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COS’È:
- Gestione dell’impresa attraverso professionisti (manager) specializzati in ruoli di connessione e
governo
- È una scienza sociale —> è condizionata dalla società
o È in costante cambiamento e non c’è un modello predefinito (non è una scienza)
IMPRESA:
- Istituto preposto primariamente alla produzione di beni e all’erogazione di servizi per il
soddisfacimento dei bisogni della società
- Persone hanno dei bisogni —> per soddisfarli viene svolta un’attività economica
o Attività economica svolta da istituti (organi che svolgono un’attività economica)
o Istituti:
Famiglia —> fa concorrenza alle imprese (possono mangiare a casa e non al bar)
Impresa —> organizzazione/azienda che produce beni o servizi
Amministrazione pubblica —> organizzazione/azienda che produce beni o servizi
o Azienda —> pubblica, privata o mista
Aziende profit sono imprese, mentre le no profit non sono imprese
Impresa soggetto:
- Un soggetto crea un’impresa e diventa se stesso l’impresa
- Il soggetto e l’impresa hanno lo stesso obiettivo
o Es. idraulico con impresa privata dove lui svolge l’attività da solo
- Finalità dell’impresa —> massimizzazione del profitto
- Se il soggetto inizia a svolgere l’attività con un altro soggetto e cambia la forma dell’impresa
o Es. nell’impresa soggetto dell’idraulico entra anche il figlio —> 2 mentalità diverse
Non è più impresa soggetto —> non si sa a che soggetto fare riferimento
o L’impresa diventa un’impresa a se —> staccata dai soggetti
Oggi NON si può parlare di impresa soggetto (non esiste nella realtà) per:
- Razionalità Intersoggettiva —> impresa individuale deve tener conto degli interessi di altri soggetti
o Non solo dell’imprenditore —> anche di fornitori, clienti, banca (portatori di interesse)
Stakeholder —> soggetti portatori di interesse (interni o esterni all’impresa)
Condizionano le decisioni dell’imprenditore
- Razionalità limitata —> imprese individuano la miglior scelta sulla base delle risorse e delle
competenze che ha a disposizione (comprende anche il tempo —> fattore scarso)
o Molte variabili influiscono sulle imprese
- Troppi soggetti (R. Intersoggettiva) e troppe variabili (R. Limitata) per parlare di impresa soggetto
o Ora è più difficile il compito dell’imprenditore perché non può decidere tutto da solo
Impresa sistema:
- Insieme di risorse umane, capitali, beni e servizi —> collegati tra loro che formano un’impresa
- Sistema cognitivo —> impresa apprende e matura informazioni per potersi sviluppare
- Sistema complesso —> molte variabili, continui cambiamenti
- Sistema gerarchico —> funziona attraverso dei processi che seguono degli step successivi
o Come una catena —> non si possono saltare dei passaggi
o Impresa è un insieme di iter/procedure che devo svolgere per compiere un’attività
o Più gli iter sono specifici —> risparmio di tempo, riduzione degli errori
- Sistema autopoietico —> evolve a partire da se stesso
o Si tiene conto che un’impresa è un’entità a se —> sono tutte diverse
o Per prendere decisioni —> bisogna prendere in considerazione lo status dell’impresa in
quel dato momento (es. decidere come e dove espandersi)
PROFITTO:
- Non è sinonimo di guadagno
- È la somma economica che rimane dopo aver pagato tutti i fattori produttivi
o Diverso dal guadagno perché tolgo anche i reinvestimenti dell’azienda
o Il profitto è una parte di guadagno che l’imprenditore tiene per se
Ragioni del profitto —> perché l’imprenditore ottiene il profitto oltre allo stipendio
- Quota destinata a ripagare il rischio corso nell’attività aziendale
o L’imprenditore ha molte più preoccupazioni —> rischia di più dei dipendenti
o È responsabile dell’impresa —> anche per fallimento
- Il premio che spetta a colui che promuove l’innovazione
o Imprenditore pensa alla sua impresa 24 ore al giorno
o L’imprenditore pensandoci continuamente —> produce continuamente nuove idee
- Il compenso che spetta all’imprenditore per l’organizzazione dei fattori produttivi
o L’imprenditore è colui che organizza l’impresa (fa da guida)
o Per questo a fine anno se l’impresa è andata bene ha diritto ad un extra —> profitto
o L’imprenditore può anche decidere di darne una parte anche ai dipendenti
- Il risultato dell’imperfezione del mercato da cui si origina l’acquisizione di posizioni monopolistiche
o Mercato imperfetto —> non tutti hanno le stesse conoscenze (no parità tra imprese)
Grande impresa ha delle informazioni prima degli altri perché si impegna di più
Informazioni utili per capire dove e se fare degli investimenti
o Disparità del mercato —> l’impresa che si muove meglio diventa sempre più grande da
diventare monopolista (ha il monopolio in un settore)
o Profitto —> l’imprenditore ha lavorato bene e la sua impresa è meglio di altre
IMPRESA SISTEMA —> FINALITÀ DELL’IMPRESA:
Limiti della massimizzazione del profitto (non come impresa soggetto)
- Orizzonte temporale:
o Bisogna costruire un’impresa che si possa evolvere nel tempo e che non finisca in breve
- Rischio:
o Non si può avere un rischio troppo elevato (prendendo delle decisioni) se voglio avere un
proseguimento dell’impresa
Es. Ladro che ruba —> massimizzazione del profitto
Rischio elevato e tempo dell’attività ridotto —> va bene un giorno ma non per un lungo periodo
Finalità dell’impresa:
- Non la massimizzazione del profitto ma la crescita
- Crescita —> sviluppo dimensionale
o Soddisfa tutti gli interessi degli stakeholder —> dipendenti, banche, clienti, fornitori
o Permette di trovare un migliore equilibrio economico
o Risorse hanno un potenziale maggiore di arricchimento
In una grande impresa —> più persone e possono essere più specializzate
DIMENSIONE DELL’IMPRESA:
Diversi parametri:
P. Economici
- Fatturato —> totale delle fatture emesse dall’impresa nell’anno
o È facilmente confrontabile ma dipende da: settore impresa e data bilancio
o Non basta perché è molto diverso nelle diverse aziende
Es. petto di pollo (3.50 euro) o macchina (25 000 euro)
Non viene usato per confrontare imprese di settori diversi
o Bilancio —> dipende dalla data della redazione —> alcune imprese fanno il bilancio il 30.06
Es. imprese stagionali, chi fattura di più a Natale/Pasqua
Fanno riferimento a contesti differenti (es. crisi a settembre è diverso chi ha già
fatto il bilancio e chi lo fa 3 mesi dopo)
- Valore aggiunto —> differenza tra i fattori di output e input
o Più complesso rispetto al fatturato e viene usato meno per confrontare le aziende
o Fattori di input —> acquisiti dall’esterno
Es. importare prodotti
o Fattori di output —> dall’impresa verso l’esterno
Es. vendita di prodotti
o Differenza nelle imprese —> chi acquista di più dall’esterno
o Es. 2. Aziende vendono la stessa quantità di prodotto ma:
A —> output=100 e input=30 (produce i prodotti) —> VA=70
B —> output=100 e input=80 (importa i prodotti) —> VA=20
La ricchezza che hanno aggiunto al mercato varia molto
L’impresa A è più grande dell’impresa B —> A deve avere più spazi e
macchinari per la produzione di tutti i prodotti che B acquista all’esterno
B —> esternalizza cioè fa produrre prodotti ad altre aziende
o Non viene rivelato all’esterno perché spiegherebbe molte delle politiche aziendali
P. Tecnici —> riguardano la produzione in se (quanto si produce)
- Produzione realizzata —> quantità dei beni prodotti
o Azienda che produce di più —> più grande
o Indicatore facile per utilizzo, fruizione e confronto
o Limite dell’indicatore —> differenza tra imprese diverse (polli e auto) soprattutto nei servizi
o Se l’impresa eroga servizi e non produce prodotti
