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Le dermatosi si manifestano nel 30-79% dei diabetici. (Piérard, 2013; Duff, 2015)
Oltre l’80% dei diabetici ha la xerosi (pelle secca) localizzata agli arti inferiori. (Bristow, 2013)
Uno studio condotto su 750 diabetici ha evidenziato che le manifestazioni cutanee più frequenti erano:
Con il termine ife si indicano i filamenti unicellulari o pluricellulari, uninucleati o polinucleati di forma
cilindrica allungati, che disposti uno sull'altro formano il micelio, ovvero il corpo vegetativo dei funghi.
Nella maggior parte delle specie di fungo le cellule che costituiscono le ife sono separate da un setto forato
(ife settate) che permette il passaggio degli organuli cellulari in particolari condizioni. Le ife vengono
considerate come insieme di cellule ma una singola ifa non può essere considerata una cellula perché al suo
interno potrebbero non esserci il nucleo o organelli fondamentali.
Alcune specie, in particolare quelle appartenenti alle divisioni Chytridiomycota e Zygomycota presentano le
ife formate da un'unica cellula con più nuclei e sono dette ife cenocitiche.
Per spora si possono intendere due diversi prodotti dei viventi: nel regno dei vegetali e dei funghi si
tratta di cellule riproduttrici che germinando producono un nuovo individuo; [1][2] fra i batteri invece, si tratta
di una fase vitale che serve alla sopravvivenza estrema. [3] In tutti e due i casi comunque esse sono in grado
di disperdersi nell'ambiente per resistere a condizioni avverse e, successivamente, generare (o rigenerare)
un individuo vitale, in habitat più o meno adatti alle loro condizioni di vita (temperatura ottimale, presenza
di acqua e di sostanze nutrienti).
La medicazione di una ferita è una procedura semplice, ma da fare con cura, per la quale sono
necessari pochi materiali (sarebbe bene tenerli sempre in casa!): una fascia, acqua e sapone, ovatta o
garza sterile. Se la fasciatura viene fatta in modo corretto e accurato può essere conservata per 7-8
giorni, fino a che la ferita non sia rimarginata. Passato questo periodo la fasciatura può essere tolta
in modo da far prendere aria alla ferita.
Per ferite più importanti, che avessero bisogno della sutura, è consigliabile portare la persona ferita
dal medico o presso il pronto soccorso.
ESCARECTOMIA E FASCIOTOMIA
RIMOZIONE DEI TESSUTI NECROTICI IN CASO DI VASTA
COMPROMISSIONE MUSCOLARE
LA LESIONE E’ SEMPRE PIU’ PROSSIMALE DI QUANTO
APPAIA
RIVASCOLARIZZAZIONE IN CASO DI TROMBIZZAZIONE
ARTERIOSA
LE PICCOLE LESIONI GUARISCONO SPONTANEAMENTE
L'escarotomia è un'operazione chirurgica che consiste nell'incisione di un'escara circonferenziale, secondo
linee prestabilite, al fine di interrompere la costrizione sui tessuti sottostanti.
L'operazione viene eseguita quando un'ustione profonda ha interessato in modo circonferenziale una parte
del corpo, e l'escara che ne è derivata provoca una costrizione dei tessuti sottostanti e, in base alla
localizzazione, una pericolosa ipovascolarizzazione dei territori a valle o una ipoespansione del torace.
escarectomia Asportazione chirurgica di un’escara. Viene eseguita, ad es., nel trattamento delle ustioni
profonde, soprattutto quando residua tessuto necrotico, o delle lesioni da decubito.
Escarotomia
Procedura che comporta l’incisione di un’escara da ustione, per alleviare la pressione sottostante. È
utilizzata frequentemente nei casi di ustioni circolari a pieno spessore delle estremità o del torace.
L'escarotomia è un'operazione chirurgica che consiste nell'incisione di un'escara circonferenziale, secondo
linee prestabilite, al fine di interrompere la costrizione sui tessuti sottostanti.
L'operazione viene eseguita quando un'ustione profonda ha interessato in modo circonferenziale una parte
del corpo, e l'escara che ne è derivata provoca una costrizione dei tessuti sottostanti e, in base alla
localizzazione, una pericolosa ipovascolarizzazione dei territori a valle o una ipoespansione del torace.
Nevi epidermici
Lesioni complesse derivanti dalle cellule ectodermiche embrionali, che nella loro evoluzione danno origine
a molte diverse cellule (cheratinociti, cellule degli annessi...).
Spesso, soprattutto in caso di lesioni multiple, essi sono associati ad altri difetti di sviluppo,
soprattutto a carico dello scheletro, del SNC e degli occhi (sindrome del nevo epidermico).
