Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
01 - SAER-2015-Eolico e Microeolico
01 - SAER-2015-Eolico e Microeolico
Introduzione
Introduzione
Diffusione attuale
Fonte: IEA – Dati 2011
6
Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Diffusione attuale
Fonte: IEA – Dati 2011
7
Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Situazione italiana
Dati TERNA
Situazione italiana
Dati TERNA
(fonte: GWEC2011)
La top ten
(fonte EWEA)
(fonte EWEA)
(fonte SIMERI)
14 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
(fonte: SIMERI)
15 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
GWh
(fonte: SIMERI)
16 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
(fonte: SIMERI)
17 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Attenzione!
Producibilità in Italia
(fonte GSE - 2007 )
Producibilità in Italia
(fonte: SIMERI)
20 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
1 - Richiami generali
La forza di Coriolis
• Dato che la terra ruota intorno al proprio asse, ogni spostamento nell’emisfero
boreale subisce una deviazione verso destra (rispetto ad un osservatore solidale
al terreno). Nell’emisfero sud la deviazione è verso sinistra. Questa deviazione è
dovuta all’azione della forza di Coriolis.
Venti geostrofici
• Venti geostrofici dipendono
prevalentemente dalle
differenze di temperatura e di
pressione e non sono molto
influenzate dalla superficie
terrestre (h > 1000 m).
• Avvicinandosi al suolo entrano
in gioco altri fattori:
– Brezze locali
– Rugosità superficiale
(forze di attrito)
– Ostacoli
– Orografia
Venti di superficie
• La superficie terrestre può influenzare i venti fino ad un’altitudine di circa 100
metri. La rugosità superficiale o la presenza di ostacoli possono cambiare
molto la velocità del vento e modificarne la direzione di flusso.
Brezza di mare
• Inizia alle 9-10 del mattino; massima nel pomeriggio (6–12 nodi).
• Fino ad un’altezza massima di 400-600 metri. A quote superiori, direzione opposta
• Meno intensa nei mesi freddi poiché più lieve il riscaldamento della superficie terrestre.
Brezze di pendio
• Le prime ad essere raggiunte dai raggi
solari dopo l’alba sono le creste ed i pendii
in quota; l’aria inizia si espande verso l’alto
e richiamando altra aria dal fondovalle
Lunghezze di rugosità
Effetto tunnel
• Effetto tunnel: turbina posta fra due ostacoli (fianchi di un pendio, costruzioni, …). L’aria
che investe gli ostacoli si incunea fra di essi aumentando la velocità.
• Necessario un imbocco graduale
• Attenzione, si possono creare zone fortemente turbolente che possono vanificare gli
effetti dell’accelerazione locale e ridurre drasticamente la vita della turbina.
Effetto collina
• Effetto collina: turbina posizionata sul crinale di una collina. Il vento si comprime
quando colpisce il pendio e, una volta raggiunta la vetta, si espande aumentando la
propria velocità.
• A seconda della geometria della collina si possono avere anche effetti negativi:
problemi di separazione della vena fluida
• Anche in questo case le turbolenze possono annullare gli effetti positivi
a b
c d
Cenni di anemometria
• Più comuni: anemometri a coppe, ma anche ad ultrasuoni
(principalmente si basano sul ritardo temporale tra segnale inviato e
ricevuto in entrambe le direzioni).
– Problemi di icing
– E’ necessaria una calibrazione rigorosa! Un errore del 3% sulla velocità
può portare ad una stima sulla potenza il 10% superiore! (1.03^3-1=0.1).
– … e ci sono le variazioni di quota …
Deflessione
• In realtà quando il vento attraversa la turbina, non viene solo frenato, ma anche
deflesso e questa deflessione comincia prima del rotore stesso. Tale evidenza, in
aggiunta al fatto che il vento a valle mantiene una velocità residua, fa capire che non si
potrà mai estrarre tutta al potenza del vento.
– Il vento a valle del rotore si muove a velocità inferiore poiché ha ceduto parte dell’energia al
rotore stesso: dato che la quantità di aria è la stessa che ha attraversato la turbina, questa
dovrà occupare un volume superiore (il passaggio è graduale, ovviamente).
– Quando il vento si avvicina al rotore, la pressione incrementa gradualmente (è visto come un
ostacolo) per poi crollare a valle del rotore e poi gradualmente tornare al valore iniziale.
– Grazie al mescolamento con il vento veloce che non ha attraversato il rotore, “l’ombra” del
rotore diminuisce progressivamente (effetto da considerare nel caso di parchi eolici).
2/3V
V 1/3V V
Patm Dp
P=
1
2
(
ρAU U 1 2 − U 2 2 ) (4)
U 2 = (1 − 2 a )U 1 (7)
2
1 ⎛2⎞ 16
c Popt = 4a(1 − a) 2 = 4 * * ⎜ ⎟ = ≅ 0.592
3 ⎝3⎠ 27
2
U = U1
3
U1
A2 = A1 = 3S 1
U2
1 8 1 8 2 16 ⎛ 1 3 ⎞
Pideal = ρ ( A1U 1 3 ) = ρ ( ⋅ AU 1 3 ) = ⋅ ⎜ ρ AU 1 ⎟
2 9 2 9 3 27 ⎝ 2 ⎠
β = funzione di forma
1: esponenziale decr.
2: Rayleigh
Alcune considerazioni:
– l‘area sotto la curva ha valore unitario (la η = parametro di scalatura
probabilità che il vento soffi ad una velocità,
includendo anche lo zero, è il 100%)
– L’area è divisa a metà dalla linea nera a 6.6
m/s. Tale valore è detto mediana.
– Velocità media è 7 m/s. somma delle
velocità diviso il numero di campioni
– Il valore di velocità del vento più probabile è 1
5.5 m/s, tale valore è detto moda • Potenza media: Pv , m = ρ ⋅ A ⋅ 73
2
47 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
2 – Curve caratteristiche
1
L = c L ρSV 2
2 ρ ⋅V ⋅ c
Re =
1 μ
D= c D ρSV 2
2
S - area in pianta della pala (corda*lunghezza)
ρ - densità dell’aria = 1,184 [kg/Nm3] @ 20 °C
μ - viscosità dinamica = 0,00002927 [kg/(m·s)]
2. Numero di Reynolds
• Un aumento del TSR, invece, porta in una condizione in cui le pale sono troppo
veloci rispetto al flusso d’aria, vedendo così ridotta la propria efficienza
aerodinamica, con dissipazione di una parte dell’energia disponibile.
• si ricordi che:
1 3
P = ρc P AU ∞
2
ωR
TSR =
U∞
60
N = ω*
2π
• Il luogo dei punti di massimo delle curve di potenza (carico di massima efficienza) è una
cubica semplice.
– Comportamento invertito anche nel caso di aumento del carico, dove si creerebbe l’assurdo di
una richiesta di accelerazione da parte della macchina.
