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14 marzo 2022 - 12:10 > Versione online

Come si diffonde la disinformazione sul


conflitto in Ucraina: il caso del network
Mag24
Attualità14 Marzo 2022Redazione
La disinformazione sul conflitto russo-ucraino continua a circolare su Internet e i social
network e, insieme ai colleghi fact-checker di altri Paesi, stiamo raccogliendo i principali
casi diffusi in Italia e nel mondo.
Ma, al di là delle notizie false, quali sono le tecniche utilizzate per veicolarle? Come si
stanno muovendo le realtà che diffondono disinformazione? Guardiamo da vicino un
network di cui abbiamo già scrittoin passato, quello di Mag24: ieri impegnato nella
diffusione di notizie false e complotti sulla pandemia di Covid-19, oggi vicino alla
propaganda russa e responsabile di veicolare almeno un contenuto di disinformazione
sul conflitto in corso.
Com’è la disinformazione russo-ucrainaIn un nostro recente articolo (e nella prima
puntata del nostro podcast) abbiamo passato in rassegna le principali tendenze che, ad
oggi, la redazione di Facta ha incontrato nella disinformazione sulla guerra in Ucraina.
Abbiamo parlato di “meta-disinformazione”, una serie di contenutidisinformativi per
accusare i media tradizionali di diffondere notizie false (di fare disinformazione, cioè); di
confusione tra realtà e finzione e, quindi, in tutti quei casi in cui film o videogame sono
staticonsiderati dei contenuti reali. Abbiamo raccontato come i temi diffusi dalla
propaganda del Cremlino siano oggi presenti in Italia, dando vita ad una disinformazione
ideologicamente orientata e diffusa per fini propagandistici. E, infine, abbiamo spiegato
come non manchino le immaginidi repertorio appartenenti ad altri contesti (a volte
vecchie di anni!), oggi erroneamente utilizzate per raccontare il conflitto.
Non solo. Grazie alla partnership con l’Università Carlo Bo di Urbino (qui e qui due
nostri articoli sul tema, qui lo studio curato dai ricercatori), abbiamo la possibilità di
osservare come si sta comportando in queste settimane uno specifico network di
disinformazione, già attivo durante la pandemia.
Si tratta della rete Mag24.
Come si presentano i contenuti di Mag24I contenuti pubblicati sui social network da
Mag24 sono facilmente riconoscibili, perché hanno sempre la stessa struttura. Sono
immagini accattivanti, spesso costruite come meme dai toni sensazionalistici nello stile “
clickbait”, con il link all’articolo riportato nel primo commento. Vediamo un esempio, sia
per la pandemia che per la guerra in Ucraina.

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Esempi di contenuti pubblicati su Facebook dal network Mag24


La tecnica utilizzata per la pubblicazione dei contenuti è la stessa sia per la pandemia
che per l’attuale conflitto e, in entrambi i casi, il link a cui i post rimandano appartengono
al sito mag24.es.
I post Facebook sono composti sempre allo stesso modo: c’è un’immagine che attira
l’attenzione dell’utente (o per il soggetto mostrato, o per il momento immortalato, o per le
sue dimensioni) accompagnata da un testo che, oltre a saltare all’occhio per font e colori
utilizzati, ha spesso toni polemici e coinvolgenti.
Segue, nel primo commento, un link che rimanda alla lettura dell’articolo completo. Non
è un dettaglio da poco: come spiegato dai ricercatori di Urbino, spesso i post Facebook
strutturati come i due che abbiamo visto sono pubblicati su pagine diverse, rimandando
però ad uno stesso articolo e riportano quindi lo stesso link. Questo è un indizio
dell’esistenza di un network di realtà legate al dominio Mag24 che su Facebook
agiscono allo stesso modo. Non solo: pubblicare il link all’interno di un commento è
anche una strategia per aggirare la possibile verifica di fact-checker e debunker, dal
momento che i link lì posizionati hanno più possibilità di sfuggire al processo di verifica
della piattaforma.
Dato che parliamo di disinformazione guardiamo da vicino due casi pubblicati da Mag24
e dalle pagine Facebook associate al dominio, così da avere idea del tipo di notizie
veicolate.
Il primo esempio è a tema Covid-19 e riguarda una presunta dichiarazione
erroneamente attribuita alla scienziata Ilaria Capua (ne parlavamo qui). A novembre
2021 Mag24 ha sostenuto che Capua, ospite a In Onda (La7), nel parlare della
campagna vaccinale avrebbe detto «Fate le cavie e non rompete le palle». In realtà
sono parole mai pronunciate da Capua e lontane da quanto espresso pubblicamente
dalla scienziata, sia durante la trasmissione che negli altri interventi pubblici precedenti.

