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TIGRI DI CARTA

Asia Pulp & Paper: la distruzione delle foreste in Indonesia


e la conquista del mercato italiano

Maggio 2010
TIGRI DI CARTA

Terra! è un'associazione ambientalista che si batte in modo indipendente per la conservazione


della natura, della biodiversità, della salute umana e dell'ambiente in modo socialmente giusto,
equo ed ecologicamente durevole a vantaggio e beneficio delle generazioni presenti e future.

Terra! è una rete inclusiva, che accoglie e integra singole persone, gruppi e associazioni attive
a livello locale o regionale, e che sono pronte a condividere con Terra! le sue campagne in
favore dell’ambiente.

TIGRI DI CARTA
Asia Pulp & Paper: la distruzione delle foreste in Indonesia e la
conquista del mercato italiano
Maggio 2010
Realizzato con il contributo Tavola Valdese, progetto SOS Foreste, 2009

2
TIGRI DI CARTA

Abstract

Le foreste pluviali dell’Indonesia stanno scomparendo, abbattute da imprese


senza scrupoli per produrre carta e altri prodotti a basso prezzo.

Le foreste indonesiane sono uno dei più importanti ecosistemi del pianeta.
Sono essenziali a specie animali come l’orango e la tigre di Sumatra, e
ospitano il 12 per cento dei mammiferi, il 15 per cento dei rettili e il 17 per
cento degli uccelli del pianeta. Sono la casa di numerose comunità indigene e
da esse dipende la vita di milioni di persone. Inoltre ci proteggono dal
cambiamento del clima: il 20 per cento delle emissioni globali di gas serra,
proviene proprio dalla distruzione delle foreste. L’Indonesia ha il più alto tasso
di deforestazione: tra i responsabili la produzione di carta, soprattutto ad opera
del gigante cartario asiatico Asia Pulp & Paper (APP).

Fonti di Terra! hanno messo in luce un’aggressiva campagna di espansione nel


mercato italiano ed europeo da parte di questa impresa. L’Italia è divenuta
oramai il primo importatore europeo di carta dall’Indonesia, rischiando sia di
mettere fuori gioco la produzione cartaria nazionale che di alimentare la
distruzione delle foreste pluviali dell'Indonesia.

Perfino alcune cartiere rivendono i prodotti della APP, favorendo così una
massiccia occupazione del mercato che oltre ai gravi impatti ambientali, rischia
di mettere fuori gioco la produzione cartaria nazionale. Tra queste, anche le
Cartiere Paolo Pigna. La crescita delle vendite nel nostro Paese si tradurrà
inevitabilmente in una ulteriore espansione delle piantagioni di acacia, ai danni
delle residue foreste naturali e delle torbiere.

3
TIGRI DI CARTA

Le foreste pluviali dell’Indonesia


Le foreste pluviali dell’Indonesia sono uno dei luoghi più incredibili del mondo.
Sono l’ultimo habitat della tigre di Sumatra e dell’orango, e la casa di numerosi
popoli indigeni. Queste foreste stanno scomparendo, distrutte da poche
imprese senza scrupoli, per produrre carta e altri beni che potrebbero
facilmente essere prodotti in modo più responsabile.

Diverse imprese italiane alimentano inconsapevolmente questa distruzione.


Ricerche sul mercato mostrano che oltre un centinaio di imprese italiane hanno
acquistato carta o prodotti fabbricati con fibre della Asia pulp and paper (APP)
provenienti dalla distruzione delle foreste indonesiane. La APP è una consociata
della holding asiatica Sinar Mas, la principale minaccia per le foreste di
Sumatra.

Per fare posto alle sue piantagioni, Sinar Mas manda in fumo foreste essenziali
al clima, alla fauna, alla vita di milioni di persone.

Le foreste del pianeta


Ecosistemi millenari, le foreste ospitano circa i due terzi delle specie viventi animali e vegetali
terrestri, regolano i cicli dell’acqua e stabilizzano il clima. Purtroppo sono minacciate da molte
attività umane: dal prelievo di legname, all’allevamento, all’agricoltura industriale, come le
piantagioni di acacia e palma da olio. Circa due terzi delle specie viventi terrestri vivono nelle
foreste, la cui scomparsa sta portando alla più grande crisi di estinzioni quando sono
scomparsi i dinosauri: ogni giorno scompaiono tra le 50 e le 150 specie.1

Il clima e la torba
Le foreste indonesiane sono anche la nostra assicurazione contro il
cambiamento climatico. Circa un quinto delle emissioni di gas serra viene dalla
distruzione delle foreste (quanto le emissioni di automobili, camion, aerei e
navi di tutto il mondo).2 Le foreste torbiere dell’Indonesia fanno molto di più:
grazie a uno spesso strato di torba, accumulata negli ultimi 20 mila anni,
custodiscono oltre 300 tonnellate di carbonio per ettaro.3

1
Norman Myers, Whats this Biodiversity and Whats if Done for Us Today, 2003, in: Michael J Novacek,
The biodiversity Crisis, Pag.22, “Semplicemente privandole del loro spazio di vita, stiamo portando
all'estinzione tra le 50 e le 150 specie al giorno”.
2
United Nations Framework Convention on Climate Change, http://unfccc.int/
3
Indonesian Wildfires Spark Global Warming Fears, Fred Pearce, New Scientist, novembre 2002,
http://www.newscientist.com/article.ns?id=dn3024
4
TIGRI DI CARTA

Le foreste torbiere tropicali


Globalmente le torbiere immagazzinano 550 miliardi di tonnellate di carbonio, una
quantità pari a circa il 75 per cento di tutto il carbonio presente in atmosfera, o a 70
anni di emissioni da combustibili fossili ai tassi attuali.

Il 30 per cento delle torbiere si trova in aree tropicali, e di queste il 60 per cento sono
in l’Indonesia: un’area estesa circa 22,5 milioni di ettari (3,7 milioni sono già stati
distrutti). Altri 2 milioni di ettari di torbiere si trovano in Malesia e 2,6 milioni di ettari
in Papua Nuova Guinea.