Caratteristiche generali
• Si definiscono turbine eoliche ad asse verticale (acronimo inglese
VAWTs – Vertical Axis Wind Turbines) le turbine che ruotano attorno
ad un asse perpendicolare alla direzione principale del vento.
Principali tipologie
• Savonius
– Basate sul drag delle pale
– Bassi rendimenti, ma elevate coppie
allo spunto
– Estrema semplicità costruttiva
• Darrieus
– Buone prestazioni, ma problemi di avvio
– Diversi layout costruttivi
– Possono avere un elemento Savonius per
migliorare la coppia allo spunto
Savonius
• Brevettata dall’ingegnere finlandese Sigurd J. Savonius nel 1930 (No. US1766765)
• Classificazione:
– Turbina microeolica
– Orientamento dell’asse verticale (VAWT)
– Estrazione di energia per trascinamento
delle pale dal vento (drag)
• Pregi:
– Semplicità costruttiva,
– Insensibilità alla direzione del vento,
– Alte coppie di spunto,
– Self-starting garantito;
– Basse velocità di rotazione,
– Scarsa rumorosità
• Difetti:
– Bassi rendimenti (max ≈ 0.20),
– Pesi elevati,
– Coppia molto variabile sul giro
Esempi costruttivi
Parametri di progetto
• Aspect Ratio, AR=H/d (H=altezza, d=corda pala)
– Valori alti di AR in genere migliorano le prestazioni
– AR=4 è in genere è un buon valore di riferimento
http://www.windside.com
Curve caratteristiche
• Si può notare quanto segue:
– Il massimo coefficiente di potenza si ottiene
intorno a TSR=0.9÷1.0, sia nella
configurazione a 2 che a 3 pale (Fig. in basso)
– Le Savonius girano a TSR molto più bassi
delle altre turbine eoliche
• Il loro funzionamento a Drag non ricava
vantaggi “angolari” dalla variazione di incidenza
• WIND TUNNEL PERFORMANCE DATA FOR TWO- AND THREE-BUCKET SAVONIUS ROTORS
(Ben F. Blackwell, Robert E. Sheldahl, Louis V. Feltz) - SANDIA REPORT (SAND76-0131 UC-261)
http://prod.sandia.gov/techlib/access-control.cgi/1976/760131.pdf
λ=0
• Periodo di 180°
• Coppia sempre positiva
• Max e min particolari
• Dipendenza dall’overlap e
n° pale
• Con tre pale la curva
risulta molto più piatta
• … velocità relativa?
Variazione overlap
• La configurazione raccomandata è quella con un overlap s/d=1.0 – 1.5
Spunti di riflessione
• Uno sgancio del carico durante il funzionamento fa sì che la macchina vada in
condizioni di fuga
Darrieus - 1
• Macchine basate sul lift generato dai profili aerodinamici delle pale
– Migliori efficienze rispetto ai dispositivi basati sul drag
– Molto silenziose - diverse soluzioni di design
– Durante la rotazione, il profilo sperimenta ampie
variazioni dell’angolo di incidenza cui corrispondono
grandi oscillazioni del coefficiente di lift
– Possibili problemi di avvio (manca il contributo della
velocità di trascinamento, bassi Re e grandi variazioni
di incidenza a seconda della posizione).
Coefficiente di lift di un
profilo NACA0018
Re=360.000
AR=inf.
Darrieus - 2
• La variazione dell’angolo di incidenza della A
velocità relativa deriva dalla composizione
vettoriale della velocità del vento e di quella di
trascinamento
– Il range di variazione dell’angolo d’attacco è
tanto più grande quanto la turbina gira piano
(velocità di trascinamento bassa)
• Il profilo sperimenta anche angoli di attacco nella
zona stallata
Darrieus - 3
• Andamento dell’angolo di incidenza in funzione della posizione azimuthale
della pala e del TSR
– Al crescere del TSR, l’escursione angolare dell’incidenza lungo il giro si riduce
– Il punto di «ottimo» della curva di potenza (dx) corrisponde alla condizione per cui il range di
incidenze lungo il giro (sx) comprende la miglior combinazione di angoli per il profilo (angoli ai
quali il rapporto lift/drag del profilo è vicino al massimo)
Darrieus - 4
• A causa della variazione delle prestazioni aerodinamiche con l’angolo
di rotazione, il profilo di coppia risultante sul giro risulta assai
discontinuo
– Quasi sempre si utilizzano configurazioni a 3 o più pale per ottenere un
profilo di coppia più piatto
• migliore controllo, migliore avvio e minori sollecitazioni meccaniche
Momentum Models - 1
• A causa della loro buona predittività a livello globale (coppia e potenza di
macchina) e della loro relativa semplicità, i Momentum Models si impongono
spesso come il miglior compromesso per ottenere un primo design di macchina.
– Modelli di tipo 1D basati sulla schematizzazione a «tubi di flusso» (cfr. teoria di Betz)
– Accoppiamento di:
• delle equazioni di continuità e di quantità di moto nella direzione del flusso
• analisi aerodinamica delle interazioni aerodinamiche
Momentum Models - 2
• Analisi delle interazioni aerodinamiche: Blade Element Theory
Angolo di incidenza valutato in funzione del regime di rotazione (TSR
e, quindi, ω), della velocità del vento e della posizione azimutale θ
Darrieus-H δ=0
Momentum Models - 3
• Analisi delle interazioni aerodinamiche: Blade Element Theory (2)
Calcolo delle forze scambiate in senso normale e tangenziale da un
elemento palare di altezza infinitesima
1
Ftang = ⋅ ρ a ⋅ U R2 ⋅ ( h ⋅ c) ⋅ C tang
2
1
Fnorm = ⋅ ρ a ⋅ U R2 ⋅ (h ⋅ c) ⋅ Cnorm
2
Coppia
T (ϑ ) = Ftang ⋅ R
Coefficiente di spinta
1 ⋅ ρ ⋅ U 2 ⋅ h ⋅ c ⋅ ( −C
Valutazione del coefficiente di spinta, da confrontare con quello 2 R norm ⋅ sinϑ + C tang ⋅ cosϑ )
Cthrust =
derivante dal bilancio della quantità di moto (formula riferita alla 1 ⋅ ρ ⋅ A ⋅U 2
convenzione di pag 85) 2
91 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Momentum Models - 4
• Bilancio di q.d.m.: Momentum Theory
- Continuità
U ' = U ⋅ (1 − a)
- Forza sul disco attuatore (1) Fth = A ⋅ ( p up − p down ) = (U − U ' ' ) ⋅ ρ ⋅ A ⋅ U ' = (U − U ' ' ) ⋅ ρ ⋅ A ⋅ U ⋅ (1 − a )
- Bernoulli upwind 1 1
⋅ ρ ⋅ U 2 + p = ⋅ ρ ⋅ U '2 + pup
2 2 1
p up − p down = ⋅ ρ ⋅ (U 2 − U ' ' 2 ) (2)
1 1 2
- Bernoulli downwind ⋅ ρ ⋅U ' '2 + p = ⋅ ρ ⋅ U '2 + pdown
2 2
1
- Dalla (1) e (2) ⋅ ρ ⋅ A ⋅ (U 2 − U ' '2 ) = (U − U ' ' ) ⋅ ρ ⋅ A ⋅ U ⋅ (1 − a ) U ' ' = U ⋅ (1− 2a) (3)
2
- Dalla (1) e (3) Fth = A ⋅ ( pup − p down ) = (U − U ' ' ) ⋅ ρ ⋅ A ⋅ U ⋅ (1 − a ) = 2 ⋅ ρ ⋅ A ⋅ U 2 ⋅ a ⋅ (1 − a )
Fth
- Coefficiente di Spinta C th = = 4 ⋅ a ⋅ (1 − a )
1 ⋅ ρ ⋅ A ⋅U 2
2
Momentum Models - 5
• All’interno dei Momentum Models si individuano 3 approcci:
– Single Streamtube
• La turbina è investita da un flusso a
velocità uniforme (unico a)
– Scadente descrizione del campo di moto
e sovrastima delle prestazioni
– Multiple Streamtubes
• Ogni tubo di flusso analizzato a parte
(diversi a dipendenti dalle prestazioni
aerodinamiche delle pale in quei θ)
– Migliore descrizione del campo di moto
ma ancora leggera sovrastima
– Double Multiple Streamtubes
• La turbina è modellata come due dischi
attuatori in serie (zona upwind e
downwind)→2 a per ogni tubo
– Campo di moto più realistico
93 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Confronto
U avg = (1 − 2 ⋅ a ) ⋅ U 2
U ''
a2 = 1 − 3
U avg
U ' ' = (1 − a2 ) ⋅ (1 − 2 ⋅ a) ⋅U 4
Streamtube Expansion - 1
• Un ulteriore sviluppo dell’approccio Double Multiple Streamtubes è
rappresentato dal modello Streamtube Expansion.
