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INTRODUZIONE
Tutti amano i bambini; siamo tutti cosı̀ gentili verso i più piccoli e cosı̀ male in-
formati su ciò di cui hanno veramente bisogno, che “con tutto il cuore”, spesso
favoriamo lo spegnersi delle loro vite in maniera perfettamente legittima e “rego-
lare”. Non c’è niente di più bello al mondo che un bambino in piena salute, ben
sviluppato, felice e contento. Niente ci muove più a compassione di un bambino
che soffre. La freschezza e la gioia dei bambini sani, la purezza e la bontà delle
loro menti e dei loro cuori, la purezza ed il candore delle loro anime sono motivi
di gioia per tutti. Non a caso Gesù predicava che si sarebbe potuti accedere al
Regno dei Cieli solo se puri come i bambini.
Si potrebbe avere una nazione di bambini sani e ben sviluppati se si ponessero
i loro interessi al primo posto e si relegassero all’ultimo le motivazioni commer-
ciali. Gli uomini in genere sono forti, e di bell’aspetto; le donne belle e delicate.
Il fatto che la nostra sia una nazione di cartoni animati e di personaggi da fu-
metto, dimostra che sicuramente c’è qualcosa di sbagliato nelle condizioni che
determinano o influenzano il nostro sviluppo.
Si potrà costruire una nazione di Veneri ed Apolli, di persone con corpo e
mente ben sviluppati, con caratteri positivi e di alta moralità, solo quando noi,
in qualità di nazione e di genitori, riusciremo a sviluppare un interesse verso il
benessere dei nostri bambini, sufficiente a farci imparare la maniera esatta per
rispondere alle loro esigenze.
Alcune tra le influenze più nocive durante il periodo dell’infanzia vengono
provocate dai genitori, dagli insegnanti e dai medici. L’ignoranza e la testardag-
gine di questi precludono al bambino ogni opportunità di compiere un normale
sviluppo fisico, morale e sociale. Queste persone costituiscono un cattivo esem-
pio nei confronti del bambino, impongono su di lui la loro volontà, e lo abituano
e lo educano secondo abitudini errate.
Un genitore medio pretende che il suo bambino sia alimentato, vestito ed
abituato nella stessa maniera di tutti gli altri bambini. Allo stesso modo l’in-
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI –2–
del dott. H.M. Shelton
segnante medio è legato, mani e piedi, alle tradizioni del passato, alle convenzioni
del presente ed alle proprie abitudini sbagliate. Queste ultime, presto si trasfor-
mano in un cappio che sempre di più si stringe intorno al collo dei bambini. In
queste condizioni lo sviluppo naturale della vita del bambino risulta impossibile.
Aggiunto a tutto questo, troviamo anche l’ignoranza e le pratiche nocive
messe in atto dal medico. La sua ignoranza riguardo alle questioni alimen-
tari è notevole; quella relativa alle nozioni sul corpo lo è ancora di più. De-
plorevole è la sua insistenza a voler a tutti i costi rimuovere le tonsille e le
adenoidi del bambino, a volergli inoculare vaccini, sieri ed antitossine oltre
ad avvelenarlo in continuazione con farmaci.
Vi sono molti libri che trattano l’alimentazione e le cure da rivolgere ai neo-
nati, ma la maggioranza di questi consiste in una ripetizione degli sbagli del
passato. Sono molto pochi i consigli in essi contenuti da ritenersi utili per un
genitore che intende occuparsi del proprio bambino nella migliore maniera pos-
sibile. Questi libri contengono quelle teorie che con il passare degli anni si sono
dimostrate errate o nocive.
Costantemente mi accorgo, che i bambini educati seguendo i consigli di questi
libri, non posseggono mai le caratteristiche di un bambino veramente sano. Infatti,
di solito, sono proprio i bambini sottoposti alle cure degli specialisti quelli che
soffrono di più.
La scusa è che ci si rivolge allo specialista perchè il bambino soffre; ma dopo
oltre 50 anni di osservazioni accurate, io sono convinto, che le cause della soffe-
renza sono proprio da attribuirsi alle cure sbagliate dello specialista. In assenza
di un esperto di Igienistica Naturale, la cosa migliore che una madre può fare, è
di cercare il migliore pediatra, ascoltare i suoi illustri consigli e poi compor-
tarsi esattamente nella maniera opposta. Essendo i suoi consigli complicati,
innaturali, nocivi se non addirittura letali, sarebbe una follia il metterli in pratica.
Nessun genitore intelligente vorrebbe fare del proprio figlio un handicappato;
ma, a causa dell’ignoranza e dei pregiudizi della classe medica, orientata verso i
propri interessi, i genitori spesso rovinano i propri figli in vari modi.
Ugualmente dannose, per la crescita e lo sviluppo dei bambini, dei rimedi
innaturali suggeriti dai medici moderni, sono le abitudini antiche e piene di pre-
giudizi della gente, che derivano quasi sempre dai consigli dei medici del passato.
A questo punto vorrei enfatizzare due punti che, secondo me, bisognerebbe tenere
a mente. Il primo è che gran parte delle delusioni che la gente sperimenta oggi,
deriva da quelle che i nostri nonni sperimentarono già al tempo loro, a causa della
professione medica. Il secondo è che la medicina oggi è più distruttiva che nel
passato.
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L’accusa più grande che io rivolgo alla professione medica, accusa che va ol-
tre il problema dell’ignoranza e degli interessi commerciali, è quella di essere
innaturale ed artificiale sotto ogni punto di vista. È un immenso sistema basato
sull’ignoranza e sull’antinaturalismo ed appoggiato dalla legge e dal commercia-
lismo.
Riguardo ai bambini, la professione medica è distaccata completamente dalla
natura, ed i bambini soffrono proprio per questo motivo. Il suo cosiddetto pro-
gramma di “immunizzazione” è una delle cose più innaturali esistenti al mondo.
Questo programma è stato giustamente definito come “un mondo di finzione bio-
logica”. Ma non sarebbe grave se ci si fermasse lı̀. La biologia comprende due
aspetti, la salute e la malattia. I sieri ed i vaccini sono tutti patogeni e la loro deva-
stante influenza sulla vita del bambino non conosce limiti. Nelle gare di bellezza
tra i bambini, spesso ne troviamo alcuni giudicati perfetti al 100%, a cui viene
negato il primo premio perchè non sono vaccinati, e quindi rovinati per sempre.
Tutto questo è un crimine.
Il programma alimentare suggerito dalla medicina ignora la natura fino ad
un livello sorprendente. È uno schema complesso e completamente innatura-
le, che troppo spesso trascura le necessità fisiologiche del bambino e che quasi
costantemente ignora la chimica della digestione.
Ci si può solo rammaricare quando si riconosce il grande valore che la medici-
na conferisce al latte di vacca per l’alimentazione del bambino, e poi ci si accorge
che è la stessa medicina ad affermare che nessun bambino deve mai consumare
latte di vacca per quanto in salute e ben nutrito esso possa essere.
Il Golden Age del 16 aprile 1930 sostiene: ≪II Dr. Morris Fishbein dell’American
Medical Journal, ha sottolineato alla Nebraska Millers Association il valore del
pane bianco≫. A quel tempo Fishbein era il portavoce ufficiale dell’American
Medical Association e, anche se sembra che alcuni membri di questa associazione
disapprovassero il suo comportamento reazionario e bigotto, un fatto reale è che
tutti tacquero e continuarono ad incoraggiarlo mantenendolo nell’associazione.
Rimane, quindi, il fatto che la grande massa dei medici, incluso quasi il 100%
dei pediatri, nelle diete dei bambini di ogni età, inclusi i neonati, usavano allora
ed usano oggi i prodotti derivanti dalla farina bianca e dai cereali denaturati.
Molti altri sono poi i prodotti denaturati impiegati dai medici nelle diete dei
bambini.
La loro opposizione ai bagni di sole sta lentamente diminuendo, ma sono stati
necessari più di cento anni per arrivare a questo punto. Negli anni in cui è com-
parso questo libro, tuttavia, molti erano i medici che consideravano i bagni di sole
inutili e nocivi. Vi sono persone della professione medica che li ritengono utili ma
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non li consigliano mai come cura, ignorandoli, come se questi non esistessero o
non possedessero alcun valore.
Se prendiamo in considerazione un bambino malato, ci accorgiamo che la
medicina è altrettanto innaturale ed artificiale, ma più dannosa di quando viene
applicata su un bambino in discrete condizioni di salute. Medicine velenose, sieri
infetti, vaccini settici, operazioni chirurgiche, eccessi alimentari e la suddetta
dieta denaturata: ecco l’armamentario del medico.
Se consideriamo gli abusi che genitori e medici infliggono ai bambini, c’è da
meravigliarsi non per il fatto che sono tanti quelli che muoiono, ma che anzi, sono
troppo pochi. Ci si accorgerebbe che il bambino entra in conflitto contro sinistri
nemici dal giorno in cui nasce, sempre dando per scontato che non sia costretto a
farlo addirittura prima della nascita.
Per compensare, ostacolare, mitigare e sopprimere i risultati di questi crimini
contro la vita dei bambini, siamo in possesso di un enorme esercito di poliziotti, di
prigioni, sedie elettriche, patiboli, chiese ed ospedali, ricoveri, e tutto il personale
e le pretese e le ingiustizie che si accompagnano a queste cose. Tutto ciò non serve
altro che aggiungere al danno, la beffa. È come porre una barriera in un corso di
acqua, agitare le acque e distruggere i raccolti su entrambe le sue sponde.
Il trattamento e le attenzioni rivolte a questi bambini indifesi sono cosı̀ no-
civi, cosı̀ universali sono le loro lacrime ed i loro lamenti, e cosı̀ comune la loro
morte, che in genere i genitori si preoccupano molto poco del problema della mor-
talità infantile, al punto che le sofferenze ed i pericoli a cui vanno incontro queste
piccole creature diventano motivo di battute scherzose e di ilarità.
Genitori, insegnanti, infermiere, medici e tutti quelli che si occupano di bam-
bini dovrebbero imparare a trattare con questi in maniera da renderli felici e sani.
Il fatto che i nostri bambini siano preda oltre che dell’ignoranza anche del com-
mercialismo senza scrupoli è una delle rovine della nostra gloriosa civiltà. Case
farmaceutiche, medici pseudocriminali, industrie alimentari, sfruttatori di minori
che si avvalgono del lavoro di poveri bambini, vivono sul corpo e sulla vita di
questi piccoli esseri. Alla maniera dei vampiri essi succhiano l’essenza vitale dei
bambini, rendendoli sofferenti ed infelici ed uccidendone a migliaia.
Il nostro sistema scolastico rappresenta la vergogna della società civile e la
rovina dei bambini. Non solo risulta carente in se stesso, ma è la preda di demoni
commerciali privi di scrupoli: medici, politici, teologi, produttori, militari, ecc.
Anche la Chiesa è la rovina del bambino. Il crimine più grosso della religione
organizzata è il suo metodo di inculcare nelle menti dei bambini la paura verso
Dio, il diavolo, il purgatorio e l’inferno e di sopravvalutare l’importanza del so-
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del libro che potrebbero essere nuove per te e che potrebbero apparirti rivoluzio-
narie o radicali, fino a che non le avrai studiate approfonditamente, sezionate e
viste sotto ogni aspetto. Evita un giudizio affrettato. I preconcetti ed i pregiudizi
non dovrebbero impedirti di vedere nuove verità. Verifica ogni cosa e poi ricorda
solo quelle che corrispondono alla tua verità.
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Capitolo 1
H. Mitchell Watchet
Si sa molto poco sul tasso di mortalità infantile delle civiltà del passato, ma
sembra altamente improbabile che possa essere avvicinato anche lontanamente a
quello dell’Europa durante il Medio Evo e dopo, o che fosse allo stesso livello di
quello dell’India, della Cina e di altri paesi moderni. I bambini che nascono in In-
dia hanno poco più di una possibilità su quattro di sopravvivere al loro primo anno
di vita. Se sopravvivono a questo periodo la possibilità di raggiungere la maturità
è del cinquanta percento. Questo spaventoso tasso di mortalità tra i giovani riduce
a cifre molto basse, circa 26 anni di età, la durata media della vita in quel paese.
In Cina ed in altri paesi del mondo le condizioni sono ancora peggiori di quelle
dell’India.
Nel suo Appunti di infermeria, 1860, Florence Nightingale racconta che a quel
tempo ≪in questa terra civilizzata d’Inghilterra, un bambino su sette muore prima
di aver raggiunto un anno di vita≫; che a Londra ≪due bambini su cinque muoiono
prima del quinto anno di età≫; e che ≪nelle altre grandi città d’Inghilterra muore
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un bambino su due≫. Ella sostiene: ≪A Londra ogni anno muoiono più di 25.000
bambini sotto i dieci anni di età≫. Nel suo Chiudi la bocca, 1870, George Catlin
afferma: ≪Dai certificati di morte che vengono prodotti annualmente nel mondo
civilizzato, ci accorgiamo che, in media, a Londra ed in altre grandi città del
continente, metà della razza umana muore prima dei cinque anni di età, metà
delle rimanenti persone muore prima dei venticinque anni, lasciandoci cosı̀ solo
una possibilità su quattro di vivere dai venticinque anni in poi fino a raggiungere
un’età avanzata≫.
Cifre statistiche di non molti anni or sono, mostrano che a Londra metà dei
≪
bambini muore prima dei tre anni, a Stoccolma metà dei bambini muore prima dei
due anni ed a Manchester, prima dei cinque anni≫.
Una tale mortalità, quale quella mostrata da Catlin, è enorme se paragonata
al quasi inesistente tasso di mortalità infantile che egli trovò durante il suo lavoro
etnografico tra le 150 tribù di Indiani Americani del Nord e del Sud. In una nota
a piè di pagina Catlin sottolinea che a Londra si verificavano 10, 15 ed a volte
20 morti di bambini a settimana perchè soffocati dai genitori mentre dormivano
insieme nello stesso letto. Egli cita un articolo apparso sul Times nel maggio 1860
dove si riportava che ≪un certo Mr. Wakley ha condotto un’indagine sulla morte
di più di cento neonati avvenuta l’inverno scorso per la stessa causa: venivano
schiacciati dai genitori ed erano impossibilitati a respirare≫. Egli cita, inoltre, un
rapporto dell’anagrafe in cui si dichiarava: ≪il soffocamento che avviene a letto,
impedendo che giunga aria al bambino, in Inghilterra è la causa più frequente di
morte violenta≫. Molti bambini muoiono soffocati dalle lenzuola appena nati.
Circa 100–130 anni fa era abitudine somministrare ai bambini appena nati,
melassa ed acqua, olio di ricino, tisane, ed a volte anche farragine o medicine più
potenti. Con il trattamento per la difterite in uso durante l’ultimo secolo, il tasso di
mortalità era molto alto, fino a toccare livelli, in alcune località, del 100 percento
dei casi. Il trattamento del morbillo, della scarlattina e di altre cosiddette malattie
infantili dava più o meno gli stessi risultati per quello che riguardava il tasso di
mortalità. I medici erano il pericolo maggiore per la vita: ≪le loro medicine – fu
dichiarato da personaggi in vista della professione – uccidevano più di una guerra,
di una pestilenza e di una carestia messe insieme≫. Fasciature, soffocamento,
alimentazione smisurata, somministrazione indiscriminata di farmaci e condizioni
poco igieniche erano tra le cause principali dell’alto tasso di mortalità infantile
degli ultimi due secoli. Anche se alcuni bambini sono cosı̀ attaccati alla vita da
sopravvivere, nonostante tutti gli abusi alimentari a cui vengono sottoposti, molti
altri vengono uccisi da tali abusi.
