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TECNOLOGIA E AMBIENTE, L’ECOLOGIA

Dalla rivoluzione industriale della seconda metà del settecento ai giorni odierni il processo
tecnologico non ha conosciuto ne soste ne rallentamenti, anzi ha avuto un effetto “volano” sullo
sviluppo economico ed industriale.
Il processo tecnologico è stato contraddistinto da un indubbio miglioramento delle condizioni di
vita scomparsa di forme di lavoro pesante, sviluppo della medicina, miglioramento delle condizioni
igienico sanitarie ecc), ma ha però causato gravi danni all’ambente.
Lo sviluppo tecnologico che produce vantaggi di tipo economico vengono immediatamente
accettati, mentre le differenti azioni volte a proteggere l’ambiente vengono considerate
antieconomiche (aumento dei costi da sostenere), per cui respinte, infine danni all’ambiente
vengono perpetrati dal modello attuale di sviluppo, universalmente riconosciuto, ovvero quello del
consumismo.
La civiltà dei consumi, può essere considerata, non a torto, la civiltà dei rifiuti, in quanto oggetti che
non si consumano, finiscono per divenire inevitabilmente rifiuti, ed essi andranno poi in qualche
modo smaltiti.
Occorre fare in modo che inquinamento e rifiuti, che sono intimamente legati, perche per produrre
un bene si sfruttano risorse che sono per lo più inquinanti, e successivamente quando il bene
prodotto ha cessato la sua utilità, diviene rifiuto e va smaltito, non vadano a distruggere le risorse
naturali, acqua, aria e suolo, che sono indispensabili per la vita sulla terra,

INQUINAMENTO DELL’ACQUA
L’acqua viene considerata una risorsa inesauribili, ma purtroppo e meglio comprendere subito che
così non è.
Viene considerata una risorsa rinnovabile, per cui non esauribile perche il suo ciclo naturale è
regolato da quello che viene chiamato ciclo dell’acqua,

Ciclo dell’acqua DOLCE


Però dobbiamo comprendere che la quantità di acqua presente sul pianeta è per il 97,5% acqua
salata, mentre solo il 2,5% è formata da acqua dolce (fiumi, laghi, fontanazzi, ecc), che guarda caso
è ciò che noi utilizziamo per scopi civili ed industriali.
Ma non finisce qui il 70% dell’acqua dolce è imprigionata nelle calotte polari, nei ghiacciai e
permafrost: la gran parte di quella ciò che resta va a finire nelle falde sotterrane profonde, acque
freatiche, da cui sgorgheranno sorgenti ecc.

In conclusione, solo una piccolissima parte dell’acqua dolce presente sulla Terra viene da noi
utilizzata, la quantità è molto molto bassa, inoltre l’acqua dolce non è neanche distribuita
omogeneamente sul nostro pianeta, vi sono zone dove essa è molto preziosa e dove la maggior parte
della popolazione non ha accesso a questa risorsa.
Per cui si comprende come tale risorsa non andrebbe sprecata e soprattutto inquinata in modo da
renderla così inutilizzabile.
La maggior parte dell’acqua dolce, meno del 66% viene utilizzato in agricoltura:
L’industria ne utilizza circa il 20%, il rimante un 14% viene utilizzato per scopi civili, ovvero per i
nostri bisogni.
L’acqua che noi utilizziamo quotidiamente è così ripartita:

Alimentare = bere e cucinare

La figura a fianco indica quanti litri


di acqua utilizziamo giornalmente,
escluso l’alimentare che viene
calcolata su base annua, procapite
per le azioni quotidiane più
semplici che svolgiamo a casa.

Tutto ciò ci dovrebbe far


riflettere sulla necessità di
risparmiare una risorsa preziosa
e non scontata come l’acqua.
LE SOSTANZE CHE INQUINANO L’ACQUA
Le sostanze maggiormente inquinanti sono i composti organici: 1) i batteri contenuti negli
scarichi fognari (acque nere), 2) gli scarichi domestici (acque bianche), 3) gli insetticidi, i
diserbanti e i fertilizzanti degli scarichi agricoli, 4) i metalli pesanti, 5) sostanze contenute
negli scarichi industriali.

a) GLI SCARICHI FOGNARI.