Vendita viaggi business o vendita viaggi di nozze
Business —> ADV costruisce il pacchetto da sola e in poco tempo
Nozze —> ADV costruisce il pacchetto assieme ai clienti che hanno molte
idee diverse, i clienti vanno più volte in agenzia —> molte più ore di lavoro
o L’impresa che vende più viaggi business —> ne vende di più e in meno tempo
o Ma la vendita di un viaggio di nozze vale molto di più di un viaggio business
o Margine può variare anche all’interno di settori diversi della stessa impresa
- Capacità produttiva —> quello che l’impresa è in grado di fare nella migliore delle situazioni
o Situazione —> comprende anche riuscire a vendere i prodotti
o Quello che riesce a produrre date le risorse —> risorse finanziarie, prodotti, macchinari
o È il potenziale produttivo —> diverso dalla produzione realizzata
È più difficile disporre del valore della capacità produttiva
Non risulta dai bilanci e gli imprenditori non forniscono il dato (come per il VA)
o Teorica —> capacità produttiva che in teoria posso avere nelle giuste condizioni
Quello che teoricamente una macchina può fare
o Effettiva —> capacità produttiva che nelle condizioni specifiche dell’impresa posso avere
Quello che effettivamente una macchina può fare (es. blackout o corona virus)
P. Patrimoniali —> sono i parametri meno importanti
- Capitale sociale —> conferimenti dei soci
o Utile per misurare le dimensioni delle aziende che operano nei mercati finanziari
Banche, assicurazioni, …
o Hanno una legislazione diversa per la determinazione del capitale sociale
o Cap. Soc. —> è una sorta di garanzia per i clienti (copertura di eventuali incidenti o altro)
o Conviene assicurarsi con un’impresa con il capitale sociale maggiore
Dipende però anche dal numero di assicurati —> che non viene reso noto
P. Organizzativi —> riguardano come è organizzata l’impresa
- N° di addetti —> persone che lavorano all’interno dell’impresa
o Distinzione tra —> micro imprese (1-9 addetti), piccole imprese (10-99 addetti), medie
imprese (100-499 addetti), grandi imprese (500 o più addetti)
o Indica le dimensioni dell’impresa —> indicatore tra i più utilizzati con il fatturato
o Addetti —> chi è impiegato in un’impresa a tempo indeterminato
o Non può essere utilizzato per confrontare imprese di settore diverso
Es. settore ristorazione —> medio-grande con 40 addetti
Es. Settore macchine —> medio-grande con 10 000 addetti
o Nello stesso settore —> dipende dalla scelta dell’organizzazione della produzione
Es. capital intensing —> sfrutta al massimo il fattore capitale
Acquisto di macchinari e meno addetti
Es. Labor intensing —> fattore produttivo più importante è il lavoro e non il cap.
Non ci sono macchinari o pochi, ma assunzione di più addetti
Risulta più grande ma potrebbe non esserlo
DIMENSIONE DELL’IMPRESA:
- Non esiste un indicatore che sia in assoluto migliore degli altri
o Ma dipende dall’obiettivo della misurazione
Dalla tipologia di impresa, dal momento e dal motivo della misurazione
- Tutti i parametri misurano le risorse tangibili —> mancano le risorse intangibili
RISORSE INTANGIBILI:
- Brand, mercato/clienti, fiducia di clienti e stakeholder, proprietà del prodotto, conoscenza
Caratteristiche:
- Sedimentabilità:
o Si accumula un po’ alla volta —> es. fiducia cresce nel tempo
- Incrementabilità:
o Si sviluppano attraverso il loro utilizzo —> Più le utilizzo e più aumentano
o Es. Routine —> processi strutturati, step
Si sa sempre chi deve fare cosa —> compiti assegnati in tutti i vari uffici
Più sono specifiche e riconosciute all’interno dell’impresa —> meno dubbi e quindi
meno tempo sprecato e l’impresa lavora meglio
- Unicità:
o Non ci sono mai due imprese con le stesse risorse intangibili
o Sono tipiche e proprie del contesto aziendale, di business e del gruppo di persone
- Difficile acquisibilità e copiabilità (imperfetta trasferibilità)
o Difficilmente si possono acquistare dall’esterno
o Non si può acquistare la fiducia o l’affidabilità
o Difficili da copiare perché sono efficaci solo in una determinata azienda (unicità)
- Flessibilità:
o Possono essere trasferite all’interno dell’organizzazione
Tra persone e processi diversi —> utilizzabili in contesti diversi nell’impresa
Es. Modo di lavorare tra i dipendenti —> resta uguale su progetti diversi
o Bisogna stare attenti a non trasferire gli aspetti ai prodotti negativamente
Il flop di un prodotto potrebbe trasferirsi anche sugli altri prodotti
- Deperibilità:
o Se non vengono curate e mantenute —> destinate a sparire
o Es. Mantenere la clientela, mantenere il mercato
DOVE SI TROVANO LE RISORSE INTANGIBILI:
Persone —> responsabili e gestori di ogni risorsa intangibile (la può anche rovinare)
- Sono la risorsa essenziale delle imprese
- Due soggetti dell’impresa:
o Imprenditore —> guida lo sviluppo dell’impresa
È capace di distruggere quello che c’è nell’impresa per creare qualcosa di nuovo
Quando vede che sta raggiungendo il suo obbiettivo —> ne pensa un altro
Spesso svolge anche la figura manageriale —> per costi e fiducia
Deve essere creativo, un sognatore —> deve lanciarsi verso il futuro
o Manager —> gestisce e dirige l’impresa
È chi organizza l’impresa in modo da raggiungere l’obbiettivo dell’imprenditore
Compito delegato dall’imprenditore
Non tutte le imprese lo hanno (soprattutto quelle di piccole dimensioni)
A volte possono essercene di più —> per le diverse funzioni
PRINCIPI DELLE RISORSE INTANGIBILI:
- Efficacia —> essere capaci di raggiungere un obbiettivo
o Compito dell’imprenditore
- Efficienza —> rapporto tra risultati ottenuti e mezzi utilizzati (rapporto output-input)
o Compito del manager
o Si può misurare dal punto di vista:
Tecnico —> rapporto tra fattori fisici (produttività —> prodotti/tempo)
Economico —> rapporto in termini di valore (economicità —> valore economico dei
prodotti/costi per produrli)
- Si può essere efficaci ma non efficienti
AMBIENTE PER L’IMPRESA:
- Contesto generale all’interno del quale l’impresa è chiamata a svolgere le sue funzioni
- È un insieme di attori —> soggetti che operano internamente o esternamente, direttamente o
indirettamente all’impresa
- Insieme di condizioni —> vincoli e opportunità
o Es. Cosa offre il mercato
- Per capire l’ambiente:
o SWAT analisi —> punti di forza, debolezza (interni), opportunità e minacce (esterne)
Ambiente interno —> ciò che gli attori trovano all’interno dell’impresa
Ambiente esterno —> ciò che gli attori trovano all’esterno dell’impresa
AMBIENTE ESTERNO:
- Macroambiente —> contesto più ampio a cui facciamo riferimento
o Sia geografico che settoriale —> grandi aree geografiche e più settori
- Ambiente settoriale —> divisione del macroambiente per settori
- Ambiente competitivo —> relativo solo alle aziende che possono fare concorrenza alla mia impresa
o Può essere legato al contesto territoriale
o Es. Impresa nazionale —> include sono le aziende che operano sul mercato nazionale (sia
nazionali che straniere che lavorano sul mercato italiano)
- Macroambiente —> ambiente settoriale —> ambiente competitivo
o Diversi livelli di influenzabilità da parte della singola impresa in un ambiente
o Le altre imprese influiscono sulla mia impresa e la mia impresa influisce sulle altre
Chi ne fa parte:
- Interazione può essere:
o Attiva —> acquirenti, concorrenti, fornitori, distributori, investitori
o Passiva —> autorità pubbliche forze sociali (es. governo, associazioni), organismi rilevanti
(università, forze dell’ordine)
Le imprese non hanno deciso —> hanno solo “subito” le direttive
Possono comunque avere un ruolo relativamente attivo (non sempre)
Ambiente —> soggettivo o oggettivo?