– Dato il rallentamento fra un disco attuatore e l’altro (i.e. dopo l’estrazione di energia
delle pale upwind) si ipotizza un allargamento in senso azimutale del tubo
– Da un punto di vista numerico, tale approssimazione implica il ricalcolo della
larghezza di tutti i tubi nella parte downwind (escludendo eventualmente i tubi
‘’usciti’’ dal raggio della macchina) e la nuova posizione del centroide del tubo
stesso, in cui si valutano le azioni aerodinamiche sulla pala
Streamtube Expansion - 2
– Una volta determinata la nuova estrazione di energia nel tubo, occorre ricalcolare
anche l’estrazione a monte, al fine di non violare la conservazione della q.d.m.
– Aggravio computazionale piuttosto grande ma approssimazione necessaria in
grandi macchine (R grandi)
Stallo dinamico - 1
• Studi sperimentali e numerici hanno messo in
evidenza come lo stallo dinamico sia un fenomeno
presente sulle pale delle turbine Darrieus, soprattutto
in presenza di elevate velocità del vento.
Stallo dinamico - 2
• In letteratura, i modelli per la previsione degli effetti dello stallo dinamico si dividono in:
– Modelli semi-empirici → capaci di quantificare l’influenza del fenomeno ma non di descrivere le
fenomenologia dello stallo dinamico
– Modelli teorici → derivanti da linearizzazioni delle eq. di Navier-Stokes, non usati nelle VAWTs
• MODELLO DI GORMONT
– Simula empiricamente l’isteresi sul profilo definendo un angolo di incidenza virtuale, a cui
vengono valutati i coefficienti di lift e drag. Nato per le pale degli elicotteri.
C Ldyn = C L (α 0 ) − m (α − α 0 )
C Ddyn = C D (α REF )
Stallo dinamico - 3
• MODELLO DI GORMONT (segue)
⎧ γ2
⎪ for lift characteri stic
α REF = α − K1Δα γ1 = ⎨ 2
⎪⎩ 0 for drag characteri stic
⎧ 1 . 0 when α& ≥ 0 ⎧ ⎡ M − M 2 ⎤⎫
K1 = ⎨ γ 2 = γ MAX max⎨0, min ⎢1, ⎥⎬
⎩ − 0 . 5 when α& < 0 ⎩ ⎣ M 1 − M 2 ⎦⎭
⎧ γ 1S when S ≤ S C
Δα = ⎨
⎩γ 1SC + γ 2 (S - SC ) when S > S C
cα& ⎛ t⎞ ⎡ C (α ) − C L (α 0 ) C L (α SS ) − C L (α 0 ) ⎤
S= SC = 0.06 + 1.5⎜ 0.06 − ⎟ m = min ⎢ L REF , ⎥
2W ⎝ c⎠ ⎣ α REF − α 0 α SS − α 0 ⎦
Angolo di zero lift
Stallo dinamico - 4
• MODELLO DI STRICKLAND
– Primo adattamento del modello di Gormont alle turbine ad asse verticale
• Fluido considerato incomprimibile
• SC = 0 (t/c generalmente maggiore di 0.12)
• Pensato per profili simmetrici
• Corregge i valori aerodinamici quando l’angolo eccede quello di stallo statico tramite l’adozione di un
angolo di incidenza modificato
12
⎛ cα& B ⎞ W rappresenta la velocità relativa, αB è l’effettivo angolo d’attacco sulla pala, γ e K1
αM = α B − γK 1 ⎜⎜ ⎟⎟ S α&
⎝ 2 W ⎠ sono costanti empiriche, mentre Sα& è il segno dell’accelerazione angolare.
⎛ αB ⎞
C L = ⎜⎜ ⎟⎟C L (α M ) αB0 è l’angolo d’attacco sulla pala a zero lift
⎝ α M − α B0 ⎠
C D = C D (α M )
Stallo dinamico - 5
• MODELLO DI PARASCHIVOIU
Stallo dinamico - 6
• MODIFICA DI MASSE’ E BERG
– Parte dalla constatazione che il modello di Gormont spesso sovrastima gli effetti dello stallo
dinamico sulle turbine ad asse verticale.
– Propone una modifica dei coefficienti di lift e drag calcolati tramite una interpolazione lineare fra
quelli calcolati con il modello di Gormont e quelli statici
⎧ ⎡ AM α SS − α ⎤ dyn
C Lmod
⎪C L + ⎢
=⎨ A α − α
( ⎥ CL − CL ) when α ≤ AM α SS
⎣ M SS SS ⎦
⎪ CL w hen α > AM α SS
⎩
⎧ ⎡ AM α SS − α ⎤ dyn
C Dmod
⎪C D + ⎢
=⎨ A α − α
(
⎥ CD − CD ) when α ≤ AM α SS
⎣ M SS SS ⎦
⎪ CD w hen α > AM α SS
⎩
– AM=1.8 (Massè)
– AM=6.0 (Berg)
Camber virtuale
• La traiettoria curvilinea seguita dal profilo
durante la rotazione induce una distorsione del
campo fluidodinamico che investe il profilo
stesso.