Sono la causa della diffusione di molte malattie infettive (il colera, il tifo l’epatite virale), quando
le capacità di autodepurazione delle acque vengono superate dalla quantità eccessiva di rifiuto
organici (deiezioni).
I sistemi di depurazione che si trovano a valle delle fognature, ove confluiscono gli scarichi fognari
costituiti da tutte le acque nere urbane, garantiscono che il livello microbiologico delle acque che
saranno poi rimesse nei fiumi, nei laghi o al mare siano compresi in range tale da non destare
percolo per la salute pubblica.
Per cui per evitare questo tipo di inquinamento è vitale che le città, e gli insediamenti umani di ogni
sorta siano dotati di condutture fognarie e al cui interno vi siano depuratori perfettamente
funzionanti ed efficenti.

LE MALATTIE A CIRCUITO OROFECALE

Le malattie a circuito oro fecale sono come si può facilmente intuire dal suo stesso nome, quelle
patologie dove la trasmissione di un patogeno avviene quando quest'ultimo passa dalle feci di un
soggetto malato all'apparato digerente di un individuo sano, generalmente attraverso cibo
contaminato.
Le modalità di trasmissione sono 2 trasmissione diretta e trasmissione indiretta.
La trasmissione diretta avviene per contatto diretto tra malato o portatore e soggetto sano.
Assume rilevanza epidemiologica solo in ambiente ospedaliero e nelle comunità, soprattutto
infantili.
La trasmissione indiretta è quella più rilevante e che utilizza diversi veicoli (non animati) e vettori
(animati) vedi figura:

mosche

Verdura, frutta e
Uomo OSPITE
Deizioni frutti di mare UMANO
malato o infette
portatore Acqua potabile

Latte
Come si vede dallo schema in questo modo il ciclo si perpetua, e come si comprende per spezzare la
catena è necessario agire sullo smaltimento delle deizioni infette.

Caratteristiche epidemiologiche:

La diffusione di queste malattie è connessa all’ambiente ed al comportamento personale:

• Approvvigionamento idrico
• Insediamenti urbani e tipo di attività produttive prevalenti
• Assenza o inadeguatezza della rete fognaria
• Cattiva progettazione e gestione degli acquedotti
• Discariche

IL COLERA

L'agente eziologico è un enterotossina prodotta dal Vibrio Cholerae, un microrganismo a forma di


virgola, mobile per un lungo flagello, asporigeno, aerobio obligato non alofilotollerante. Il Vibrio
Cholerae sviluppa a pH 7 ma cresce ancora meglio a pH 8-8,5, per cui predilige gli ambienti
alcalini, il ceppo di colera presente nel nostro continente e il ceppo Elthor ed esse per fortuna da una
sitomatologia più blanda del suo cugino asiatico.

Intossicazione da Vibrio Cholerae: gli alimenti che possono essere veicolo di intossicazione sono
acqua le verdure crude, il latte, il pesce e soprattutto i frutti di mare.

Eziologia: questa malattia è tipicamente a circuito oro-fecale, per cui siccome il vibrione si
trasmette solo per contatto diretto, la via di infezione più comune è l’acqua dolce o salata
contaminata da liquami umani, tale acqua tornando in ciclo, infetta gli alimenti che cosi giungono a
noi. ll vibrione raggiunto in questo modo l'intestino tenue, inizia a replicarsi, esso si moltiplica negli
alimenti in via di digestione e qui produce l'enterotossina, che a livello della mucosa intestinale
altera gli enzimi di deputati all' equilibrio idrico-salino, la cellula cosi perde acqua, che nei casi più
gravi corrisponde a molti litri, ed il malato muore per disidratazione.

Sintomatologia: forti ed improvvisi attacchi di diarrea (ad acqua di riso), disidratazione e collasso.
Purtroppo il colera è molto contagioso, se non curato in tempo con gli opportuni farmaci si ha la
morte nel 50-70% dei casi.

Profilassi:

1) La prevenzione si fa con la potabilizzazione delle acqua e lo smaltimento igienicamente corretto


dei liquami e dei rifiuti in genere

2) Consumare acqua in bottiglia e per altri usi bollirla. Le verdure devono essere consumate cotte,
nel caso che le verdure debbano essere utilizzate crude controllare che esse non provengano da zone
a rischio igienico-sanitario e lavarle sempre accuratamente. Non utilizzare mai latte di stalla (in
quanto il recipiente per la raccolta potrebbe essere stato lavato con acqua infetta) ma solo latte
pastorizzato.
3) Profilassi immunitaria: vi sono 3 tipi di vaccino. Il vaccino con microrganismi uccisi, il vaccino
con microrganismi uccisi e tossina disattivata e il vaccino con microrganismi viventi attenuati nella
loro virulenza.