Su 27,1 milioni di ettari di torbiere presenti in origine nel Sud-est Asiatico, 12 milioni
sono stati già abbattuti e in gran parte drenati, ma le restanti foreste torbiere
custodiscono ancora una quantità di carbonio stimata tra i 42 e i 50 miliardi di
tonnellate.4

Meno del 5-10 per cento di queste foreste sono protette, e la principale minaccia è
rappresentata dalla conversione in piantagioni.

In Indonesia si stima che le foreste primarie sequestrino fino a 300 tonnellate di


carbonio per ettaro. Quando la copertura forestale viene rimossa e il terreno drenato, il
carbonio custodito nella torba torna in atmosfera tramite ossidazione.

Secondo uno studio condotto da Delft Hydraulics, Wetlands International e Alterra, il


solo degrado delle torbiere nel Sud-est asiatico sarebbe responsabile di una quota
stimata dai 97 ai 238 milioni di tonnellate di carbonio ogni anno (lo studio indica i 172
milioni di tonnellate come cifra indicata più attendibile).5 Il 90 per cento di queste
emissioni avvengono in Indonesia. La pianificata cessione di milioni di ettari di
concessioni per l’apertura di nuove piantagioni non farà che accrescere questa quota.

L’Indonesia
E’ il più grande arcipelago del mondo: oltre 18.000 isole situate tra l’Oceano
Pacifico e l’Oceano Indiano. I suoi 88 milioni di ettari di foreste pluviali
ospitano oltre 3 mila specie animali, tra cui la tigre di Sumatra, il più grande
varano del mondo (il drago di Komodo) e uno dei più stretti parenti dell’uomo:
l’orango. Fino agli anni sessanta, oltre l’80 per cento di queste foreste era
intatto. Da allora il cocktail di taglio illegale e conversione in piantagioni, La
corsa alla deforestazione è iniziata sotto la corrotta dittatura di Suharto, che ha
ceduto ampi tratti di foresta a parenti e partner commerciali, creando mostri
industriali basati sul saccheggio delle risorse naturali. La deforestazione in
Indonesia è guidata da tre settori: la palma da olio, il legno e la carta.

Queste foreste vengono abbattute e la torba drenata per farne piantagioni.


Quando la torba si asciuga, entra in contatto con l’ossigeno, iniziando a
decomporsi, e il carbonio che contiene nel giro di pochi anni torna in atmosfera
(o nel giro di pochi giorni, in caso di incendio). Proteggere queste foreste è

4
Indonesian Wildfires Spark Global Warming Fears, Fred Pearce, New Scientist, novembre 2002, vedi:
http://www.newscientist.com/article.ns?id=dn3024
5
Hooijer, A., Silvius, M., Wö sten, H. and Page, S. (2006) PEAT-CO2, Assessment of CO2 Emissions
from Drained Peatlands in SE Asia. Delft Hydraulics report Q3943,
http://www.wetlands.org/Portals/0/publications/General/Peat% percent20CO2% per- cent20report.pdf.
5
TIGRI DI CARTA

essenziale per ridurre il cambiamento climatico.6 Le emissioni provocate dalla


distruzione delle foreste torbiere, fanno dell’Indonesia il terzo paese per
emissioni di carbonio, dopo Stati Uniti e Cina.7

La vita
Le foreste pluviali indonesiane sono dominate prevalentemente da sempreverdi
pluviali, tra cui mangrovie, foreste umide e torbiere. Le foreste indonesiane
sono le più ricche di specie viventi dopo l’Amazzonia. Ospitano per esempio
l’orango, la tigre, il rinoceronte e l’elefante di Sumatra. Benché rappresentino
poco più dell’uno per cento delle terre emerse del pianeta, ospitano da sole il
10 per cento delle piante, il 12 per cento dei mammiferi il 15 per cento dei
rettili e il 17 per cento degli uccelli del pianeta.8

6
Hooijer, A., Silvius, M., Wö sten, H. and Page, S. (2006) PEAT-CO2, Assessment of CO2 Emissions
from Drained Peatlands in SE Asia. Delft Hydraulics report Q3943,
http://www.wetlands.org/Portals/0/publications/General/Peat% percent20CO2% per- cent20report.pdf.
7
Peatland Degradation Fuels Climate Change, Wetlands International, novembre 2006.
http://www.wetlands.org/publication.aspx?ID=d67b5c30-2b07-435c-9366- c20aa597839b. Vedi anche
Carbon Sequestration and Trace Gas Emissions in Slash-and-Burn and Alternative Land Uses in the
Humid Tropics, Alternatives to Slash And Burn Working Group, ottobre 1999,
http://www.asb.cgiar.org/pdfwebdocs/Climate%20Change%20WG%20reports/Climate%
20Change%20WG%20report.pdf.
8
Bappenas, Pollack, Todd, Green Press Initiative, Indonesia Under Pressure: Understanding the Social
6
TIGRI DI CARTA

Ogni anno, nelle foreste dell’Indonesia vengono scoperte nuove specie di


animali. Nel dicembre 2007, nelle montagne di Foja, nella Nuova Guinea, sono
stati identificati un microscopico opossum e un ratto gigante. Pochi mesi prima
erano stati scoperti un canguro arboricolo, diversi uccelli, venti nuove specie di
rane e quattro di farfalle. Nel novembre 2008 nel Sulawesi è stata
documentata la presenza del tarso pigmeo, le cui tracce erano state perdute
ottant’anni fa.

La deforestazione
Eppure questa ricchezza sta scomparendo prima ancora di essere conosciuta.
L’Indonesia ha il più alto tasso di deforestazione nel mondo (il 2 per cento):
ogni anno perde 1.871.000 ettari di foreste pluviali: 9 oltre 20 chilometri
quadrati ogni giorno, un’area vasta come 300 campi da calcio distrutta ogni
ora. Il 72 per cento delle foreste è già stato distrutto. La deforestazione in
Indonesia è guidata da tre voraci settori, alla ricerca di profitti di breve
periodo: la carta, il legno e l’olio di palma.

• Carta Per decenni le cartiere indonesiane hanno venduto prodotti di pessima


qualità, fabbricati usando preziosi legni duri, poco idonei alla produzione della
carta: semplicemente distruggendo le foreste pluviali. Ora a queste fibre si
aggiunge l’acacia delle piantagioni, sempre però ai danni delle foreste naturali:
la fame di carta ha spinto l’assalto delle piantagioni fin nel cuore delle paludi e
delle torbiere.