Fortunatamente morti di questo genere appartengono al passato. I genitori
non soffocano più i loro bambini con un eccesso di lenzuola e coperte, non li
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non li consigliano mai come cura, ignorandoli, come se questi non esistessero o
non possedessero alcun valore.
Se prendiamo in considerazione un bambino malato, ci accorgiamo che la
medicina è altrettanto innaturale ed artificiale, ma più dannosa di quando viene
applicata su un bambino in discrete condizioni di salute. Medicine velenose, sieri
infetti, vaccini settici, operazioni chirurgiche, eccessi alimentari e la suddetta
dieta denaturata: ecco l’armamentario del medico.
Se consideriamo gli abusi che genitori e medici infliggono ai bambini, c’è da
meravigliarsi non per il fatto che sono tanti quelli che muoiono, ma che anzi, sono
troppo pochi. Ci si accorgerebbe che il bambino entra in conflitto contro sinistri
nemici dal giorno in cui nasce, sempre dando per scontato che non sia costretto a
farlo addirittura prima della nascita.
Per compensare, ostacolare, mitigare e sopprimere i risultati di questi crimini
contro la vita dei bambini, siamo in possesso di un enorme esercito di poliziotti, di
prigioni, sedie elettriche, patiboli, chiese ed ospedali, ricoveri, e tutto il personale
e le pretese e le ingiustizie che si accompagnano a queste cose. Tutto ciò non serve
altro che aggiungere al danno, la beffa. È come porre una barriera in un corso di
acqua, agitare le acque e distruggere i raccolti su entrambe le sue sponde.
Il trattamento e le attenzioni rivolte a questi bambini indifesi sono cosı̀ no-
civi, cosı̀ universali sono le loro lacrime ed i loro lamenti, e cosı̀ comune la loro
morte, che in genere i genitori si preoccupano molto poco del problema della mor-
talità infantile, al punto che le sofferenze ed i pericoli a cui vanno incontro queste
piccole creature diventano motivo di battute scherzose e di ilarità.
Genitori, insegnanti, infermiere, medici e tutti quelli che si occupano di bam-
bini dovrebbero imparare a trattare con questi in maniera da renderli felici e sani.
Il fatto che i nostri bambini siano preda oltre che dell’ignoranza anche del com-
mercialismo senza scrupoli è una delle rovine della nostra gloriosa civiltà. Case
farmaceutiche, medici pseudocriminali, industrie alimentari, sfruttatori di minori
che si avvalgono del lavoro di poveri bambini, vivono sul corpo e sulla vita di
questi piccoli esseri. Alla maniera dei vampiri essi succhiano l’essenza vitale dei
bambini, rendendoli sofferenti ed infelici ed uccidendone a migliaia.
Il nostro sistema scolastico rappresenta la vergogna della società civile e la
rovina dei bambini. Non solo risulta carente in se stesso, ma è la preda di demoni
commerciali privi di scrupoli: medici, politici, teologi, produttori, militari, ecc.
Anche la Chiesa è la rovina del bambino. Il crimine più grosso della religione
organizzata è il suo metodo di inculcare nelle menti dei bambini la paura verso
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no poi cancellate prima dei dieci anni. Le molte migliaia che raggiungono la
maturità, portano i segni (malattie, debolezza, deformazione, arresto nella
crescita, ecc.) di cure sbagliate durante i primi anni di vita. È un’autentica
strage degli innocenti. Dei 9.973 bambini che nel 1870 morirono nel Massachus-
sets prima di aver compiuto cinque anni, più della metà morı̀ a causa di disordini
digestivi. Degli 11.382 bambini sotto i dodici anni di età, curati nel dispensario
per bambini malati della città di New York tra il 1867 e 1869 compreso, 3.243
soffrivano di malattie all’intestino.
Nel 1870 il Dott. E. Ballard, inglese, pubblicò un articolo molto dettagliato
sulla “mortalità infantile” in cui illustrava come in Inghilterra, in cinque anni (dal
1863 al 1868) si fossero verificati 314.242 decessi di bambini al di sotto di un anno
di età, di cui 27.852 dovuti a malattie del tratto digestivo. La seguente tavola sulla
mortalità infantile indica il tasso di mortalità in bambini al di sotto di due anni
registrata a New York dal 2 luglio al 3 settembre dei 1910, diviso in settimane. Le
cause sono divise in diarroiche o altre.
Nel 1909 il tasso di mortalità per bambini al di sotto di due anni fu: cause
diarroiche 5.126, altre cause 20.716. Presumendo che il tasso di mortalità sia
stato approssimativamente lo stesso nelle grandi città, otteniamo che, per i mesi di
luglio e di agosto nelle dieci città più grandi di America, il tasso di mortalità era
di diecimila bambini. Basando le sue stime su queste cifre e riportandole al paese
intero, Eugene Christian afferma: ≪Ogni anno nei mesi di luglio e agosto abbiamo
un funerale per 90.000 bambini a causa di disturbi gastrici e intestinali i quali
costituiscono, tra tutte le cosiddette malattie dei bambini, il genere di affezione più
facilmente controllabile e prevenibile. Questo esercito di piccoli è vittima di una
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Ogni estate il tasso di mortalità infantile dovuto a dissenteria, diarrea del lat-
tante, colera (malattie diarroiche) è enorme, mentre si è aggiunta la poliomieli-
te (paralisi infantile) alle malattie conosciute dai nostri antenati. Ogni anno si
compie una notevole strage di neonati e di bambini.
L’infanzia è più o meno uno stato di disperata dipendenza. Le attenzioni e la
protezione dei genitori sono essenziali affinchè il giovane essere possa superare
questo periodo. Nelle forme di vita inferiore, dove i piccoli non appaiono cosı̀
dipendenti, le cure parentali sono assenti o comunque ridotte all’essenziale. Il tas-
so di mortalità è, comunque, enorme. Risalendo la scala della complessità delle
forme viventi, osserviamo un estendersi del periodo infantile, una crescente di-
pendenza del giovane essere, un incremento nella necessità di cure parentali, fino
a che tra le forme superiori, sia il maschio che la femmina collaborano nella cu-
ra del neonato. Questa eguale distribuzione delle responsabilità viene riscontrata
negli uccelli e nei mammiferi, sebbene ci siano delle eccezioni. Ed è proprio tra
questi animali che si osservano unioni durature in relazione all’allungamento del
periodo di dipendenza ed alla complessità delle attenzioni che la giovane creatura
richiede; vale a dire che, se si vuole soddisfare il bisogno di cure parentali polie-
driche e perduranti, la famiglia deve trionfare. Con il termine poligamia s’intende
la famiglia composta. Perchè maggiori cure parentali non implicano, negli esseri
umani, un maggiore tasso di sopravvivenza come invece si osserva nelle forme di
vita inferiori? L’intero mondo animale alleva i propri figli con la certezza che que-
sti arriveranno alla maturità senza incorrere in malattie di alcun genere. I neonati
ed i bambini non se la cavano cosı̀ bene. Sono costretti a sopportare sofferenze
crudeli ed inutili, e solo poco più della metà riesce a raggiungere l’età adulta. La
principale causa di morte nel mondo animale è la violenza. I piccoli possono mo-
rire di fame a causa dell’uccisione della propria madre. Che i piccoli muoiano è
piuttosto raro.
Il dott. Oswald sostiene: ≪L’infanzia dovrebbe essere il periodo della salute
assoluta; i giovani degli altri esseri viventi sono più sani, più belli, più puri e più
felici degli adulti, mentre l’infanzia dell’animale uomo è il periodo delle malattie
più dolorose; le statistiche indicano che tra le popolazioni caucasiche gli uomini
di trent’anni hanno più possibilità di raggiungere la vecchiaia, di quelle che un
neonato ha di raggiungere il secondo anno di vita≫.
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Capitolo 2
La vita del nuovo essere non inizia al momento del concepimento, come si crede
comunemente, ma molto prima. Infatti, si può correttamente affermare che la vita
del bambino non ha inizio. Al momento del concepimento si uniscono due cellule,
le quali a loro volta, erano i prodotti di altre cellule viventi nel passato, un pas-
sato che non conosce età. Queste cellule, infatti, discendono, generazione dopo
generazione, dall’inizio della vita umana sulla terra. A scopi pratici, comunque,
riferendoci ad un bambino in particolare e non all’oceano di plasma germinale,
dobbiamo riconoscere l’inizio della vita del bambino al momento del concepi-
mento, al momento, cioè, in cui la cellula uovo femminile viene fecondata dallo
spermatozoo maschile. È proprio in quel momento che inizia la formazione di un
nuovo essere e dopo poco tempo vengono prodotti il plasma somatico ed i primi
organi vitali.
L’ereditarietà del nuovo essere oltrepassa di gran lunga i due genitori e, per
questa ragione, l’insieme della famiglia è molto più importante di quello che sia-
mo disposti a credere. L’ereditarietà è il mezzo attraverso il quale i caratteri dei
genitori o degli antenati vengono fatti rivivere nel nuovo essere. Le caratteristi-
che del bambino sono un mosaico di quelle dei suoi antenati, ma sfortunatamente,
spesso si verifica una fusione squilibrata e sproporzionata di questi due insiemi
di caratteristiche, cosicchè il nuovo individuo non è affatto un bambino fin dal
momento del concepimento. In questo volume inizieremo ad occuparci del bam-
bino da questo momento in poi. Ci occuperemo anche delle cure prenatali, cioè
antecedenti la nascita.
Il bambino che si sta sviluppando nel grembo materno è quasi totalmente alle
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dipendenze della madre. Durante l’intero periodo del suo sviluppo intrauterino,
dipende dalla madre, per tutte le materie nutritive, di sviluppo e di crescita e per la
protezione dalle influenze esterne. Deve contare sulla madre per la sua necessità
di alimentazione adeguata, di ossigeno, acqua, calore e raggi solari. La natura
ha posto ogni possibile misura di sicurezza intorno all’embrione ed al feto ed in
caso di necessità non esita a sacrificare la madre per il bene del nuovo essere; ma,
nonostante ciò, è cosı̀ grande la dipendenza del bambino dalla madre che il suo
futuro dipende principalmente dalle sue abitudini di vita.
In questo paese, migliaia di donne muoiono al momento del parto. Molte di
più muoiono a causa di condizioni collegate alla gravidanza. Questi fatti mettono
in risalto la presenza di una deplorevole condizione fisica nella nostre donne.
Come possono tali donne mettere al mondo bambini sani? L’osservazione del
Dott. Oswald che ≪ogni nascita rappresenta una rigenerazione igienica≫ contiene
molta verità e spesso è sorprendente constatare la perfetta condizione fisica dei
bambini nati da madri malate; rimane comunque il fatto che i migliori esemplari,
dal lato fisico, possono essere generati solo da donne dalla salute eccellente.
Ogni anno migliaia di bambini muoiono durante il primo mese di vita. Al-
cuni, al momento della nascita, sono cosı̀ deboli da non riuscire a vivere più di
poche ore. È stato calcolato che, in questo paese, ogni anno si verificano circa
100.000 nascite di bambini morti. Queste morti, dovute in gran parte alle deplo-
revoli condizioni fisiche delle madri e alla mancanza di cure appropriate durante
la gravidanza, dipendono anche dall’assistenza ostetrica comprendente anestesie,
strumenti e medicinali che contribuiscono ad accelerare le contrazioni e quindi la
nascita.
Per cultura prenatale si intende l’utilizzazione di metodi che proteggano e
mantengano, nella madre, una condizione che sviluppi nel nascituro uno stato di
salute migliore. Il suo scopo è di garantire la nascita di un bambino sano e ben svi-
luppato agendo sulla madre e, quindi, indirettamente sul bambino. Direttamente,
invece, produce un buono stato di salute nella madre. Dovrebbe essere compreso
che nulla può far raggiungere questa meta all’infuori di quelle condizioni naturali
che permettono di vivere una vita normale e sana. Le medicine, i sieri, i vacci-
ni, ecc., non trovano posto in una razionale cultura prenatale. Nonostante il cibo
sia, forse, il fattore principale che influenza lo sviluppo del bambino prima della
nascita, non bisogna dimenticare che tutte le componenti della vita, che influenza-
no la salute della madre, sia positivamente sia negativamente, coinvolgeranno in
maniera simile la salute e lo sviluppo del feto.
La capacità di parlare a lungo e consapevolmente su un argomento di cui non
si possiede la benchè minima conoscenza, è un’abitudine comune a molte perso-
ne, sia in campo medico che non. I giornalisti sono famosi per questo. A tale
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del dott. H.M. Shelton
riguardo, possiamo considerare gli uomini della medicina alla stessa stregua dei
giornalisti. Per mascherarsi dietro una facciata di “conoscenza approfondita” que-
ste porsene hanno inventato un gergo molto elaborato che pochi profani riescono
a comprendere. Proprio in questi anni i medici stanno coltivando la capacità di
parlare approfonditamente delle diete, un argomento di cui sono “esperti” tanto
quanto potrebbero esserlo discutendo di “macchie solari”. Le donne non pos-
sono fare affidamento sui medici se vogliono approfondire l’argomento della
dietetica.
Le nascite premature e quelle di bambini nati morti sono molto comuni tra le
donne che appartengono a razze sottosviluppate. Ed anche quando il feto di una
donna sottosviluppata e malnutrita riesce a compiere il suo sviluppo ed a nascere
vivo, esso appare in genere debole e sottopeso e di solito muore entro i primi
dieci giorni di vita a causa dell’impossibilità, da parte delle donne malnutrite di
produrre latte per i propri bambini, questi, dopo la nascita, iniziano un tipo di vita
già sbagliato. Molti muoiono negli ultimi stadi della prima infanzia.
Duecentocinquanta anni fa, uno scrittore inglese scoprı̀ che in Inghilterra cir-
ca la metà dei casi di gravidanza si concludeva con aborti spontanei. Egli attribuı̀
tale fatto agli “eccessi alimentari, alle carni troppo condite, alle salse ed ai condi-
menti, ai corsetti troppo stretti” ed agli “approcci irragionevoli, troppo frequenti e
calorosi del marito verso la moglie durante il periodo iniziale della gravidanza”.
A causa di ciò, egli afferma, ≪la metà degli esseri generati viene distrutta nella
conchiglia, schiacciata nel nido, uccisa in embrione e non giunge a vedere la lu-
ce≫. Della metà che riesce a nascere egli afferma: ≪la metà dell’altra metà viene
soffocata ed avvelenata dal cibo sbagliato e muore durante l’allattamento≫.
