Art.1100 C.C. La comunione. Spettanza del diritto di proprietà a più
titolari per quote ideali. Indica la comproprietà e sono dette ideali in quanto quote di proprietà su una cosa indivisa. Esempio: Un appartamento in comproprietà di più soggetti. Art.1101 C.C. Le quote dei partecipanti. Si presumono uguali, salvo titolo che esprima diversamente. Con l’acquisto del diritto sulla quota, vengono acquistati anche dei vantaggi come i frutti civili e naturali della cosa e gli acquisti a titolo originario. Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune senza impedirne l’uso secondo il loro diritto. La facoltà di uso è integrale e non riferita alla quota. Non può tuttavia alterare la destinazione economica, facoltativo alla salvaguardia dell’interesse altrui del mantenere l’oggetto nella sua identità economico-sociale. Non può estendere il diritto sulla cosa comune in danno agli altri compartecipi. Oltre che indicare un regime di contitiolarità, essa indica l’ente giuridico dotato di autonoma soggettività giuridica a cui sono attribuiti organi rappresentativi e competenze. Il profilo oggettivo e soggettivo della contitiolarità sono distinti, per titolo costitutivo: ● Volontaria. Le parti pongono in essere mettendo in comune beni di loro appartenenza o acquistando congiuntamente le quote di proprietà di un bene o aderendo ad una comunione già costituita. ● Incidentale. Si costituisce senza atto volontario, ma ad esempio in seguito a una successione ereditaria, per unione o commistione. ● Forzosa. Si costituisce a seguito dell’esercizio di un diritto potestativo legale ad esempio la comunione forzosa del muro. Dato che è una quota del diritto di proprietà o di altri diritti reali, il suo contenuto è il medesimo salvo i limiti derivanti dalle quote dei compartecipi. Art.1103 C.C.: L’alienazione della quota a terzi configura ipotesi di abbandono liberatorio, cioè rinuncia alla quota con liberazione degli oneri e obblighi. Art. 1104 C.C.: Ciascun partecipante contribuisce alle spese necessarie alla conservazione e al godimento. Può liberarsi degli obblighi tramite cessione della quota e la relativa rinuncia, il cessionario del partecipante è tenuto a pagare i contributi dovuti e non versati. Art. 1108 C.C.: Contribuisce alle spese deliberate dalla maggioranza, comprese innovazioni per miglioramento o per rendere maggiormente redditizio il godimento, purchè essa non sia eccessivamente onerosa. Art. 1110 C.C.: In caso di trascuranza degli altri, il partecipe che ha sostenuto spese necessarie ha diritto al rimborso. Per gli atti di ordinaria amministrazione occorre la maggioranza semplice che rende obbligatoria la decisione nei confronti della minoranza. Quest’ultima può impugnare la deliberazione in caso fosse pregiudizievole o non ci fosse informazioni sull’oggetto deliberato. Ciascun partecipante può ricorrere all’autorità giudiziaria per la richiesta di un amministratore o di regolamento se non ci fosse maggioranza e l’impossibilità di eseguire deliberazione. Tale regolamento può essere impugnato davanti all’autorità giudiziaria entro trenta giorni dalla deliberazione. Per gli atti di straordinaria amministrazione, in cui rientrano anche le innovazioni, devono essere prese le decisioni a maggioranza qualificata e non essere pregiudizievoli o eccessivamente onerose. Anche in questo caso,è possibile impugnazione da parte della minoranza. Per ciò che riguarda alienazione e costituzione di diritti reali, è richiesto il consenso di tutti i compartecipi.