- Oggettivo —> è uguale per tutti
- Soggettiva —> la capacità, sensibilità e la volontà di lettura dell’ambiente
- Lo stesso identico ambiente esterno (oggettivo), diversi imprenditori possono fare scelte diverse
- Ambiente —> complesso
o Una realtà varia e variabile
o Ci si può inserire, ma si deve imparare a starci dentro
Bisogna prendere atto e fronteggiare la complessità dell’ambiente
Attraverso ricerche e studi
Per capire come posso un domani gestire meglio questa complessità
E per prendere le decisioni migliori per l’impresa
COMPLESSITÀ DELL’AMBIENTE ESTERNO:
- Varietà e variabilità della domanda
o Varietà —> ci sono modelli differenti dello stesso prodotto
Il cliente cerca la personalizzazione del prodotto (giusto per lui)
o Variabilità —> consumatori cambiano idea facilmente
Ciclo dei prodotti molto breve
L’impresa deve avere dei processi aziendali tali da modificare velocemente l’offerta
sul mercato —> per essere al passo con i tempi e con la domanda
Le imprese continuano a cambiare perché la domanda continua a cambiare
- Autopropulsività della domanda —> la domanda dei clienti propone prodotti alle imprese
o Consumatore fa una richiesta —> le imprese possono rispondere alla domanda
o Il cliente si inventa un prodotto senza verificare se esiste già e lo propone
- Inappropriabilità della ricerca scientifica
o Le aziende fanno ricerche prima di ideare un nuovo prodotto
o Crea un brevetto —> per difendere la proprietà dell’idea
o Non mi serve avere l’esclusiva se dopo un anno il prodotto non serve più
o Le imprese sfruttano il più possibile nel meno tempo possibile quell’innovazione
o Alcune imprese decidono di vendere il brevetto alle altre imprese (non per tutti i settori
es. settore farmaceutico)
Perché così le imprese imitatrici iniziano a produrre quel prodotto
Più un prodotto è imitato, più aumenta il valore dell’originale
Acquista valore il suo brand, incassa i soldi degli imitatori (vendita brevetto)
Non crea concorrenza —> perché le imprese si riferiscono a target diversi
- Globalizzazione —> imprese guardano ad un contesto geografico molto più ampio
GLOBALIZZAZIONE:
- Tendenza dell’economia ad assumere una dimensione internazionale
- Processo di integrazione delle diverse economie del Mondo
3 aspetti:
- Globalizzazione del mercato e delle merci:
o Abbattimento barriere doganali —> libera circolazione delle merci (1945)
o Sostenuto dal WTO (World Trade Organization) —> organismo internazionale
Definisce le regole del commercio globale
Segue una logica liberista
Alcuni dicono che si occupi più di tutelare le multinazionali delle altre imprese
- Mondializzazione delle imprese, dei processi di lavoro e dei processi produttivi:
o Delocalizzazione del lavoro —> spostamento di imprese
Per costi della produzione minori (manodopera, assicurazione, rifiuti)
- Mondializzazione finanziaria:
o Libertà e scambio di capitali
o Soldi depositati in un Paese possono essere investiti in un’impresa di un altro Paese
o Regolata da — Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale
Creano le norme per la circolazione di capitali
Basate sulla “teoria dello sgocciolamento”
Processo produce disuguaglianza tra Paesi con e senza liquidità
Ma promuove sono sviluppo —> porta ricchezza
La ricchezza prodotta nel tempo beneficia anche la popolazione povera
o Quindi —> investo in un Paese povero, produco così tanta ricchezza che una parte va a
beneficio della popolazione povera
Tutto teorico —> quando l’uomo decide che ne ha abbastanza della ricchezza
prodotta e quindi inizia a darla agli altri?