Durante la gravidanza, le madri devono svolgere esercizio fisico, ma una
donna super-affaticata metterà al mondo bambini deboli e malnutriti. Non è
strano che i contadini, i quali non farebbero mai lavorare una cavalla gravida se
desiderano la nascita di puledri sani e forti, costringano invece le proprie mogli a
lavorare fino all’impossibile causando cosı̀ la nascita di bambini deboli e malatic-
ci? La stessa mancanza di considerazione nei riguardi della donna viene osservata
anche per quello che concerne il lato sessuale. Il contadino che per nulla al mondo
permetterebbe allo stallone di infastidire la cavalla incinta, non esita a rivolgere
continue richieste di tipo sessuale alla moglie che aspetta un bambino. La classe
medica favorisce questo atteggiamento, anche se in natura è una regola universale
il fatto che la femmina incinta non debba avere rapporti sessuali con il maschio.
Vi sono molte ragioni per credere che il coito durante la gravidanza provochi quel-
lo strato di vernice caseosa riscontrato in molti neonati e che un coito frequente,
durante la gravidanza, aumenti i dolori del parto.
Vi sembra necessario dover dire che una madre malata e storpia non può met-
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tere al mondo bambini sani? Le responsabilità della madre, a tale riguardo, sono
maggiori di quelle che esse stesse vogliono ammettere. Infatti, per esperienza, so-
no convinto che questo libro raggiungerà solo una minoranza di future madri. La
maggioranza di esse non baderà ai miei consigli. Si diceva in passato che se una
futura mamma fosse stata informata dei suoi doveri e delle sue responsabilità e se
le fosse stato insegnato come curare se stessa durante la gravidanza, il suo amore
ed istinto materno l’avrebbero guidata verso quegli atteggiamenti più idonei per
lo sviluppo di una buona salute e forza nel bambino, e l’avrebbero allontanata da
quelli che sarebbero stati a lui nocivi. Il tempo e l’esperienza hanno dimostrato
che questa teoria era sbagliata. Durante la gravidanza, la donna non possiede
una forza di volontà ed un autocontrollo maggiori rispetto ad altri momenti
della vita. La gravidanza non la rende meno pigra od indolente; infatti, al con-
trario, spesso questa condizione viene usata come giustificazione ad un’eccessiva
pigrizia. Una donna che possiede abitudini di vita sbagliate, sicuramente non le
abbandonerà mentre aspetta un bambino. Una donna che fuma, durante la gravi-
danza non smette di farlo. Poche sono le donne che si assumono completamente
il ruolo di vera madre prima e dopo la nascita del bambino.
Sia le donne considerate importanti in campo letterario, religioso, sociale ed
etico e sia quelle che appartengono alle masse più ignoranti, trascurano i diritti
del bambino e non lo circondano, prima della nascita, di quelle attenzioni di cui
avrebbe bisogno. Troppo spesso sono dedite al soddisfacimento della propria
sensualità e dei propri vizi quali il mangiare, il bere, il fumare ed agiscono
secondo la sciocca credenza che i desideri di una donna incinta debbano co-
munque essere soddisfatti per evitare “voglie” nel nascituro. La donna che non
è disposta a sacrificare questi ed altri vizi nocivi per il bene del proprio bambino,
non merita il nostro rispetto. Molte di queste madri si sentono molto orgogliose
di non prendere in considerazione le proprie necessità, anzi di trascurarle; si at-
teggiano a martiri, facendo credere che si tratti di una scelta, tra le proprie reali
necessità e quelle ipotetiche del bambino. Tutto questo non è necessario in quanto
i bisogni del bambino vengono soddisfatti in maniera migliore quando lo sono an-
che quelli della madre. Troppi di questi “sacrifici” che le madri fanno per i propri
bambini sia prima che dopo la nascita, sono dannosi fisicamente e moralmente.
È un dovere della futura madre quello di informarsi e di agire in conformità
alle regole di un vivere sano.
Le donne hanno bisogno di sani esercizi all’aria aperta, di aria pulita, di
riposo e di sonno, di bagni di sole, di essere libere da paure, ansietà ed altre in-
fluenze devitalizzanti. Non devono affaticarsi. Durante la gravidanza non de-
vono essere costrette a soddisfare i desideri sessuali del marito. Ma soprattut-
to hanno bisogno di una giusta alimentazione. Parliamo proprio dell’argomento
che riguarda il cibo.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI –7–
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del libro che potrebbero essere nuove per te e che potrebbero apparirti rivoluzio-
narie o radicali, fino a che non le avrai studiate approfonditamente, sezionate e
viste sotto ogni aspetto. Evita un giudizio affrettato. I preconcetti ed i pregiudizi
non dovrebbero impedirti di vedere nuove verità. Verifica ogni cosa e poi ricorda
solo quelle che corrispondono alla tua verità.
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tare, dopo la nascita, di eliminare nel bambino i danni prodotti da un tale com-
portamento. Date al bambino un buon inizio nella vita fornendogli la migliore
alimentazione possibile. Il momento di maggiore crescita e sviluppo del cer-
vello e dei nervi, si verifica durante il periodo prenatale e durante i primi due
anni di vita. È questo il momento migliore per gettare le fondamenta di un
buon sistema nervoso e di un buon cervello. Si sostiene che l’intero futuro di
un individuo viene stabilito nel momento in cui esso giunge al quarto anno di
età, proprio come il futuro di un vitello si compie ai sei mesi di vita. Quanto è
importante che la madre fornisca al nascituro la migliore nutrizione possibile!
Le donne non possono scaricare sui medici le loro responsabilità riguar-
do a tale argomento. Il programma medico prevede frequenti visite e frequenti
analisi delle urine, dal momento in cui si scopre lo stato di gravidanza fino al suo
termine. Questa pratica non è molto buona per le madri, anche se si dimostra mol-
to redditizia per il medico. Il New York World (16 ottobre, 1928) citando Chas V.
Craster, medico, direttore dell’Istituto d’Igiene di Newark, N.J., afferma: ≪Spe-
ravamo che l’aumento di consulenza ospedaliera su richiesta delle donne gravide
avrebbe ridotto il tasso di mortalità durante la maternità. Ma, con grande sorpresa,
abbiamo osservato che da quando l’ospedalizzazione è aumentata, anche il tasso
di mortalità ha registrato una crescita≫. La casa è il posto più sicuro dove far
nascere un bambino. Il dott. Whitredge, professore di ostetricia alla John Hop-
kins University, afferma: ≪I tassi di mortalità infantile e materna nel nostro paese
superano di un terzo quelli dei resto del mondo≫. Egli sostiene che, ≪in parte ciò
è dovuto agli insegnamenti e al training sbagliato a cui i nostri laureati vengono
sottoposti specialmente se lo paragoniamo a quello europeo≫. Ma in alcuni paesi
europei e sudamericani il training a cui vengono sottoposti i laureati in medicina
non è assolutamente pari a quello americano. D’altro canto, nella maggioranza
dei paesi europei, la figura della levatrice è molto più popolare che in America.
Ed è importante notare che in questo paese, dove si utilizzano i medici invece
delle levatrici, il tasso di mortalità infantile e materna è molto più alto che
non nel resto del mondo.
Il servirsi sempre più dei medici e dei loro metodi e trattamenti innaturali
provoca un aumento nel tasso di mortalità e nello sviluppo di malattie croniche.
A che servono le analisi delle urine? Riescono a scoprire i disturbi (soltanto
alcuni) solo dopo che questi sono ben sviluppati. Non possono prevenire il
formarsi delle malattie. Non possono essere un rimedio. Interessano gli effetti,
non le cause. Se le analisi delle urine riescono ad individuare il problema, vengono
subito fatte seguire delle prescrizioni di medicine ed iniezioni, ma non si pensa a
rimuovere le cause. Tutti i tipi di esami clinici possono considerarsi simili. Le
donne non dovrebbero pensare che i medici possono salvarle.
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tra queste malattie e le abitudini di vita della donna e del bambino, innaturali e
nocive, dovrebbe risultare evidente agli occhi di tutti. Una volta compreso in pie-
no il significato del fatto che è la donna stessa la causa delle proprie malattie,
possiamo sperare che queste diminuiscano o addirittura scompaiano per mezzo di
una igiene razionale, basata saldamente sulle leggi della vita e sui suoi principali
bisogni naturali.
Questa meravigliosa composizione non è immune contro la “follia”. Alcuni
veleni quali il mercurio, l’alcol, la nicotina, ecc. arrivano fino al feto. I medi-
ci sono molto imprecisi quando dichiarano che le bevande alcoliche danneggiano
nella stessa misura tanto i genitori quanto il nascituro. Poichè, secondo loro, l’al-
col non è nocivo per gli adulti, non lo è neanche per il bambino. Questa teoria
è falsa. Il paese è pieno di giovani, donne e uomini, che, sulla strada dell’alcol,
si avviano verso l’inferno patologico e la morte prematura, incoraggiati in questa
follia dalla classe medica.
Nonostante i medici sappiano molto bene che alcuni farmaci passano at-
traverso la placenta e raggiungono il bambino, sembrano ignorare totalmente
questo fatto e credono che la cosiddetta barriera placentale sia sufficiente a pro-
teggere il bambino. L’olocausto provocato dalla talidomide ha infine messo in
discussione le loro certezze. È risaputo come molti farmaci possano causare la
nascita di bambini con malformazioni e difetti, come molti bambini possano
nascere alcolizzati, tossicodipendenti o possano addirittura morire “in utero”
in seguito ad assunzione di farmaci da parte della madre. I medici sostengono
che il fumo non nuoce al bambino. Ma come possono affermarlo? Nuoce alla
madre. Può essere il bambino talmente al sicuro nel suo ambiente che i fattori che
danneggiano la salute della madre non lo raggiungono? Non sia mai detto! In na-
tura non esistono compartimenti stagni. Il tabacco, infatti, danneggia seriamente
il bambino. Perchè i medici incoraggiano le madri a fumare e a bere? Curano
forse gli interessi di chi produce alcol e sigarette o pensano solo ad aumentare i
propri profitti? Qualunque sia la risposta a questa domanda, non vi sono dubbi
sul fatto che la professione medica rappresenti l’influenza più immorale che esiste
oggi al mondo. Essa approva, perdona ed incoraggia la sensualità ed il vizio, di
qualsiasi genere questi possano essere.
I medici si preoccupano di difendere e giustificare i vizi nocivi, comuni
a loro e ad altre persone, quali il tabacco, l’alcol, il caffè, il tè. La profes-
sione medica non si schiera mai fermamente dalla parte delle sane abitudini
di vita nè mai sostiene alti valori di salute. Considera “normale” il deplo-
revole stato dell’umanità quale appare oggigiorno, respinge ogni tentativo di
stabilire standards migliori per quello che riguarda la vita e la salute e incoraggia
le abitudini dannose. Questo è solo un aspetto che dimostra come la professione
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un bambino su due≫. Ella sostiene: ≪A Londra ogni anno muoiono più di 25.000
bambini sotto i dieci anni di età≫. Nel suo Chiudi la bocca, 1870, George Catlin
afferma: ≪Dai certificati di morte che vengono prodotti annualmente nel mondo
civilizzato, ci accorgiamo che, in media, a Londra ed in altre grandi città del
continente, metà della razza umana muore prima dei cinque anni di età, metà
delle rimanenti persone muore prima dei venticinque anni, lasciandoci cosı̀ solo
una possibilità su quattro di vivere dai venticinque anni in poi fino a raggiungere
un’età avanzata≫.
Cifre statistiche di non molti anni or sono, mostrano che a Londra metà dei
≪
bambini muore prima dei tre anni, a Stoccolma metà dei bambini muore prima dei
due anni ed a Manchester, prima dei cinque anni≫.
Una tale mortalità, quale quella mostrata da Catlin, è enorme se paragonata
al quasi inesistente tasso di mortalità infantile che egli trovò durante il suo lavoro
etnografico tra le 150 tribù di Indiani Americani del Nord e del Sud. In una nota
a piè di pagina Catlin sottolinea che a Londra si verificavano 10, 15 ed a volte
20 morti di bambini a settimana perchè soffocati dai genitori mentre dormivano
insieme nello stesso letto. Egli cita un articolo apparso sul Times nel maggio 1860
dove si riportava che ≪un certo Mr. Wakley ha condotto un’indagine sulla morte
di più di cento neonati avvenuta l’inverno scorso per la stessa causa: venivano
schiacciati dai genitori ed erano impossibilitati a respirare≫. Egli cita, inoltre, un
rapporto dell’anagrafe in cui si dichiarava: ≪il soffocamento che avviene a letto,
impedendo che giunga aria al bambino, in Inghilterra è la causa più frequente di
morte violenta≫. Molti bambini muoiono soffocati dalle lenzuola appena nati.
Circa 100–130 anni fa era abitudine somministrare ai bambini appena nati,
melassa ed acqua, olio di ricino, tisane, ed a volte anche farragine o medicine più
potenti. Con il trattamento per la difterite in uso durante l’ultimo secolo, il tasso di
mortalità era molto alto, fino a toccare livelli, in alcune località, del 100 percento
dei casi. Il trattamento del morbillo, della scarlattina e di altre cosiddette malattie
infantili dava più o meno gli stessi risultati per quello che riguardava il tasso di
mortalità. I medici erano il pericolo maggiore per la vita: ≪le loro medicine – fu
dichiarato da personaggi in vista della professione – uccidevano più di una guerra,
di una pestilenza e di una carestia messe insieme≫. Fasciature, soffocamento,
alimentazione smisurata, somministrazione indiscriminata di farmaci e condizioni
poco igieniche erano tra le cause principali dell’alto tasso di mortalità infantile
degli ultimi due secoli. Anche se alcuni bambini sono cosı̀ attaccati alla vita da
sopravvivere, nonostante tutti gli abusi alimentari a cui vengono sottoposti, molti
altri vengono uccisi da tali abusi.
Fortunatamente morti di questo genere appartengono al passato. I genitori
non soffocano più i loro bambini con un eccesso di lenzuola e coperte, non li
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opere d’arte, che cosa avevano contemplato?≫. Viene asserito che la morale ed il
carattere del bambino possano essere predeterminati dallo stato mentale della ma-
dre durante il periodo della gravidanza; che le sue abitudini future possano essere
prestabilite. Dipenderebbe dalla nostra volontà mettere al mondo un ladro o un
santo. Si dice che la madre di Dante, pochi attimi prima della nascita dell’illustre
figlio abbia avuto una meravigliosa visione. Forse, però, si parla di più dei “se-
gni” fisici nei bambini che non delle altre forme di “impressioni materne”, e quasi
sempre questi segni sono rappresentati da malformazioni e difetti. Da queste sto-
rie sembrerebbe che il bambino sia quasi completamente alla mercè di sua madre
durante i primi mesi della sua esistenza.
Tornando ai tempi di Giacobbe, nella Genesi (XXX, 29-43), si legge che egli
abbia influenzato i colori e le macchie del suo bestiame ponendo delle ‘scale di
legno’ ed altre cose davanti agli animali. Troviamo qui un riscontro delle im-
pressioni materne. Ma quello che è successo al bestiame di Giacobbe non è mai
successo a nessun altro. L’esperimento di Giacobbe è stato ripetuto centinaia di
volte nelle stazioni sperimentali agricole americane e non si sono mai ripetuti gli
stessi risultati.
Viene sostenuto che ogni bellezza fisica desiderata, ogni qualità geniale, tutte
le disposizioni morali e le tendenze spirituali possono essere conferite dalla ma-
dre al proprio figlio. Ecco un esempio di M.me Louise Mason tratto dall’Arena.