Il condominio è la comunione degli edifici composti da più unità abitative
in proprietà esclusiva dal punto di vista oggettivo. Da quello soggettivo, è l’organizzazione volta alla disciplina della vita condominiale. Non è un soggetto giuridico autonomo e non ha quindi nè capacità giuridica, né autonomia patrimoniale. Caratteristica è la coesistenza del diritto di comunione sulle parti comuni, il diritto di proprietà esclusive sulle parti non comuni. Esso si qualifica come comunione speciale a cui si applicano norme apposite e integrano o derogano a quelle di comunione ordinaria. La disciplina legale si caratterizza per l’obbligatorietà del regolamento nei grandi condomini (più di dieci condomini), l’indicazione della costituzione, funzionamento e attribuzioni dell’assemblea e la previsione dell’amministratore come organo necessario nei condomini con più di quattro condomini. Art. 1117 C.C.: Le parti comuni spettano in comproprietà ai proprietari dei diversi piani/porzioni di piani di un edificio, salvo contrario che risulta dal titolo. Si applica regole dell’uso della cosa comune della disciplina della comunione. Sono tutte le parti dell’edificio necessarie all’uso comune e altre che forniscono servizi comuni. Su esse ciascun partecipante vanta un diritto proporzionato al piano o al valore del piano su cui vanta proprietà esclusiva. Il condomino deve contribuire alle spese per la conservazione delle parti comuni e non può sottrarsi all’obbligo attraverso la rinuncia. Esempio: Non può sottrarsi al pagamento delle spese per manutenzione dell’ascensore rinunciando all’uso. Sono indivisibili, salvo non rendere incomodo l’uso a ciascun condomino. Esempio: Lastrico solare divisibile se c’è consenso. Ciascun soggetto non può eseguire opere che rechino danni agli altri, tenuto alla partecipazione sulle spese di conservazione e gestione secondo regola della comunione ordinaria. Nel condominio le funzioni dell’assemblea sono più articolate, oltre a nominare/revocare l’amministratore e a decidere la sua retribuzione, approva regolamento, preventivo annuale delle spese, le opere di manutenzione straordinaria e costituisce fondo speciale. I condomini devono essere convocati con avviso almeno 5 gg prima della data di assemblea, art. 66 disp.att. C.C.a mezzo posta/raccomandata o elettronica con indicazione del luogo e dell’ora della riunione. La sede deve ricadere entro i confini della città dove sorge l’edificio, e il luogo deve essere idoneo per ragioni fisiche e morali a consentire la presenza di tutti i condomini. Se è presente il vizio di convocazione, sussiste annullabilità. L’amministratore non può disporre opere se non per urgenza, è l’organo preposto alla gestione ordinaria. La nomina è obbligatoria in caso di più di quattro condomini, è il loro garante per le cose comuni e per l’osservanza delle assemblee. Svolge funzioni di gestione economica, contabile e di rappresentanza: agisce in giudizio sia contro i condomini che i terzi e può essere convenuto in giudizio per qualsiasi azione riguardante parti comuni. L’incarico ha durata di un anno e si intende rinnovato per eguale durata. Art. 1138 C.C. Il regolamento. Contiene norme sull’uso delle parti comuni, ripartizione delle spese, tutela del decoro architettonico. Non può menomare i diritti dei singoli condomini e derogare norme dell’art.1118. Può imporre obbligazioni di tipo reale che colpiscono i proprietari e i loro aventi causa, deve essere trascritto in apposito registro, può essere impugnato. La particolare rilevanza sociale della casa e del diritto alla casa incide anche sulle cause di scioglimento del condominio: deriva o da ragione oggettiva come il perimento dell’edificio, o dall’adozione di una delibera assembleare quando è possibile dividere un edificio/gruppo di edifici, che appartengano a proprietari diversi, in più autonomi. Possibile sciogliere il condominio anche in caso in cui alcune cose indicate dall’art. 1117 restino in regime di comunione. Il supercondominio è una particolare forma di condominio, caratterizzata dalla presenza di parti comuni strutturalmente e funzionalmente collegate alle unità abitative. Non rientra in tale figura la la cosa comune destinata unicamente alla maggiore comunità di condomini, esempio: la piscina. I partecipi sono i proprietari delle singole unità abitative.