• Si generano pertanto,a livello di performance
aerodinamiche:
– un effetto di “camber virtuale”
– un effetto di “incidenza virtuale”
• L’influenza di tali effetti può essere sostanziale,
sia in termini di potenza a regime sia in termini
di prestazioni in transitorio (es. avvio).
• Al fine di garantire la che il profilo realmente
operante in termini aerodinamici risulti quello di
progetto (es. NACA0018 in figura), si ricorre
spesso ad una anti-curvatura del profilo in fase
di design che compensi la camber virtuale.
105 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Camber virtuale - 2
• Effetto sulla curva di potenza
Camber virtuale - 3
• Confronto Cp sul profilo tramite CFD
• Un profilo realizzato fisicamente come l’equivalente
cambered e propriamente pitchato per compensare la
virtual incidence, si comporta aerodinamicamente
come il simmetrico desiderato (es. NACA0018)
Camber virtuale - 4
• Effetto sull’avvio
Effetti secondari - 1
– Effetto d’ombra del palo centrale
• Il palo di sostegno centrale genera nella propria scia una zona con deficit di
velocità
• Il deficit di velocità è generalmente considerato normalmente distribuito
• Il numero di tubi di flusso coinvolti e l’intensità del deficit di velocità variano a
seconda del diametro del palo
• Differente comportamento se il palo risulta rotante o statico
⎛ 1
⎞ ⎛⎜ −13 y 2 ⎞⎟
⎜ ⎛ D ⎞2 ⎟ ⎜C D x⎟
U ( x, y ) = U ' ⎜1 − 1.2⎜ C DT T ⎟ ⎟e ⎝ DT T ⎠
⎜ ⎝ x ⎠ ⎟
⎝ ⎠
109 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Effetti secondari - 2
– Coppia parassita dei supporti delle pale
• Le strutture di supporto delle pale inducono una coppia parassita durante la rotazione
• La stima di tale effetto può essere ottenuta considerando un coefficiente di drag
equivalente per il profilo dei sostegni e calcolandone la forza resistente in base alla
velocità relativa incidente
• L’andamento della coppia parassita è generalmente parabolico al crescere degli RPM
2π r
1
T AVE (ω ) = ρC A ∫ ∫ C d (ω , ϑ , r ) ⋅ W (ϑ , r ) 2 drdϑ
4π 0 rT
Confronto (2)
Skewed Flow - 1
• In condizioni di funzionamento particolari (i.e. ambiente urbano), il vento che la
macchina ‘vede’ può essere disturbato da ostacoli o dall’interazione del flusso con la
parete dell’edificio su cui la turbina è installata, con la conseguenza che non è più
ortogonale alle pale ma presenta un angolo di inclinazione g rispetto a tale direzione.
Skewed flow - 2
• La superficie della turbina che il flusso inclinato ‘vede’ (fondamentale nel calcolo della
potenza della macchina) non è più quella frontale, bensì la sua proiezione nel piano
ortogonale alla direzione di provenienza del vento.
• Il diametro D non cambia, l’altezza non è più H ma è quella proiettata H’, con la
superficie utile che cambia (figura di sinistra).
• La nuova superficie è ancora rettangolare, finché oltre un certo valore di g non si
forma un ‘buco’ nella zona centrale (figura di destra).
Skewed flow - 3
• L’angolo limite per cui la superficie non è più rettangolare è dato da:
⎛H⎞
γ lim = arctan⎜ ⎟
⎝D⎠
funzione delle sole caratteristiche geometriche della turbina.
Skewed flow - 4
• Le pale non ‘vedono’ più un flusso con direzione ortogonale al loro sviluppo: questo
risulta essere inclinato dell’angolo di skew.
• Le prove sperimentali indicano che l’unica componente di velocità capace di
originare portanza e resistenza è quella in direzione ortogonale al profilo
aerodinamico (in figura si nota la differenza
nella polare di un profilo tra il caso di flusso
allineato ed inclinato di 45°).
Vh = V0 ⋅ (cos γ − ad )
in cui V0=velocità del vento indisturbato e ad=fattore di induzione per la zona in cui il
flusso interagisce due volte con le pale (vedere figura).
• Il flusso che attraversa due volte il rotore è caratterizzato
da un angolo di disallineamento pari a:
⎛ sin γ ⎞
γ d = arctan⎜⎜ ⎟⎟
⎝ cos γ − ad ⎠
• Il vento non attraversa più il rotore se il
denominatore dell’espressione precedente si
annulla. Perciò, perché il modello continui ad
essere valido, deve risultare:
γ < arccos(ad )
117 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
W = V0 sin 2 γ + (cos γ − a ) 2
118 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
⎛ cot γ 1 D ⎞ ⎛ L⎞
L = min⎜ ; ⎟H β = arccos⎜ 2 ⎟
⎝ 2 2H⎠ ⎝ D⎠
⎡ π D ⎛ D 1 L ⎞⎤
Aproj = ( H ⋅ D) ⋅ ⎢cos γ + sin γ − 2 sin γ ⎜ β − sin β ⎟⎥
⎣ 4H ⎝ 4H 2 H ⎠⎦
121 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
• Il confronto tra i dati sperimentali e i risultati ricavati dal modello mostra un buon
accordo.
Coppia
resistente
– Nello studio dei transitori di avvio occorre anche tener conto dell’inerzia
della macchina
• si applica, istante per istante, l’equazione del moto uniformemente accelerato andando a considerare
la coppia prodotta dalla macchina (motrice - coppie parassite) per un dato θ e TSR
T 1
TTOT (ϑ , λ ) = ∑i =1Taeri (ϑi , λ ) − ∑k =1T par (ϑk , λ )
N 2N
ω& = Δθ = ω& dt 2 + ωdt
Iz 2 k
• Influenza delle caratteristiche del vento (turbolenza, shift di direzione, raffiche, ecc.)
9 Le soluzioni a due e tre pale sono quasi esenti da posizioni singolari che
impediscono l’avvio spontaneo, mentre tali eventualità sono presenti nei
modelli bipala.
Nc
σ=
D
Symmetrical
NACA0018 Uncambered
(tmax=18% @ 30% c)
Asymmetrical Cambered
NACA4415
(tmax=15% @ 30% c) (max=4% @ 40% c)
Asymmetrical Cambered
Selig S1210
(tmax=12% @ 23% c) (max=7.2% @ 52% c)
- CAMPO APERTO
¾ Prestazioni di macchina teoriche (no influenza dei
boundaries)
¾ PARTE STAZIONARIA
Savonius Darrieus
Efficienza globale [%] 18-25 30-40
Densità di potenza [W/m2] 150-200 450-500
TSR ottimale 0.9-1.1 2.0-7.0
Emissione sonore [db] Praticamente assenti <50
Vibrazioni Leggere Spesso intense
Massima velocità di rotazione Auto-regolata Limitata dagli stress centrifughi
Capacità di avvio Self-starting Spesso non in grado di autoavviarsi
• In particolare, si può notare come il rotore Savonius sia adatto a bassi venti,
grazie alle sue capacità di auto-avvio, ma sia fortemente limitato dai bassi
rendimenti di conversione energetica. Al contrario, il rotore Darrieus risulta
molto efficiente ma spesso la sua producibilità è limitata dai lunghi transitori di
avvio e dalle rilevanti velocità di cut-in.