Però comunque si offre un opportunità di sviluppo economico
La popolazione deve essere capace di sfruttarla
Misurata con 3 variabili:
Flussi migratori
Commercio estero —> import e export in rapporto al PIL
- PIL —> prodotto interno lordo
o Indicatore di ricchezza di un Paese
o Valore complessivo di beni e servizi prodotti in un Paese in un periodo (anno)
Destinati ad usi finali —> (beni finali) per esportazioni, consumo finale
No consumi intermedi —> es. farina per fare il pane
o Trasformazione qualitativa della società (non solo quantitativa)
Cambiamenti della qualità della vita —> crescita (no sviluppo economico)
Es. Istruzione, sanità, educazione —> indicatori
ISU —> indice sviluppo umano misura crescita, sviluppo e globalizzazione
Tiene conto di PIL (sviluppo), indice di aspettativa di vita e di istruzione
Tiene conto di variabili qualitative e non solo quantitative (economiche)
Investimenti diretti esteri (IDE):
- Variabile che misura il livello di globalizzazione di un Paese
- Paesi d’origine —> i Paesi che investono
o Con il tempo stanno aumentando leggermente il numero di Paesi in via di sviluppo
La percentuale resta comunque molto bassa
- Paesi di destinazione —> Paesi dove vengono investiti
o Con il passare del tempo aumentano gli investimenti fatti in Paesi avanzati e meno nei Paesi
in via di sviluppo
o Investimenti in Paesi in via di sviluppo —> margine di rischio troppo elevato
- Investimenti —> sempre più proiettati verso i servizi e le industrie manifatturiere
- Osservando i dati:
o Apertura dei mercati porta ad uno sviluppo del PIL e quindi ad uno sviluppo di singoli Paesi
o Rapporto tra globalizzazione e povertà
Povertà —> persona/famiglia che vive con meno di 1$ al giorno
Percentuale di povertà diminuisce ma aumenta la popolazione
Infatti ora i poveri rispetto al 1820 sono raddoppiati
Economia globale o locale:
- Locale —> a favore delle questioni ambientali
o Bisogna ridurre la convenienza dell’acquisto di prodotti provenienti dall’estero
Inserendo dazi
Problema per Paesi poco sviluppati che vivono di esportazioni
Es. Paesi africani esportatori di caffè o cotone —> monoproduzione
o Difficile passare da un’economia globale a una locale
Sostenibilità delle imprese:
- Sostenibilità ambientale —> ottimizzazione dell’impatto ecologico
- Sostenibilità sociale —> soddisfazione attori sociali
- Sostenibilità economica —> creazione valore economico adeguato al livello di rischio
o Si deve continuare ad essere impresa
o Avere un profitto e investimenti per il futuro, risorse economiche per svilupparsi
STRATEGIE D’IMPRESA:
- Alternative strategiche —> impresa non ha una strategia ma ha un insieme di strategie
o Tante alternative che l’impresa può scegliere
o L’impresa può optare per più strategie —> a seconda di alcuni parametri
Gerarchia delle strategie:
Non si possono decidere le strategie di livello più basso se non si sono decise quelle di livello più alto
- Orientamento strategico di fondo
o Direzione che si vuole dare all’impresa
o VISIONE —> cosa l’impresa si propone di diventare in futuro
Evita il rischio di scelte casuali —> scelte strategiche più mirate e non
opportunistiche
Fattore di coesione —> dipendenti condividono la stessa visione dell’impresa
o MISSIONE —> cosa l’impresa deve compiere per diventare ciò che ha stabilito nella mission
Risponde a 3 domande
Dove intende operare —> settore
Perché —> finalità e obbiettivi dell’impresa
Come —> organizzazione per ottenere il risultato
o VALORI —> principi guida alla base delle scelte strategiche (comportamenti operativi)
Rispettati da tutti i soggetti che operano all’interno dell’impresa
Indipendentemente dai cambiamenti dell’ambiente —> impresa forte
Business idea —> componente strategica di origine soggettiva
- Strategie complessive —> di corporate
o Si delineano le macro scelte strategiche —> in linea di massima
o Strategie che permettono all’impresa di crescere (obiettivo dell’impresa)
In quale direzione voglio far crescere l’impresa
o Matrice di Ansoff —> matrice delle alternative strategiche
Si vedono le scelte che ha un impresa dal punto di vista della crescita
- Strategie competitive
o Si decide come si andrà a competere nel mercato
- Strategie funzionali
o Una volta prese le decisioni —> bisogna sviluppare le strategie scelte
o Es. Logistica, commercializzazione,…
Diverse nei diversi settori dell’impresa
MATRICE DI ANSOFF:
- 4 alternative che l’impresa può scegliere per
sviluppare la propria impresa
- Non esiste una migliore delle altre
o Dipende dall’impresa
o Dai suoi obbiettivi
o Competenza, risorse
o Variabili e contesto ambientale esterno di
riferimento
- Quindi dipende molto anche dalla SWOT analisi
MATRICE BCG: (Boston Consulting group —> agenzia che l’ha inventata)
- Analisi per decidere quali strategie aiutano l’impresa a crescere
- Portafoglio prodotti —> insieme dei prodotti che l’impresa produce e mette sul mercato
o Analisi dell’equilibrio finanziario del portafoglio prodotti —> svolta con la matrice BCG
MATRICE:
Tasso di crescita del mercato
- Analisi del mercato di riferimento e cerco di capire se il mercato sta
registrando trend di crescita o è fermo o è negativo
Quota di mercato
- Fetta di mercato che l’impresa serve con i prodotti
- Percentuale che senza altre informazioni è poco utile
o Se io ho il 20% ma ci sono altre 100 aziende è buona, ma se ce n’è solo un’altra è poco
- Quota di mercato relativa
o La mia quota di mercato in relazione con quella del concorrente più grande
C’è un ordine di lettura della matrice:
Prodotti question mark:
- Una piccola impresa in un mercato con grandi prospettive
- Bisogna capire se ha senso investire sul prodotto o meno
o Prodotto ha grandi prospettive future perché l’impresa è ancora piccola —> investimenti
Prodotti star:
- Prodotti in un mercato che si sta sviluppando e la mia impresa sta coprendo una buona fetta di
mercato —> tante entrate ma grandi investimenti
o Il mercato è in crescita e per restare allo stesso livello si deve investire continuamente
o Investimenti —> grandi oneri che bilanciano le tante entrate
Flusso di cassa più o meno in pareggio
Prodotti cash cow:
- Il prodotto è in un mercato che non ha prospettive di crescita —> si è fermato
- L’impresa è una delle più importanti sul mercato —> molte vendite
o Tante entrate ma non servono fare investimenti per conquistar il mercato che sta
crescendo (solo investimenti di mantenimento della posizione) —> basse uscite
- Sono i prodotti migliori —> prodotti che fanno cassa (nessuna impresa può farne a meno)
Prodotti dog:
- Impresa piccola che offre un prodotto in un mercato fermo
o non ha senso continuare a investire —> neanche investimenti di mantenimento
- Non ha senso restare nel mercato
- Strategia —> uscita dal mercato —> non produrre più il prodotto
o Poche uscite ma poche entrate e nessuna prospettiva futura
Utilità della matrice:
- Collocare i prodotti del mio portafoglio prodotti in uno dei 4 quadranti
o A seconda delle caratteristiche di ogni prodotto
- Poi si fa l’analisi dell’equilibrio finanziario complessivo
o Obbiettivo —> avere almeno un prodotto in ogni quadrante
Star —> riescono a stare in piedi da soli
Question mark —> non potrei averli senza i cash cow che fanno cassa
Dog —> si dovrebbe uscire dal mercato
- Ogni prodotto rappresenta una prospettiva dell’azienda (passato, presente, futuro)
o Question mark —> idea nuova che si può sviluppare oppure no e diventerà star
Posso anche decidere di far uscire il prodotto dal mercato facendolo diventare dog
o Star —> prodotto di punte dell’impresa —> l’impresa si fa riconoscere dagli stakeholder
o Cash cow —> importante e non impiega risorse di ricerca e investimenti
o Dog —> rappresenta il passato dell’impresa
Il prodotto era cash cow o star —> per il quale decido di disinvestire