Quando la signora Mason venne a conoscenza del fatto che i propri figli potevano
essere “marcati”, decise di marcare il suo nel migliore dei modi possibile. Ella
racconta: ≪Sedevo da sola nella mia stanza, contemplando scene piacevoli, e, in
una pacifica predisposizione mentale perfettamente passiva, desideravo che il mio
bambino fosse una femmina; che fosse magra, che avesse capelli castani ed occhi
bellissimi; che diventasse una musicista, una cantante e che avesse successo in
qualsiasi cosa facesse; che fosse migliore di tutti quelli che conoscevo. Ecco il ri-
sultato: una bella donna nella mente e nel corpo, con capelli castani, fisico magro
ed una voce fenomenale da contralto; è una filosofa, una studiosa di Delsarte, di
astronomia ed astrologia, ed ha successo negli studi; è una buona parlatrice ed ha
un carattere amabile≫.
Quando le madri cominciano a desiderare un sesso per il bambino che deve
nascere, o a desiderare il colore dei capelli pensano di poter svolgere un lavoro
di creazione. Rivolgo quest’affermazione soprattutto a coloro che non conoscono
i meccanismi dell’ereditarietà; il colore dei capelli, la costituzione ed il colore
degli occhi vengono determinati nel plasma germinale. La disposizione mentale
della madre non ha niente a che fare con questi elmenti. Wiggam commenta:
≪Se la madre potesse creare dei caratteri meravigliosi nei propri figli, rendendoli
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dovrebbero avverarsi≫.
Un caso di malformazione fisica che ho trovato in uno di questi libri è quello
di un bambino nato privo di dita ad una mano. La spiegazione a ciò era che nei
primi mesi della gravidanza, la madre fu avvicinata da un mendicante il quale
chiedendo l’elemosina “nel nome di Dio, sollevò la mano mostrandola priva delle
dita”. L’arto deformato del bambino era lo stesso di quello del mendicante “ed
alla madre sembrava che ricordasse in tutto e per tutto quello del mendicante”.
Una donna incinta fu molto preoccupata quando il marito tornò a casa con la
faccia gonfia a causa di un colpo di freddo. Ella “mise al mondo una bambina
con un rigonfiamento rosso sullo stesso lato della faccia”. Un’altra donna incinta
durante un temporale si spaventò a causa di un fulmine improvviso. “Il suo bam-
bino sulla fronte presenta una striatura a zig-zag che si pensa sia stata provocata
dalla paura”. Una donna mentre visitava una fiera di paese notò un bambino di
circa quattro anni che indossava una maschera da vecchio. A quella visione provò
un senso di “repulsione” ma decise di essere forte e non marcare il bambino che
aspettava. Nonostante la sua determinazione, quando il bambino nacque, di sette
mesi, “presentava una testa incredibilmente grande e aveva le sembianze di un
uomo anziano”. Lo “studioso” indica questo caso in cui la donna si era sforzata
con la volontà di non marcare il bambino; la domanda di Wiggam è allora: ≪se la
volontà della madre è abbastanza potente da produrre le cosiddette voglie, perchè
non le può anche prevenire?≫.
Un altro caso curioso è quello di una donna che, mentre coltivava il giardino,
rimase colpita da un cetriolo doppio che le capitò tra le mani. Si convinse che
era destinata a mettere al mondo una coppia di gemelli, invece il bambino che le
nacque possedeva solo le dita dei piedi doppie. Se le impressioni materne possono
creare dita, distruggerle, perchè non possono anche creare teste o “scalpi”? Non
vi sono casi di bambini nati senza testa solo perchè la madre aveva assistito ad una
decapitazione. Le donne americane del passato hanno assistito a molte scene in
cui gli Indiani asportavano lo scalpo di altri uomini, eppure nessuno dei loro bam-
bini è nato senza il cuoio capelluto. Un caso molto triste di cui ho sentito parlare
qualche anno fa, è quello di una donna che durante la gravidanza fu spaventata da
una talpa. Alla nascita il bambino non possedeva braccia e mani. All’attaccatura
delle braccia, alle spalle, possedeva delle piccole “spatole” che ricordavano quel-
le di una talpa. Nonostante ciò non ho mai sentito parlare di bambini nati con il
corpo di un elefante o il collo di una giraffa.
Durante la prima guerra mondiale, in Francia e Belgio, le scorribande di Zep-
pelin erano all’ordine del giorno e le donne incinte erano spesso testimoni di ter-
ribili delitti, tuttavia non si hanno testimonianze di bambini nati con segni parti-
colari. Le autorità francesi che controllavano le nascite a Parigi, riportano che nel
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1918, l’anno più terribile di quella guerra, i bambini che nascevano erano più sani
e più grassi del solito.
Si sostiene che se una donna che aspetta un bambino viene spaventata e si
tocca in alcune parti del corpo, sulle parti corrispondenti del corpo del bambino
appariranno dei segni. Molte madri hanno paura di scacciare una mosca o un
insetto dal viso per paura che un segno a forma di insetto appaia sul viso del
bambino. È una delle teorie più ridicole, ma riesce a turbare la pace mentale di
molte donne incinte.
Esiste un’altra credenza popolare riguardo a questo argomento ed è quella
che se una donna desidera intensamente qualcosa che non può ottenere, questa
voglia apparirà sul bambino. Questa credenza viene spesso usata come scusa per
eccedere nei peccati di gola. Nonostante non abbia mai sentito questo tipo di storie
nel sud, Wiggam racconta che ≪nel sud una donna di colore che mette al mondo un
bambino bianco spesso giustifica tale fatto con un suo intenso desiderio di neve≫.
Si vedono spesso donne di colore con bambini bianchi ma noi lo spieghiamo in
una maniera più semplice. Nonostante i principi e le tradizioni del sud, è difficile
che qui nascano bambini da donne vergini, cosı̀ quando vediamo un bambino
bianco immaginiamo la presenza di un antenato bianco.
Le “voglie”, tuttavia, sono relativamente rare, e ad una madre che teme di
“marcare” il proprio bambino sembra di dover vedere cose orribili ogni giorno.
Bambini ed adulti malformati la circondano continuamente. È impossibile per
qualsiasi donna vivere i nove mesi di gravidanza senza vedere alcunchè di impres-
sionante. Se queste credenze fossero vere, i nostri bambini sarebbero le vittime,
senza speranza, del caso e nessun bambino nascerebbe mai normale. A dispetto
di ciò molte donne dal carattere impressionabile, testimoni di incidenti terribili,
mettono al mondo bambini normali. Consideriamo brevemente alcuni fatti.
Primo i bambini non vengono prodotti dalle cellule del corpo dei genitori. Ven-
gono prodotti, infatti, dal plasma germinale della famiglia, rappresentato
dalle cellule germinali: le cellule uovo e gli spermatozoi. Queste non fanno
parte del corpo dei genitori, sono solo racchiuse in essi. Furono trasferite
ai genitori dai propri genitori, i quali a loro volta le ricevettero dai propri
genitori e cosı̀ fino ad arrivare ad Adamo ed Eva o a chiunque iniziò tutto
quanto. I caratteri ereditari non vengono conferiti dai genitori. Queste cel-
lule ricevono dai genitori solo una sistemazione per continuare a vivere, ma
sono completamente separate nell’organizzazione. Anche se vivono dentro
di essi non sono parte del corpo dei genitori e non sono prodotte dal corpo
o dalle cellule del corpo di questi. Dio crea le cellule germinali e conferisce
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Secondo non esiste un legame nervoso tra la madre ed il bambino. Dal momen-
to del concepimento il bambino è un essere indipendente verso il quale è
anatomicamente impossibile che la madre indirizzi impressioni o impulsi
mentali o nervosi. Oggi è abbastanza comune tra i sostenitori di tali idee,
attribuire le “voglie” alla “telepatia”. Cosı̀ facendo si colloca il problema
nell’ambito delle scienze occulte togliendolo da quello biologico. Non esi-
stono prove per sostenere la tesi della telepatia e non vi sono ragioni per
credere, pur ammettendolo possibile tra due menti che si sforzano e che si
sono sottoposte a lunghi allenamenti, che questa comunicazione telepati-
ca sia creativa e possa produrre i capelli rossi o le braccia somiglianti alle
spatole di una talpa. Wiggam osserva giustamente che se fosse possibile in-
fluenzare telepaticamente il bambino, sia il padre sia qualsiasi altra persona
potrebbero farlo, e l’influenza telepatica non cesserebbe al momento della
nascita. Una madre che si spaventa alla vista di un uomo senza un braccio
dovrebbe provocare nel suo bambino, anche se di tre anni, la perdita del
braccio.
Un bambino non ancora nato è esterno al corpo della madre tanto quanto un
pulcino nell’uovo è esterno alla gallina. L’utero non è niente di più di una
cavità nel corpo della donna, come la bocca, ed il bambino nel corpo della
madre non è niente di più di un qualcosa racchiuso in bocca. Può pensare
al suo bambino come una gallina potrebbe pensare ai pulcini racchiusi nelle
uova che sta covando. Sono d’accordo con Wiggam quando afferma: ≪Non
vi rendete conto che se il Buon Signore avesse permesso che il bambino
nel grembo materno venisse anche remotamente sfiorato da tali influenze
contradditorie (le influenze telepatiche del padre, della madre e del resto
del mondo) sin dal momento del concepimento egli non sarebbe altro che
un insieme grottesco di assurdità?≫
Terzo non esiste uno scambio di sangue tra la madre ed il bambino. Il bambino
possiede sangue e circolazioni propri. Il bambino dipende dalla madre solo
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dre≫ e che ≪pertanto la madre, come è già stato dimostrato, può trasmettere
attraverso il suo sangue alcune caratteristiche mentali e fisiche≫; tutte le
impressioni nervose che hanno prodotto un’alterazione temporanea o per-
manente del carattere vengono comunicate al bambino per mezzo della cir-
colazione sanguigna della madre. Se questo implicasse soltanto delle alte-
razioni nutritive, questa persona sarebbe nel giusto; altrimenti, non esistono
prove che confermino le sue dichiarazioni.
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Cibi alterati, cattive condizioni di salute della madre, ecc., tendono sempli-
cemente a produrre nel bambino una condizione di vitalità e resistenza inferiori
rispetto al normale. La natura del bambino dipende dall’ereditarietà delle sue cel-
lule germinali. Un difetto nella cellula germinale all’inizio, si manifesterà in un
difetto nel bambino.
Una volta nacque un bambino con un occhio di “colore grigio-blu” e l’altro
“marcato dal colore e dal fuoco degli occhi di uno spagnolo” che la madre in-
contrava quasi ogni giorno durante il periodo della gravidanza. ≪Egli appariva
all’improvviso e sempre col suo sguardo tenebroso e passionale≫. In apparenza,
questo sembrò un caso evidente di impressione materna in quanto i genitori del
bambino non presentavano tale caratteristica nello sguardo. Tuttavia, uno studio
più approfondito rivelò che i genitori della madre del bambino avevano gli stessi
suoi occhi. Era un altro caso di ereditarietà.
Il sig. Wiggam ha studiato migliaia di casi di presunte “voglie” o di segni,
ma fino ad ora dice di non averne riscontrato neanche uno che sia tale. Il dott.
Erasmus Darwin, nonno di Chas chiese a 11.000 donne ricoverate in un reparto
maternità quali pensavano fossero le voglie che si sarebbero presentate sul proprio
bambino ed in quale parte del corpo si sarebbero manifestate. Si segnò tutte le
risposte. I bambini, al momento della nascita, non presentarono alcuna voglia, e
nei pochi casi in cui appariva un segno, questo non si trovava nella parte del corpo
che la madre aveva previsto.
Le “voglie” vengono attribuite a cause immaginarie nello stesso modo in cui
si crede che una mucca bianca, vista al buio, sia un fantasma. L’immaginazione
gioca un grosso ruolo a tale riguardo. Una voglia comune è rappresentata da una
bolla rossa o dal tumore di una vena provocati da un allargamento dei capillari in
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una particolare zona del corpo. L’immaginazione ci fa pensare che tale macchia
rossa sia una “voglia” di fragola o qualche altra cosa dello stesso colore.
Le donne che aspettano un bambino dovrebbero ricordare che gli incidenti pri-
ma della nascita sono molto rari, che le leggi naturali ed il meccanismo che Dio
ha preparato per la protezione del bambino, affinchè all’inizio della vita possa go-
dere del meglio che la natura può offrirgli, possono senz’altro garantire il meglio
al bambino. Non importa quanti possano tentare di dimostrare la validità delle
“voglie”, non dovete ascoltarli e non dovete permettere che tali fatti disturbino la
vostra quiete. Il vostro stato mentale può danneggiare il bambino solo se quello
nutritivo risulta alterato perché in tale maniera non si permetterebbe al bambino
di ottenere il giusto nutrimento. Si può aiutare il nascituro solo migliorando le
condizioni di salute e adottando un regime alimentare sano.
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mentre svezza i gattini, perde peso e dimagrisce anche se i suoi pasti rimangono
abbondanti. (In questo caso, a differenza degli esseri umani, la madre deve allat-
tare contemporaneamente più creature). Ingrasserà di nuovo al momento in cui
sarà pronta per una nuova gravidanza. I suoi tessuti vengono utilizzati per nutrire
i suoi piccoli.
È stato giustamente dichiarato che il cibo è “una condizione essenziale per la
vita e per la salute”, pertanto, rappresenta “un mezzo per controllare sia la salute
che la vita”. Non discuteremo in questa sede l’alimentazione dell’embrione in
relazione al futuro sviluppo e benessere del bambino, ma non tralasceremo di sot-
tolineare come essa rappresenti un fattore di massima importanza a tale riguardo.
La madre, pertanto, è in gran parte responsabile del futuro del proprio figlio.
Può facilitare o annullare la sua vita prima che egli nasca.
Le “autorità” mediche tendono ad enfatizzare il ruolo delle proteine, del
calcio, del ferro, delle vitamine C e D nella dieta della madre. Non ripeteremo
mai abbastanza che le scuole di medicina non insegnano la dietologia e che
i medici in genere sono completamente ignoranti riguardo a tale argomento.
Il medico che fornisce consigli dietetici è alla stessa stregua di un profano che
prescrive medicine. Entrambi tentano di svolgere un compito verso il quale non
sono qualificati. Sono dei ciarlatani della peggiore specie. Il fatto ovvio è che
durante i periodi della gravidanza e dell’allattamento sono importanti tutti i fattori
nutritivi essenziali, e la dieta dovrebbe essere tale da produrre le giuste quantità di
tutti i fattori alimentari nutritivi e complementari.
Ma nella nostra ignoranza abbiamo esagerato l’importanza delle protei-
ne nella dieta, ed abbiamo raddoppiato o persino triplicato la quantità che
ne sarebbe necessaria, esaltando l’importanza dei cibi ricchi di proteine. In par-
ticolar modo abbiamo evidenziato l’importanza della carne magra. Una donna
incinta o che allatti giornalmente ha bisogno di poche più proteine rispetto
ad una donna che non si trovi in queste condizioni. Tuttavia se consideriamo il
fatto che una donna di “abitudini moderate” in media consuma regolarmen-
te da due a tre volte la quantità di proteine di cui ha bisogno, ci accorgiamo
che ogni aumento sproporzionato nella quantità di proteine da consumare, dovuto
all’aggiunta di cibi quali carne, uova, formaggio, risulterà dannoso.