• Tipo B
– Maggiore ingombro del sistema
– Le due turbine lavorano senza disturbarsi vicendevolmente
o Coefficiente di potenza maggiore rispetto al caso A
– Lato sinistro della curva più ripido
• Conclusioni
– Sistemi interessanti che, tuttavia, stentano a prendere campo a causa del sensibile
decremento di performance assolute rispetto alla sola turbina Darrieus.
Introduzione
• Le turbine ad asse orizzontale (acronimo HAWT) rappresentano lo
standard più consolidato all’interno del panorama dell’energia eolica
• Negli ultimi anni, le macchine orizzontali sono diventate spesso molto
grandi (fino a diversi MW) ma altresì anche assai efficienti e complesse
• Tale miglioramento è collegabile a diversi fattori:
– Miglioramento dell’aerodinamica delle pale e delle soluzioni costruttive
– Raffinamento dei sistemi di controllo (le macchine posso muoversi oggi più vicino al
punto di ottimo senza rischiare instabilità)
– Sviluppo della “sitologia”, ossia della scelta ponderata di una turbine in funzione del
sito e delle sue possibilità)
• Occorre notare che questi sono valori locali delle forze aerodinamiche,
ricavati ad un certo raggio r.
Le pale - 1
• Le pale, oltre ad essere l’elemento chiave per l’efficienza aerodinamica
della macchina, sono anche l’organo più sollecitato della macchina
• Il problema fondamentale nella progettazione delle pale
è quello di conciliare resistenza e peso
– Sebbene siano cave, il peso delle pale è molto grande (da 5 a
15 tonnellate per pale di lunghezza da 20 a 40 m)
– Il peso ha influenza sugli sforzi interni delle pale e su quelli
strasmessi al sistema meccanico, ed ha conseguenze su torre
e fondazioni
– Durante la rotazione, le sollecitazioni sono variabili:
• Compressione semplice – pala verticale in alto
• Flessione semplice – pala orizzontale
• Trazione semplice – pala verticale in basso
• Carico combinato – tutte le posizioni intermedie
– Problemi di resistenza a fatica dei componenti
Le pale - 2
• Alle sollecitazioni meccaniche, ovviamente, devono poi essere sommate
quelle centrifughe e le azioni aerodinamiche f(V2)
– Sotto l’azione della spinta del vento la pala si flette all’indietro → diminuzione
dell’area spazzata → diminuzione di potenza
• Spesso si adottano soluzioni con pale pre-flesse con freccia proporzionale al raggio
– Per bilanciare le azioni aerodinamiche e quelle
centrifughe, si adotta una piccola conicità (cone
angle) dai 2° ai 6°
• Si fa in modo che la risultante fra le forze centrifughe
e la spinta T passi per l’asse longitudinale della pala,
che così viene sollecitata a trazione semplice
• Poiché però le forze centrifughe dipendono da ω2 e
la spinta da V2, l’equilibratura permanente è
possibile solo se il numero di giri è proporzionale alla
velocità del vento, altrimenti sussiste solo per la
velocità di progetto
– L’asse della turbina viene inoltre inclinato rispetto
all’orizzontale (tilt angle ~6°)
Le pale - 3
• Date le esigenze mostrate, le pale sono oggi realizzate in materiali
plastici composite con fibre di vetro, con eventuali inserti in fibra di
carbonio dove gli sforzi risultino maggiori
• I profili utilizzati sono in genere della serie NACA di tipo asimmetrico (es.
serie 64 e serie 66), della serie NREL o appositamente ottimizzati a
partire dai precedenti
• Le pale sono sempre cave (riduzione di peso e sollecitazioni centrifughe
• Problema costruttivo serio è quello legato alla formazione di ghiaccio:
– Perdita di efficienza della pala (cambia il profilo e soprattutto il naso)
– Sbilanciamenti e vibrazioni
– Spesso nei paesi nordici (cfr. Scandinavia, Canada) le turbine devono arrestarsi
– Due possibili approcci:
• SISTEMI PASSIVI: rivestimenti di materiali antiadesivi (teflon) – semplici ma poco efficaci
• SISTEMI ATTIVI: iniezione di fluido caldo (aria o soluzione liquida antigelo) attraverso
ugelli sul naso della pala – efficaci ma complessi ed energeticamente dispendiosi
Controllo - 1
• Nel funzionamento di una turbina eolica accoppiata ad un utilizzatore,
oltre alla necessità di controllare la potenza della macchina durante il
funzionamento (curva di potenza), si presenta sempre il problema della
limitazione della velocità massima.
• Occorre infatti notare che la velocità di rotazione di una turbina priva di
sistemi di controllo crescerebbe indefinitamente con la velocità del
vento, mentre la resistenza meccanica degli organi (pale, alberi motori)
richiede che il numero di giri e la potenza trasmessa non superino certi
limiti.
• In pratica:
– La macchina viene progettata e dimensionata dinamicamente per la
velocità del vento di funzionamento Vf
– Vengono effettuati calcoli statici per verificarne la sicurezza in caso di venti
superiori (in genere fino a 40 m/s) con pale ferme
Controllo - 2
• Il controllo della velocità massima può essere ottenuto in vari modi (le
prime 3 tipologie possono essere anche usate per il controllo della
potenza durante il funzionamento):
Controllo - 3
– Imbardata o inclinazione (yaw o tilt control)
• La turbina è libera di girare attorno ad un asse
(verticale o orizzontale): la spinta esercitata dal
vento, al crescere della velocità, dispone la turbina in
modo tale da offrire al vento un’area minore.
– Il controllo dell’imbardata consente anche
l’orientazione della turbina secondo la direzione del
vento, variabile nel piano orizzontale.
– Freno
• Quando si raggiunge la velocità limite, un attuatore fa
intervenire un freno che blocca l’asse della turbina.
• Freni aerodinamici sulle pale possono intervenire ad
agevolare o integrare coi sistemi esaminati.
Controllo - 4
• Esaminiamo infine l’effetto dei suddetti metodi di regolazione sulla curva
di potenza della macchina
• Il controllo del passo, essendo programmato e comandato
da servomotori (controllo attivo), consente una regolazione
discontinua (potenza costante entro un certo range di
velocità)
• I controlli mediante stallo, imbardata o inclinazione
funzionano “spontaneamente” (controllo passivo) al variare
della velocità e la curva di funzionamento è continua, la
macchina viene comunque bloccata da freni per V=Vf
• Si definiscono:
– Velocità di cut-in Vc: velocità del vento al di sotto della quale la
potenza disponibile non è sufficiente a vincere le resistenze
aerodinamiche, meccaniche ed elettriche del sistema
– Velocità nominale Vn: velocità del vento per la quale si
raggiunge la velocità nominale
– Velocità di cut-off Vf: velocità alla quale la macchina viene
arrestata per ragioni di sicurezza.