La riforma del condominio
Legge n.220/2012: Seguiti i suggerimenti forniti dalla giurisprudenza, ampliando contenuti di alcune disposizioni per garantire una certezza maggiore nell’applicazione della legge. Inserite nel C.C. in leggi speciali come una disciplina per le modifiche delle destinazioni d’uso delle cose comuni e prescrizioni per rendere applicabile la mediazione civile/commerciale al condominio. Precedentemente a tale riforma, si parlava di “piano/porzione di piano” ora invece la legge si riferisce a “unità immobiliari”. Art.1117bis C.C.: La disciplina del condominio si applica in tutti i casi in cui più unità immobiliari/edifici abbiano parti destinate all’uso comune. Sia condomini orizzontali che verticali. Il condominio totale è quando c’è una situazione di contitolarità su tutti i beni comuni di un edificio/complesso immobiliare, è parziale quando non riguarda tutti i beni, ma solo alcuni di essi. Tale distinzione è in contrasto col sistema normativo. Art. 63 disp.att. C.C.: L’amministratore del condominio è tenuto a comunicare ai creditori non soddisfatti i dati dei morosi, coloro che non risultino in regola con i pagamenti condominiali. È tenuto inoltre ad agire per riscossione forzosa delle somme dovute entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio nel quale il credito esigibile è compreso. I creditori possono rivalersi su di loro senza agire nei confronti di chi è invece in regola con i pagamenti. Art. 1119 C.C. L’indivisibilità dei beni.: Le parti comuni non sono soggette a divisione, salvo possa rendere incomodo l’uso della cosa al condomino e con il consenso di tutti i partecipanti. Il consenso può legittimare la suddivisione del bene a prescindere da eventuale pregiudizio, prima della riforma la norma considerava la divisione come oggetto di decisione non adottata all’unanimità e quindi giustificando il divieto di rendere incomodo l’uso a ciascun condomino. Prima della riforma, c’era più propensione del legislatore a garantire il mantenimento del condominio più che della comunione sui singoli beni: poteva essere diviso un determinato bene su richiesta anche di un singolo condomino, per la divisione del condominio invece era sempre richiesta delibera assembleare/provvedimento del giudice su iniziativa di uno dei comproprietari. Art. 1117ter C.C. Modifica destinazioni d’uso sulle parti comuni. Possono essere disposte dall’assemblea con voto uguale o maggiore ai ⅘ dei condomini e i ⅘ del valore dell’edificio. La convocazione dell’assemblea per questi casi deve essere affissa per trenta giorni consecutivi negli spazi comuni di maggior uso, deve effettuarsi mediante raccomandata/mezzi telematici. L’avviso deve altresì indicare parti comuni in oggetto di modifica e la destinazione d’uso. La deliberazione deve contenere la presenza di tutti questi adempimenti. Art. 1117quater C.C. Tutela destinazioni d’uso parti comuni. In presenza di attività che incidono negativamente sulle parti comuni, l’amministratore o i condomini singolarmente possono chiedere l’assemblea per cessare la violazione, mediante anche azioni giudiziarie. La maggioranza è la stessa dell’art.1136 comma2: voti rappresentanti maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio. Art. 1120 C.C. L’amministratore è tenuto a convocare l'assemblea entro trenta giorni dalla richiesta anche di un singolo condomino per l’approvazione delle innovazioni “agevolate” contemplate dalla norma. La richiesta deve contenere contenuto specifico e modalità di esecuzione degli interventi; in mancanza l’amministratore invita i condomino a fornire necessarie integrazioni. Tali innovazioni sono opere e interventi per migliorare sicurezza e salubrità, per eliminare barriere architettoniche, per contenere il consumo energetico, per realizzare parcheggi, per produzione di energia con impianti di cogenerazione fonti eoliche o solari, installazioni di impianti centralizzati per ricezione radiotelevisiva o per altro genere di flusso informativo e relativi collegamenti per le singole utenze (esclusi impianti che non comportino modifiche all’alterazione della destinazione della cosa comune). L’approvazione arriva dalla maggioranza degli intervenuti e dalla metà almeno del valore dell’edificio. Art. 1129 C.C. (Nuovo testo): L’omessa convocazione dell’assemblea per l’approvazione del rendiconto, per il rifiuto di convocare revoca/nomina dell’amministratore o per altri casi previsti dalla legge sono di grave irregolarità, con probabile revocabilità dell’amministratore. Alla cessazione dell’incarico, è tenuto a consegna di tutta la documentazione riguardante il condominio ed eseguire le attività urgenti senza diritto ad ulteriori compensi. In caso di gravi irregolarità fiscali o di mancanza del transito delle somme su uno specifico conto corrente intestato al condominio, può essere richiesta convocazione dell’assemblea revocando il mandato dell’amministratore e cessando violazione. In tal caso, deve essere deliberato in ordine alla nomina di quello nuovo. Art. 71 bis disp. att. C.C.: Prevede una peculiare legittimazione che fa capo ad ogni condomino. L’amministratore deve avere godimento dei diritti civili, non essere condannato per delitti contro P.A.o per ogni altro delitto non colposo in cui la pena di reclusione non inferiore ai 2 anni e massimo ai 5, non deve essere stato condannato a misure di prevenzione divenute definitive come interdizione/inabilitazione, non deve essere annoverato nei registri protesti cambiari. Tali comportano cessazione dell’incarico immediata ed