LE SALMONELLOSI TIFO E PARATIFO:

L'agente eziologico è il genere Salmonella esse è un batterio Gram negativo, di mobile per ciglia e
flagelli, asporigeno aerobio-anaerobio facoltativo. Questi microrganismi vengono distrutti alle
nomali temperature di pastorizzazione (60°C per 15-20 min) ma resistono alla refrigerazione (T di
circa 4°C).
Tra le salmonella noi distinguiamo due grandi gruppi.
Salmonelle maggiori: Salmonella Typhi e Paratyphi, responsabili della febbre tifoide e paratifoide,
che sono trasmesse da malati o portatori sani.
Salmonelle minori: Salmonella Enteritidis, Salmonella Typhmurium, ecc, responsabili di
tossinfezioni meno gravi ma che possono essere veicolate dagli alimenti.

A) Intossicazione da Salmonelle minori: gli alimenti che possono essere veicolo di salmonellosi
sono: la carne (il bovino ed altri animali sono portatori sani), uova, latte, maionese, formaggi,
pepe,torrone ecc.

Eziologia: la salmonellosi è molto frequente nel periodo estivo, quando le temperature sono ottimali
per lo sviluppo dei batteri sul substrato alimentare.
La presenza delle salmonelle può essere dovuta all'animale malato o portatore, oppure da una
contaminazione crociata durante le fasi di lavorazione.

Periodo di incubazione: 12-48 ore.

Sintomatologia: dolori addominali, diarrea non sanguinolenta. La tossinfezione si risolve


spontaneamente nel giro di 3-6 giorni.

Classi a rischio: bambini ed anziani.

Profilassi:
1) Applicare rigorosissime norme di igiene che impediscano la contaminazione a livello della filiera
di produzione delle cani e delle uova: se è necessario individuare e curare i portatori

2) Il personale addetto alla lavorazione e trasformazione degli alimenti, deve osservare una
scrupolosa pulizia personale, controlli medici (libretto sanitario) e evitare le contaminazioni cibi
cotti.

B) Intossicazione da Salmonelle maggiori: gli alimenti che possono essere veicolo di febbre
tifoide o paratifoide sono latte e derivati, acqua potabile, frutti di mare, frutta e verdura inquinate.

Eziologia: questa malattia è molto più frequente nel periodo estivo, quando le temperature sono
ottimali per lo sviluppo dei batteri sul substrato alimentare.

La presenza delle Salmonelle Typhi e Paratyphi è dovuta principalmente alla presenza di feci ed
urine di persone infette che vanno a contaminare gli alimenti (presenza di scarichi fognari cittadini
in mare o vicino a falde acquifere utilizzate per l'irrigazione o l'abbeveraggio degli animali, per
contaminazione crociata, oppure per la presenza di persone portatori sani nei luoghi di lavorazione
delle derrate alimentari).

Periodo di incubazione: 1-3 settimane.

Sintomatologia: il batterio entra per via orale arriva nell'intestino, si localizza nelle strutture
linfatiche ed inizia a moltiplicarsi, successivamente entra nella corrente sanguigna e si localizza nel
fegato dove si rimoltiplica e da qui ritorna all'intestino, cosi vi èl'eliminazione fecale del batterio
Tale microrganismo, con un'invasione secondaria delle vie intestinali può lesionare le strutture
linfatiche e dare un emorragia interna. La febbre tifoide e paratifoide è caratterizzata da nausea,
vomito, febbre molto alta e persistente, diarrea sanguinolenta.

Classi a rischio: bambini, giovani e donne affette da calcolosi renale.

1) Accurata igiene personale degli operatori del settore.

2) Vaccinazione anti-tifica obbligatoria per gli operatori del settore, ripetuta ogni 2 anni.

3) Cottura adeguata degli alimenti, ricordate che il batterio è termolabile.