172 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
P3 − P2 =
1 2
2
[
ρr (Ω + ω )2 − Ω 2 ]
P3 − P2 =
1 2
2
[
ρr 2Ωω + ω 2 ]
– Si consideri in tal senso che, quando si include la rotazione della scia nell’analisi, la velocità indotta
sul rotore non consiste più solamente nella componente assiale U(1-a), ma anche dalla componente
nel piano del rotore rΩa’
– Dall’applicazione della classica teoria di conservazione della q.d.m. vista per la teoria SingleTube, si
ottiene però anche la formulazione seguente:
– A questo punto, si può derivare l’espressione della coppia scambiata, applicando la conservazione
del momento angolare. In un elementino anulare, la coppia è data da:
– Si introduce a questo punto un fattore correttivo, detto Tip-Loss Factor (F), per stimare l’influenza
che gli effetti di bordo hanno sulle performance del profilo F è un fattore correttivo da applicare
direttamente alla formula che valuta la coppia scambiata.
Nella formulazione di Prandtl vale:
Es. Lanzafame, Messina, 2012, ‘’BEM theory: How to take into account the radial flow inside of a 1-D numerical Code’’, Renewable Energy
– Nel caso invece di turbine con profili ed impilaggi complessi, l’uso della CFD per il progetto di
macchina risulta oggi una prassi consolidata, sia in termini di predittività, sia in quanto di coniuga in
modo molto efficace con altri software progettuali, come ad es. quelli per il calcolo strutturale ed
aeroelastico.
Si considerano 3 angoli*:
9 γ – Angolo di skew
9 ε – Angolo di espansione del flusso al tip della pala
9 θ – Posizione azimuthale della pala nel corso del giro
L’angolo di espansione viene stimato sulla base del fattore di induzione assiale, con
una correlazione semi-empirica di de Vries**. Per un rotore uniforme, l’angolo di
espansione reale è massimo al tip della pala e quindi decresce uniformemente fino
ad essere nullo all’hub. 1 a
ε= cos γ
3 1− a
* M. C. Ackerman. “Journal of Wind Engineering and Industrial Aerodynamic”. 39 (1992) 1-9 Elsevier Science
Publishers B.V.
** De Vries, 1985. Wind Eng. 9 ( 1 )
Combinando, come di consueto, le espressioni derivanti dalla σ (1 − a ) 2 (cos γ − sin γ tan ε cos ϑ )2 (Cl sin γ − C D cos γ )
Momentum Theory e dalla Blade Element Theory si può infine at =
2
ricavare la nuova espressione del fattore d’induzione angolare ⎛V ⎞
4 Fλr (sin γ )2
⎜ ⎟ + (sin γ sin ϑ )
2
Tale modello, sviluppato dall’Università di Firenze, è stato testato su casi studio di letteratura (NREL Phase II e
Phase VI), ottenendo buoni riscontri sia in termini di variazione del cP, sia come profilo di coppia sul giro.
Phase II – Prove in galleria del vento Phase VI – Prove in galleria del vento
5 - Elementi accessori
del sistema eolico
Generatore
• Il generatore è un elemento fondamentale per il sistema eolico
• Nel caso di macchine ad asse verticale, soprattutto se di media e
piccola taglia, la soluzione più adottata è quella proposta in figura:
700,0 1,6
600,0 1,4
500,0 1,2
1,0
400,0
[A]
[V]
0,8
300,0
0,6
200,0 0,4
100,0 0,2
0,0 0,0
0 100 200 300 400 500 600
[RPM]
V Peak Current
Inverter
• L’inverter ha il compito di imporre il carico alla macchina (quindi seguire quella
caratteristica statica più volte esaminata) ed interfacciarsi con la rete elettrica,
nel caso di connessione in rete della macchina
– Ad oggi, è uno degli elementi chiave per la reale diffusione delle macchine
microeoliche, poiché non risulta agevole né conveniente la realizzazione di inverter
per piccole potenze
• In figura, un esempio reale di caratteristica (lineare) di un inverter sovrapposta
alle curve di una macchina Darrieus-H
Mini e Microeolico
• Con minieolico si intendono
impianti con potenza inferiore ai
100kW, microeolico sotto i 20 kW
• Recente sviluppo nell’ambito di un
crescente interesse verso la
generazione diffusa anche oltre i
tipici campi di applicazione
(installazione in isola, natanti e
caravan)
• Geometrie accattivanti (asse
verticale – asse orizzontale) che
ben si prestano ad essere inseriti
in nuovi contesti:
– edifici, cavalcavia, altri
“Come impegno verso l’ambiente è già dotata della
installazioni urbane, etc
propria turbina eolica.”
– Impatti visivi ed acustici ridotti
194 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
– Condizioni di funzionamento
costanti per ottimizzare le
interazioni aerodinamiche
Parametri di funzionamento
Parametri economici
• Costo specifico che diminuisce con la taglia (fattore di scala)
• Variabilità di costo per le macchine più piccole dovuta alla differenti
tipologie di installazione
• Macchine > 600 kW di potenza nominale: 800 - 1.100 €/kW. Il costo della
macchina, compreso fra 2/3 e 3/4 del costo totale di installazione.
Parametri economici
• Tempi di rientro di un investimento totalmente autofinanziato per due
producibilità (sito modesto e buono) e due tariffe incentivanti
• Dall’analisi dei risultati del modello appare come solo l’attuale valore della
tariffa può sostenere l’investimento se i costi unitari rimangono a quelli medi
di 3000 Euro/kW
Aspetti economici
Fonte: Urban wind turbines: Development of the UK market, Syngellakis, Robinson (EWEC06)
Aspetti economici
• Gli impianti di piccola taglia costano nell'ordine dei 3.500-5.500 € al kW di
potenza nominale, questo anche perché, a differenza degli aerogeneratori
di grossa taglia, non hanno ancora un mercato sviluppato.
• Attività di ricerca:
– Macchine ottimizzate per lavorare a basse velocità del vento (start-up)
– Produzione a costi ridotti
– Grosse attenzioni alle condizioni del sito di installazione
Fonte: Urban wind turbines: Development of the UK market, Syngellakis, Robinson (EWEC06)
7 – Contesto urbano
Contesto urbano
Contesto urbano
• Contesto di grande interesse ma non privo di difficoltà
– Profilo di vento in città molto complesso a causa dei numerosi ostacoli
o Classico profilo logaritmico fortemente distorto
o La quota di zero-velocità è spostata in alto (displacement)
Effetto parete
• L’edificio si comporta come un ostacolo: per superarlo il vento è costretto ad
accelerare.
• Attorno al tetto (o ai lati dell’edificio) si crea una zona con grosse variazioni
della velocità del vento con punte anche superiori alla velocità del vento
indisturbato.