L’impresa ha il coraggio di cambiare e non è statica —> si evolve assieme
all’ambiente che continua a cambiare
- Permette di capire quali sono le migliori strategie di crescita per la mia impresa
L’INTEGRAZIONE:
- Strategia di integrazione
o Scopo —> crescita dell’impresa integrando —> aggiungere un’altra attività all’impresa
- Può essere verticale o orizzontale
Integrazione di tipo verticale
- Crescita dell’impresa lungo la filiera produttiva —> decido di eliminare un terzo/intermediario
o Integro alle attività che sto già facendo, un processo che prima faceva un terzo
- L’integrazione verticale può essere a monte o a valle
o A monte —> integro delle attività che nella filiera produttiva vengono prima di quello che
già facevo (es. produrre materie prime e non comprarle dai fornitori)
o A valle —> integro delle attività che nella filiera produttiva vengono dopo i processi che già
facevo (es. vendita non più ai grossisti, ma apro un negozio per vendere ai clienti)
- Obiettivi:
o Aumento del valore aggiunto —> ciò che creo in più in termini di valore sul mercato
o Aumento della dimensione dell’impresa —> aumento potere di mercato (condizionamento)
o Maggiore controllo sulla filiera produttiva —> qualità, tempistiche, priorità di commesse
o Crescita delle barriere all’entrata —> ostacoli che rendono più difficile ai competitor di
entrare nel mio mercato —> più l’impresa è grande, più le barriere sono alte
- Scelta di integrazione a monte o a valle
o Dipende dal settore in cui opero
o A monte —> peculiarità della materia prima, per ragioni economiche (costi meno elevati
rispetto ai fornitori)
o A valle —> per avvicinarsi al cliente finale
Conoscere, capire e percepire i cambiamenti del mercato (clienti)
Si hanno le informazioni in modo tempestivo e corretto —> senza intermediari
Integrazione di tipo orizzontale
- Crescita dell’impresa nella fase produttiva già esistente
- Integrazione maggiore della stessa fase della filiera produttiva
- Obiettivi:
o Crescita della quota di mercato —> fetta di mercato che serve l’impresa
o Crescere sfruttare le economie di scala —> risparmi in termini di costo
- Vantaggi:
o Termini di attuazione meno lunghi —> cresco continuando a fare quello che già facevo
o Sfruttamento al meglio delle risorse disponibili —> economie di scala
o Riduce i rischi dell’espansione —> conosco già il mercato e il prodotto
- L’integrazione orizzontale posso ottenerla per via interna o per via esterna
o Interna —> acquisto nuova capacità produttiva
Acquisto di nuovi fabbricati, macchinari
o Esterna —> cerco all’esterno una capacità produttiva già esistente e la faccio diventare mia
Es. acquisto di un’impresa già esistente
- Differenze tra interna e esterna
o Interna —> sfrutto meglio le mie risorse intangibili (meno rischioso)
Aumento della produzione —> nuovi clienti o porto via clienti a competitor (rischio)
o Esterna —> rischio di conflitti interni tra il personale
Attuazione in tempi più brevi —> già attiva dopo la contrattazione
La produzione che viene immessa sul mercato è uguale ma la mia quota di mercato
aumenta perché prendo anche i clienti dell’impresa acquistata (meno rischio)
Oggi: 2 tendenze:
- Strategia di integrazione orizzontale
o Sfruttano risorse già acquisite per potersi specializzare in una fase della filiera produttiva
- Strategia di integrazione a valle —> settori con una grande influenza da parte dei consumatori finali
ECONOMIE DI SCALA:
- Meccanismo che dice che più le imprese crescono, più si
ridurrà il costo unitario della produzione
- Aiutano a capire il perché ha senso crescere dal punto di vista
dell’analisi economica dell’impresa
o All’aumentare della quantità prodotta, diminuisce il
costo medio unitario
o Crescita —> massimizzazione del profitto e riduzione
dei costi
Economie di scala interne:
- Sfruttano fattori interni all’impresa —> in termini tecnici e gestionali
Termini tecnici: (dicono che più grande è l’impresa, meglio sfrutta la capacità produttiva dei vari fattori)
- Imperfetta divisibilità dei fattori —> soglia minima di impiego da raggiungere
o Es. In una piccola impresa 1 macchinario anche se viene usato solo 5 ore al giorno (capacità
produttiva sfruttata al 50%) invece che 10 ore come in un’impresa più grande (100%)
o Il costo medio unitario dei fattori è molto più alto nell’impresa che sfrutta il macchinario al
50% rispetto a quella che lo sfrutta al 100%
Costi vengono spalmati sulla metà della capacità —> dovrei comprare solo metà
macchinario per avere lo stesso costo medio unitario
Non vengono sfruttati al meglio i fattori
- Sfruttamento del livello di impiego ottimale —> dei processi produttivi
o Processo produttivo in linea (macchinari diversi che fanno operazioni diverse —> catena)
I macchinari hanno capacità produttive diverse —> per sostenere la produzione
devo comprare un numero diverso di ogni macchinario
Per sfruttare al massimo la capacità produttiva di ogni macchinario
o Nelle imprese piccole —> posso avere un esubero di capacità produttiva se i macchinari
producono più di quello che il mercato mi chiede o una mancanza se i macchinari
producono meno della domanda
Non riesco a sfruttare l’impiego ottimale dei macchinari
- Relazione area-volume
o I costi crescono in relazione all’area e i ricavi crescono in base al volume
o Crescita dimensionale —> aumento di costi e ricavi
Ricavi crescono più dei costi —> non crescono proporzionalmente
- Autoassicurazione —> grandi imprese riescono meglio a far fronte a costi che devono sostenere per
assicurare, gestire e proteggere dai rischi l’attività —> ammortamento
o Impresa più piccola —> rischi più elevati
Crisi nel suo settore —> rischio più elevato —> costi maggiori per assicurazione
Un’impresa più grande non è in crisi tutta ma solo una parte
Si autoassicura investendo su fronti diversi —> diminuisce il rischio
Termini gestionali:
- Sfrutto in modo ripetitivo le competenze e conoscenze del personale
o Più personale —> si può specializzare (risparmio di tempo e diminuzione di possibili errori)
Economie di scala esterne:
- Le riesco ad ottenere grazie ai vantaggi che la crescita mi fa ottenere in termini di rapporti con gli
stakeholder esterni —> riduzione del costo medio unitario della produzione
- Es. Fidelizzazione—> grandi imprese possono fidelizzare i clienti
o Piccole imprese si devono appoggiare ad altre imprese (es. supermercati) e non possono
fidelizzare i clienti alla propria impresa
Grafico:
- La curva non procede all’infinito diminuendo
o Ma il CMU torna a salire
- DEM —> dimensione efficiente minima
o Quantità prodotta minima per poter
lavorare in un sistema il più efficiente
possibile
o Da quella quantità il CMU non può
diminuire ulteriormente
- DOM —> dimensione ottima massima
o Quantità massima prodotta per avere il risultato ottimale dal punto di vista dei costi della
produzione
o Quantità che sfrutta al meglio i costi medi unitari più bassi —> non si può fare meglio
- Tra la DEM e la DOM—> costi medi unitari restano stabili
- Dopo la DOM —> diseconomia di scala
o All’aumentare della produzione, aumenta il costo medio unitario
o Aumenta per diverse ragioni:
Con la quantità in più il sistema produttivo non è più fluido (più passaggi, tempi
morti, più tempo per l’attività organizzativa o per il magazzino)
- Punti DEM e DOM —> aiutano a stabilire la quantità ideale da produrre per essere il più efficienti
possibile dal punto di vista dei costi —> tra la DEM e la DOM —> costi medi unitari più bassi
o Oltre la DOM non ha più senso l’obbiettivo delle imprese cioè crescere
- Nuove opportunità —> oltre la DOM nascono nuove economie di scala
o Fare degli investimenti (es. nuovi fabbricati e dipendenti) —> nuova curva economia di
scala e quindi nuove DEM e DOM
- Integrazione con imprese complementari rispetto alla domanda —> tipico del settore turistico
