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L'Oratorio

Georg Friedrich Händel è ricordato soprattutto per i suoi Oratori. Il termine Oratorio, che
deriva dal latino, signi ca luogo di preghiere (orazioni); verso la ne del Cinquecento
indica sia il locale annesso alla chiesa, sia l'insieme delle preghiere e dei canti che in esso
fanno i fedeli.

Le riunioni iniziano e terminano sempre con canti spirituali chiamati Laudi; questi, nel
tempo, vengono sostituiti dall'Oratorio, cioè dalla lettura cantata delle storie tratte dalle
Sacre Scritture, il tutto sostenuto da un semplice accompagna

mento strumentale.

Una forma rivalutata


Nel Seicento, volendo ampliare il repertorio della musica sacra, si pensa di riprendere e
riadattare questo genere nato nel secolo precedente, ma quasi dimenticato. L'Oratorio
seicentesco, quindi, diventa un Melodramma che racconta storie religiose, con solisti,
coro e orchestra: i solisti cantano, i cori si uniscono a essi per sottolineare azioni e
sentimenti (secondo la teoria degli a etti), mentre l'orchestra interviene in modo discreto
nel discorso musicale.

A di erenza del Melodramma, però, l’Oratorio non ha grandiose messe in scena, così
come non ha costumi o scenogra e, e viene eseguito in Chiesa, non nei teatri. In esso si
introduce la gura dello storico, cioè di un narratore che spiega lo svolgimento
dell’azione.

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