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Top contributors: persone che postano spesso e che amano quel brand e spendono molto di più, ma non
sono influencer
Top influencers: è in grado di generare una reazione, sanno che la loro reputazione è fondamentale. Non è
fedele al brand poiché deve mantenere un rapporto di fiducia con i suoi followers.
Topic cloud: permette di capire quali solo le parole chiave e gli hashtag del momento. Posso trovare le
menzioni del mio brand e soprattutto gli aggettivi.
PatternMask: locuzioni
Geo: vedo dove nel mondo, ci sono più conversazioni relative a quel brand. Nelle zone che non sono
coperte posso fare dei sondaggi o attività di comunicazione per capire se c’è rassegnazione. I costi per farlo
sono minimi e permettono di capire dove si può investire e dove invece non avrebbe profitti.
KPI6: permette di capire chi fa l’abbandono, ovvero passa da un’azienda all’altra e cerca di individuare le
motivazioni del cambio.
BENCHMARKING: la swot analysis; vediamo quali sono i nostri punti di forza (rispetto ai competitors; e qual
è il tuo unfair advantage, ovvero vantaggio competitivo che permette di differenziarti rispetto al
concorrente), di debolezza (quanto il tuo prodotto è replicabile, e cosa non apprezzano i tuoi clienti dei tuoi
prodotti), le opportunità che ci dà il mercato e i threats.
Marketing persona: individuiamo due tipi di soggetti con età compresa tra 25 e 45 anni, chi segue
l’alimentazione naturale o chi fa culturismo.
OBIETTIVI: smart, ovvero specifico, misurabile (senza equivoci), raggiungibile, rilevante (dal punto di vista
organizzativo e coerente con la mission aziendale), definito nel tempo
Definizione di una strategia: quali sono i GAIN (vantaggi) che il prospect deve percepire, quali sono i
PAIN. Noi agiremo nel sistema POE, affittando i media a costo zero come facebook, google+, twitter
- awareness
- engangement (educazione al consumo, coinvolgimento)
- conversione (acquisti eCommerce, acquisti nel POS)
a cosa serve facebook? Per raggiungere quelli che sono i possibili clienti. (DEMOGRAPHICSPRO per
monitorare instagram)
a cosa serve l’app? per poter usufruire del servizio in modo più semplice.
Le policy: sono le linee guida della nostra comunicazione, servono per stabilire regole e prassi comuni,
permettono di mantenere una comunicazione coerente, difendono la nostra impresa dalle crisi. Le policy
devono controllare lo stile della comunicazione e quindi i registri linguistici e poi cosa non bisogna dire nella
comunicazione. L’azienda deve dotarsi di una social media policy.
La content creation, ci permette di far crescere la reputazione dell’azienda e dei prodotti. Essa è per questo
motivo una leva a beneficio delle funzioni e ruoli commerciali.
La content curation: è la condivisione da parte di canali sociali aziendale (facebook, twitter linkedin)
permette di rafforzare l’azienda nel mercato. Crea la relazione tra l’azienda e altri partner del mercato.
Piano editoriale: è la strategia, ovvero creare dei pre-messaggi per coinvolgere i clienti. Dopo della strategia
possiamo classificarli nel calendario editoriali con un mix di 3 tipo di contenuti: hero content: grandi eventi
di rilevanza eccezionale come fiere, convegni, eventi che determinano un punto di singolarità.
Hygiene content (content curation): articoli quotidiani, divertenti, foto non rilevanti con il contenuto.
Hub content: contenuti creati con regolarità come twitter chat (content creation)
Nelle immagini di storytelling hanno un prima, un durante e un dopo; le immagini piatte non comunicano
nessuna narrazione.