o Prodotto turistico—> prodotto globale (formato da tante componenti diverse)
o La mia capacita di competizione dipende anche dalla capacità della mia impresa di
integrarsi con le altre imprese che vanno a formare il prodotto finale
o Settore turistico —> doveroso integrarsi con le altre imprese
In altri settori è più difficile questa integrazione
STRATEGIE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE:
- Sono strategie funzionali
Matrice:
- Mostra i differenti approcci che le imprese possono avere nei confronti
dell’internazionalizzazione
o Non esiste un modo univoco per internazionalizzare un impresa
o E non esiste neanche un solo Paese ideale verso il quale
internazionalizzarla
- Varietà molto ampia di alternative possibili
o Dipende dalle risorse interne dell’impresa e dall’ambiente
esterno (opportunità e minacce)
- 2 assi:
o Concentrazione —> quanto concentro l’attività in un Paese
o Dispersione —> presenza dell’attività in più Paesi
o Coordinamento delle attività —> esigenze e difficoltà per coordinare le attività
Solitamente quando si inizia una strategia di internazionalizzazione si sceglie un
coordinamento basso (più facile) e una concentrazione geografica (1 Paese)
Approccio che permette di mettere alla prova e testare le mie capacita
- 4 differenti approcci
o Da 1 a 4 —> passare da un processo di internazionalizzazione di base ad uno avanzato
1. Mantengo tutte le attività nel mio Paese per poi vendere in un Paese estero
2. Mantengo le attività nel mo Paese per poi esportare i prodotti in più Paesi
o Inizio a svolgere all’estero anche una determinata attività —> solo una
3. Svolgo in un Paese straniero più attività —> delocalizzazione della produzione
o Livello di coordinamento elevato —> svolgo ogni attività in un Paese diverso
4. Svolgo all’estero più attività e ciascuna attività la svolgo in più Paesi esteri
- Alla strategia 4 ci arrivano solitamente solo le imprese di grandi dimensioni
o Non solo per il fatturato ma anche per il livello di conoscenze e competenze
- Decisioni da prendere dopo aver scelto il processo di internazionalizzazione
o Accordi di natura tecnologica
Licenze, brevetti, know how, collaborazioni per lo sviluppo di una nuova tecnologia
Utili per l’integrazione integrale e per la riduzione dei rischi della ricerca (difficile)
o Accordi di natura produttiva
Coproduzioni, subappalto
Sviluppo di opere complesse
o Accordi di marketing, distribuzione e assistenza
Cessione di marchi, franchising
DISTRIBUZIONE COMMERCIALE:
Diverse tipologie di canali di distribuzione
- Canale diretto —> impresa industriale che vende direttamente al consumatore finale
- Canale indiretto breve
o Prevede un intermediario
o Impresa industriale che vende all’impresa al dettaglio che poi vende al cliente finale
- Canale indiretto lungo
o Più intermediari
o Impresa industriale vende all’impresa all’ingrosso che poi vende al dettagliante che infine
vende al consumatore finale
- Intermediari —> sono imprese commerciali
o Si occupano del commercio di un bene e non della sua produzione
INTERMEDIARI:
- Intermediari all’ingrosso (grossisti)
o Non vende al consumatore finale
o Impresa business to business
o 2 tipologie di grossisti
G. Tradizionali —> piccole dimensioni, grossisti a consegna
G. Cash carry —> grandi dimensioni, operano attraverso dei punti vendita il cui
accesso è consentito solo alle imprese dettaglianti
Imprese dettaglianti entrano e il sistema è di tipo self service
- Intermediari al dettaglio (dettaglianti)
o Vende al consumatore finale —> clienti
o Tipologie:
Dettaglio indipendente —> negozio (solitamente familiare, in un paese)
Dettaglio associato o distribuzione organizzata (DO)
Unioni volontarie —> grossista coinvolge più dettaglianti indipendenti
Gruppi di acquisto —> gruppo di dettaglianti decidono di operare con la
stessa insegna per avere economie di scala e di scopo
Es. Despar
Grande distribuzione (GD)
Imprese con diverse succursali che gestiscono diversi punti vendita
Punti vendita —> di un unico soggetto proprietario
Es. Esselunga
Distribuzione cooperativa
Proprietà diffusa tra un grande numero di consumatori che sono anche soci
Soci —> versano delle quote e poi aprono l’attività anche ad altri non soci
Es. coop
o Esclusi i dettaglianti indipendenti
Gli altri sono GDO —> Grande Distribuzione Organizzata
Occupano una fetta di mercato molto importante
ANALISI ECONOMICA
BASI:
Utili = ricavi – costi
Risultato economico —> positivo (utile) o negativo (perdita)
- Utile = ricavi > costi
- Perdita = ricavi < costi
RICAVI:
- R = p x q (ricavi = prezzo x quantità)
- Sono quello che entra nell’impresa dal punto di vista economico
- La retta dei ricavi —> non cresce sempre nello stesso modo
o Superata una certa quantità di prodotti venduti inizia a calare
o Causa —> svendite, promozioni (cala il prezzo e la retta si abbassa)
COSTI:
- Ct = CF + Cv (costi totali = costi fissi + costi variabili)
- Costo fisso —> CF = CF
o Non variano al variare della quantità prodotta
o È formato dall’insieme di tutti i costi fissi
o La retta non è sempre uguale
Possono variare se investo e aumento la capacità produttiva
Aumento a salti (come una scala)
o Cambiano al variare della capacità produttiva e non della quantità prodotta
- Costo variabile —> Cv = Cvu x q (Cv unitari x quantità)
o Variano al variare della quantità prodotta
o Più produco e più aumentano i costi variabili
o Retta dei Cv —> non cresce in modo costante
Dipende dalle economie di scala
- Costi semifissi e costi semivariabili
o Sono costi che hanno una componente fissa e una variabile
o Il nome dipende da quale è la componente più importante
Es. energia —> allaccio e distribuzione dell’energia (CF)
Quantità di energia utilizzata (Cv)
Solitamente si scompongono i costi e si mette la componente fissa nei costi fissi e la
componente variabile nei costi variabili
Se la dimensione dell’impresa è piccola —> non ci sono le risorse per fare questa
particolare distinzione
I costi semifissi —> vanno nei costi fissi
I costi semivariabili —> vanno nei costi variabili
BREAK EVEN POINT:
- Punto di equilibrio economico dell’impresa
- Serve per capire qual è la q minima che devo produrre per non
essere in perdita
- Q e = quantità di equilibrio —> no perdita o utile
- Se produco di più del punto BEP —> ottengo un utile
- Se produco meno del punto BEP —> sono in perdita
- R —> devono superare i costi altrimenti sono in perdita
Punto di equilibrio —> BEP = CF / (p - Cvu)
- Passaggi:
o BEP —> R = CT
o R=pxq CT = CF + Cv p x q = CF + Cv
o P x q = CF + (Cvu x q) —> sposto la parentesi dei costi variabili dall’altra parte (cambio + -)
o (p x q) – (Cvu x q) = CF —> isolo le quantità per trovare il Qe
o Q x (p - Cvu) = CF —> porto la parentesi dall’altra parte dell’ uguale (divisione)
o Qe = CF / (p - Cvu)
LEVA OPERATIVA:
- Si basa sugli aspetti economici —> costi e ricavi
- Meccanismo che mi permette di capire il perché l’aumento dei CF porta con se un risultato migliore
per l’impresa —> crescita dell’impresa
Grafico (rette rosse)
- Aumento CF
- Cv hanno un coeff. Angolare minore
o Investimento mi porta ad un miglioramento e quindi
diminuiscono i costi variabili
o Da più stabilità
- Dove si incrociano i nuovi CT e i R:
o Nuova Qe —> è maggiore di quella di prima quindi
maggiore rigidità
o Vantaggio —> aumento della distanza tra la retta de R e quella dei CT
Aumenta l’area dei guadagni
Una volta che passo il BEP posso guadagnare più di prima
- Crescita dell’impresa
o Maggiore rigidità, ma maggiore guadagno
o Negativo —> maggiori anche le perdite rispetto a se non avessi fatto l’investimento
LEVA FINANZIARIA:
- Si basa/ fa forza sulle variabili di tipo finanziario
- Leva —> moltiplicatore di reddito
È conveniente indebitarsi per far fronte ad un investimento?