automatica, revoca di diritto. La riforma è intervenuta anche in riguardo al fenomeno del condomino “apparente”, arginando l’incertezza in ordine alla titolarità dei diritti condominiali. In passato, il comportamento del condomino doveva essere costante e inequivoco tale che con la normale diligenza si creasse un’effettiva situazione di diritto di contitolarità condominiale. Al terzo in buona fede, in alcuni casi è stato assimilato l’amministratore del condominio. Non può ipotizzarsi che l’amministratore non sappia chi sia il proprio condomino, dato che ha accettato un mandato da amministrare. È tenuto a conoscere la situazione reale adottando un comportamento diligente. Art.63 disp.att. C.C. L’anagrafe condominiale. La responsabilità del pagamento dei contributi relativi all’anno in corso e al pretendete è solidale sia da parte dell’alienante che dell’acquirente. Si ha quindi fungibilità tra il condomino precedente e chi lo diventerà subentrando nei rapporti condominiali. Chi cede diritti sull’unità immobiliare rimane obbligato solidalmente per i contributi che vengono maturati fino a quando non comunica all’amministratore copia autentica della cessione del diritto ad un terzo, con vendita, successione, ecc. L’amministratore deve curare l’anagrafe condominiale concernente le generalità dei singoli comprensive di CF, residenza/domicilio, dati catastali, dati su condizioni di sicurezza, e ogni variazione va comunicata in forma scritta entro 60 gg. Al conduttore dell’unità immobiliare spettano le spese di pulizia, funzionamento e manutenzione dell’ascensore, acqua, energia elettrica, riscaldamento/condizionamento, altri servizi comuni salvo patto contrario. Ha però: ● Diritto di voto. Nelle delibere dell’assemblea condominiale su spese e modalità di gestione dei servizi riscaldamento/condizionamento. ● Diritto di intervenire. In assemblea anche senza diritto di voto, in ogni caso di delibera sulle modificazioni di altri servizi comuni. ● Diritto di visione. Possono prendere visione dei documenti che giustificano le spese in ogni momento ed estrarne copia. Art. 67 disp.att. C.C. La delega. Ogni condomino può intervenire in assemblea anche a mezzo di rappresentante con delega scritta. Se i condomini sono più di 20, non può rappresentare più di ⅕ del totale e del valore proporzionale. In materia di regolamento, è possibile attuare delle limitazioni sulle deleghe conferibili, configurando vincolo giuridico di natura negoziale avente forza di legge e derogabile solo con consenso di tutti gli altri condomini: regolamento contrattuale. All’amministratore non possono essere conferite deleghe per partecipazione a qualunque assemblea. In materia di amministrazione, l’onore alla nomina sorge quando i condomini sono più di 8 e se l’assemblea non vi provvede se ne occupa l’autorità giudiziaria su ricorso degli stessi o dell’amministratore dimissionario. L’amministratore deve seguire: ● Trasparenza. All’accettazione e a ogni rinnovo, deve comunicare i propri dati anagrafici e professionali, il luogo dove si trova l’anagrafe condominiale e quello dei verbali delle assemblee, anche il registro di nomina/revoca e di contabilità. Deve essere inoltre comunicato quando è possibile prendere visione gratuitamente di tali documenti e di averne copia firmata. Nel luogo di maggior uso comune, deve essere affissa indicazione con generalità e recapiti dell’amministratore o della persona che svolga ruolo analogo. ● Visibilità. Obbligato a far transitare le somme ricevute su un conto corrente specifico del condominio. In qualsiasi momento è possibile richiederne visione ed estrarne copia, a spese proprie, della rendicontazione periodica. ● Sostituzione. È prevista la designazione di un sostituto, all’accettazione della nomina deve specificare l’importo dovuto a titolo di compenso per l’attività svolta, a pena di nullità della medesima. Deve inoltre eseguire le deliberazioni assembleari, curare l’osservanza del regolamento, disciplinare l’uso delle cose comuni, riscuotere i contributi, compiere atti conservativi sulle parti comuni, eseguire adempimenti fiscali, curare registri, conservare documentazione, fornire situazione sullo stato dei pagamenti e delle eventuali liti, redigere il rendiconto condominiale, convocare assemblea per revoca e nomina, eseguire provvedimenti giudiziari e amministrativi, aprire e utilizzare il conto corrente specifico, comunicare i propri dati, dare notizia di ogni notifica avente contenuto al di fuori delle sue attribuzioni. In riguardo alla rendicontazione è opportuno avere conoscenze tecniche di contabilità, può quindi essere necessario nominare un revisore contabile condominiale o un consiglio di condominio. Il rendiconto deve contenere entrata e uscita di qualsiasi spesa riguardante il condominio, ai fondi e alle riserve per consentire immediata verifica. Si compone di registro contabile, riepilogo finanziario e di nota esplicativa della gestione. I registri condominiali sono: ● Anagrafe. Generalità dei condomini proprietari e dei titolari dei diritti reali e personali di godimento. ● Verbali delle assemblee. Annotazione delle delibere dell’assemblea, delle dichiarazioni con in allegato il regolamento di condominio. ● Nomina e revoca dell’amministratore. Annotate in ordine cronologico le date di nomina e revoca e gli estremi dell’eventuale decreto quando fossero di tipo giudiziale. ● Contabilità. Annotati in ordine cronologico entro trenta giorni dalla loro effettuazione, i movimenti in entrata e uscita. Può essere tenuto anche in modalità informatizzate.