• La distribuzione di velocità dipende dalla geometria dell’edificio (altezza e
larghezza) e del tetto. Sono più favorevoli tetti con leggera pendenza.
• Il posizionamento della macchina ha molta influenza sulla potenza prodotta
• La macchina è investita da un flusso inclinato e generalmente turbolento.
Ambiente urbano - 2
• Analisi numeriche e sperimentali hanno mostrato che il contesto urbano
potrebbe garantire prospettive di installazione interessanti (alte v locali, ad es.
su edifici alti) ma anche condizioni decisamente critiche.
• Studi CFD hanno mostrato la grande
influenza dei rapporti geometrici fra le
dimensioni dell’edificio su cui si
intende fare l’installazione e l’edificio
che lo precede nella direzione del
vento considerata.
• Parametri analizzati h, D, H, L
Zona di installazione turbina
Ambiente urbano - 3
• Detta Ĥ l’altezza media degli edifici cittadini, in generale, si è osservato che, per sperare
di trarre vantaggio da un’installazione sul tetto di un edificio (v incrementata rispetto al
caso indisturbato - ∆U[%]>0) occorre avere:
– Edificio di installazione sufficientemente più alto della media degli edifici nei dintorni Ĥ
– Un dato rapporto fra le altezze dei due edifici (upwind (h) e installazione (H)), decrescente con la
distanza (per sfruttare una sorta di «effetto scivolo» aerodinamico dell’edificio a monte
Variazione di velocità rispetto al caso indisturbato per una Rapporto ottimale fra le altezze dei due edifici (upwind (h) e
distanza fissata (D=0,5Ĥ) al variare dell’altezza dell’edificio installazione (H)) al variare della distanza fra gli stessi: trend
upwind per varie altezze di quello di installazione decrescente valido per diversi H.
208 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Ambiente urbano - 4
– Importanza dell’angolo di inclinazione imposto al flusso
– L’angolo più significativo (α) è quello fra lo spigolo dell’edificio upwind e quello dell’edificio di
installazione ove si vuol porre la turbina
– Massimo effetto di accelerazione per α=45°±10°
Angoli di massima
accelerazione del flusso
Ambiente urbano - 5
• Sulla base di quanto visto, è logico concludere che il parametro più significativo, oltre al
rapporto delle altezze, è rappresentato dalla somma L+D (larghezza dell’edificio
upwind + distanza) che descrive la distanza fra gli spigoli
– A parità di L+D, il ∆U rimane piuttosto costante, anche al variare della larghezza dell’edificio
upwind
– Esiste comunque una piccola variabilità legata alla struttura di flusso che si instaura fra i due
edifici
Ambiente urbano - 6
• Una scelta non corretta dell’edificio di installazione (es. H=2Ĥ in figura) della
turbina può pregiudicare totalmente la convenienza energetica ed economica
dell’investimento
– Generale riduzione della velocità disponibile sulla sommità dell’edificio
• Viceversa, una scelta corretta (es. H=4Ĥ) può incrementare la velocità
incidente a parità di vento medio ed aumentare l’energia annua disponibile.
Regents Quarter in Kings Cross, London Windwall Darrieus turbine, The Netherlands
Esempi
Esempi
Esempi
!?!
8 – Valutazione di un’installazione
Valutazione di un’installazione
1. Valore medio annuale della velocità o dati misurati
2. Curva delle frequenze di vento (ampiezza classe 1 m/s) oppure curva di Rayleigh
con velocità media pari a quella del sito
3. Passaggio dalla quota di misura (valutazione) a quella dell’hub della turbina
(ipotesi di rugosità del suolo)
4. Curva di potenza della turbina ed adeguamento della densità
5. Combinazione delle curva di potenza della turbina la distribuzione di velocità in
quota
6. Stima di energia prodotta annualmente, capacity factor, producibilità (o ore
equivalenti) con eventuali fattori di sicurezza
7. Mediante le ipotesi economiche e possibile ricavare il ritorno dell’investimento
– costo turbina, costo installazione, pratiche amministrative e costi di manutenzione …
– vita dell’impianto, prezzo di vendita del KWh, presenza di incentivi …
50 m
Analisi anemometrica
• Forte influenza a bassa quota dell’orografia e della rugosità superficiale: piccole
variazioni di quota possono portare a grosse variazioni di ventosità
• Importanza di avere dati certi circa la ventosità del sito in esame per evitare di
fare investimenti non produttivi
• Migliore matching fra la turbina eolica scelta e le reali condizioni di vento invece
di utilizzare distribuzioni di vento ipotizzate
• Possibile necessità di dati certificati per ottenere finanziamenti
Analisi anemometrica
• Anemometro e sensore a banderuola (gonioanemometro)
• Più comuni: anemometri a coppe, ma anche ad ultrasuoni (ritardo temporale tra segnale inviato e
ricevuto in entrambe le direzioni) o termici (differenza di temp. fra due fili riscaldati elettric. posti
uno al vento e l’altro in zona di calma). Icing
• E’ necessaria una calibrazione rigorosa! Un errore del 3% sulla velocità può portare ad una stima
sulla potenza il 10% superiore! (1.03^3-1=0.1) … e ci sono le variazioni di quota …
• Sistema di analisi e storage dei dati e di alimentazione (batteria o PV)
• Varie tipologie di torri a seconda dell’altezza di installazione
Analisi anemometrica
• Attenzione all’installazione della torre anemometrica (possibile misura falsata da
ostacoli, ricircolazioni, etc.)
• Installazione degli anemometri sulla torre con attenzione per evitare interferenze con
il palo o fra di loro.
– Sensori distanti dal palo 12-15 diametri del palo stesso
– Sensori distanti fra loro per evitare interferenze reciproche
– Montaggio orizzontale e non inclintato, altrimenti la lettura non è corretta
– Taratura corretta: i coefficienti serviranno per calcolare la velocità del vento e
sarà salvata solo quella
– Evitare di installare gli anemometri in una zona della torre che si trova nella scia
di un ostacolo
– Verifica della possibilità di icing
– … incrociare le dita per i fulmini (anche se c’è il parafulmine)
• Modificare, aggiustare o cambiare uno strumento, vuol dire tirare giù la torre …
Metodi MCP
• Metodi Measure-Correlate-Predict
• Metodi che permettono di calcolare i dati di ventosità di un sito di cui si ha uno storico
scarso utilizzando le informazioni di un sito di cui si dispone un monitoraggio di lungo
periodo
– Anemometro per la misura per una breve durata nel sito di interesse (1 anno, ma può
essere anche meno)
– Disponibilità di un data-base attendibile con i dati storici di un sito prossimo a quello di
interesse che sia caratterizzato dalle medesime condizioni di vento (5-10 anni)
– Sovrapponibilità temporale fra i due tipi di dati
– Conoscenza della variazione delle condizioni di misura dell’anemometro storico negli anni
(vegetazione, ostacoli)
• Correlazione dei dati nel periodo di sovrapposizione temporale delle due misure
– Vari algoritmi o metodi disponibili
• Trasposizione dei dati storici al sito di interesse
• Si ottiene:
– Velocità media di lungo periodo
– Rosa dei venti corretta
236 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Metodi MCP
• Correlazione fra i settori angolari
• Correlazione delle velocità misurate dai due anemometri nei nel singolo settore
angolare
– Vari algoritmi e metodi possibili
– Si stima una legge che collega le due velocità: u = f (u’)
• Applicazione della legge alle velocità del sito di riferimento e stima della distribuzione
del vento nel sito interesse
Caratterizzazione di un sito
• Fare misure anemometriche dedicate. Eventualmente limitarle ad un periodo ridotto per poi usare
metodi correlativi e simulazioni climatologiche e fluidodinamiche per estrarre le informazioni su
lungo periodo. La durata della campagna anemometrica può dipendere dal tipo di investimento.
