esclusiva dello Stato nelle materie di politica estera;
immigrazione; difesa e forze armate, sicurezza dello Stato; moneta, risparmio e mercati finanziari;
organizzazione amministrativa dello Stato ed enti pubblici nazionali; ordine pubblico e sicurezza ad
esclusione della polizia amministrativa locale; cittadinanza, stato civile e anagrafe; giurisdizione e
norme processuali, ordinamento civile e penale, giustizia amministrativa; determinazione dei livelli
essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il
pesi, misure e determinazione del tempo, opere dell’ingegno; tutela dell’ambiente, beni culturali,
ecosistema.
l’Unione europea delle Regione; commercio con l’estero, tutela e sicurezza del lavoro; istruzione,
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salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione
produttivi; tutela della salute, alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile, governo del
territorio, porti e aeroporti civili, grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della
integrativa; armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del
attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito, enti di credito.
partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedono
all’attuazione e all’esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell’Unione europea, nel
rispetto delle norme di procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalità di
La potestà regolamentare, nelle materie di legislazione esclusiva, spetta allo Stato, salva
Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e
delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e
Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con
enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da leggi dello Stato.
Orbene, dalla lettura dell’art. 117, si evince che l’ordinamento della comunicazione è
materia di legislazione concorrente. Questo comporta che la competenza delle Regioni non è solo a
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L’articolo 117 assegna poi alle Regioni tutte quelle materie diverse da quelle oggetto
di legislazione esclusiva, questo significa che l’unico limite è nella riserva statale che
L’art. 117, in tal senso, assegna la riserva di attuazione della disciplina comunitaria in tema
di comunicazione, laddove affida agli enti territoriali il compito di dare attuazione, nei settori di loro
poteri.
significa che potrà realizzarsi nel rispetto dei principi fondamentali della Carta Costituzionale, nella
legislazione comunitaria e statale. Il potere deve poi coordinarsi con quello relativo alle materie di
esclusiva statale. Spetta alle Regioni dare attuazione alle direttive comunitarie.
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