Un lieve aumento nei bisogni proteici ed in quelli di alto valore biologico è
essenziale ai fini della riproduzione. Ma un tale aumento non è necessario se
la quantità consumata abitualmente costituisce già un eccesso. Noci, nocciole,
avocado, germogli di soia, semi di girasole e verdure fresce forniranno ad
una donna vegetariana ed alla sua creatura proteine ad alto valore biologico.
Bircher-Benner sostiene che ≪la sostanza proteica delle piante verdi è di grande
valore, ed è persino migliore della proteina del latte per integrare le imperfette
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proteine dei semi (quali il grano, i fagioli, le lenticchie, i piselli)≫. Egli sottolinea
il fatto che ≪l’equilibrio tra gli elementi nutritivi viene disturbato dal consumo
eccessivo di carne. . . ≫
Quindi, il continuo insistere dei medici sul consumo di alimenti a base di
carne, è visto come uno sbaglio serio che provoca molti disturbi. È stato di-
mostrato che è impossibile allevare dei cuccioli di leone con una dieta solo a base
di carne fresca e di ossa, in quanto mancano almeno tre minerali e tre vitamine. È
significativo il fatto che si possono allevare dei giovani leoni in cattività solo con
una dieta a base di piccoli animali interi. Essi hanno bisogno dell’intero animale e
non solo di grasso e di muscoli. Gli indolenti Eschimesi, spinti all’azione solo dal-
l’impulso della fame, si alimentano con l’animale intero, crudo. La carne magra
non costituisce un alimento ‘completo’ e da sola non può permettere la crescita,
lo sviluppo e la vita. È solo un frammento dell’animale, una parte del tutto che
svolge compiti particolari e che può soddisfare solo aspetti particolari.
Le uova consigliate spesso nella dieta delle madri e dei bambini provoca-
no la putrefazione intestinale e sono poco adatte alla nutrizione degli esseri
umani. La frequenza con cui si manifestano i cosiddetti fenomeni allergici in
seguito al consumo di uova, dimostra il fatto che non possono essere considerate
un cibo adatto all’uomo. Quando alcuni equipaggi che dovevano partecipare ad
una gara nautica durante l’allenamento tentarono di nutrirsi solo a base di uova,
dovettero consumarne a dozzine ogni giorno. Le uova, come alimento nutritivo,
si dimostrarono inferiori alle banane.
Il latte, come alimento nutritivo, è sicuramente migliore della carne o del-
le uova, ma il latte di oggi, pastorizzato, omogeneizzato, scremato, prodotto da
vacche male alimentate e vaccinate e prodotto troppo spesso in condizioni poco
igieniche, è carente delle sostanze necessarie all’alimentazione dell’uomo.
I grassi animali, ad eccezione del burro e della panna, sono molto meno di-
geribili dei grassi vegetali, di quelli della frutta e delle noci ed in più contengono
anche scarti animali. In questi ultimi anni si è molto parlato e scritto sulla maniera
in cui il DDT risulta presente nel grasso dell’animale. Questo si verifica al fine
di impedire che tale sotanza passi nella circolazione sanguigna, dove molto diffi-
cilmente potrebbe essere eliminata. Poi, quando la vacca dimagrisce, il DDT dal
grasso si riversa nel latte. Un simile accumulo di altri veleni e sostanze di rifiuto
nel grasso avviene quando questi superano la capacità di eliminazione dell’anima-
le. Si dovrebbe evitare il consumo dei grassi animali. Ma con questo non intendo
consigliare l’uso della margarina in sostituzione del burro. La margarina è un
grasso raffinato di varia origine, con aggiunta di ‘vitamine sintetiche’ a carattere
tossico, di conservanti affinchè non diventi rancida. Esiste una grande varietà di
oli gustosi e genuini: l’olio di oliva, di soia, di semi di girasole, di noccioline e di
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valore reale delle due vitamine che “arricchiscono” la farina bianca fu rivelato da
alcune prove condotte da Agnes Fay Morgan un’esperta ricercatrice in campo ali-
mentare presso l’Università della California e riportato nella rivista Science (93,
261, 264, 1941). Gli animali alimentati con una dieta “arricchita” morirono, e
quelli alimentati con una dieta “impoverita” divennero storpi. Essi in poco tempo
persero vitalità ed invecchiarono proprio a causa dell’arricchimento artificiale. Il
dott. Morgan avverte che questo tipo d falso “arricchimento” può “provocare un
peggioramento del disturbo originale”. Anche se le “vitamine” sintetiche avessero
qualche valore, cosa che non hanno, aggiungerle alla farina bianca non basterebbe
a ricreare i sali minerali, il 75 percento dei quali viene eliminato dal processo di
macinatura. La farina bianca rimarrebbe un prodotto estremamente innaturale.
Nessuna dieta artificiale, del tipo che la maggioranza degli americani segue
regolarmente, “arricchita” con sali e “vitamine” provenienti dal laboratorio, può
fornire un’adeguata nutrizione alle madri e ai bambini e a qualsiasi altro indivi-
duo. È importante consumare alimenti naturali, quegli alimenti, cioè, che non
sono stati trattati, impacchettati, imbottigliati e privati di gran parte dei loro ele-
menti nutritivi. Gli elementi denaturati, demineralizzati, devitaminizzati, colorati,
conservati, sofisticati ed ossidati sono altamente nocivi per la nutrizione.
Mai come nell’era moderna, forse, l’uomo si è distaccato dalla natura. Gli
ultimi centotrenta anni hanno rappresentato l’era del boom del progresso mecca-
nico e dell’industrializzazione, dello sviluppo delle grandi città e dell’abbandono
della terra da parte del consumo, cosicchè oggi, per usare la definizione di McCol-
lum, la dieta delle nazioni civili è del tipo che ≪nella storia, nessuna razza ha mai
tentato di sopravvivere con un simile regime alimentare≫. I processi di sofisti-
cazione e denaturazione degli alimenti portano, secondo lui, ≪ad un esperimento
che coinvolge nazioni intere≫. Oggi gli effetti disastrosi provocati dagli alimenti
consumati appaiono talmente evidenti, che persino gli scienziati “ortodossi” sono
in grado di riconoscerli, sebbene un centinaio di anni fa solo pochi igienisti siano
stati capaci di prevederli.
La dieta comune degli americani, (a base di pane bianco ed altri prodotti de-
rivati dalla farina bianca, di riso bianco e di altri cereali denaturati, di pane di
mais demineralizzato e degerminato, di zucchero bianco, di frutta secca solfora-
ta ed inscatolata, di verdure confezionate, di alimenti a base di carne conservate
e con additivi, di latte pastorizzato, di sciroppi solforati, di cetrioli in salamoia,
di conservanti, di dolci, caramelle, torte, bevande analcoliche gassate, e priva di
frutta e verdure fresche), non può produrre dei fisici forti e sani, con vista ed udito
normali, e non permette ad una madre di produrre un latte nutriente per il proprio
bambino. Bisogna ritornare ad un’alimentazione naturale, non solo per le madri e
per i bambini che devono crescere, ma per tutti i membri della società.
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Capitolo 4
I BAMBINI DOVREBBERO
NASCERE IN PRIMAVERA
Il prof. Westermark, nel suo La storia delle unioni tra gli uomini, espone la
seguente teoria generale riguardo il periodo degli accoppiamenti negli animali:
≪Nonostante un’apparente irregolarità, il periodo di accoppiamento in ogni spe-
cie animale viene regolato da una legge inderogabile. Avviene prima o dopo a
secondo che il periodo di gestazione sia più breve o più lungo, cosı̀ che gli esse-
ri giovani possano nascere in un momento dell’anno in cui sia permessa loro la
sopravvivenza. In questo modo, la maggioranza dei mammiferi partorisce al-
l’inizio della primavera, e nei paesi tropicali, invece, al cominciare della stagione
delle pioggie. Nelle regioni montuose, gli animali si accoppiano più tardi rispetto
a quelli che vivono in zone più basse, e quelli delle regioni polari e delle zone
temperate generalmente si accoppiano più tardi di quelli che vivono ai tropici≫.
Sembra che la natura agisca sempre in maniera da salvaguardare gli inte-
ressi ed il benessere degli elementi più giovani. Gli studiosi invece sembrano
preoccupati solo del piacere degli adulti.
Il sig. Westermark, inoltre, riporta una lista di fatti e di statistiche da tutte
le parti del mondo che dimostra come l’uomo, originariamente, era solito ac-
coppiarsi solo in periodi dell’anno stabiliti e che, nonostante le numerose per-
versioni sessuali esistenti al giorno di oggi, egli segue ancora questo suo istinto
primitivo più di quanto immagini. Infatti: ≪Il numero delle nascite in Sardegna,
in Belgio ed in Svezia è soggetto ad un aumento regolare due volte all’anno, il cui
massimo viene raggiunto durante i mesi di febbraio o marzo, mentre l’altro in set-
tembre o ottobre; nell’Italia del sud vi è un solo aumento all’anno, ma al nord se
ne verificano due, in primavera ed in autunno. In Germania, si toccano due livelli
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massimi, uno in febbraio-marzo, e l’altro in settembre; nelle otto città più grandi
della Scozia, si registrano più nascite legali durante il mese di aprile; in Svezia,
il primo aumento annuale delle nascite presenta il suo massimo durante il mese
di marzo; in Belgio, Spagna, Austria ed Italia a febbraio, in Grecia, a gennaio;
in questo modo, l’aumento delle nascite avviene prima al sud dell’Europa che al
nord≫.
≪La distribuzione disuguale delle nascite durante i mesi dell’anno è da attri-
buire, secondo gli statistici, a diverse cause. Viene comunque generalmente rico-
nosciuto che il massimo a febbraio e marzo (in Cile, settembre), è dovuto, almeno
in gran parte, al fatto che l’istinto sessuale appare più intenso a maggio e a giugno
(in Cile a dicembre). Probabilmente questa è la spiegazione se si considera anche
che specialmente le nascite illegittime sono relativamente numerose. (Bisogna ri-
cordare che il Cile si trova nell’emisfero inferiore e pertanto la sua primavera si
manifesta a settembre)≫.
≪Cosı̀, paragonando i dati su riportati, troviamo che tra diverse razze umane,
l’istinto sessuale aumenta alla fine della primavera o piuttosto all’inizio dell’esta-
te≫.
Egli continua: ≪Sembra pertanto logico dedurre che l’aumento dell’istinto
sessuale alla fine della primavera o all’inizio dell’estate, sia una reminiscenza del-
l’antico periodo dell’accoppiamento, che dipende dalle stesse leggi che governano
il resto del regno animale≫.
Durante questo periodo, il risveglio dell’istinto sessuale generalmente assopi-
to, permette di far nascere i bambini in primavera, cioè a febbraio, marzo o aprile.
E questo è proprio il miglior periodo dell’anno per far nascere i bambini. È l’i-
nizio della stagione più ricca di frutta e verdure fresche, quando il bambino,
attraverso la madre, può ricevere i cibi migliori che la natura offre. Nel latte ma-
terno trova un ottimo materiale per un’ancora migliore formazione delle ossa. Il
clima è mite, nelle case si tengono le finestre aperte e la gente passa lunghe ore
fuori. Questo vuol dire che anche il bambino godrà dell’aria aperta.
Nelle condizioni di vita moderne, i raggi di sole non dovrebbero essere tra-
scurati. I bambini che nascono alla fine dell’autunno o all’inizio dell’inverno,
quasi inevitabilmente, e a livelli più o meno accentuati, sviluppano il rachi-
tismo. Sono molto pochi i casi di rachitismo osservati tra i bambini che godono
regolarmente dei raggi del sole e che vengono alimentati con cibi naturali durante
i primi mesi di vita. Il fatto che il sole sia assolutamente essenziale alla normale
utilizzazione ed assimilazione del calcio o forse anche del ferro e di altri elementi,
è fuori dubbio. Questo vale per le piante e per gli animali. ≪In primavera ed in
estate – sostiene Berg – quando le piante sono nella fase più rigogliosa del loro svi-
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tere al mondo bambini sani? Le responsabilità della madre, a tale riguardo, sono
maggiori di quelle che esse stesse vogliono ammettere. Infatti, per esperienza, so-
no convinto che questo libro raggiungerà solo una minoranza di future madri. La
maggioranza di esse non baderà ai miei consigli. Si diceva in passato che se una
futura mamma fosse stata informata dei suoi doveri e delle sue responsabilità e se
le fosse stato insegnato come curare se stessa durante la gravidanza, il suo amore
ed istinto materno l’avrebbero guidata verso quegli atteggiamenti più idonei per
lo sviluppo di una buona salute e forza nel bambino, e l’avrebbero allontanata da
quelli che sarebbero stati a lui nocivi. Il tempo e l’esperienza hanno dimostrato
che questa teoria era sbagliata. Durante la gravidanza, la donna non possiede
una forza di volontà ed un autocontrollo maggiori rispetto ad altri momenti
della vita. La gravidanza non la rende meno pigra od indolente; infatti, al con-
trario, spesso questa condizione viene usata come giustificazione ad un’eccessiva
pigrizia. Una donna che possiede abitudini di vita sbagliate, sicuramente non le
abbandonerà mentre aspetta un bambino. Una donna che fuma, durante la gravi-
danza non smette di farlo. Poche sono le donne che si assumono completamente
il ruolo di vera madre prima e dopo la nascita del bambino.
Sia le donne considerate importanti in campo letterario, religioso, sociale ed
etico e sia quelle che appartengono alle masse più ignoranti, trascurano i diritti
del bambino e non lo circondano, prima della nascita, di quelle attenzioni di cui
avrebbe bisogno. Troppo spesso sono dedite al soddisfacimento della propria
sensualità e dei propri vizi quali il mangiare, il bere, il fumare ed agiscono
secondo la sciocca credenza che i desideri di una donna incinta debbano co-
munque essere soddisfatti per evitare “voglie” nel nascituro. La donna che non
è disposta a sacrificare questi ed altri vizi nocivi per il bene del proprio bambino,
non merita il nostro rispetto. Molte di queste madri si sentono molto orgogliose
di non prendere in considerazione le proprie necessità, anzi di trascurarle; si at-
teggiano a martiri, facendo credere che si tratti di una scelta, tra le proprie reali
necessità e quelle ipotetiche del bambino. Tutto questo non è necessario in quanto
i bisogni del bambino vengono soddisfatti in maniera migliore quando lo sono an-
che quelli della madre. Troppi di questi “sacrifici” che le madri fanno per i propri
bambini sia prima che dopo la nascita, sono dannosi fisicamente e moralmente.
È un dovere della futura madre quello di informarsi e di agire in conformità
alle regole di un vivere sano.
Le donne hanno bisogno di sani esercizi all’aria aperta, di aria pulita, di
riposo e di sonno, di bagni di sole, di essere libere da paure, ansietà ed altre in-
fluenze devitalizzanti. Non devono affaticarsi. Durante la gravidanza non de-
vono essere costrette a soddisfare i desideri sessuali del marito. Ma soprattut-
to hanno bisogno di una giusta alimentazione. Parliamo proprio dell’argomento
che riguarda il cibo.
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• Singhiozzo.
• Stitichezza.
• Coliche.
• Eccesso di grasso.
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• Disturbi e dolori.
• Eruzioni cutanee.
