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Classificazione dei fattori di nascita e

sviluppo del distretto culturale

Elementi teorici interpretativi

07/03/2005
Elementi distintivi
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Gli elementi che caratterizzano i distretti culturali e il loro sviluppo sono


fondamentalmente tre:

1. la localizzazione dei professionisti, del talento, della nuova classe


creativa (modello basato sulla teoria di R. Florida)
2. l’orientamento all’innovazione all’interno di una transizione verso la
società post-industriale (modello basato sulla teoria di M.E. Porter)
3. la capacitazione e il riorientamento motivazionale (modello basato
sulla teoria di A. Sen).

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La qualità della vita
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R. Florida e la creative class


Le scelte localizzative di imprese, lavoratori e famiglie in questi ultimi
anni sembrano essere più influenzate da soft location factor (qualità della
vita, intesa nel suo più ampio significato) piuttosto che da hard location
factor (all’interno dei quali assumono certamente rilevanza la qualità del
lavoro altamente qualificato e dell’accessibilità), con una chiara ed
evidente relativa perdita di importanza di questi ultimi.

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La qualità della vita
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Nel mondo globale la ricchezza si concentra dove sono presenti quelle che
Florida definisce le tre T dello sviluppo economico: tecnologia, talento e
tolleranza.
La crescita economica sembra avvenire in luoghi tolleranti, diversi ed
aperti alla creatività, «creative milieu». Sono questi i luoghi scelti dalla
classe economica emergente creative class, il cui nucleo centrale è
costituito da persone che lavorano nel campo delle scienze, arti,
educazione, musica e divertimento, la cui funzione economica è quella di
creare nuove idee, nuove tecnologie e/o nuovo contenuto creativo.

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L’innovazione
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M. E. Porter e lo stimolo all’innovazione


Porter studia il vantaggio competitivo localizzato delle imprese. Lo
sviluppo passa attraverso la nascita e lo sviluppo di cluster, concentrazioni
geografiche di imprese in competizione tra di loro, interdipendenti e
complementari, imprese che condividono lo stesso bisogno di talento,
tecnologia e infrastrutture. I cluster utilizzano al meglio le risorse presenti
nell’area, favoriscono l’innovazione grazie alla presenza di fonti locali di
vantaggio competitivo (assets), conoscenze localizzate (skills) e capitale, e
favoriscono lo sviluppo del cluster.

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L’innovazione
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Lo sviluppo distrettuale è un processo di successivi miglioramenti. Le fasi


identificate da Porter sono 3: Factor Driven, Investment Driven,
Innovation Driven. In particolare l’Innovation Driver si fonda sulla
capacità di produrre beni e servizi innovativi attraverso l’uso di metodi e
tecnologie avanzati. Ciò è possibile se il cluster è localizzato in aree
connesse all’innovazione e a strategie distintive: qualità dell’educazione,
presenza di talento scientifico, disponibilità di venture capital, ecc

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La capacitazione
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Sen e la teoria delle capabilities


Lo sviluppo, come sostiene Amartya Sen, deve essere inteso come un
processo di espansione delle libertà reali di cui godono gli esseri umani. In
tale prospettiva, tutte le conquiste, nella sfera privata come in quella
pubblica e politica, sono soltanto mezzi per accrescere qualsiasi forma di
libertà, che rimane, allo stesso tempo, il fine primario e il mezzo
principale per conseguire lo sviluppo.

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La capacitazione
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La teoria economica di Amartya Sen è fondata sul concetto di


"capacitazione", dall’inglese "capability", qualcosa in più rispetto ad
"ability". Le capacitazioni consistono nell’abilità e nella possibilità di dare
concreta realizzazione ai funzionamenti e stili di vita qualificanti ed
indispensabili alla valorizzazione del sé. Lo scopo a cui tendono tutte le
attività economiche, che non è tanto quello di incrementare il reddito,
quanto di migliorare la qualità della vita tramite l'acquisizione di nuove
capacitazioni.

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Il funzionamento del distretto
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Nell’anatomia di un distretto culturale, caratterizzato da qualche forma di


combinazione creativa dei tre canali di sviluppo sopra citati è possibile
individuare 10 azioni e modalità di funzionamento del sistema, ma anche
forme di indirizzo per le politiche di intervento e indirizzo sul sistema
locale.