In materia di fondi speciali per lavori straordinari, la riforma ha introdotto
che in assemblea deve essere deliberata la costituzione del medesimo con importo pari all’ammontare dei lavori. Prima della riforma l’esborso veniva richiesto solo dove si reputasse necessario, mentre adesso è disposto obbligatoriamente. Decreto legge 23 dicembre 2013 n.145: Se il pagamento dei lavori è richiesto gradualmente in funzione al loro stato di avanzamento, il fondo può essere costituito in relazione ai singoli pagamenti dovuti. Da distinguere con il fondo “cassa”. In materia di eliminazione delle barriere architettoniche: Legge 9 gennaio 1989, n.13: Diretta a permettere ai soggetti portatori di handicap una più agevole utilizzazione delle strutture urbanistiche con l’intento di eliminare impedimenti architettonici e di renderle facilmente raggiungibili. La legge rinvia ai vigenti commi dell’articolo 1136 C.C. In precedenza, in prima convocazione era sufficiente un numero di voti favorevoli della maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio, in seconda era valida solo se riportava un numero di voti che rappresentasse il terzo dei partecipanti al condominio e il terzo del valore dell’edificio. La novella ha ridotto le garanzie di tutela dei soggetti affetti da disabilità motoria e il nuovo articolo 1124 C.C. si riferisce espressamente anche gli ascensori. In materia invece di contenimento del consumo energetico: Legge 9 gennaio 1991, n.10. Attuazione del piano energetico nazionale in conformità a un uso razionale dell’energia. Per interventi su edifici e impianti, le decisioni condominiali sono valide solo se adottate con la maggioranza degli intervenuti che rappresenti almeno un terzo del valore dell’edificio. In precedenza l’approvazione avveniva con maggioranza delle quote millesimali senza indicare alcun criterio che desse rilievo alla partecipazione di almeno determinato numero di condomini. Per le innovazioni sull’adozione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore in base al consumo registrato effettivamente, l’assemblea di condominio decide con le maggioranze prescritte dall’articolo 1120 del codice civile. Art. 1118 comma4 C.C.: Facoltà di distacco dall’impianto centralizzato. Sulle fonti energetiche rinnovabili non si applica la disciplina prevista per le innovazioni alle installazioni. Art. 1122bis C.C.: È consentita l'installazione di tali impianti destinati al servizio di singole unità sul lastrico solare e suoni ogni altra idonea superficie comune o sulle parti di proprietà individuale dell’interessato. Se si rendono necessarie modificazioni alle parti comuni l’interessato ne deve dare comunicazione all’amministratore indicando contenuto specifico e modalità di esecuzione di interventi. L’assemblea può accettare, rifiutare o prescrivere modalità alternative di esecuzione/imporre cautele a salvaguardia della stabilità. L’accesso all’unità deve essere comunque consentito dove sia necessario per progettazione esecuzione delle opere. Non necessitano di autorizzazione gli impianti invece destinati alle singole unità abitative. Ci sono maggiori difficoltà di approvazione dopo la riforma, precedentemente la normativa speciale prevedeva l’approvazione con un numero di voti che rappresentasse il terzo dei partecipanti al condominio e il terzo del valore dell’edificio. Art. 1122ter C.C. Impianti di videosorveglianza sulle parti comuni. Le deliberazioni sono approvate dall’assemblea con maggioranza relativa al secondo comma dell’articolo 1136 del codice civile, quindi con la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio. Art.1122 C.C. Sicurezza. Nelle unità immobiliari di sua proprietà ovvero nelle parti destinate all’uso comune destinati esclusivamente all’uso individuale, il condomino non può eseguire opere che rechino danni a tali parti e che ne determinino il pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza e al decoro architettonico dell’edificio. In ogni caso deve essere data preventiva notizia all’amministratore che lo riferisce all’assemblea. Art.1130 C.C. L’amministratore deve conoscere ogni dato relativo alle condizioni sicurezza delle