• Uno sviluppo troppo lento o persino troppo rapido, secondo criteri enunciati
nel capitolo dedicato allo “Sviluppo del bambino”.
cibo ogni due ore o addirittura più spesso – afferma il dott. Tilden – allora quel
bambino è malato e va curato≫.
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Capitolo 6
LE ATTENZIONI GENERALI DA
DEDICARE AL BAMBINO
6.1 LA RESPIRAZIONE
Subito dopo la nascita il bambino inizia a respirare. Al primo respiro segue imme-
diatamente uno scoppio di pianto che sta ad indicare l’energica azione del torace,
del diaframma e dei polmoni ed il fatto che i polmoni, fino ad allora inusati, si
sono riempiti di aria. Subito dopo che questo pianto ha annunciato al mondo la
presenza di un altro essere vivente, il medico o l’ostetrica si apprestano al taglio
del cordone ombelicale attraverso il quale, durante i nove mesi della sua vita in-
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mezzo delle braccia, come sarebbe lento il loro sviluppo! Perchè dobbiamo conti-
nuare a danneggiare lo sviluppo dei nostri piccoli tenendoli supini per lunghe ore?
Il dott. Tilden, dopo aver sostenuto tale teoria per anni, nel suo La cura dei bam-
bini (1916) scriveva: ≪Ponete il bambino sullo stomaco (secondo il metodo del
dott. C.E. Page) e permettetegli di stare in questa posizione anzichè sulla schiena.
Il metodo del dott. Page è molto funzionale. I bambini iniziano a camminare e a
correre molto prima≫.
La colonna vertebrale del feto è flessa. Per portarla e mantenerla in posizione
estesa è necessario sviluppare i muscoli dorsali. Il dimenarsi ed il contorcersi
del bambino, in posizione prona, sviluppa i muscoli dorsali, cosa che non av-
verrebbe se il bambino fosse sdraiato supino. Quando un bambino con muscoli
dorsali ben sviluppati comincia a tirarsi su ed a stare seduto, e questo avviene
molto più in fretta, starà eretto in quanto i suoi muscoli saranno abbastanza forti
per mantenerlo in questo modo.
Ho parlato fino ad ora dello sviluppo dei muscoli della schiena, delle braccia
e delle gambe che avviene nella posizione prona. È necessario che ricordi che
anche i muscoli dei fianchi e quelli addominali svolgono un’azione energica con i
movimenti che si eseguono in questa posizione. Anche la forza di questi muscoli
serve a mantenere il bambino in posizione eretta quando comincia a stare seduto.
Questo significa che il bambino non dovrebbe mai essere messo in posizione
supina o di fianco? Assolutamente no. Egli ha bisogno di calciare con le gambe
e di agitare le braccia affinché i muscoli di queste si sviluppino. I suoi muscoli
hanno bisogno e devono essere esercitati in diversi modi.
Camminare carponi o trascinarsi richiede una certa forza nei muscoli delle
braccia, del torace e delle spalle. Questa forza viene prodotta più velocemente se
il bambino è posto in posizione prona e può usare le braccia contro una resistenza.
Il bambino imparerà in fretta a sollevare il busto usando le braccia e imparerà
anche a sollevare le gambe. La forza e l’uso dei muscoli devono essere acquisiti
prima che il bambino inizi a camminare carponi.
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tare, dopo la nascita, di eliminare nel bambino i danni prodotti da un tale com-
portamento. Date al bambino un buon inizio nella vita fornendogli la migliore
alimentazione possibile. Il momento di maggiore crescita e sviluppo del cer-
vello e dei nervi, si verifica durante il periodo prenatale e durante i primi due
anni di vita. È questo il momento migliore per gettare le fondamenta di un
buon sistema nervoso e di un buon cervello. Si sostiene che l’intero futuro di
un individuo viene stabilito nel momento in cui esso giunge al quarto anno di
età, proprio come il futuro di un vitello si compie ai sei mesi di vita. Quanto è
importante che la madre fornisca al nascituro la migliore nutrizione possibile!
Le donne non possono scaricare sui medici le loro responsabilità riguar-
do a tale argomento. Il programma medico prevede frequenti visite e frequenti
analisi delle urine, dal momento in cui si scopre lo stato di gravidanza fino al suo
termine. Questa pratica non è molto buona per le madri, anche se si dimostra mol-
to redditizia per il medico. Il New York World (16 ottobre, 1928) citando Chas V.
Craster, medico, direttore dell’Istituto d’Igiene di Newark, N.J., afferma: ≪Spe-
ravamo che l’aumento di consulenza ospedaliera su richiesta delle donne gravide
avrebbe ridotto il tasso di mortalità durante la maternità. Ma, con grande sorpresa,
abbiamo osservato che da quando l’ospedalizzazione è aumentata, anche il tasso
di mortalità ha registrato una crescita≫. La casa è il posto più sicuro dove far
nascere un bambino. Il dott. Whitredge, professore di ostetricia alla John Hop-
kins University, afferma: ≪I tassi di mortalità infantile e materna nel nostro paese
superano di un terzo quelli dei resto del mondo≫. Egli sostiene che, ≪in parte ciò
è dovuto agli insegnamenti e al training sbagliato a cui i nostri laureati vengono
sottoposti specialmente se lo paragoniamo a quello europeo≫. Ma in alcuni paesi
europei e sudamericani il training a cui vengono sottoposti i laureati in medicina
non è assolutamente pari a quello americano. D’altro canto, nella maggioranza
dei paesi europei, la figura della levatrice è molto più popolare che in America.
Ed è importante notare che in questo paese, dove si utilizzano i medici invece
delle levatrici, il tasso di mortalità infantile e materna è molto più alto che
non nel resto del mondo.
Il servirsi sempre più dei medici e dei loro metodi e trattamenti innaturali
provoca un aumento nel tasso di mortalità e nello sviluppo di malattie croniche.
A che servono le analisi delle urine? Riescono a scoprire i disturbi (soltanto
alcuni) solo dopo che questi sono ben sviluppati. Non possono prevenire il
formarsi delle malattie. Non possono essere un rimedio. Interessano gli effetti,
non le cause. Se le analisi delle urine riescono ad individuare il problema, vengono
subito fatte seguire delle prescrizioni di medicine ed iniezioni, ma non si pensa a
rimuovere le cause. Tutti i tipi di esami clinici possono considerarsi simili. Le
donne non dovrebbero pensare che i medici possono salvarle.
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6.5 LA BOCCA
Non c’è bisogno di sciacquare la bocca di un bambino sano, nè alla nascita, nè in
seguito. Si auto-pulisce, la saliva è un liquido sterilizzante e le buone condizioni
di salute permettono alla bocca di rimanere pulita. È quasi impossibile sciaquare
la bocca di un neonato senza provocare irritazioni o danneggiare le delicate mem-
brane e predisporle quindi, all’infiammazione. La bocca è in grado di svolgere i
suoi compiti senza interventi esterni.
6.6 IL NASO
Per il naso valgono le stesse cose relative alla bocca.
6.7 LE ORECCHIE
L’orecchio esterno dovrebbe essere lavato giornalmente solo con l’acqua. Ma la
parte interna non deve essere toccata. Nell’orecchio vi è sempre del cerume che
non deve essere rimosso.
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6.8 L’OMBELICO
In genere si discute molto su questo argomento. È abitudine comune lavare la
parte con sostanze antisettiche e poi cospargerla di “polveri essiccanti” quali ad
esempio il gallato di bismuto, ecc. Poi la si copre con una garza per fasciarla tutta
d’intorno. Tutto questo è dannoso ed inutile. La pulizia è l’unica cosa che bisogna
garantire all’ombelico e per farlo è consigliabile far uso di sola acqua tiepida. Se
l’ombelico emette ancora materiale e lo si ricopre con una benda bloccando in tal
modo questa emissione, è quasi sicuro che si formerà un’infezione.
6.9 LA PELLE
Due sole sono le cose necessarie alla pelle di un bambino: la pulizia e l’asciut-
tezza. Tutto il resto è pericoloso. La pelle di un bambino è morbida e delicata
e si irrita con un nonnulla. Saponi, polveri, oli, umidità, specialmente nelle pie-
ghe della carne, pannolini contenenti sostanze detergenti, vestiti ruvidi, sporcizia,
farmaci, ecc., irritano la pelle. Lavate il bambino con acqua tiepida, non usate
saponi o altre sostanze artificiali. Non usate polveri o oli, l’olio serve solo ad
occludere i pori della pelle. I massaggi con le creme sono ancora peggiori e do-
vrebbero essere evitati. Le polveri spesso contengono antisettici velenosi, ma non
devono essere usate anche nel caso in cui non li contenessero. Non devono essere
utilizzati asciugamani e vestiti ruvidi.
6.10 LE IRRITAZIONI
Sono provocate dalla polvere, dalla pelle bagnata, dal sudore lasciati nelle pieghe
di grasso dei bambini, o da vestiti troppo stretti o troppo abbondanti. Il trattamento
usato in genere in queste situazioni tende a trascurarne le cause. Bagni di crusca,
polveri medicate e di altro tipo, bagni ai sali marini, aceto, amido ed acido borico,
sono soltanto delle abitudini dannose divulgate da profani.
Se un bambino viene lavato con sola acqua, viene asciugato accuratamente
dopo ogni bagno, se non gli si permette di essere troppo grasso e se non lo si
copre smisuratamente, la sua pelle non sarà irritata. Ma se risulta irritata, non c’è
niente di meglio che esporre il bambino all’aria.
Cospargere di olio il bambino per prevenire “l’arrossamento da pannolino”
quando si lascia addosso il pannolino bagnato per troppo tempo, è assurdo. Il
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. . . come una foglia nel vento. . .
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6.11 IL CRANIO
Dovrebbe essere lavato giornalmente solo con l’acqua. La crosta lattea è rappre-
sentata da una sqamosità del cranio osservata in alcuni bambini. Il trattamento
medico consiste in shampoos, impacchi di olio di oliva, applicazioni di pomate a
base di acido borico e di sfregamenti con un pettine molto stretto. Le uniche cose
necessarie sono il sole e l’aria. Non usate mai, sulla testa dei bambini, farmaci
o saponi.
6.12 LE FASCE
Appena un bambino viene alla luce deve essere sostenuto in posizione eretta ed
avvolto in bende e fasce perchè si regga in piedi. Per questo intorno all’addome,
viene posta una fascia da tenere per diversi giorni. Anche la gravidanza ed il
parto sono condizioni innaturali che la natura non è in grado di affrontare, perciò,
subito dopo aver partorito, alla madre viene posta una fasciatura intorno alla vita
per evitare che rilasciandosi possa distruggersi.
La fascia intorno all’addome è una riminiscenza dell’antica abitudine di fa-
sciare i neonati. Per quelli che non ne sono a conoscenza, descriverò in breve
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. . . come una foglia nel vento. . .
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per i propri neonati, non li fasciano nè li cingono alla vita. Il dott. Oswald affer-
ma: ≪I bambini indiani non piangono mai; non vengono fasciati, ma si muovono
liberamente, e dormono sull’erba secca o sul pavimento ricoperto di pelliccia del
“wiggam”. Un dondolio continuo farebbe venire il mal di mare perfino a un mari-
naio più incallito. Le fasciature strette sono una vera e propria tortura; la pazienza
di uno stoico verrebbe messa a dura prova per un tale periodo di tempo; un essere
giovane, soggetto a tale tradimento, piangerebbe ed urlerebbe dalla mattina alla
sera≫.
Andrew Combe, M.D., uno dei primi igienisti inglesi, nel Storia Naturale e
Morale delle isole Antille, Rotterdam, 1958, cita un “intelligente autore antico”,
il quale parlando dei Caraibi 170 anni pima nel suo I principi della Fisiologia Ap-
plicata al mantenimento della salute (1833) p. 130 affermava: ≪Essi non fasciano
i neonati ma li lasciano muovere in libertà sulle loro piccole amache o sui letti di
foglie sparpagliate in terra in un angolo della capanna; gli e non appaiono rattrap-
piti ed il fisico è perfetto!≫ E prosegue, ≪Nonostante le piccole creature vengano
lasciate a rotolarsi per terra in stato di nudità, crescono meravigliosamente bene e
la maggioranza dei bambini è cosı̀ robusta da essere in grado di camminare senza
sostegno fin dai sei mesi di età.
La semplicità di questa espressione di sorpresa riguardante il fatto che i bam-
bini dei Caraibi possono crescere meravigliosamente bene solo con l’appoggio
della natura e senza l’aiuto di bende, fasce, pomate, ecc. all’epoca molto in uso in
Europa, dimostra quanto fosse innaturale quel modo di pensare ed illustra molto
bene la stessa mentalità moderna. Siamo ormai cosı̀ abituati a dipendere dalle mo-
de che, nonostante esistano le prove evidenti di come possano nuocere, gli usi ed
i preconcetti superano l’intelligenza. Considerate, per esempio, il modo di vestire
moderno: si diffonde nonostante le sue caratteristiche dannose siano largamente
riconosciute.
Nel suo Venti anni di residenza in Sud America, Stevenson, parlando degli
indiani Auricani, afferma: ≪I bambini non vengono mai fasciati, nè vestiti con
indumenti troppo stretti≫. ≪Possono muoversi e rotolarsi quasi nudi fino a che
non iniziano a camminare≫. ≪La quasi assenza di malformazioni tra gli india-
ni può essere attribuita al modo di vestire comodo che i bambini adottano fin
dall’infanzia≫. Vol. 1, pp. 9, 10.
Conoscendo gli effetti della luce del sole sulla salute e sullo sviluppo, non si
può dubitare sul fatto che la loro abitudine di vivere quasi completamente nudi
fosse responsabile della quasi totale mancanza di malformazioni tra gli individui
di questa razza un tempo nobile ed onorata. Non bisogna dimenticare che questa
condizione era comune anche tra gli indiani delle regioni nordiche.
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Fino a poco tempo fa quasi tutti i libri dedicati alle cure dei neonati mettevano
in evidenza il bisogno di far uso della fascia intorno alla vita del neonato. Con-
sigliavano di indossare le fasce addominali “il più a lungo possibile (fino a dieci
anni), in quanto è importante proteggere l’intestino dagli improvvisi cambiamenti
di temperatura o colpi di freddo persino nei bambini più grandi”. E perchè no
anche negli adulti? Sicuramente esistono delle fasce adatte anche per l’uomo più
grosso. Il fatto è che questo commercio di fasce elastiche nasce dal mondo della
medicina, ed è dannoso. Non c’è nessuna ragione per indossare tali fasciature.
Questi improvvisi cambiamenti di temperatura sono molto naturali e l’uomo li
può sopportare alla stessa maniera dei conigli o dei cervi.
E.B. Lowry, M. D. ne Il vostro bambino, afferma: ≪La fasciatura non dovrebbe
essere rimossa fino a che il bambino non abbia completato la dentizione. Giorno e
notte, inverno ed estate, il bambino deve avere della flanella (non sintetica) intorno
all’addome. Se indossa una fasciatura, i disturbi estivi saranno meno frequenti.
Dopo i primi cinque mesi è meglio usare il tipo di fasciatura con spalline in quanto
non necessitano di spille e non c’è pericolo di renderle troppo strette. Per i primi
mesi la fascia deve aderire (ma non essere troppo stretta) per prevenire rotture
dell’ombelico≫.
