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Lezione 17 – 17/11/2021

Abbiamo letto l’articolo di Vicki Baum dal titolo “Die Mütter von morgen – die Backfische
von heute”. Le autrici del nostro corso hanno collaborato a diverse riviste con una vasta
produzione di articoli. Questi articoli comparvero sulla Uhu (rivista più seria della Ullstein),
ma ancor più sulla rivista Die Dame. Oggi questa produzione pubblicistica è scarsamente
accessibile (non ci sono state ripubblicazioni), mentre romanzi e racconti di queste autrici
sono stati ripubblicati. L’articolo di Vicki Baum condensa in poche pagine la visione della
situazione della donna di quei tempi, che corrisponde peraltro alla visione che troviamo
espressa anche nei romanzi o nel saggio più esteso di Elsa Hermann. Vicki Baum ha usato
l’ironia per descrivere la sua generazione che si trova nel mezzo, mentre ha rivolto uno
sguardo compassionevole alla generazione delle madri che non potevano liberarsi dalle
costrizioni e dalle limitazioni a cui erano sottoposte. Conclude l’articolo con una
descrizione piena di ammirazione per i giovani (generazione del futuro). Promessa di una
vita libera dai vincoli che in passato circoscrivevano la liberà nella vita della donna. Eppure,
questo sguardo speranzoso al futuro sarebbe stato fermato di lì a pochi anni (con l’avvento
del nazismo al potere nel 1933). Nel dopoguerra ci saranno poi altre lotte dei movimenti
femministi per ritornare a una situazione di maggiore libertà paragonabile a quella degli
anni della Repubblica di Weimar. L’articolo di Vicki Baum si conclude con una sorta di
utopia.

Il numero di autrici che negli anni che stiamo prendendo in considerazione hanno
maggiore o minore successo letterario e che sono attive anche in pubblicistica è enorme.
Gina Kaus è stata un’autrice austriaca, nonché amica di Vicki Baum. La foto risale a circa il
1930: ritrae una donna matura, ma ancora relativamente giovane. È nata a Vienna nel
1893: nel 1918 (anno di fine dell’Impero austro-ungarico) era una ragazza venticinquenne.
Vicki Baum era di cinque anni più grande di lei. Gina Kaus è morta nel 1985 a Los Angeles,
stessa città di Vicki Baum. Le due autrici si sono conosciute a Berlino alla metà degli anni
’20. A Berlino c’era una vita culturale e pubblicistica particolarmente attiva, ma comunque
anche Vienna era un importante centro culturale. A un certo punto Vicki Baum si è
ritrovata a dover cambiare più abitazioni in pochi anni per via del lavoro del marito. Da
allora avrà dunque meno legami con Vienna, dove invece Gina Kaus mantiene radici più
forti. Il nome di nascita di Gina Kaus è in realtà Regina Wiener. Le situazioni familiari della
Baum e della Kaus sono piuttosto simili. Anche il padre di Gina Kaus era un modesto
commerciante (si diceva che facesse anche un po’ di usura). La Kaus ha ricevuto la
formazione di una buona ragazza borghese e ha frequentato una scuola secondaria solo
per ragazze.

Si è sposata ancora giovane (anche per uscire dal contesto familiare). Come abbiamo visto,
Vicki Baum aveva avuto il supporto della madre per frequentare il conservatorio e formarsi
come arpista. Gina Kaus sposa appena ventenne il musicista Josef Zirner, ma il matrimonio
ha un tragico epilogo. Il marito perde la vita durante il secondo anno della Prima guerra
mondiale e lei viene più volte accusata di esserne stata la causa. Era riuscita con vari
stratagemmi a raggiungere il marito al fronte, ma quando la sua presenza fu scoperta,
Zirner venne punito e trasferito in un fronte più pericoloso, dove poi ha perso la vita. Per
troppo amore, la donna ha provocato la morte dell’amato. Il matrimonio con Zirner ha
comunque significato per lei un primo avanzamento sociale, in quanto i suoceri
appartenevano alla borghesia benestante (avevano un negozio di gioielli). È una giovane
vedova quando le viene presentato un importante conoscente della famiglia, un certo
Joseph Kranz, prima direttore di banca, ma poi anche produttore di merci per l’esercito (in
quegli anni era una delle forme di guadagno più redditizie). Kranz era una figura centrale
nella vita mondana di Vienna. Queste vicende autobiografiche sono rilevanti perché sono
poi comparse in un importante romanzo che lei ha scritto. Joseph Kranz era molto più
grande di lei. Ha destato non troppo scandalo a Vienna la sua decisione di farsi adottare da
Kranz per essere la sua amante e anche per interessi economici (divenne la sua
mantenuta). Ciò per lei ha significato condurre una vita molto ipocrita. Era l’amante di un
uomo che non amava e che anzi tradiva in continuazione. Fu in quegli anni che iniziò a
scrivere.