I VIRUS

Il virus è costituito da una struttura molto elementare: un filamento (DNA e/o RNA) non racchiuso
da un nucleo e una struttura esterna che lo formata da tante sub unità dette capsomeri.
La caratterista fondamentale dei virus è che la loro replicazione avviene solo all'interno di altri
microrganismi viventi.
Per maggior chiarezza i virus possono vivere soltanto come parassiti all'interno di una cellula viva,
di un animale, di un vegetale, o, persino, di un batterio, in cui si moltiplicano con grande rapidità.
Una volta che hanno infettato la cellula la "obbligano" a replicare il loro DNA dando origine cosi a
tantissimi altri individui pronti per propagare l'infezione nelle cellule rompendo la membrana
cellulare della cellula ospite.

Tra le infezioni virali che possono propagarsi per non rispetto delle più semplici e fondamentali
norme di igiene in cucina ricordiamo 1'Epatite A.

EPATITE A: questa infezione è causata dal virus epatico A.

Sintomatologia: tale infezione è caratterizzata da gastroenterite con lesioni epatiche, il sintomo


rilevatore è la sclera del bulbo oculare che diviene gialla.

Eziologia: la causa è da ricercarsi nelle feci, nelle urine e nel sangue dell'uomo infetto portatore.

Questa malattia è diffusa in tutto il mondo e può dare casi sporadici di epidemia, essendo una
malattia a trasmissione oro-fecale, viene favorita da condizioni di sovrappopolamento e scarse
condizioni igieniche.

Dal punto di vista professionale dobbiamo ben guardarci dall'utilizzare frutti di che essi sono come
dei sofisticatissimi filtri) coltivati in zone costiere dove vi sono fognature, cloache ecc.
Anche gli ortaggi e il latte non pastorizzato possono essere veicoli dell'epatite quando essi sono
contaminati da feci e liquami che possono percolare nell'acqua non potabile usata per irrigare ed
abbeverare.

Profilassi: prevenire tutte le forme di inquinamento marino e delle acque potabili livello di
inquinanti fecali in tali acque), cuocere bene ed accuratamente i cibi sospetti.

Periodo di incubazione: 15-50 giorni.


b) I DETERGENTI SINTETICI.
Essi a differenza del sapone, non formano composti idrosolubili con il Ca e il Mg normalmente
contenuti dell’acqua, per cui non danno origine al calcare che tende a rovinare elettrodomestici e
tubature, tali detergenti distaccano in modo duraturo il sudiciume e hanno costi contenuti.
I detergenti sintetici finiscono nelle acque bianche, ovvero dove confluiscono gli scarichi dei lavabi
delle cucine e dei bagni, delle docce e delle lavatrici.
Tali acque prima di essere immesse in circolo devo essere depurate perche i detergenti sintetici
contengono il P (fosforo) che un elemento che crea l’eutrofizzazione delle acque.
Per legge i suddetti detergenti devono essere biodegradabili in misura del 90% e devono contenere
una percentuale massima di fosforo dl 2,5%.
I ritrovati più moderni sono fotolabili, ovvero basta l’esposizione prolungata alla luce per degradare
il detergente nell’ambiente, ciò non toglie che il contenuto in P deve essere comunque a norma di
legge (max 2,5%).

c) INQUINAMENTO AGRICOLO.
L’inquinamento agricolo è dovuto essenzialmente all’uso di concimi chimici che contengono N e P
(danno luogo al fenomeno dell’eutrofizzazione delle acque) e dei diserbanti e pesticidi che sono veri
e proprio veleni) che vengono dilavati dalla pioggia e convogliati nei corsi d’acqua creando
problemi.
Se pesticidi e diserbanti essendo dei veleni, vanno a finire nelle falde acquifere, rendono l’acqua
non più potabile.
Mentre come ricordato l’azoto (N) e il fosforo (P) contenuto nei concimi chimici danno luogo, una
volta giunti al mare, al fenomeno dell’eutrofizzazione.

EUTROFIZZAZIONE = il termine indica l'eccessivo accrescimento degli organismi vegetali, che


si ha per effetto della presenza nell'ecosistema acquatico di dosi troppo elevate di sostanze nutritive
come azoto, fosforo provenienti da fonti come i fertilizzanti, alcuni tipi di detersivi, le acque reflue
di origine domestica o industriale non depurate, e il conseguente degrado dell'ambiente divenuto
asfittico (cioè senza ossigeno).