• Legname Per portare via legni pregiati vengono depredati illegalmente


perfino i parchi nazionali, come quelli di Tanjung Puting o di Bukit Tigapuluh,
che ospitano le ultime popolazioni di Oranghi. L’Italia era il primo importatore
di ramin illegale, fino al 2004, quando il commercio di questo legno è stato
bloccato dalla convenzione CITES. Il meranti, usato per infissi, pannelli e
pavimenti, viene dalle foreste naturali dell’Indonesia, così come il Merbau,
impiegato per i parquet, e ormai quasi estinto.

• Olio di palma E’ l’ingrediente di numerosi prodotti, dalle merendine al cibo


per animali, dai gelati al sapone, dai cosmetici alla margarina. Negli ultimi anni
il boom dei biocarburanti ha fatto lievitare la domanda internazionale di olio di
palma. L’Indonesia è divenuto il primo produttore mondiale di tale olio, con
circa 20 milioni di tonnellate annue, che il governo progetta di raddoppiare a
40 entro il 2020, espandendo le coltivazioni su ulteriori 10 milioni di ettari.

and Environmental Impacts of Printing in Asia, 1993,


http://www.worldwildlife.org/who/media/press/2008/WWFPresitem7596.html.
9
FAO, State of the World Forest 2009, Roma, 2009,
http://www.fao.org/docrep/011/i0350e/i0350e00.HTM
http://www.wetlands.org/publication.aspx?ID=d67b5c30-2b07-435c-9366- c20aa597839b. Vedi anche
Carbon Sequestration and Trace Gas Emissions in Slash-and-Burn and Alternative Land Uses in the
Humid Tropics, Alternatives to Slash And Burn Working Group, ottobre 1999,
http://www.asb.cgiar.org/pdfwebdocs/Climate%20Change%20WG%20reports/Climate%
20Change%20WG%20report.pdf.
7
TIGRI DI CARTA

Legno illegale e corruzione


Un intreccio di corruzione, minacce, sovvenzioni illecite e taglio illegale, si cela
dietro la distruzione delle foreste pluviali dell'Indonesia. Un business che
invece di far crescere l'economia del paese e delle regioni forestali, le spoglia
delle risorse naturali, lasciando solo distruzione e miseria, e incentivando i
cambiamenti climatici.

Un rapporto recentemente pubblicato da Human Rights Watch analizza le


attività della Commissione per lo Sradicamento della Corruzione (KPK) nel
Kalimantan occidentale, una provincia indonesiana del Borneo, le cui indagini
nel 2006 hanno portato all'arresto di numerosi dirigenti della polizia e del
ministero delle foreste.10 Secondo la Commissione, il valore dei tronchi
abbattuti illegalmente (3 miliardi di dollari) era sette volte più alto dell'intero
bilancio della provincia.

Dal rapporto appare chiaro come il settore forestale indonesiano sia


completamente fuori controllo. Neppure il ministero delle foreste ha una chiara
idea del livello della distruzione in atto.

La Asia Pulp & Paper


Asia Pulp & Paper è una delle imprese cartarie più grandi del mondo, e la
principale in Indonesia. Da sola produce e vende oltre 15 milioni di tonnellate
l’anno tra carta e cartone. I suoi prodotti, venduti in 65 paesi, vanno dalla
carta da stampa o da fotocopie, alla carta igienica, agli shopper di carta. Nel
2005 ha registrato un incasso di 3,2 miliardi di dollari.11 La APP è parte della
holding Sinar Mas, che opera nei settori della carta, dell’olio di palma, delle
assicurazioni e delle banche.12 Il fondatore del gruppo, Eka Tjipta Widjaja, è
stato indicato dalla rivista Globe Asia come l’indonesiano più ricco del mondo.13
Il gruppo Sinar Mas è considerato tra i peggiori per quanto riguarda il rispetto
dell’ambiente e dei diritti umani.

10
Human Rights Watch, Wild Money - The Human Rights Consequences of Illegal Logging and
Corruption in Indonesia’s Forestry Sector
http://www.hrw.org/sites/default/files/reports/indonesia1209webwcover_0.pdf
11
Nel 2005, le vendite delle quattro imprese del gruppo APP (Indah Kiat, Pindo Deli, Lontar Papyrus and
Tjiwi Kimia) hanno totalizzato un attivo di 3,2 miliardi di dollari, secondo il rapporto ambientale della APP,
in: http://www.asiapulppaper.com/portal/APP_Portal.nsf/Web-
MenuPage/1B2BBDDE7FB9B64C4725739B00232E6A/$FILE/SR1.PDF.
12
ISI, RISI Power List - Top 1 through, luglio 2008. http://www.risiinfo.com/magazines/pulp-
paper/magazine/international/july/2008/PPIMagJuly-The-RISI-top-50-power-list-1- 10.html. Vedi anche
Business Week, 11 fabbraio 2008, “Export-Import Bank of the United States Wins Summary Judgment
Against Asia Pulp & Paper Co. Ltd.'s Subsidiaries in Suit to Recover More Than $104 Million”,
http://investing.businessweek.com/research/stocks/private/snapshot.asp?privcapId=3457
5.images/uploaded/20090413OrangutanLivesHangInTheBalanceAOPMediaRelease.pdf
13
GLOBE Asia, giugno 2009.
8
TIGRI DI CARTA

Il gruppo APP produce prevalentemente in Indonesia e Cina.14 Nel 2001, la APP


ed è stata esclusa dalla borsa di New York e Singapore per insolvenza su 13,9
miliardi di dollari di prestiti.15 Successivamente è stata accusata di frode dalla
U.S. Export-Import Bank di New York e costretta a restituire 100 milioni di
dollari.