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direttore de La Padania, quotidiano della Lega). Il passato di Soro non è solo politico:
stando a questiarticoli, nel 2013 è anche stato arrestato per spaccio di marijuana.
Clicca qui per leggere lo studio completo dei ricercatori di Urbino
Fatta chiarezza sul volto dietro il Mag24, passiamo ai contenuti. La homepage del sito
riporta notizie di vario tipo (politica, esteri, gossip, consigli su benessere, viaggi, sport) e
la pagina Facebook collegata al sito risulta non essere più disponibile. Come però
dimostrano gli screenshot riportati sopra, Mag24 riesce ad essere comunque presente
con i suoi link su Facebook. Come fa?
Ciò accade perché ci sono diverse pagine dal nome insospettabile (ad esempio “Grande
Cocomero Classic” o “Italia Sovrana e Fuori dall’Europa” o “Sergio Mattarella non è il
Notizie
mio false pubblicate
presidente”) che sono da in
Mag24
realtà direttamente collegate al sito di Mag24, come
emerge leggendo all’interno della
Ma le notizie false non finiscono qui. sezione
Proprio “Informazioni” delle diverse
negli ultimi giorni Mag24 ha pagine
dato Facebook
visibilità
(vedi immagini sotto). Questo particolare fa sospettare la gestione delle
ad un caso di disinformazione a tema Ucraina (noi ne abbiamo parlato qui). Si tratta pagine da parte
delle stesse persone e in questo modo il sito ha la possibilità di raggiungere
della vicenda che ha riguardato la donna incinta fotografata tra le rovine dell’ospedale gli utenti
Facebook daMariupol
pediatrico di più pagine diverse,bombardato
(Ucraina), gestite tra loroconcome un unico
un attacco network.
aereo russo il 9 marzo
2022.
Stando alla ricostruzione di Mag24, la donna sarebbe «effettivamente incinta, ma non
c’era modo di “sdraiarsi” in un ospedale di maternità da tempo occupato dai neonazisti di
Azov» e sarebbe «stata truccata e portata sotto le telecamere». In realtà, secondo tutte
le ricostruzioni più attendibili le cose non sono andate così: l’idea che la donna fosse lì in
quanto attrice è stata propagandata da diverse ambasciate russe, ma è una notizia
falsa. Anche in questo caso, la strategia utilizzata su Facebook per la pubblicazione
dell’articolo è stata la stessa.
nuto pubblicato su Facebook da Mag24
é non c’è nulla di nuovo Come anticipavamo, Mag24 è al centro di un network di disinformazione già
ciuto. Riassumiamo quanto sappiamo e la sua storia.
Sezione
4 è registrato con un dominio “informazioni”
spagnolo di due
(mag24.es) e delle pagine
all’interno delFacebook collegate
sito vengono al sitosoprattutto
pubblicate mag24.es notizie
amente orientate, comeIlemerge
pubblicoanche daglidal
raggiunto esempi chedi
network abbiamo
Mag24 visto. SecondoNewsGuard
è molto ampio. Come calcolato il sitodai
è stato tra i
ricercatori
rmatori più influenti deldi2021.
Urbino, tra il gennaio 2020 e il novembre 2021 le diverse pagine appartenenti al
network
nio, come hanno ricostruito hanno pubblicato
i ricercatori di Urbino ine imedia
colleghi5.447 post al
di Open, mese,registrato
è stato di cui il 95
daper cento immagini
Francesco (noto e
come Chicco) Soro. Soro ha partecipato nel 2009 alle elezioni comunali di Novi Ligure (Piemonte), candidatoda
meno del 3 per cento link. Nello stesso periodo di tempo, i post di Facebook condivisi
consigliere comunale per questa rete di
“Leghisti hanno
Novi”prodotto oltredi6.863.000
a sostegno interazioni.
Gigi Moncalvo (che perderà le elezioni ma diventerà
Oggi gli stessi utenti rischiano di essere vittime della disinformazione sulla guerra in
Ucraina. Ma come fare per difendersi? Ecco alcuni consigli.
10 consigli utili per proteggerciProteggersi dalla disinformazione non è semplice e
cadere in errore è umano. Recentemente abbiamo raccolto dieci consigli utili.
1. Prima di condividere, rifletti e domandati come mai un dato contenuto è arrivato a
te, quali informazioni contiene, quale ideologia supporta o che prodotto vuole
vendere.
2. Controlla la fonte e cerca la stessa notizia confermata da almeno altre due fonti
nazionali o internazionali di cui ti fidi.
3. Fai attenzione ai contenuti reali utilizzati per diffondere disinformazione, i
cosiddetti contenuti fuori contesto. Qui trovi molti esempi che possono aiutarti a stare
in guardia.
4. Anche la satira può essere uno strumento per fare disinformazione e ciò
accade quando i malintenzionati la utilizzano per far cadere in errore gli utenti e
aggirare i fact-checker.
5. Se è troppo bello o troppo brutto per essere vero, probabilmente non lo è.
6. Utilizza Google Fact-Check Explorer, è un sistema di ricerca molto semplice che
permette di scoprire tutti gli articoli di fact-checking pubblicati su un dato tema.