E fino a che punto a senso farlo
- Redditività > costo di provvista del denaro (tasso di interesse)
o Spread —> si fa la differenza tra la percentuale di redditività e di interessi
o Spread positivo —> se la redditività è maggiore
Quando restituisco il prestito con gli interessi ho comunque una percentuale di
guadagno
- Dipende dal valore del prestito —> aumentano i tassi di interesse se aumenta il capitale
o Per coprire il rischi di insolvenza
o Aumentando il tasso di interesse
Lo spread può ancora essere positivo ma comunque minore
- Se lo spread è negativo —> non vale la pena fare quel determinato investimento
o Bisogna trovare altri modi per crescere
SCELTE AZIENDALI:
- Breve periodo —> variabili che posso modificare nel breve periodo e impatto della mia scelta
o Posso vedere il risultato anche il giorno domo
- Lungo periodo —> strumenti che permettono di fare delle scelte aziendali non di tipo operativo, ma
di tipo strategico
Confronto operativo
- Variabili che modificano non solo i ricavi, ma anche i costi
- 2 tipologie:
o Make or buy —> decidere se produrre internamente oppure acquistare dall’esterno
o Fare o non fare —> ha senso continuare o sospendere del tutto una certa attività
Es. adv vende biglietti del treno
Ha senso continuare a venderli?
- Analisi di costi e ricavi —> scelgo l’alternativa migliore
o Tra fare o comprare
o Tra fare e vendere o non fare e non vendere
- Segue una logica differenziale sui costi e sui ricavi
o Analisi dei costi e dei ricavi partendo dalla situazione attuale a un’ipotesi
o Analisi di costi e ricavi non differenziali
Elenco dei costi e ricavi attuali che non variano dal fatto che io cambi “strada”
Non cambiano e quindi non li calcolo nell’analisi economica
o Analisi dei costi e ricavi differenziali
Sospendo la vendita di un prodotto —> ho o non ho più dei ricavi e dei costi
Elenco di tutti i costi e i ricavi cessanti (produzione del prodotto) e sorgenti (es.
costi di smantellamento di un impianto)
- Come valutare l’alternativa dal punto di vista economico
o Confronto le variazioni che hanno un effetto positivo (miglioramento) o negativo
(peggioramento) sul reddito
o Effetto positivo —> costi cessanti e ricavi sorgenti
o Effetto negativo —> ricavi cessanti e costi sorgenti
o Risultato —> facendo la somma
Positivo —> alternativa da proporre
Negativo —> alternativa da scartare
- Come valutare l’alternativa da altri punti di vista
Vantaggi produzione interna
o Economicità —> sfruttamento delle economie di scala, aumento del valore aggiunto
(integrazione verticale o orizzontale)
o Qualità —> del prodotto o servizio che produco
Tengo sotto controllo tutto il processo produttivo e rimedio agli errori
o Tempestività, elasticità e flessibilità dei sistemi produttivi
Controllo maggiore della programmazione della produzione —> le priorità
Se mi rivolgo ad un terzo devo rispettare le sue di priorità
o Conoscenze e competenze —> continuano a crescere se produco internamente
Personale sempre più competente —> crescita del patrimonio immateriale
Learning by doing
Maggiore riservatezza e minore circolazione di informazioni fuori dall’azienda
o Potere —> impresa sempre più grande (svolge più processi)
Acquisisce un potere superiore rispetto a imprese che comprano e non producono
Aumento potere di condizionamento —> grazie alla crescita dimensionale
Vantaggi produzione esterna
o Economicità —> si evitano diseconomie di scala, sfruttamento economie esterne, struttura
di costi più elastica
o Qualità —> ritiro dal fornitore solo prodotti conformi alla qualità che ho stabilito
Non devo coprire gli eventuali errori perché blocco il prodotto in entrata
o Tempestività, elasticità e flessibilità dei sistemi produttivi
Maggiore capacità produttiva straordinaria che l’impresa non avrebbe
Maggiore adattabilità alle richieste quantitative del mercato
Maggiore varietà e variabilità del mix produttivo
o Conoscenze e competenze —> posso usare quelle di altre imprese
Arrivando ad un risultato migliore rispetto a quello che avrei fatto da solo
Accesso a conoscenze specialistiche
o Potere —> possibilità di ottenere dei risparmi utilizzando il potere contrattuale
Nei confronti del fornitore
Uso il mio potere come impresa per godere di una contrattazione favorevole
SCELTE AZIENDALI CHE RIGUARDANO GLI INVESTIMENTI INDUSTRIALI —> MEDIO-LUNGO PERIODO
Investimenti industriali —> 4 caratteristiche
1. Rilevante sborso di denaro
o Devo impiegare una certa somma di denaro —> varia in base all’impresa
2. Ritorno economico nel futuro
o Effetto economico dei miei investimenti/delle mie decisioni
Non lo vedo subito dopo come nel confronto operativo
Ritorno economico lo ho nel medio-lungo periodo
o Sfruttando l’investimento ho un ritorno nel tempo
3. Assunzione di un rischio
o Una spesa adesso a fronte di un ritorno economico in futuro
Sono sicura di spendere il denaro ma il ritorno lo presumo (è una stima)
4. Ritorno dell’investimento attraverso l’output dell’investimento stesso
- Investimenti industriali
o Ritorno economico —> non si ottiene con la vendita dell’investimento stesso
Lo ottengo dalla vendita dei prodotti creati con il mio investimento
Ricavi coprono i costi e quello che avanza copre il costo dell’investimento
Quindi il ritorno avviene attraverso l’output dell’investimento
Non dall’investimento stesso (come per i finanziari)
- Investimenti finanziari —> acquisto di azioni in borsa, buoni postali, titoli obbligazionari
o Ritorno —> attraverso la vendita dell’investimento stesso
L’investimento, col passare del tempo ha prodotto il ritorno economico
Grazie alla maggiorazione del suo valore
Anche se il bene è sempre lo stesso
Esempi di investimenti industriali:
- Impianti per la lavorazione di un prodotto
- Acquisto di auto aziendali per gli impiegati
- Corso di una lingua straniera per il personale —> per entrare in un nuovo mercato
- Terreno funzionale alla produzione —> terreno edificabile posso costruire nuovi impianti
Tutti gli esempi soddisfano le 4 caratteristiche
Terreno non edificabile ma so che diventerà edificabile —> lo acquisto per:
- In futuro costruire nuovi capannoni —> investimento industriale