Possono essere suddivisi a seconda della loro cellularità predominante:
- nevi cheratinocitici (es. nevo epidermico verrucoso, tra i più comuni)
- nevi follicolari
- nevi sebacei, (es. nevo sebaceo, tra i più comuni)
- nevi apocrini
- nevi eccrini
- nevo di Becker.
Con Psoriasis Area Severity Index (abbreviato spesso con l'acronimo PASI) ci si riferisce ad un indice
dermatologico introdotto alla fine degli anni settanta per monitorare l'efficacia dei trattamenti utilizzati per
la cura della psoriasi. La valutazione di alcuni parametri inerenti estensione desquamazione, eritema,
ispessimento e severità delle manifestazioni psorisiache fornisce un punteggio, variabile da 0 (assenza di
psoriasi) a 72 (valore massimo, psoriasi grave).
Tipologie di dermatite
La dermatite atopica
La dermatite seborroica
La dermatite da contatto
La dermatite erpetiforme
La dermatite da stress
La dermatite periorale
La dermatite da sudore
Prodotti correlati
In genere, un dermatofibroma non rappresenta una condizione clinica pericolosa per l'essere umano;
tuttavia la sua eventuale insorgenza richiede un adeguato e tempestivo consulto medico.
Nei libri di medicina, il dermatofibroma rientra fra i tipi di fibromatosi. Per la precisione, è una
fibromatosi superficiale, che colpisce soprattutto gli adulti.
Ittiosi
Le ittiosi (inglese e latino: ichthyosis) sono una ampia ed eterogenea famiglia di disordini della
cheratinizzazione che fanno apparire la pelle come fosse coperta da squame, screpolata ed inspessita. Il
termine deriva dal greco ἰχϑύς: "pesce" + ωσις: "stato", "condizione (in genere morbosa)", per la relativa
somiglianza con la pelle a squame dei pesci. Con l'eccezione delle ittiosi acquisite si tratta di genodermatosi,
ossia disordini della pelle dipendenti da fattori genetici.[1][2][3]
L'ittiosi acquisita è normalmente una manifestazione associata ad alcune malattie o ad alcuni trattamenti
medicali che compare in età adulta. Può manifestarsi associata ad alcuni tumori: linfoma di Hodgkin e non
Hodgkin, papulosi linfomatoide, sarcoma, mieloma multiplo, cancro al seno, fegato o polmoni o a malattie
che riducono l'assorbimento di lipidi e vitamine ( malattia di Crohn, celiachia ). Può essere associata a
malattie e disturbi del fegato, reni, tiroide, alla lebbra ed alla sarcoidosi. Raramente si associa a malattie
autoimmuni del connettivo (lupus eritematoso, dermatomiosite) ma sono stati riportati casi di malati di
AIDS con ittiosi acquisita. Alcune medicazioni possono esserne la causa, in particolare quelle basate su:
acido nicotinico, butirrofenone, triparanol.[5][6]
Epidemiologia
Con l'eccezione dell'ittiosi volgare (incidenza 1:250-1000) e della ittiosi X-linked (incidenza 1:2000-6000)[2]
si tratta di malattie rare la cui incidenza sulla popolazione generale è normalmente inferiore ad 1:100000.
[1]
La frequenza con cui le ittiosi appaiono non sembra legata a fattori quali la provenienza geografica, il sesso
(salvo le X-linked). Il clima freddo e asciutto tende a rendere la patologia più evidente mentre il contrario
accade in climi caldo-umidi.
Eziopatogenesi
Caratteristica comune delle varie forme di ittiosi è l'accentuato accumulo di cellule morte che si ammassano
le une sulle altre e desquamano a causa di un difetto di cheratizzazione caratteristico e differente per
ciascuna forma. Trattandosi di patologie di origine genetica, a ciascuna di esse corrisponde un diverso
difetto nel DNA.[7]
Clinica
Le manifestazioni cliniche possono essere presenti già alla nascita o manifestarsi entro i primi mesi di vita.
Si tratta comunque di patologie genetiche, pertanto non è ad oggi possibile curare le ittiosi in maniera
risolutiva, anche se esistono vari trattamenti, topici o sistemici, in grado di controllarne i sintomi. È possibile
anche il verificarsi di una sintomatologia di tipo ittiosiforme in soggetti geneticamente sani dovuta a agenti
esterni o ad altre patologie. In questo caso il sintomo è suscettibile di cura risolutiva all'esaurirsi delle
condizioni che l'avevano provocato.[8]
Trattamento
Il trattamento si avvale nei casi più gravi di preparati a base di retinoidi sistemici utilizzati per via orale
mentre in tutti i casi è utile un trattamento topico basato sull'uso di creme idratanti, emollienti e
cheratolitiche di varia composizione i cui principi attivi più frequenti sono urea, vaselina, glicerina,
l'ammonio lattato, acido salicilico o acido glicolico.[9]