Il grosso della produzione della APP si concentra nelle provincie di Riau e


Jambi, nel cuore dell’isola di Sumatra,16 tra i più importanti habitat della Tigre
e dell’Elefante di Sumatra, entrambi criticamente minacciati.17 Jambi è stata
anche il teatro dell’unico caso di reintroduzione di oranghi riuscita con
successo, un progetto ora minacciato dalle piantagioni della APP.18

Nel 2001, un rapporto di Friend of the Earth ha rivelato la strategia segreta


della APP: vendere i propri prodotti senza farne conoscere l’origine:
consapevole delle proprie responsabilità, la APP invade il mercato di prodotti
privi di marchio o coperti da marchi diversi. Al tempo stesso ha
massicciamente investito in pubbliche relazioni, vantando certificazioni ISO e
PEFC su alcune delle proprie piantagioni, ma evitando di menzionare che
continua a rifornirsi dal taglio a raso delle foreste naturali.19 Inoltre molte delle
sue piantagioni sono state impiantate proprio su torbiere preventivamente
drenate, provocando massicce emissioni di gas serra.20

L’impatto ambientale della APP


La APP produce tre milioni di tonnellate di cellulosa ogni anno.21 Malgrado sia
attiva da decenni, e operi oramai su un mercato di dimensioni mondiali, la APP
non ha messo a punto un sistema di pratiche di sostenibilità, contando sugli
alti margini di profitto assicurati da pratiche forestali di saccheggio. Ancora nel

14
13 Http://www.asiapulppaper.com/
15
Setiono, B.,Debt Settlement Of Indonesian Forestry Companies: Assessing the Role of Banking and
Financial Policies for Promoting Sustainable Forest Management in Indonesia, 2007, Bogor, Indonesia:
Center for International Forestry Research (CIFOR),
http://www.cifor.cgiar.org/publications/pdf_files/Books/BSetiono0701.pdf
16
PP Environmental and Social Sustainability Report for Indonesia 2005-2006 ,
http://www.asiapulppaper.com/portal/APP_Portal.nsf/Web-
MenuPage/1B2BBDDE7FB9B64C4725739B00232E6A/$FILE/SR1.PDF
17
Uryu et al., Deforestation, Forest Degradation, Biodiversity Loss and CO2 Emissions in Riau, Sumatra,
Indonesia. WWF Indonesia Technical Report, 2008, Jakarta, Indonesia,
http://www.worldwildlife.org/who/media/press/2008/WWFPresitem7596.html).
18
Frankfurt Zoological Society, KKI WARSI, Zoological Society of London, WWF- Indonesia/Yayasan
PKHS, 19 maggio 2009, comunicato stampa congiunto, Asia Pulp & Paper/Sinar Mas Group Sert to
Destroy Orangutan Reintroduction Site, Critical Tiger Forest,
http://www.savesumatra.org/index.php/newspublications/pressdetail/8
19
Mathew, Ed e Jan Willem van Gelder, Paper Tiger, Hidden Dragons: The responsibili- ty of
international financial institutions for Indonesian forest destruction, social conflict and the financial crisis
of Asia Pulp & Paper, maggio 2001, http://www.salvaleforeste.it/Download-document/34-Paper-Tiger-
Hidden-Dragons.html
20
Christopher Barr Center for International Forestry Research (CIFOR), Presentazione tenuta al
Roundtable on Indonesia’s Pulp and Paper Industry New York, NY – 10 aprile 2008
21
http://www.asiapulppaper.com
9
TIGRI DI CARTA

2006, la APP si riforniva per il 70 per cento da foreste naturali e solo per un 30
per cento da piantagioni.22 Da allora frattempo le piantagioni si sono espanse
(vedi oltre), ma sempre ai danni delle foreste naturali.

Malgrado la propaganda della APP e le certificazioni ottenute dalle sue cartiere,


a livello di gestione forestale questa impresa non ha condotto una sola
valutazione di impatto ambientale basata su criteri scientifici. Al contrario,
continua a radere al suolo foreste pluviali, senza curarsi degli impatti delle
proprie operazioni.23

Il risultato è che la APP è divenuta in pochi decenni il campione indonesiano


della deforestazione. Dall’inizio delle sue operazioni, nel 1984, si stima che la
APP abbia distrutto un milione di ettari di foresta nelle sole province di Riau e
Jambi.24

Dodici anni di deforestazione in Riau


stanno portando l’elefante e la tigre di
Sumatra all’estinzione. La tigre di
Sumatra, l’ultima delle tigri insulari,
non supera ormai i 500 esemplari in
natura.25 In pericolo è anche l’orango-
tango, uno de nostri parenti più vicini
nel mondo animale. Alla fine del 2002,
nell’isola di Sumatra, era ridotto a
3.500 esemplari, ma questi si trovano
in aree protette troppo ristrette per
assicurarne la sopravvivenza.26

Se non sarà fermata la


deforestazione, entrambe queste
specie potrebbero estinguersi nel giro
di pochi anni. Le poche tigri superstiti,
scacciate dalle foreste, sono costrette
al aggirarsi affamate per i villaggi,
causando anche numerose vittime.27

22
WWF Indonesia, WWF Monitoring Brief June 2006: Asia Pulp & Paper (APP), luglio 2006,
http://www.wwf.or.jp/activity/forest/lib/APP_Oct06_MonitoringRpt.pdf
23
Vi sono numerosi rapporti del WWF su questo tema, rinvenibili all'indirizzo http://www.wwf.or.id e sul
sito di Eyes on the Forest, disponibili all'indirizzo: http://www.eyesontheforest.or.id
24
The Wall Street Journal, Last-Frontier Forest Is at Risk From Boom, 25 luglio 2008,
http://online.wsj.com/article/SB121695067248683475.html?mod=googlenews_wsj
25
IUCN/SSC Cat Specialist Group, Seidenstick et al, 1999
26
Wich, S.A., Singleton, I., Utami-Atmoko, S.S., Geurts, M.L., Rijksen, H.D. & van Schaik, C. P. 2003.
The status of the Sumatran orang-utan /Pongo abelii/: an update. Oryx 37: 41–48.
27
Eyes on the Forest, comunicato stampa: Forest clearing by paper giant APP/Sinar Mas linked to 12
years of Sumatran tiger, human fatalities, 17 marzo 2009,
http://eyesontheforest.or.id/index.php?option=com_content&task=view&id=227&Itemid=6&lang=english
10
TIGRI DI CARTA

La minaccia al clima globale


Il mix di deforestazione e drenaggio della torba, all’origine delle nuove
piantagioni, porta a un’impennata delle emissioni di gas serra, dovuto
all’ossidazione o alla combustione della torba.28 Benché sia illegale, spesso i
cascami vengono bruciati, per bilanciare la naturale acidità della torba e
eliminare la vegetazione residua. Ma la torba asciutta è un ottimo
combustibile, e il fuoco si propaga incontrollato, a volte anche sotto il livello del
suolo.