unità immobiliari. Art. 1135 C.C. L’assemblea può autorizzare l’amministratore a partecipare e collaborare a progetti promossi da istituzioni locali o soggetti privati qualificati con opere di risanamento di parti comuni degli immobili, o di demolizione ricostruzione messa in sicurezza statica. Lo scopo è di favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente in cui il condominio ubicato. Art.1138 C.C.: Integrazione sulle norme del regolamento che non possono vietare di possedere o detenere animali domestici. Necessario comprendere quali siano quelli da considerare domestici e quali quelli a cui può essere impedito l’ingresso in condominio. La modifica fa riferimento al regolamento tipico e non a quello contrattuale, cosiddetto contratto condominiale, dove si può derogare a tale disposizione con il consenso di tutti i condomini. Art.68 disp.att. C.C.: Dove non precisato dal titolo ai sensi dell’articolo 1118, per gli effetti del 1123, 1124, 1126 e 1136, il valore proporzionale di ciascuna unità immobiliare è espresso in millesimi in apposita tabella millesimale che viene allegata al regolamento di condominio. Determina i limiti della relazione di comproprietà secondo un rapporto percentuale che per comodità viene usato a base 1000, applicando i diversi criteri di proporzionalità. In caso di più di 10 condomini è obbligatorio adottare il regolamento e allegare la tabella, anche se si ritiene che si possa prescindere dall’effettiva sussistenza di quest’ultima: a natura dichiarativa, non costitutiva e relazione alle quote di partecipazione dei condomini. Viene ammessa l’approvazione a maggioranza salvo nel caso di tabelle di natura contrattuale. Art.69 disp.att. C.C. Le tabelle millesimale. I valori proporzionali delle singole unità immobiliari espressi nella tabella millesimale possono essere rettificati o modificati con il consenso di tutti i condomini. Anche quando è l’interesse di un solo condomino, se sussiste la maggioranza prevista dall’articolo 1136 è possibile la modifica in presenza di un errore. Possibile modificare il valore anche nel caso in cui è alterato per più di un quinto il valore proporzionale. Art.70 disp.att. C.C. Le sanzioni. Per le infrazioni al regolamento può essere stabilito il pagamento di una somma fino a duecento euro, con recidiva fino a 800 euro. La somma viene devoluta al fondo per le spese ordinarie. È invece estraneo al diritto privato lo scopo di imporre delle pene: non è infatti possibile superare l’importo massimo previsto dalla legge entrando in un ambito pseudo-penalistico ed è necessario collegare la norma con il regolamento del condominio. Diventa incostituzionale quando entra il contrasto con il principio della legalità delle pene che viene previsto dalla nostra Carta fondamentale. Art.1328 C.C. Clausola penale. Ha l’effetto di limitare il risarcimento alla prestazione promessa, se non viene convenuta risarcibilità del danno ulteriore. Il REGOLAMENTO CONTRATTUALE è applicabile in alcuni casi del Codice del consumo, ed è predisposto dall’originario proprietario: è nulla clausola che imponga il pagamento di un somma di denaro in caso di inadempimento/ritardo a titolo risarcitorio, clausola penale o qualsiasi altro importo eccessivo.
Decreto legislativo 4/03/2010 n.28. Mediazione civile e commerciale. Per
le controversie l’esperimento della mediazione è la condizione di procedibilità. Il condominio interessato a impugnare delibera assembleare, deve convocare davanti all’organismo di mediazione tutti gli altri per non peccare nell’accordo di conciliazione. Quando manca una legittimazione assegnata dalla legge, il condomino non avrebbe potuto convocare l’amministratore. In tal caso, l’art.71 disp.att. C.C. viene in aiuto per: ● Controversie su violazione/errata applicazione delle disposizioni del C.C. sul condominio. ● La domanda di mediazione che deve essere presentata presso un organismo di mediazione nel tribunale del luogo dove si trova il condominio, a pena di nullità. ● Legittimazione dell’amministratore alla partecipazione al procedimento previa delibera assembleare. ● La proposta di mediazione che deve essere approvata in assemblea.