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cenni storici

Le oscillazioni di un pendolo, purché non troppo ampie, sono un fenomeno periodico molto regolare.
Galileo Galilei intuì la caratteristica essenziale dei moti pendolari nel 1583, probabilmente osservando
l'oscillazione di un lampadario nel duomo di Pisa: la durata di quelle lente oscillazioni, che misurò con
il battito del polso, rimaneva immutata, nonostante la loro ampiezza diminuisse sempre di più. Gli
esperimenti al riguardo, ripresi da lui in modo sistematico nel 1602, lo condussero a formulare il
principio dell'isocronismo delle piccole oscillazioni del pendolo: se il pendolo viene spostato (al
massimo) di qualche grado dalla verticale, l'oscillazione è indipendente dall'ampiezza.

Christian Huygens (1629-1695), costruì nel 1656 il primo orologio a pendolo. Egli si rese conto che,
per rendere l'oscillazione ancor più regolare, è opportuno far descrivere alla massa oscillante, non un
arco di circonferenza, ma un arco di cicloide (è la curva che viene descritta, ad esempio, ai giorni
nostri, dalla valvola della ruota di una bicicletta in movimento). Il pendolo tende a conservare
immutato il proprio piano di oscillazione, rispetto a un sistema di riferimento inerziale. Poiché la Terra
ruota, il piano di oscillazione del pendolo ruota rispetto al suolo terrestre, di un angolo che dipende,
per ogni unità di tempo, dalla latitudine del luogo in cui si compie l'esperimento. Nel 1851, durante un
famoso esperimento compiuto a Parigi con una grossa sfera di metallo, sostenuta da un filo lungo
sessantaquattro metri, e con una sospensione sferica particolarmente curata, per non introdurre forze
di trascinamento, Léon Foucault (1819-1868) riuscì a dimostrare la rotazione della Terra rispetto alle
stelle fisse. L'esperienza di Foucault è stata compiuta numerose volte, e ha oggi un carattere
prevalentemente didattico.

il pendolo semplice

Si definisce pendolo semplice (o pendolo matematico), un sottile filo inestensibile e di massa


trascurabile, vincolato all’estremità superiore ad un supporto fisso e recante a quella inferiore
una massa puntiforme. Se il corpo che realizza la "massa puntiforme" ha dimensioni estese, il
baricentro del sistema coincide col baricentro del corpo. Spostando il corpo dalla posizione di
equilibrio e poi abbandonandolo, il suo baricentro oscillerà lungo una traiettoria che è un arco di
circonferenza di raggio l, detta lunghezza del pendolo. Se l’angolo descritto dal filo nello
spostamento iniziale è molto piccolo, non superiore ai 3 gradi, le oscillazioni sono armoniche. Il
loro periodo T dipende soltanto dalla lunghezza l, e dalla accelerazione di gravità g, secondo la
relazione: (scritta sulla slide)

Il moto del pendolo

Nella figura a fianco, è schematizzato il moto di una pallina di massa m, sospesa a un filo
inestensibile di massa trascurabile. Quando la pallina viene spostata dal suo punto d'equilibrio in A e
spostata in B, se lasciata libera, senza che le venga impressa una velocità iniziale, oscilla lungo l'arco
BB' secondo un moto armonico (si suppone che l'angolo costituito dal filo con la verticale, quando la
pallina è in uno dei due punti B, sia sufficientemente piccolo, e si trascurano le forze d'attrito). Le forze
agenti sulla pallina sono la forza peso P=mg e la tensione del filo T. Per la seconda legge della
dinamica, risulta: P+T=ma. Uguagliando le componenti dei vettori di ambo i membri dell'ultima
equazione scritta, secondo la tangente alla traiettoria, si ha: F=ma', dove F è la componente lungo
la tangente della forza peso, e a' l'accelerazione tangenziale. T non ha alcuna componente lungo
la tangente, poiché è perpendicolare al moto. La forza F fa muovere la pallina su un arco di
circonferenza s, ed è costantemente diretta verso A, sia che la pallina si trovi a destra che a sinistra di
questo punto.

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