Da un avvenimento veramente subito in casa propria è nata la commedia “Diebe im Haus”


(Ladri in casa), che ha riscosso un certo successo ed è stata messa in scena al teatro di
corte di Vienna, il Wiener Burgtheater. Kranz era molto impegnato, mentre Gina Kaus
aveva molto tempo libero, che trascorreva anche nei principali luoghi di incontro degli
intellettuali e scrittori del tempo. Il Cafè Herrenhof era uno di questi importanti cafè che lei
frequentava. Lì si ritrovava la cerchia di intellettuali che gravitava attorno a Franz Blei,
importante e spiritoso intellettuale, autore di “Das große Bestiarium der deutschen
Literatur”, una raccolta satirica in cui venivano ritratti i personaggi importanti di allora. Vi
figurano poeti e poetesse descritti come animali con le loro caratteristiche. Si tratta di una
sorta di elenco descrittivo. Franz Blei era però sempre alla ricerca di finanziatori: fu così che
Gina Kaus (che ebbe anche una storia d’amore con lui) gli procurò il sostegno di Joseph
Kranz. Al cafè Herrenhof Gina conobbe anche Otto Kaus (da cui deriva il suo cognome): con
lui si trattò di un vero e proprio innamoramento. A questo punto Kranz non poté più
tollerare il comportamento di Gina  fine della loro relazione. Kranz la riuscì a diseredare,
accusandola del furto di una scatolina preziosa. In realtà quest’oggetto gliel’aveva regalato
proprio lui, ma fu l’unica cosa che riuscì a far trovare all’avvocato.

Nel 1920 Gina Kaus si sposò per la seconda volta e dal matrimonio nacquero due figli
maschi. Da Otto Kaus non ebbe molto sostegno economico (poche entrate per il suo
lavoro), quindi lei divenne più attiva come scrittrice. Collaborò con la B.Z. (Berliner Zeitung)
am Mittag  si chiama così perché ogni testata presentava spesso più edizioni al giorno.
Era un giornale un po’ popolare (appartenente alla Boulevardpresse). Poi Gina Kaus ha
collaborato anche con il Vossische Zeitung, Die Dame e il Wiener Arbeiter-Zeitung (giornale
di sinistra). “Der Aufstieg” (L’ascesa) è la sua prima novella, che racconta l’ascesa di un
personaggio ipocrita e opportunista. Questa novella piacque particolarmente a Karl Kraus e
venne subito premiata con il Fontane-Preis. A Vienna strinse amicizia con Karl Kraus,
personaggio centrale nella vita culturale viennese e critico letterario. La sua rivista “Die
Fackel” (redatta solo da lui) poteva tanto premiare un autore elogiandolo positivamente,
quanto anche danneggiarlo criticandolo molto. Per Kraus, Gina Kaus era una scrittrice
promettente e venne da lui aiutata e supportata. Anche se era sposata, ebbe una relazione
extraconiugale con Otto Soyka, importante rappresentante della vita culturale viennese.
Ora però non era più una mantenuta. Tentativo di stare con un uomo più attraente,
nonostante il solido matrimonio con Otto Kraus. Gina disse, riferito ad Otto Soyka: “Ich
hatte einen Geliebten, den ich nicht liebte”. Una novità di questi anni era il fatto che non
c’erano soltanto relazioni di amore sentimentale, ma anche relazioni di amore puramente
sessuale. Il rapporto con il proprio corpo e con le sue necessità e bisogni è cambiato. Gina
Kaus continua ad avere contatti con autori importanti che gravitavano attorno a Franz Blei.
Tra questi c’era il praghese Franz Werfel, tra i più importanti autori dell’espressionismo
viennese. C’erano poi Milena Jesenská (importante amica di Franz Kafka), Hermann Broch
e Robert Musil (autore di Der Mann ohne Eigenschaften).