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Provalo cliccando qui.


• Allenati utilizzando i sistemi di ricerca inversa per immagini, ti permettono di
verificare se su Internet una data immagine o video è già stato pubblicato così da
scoprirne data e contesto originale.
• Attenzione alla “sindrome dell’apprendimento facile”: sfatare un’informazione non
è così semplice come sembra.
• Se hai un dubbio, contatta l’organizzazione di fact-checking che lavora nel tuo
Paese. Molto probabilmente sapranno come aiutarti!
• Sfrutta la tua mente e il tuo senso critico, ti costringeranno a riflettere e a porti le
domande più adatte quando si tratta di distinguere cosa è vero da cosa è falso.
In conclusioneLa disinformazione sul conflitto tra Russia e Ucraina continua a popolare
i social network e in breve tempo le realtà che fino a qualche settimana fa diffondevano
notizie false sulla pandemia hanno adattato la propria linea editoriale, cominciando a
parlare della guerra.
È il caso del network Mag24, già conosciuto per i contenuti di disinformazione a tema
Covid-19 pubblicati durante gli ultimi due anni e che oggi sfrutta diverse pagine
Facebook per la diffusione di articoli che richiamano la propaganda russa. La strategia
utilizzata è la stessa del passato: viene pubblicata un’immagine che per foto o testo
richiama l’attenzione dell’utente e il rimando all’articolo è lasciato nel primo commento
sotto la foto, così da sfuggire alla verifica dei social network. Il network Mag 24 in
passato ha pubblicato quasi 5.500 post Facebook al mese e superato le 6.863.00
interazioni, numeri molto alti e in grado di raggiungere milioni di utenti.
Come fare per difendersi? Conoscere come funzionano i network che fanno
disinformazione è tra le armi di difesa più valide che abbiamo per non cadere in errore,
insieme ad alcune strategie e strumenti che stimolano il senso critico.

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