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Le azioni per il funzionamento
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 Qualità dell’offerta culturale (QOC)


 Capacitazione e formazione della comunità locale (CFC)
 Sviluppo imprenditoriale (SIM)
 Attrazione di imprese esterne (AIE)
 Attrazione del talento (di artisti e uomini di cultura) (ATE)
 Gestione delle criticità sociali e dell’emarginazione (GCS)
 Sviluppo del talento locale (STL)
 Partecipazione dei cittadini e della comunità locale (PAC)
 Qualità della governance locale (QGL)
 Qualità della produzione delle conoscenze (QPC)

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I quattro sottosistemi
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Le 10 azioni possono essere raggruppate in 4 sottosistemi:

- la qualità
- lo sviluppo
- l’attrazione
- la socialità

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Le forme di capitale/asset
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Ogni azione interagisce con una forma diversa di capitale (asset), dove per
capitale si intende qualsiasi risorsa accumulabile che è necessaria alla
produzione di altri beni e al loro funzionamento, e che costituisce quindi
un elemento fondamentale per lo sviluppo.

Dato che nella logica distrettuale il capitale fisico viene integrato con altre
forme di capitale, è possibile identificare 5 forme di capitale, facendo una
distinzione tra quelle più propriamente referenti all’economia materiale e
quelle all’economia immateriale.

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Le forme di capitale/asset
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Economia materiale, industriale:

- Capitale Fisico: insieme del capitale materiale e costruito, ad es. i beni


culturali, le infrastrutture territoriali (servizi di accessibilità, servizi di
rete, ecc.), le dotazioni territoriali (teatri, impianti sportivi, ecc.).

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Le forme di capitale/asset
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Economia materiale, industriale:

- Capitale Naturale (insieme del capitale non prodotto dall’uomo, che può
essere riproducibile o non riproducibile; le risorse naturali, quali le
riserve e parchi naturali, i giardini storici, ecc.);

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Le forme di capitale/asset
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Economia immateriale, post-industriale:

- Capitale Umano (insieme delle conoscenze e competenze incorporate


negli individui; capacità umane, conoscenza ed ingegnosità) e Capitale
Informativo (insieme delle conoscenze incorporate nelle basi di dati);

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Le forme di capitale/asset
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Economia immateriale, post-industriale:

- Capitale Sociale (insieme delle istituzioni, delle norme sociali e delle reti
di relazioni interpersonali che influenzano il comportamento degli
individui e costituiscono risorse per la produzione di benessere; è legato
all’interazione e alla socialità, attraverso cui le norme di comportamento
vengono accumulate; consiste nella gestione responsabile e intelligente,
da parte degli individui, dei conflitti tra l’interesse individuale
immediato e l’interesse collettivo più ampio);

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Le forme di capitale/asset
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Economia immateriale, post-industriale:

- Capitale Simbolico o Identitario (insieme dei modelli di identità; è legato


all’identità e all’appartenenza, in quanto crea valore attraverso
l’appartenenza, attraverso il potere identificativo, ad es. gli usi e i
costumi del luogo, le feste e ricorrenze, ecc.).

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La matrice interpretativa
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TOTALE

La matrice degli asset Qualità Offerta


Culturale
Qualità
Qualità Governance
per il sistema locale. Locale
Qualità
Produzione
Conoscenze
In ordinata e in Sviluppo
Imprenditoria
Sviluppo
Sviluppo Talento

ascissa sono riportate Locale


Attrazione
Impresa Esterna
Attrazione
Attrazione
le 10 azioni di Talenti Esterni
Networking
interno
Networking
sviluppo e governo Networking
esterno

Gestione Criticità
del distretto culturale Sociali

Socialità
per le 5 forme di
capitale.

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Esempi di utilizzo della matrice
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Esempio di incrocio della Qualità culturale con i cinque asset:


• Capitale naturale: iniziative culturali che valorizzano le emergenze
ambientali del territorio;
• Capitale fisico: iniziative culturali legate al recupero e alla valorizzazione
degli edifici quali interventi di riqualificazione urbanistica e sul patrimonio
architettonico;
• Capitale umano: interventi culturali che comportano aspetti di
orientamento e formazione;
• Capitale sociale: le occasioni di interazione e socializzazione anche
multiculturale, legate all’offerta culturale:
• Capitale identitario: iniziative culturali rivolte alla creazione di un’identità
condivisa del luogo e ad influenzare la sua percezione esterna attraverso la

qualità dell’offerta culturale;

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