Questo celebre romanzo di Musil, insieme al dramma di Kraus “Die letzten Tage der
Menschheit”, mostra l’Impero austro-ungarico alla sua fine e presenta anche le ragioni
della caduta dell’Impero. Nel 1924 Gina e Otto Kaus si trasferirono a Berlino. Lì Gina si
impegnò in un’attività molto attuale: realizzò una Frauenberatungsstelle, un luogo di
incontro in cui le donne potevano chiedere consigli in merito a problemi della maternità o
all’educazione dei figli. Questa sua attività sfociò anche nella creazione della rivista “Die
Mutter” (in collaborazione con Ullstein), che per circa due anni affrontò i punti centrali
dell’argomento: essere madre in quegli anni. Rivista con un forte accento psicologico e
psicanalitico (Gina Kaus era infatti amica dell’importante psicanalista Alfred Adler). Nel
1926 divorziò da Otto Kraus, mentre nel 1928 (anche in questa data si può notare uno
stretto parallelismo con Vicki Baum) pubblicò il suo primo romanzo “Die Verliebten” (Gli
innamorati). Si tratta di un romanzo stilisticamente ambizioso. Con questa narrazione, la
Kaus partiva dall’idea che si dovesse raccontare una storia d’amore dalle prospettive dei
vari personaggi coinvolti. È un romanzo di non troppo facile lettura. L’autrice rimase
particolarmente delusa quando la Ullstein, basandosi perlopiù sul titolo, lo inserì tra i
romanzi di intrattenimento che vendeva per pochi soldi.

Di conseguenza, la sua relazione con Ullstein entrò in crisi. Scrisse allora un altro romanzo,
“Die Überfahrt”, come reazione al suo precedente romanzo ambizioso. Überfahrt =
traversata. Quest’ultimo romanzo conferma il fatto che lei sia stata influenzata da
“Menschen im Hotel”: è un romanzo con un unico luogo limitato in cui s’incontrano tanti
personaggi. Il romanzo, che è ambientato su una nave in viaggio dall’Europa agli Stati Uniti,
è stato tradotto in italiano col titolo “Transatlantico”. Anche in tedesco a un certo punto il
titolo è stato cambiato in “Luxusdampfer” (lett. piroscafo di lusso). Si incontrano circa 30
personaggi (microcosmo della società di allora). L’ambientazione in un transatlantico
consentiva di fare una distinzione tra le varie classi sociali (prima, seconda e terza classe).
Tutte le varie vicende venivano però tenute unite da un personaggio centrale arruolatosi
come medico di bordo e che di conseguenza ha accesso a tutte le classi (si deve
confrontare con tutti i malati), anche se soggiorna in prima classe. Per protesta Gina Kaus
non fece pubblicare questo romanzo a Ullstein, ma a un altro editore. Non può invece
pubblicare in Germania un altro romanzo che considera tra i suoi più importanti, “Die
Schwestern Kleh”. Gina Kaus rientra fra gli scrittori bruciati durante il Terzo Reich, sia per le
sue origini ebraiche sia perché veniva considerata una scrittrice di sinistra. “Die Schwestern
Kleh” venne quindi pubblicato ad Amsterdam dall’editore Allert de Lange, che pubblicava
opere in lingua tedesca. Abbiamo visto che invece Vicki Baum in esilio pubblicò le sue
opere con l’editore Querido, sempre ad Amsterdam. In “Die Schwestern Kleh” è presente
anche del materiale autobiografico. È la storia di due sorelle, Irene e Lotte, che
rappresentano due stili di vita molto differenti.