Nessun genitore ben informato seguirebbe questi consigli malsani. Tenete
queste fasce lontane dal bambino fin dal suo primo giorno di vita. I disturbi estivi,
dovuti ad eccessi alimentari, non saranno eliminati da questi riti “magici”.
Quando leggo libri di ostetricia, la prima impressione che avverto è che è quasi
impossibile per una donna mettere al mondo un bambino. Quando leggo un libro
di medicina sulle cure per i bambini, traggo l’impressione che è quasi impossibile
per un bambino vivere. Sembra quasi che la natura non sia più in grado di oc-
cuparsi dei nostri bambini come faceva per quelli “delle caverne” o per i cuccioli
dei leoni o delle aquile. Se non veniamo avvolti in fasce rischiamo di cadere a
pezzi! Invece di costringere i futuri medici a passare tre anni di specializzazione e
di tirocinio prima di poter esercitare la professione, perchè non far loro trascorrere
due anni in un ranch?
Le pericolose fasce intorno all’addome, spesso appuntato in maniera cosı̀ stret-
ta da ricordare i corsetti delle donne, e i pannolini talmente aderenti alla vita e tra
le gambe da provocare disturbi e dolori, rendono la vita molto spiacevole per un
gran numero di bambini. Non esiste la benchè minima ragione per cui un neonato
o una donna che ha partorito dovrebbero indossare una fasciatura addominale.
Gran parte dei più recenti libri di medicina che trattano l’argomento dei neo-
nati evita di parlare della fasciatura addominale. Nè la consigliano, nè la condan-
nano. La spiegazione potrebbe essere che, dopo la pubblicazione di questo libro,
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6.13 L’INTESTINO
Le feci di un neonato sono di colore verde scuro per i primi due o tre giorni e poi
diventano marroni. Ricordano il catrame sciolto. Avviene un graduale cambia-
mento di colore dal marrone al giallo; alla fine della prima settimana dovrebbero
essere di colore giallo oro. La stupida abitudine di somministrare ai neonati dei
lassativi per liberare l’intestino dalle feci scure è dannosissima.
Per il bene dei vostri bambini interrompete subito questa abitudine. Lasciate
che l’intestino del neonato svolga da solo le sue funzioni. Non iniziate a provocare
una stitichezza cronica fin dal giorno della nascita.
6.14 L’ACQUA
Molti medici suggeriscono di far bere acqua ai neonati molto frequentemente. I
bambini cha all’inizio si alimentano di latte e succhi di frutta consumano una dieta
quasi totalmente a base di acqua e, pertanto, non hanno bisogno di aggiungere
dell’altra che sarebbe sicuramente arricchita di fluoro, cloro ed altre sostanze.
Quando arriva il momento di far bere acqua al bambino, si deve usare l’ac-
qua più pura che esista. Nelle nostre città dove la classe medica ha stabilito che
nessuno può più bere acqua pura, bisogna ricorrere all’acqua distillata. È stato
obiettato che poichè l’acqua distillata non contiene minerali, il corpo per sopperire
a questa mancanza, deve consumare quelli presenti nei cibi e nel sangue. La fun-
zione principale dell’acqua è di trasportare i sali e le altre sostanze alimentari alle
cellule e l’acqua distillata sembra che lo faccia nella maniera migliore. È sicuro
che più minerali l’acqua contiene in soluzione e meno adatta risulta essere come
bevanda. Poichè i sali minerali degli alimenti non si combinano con l’acqua, ma
vengono solo trattenuti in soluzione, le cellule fanno ricorso ad essi.
È vero che l’acqua distillata dalla frutta o dalla verdura contiene una gran-
de abbondanza di sali minerali organici. Se quando beviamo succhi di frutta o
di verdura l’acqua fornisce al corpo questi sali, perchè allora l’acqua distillata,
consumata come tale, non può anch’essa fornire questi stessi sali che raccoglie
nel tratto digestivo? L’acqua è l’unico mezzo attraverso il quale tutti i materia-
li alimentari vengono distribuiti nell’organismo. Se trattenesse i materiali senza
distribuirli alle cellule, saremmo morti prima di nascere. Molti uccelli e animali
tropicali, per dissetarsi, possono contare solo sui frutti che la natura offre, e questi
sono ricchi di acqua distillata.
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6.15 IL SONNO
Il neonato dorme quasi sempre e si sveglia per brevi periodi, ad intervalli di tempo.
Tende ad addormentarsi subito dopo aver mangiato o persino mentre sta mangian-
do, e se ben curato, durante le prime settimane di vita dormirà tra le venti e le
ventiquattro ore.
Gesell afferma che i periodi in cui sta sveglio raggiungono un totale di otto
ore su ventiquattro, ma egli parla solo di bambini alimentati e curati nella maniera
tradizionale. Man mano che il bambino cresce le ore di sonno diminuiscono. Da
uno a sei mesi la media è di circa sedici ore di sonno al giorno; da sei mesi ad
un anno, circa quindici ore; da un anno a due anni, circa quattordici ore; da due
anni a cinque anni, dalle undici alle quattordici ore. Un bambino sano dorme
meglio e più profondamente di uno malato. Più un bambino dorme e più cresce.
I bambini sovralimentati non dormono bene come quelli alimentati normalmente.
Un bambino malato che non viene alimentato o che consuma solo succhi di frutta,
dorme per la maggioranza del tempo, è meno irritabile e meno iurequieto.
Nei neonati e nei bambini il sonno deve essere incoraggiato. Non bisogna
svegliare un neonato per dargli da mangiare. I medici e le infermiere sbagliano
nell’insistere sulla regolarità dell’alimentazione, essa è innaturale ed inutile. La
natura non conosce regolarità nell’alimentazione, quasi sempre la regola è l’irre-
golarità. Quindi, se un bambino dorme un’ora di più rispetto al momento in cui
dovrebbe mangiare, è una cosa buona. Se un bambino dorme tanto a lungo da
saltare completamente un pasto, non succede niente di strano.
Man mano che i bambini crescono devono dormire, dopo il pranzo, tanto tem-
po quanto la natura richiede. Andare a letto e dormire subito dopo aver mangiato
fa bene, e non è dannoso. I bambini che non ‘fanno un pisolino’ ogni pomeriggio
crescono stanchi e nervosi, piangono e si lamentano continuamente. La loro sa-
lute e la loro crescita risentono della mancanza di sonno. Più dormono e meglio
è per loro, ed il pisolino pomeridiano è una buona abitudine se viene mantenuta
fino cent’anni o più.
Un bambino sano, se non viene disturbato, dorme ininterrottamente per tutta la
notte. Un bambino non sovralimentato non urinerà e non evaquerà frequentemente
durante la notte. L’eccesso alimentare, di abbigliamento, di calore, di freddo, i
pannolini sporchi, il dolore ed i disturbi di ogni tipo (una spilla da balia che si è
aperta, i vestiti “infagottati”, ecc.) provocheranno un risveglio. Il benesse fisico è
il miglior ipnotico che un bambino possa avere.
Tenete sempre il bambino in una stanza ben areata. Alcuni inverni or sono mi
recai in una casa dove un bambino molto piccolo era tenuto in una stanza riscal-
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data a gas con le finestre chiuse. Il bambino non stava mai bene e non riusciva a
dormire. Consigliai ai genitori di spostare il bambino in una stanza non riscal-
data e ben areata. Seguirono il mio suggerimento e i risultati non tardarono a
venire. Il sonno profondo ed un miglioramento nella salute arrivarono immedia-
tamente. Fate respirare ai neonati molta aria, teneteli all’aperto sia in estate che
in inverno. Il viso del bambino non dovrebbe mai essere coperto, ma rimanere
esposto sia nel suo lettino che nella carrozzina.
Trall afferma: ≪Noi insegniamo ai genitori a non svegliare i loro bambini la
mattina; è meglio che sia la natura a destarli, e sicuramente non lo farà prematu-
ramente. I genitori dovrebbero imparare a mandare a letto presto i loro bambini,
affinchè al mattino si sveglino da soli in tempo per fare colazione. Facendoli sve-
gliare presto e lasciandoli studiare fino a tardi, proprio prima di andare a letto, è
servito molte volte a far star male dei bambini sani e intelligenti.
I genitori devono sforzarsi di mandare a letto i bambini con un umore allegro.
Non devono mai rimproverarli o urtare i loro sentimenti quando è il momento di
andare a dormire. Lasciate da parte i rimproveri e le cose terrene quando viene
l’ora di andare a letto, e lasciate che il sonno si impadronisca di una mente che è
in pace con Dio e con il resto del mondo≫.
6.16 I DENTI
Oltre a consigliare ai bambini la pulizia regolare dei denti, i medici affermano:
≪Fin dal terzo anno di età, o prima se necessario, ogni bambino dovrebbe essere
portato dal dentista ogni sei mesi≫. Perchè? ≪Perchè i denti vengano attentamente
controllati e le carie curate mentre sono ancora piccole≫.
In altre parole, questi uomini non credono che i consigli che danno alle madri
per la cura dei denti del bambino riescano a garantire un buon mantenimento della
dentatura. In realtà, è come se dicessero: ≪seguite i nostri consigli e poi andate
dal dentista per “rimediare” ai risultati che ne derivano. Otturare una carie non
serve a correggere o rimuovere le cause che l’hanno prodotta e pertanto non basta
a prevenire il fatto che questa si ingrandisca e l’otturazione salti via. Noi rifiutia-
mo l’idea dei controlli frequenti dal dentista, con la scoperta e l’otturazione
della carie allo stadio iniziale. Il nostro scopo è di mantenere i denti integri.
Per questo motivo non bisogna permettere al bambino di lavarsi i denti con
lo spazzolino prima del quindicesimo anno di età, e anche dopo questa età
non è consigliabile se ci si preoccupa veramente delle sue gengive e dei suoi
denti. Strofinare i denti e le gengive di un bambino non è un buon modo per
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6.17 LE SOPRACCIGLIA
Nel suo Bambini Perfetti, Anna Steese Richardson afferma: ≪Il vostro bambino
ha diritto a tutta la la bellezza che potete donargli. Se le sopracciglia e le ciglia
sono sottili, cercate di farle crescere, si può fare. Nutritele con burro di cacao o
vasellina. Con molta attenzione si può anche passare sulle ciglia una spazzolina
di peli di cammello sottili imbevuta di vasellina liquida. Conosco una coppia
il cui aspetto era rovinato da ciglia quasi inesistenti e da sopracciglia incolori.
Quando nacquero i bambini, la donna era decisa a migliorare tale condizione.
Strofinava vasellina sulle loro sopraccigla e prima del terzo mese di età, aiutata dal
medico di famiglia, un eccellente chirurgo, fece loro tagliare le ciglia due volte e
intanto continuava a massaggiare le radici delle ciglia con vasellina liquida. I suoi
bambini, oggi adolescenti, hanno meravigliosa ciglia e sopracciglia≫.
Questo è un consiglio errato. I peli non possono essere nutriti dall’esterno.
Anche se questo fossa possibile, l’olio non è la sostanza adatta e non incrementa
la crescita. Il valore della vasellina, un grasso inorganico estratto dal petrolio, è
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addirittura inferiore. Tagliare i peli non serve a renderli più folti o a farli crescere
dove non ve ne sono. Il burro di cacao, l’olio di oliva, la vasellina, i tonici per
capelli, ecc., non hanno il minimo valore. Traggono origine dalla classe medica
che a sua volta discende dai riti vudù.
6.18 LE MANIPOLAZIONI
Troppe manipolazioni non sono adatte al bambino che, se malato, può riceverne
danni. La maggioranza dei bambini viene presa in braccio troppo spesso. In
nessun altra specie gli esseri giovani riescono a sopravvivere se strapazzati cosı̀ di
frequente. Gattini, cuccioli, paperini, vitelli, uccelli e per la verità i piccoli di tutte
le razze, se strapazzati troppo spesso, in breve tempo deperiscono fino a morire.
L’uomo, fin da quando è neonato, riesce a sopportare abusi di ogni genere, più di
quanto riescono gli altri animali sulla terra. Nonostante ciò, milioni di neonati si
ammalano ed alla fine muoiono a causa delle troppe manipolazioni a cui vengono
sottoposti. Le seguenti parole del dott. Trall, centrano in pieno l’argomento:
≪Non considerate mai i bambini dei giocattoli. Non li utilizzate per divertire voi
stessi o per intrattenere un gruppo di amici. Non li esibite allo scopo di rivelare
agli altri delle qualità nascoste di cui i genitori sono orgogliosi≫.
Non è necessario far divertire i bambini. Se questi vengono lasciati tranquilli,
imparano a divertirsi da soli. Imporre ai bambini un modo proprio per divertirsi
vuol dire farli crescere in stato di dipendenza completa dagli adulti. ≪Una costante
considerazione produce un egoismo molto dannoso≫, sostiene Tilden. Esibire i
bambini è uno dei nostri sbagli più grossi. Le manipolazioni, le luci troppo forti,
le voci alte, le risate, i rumori, un sonno disturbato, ecc. indeboliscono il bambino
Tutto questo dovrebbe essere evitato.
6.19 I GENITALI
Gli organi genitali dovrebbero essere mantenuti scrupolosamente puliti. Nelle
bambine, per la pulizia intima, dovrebbe essere usata acqua e cotone assorben-
te. In queste parti delicate non bisognerebbe mai far uso di saponi o sostanze
antisettiche. Dopo ogni lavaggio bisogna asciugare accuratamente la parte.
Nei ragazzi quasi sempre il prepuzio è tirato. Non c’è niente di anormale in
questo. Un giorno si ed uno no, tuttavia, il prepuzio deve essere spinto indietro e
la parte deve essere accuratamente pulita con acqua. Non usate sostanze a base di
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acido borico o altri farmaci per pulire questi organi, anche se questo è il consiglio
che viene generalmente dato.
Se il prepuzio appare troppo tirato, cosı̀ che risulta difficile mantenere pulita
questa parte, esso deve essere steso ogni giorno fino a che questa difficoltà non
risulti superata. In alcuni casi il prepuzio appare troppo tirato per essere steso.
In altri ancora più tirato, al punto da interferire con l’orinazione; in altri casi
ancora (non tanti), è contratto al punto che l’apertura non appare più grande di una
punta di spillo. In queste situazioni, sotto al prepuzio si accumula una secrezione
sebacea del glande, chiamata segma, la quale decomponendosi causa una notevole
irritazione e disturbi anche più gravi. “L’insopportabile prurito provocato da tale
irritazione spesso porta a masturbarsi”, questa è l’opinione comune.
“Fimosi” è il termine usato per indicare una condizione in cui il prepuzio ap-
pare troppo tirato. In tal caso si adotta la circoncisione. Tra gli egiziani e gli ebrei
antichi e moderni, la circoncisione veniva e viene praticata come rito religioso.
La circoncisione è un atto barbaro e criminale, sia se intesa come pratica religiosa
che come pratica medica. Provoca un grave shock chirurgico nel delicato sistema
nervoso del bambino, e quando si fa uso di sostanze anestetiche si manifestano
effetti molto negativi. Si manifestano infiammazioni gravi, il bambino soffre ed
in alcuni casi si arriva persino alla morte. In un capitolo successivo parlerò più
dettagliatamente di questo argomento.