Secondo uno studio sugli impatti climatici della deforestazione nella provincia
di Riau, redatto dal WWF e da scienziati di rilevanza internazionale,29 nella sola
provincia di Riau, le emissioni di CO2 superano quelle di un paese
industrializzato come l’Olanda. Una quota importante di queste emissioni viene
dal milione di ettari di foreste e torbiere abbattute dalla APP.

La APP sostiene che per la produzione della carta, la propria impronta di


carbonio, di circa 1,56 tonnellate di carbonio per tonnellata di carta, sia

28
WWF USA Update: Sumatra's Forests Disappearing, Bad News for Climate Change, Tigers and
Elephants, 26 febbraio 2008,
http://www.worldwildlife.org/who/media/press/2008/WWFPresitem7596.html Vedi anche Uryu et al.,
Deforestation, Forest Degradation, Biodiversity Loss and CO2 Emissions in Riau, Sumatra, Indonesia,
WWF Indonesia Technical Report, Jakarta, Indonesia, 2008,
http://www.worldwildlife.org/who/media/press/2008/WWFPresitem7596.html
29
WWF USA, vedi sopra
11
TIGRI DI CARTA

inferiore a quella dei suoi concorrenti.30 Ma i calcoli della APP non includono le
enormi emissioni di gas a effetto serra che provengono dalla conversione di
foreste pluviali e dal drenaggio della torba, ossia la maggioranza delle
emissioni prodotte. Gran parte delle nuove piantagioni che la APP progetta di
creare, sorgeranno proprio in aree di foresta torbiera (vedi oltre). In questo
modo la APP pianifica di aumentare ancor più il già massiccio impatto sul
cambiamento climatico.

Taglio illegale, corruzione, frode e abusi


Considerato un’emergenza nazionale, in Indonesia il taglio illegale è stimato
attorno a un tasso dell’89 per cento.31 Nel novembre 2007 un’investigazione
della polizia di Riau ha portato al sequestro di un milione di metri cubi di legno.
L’inchiesta su 189 casi di taglio illegale, puntava dritta ai vertici dei due colossi
forestali indonesiani: APP e APRIL, e allo stesso ministro delle foreste,
responsabile del rilascio illegale di licenze di taglio.32 Alla fine la APP ha
ottenuto la rimozione del capo della polizia, e l’inchiesta è stata archiviata in
blocco.

Il rapporto pubblicato da Human Rights Watch33 redatto sulla base dei dati
forniti dalla Commissione per lo Sradicamento della Corruzione (KPK) voluta
dallo stesso Presidente della Repubblica, analizza in dettaglio le attività del
settore forestale di Sumatra, dove la APP svolge un ruolo predominante. Nella
provincia di Riau, che ospita la maggior parte delle foreste sfruttabili, la APP
utilizza la corruzione e la mancanza di trasparenza per accumulare illegalmente
profitti basati sulla distruzione di habitat e delle basi di sussistenza per le
comunità dell’area.

La APP sostiene di svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo delle comunità delle
aree in cui opera.34 La realtà è però diversa: secondo Human Rights Watch, il
settore forestale indonesiano avrebbe sottratto circa 2 miliardi di dollari, tra
tasse evase, sussidi "aggiustati" e prelievo di tronchi senza le necessarie
autorizzazioni. La stessa cifra, secondo i calcoli della Banca Mondiale, sarebbe
sufficiente ad assicurare l'assistenza sanitaria a 100 milioni di indigenti per
almeno due anni.

30
APP, Tackling Climate Change, vedi
http://www.asiapulppaper.com/portal/APP_Portal.nsf/0/BBC501E6F52A7AA8472575BB002E1705?opendo
cument
31
The World Bank, Strengthening Forest Law Enforcement and Governance: Addressing a Systemic
Constraint to Sustainable Development, Environment and Agriculture and Rural Development
Departments; Report N. 36638-GLB , agosto 2006
32
The Jakarta Post, Kaban Raises Doubts Over Confiscated Timber, 1 settembre 2009,
http://www.thejakartapost.com/news/2007/07/28/kaban-raises-doubts-over-confiscated- timber.html
33
Human Rights Watch, Wild Money - The Human Rights Consequences of Illegal Logging and
Corruption in Indonesia’s Forestry Sector
http://www.hrw.org/sites/default/files/reports/indonesia1209webwcover_0.pdf
34
APP, Open Letter to Stakeholders, In Response to FERN’s Report: EU Ecolabel allows forest
destruction, 13 aprile 2010
12
TIGRI DI CARTA

Ma è la distruzione delle foreste il danno maggiore causato dalla APP allo


sviluppo e al benessere delle comunità forestali dell’Indonesia. Le foreste
indonesiane danno da vivere a 30 milioni di persone, tra cui 300 gruppi
indigeni, e la loro distruzione lascia questa gente senza casa, senza fonti di
sussistenza, senza il loro ambiente e la loro cultura. La loro vita, sostenuta
dalla foresta per migliaia di anni, si trasforma in una povertà senza radici né
mezzi di sussistenza dignitosi.

Amministratori corrotti e imprese disoneste ottengono le terre di queste


comunità promettendo sviluppo e benessere, che regolarmene non arrivano,
mentre gli introiti di legno, carta e olio di palma finiscono nelle metropoli.