L'accumulo di elementi come l'azoto e il fosforo causa


la proliferazione di alghe rosse che, a loro volta,
determinano una maggiore attività batterica; aumenta
così il consumo globale di ossigeno, e la mancanza di
quest'ultimo provoca alla lunga la morte di tutti gli
organismi viventi come pesci, molluschi ed alghe
verdi.
L’odore tipico di putrefazione che si percepisce nelle
acque soggette da eutrofizzazione è determinato dalla
degradazione degli organismi morti.
Ricordate alghe verdi producono ossigeno ed
arricchiscono l’acqua di questo elemento, le alghe
rosse consumano l’ossigeno dall’acqua e non lo
rendono disponibile per le altre forme viventi.
d)
d) INQUINAMENTO INDUSTRIALE

Gli inquinanti industriali più pericolosi sono i metalli pesanti, che si depositano nelle acque di
lavorazione utilizzate durante la metallurgia stessa.
I metalli pesanti comprendono sostanza tossiche come piombo, cromo, rame, zinco mercurio ecc.
Il cromo è particolarmente pericoloso, infatti bastano 50 µg (µg = millesima parte di grammo) per
litro perché l’acqua non sia più potabile.
Sono tossici anche altre sostanze chimiche prodotte dalle industrie come il cianuro, il cloro, i
composti dello zolfo e dell’ammoniaca, oli e solventi.
Bisogna porre attenzione anche sugli oli minerali, che sono usati per lubrificare le parti in
movimento degli impianti, essi sono particolarmente inquinati e devono essere smaltiti da apposite
ditte qualificate: ad esempio se 1 kg di olio arriva in una falda acquifera può rendere inutilizzabile
1000 m³ di acqua di buona qualità.

e) INQUINAMENTO TERMICO

Questo tipo di inquinamento è il più subdolo, infatti mentre per tutti i tipi di inquinati che sono stati
descritti, possono essere rilevati facendo le analisi delle acque, per quanto riguarda quello termico
non vi sono metodi di indagine, se non controllare attraverso delle sonde che monitorano
costantemente la temperatura dell’acqua 8sistemi molto costosi).
L’inquinamento termico è determinato dal riversamento nei letti fluviali delle acque calde usate per
il raffreddamento degli impianti utilizzati nei vari processi industriali e nelle centrali termoelettriche
e nucleari.
L’innalzamento della temperatura dell’acqua riduce l’ossigeno disciolto e causa la morte degli
esseri viventi che popolano questi ecosistemi, cioè esiste una relazione inversamente proporzionale
tra T e O2.

T = 1/α O2

COME COMBATTERE L’INQUIMANENTO DELLE ACQUE

Innanzitutto l’inquinamento delle acque va prevenuto come?

 alimentare i laghi con acque pulite al fine di contrastare il fenomeno dell’eutrofizzazione


 proteggere le zone che alimentano le falde acquifere che devono essere dei parchi naturali,
in modo che non possano esserci industrie allevamenti o scarichi dei depuratori.

I rimedi più efficaci per combattere l’inquinamento delle acque consistono nell’istallazione di
efficaci impianti di depurazione sia da parte dei comuni per ciò che riguardano gli scarichi
fognari delle città, sia da parte tutte le industrie che si devono dotare di depuratori (obbligatori per
legge), subito a valle dei propri processi di lavorazione, prima dell’immissione nelle fognature o nei
corsi d’acqua.

TRATTAMENTO ELLE ACQUE INDUSTRIALI 8FUNZIONAMENTO DEI DEPURATORI)

I depuratori industriali funzionano tramite sistemi a filtro:


Sistemi fisico – meccanici: sono filtri che agisco per gravità, come i setacci da farina o per forza
centrifuga come ad esempio la centrifuga che si usa per asciugare l’insalata.
Sistemi biologici: sono filtri che utilizzano la tecnica della degradazione biologica, facendo
decomporre la sostanza organica da speciali microrganismi che se ne nutrono, come sottoprodotto
di ottengono dei fanghi.
Questa tecnologia va bene se si hanno acque inquinate da sostanze biodegradabili.
Sistemi ad enzimi o catalizzatori: sono filtri che utilizzano sostanze chimiche o proteiche che si
combinano con le sostanze non biodegradabili contenute nelle acque da depurare, dando origine a
composti pesanti che tendono a decantare e a precipitare, poi successivamente tali aglomerati
possono venire separati dal corpo delle acque.

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