- In futuro rivenderlo perché diventando edificabile il valore aumenta e posso venderlo a di più
o Investimento finanziario
INVESTIMENTI INDUSTRIALI:
- Classificazione degli investimenti industriali rispetto alla distribuzione temporale dei flussi di cassa
- Flussi di cassa —> distribuzione nel tempo di quando si verificheranno le entrate e le uscite
o Da oggi a un futuro
4 tipi di investimento rispetto alle diverse distribuzioni dei flussi di cassa nel tempo
- La linea rossa che divide le sigle indica che
o La distribuzione dei flussi di cassa indicati nella prima parte fa riferimento al tempo attuale
o Ciò che viene dopo, viene indicato oltre la linea rossa
o Confronto dei flussi di cassa tra prima e dopo
- Input = impiego del denaro
- Output = ritorno del denaro
1. C.I.P.O. —> continuous input point output
o C.I. —> per un periodo di tempo impiego del denaro continuamente per formare
l’investimento —> es. verso una somma ogni mese per degli anni
o P.O. —> investimento mi fa avere un ritorno puntuale nel tempo
Ho il ritorno dell’investimento in una data certa in futuro
o Es. Investimento finanziario —> continuo a versare e un giorno in futuro (conosco il giorno)
riceverò il mio ritorno maggiorato (si spera)
2. C.I.C.O. —> continuous input continuous output
o C.I. —> continuo ad investire delle somme di denaro per anni
o C.O. —> da un certo momento in poi, per un lungo periodo di tempo avrò un ritorno
o Es. Investimento pensionistico
3. P.I.P.O. —> point input point output
o P.I. —> in un momento preciso impiego del denaro
o P.O. —> e in un momento puntuale in futuro avrò il ritorno
o Es. Investimento finanziario —> acquisto di azioni in borsa
4. P.I.C.O. —> point input continuous output
o P.I. —> in un momento puntuale investo il denaro
o C.O. —> in futuro avrò continui ritorni grazie all’investimento
o Es. Investimenti industriali
Anche investimenti pagati a rate
Riporto a tempo 0 ciò che oggi prevedo che saranno i flussi futuri (tasso di
attualizzazione)
Se pago a rate calcolo comunque il tasso di attualizzazione
Posso decidere di:
Se mettere tutto l’investimento a tempo 0 (oggi)
Se distribuire l’investimento nel tempo e poi portarlo a tempo 0 con l’uso
dell’attualizzazione
o Tengo i flussi di cassa a tempo 0
Per distinguere i flussi certi da quelli incerti (stimati) —> flussi certi tempo 0
Per vedere quali sono le entrate e uscite certe
Pagamento a rate —> uscita certa decisa oggi
Metodi di valutazione:
Come faccio a valutare la convenienza economica degli investimenti
- Metodi aritmetici
o Non tengono conto del fattore tempo —> 1€ oggi = 1€ domani
Il valore di 1€ cambia nel tempo
o Quindi un investimento oggi di 100€ se domani
guadagno 101€ l’investimento ha senso
- Metodi finanziari
o Tengono conto del fattore tempo
o Per confrontare il costo di un investimento di oggi con ciò che avrò di ritorno nel futuro
Si deve tener conto della perdita di valore del denaro
o Devo calcolare quanto vale il mio ritorno di 101€ togliendo una percentuale (inflazione e
altri fattori)
o Togliendo la percentuale —> do lo stesso valore al “ritorno” che avrebbe al tempo 0 cioè il
momento in cui ho fatto l’investimento
- L’investimento non è conveniente anche se con il metodo aritmetico sarebbe stato conveniente
o Metodi finanziari corrispondono maggiormente alla realtà
MODELLI DI VALUTAZIONE:
Rispondono a 3 criteri differenti:
- Criterio di economicità —> qual è il risultato economico corrispondente all’investimento
o Modello EVA —> eccesso di valore attualizzato
Eccesso di ricchezza calcolato sul valore attualizzato
Vedere la convenienza dell’investimento
Confrontando la ricchezza che produce e i costi dell’investimento
o Ottengo una differenza positiva
Risultato in termini assoluti —> numero preciso di euro
Modello di base
o Modello IP —> indice di profittabilità (usato solo a volte)
EVA messa in rapporto all’impiego di denaro investito per ottenere quella ricchezza
in più
Valore % che indica la profittabilità dell’investimento
Usato spesso per confrontare 2 alternative
Migliore quella con l’IP maggiore
- Criterio di redditività —> se un investimento è redditizio
o Modello TIR —> tasso interno di redditività (%)
Esprime la % di redditività dell’investimento
Per confrontarlo con la redditività di altri investimenti
- Criterio di liquidità —> necessità di conoscere quanti anni ci vorranno per tornare ad avere un
equilibrio dal punto di vista della liquidità —> disponibilità di denaro
o Investimento —> uscita di denaro disponibile o preso in prestito
o Modello Payback Period —> per quanti anni l’impresa sarà in una situazione di saldo di
cassa a rischio
Da quando avrò coperto i costi e tutto quello che entra saranno guadagni
Risultato in termini temporali
Criteri —> sono tutti importanti uguali
- Scelta in base alle esigenze dell’impresa
Limiti dei criteri:
- Obiettivo —> capire qual è l’investimento più conveniente (quale restituisce maggiore ricchezza)
o Non sempre l’obiettivo dell’impresa è la maggiore ricchezza
Dipende dalle strategie dell’impresa
- Riguarda solo i valori quantitativi e non qualitativi
- Prendere una decisione guardando i numeri è molto facile
o Ma bisogna tener conto anche di altri fattori
o Inoltre i numeri sono tutte stime e quindi il risultato non è certo
- Possibile circolarità del ragionamento
o Investimenti studiati sono stati preselezionati in base alle disponibilità dell’impresa
o Convenienza economica valutata sulla base di ciò che l’investimento futuro mi darà e non
sulla base delle ricchezze che oggi fanno parte dell’impresa
o Alcuni impianti che ho scartato potrebbero essere più convenienti per l’impresa
Comunque ci si impiega poco tempo a calcolare i 4 modelli
Per esercizi —> come scegliere il modello? ESCLUSIONE
- Nel testo viene chiesto di conoscere la redditività dell’investimento per metterlo a confronto con
altri? —> se non viene richiesta si può escludere il modello TIR
- Nel testo viene detto che l’impresa soffre dal punto di vista della liquidità? Deve far fronte ad altre
uscite importanti? L’impresa ha dei problemi a gestire i flussi di cassa in entrata e in uscita?
o Se non ci sono questi problemi si può escludere il modello Payback Period