Quello che arriva puntuale è la violenza, se le comunità locali si rifiutano di


cedere la loro terra. Numerose associazioni per i diritti umani hanno
ripetutamente denunciato le pratiche violente della APP nelle provincie di Riau
e Jambi. Dall’intimidazione dei contadini, al sequestro delle loro terre, alla loro
esclusione dai terreni demaniali. Fino ad arrivare a vere e proprie violenze, con
feriti, omicidi, interi villaggi distrutti.35

Nell’agosto 2008 la Commissione Nazionale per i Diritti Umani ha investigato


sulle violazioni dei diritti degli indigeni Sakai da parte di una sussidiaria della
APP, riportando un continuo stato di intimidazione.36

Nel dicembre 2008 gli elicotteri della polizia di Riau hanno dato alle fiamme
500 case nel villaggio di Suluk Bongkal, una autentica pioggia di fuoco, per
fare posto a una piantagione illegale legata al gruppo APP.37 70 abitanti del
villaggio sono stati arrestati, e due bambini sono restati vittime delle
violenze.38

Simili conflitti sono stati riportati anche nella provincia di Jambi.39 Nel luglio
2009 la polizia interna di una impresa del gruppo APP, la PT Lontar Papirup
Pulp and Papers, ha sequestrato due giornalisti della televisione France 24,
colpevoli di riprendere i camion carichi di tronchi nel parcheggio dell’azienda.
In realtà la stessa legge indonesiana prevede due anni di prigione per chi
nasconda prove alla stampa.40 I tre giornalisti stavano conducendo un servizio
investigativo sulle operazioni di taglio illegale da parte dei gruppi cartari.

35
Cfr. Noor, R. & Syumanda, R., Social Conflict and Environmental Disaster: A report on Asia Pulp and
Paper's operations in Sumatra, Indonesia, 2006. CAPPA, World Rainforest Movement e Walhi,
http://www.wrm.org.uy/countries/Indonesia/Book8.pdf, e Human Rights Watch Without Remedy: Human
Rights Abuse and Indonesia's Pulp and Paper Industry, 2003,
http://www.hrw.org/reports/2003/indon0103/Indon0103.pdf
36
The Jakarta Post Human Rights Body Finds Rights Abuse in Riau Land Dispute., 3 agosto 2008
http://www.thejakartapost.com/news/2008/03/08/human-rights-body-finds- rights-abuse-riau-land-
dispute.html
37
La piantagione della PT Arara Abadi era stata investigata per aver ottenuto illegal- mente la
concessione forestale.
38
Jakarta Post, Riau Police Guilty of Rights Abuses: Komnas HAM, 29 dicembre 2008.
39
Jambi Ekspres (1 January 2008) 21 Warga Menyerahkan Diri Terkait Pembakaran Alat Berat WKS.
40
Legge n. 40 del 1999.
13
TIGRI DI CARTA

L’ultima beffa riguarda il clima: gli abitanti delle 18.000 isole dell’arcipelago
indonesiano saranno tra i primi a pagare il prezzo dell'innalzamento del livello
dei mari causato proprio dalle altissime emissioni di carbonio legate alla
deforestazione.

Non è una storia per bambini


Centinaia di libri per bambini sono stampati in Cina, dove APP e APRIL hanno il loro maggior
mercato. Un'indagine realizzata dal WWF in Germania, ha rivelato che su 51 libri per bambini
stampati in Cina, 19 contengono fibre di legno tropicale, come la Shorea (meranti) o la
Rhizophora, che provengono da foreste naturali. La ricerca svolta in Germania desta grande
preoccupazioni anche per il mercato italiano dove Terra! ha contato circa duecento titoli per la
prima infanzia stampati in Cina, Malesia o Thailandia, per conto di una ventina di editori.
Solitamente questi libri vengono stampati attraverso broker che operano su scala europea; è
quindi altamente probabile che anche per i libri italiani la composizione della carta sia simile a
quella rilevata in Germania.

14
TIGRI DI CARTA

L’espansione delle piantagioni


La continua espansione del mercato, sostenuta dal basso prezzo della materia
prima, non fa che accelerare la distruzione delle foreste. È un circolo vizioso: le
foreste indonesiane vengono abbattute per produrre carta a costi contenuti.
Carta e cellulosa: capacità produttiva dell’Indonesia
e fibre richieste
Anno Capacità produttiva Legname richiesto
in tonnellate metri cubi
1990 1.000.000 4.900.000
2000 5.200.000 25.600.000
2008 7.500.000 36.700.000
Fonte: Cifor41

Questa carta, venduta a prezzi competitivi, espande progressivamente la


propria quota di mercato, e le cartiere hanno sempre più bisogno di nuove
piantagioni e nuove foreste da abbattere.
Carta e cellulosa: capacità produttiva annua di alcune cartiere e fibre richieste

Cartiera Capacità Legname Regione


produttiva richiesto
in tonnellate in tonnellate
Riau Andalan (APRIL) 2.600.000 12.700.000 Riau
Indah Kiat (APP) 2.300.000 11.200.000 Riau
Lontar Papyrus (APP) 800.000 3.900.000 Jambi
Kertas Nusantara 525.000 2.600.000 Kalimantan
(ex-Kiani) orientale
Tanjung Enim Lestari 450.000 2.200.000 Sumatra
settentrionale
Toba Pulp (APRIL) 220.000 1.100.000 Sumatra
settentrionale
Fonte: Cifor42

Le piantagioni della APP


Cartiere con progetti di espansione
sono cresciute di APP – Indah Kiat, Lontar Papyrus (Riau e Jambi)
estensione, APRIL – Riau Andalan (Riau)
moltiplicandosi nel giro di United Fiber System (Kalimantan meridinale)
pochi anni: fino al 2003 PT Garuda Kaltim Lestari (Kalimantan occidentale)
l’impresa ha ottenuto PT Kaltim Prima Pulp & Paper (Kalimantan orientale)
Medco Group (Papua) ! Korindo Group (C.
121.000 ettari di Kalimantan)
piantagioni, nel 2004 ne Kiani Kertas (E. Kalimantan)
ha aggiunti altri 65.000 International Paper (Kalimantan centrale and Papua)
ettari, nel 2005 ancora
81.000 e nel 2006 ulteriori 108.000 ettari43. In molti casi si tratta di aree di

41
Christopher Barr Center for International Forestry Research (CIFOR), Presentazione tenuta al
Roundtable on Indonesia’s Pulp and Paper Industry New York, NY – 10 aprile 2008
42
Christopher Barr Center for International Forestry Research (CIFOR), Presentazione tenuta al
Roundtable on Indonesia’s Pulp and Paper Industry New York, NY – 10 aprile 2008
43
Christopher Barr Center for International Forestry Research (CIFOR), Presentazione tenuta al
Roundtable on Indonesia’s Pulp and Paper Industry New York, NY – 10 aprile 2008
15
TIGRI DI CARTA

grande valore ambientale.