• Osservare il luogo valutandone rugosità, effetto tunnel, effetto collina ed ostacoli che possono
influenzare molto la disponibilità di vento di un sito. Eventuali generatori di turbolenze.
• Presenza di scie di altri aerogeneratori (3-5 diametri lateralmente, 5-9 lungo la direzione del vento
prevalente)
• Valutazione delle condizioni di allacciamento elettrico (punto di connessione più vicino) ed
eventuale stima del potenziamento della rete locale. Contatti con TERNA o ENEL Distribuzione
• Condizioni del suolo ed accessibilità del sito per i mezzi logistici. I produttori di turbina forniscono
delle informazioni in merito
• … altri vincoli … legati al processo di autorizzazione, permessi, impatto ambientale, etc.
Potenziale eolico
• Se dati statistici non disponibili da campagna anemometrica, ma si
conosce solo la velocità media:
– Ricostruzione della distribuzione di Weibull con cui si ottiene la velocità
media nota
Potenziale eolico
Potenziale eolico
U = ∑i U i f i
• Si cambia il parametro di scala fino a quando la velocità media non coincide
con il dato noto
• Esiste anche un metodo diretto perché il parametro di scala vale:
Γ(n + 1) = n!
Variazione di quota
• E’ necessario riportare i valori di velocità alla quota a cui si troverà la turbina
• Occorre supporre una lunghezza di rugosità (o il coefficiente della legge
esponenziale)
• Oppure se si hanno almeno due anemometri a quote differenti è possibile
calcolare il valore preciso
Legge esponenziale:
Coefficiente dell’esponenziale:
Variazione di quota
• Utilizzare la lunghezza di rugosità o la legge esponenziale sono procedimenti
equivalenti
Valutazione di un’installazione
Conto economico
• Nota la produzione di energia netta ed il panorama di incentivi e valorizzazione
del kWh per completare il bilancio economico occorre sapere i costi iniziali e
ricorrenti.
• Molte delle scelte impiantistiche sono guidate dal produttore della turbina
• Scelta del palo
– Torre a traliccio: non più usata
– Torre strallata (fissa o reclinabile): solo per piccole potenze
– Torre tubolare : più comune grazie alla semplicità ed al ridotto impatto visivo
• Opere di installazione
– Opere logistiche per raggiungere il sito
– Noleggio mezzi di sollevamento, scavo, etc.
– Creazione delle fondazioni
• Torre di 15÷18 m → plinto di lato 3÷3,5m per un’altezza 1÷1,5m
• Torre di 9÷12m → plinto di lato 2,5÷3m per un’altezza 1÷1,3m
• Torre di 4÷7m → plinto di lato 1,6÷2m per un’altezza 1÷1,2m.
– La base in cemento armato va in uno scavo profondo circa il doppio della base stessa
• Allacciamento elettrico
– Stand alone
– Grid connected
• Necessità di valutare le spese di allacciamento a centraline esistenti (cavi interrati)
249 Sistemi avanzati per le energie rinnovabili
Dipartimento di Ingegneria Industriale
• Manutenzione
Manutenzione
– Macchine generalmente robuste ed affidabili. Minore la complessità, maggiore l’affidabilità
(assenza del moltiplicatore di giri – cambio olio –, comandi passivi, …)
– Le macchine di piccola taglia (generalmente più semplici) hanno meno bisogno di
manutenzione rispetta a quelle di grande taglia (maggiore presenza di controlli).
– Nella macchine grandi è importante il sistema di monitoraggio del funzionamento in remoto
– Più o meno il costo della manutenzione è pari a circa il 2-3% dell'investimento complessivo.
• La manutenzione riguarda
– Verifica efficienza e funzionalità del generatore:
– Controllo degli organi di trasmissione (usura dei componenti)
– Controllo del circuito idraulico per l’afflusso di olio lubrificante
– Sistema di controllo in caso di forte ventosità (passo delle pale, ribaltamento del rotore,
controllo dell’imbardata)
– Manutenzione del trasformatore (ove presente, normalmente per P > 100 kW)
– Sistema di immissione in rete
• Altri costi (permessi, progettazione edilizia, etc.)
• Scenario economico dei successivi 20 anni
– Tasso di sconto, ammortamenti, manutenzioni straordinarie, smantellamento e disposizione, ripristino
condizioni
Esempio di installazione
Esempio di installazione
• Turbina da 6kW
• Potenza massima 5,6 kW a 14 m/s
• Superficie spazzata dal rotore: 14.52 m2
• Cut in: 3 m/s - Cut off: nessuno
• Rumore a 5 m/s: 10dB – Rumore a 20 m/s: 25 dB
• Peso 500 kg
• Collegamento alla rete con raddrizzatore ed un
inverter
• Contatore bidirezionale per lo scambio sul posto
Aspetti economici
• Energia prodotta in un anno: 6468 kWh
• Ricavi dallo scambio sul posto (kWh risparmiati), al momento (2004) non erano
previsti incentivi per il microeolico grid connected
• Costi si installazione:
– Studi preliminari (prog. edilizia, procedure amministrative, analisi preliminari) ≈ 8.500
€
– Componenti (turbina, palo, inverter) ≈ 21.400 €
– Installazione (lavori edili, montaggio, collegamenti elettrici) ≈ 12.500 €
• Considerando:
– Una vita di 15 anni
– Un costo del kWh pari a 0,15 € ed un aggiornamento di 0.02€ ogni due anni
– 150 € di manutenzione annuale maggiorato di 20 € ogni 4 anni e 1000 € di costi di
smantellamento
– … l’investimento non è conveniente … (V.A.N. << 0)
• Costo totale ≈ 7.000 €/kW
Potenziale italiano
• Distribuzione del vento non uniforme. Il 42% di superficie di
territorio presenta venti a intensità superiore a 4-5 m/s e l’8% a
5-6 m/s
• http://atlanteeolico.cesiricerca.it/viewer.htm
• http://atlanteeolico.rse-web.it/viewer.htm
• http://www.windfinder.com