Sono le figlie di un gioielliere: come abbiamo visto, il padre del primo marito di Gina Kaus
aveva un importante negozio di gioielli a Vienna. Sono figlie di una famiglia borghese
benestante e vengono cresciute dalla governante (che è la narratrice della storia). La
vicenda viene raccontata dalla prospettiva della tata, che vuole bene allo stesso modo a
entrambe le sorelle. Nel racconto c’è il filtro interpretativo della donna, che ha una visione
conservatrice. Entrambe le sorelle amano lo stesso uomo, un architetto di nome Alexander
(un uomo moderno che vorrebbe una donna come lui per una relazione alla pari).
Alexander è fidanzato con Irene (che da lui aspetta un figlio), ma anche Lotte è innamorata
di lui. Irene è una ragazza più pacata che vorrebbe creare una famiglia, mentre Lotte è
un’artista con una vita instabile e rapporti diversi. Alexander ammira Lotte per il suo
carattere, ma sposa Irene, dato che è il futuro padre di suo figlio. La gravidanza però finisce
male e il bambino nasce morto  questo porta Irene sull’orlo della depressione totale.
Intanto, alla ricerca di una presunta stabilità, Lotte si fidanza con un barone, un uomo di
trent’anni più grande di lei, ma poi scioglie il fidanzamento (elemento autobiografico che
richiama la relazione di Gina Kaus con Joseph Kranz). Allora Lotte incontra Alexander e
dopo la loro relazione lei resta incinta.

Lotte però non vuole questo figlio perché non riuscirebbe a conciliare la maternità con il
suo lavoro di artista. Affida allora il bambino alla sorella, che da allora in poi lo considererà
sempre come “suo” figlio. L’arrivo di questo bambino porta anche alla salvezza del
matrimonio tra Irene e Alexander. Ma a un certo punto non si può più nascondere la
verità. Lotte si sente troppo attratta da questo bambino e alla fine la verità viene fuori. Ne
consegue una fine tragica: Irene cade in una profonda depressione, senza possibilità di
uscita, mentre Lotte si suicida schiantandosi con la propria macchina. Alla fine, il bambino
e Alexander si ritrovano soli, con l’aiuto della governante-narratrice, che si prende cura del
figlio di entrambe le sue figlie adottive per farlo crescere serenamente. Questo romanzo
avrebbe potuto avere grande successo negli anni della Repubblica di Weimar, ma è stato
pubblicato già in una situazione di esilio, in cui il mercato dei libri era fortemente ridotto.
Di conseguenza, Gina Kaus non ha fatto in tempo ad avere quel successo che invece Vicki
Baum ha ottenuto. Gina Kaus ha avuto comunque grande successo con la pubblicazione del
romanzo “Katharina die Große”, dedicato alla figura di Caterina la Grande. Scritto in
tedesco e pubblicato ad Amsterdam, ha avuto successo soprattutto dopo che è stato
pubblicato in inglese. Nel 1938 Gina Kaus deve abbandonare Vienna con la famiglia.
Scappa con il compagno, l’avvocato Eduard Frischauer, e i due figli. Vanno in un primo
momento a Parigi passando attraverso la Svizzera, poi nella Francia meridionale, dove
ottengono i biglietti per la traversata negli Stati Uniti. Dopo poco tempo dal loro arrivo in
America, si trasferiscono a Los Angeles, divenendo vicini di casa di Vicki Baum.

In un primo momento Gina Kaus rielabora i propri romanzi e drammi l’adattamento


cinematografico, poi inizia a scrivere lei stessa sceneggiature per i film di Hollywood con
grande bravura, tanto che questa diventerà la sua attività principale. Scriverà comunque
ancora dei romanzi che ricevono un discreto successo. Si inserisce come professionista nel
contesto di produzione cinematografica americana. Farà ritorno una sola volta a Vienna e
Berlino, ma continuerà a vivere a Los Angeles. Alla sua morte nel 1985 era stata perlopiù
dimenticata in Europa, mentre negli ultimi anni c’è stata una riscoperta delle sue opere, in
particolare dei romanzi. Al 2013 risale infatti una recente pubblicazione di “Die Schwestern
Kleh”.

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