La APP ha recentemente ottenuto dal governo indonesiano il permesso per


abbattere tutti gli alberi su 200.000 ettari nell’area del Parco Nazionale di Bukit
Tigapuluh, nella provincia di Jambi. Questo parco è essenziale per la tigre di
Sumatra e l’orango. Le operazioni dovrebbero iniziare nel 2010, e includeranno
l’unica area in cui era stato reintrodotto con successo l’orango.44

La APP ha inoltre progetti di espansione in Sumatra meridionale e nella


provincia di Papua, nell’isola della Nuova Guinea.45

Via via che le foreste asciutte si esauriscono, la APP si concentra sulle foreste
torbiere. Oramai il 75 per cento delle nuove piantagioni della APP nelle
provincie di Riau e Jambi, si trova in torbiere.46

Nel 2006 il governo indonesiano, su pressione dei colossi della carta e del
legno, ha ulteriormente innalzato gli obiettivi produttivi: da 6,5 milioni di
tonnellate annue di cellulosa prodotta nel 2007, l’Indonesia ne dovrà produrre
16 milioni nel 2020 (più del doppio). Per la carta è previsto un aumento da
10,5 a 18 milioni di tonnellate annue. Questo significa una crescita del
consumo di legno da 29 a 72 milioni di metri cubi annui. Come conseguenza il
governo ha previsto l’allocazione di 29 milioni di ettari alla produzione di legno,
e altri 10 milioni di ettari alla conversione in piantagioni.47 Si tratta di una
superficie più grande dell’Italia.

A caccia di mercati
Fonti di Terra! hanno messo in luce un’aggressiva campagna di espansione nel
mercato italiano da parte della APP, che nel frattempo ha aperto uffici in Italia,
Spagna, Regno Unito e Germania.

Numerosi editori e stampatori vengono contattati ogni mese con proposte


vantaggiose in termini di prezzo e di credito. L’Italia è divenuta oramai il primo
importatore europeo di carta dall’Indonesia, con importazioni che superano le
77.000 tonnellate tra carta, cellulosa e sottoprodotti, per un valore di oltre 44
milioni di Euro.48 Secondo i dati dell’ICE, tra il primo bimestre del 2008 e quello
del 2009 risulta una crescita del 67,7 per cento dell'importazione di carta.49 Nel
2009, editori, tipografie e rivenditori di carta hanno acquistato oltre 40.000

44
Frankfurt Zoological Society, KKI WARSI, Zoological Society of London, WWF- Indonesia, Yayasan
PKHS, vedi sopra
45
Pulp Plantation Management: A presentation to the Indonesian Minister of Forests, 2007, Jakarta.
Sinar Mas Forestry
46
Christopher Barr Center for International Forestry Research (CIFOR), Presentazione tenuta al
Roundtable on Indonesia’s Pulp and Paper Industry New York, NY – 10 aprile 2008
47
Data Perkembangan HTI Yang Memperoleh Sk. Definitif & Data, Perkembangan HPH Yang
Memperoleh Sk Definitif, Ministero delle Foreste, agosto 2006
48
Dati Eurostat
49
Istituto per il Commercio Estero, Indonesia, aggiornato al primo semestre 2009, vedi:
http://www.ice.it/paesi/pdf/indonesia.pdf
16
TIGRI DI CARTA

tonnellate di carta soltanto dalle tre cartiere indonesiane del gruppo APP: Tjiwi
Kimia, Pindo Deli e Indah Kiat.50

Grafico: importazioni europee dalle cartiere indonesiane della APP (in tonnellate)

Perfino alcune cartiere rivendono i prodotti della APP, favorendo così una
massiccia occupazione del mercato che, oltre ai gravi impatti ambientali,
rischia di mettere fuori gioco la produzione cartaria nazionale. Tra queste,
anche le Cartiere Paolo Pigna, che stanno acquistando prodotti da imprese del
gruppo APP. In questo modo, si alimenta la distruzione delle foreste pluviali
dell'Indonesia. Infatti, la crescita delle vendite nel nostro Paese, si tradurrà
inevitabilmente in una ulteriore espansione delle piantagioni di acacia, ai danni
delle residue foreste naturali e delle torbiere.

Nel settembre 2009 Terra!, insieme al Rainforest Action Network, ha


individuato come numerose imprese griffe della moda impiegavano shopper o
packaging prodotto con fibre della APP, e ha contattato le imprese coinvolte,
informandole dei rischi cui andavano incontro. Gucci, Tiffany, H&M, Ferragamo
e molti marchi della moda si sono attivati per eliminare dalla propria filiera
carta originaria dalle foreste pluviali, a recidere le relazioni commerciali con i
gruppi che continuano a distruggere le foreste pluviali e si sono orientati ad
assicurare la certificazione Forest Stewardship Council (FSC) per i prodotti a
base di carta.51 Questo dimostra come distruggere le foreste non sia affatto
necessario.

50
Dati confidenza pervenuti a Terra!
51
Vedi: http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Csr/Gucci-si-impegna-a-proteggere-le-foreste-
pluviali-dellIndonesia_3951075745.html, e:
http://www.ferragamo.com/webapp/wcs/stores/servlet/TopCategories_30150_35050#/news/10738/
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TIGRI DI CARTA

Riciclaggio ‘verde’
Attraverso un complesso sistema di sussidiarie e subappalti, la APP occulta le
sue responsabilità nella deforestazione dell’Indonesia, e nel drenaggio di
torbiere protette dalla legge di quel paese.

La APP si presenta con una veste “ambientale” utilizzando certificazioni


discusse, come il PEFC e il LEI.52 Quello che non dice è che anche questi
prodotti possono sempre contenere fibre provenienti dall'Indonesia, legate alla
distruzione delle foreste.

Nel 2007 la APP ha tentato di ottenere credibilità attraverso il più riconosciuto


standard di certificazione, il FSC, ma quest’ultimo si è dissociato, citando le
“consistenti informazioni di pubblico dominio, che suggeriscono come la APP,
sussidiaria del gruppo Sinar Mas, sia associata a pratiche forestali
distruttive”.53 Anche la Rainforest Alliance, dopo aver accettato l’incarico di
certificare le operazioni della APP, ha si è dissociata dall’impresa, criticando la
conversione in piantagioni di foreste di alto valore ambientale.54

Precedentemente, nel 2001, il WWF aveva proposto alla APP un programma


che prevedeva il progressivo miglioramento dei propri standard ambientali.55
La APP aveva accettato questo programma, ma in seguito non ha mostrato di
rispettare gli impegni assunti. Il WWF ha dovuto prendere atto del fallimento
del progetto, e ha interrotto le relazioni con la APP.56 Nel 2006 il WWF ha
tentato di aprire una nuova trattativa con la APP, ma ha dovuto concludere che
non si era determinato alcun sostanziale progresso nelle pratiche
dell’azienda.57

52
L’Indonesian Ecolabelling Institute (LEI), è il nuovo schema indonesiano. Presentato lo scorso febbraio
al meeting internazionale cartario di Francoforte (RISI) il LEI ha già collezionato forti critiche dalle
associazioni ambientaliste indonesiane e dalle unioni contadine del paese, che hanno denunciato le
pratiche insostenibili della APP proprio in piantagioni certificate dal LEI. Vedi:
http://www.terraonlus.it/it/foreste/250-dallindonesia-la-certificazione-bufala
53
Forest Stewardship Council A.C. Forest Stewardship Council dissociates with Asia Pulp and Paper,
dicembre 2007, http://www.wwf.or.jp/activity/forest/ news/2008/20080116opt_fsc.pdf
54
Rainforest Alliance, comunicato stampa: Termination of Contracts with APP in China, ottobre 2007,
http://www.rainforest-alliance.org/programs/forestry/smartwood/pdfs/term- ssagreement-aap.pdf
55
WWF Indonesia, Asia Pulp and Paper Co. Ltd. and its fiber suppliers, the Sinar Mas Group forestry
compagnie, Letter of Intent, 19 agosto 2003, Jakarta, Indonesia.,
http://www.wwf.or.id/attachments/Letter% percent20of% percent20Intent-Final.pdf
56
WWF Indonesia, Time is Running out for APP”, 20 febbraio 2004
assets.wwfid.panda.org/downloads/time_is_running_out_4_app.pdf
57
WWF Indonesia, Monitoring Brief. Asia Pulp & Paper (APP): Hiding Destruction Behind False
Advertisements: APP continues to ignore calls for conservation beyond “legal compliance,” and even fails
on the latter. Ottobre 2006, http://www.wwf.or.jp/activ- ity/forest/lib/APP_Oct06_MonitoringRpt.pdf.
Vedi anche comunicato stampa del WWF International: Indonesian pulp and paper company fails to
protect high-valued forests, 11 luglio 2006, http://www.panda.org/news_facts/newsroom/news/?75640
18
TIGRI DI CARTA

Volta pagina
Centinaia di editori, tipografi e rivenditori hanno investito in politiche
ambientali e nella certificazione, ma poi rischiano di vanificare il proprio
impegno per acquistare carta a prezzo vantaggioso, contribuendo al tragico
destino delle foreste pluviali indonesiane, mettendo a rischio specie animali,
comunità indigene e il clima globale.

Diverse imprese hanno deciso di non acquistare più carta o cellulosa dalla APP,
per non compromettere il proprio marchio e la propria credibilità. Gruppi come
Fuji Xerox, Ricoh, Corporate Express, Metro Group, Woolworths Ltd. e Idisa
Papel hanno interrotto i propri acquisti dalla APP.58 Anche il principale
distributore di prodotti da ufficio degli Stati Uniti, Staples Inc., ha cessato gli
acquisti dalla APP, perché ogni legame con questo gruppo avrebbe esposto il
marchio dell’azienda “ad alto rischio”.59

Terra! si rivolge alle imprese italiane, chiedendo loro di considerare l’intimo


legame tra qualità tecnologica e qualità ambientale, e di dissociarsi
pubblicamente dalla distruzione delle foreste pluviali, adottando alternative più
responsabili.

VOLTA PAGINA: NIENTE DEFORESTAZIONE

• Non acquistare i prodotti di gruppi industriali legati alla distruzione delle


foreste, come la APP o il suo concorrente APRIL, ed evita ogni legame
commerciale o finanziario con queste imprese. !
• Individua l’origine dei prodotti a base di carta, per evitare ogni legame
con la distruzione di foreste minacciate, di alto valore di conservazione,
di foreste ricche di carbonio e di quelle in cui sono in corso conflitti o
controversie sociali.

APRI UN CAPITOLO NUOVO: USA CARTA RICICLATA !


• Massimizza il contenuto di fibre riciclate nella carta dei libri e in tutti i
prodotti a base di carta.
• Assicurati che non vi siano fibre vergini che non provengano da
operazioni certificate Forest Stewardhip Council (FSC). !
• Collabora con Terra! nello sviluppare e mettere in pratica una politica
ambientale per la carta e i sottoprodotti. !
• Fai conoscere le tue scelte ai tuoi clienti e fornitori, per assicurare un
futuro alle foreste pluviali del’Indonesia, e di proteggere il pianeta dal
cambiamento del clima.

58
Ad esempio, si veda il comunicato stampa di Office Depot, http://www.reuters.com/arti-
cle/pressRelease/idUS141262+03-Jun-2008+BW20080603; o il comunicato stampa diMetro Group,
all'indirizzo: http://www.ethicalcorp.com/content.asp?ContentID=2732; o il comunicato del Gruppo Ricoh
all'indirizzo http://www.worldwildlife.org/who/media/press/2006/WWFPresitem888.html; o. Woolworths
all'indirizzo http://abc.com.au/news/stories/2008/08/07/2327977.htm
59
The Wall Street Journal, Green-Minded Staples Ends Ties With Asia Pulp & Paper, 7 febbraio 2008
http://online.wsj.com/article/SB120240874246651263.html?mod=google- news_wsj
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TIGRI DI CARTA

Terra! ONLUS Viale Regina Margherita, 294 00198 Roma


Telefono 06 83515509 - 345 4446323 Fax 06 97258625, info@terraonlus.it, www.terraonlus.it

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