Nei casi di fimosi, se una trazione giornaliera non riesce a eliminare la con-
dizione, è necessario inserire una sonda nella parte, affinchè questa si estenda. Il
prepuzio deve essere sovrapposto all’estremità di una siringa e, tra il glande e il
prepuzio stesso, deve essere immessa dell’acqua tiepida per garantire una pulizia
accurata. Se necessario, ci si può rivolgere ad un dottore per dilatare il prepuzio
con uno strumento adatto. Questo può provocare un lieve dolore che scomparirà
quasi subito. Nei casi in cui il prepuzio aderisca al glande, esso deve essere sfilato
da questo.
6.20 IL BAGNO
Un bagno giornaliero o secondo le necessità, è indispensabile per una pulizia ac-
cura. Bisognerebbe utilizzare acqua tiepida, senza ricorrere ai saponi. Il bagno
in acqua tiepida può esse seguito da un’immersione in acqua fresca (non fredda).
Fatto ciò, il bambino deve essere asciugato completamente. Non lasciate che il
bambino rimanga immerso per troppo tempo come fanno moli madri, in quanto in
tal modo le sue energie si indeboliscono. Più in fretta un bambino viene pulito ed
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asciugato, migliori risulteranno la sua salute e la sua forza. Tutti i giorni il bam-
bino deve essere esposto all’aria ed ogni qual volta il sole splende deve essergli
concessa la possibilità di esporsi ad un bagno di sole.
6.21 L’ABBIGLIAMENTO
I vestiti di un neonato dovrebbero essere composti di seta, cotone leggero o li-
no. La lana non dovrebbe mai essere indossata a contatto con la pelle. I vestiti
dovrebbero essere semplici e comodi e non si dovrebbe mai far indossare al bam-
bino più del necessario. Non imbottite il bambino; un bambino sempre troppo
coperto soffrirà di raffreddori più di uno che apparirà generalmente poco vestito.
In estate e nei paesi dove il clima è caldo la regola è: non indossare più del
neccessario per evitare di venire arrestati per oscenità. Per quanto riguarda i neo-
nati, il pannolino sarà sufficiente. Per i bambini più grandi, invece, un vestito
estivo sarà l’ideale.
I cappelli, i berretti e i copricapo di ogni genere lasciateli ai capi indiani
ed ai pagliacci, non li mettete in testa al neonato. Ad eccezione di quando il
termometro segna sotto zero, non c’è necessità di coprire la testa del neonato.
Le giarrettiere e le fasce elastiche sono decisamente dannose. Le scarpe devono
essere calzate solo quando il bambino cammina; devono essere di pianta larga e
senza tacco.
I pannolini devono essere leggeri e comodi. Dovrebbero essere lavati prima
di essere usati e non semplicemente lasciati asciugare, senza essere lavati, e poi
usati di nuovo. Non appuntate il pannolino troppo stretto al punto da eliminare
ogni passaggio di aria. Cosı̀ facendo il bambino proverà una sensazione di calore
e di scomodità.
Nelle case riscaldate, dove si vive costantemente in una temperatura estiva, i
bambini dovrebbero essere vestiti normalmente anche in inverno. Nelle case dove
l’unico riscaldamento è una stufa o un camino, i vestiti del bambino dovrebbero
essere più pesanti.
Il dott. Page afferma: ≪I bambini sono spesso torturati da vestiti troppo abbon-
danti e troppo stretti, a causa dell’ignoranza o della superficialità di chi si occupa
di loro. A volte semplicemente perchè considerati oggetti che debbono soddisfare
l’orgoglio della madre ed in molti casi vengono trattati più come un giocattolo,
una bambola nelle mani di una madre ambiziosa che come un piccolo essere uma-
no in pieno diritto di godere delle comodità, del libero uso del suo corpo, degli
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1918, l’anno più terribile di quella guerra, i bambini che nascevano erano più sani
e più grassi del solito.
Si sostiene che se una donna che aspetta un bambino viene spaventata e si
tocca in alcune parti del corpo, sulle parti corrispondenti del corpo del bambino
appariranno dei segni. Molte madri hanno paura di scacciare una mosca o un
insetto dal viso per paura che un segno a forma di insetto appaia sul viso del
bambino. È una delle teorie più ridicole, ma riesce a turbare la pace mentale di
molte donne incinte.
Esiste un’altra credenza popolare riguardo a questo argomento ed è quella
che se una donna desidera intensamente qualcosa che non può ottenere, questa
voglia apparirà sul bambino. Questa credenza viene spesso usata come scusa per
eccedere nei peccati di gola. Nonostante non abbia mai sentito questo tipo di storie
nel sud, Wiggam racconta che ≪nel sud una donna di colore che mette al mondo un
bambino bianco spesso giustifica tale fatto con un suo intenso desiderio di neve≫.
Si vedono spesso donne di colore con bambini bianchi ma noi lo spieghiamo in
una maniera più semplice. Nonostante i principi e le tradizioni del sud, è difficile
che qui nascano bambini da donne vergini, cosı̀ quando vediamo un bambino
bianco immaginiamo la presenza di un antenato bianco.
Le “voglie”, tuttavia, sono relativamente rare, e ad una madre che teme di
“marcare” il proprio bambino sembra di dover vedere cose orribili ogni giorno.
Bambini ed adulti malformati la circondano continuamente. È impossibile per
qualsiasi donna vivere i nove mesi di gravidanza senza vedere alcunchè di impres-
sionante. Se queste credenze fossero vere, i nostri bambini sarebbero le vittime,
senza speranza, del caso e nessun bambino nascerebbe mai normale. A dispetto
di ciò molte donne dal carattere impressionabile, testimoni di incidenti terribili,
mettono al mondo bambini normali. Consideriamo brevemente alcuni fatti.
Primo i bambini non vengono prodotti dalle cellule del corpo dei genitori. Ven-
gono prodotti, infatti, dal plasma germinale della famiglia, rappresentato
dalle cellule germinali: le cellule uovo e gli spermatozoi. Queste non fanno
parte del corpo dei genitori, sono solo racchiuse in essi. Furono trasferite
ai genitori dai propri genitori, i quali a loro volta le ricevettero dai propri
genitori e cosı̀ fino ad arrivare ad Adamo ed Eva o a chiunque iniziò tutto
quanto. I caratteri ereditari non vengono conferiti dai genitori. Queste cel-
lule ricevono dai genitori solo una sistemazione per continuare a vivere, ma
sono completamente separate nell’organizzazione. Anche se vivono dentro
di essi non sono parte del corpo dei genitori e non sono prodotte dal corpo
o dalle cellule del corpo di questi. Dio crea le cellule germinali e conferisce
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venissero confinati all’aria viziata delle stanze chiuse. Grazie a oltre centocin-
quanta anni di sforzi da parte degli igienisiti, questa antica credenza sta rapida-
mente scomparendo. Senza aria i neonati si indeboliscono, impallidiscono e si
spengono come piante tenute in ambienti chiusi. Niente può rinforzare loro come
l’esposizione all’aria aperta, persino in inverno, se coperti in maniera adeguata e
calda. I loro disturbi spariscono appena lasciano l’aria viziata delle stanze e spes-
so manifestano il proprio benessere smettendo di piangere ed addormentandosi
all’improvviso.
6.23 IL SOLE
Il sole è importante per la crescita del bambino come lo è per quella delle piante.
Se il tempo lo consente, io consiglio i bagni di sole fin dal giorno successivo
alla nascita del bambino. Quando il clima è mite e la stanza è confortevole, se il
sole batte attraverso la finestra aperta, i neonati possono essere esposti a bagni di
sole. Mettete qualcosa di morbido sul pavimento e poggiatevi sopra il neonato in
posizione prona. Potrete metteterlo anche all’aperto in posizione supina.
Quando lo girate sulla schiena, mettetegli la testa all’ombra cosicchè la luce
forte non danneggerà gli occhi. I bambini possono benissimo essere lasciati nudi
sul letto o per terra, semprechè il clima lo consenta. Tuttavia, all’inizio, non
devono essere lasciati al sole per troppo tempo.
6.24 IL PIANTO
Cosa muove più a compassione del pianto di un bambino? La parola infante
deriva dal latino in-fans (che non parla) ma il piccolo essere umano riesce a farsi
ben capire con il pianto ed i lamenti che, più di ogni parola, toccano il cuore della
madre. È proprio per mezzo del pianto che il bambino richiede il seno materno, del
quale sente la necessità ed il piacere, prima di averne concepito l’idea. Per mezzo
del pianto il bambino manifesta i suoi disturbi, i suoi dolori e le sue sofferenze.
≪Quali sottili rapporti hanno quei suoni apparentemente inarticolati ed incoerenti
con le corde della commozione poste dalla natura nel cuore umano!≫
Il pianto nei neonati è un atto puramente “riflesso”. Nel periodo di tempo che
va dai primi dieci giorni alle due settimane di vita, il pianto provoca un graduale
rigonfiamento nel sistema di respirazione del bambino, dopo di ciò non è più
necessario alcun tipo di esercizio. Dopo questo periodo, i bambini non piangono
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più per esercitare i propri polmoni. I neonati non piangono per divertimento, nè
per essere deliberatamente cattivi. Il pianto è forse il più importante mezzo di
espressione che un bambino possiede durante il suo primo anno di vita. Un pianto
persistente nei neonati è da attribuire a chi si occupa di loro.
Un bambino non piange per fare il cattivo e le madri ignoranti che punisco-
no i bambini dovrebbero essere punite severamente. I bambini piangono perchè
hanno bisogno di attenzioni. Piangono perchè hanno fame, paura; perchè sono
irritati, ansiosi, perchè sono disturbati fisicamente a causa di sfregamenti; perchè
sono bagnati, hanno freddo, caldo, per un improvviso cambiamento, per solitu-
dine, affaticamento, perchè i vestiti sono troppo stretti, perchè non sono liberi di
muoversi, ecc. Potrebbero essere punti da una spilla, potrebbero avere addosso
degli indumenti troppo stretti, il pannolino può essere bagnato o sporco e causa-
re disturbo. I neonati stanno molto scomodi se lasciati nella stessa posizione per
troppo tempo. Un suono forte può spaventare il bambino; egli può avere paura di
cadere; può sentirsi solo ed avere paura; può aver bisogno di essere ‘coccolato’.
Un’abbraccio o una coccola potrebbero servire a far scomparire il nervosismo o
la sensazione di solitudine e di sconforto. Quando un bambino piange, una madre
intelligente o chi per lei, cercherà di eliminare la causa del pianto.
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Il dott. Page ha confrontato i nostri metodi di crescita dei bambini con quelli
impiegati dalla natura per i cuccioli di cane, di gatto e per i piccoli nelle altre spe-
cie animali. I nostri bambini vengono tenuti in braccio, trasportati in carrozzine o
passeggini e sono coccolati al punto da diventare dei piccoli tiranni che pretendono
attenzione costantemente. ≪A volte, i piccoli di alcune specie vengono trasportati
dai propri genitori da un posto all’altro; a parte questo, tuttavia, essi si muovono
da soli. I genitori, per una sorta di divertimento reciproco, li spingono e li roto-
lano con il proprio corpo ma i piccoli sono quasi sempre costretti, fin dall’inizio,
a poter contare solo su se stessi. Ovunque, tra gli animali osserviamo la stessa
cosa: i piccoli non vengono mai assistiti e curati in eccesso. Non posseggono una
carrozzina nella quale trascorrere gran parte del tempo a discapito della salute fi-
sica, come accade ai nostri bambini viziati. Non viene loro insegnato a giocare,
per evitare di essere tentati a spostarsi per raggiungere un qualsiasi oggetto più di-
stante. Se desiderano osservare una cosa, devono essere loro a raggiungerla. Ogni
volta si ripete l’idea di Maometto alla montagna; l’essere umano e la cosa non
si uniscono mai, ad eccezione di quando è l’essere umano a compiere lo sforzo.
Pertanto, crescono forti, vigorosi e sani. Consumano quello che mangiano e quin-
di il cibo viene digerito ed assimilato. La loro ossatura è coperta di muscoli ben
formati, non di accumuli di grassi che raramente nascondono muscoli sani. Per
farla breve, sin dall’inizio appaiono ‘in forma’. L’importanza dell’attività fisica
per i neonati non deve essere mai trascurata. Essi hanno bisogno di essere spinti e
rotolati per terra, proprio come fanno gli animali; in questo modo sia i piccoli, sia
i genitori trarranno la stessa sensazione di piacere che provano gli esseri inferiori.
Sin dalla nascita un bambino normale è in grado di afferrare una matita, o un
altro oggetto con una mano, e di appendersi a questo, lasciando che il peso del
corpo sia sorretto da una sola mano. Gli ‘esperti’ in fatto di neonati ci informano
che i bambini perdono presto questa capacità. Tuttavia, ciò è vero solo se ad
essi non viene permesso di usare le mani in questa maniera. Chi si occupa di
educazione fisica è d’accordo nel sostenere che questo movimento di appendersi
con le braccia garantisce il miglior tipo di attività per lo sviluppo del torace, delle
spalle e delle braccia. Non ci sono ragioni per cui questo esercizio venga dato fino
a che il bambino non raggiunga il terzo o quarto anno di età. Può essere iniziato
subito, alla nascita. Una struttura forte e ben sviluppata in questa maniera servirà,
qualche tempo più tardi, a salvare il bambino dalle cadute e da tutti i fastidi simili.
Un neonato di due mesi si divertirà moltissimo aggrappandosi alle dita della madre
o di chiunque altro e piegandosi sulle braccia e sulle ginocchia.
Esiste una paura infondata di lasciare in piedi un bambino prima che le gambe
“non siano forti abbastanza da riuscire a sopportare il peso del corpo”. Non esiste
modo migliore per rinforzare le gambe che permettere al bambino di utilizzarle
in opposizione alla resistenza, proprio in questa maniera. Fin dal terzo mese, un
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Capitolo 7
LO SVILUPPO E LA CRESCITA
DEL BAMBINO
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cinque mesi ne pesa trenta e ad un anno quarantacinque, o uno che alla nascita
pesa venti pounds, a cinque mesi quaranta e ad un anno sessanta, vi accorgereste
immediatamente dell’assurdità di questa teoria.
Il dott. Page affermava che un bambino normale deve raddoppiare il suo peso
al termine del nono mese di vita, ma con questo non voleva implicare che il peso
includesse una massa di grasso. Egli dice: ≪Durante i nove mesi di vita fetale, ad
eccezione dei casi in cui è presente un’anormalità, l’aumento è di circa un terzo
di oncia al giorno, o due once e mezzo alla settimana. Il perchè debba sembra-
re razionale che questo tasso subito dopo la nascita aumenti del sei o settecento
percento, va al di là delle mie capacità di comprensione. A dispetto, o a causa
di questo ingrassamento forzato durante i primi mesi di vita, il peso ordinario a
circa cinque anni, ad esempio, è assai inferiore a quello che sarebbe stato se per
tutti questi anni si fosse mantenuto lo stesso tasso di crescita che si registrava pri-
ma della nascita≫. Il suo pensiero era che il tasso pre-natale di crescita dovesse
continuare per qualche tempo dopo la nascita e che un bambino normale dovesse
raddoppiare il peso in circa nove mesi di vita. Infatti, se i bambini non vengono
fatti ingrassare forzatamente, questo è quello che si verifica normalmente. Ma poi-
chè è abitudine comune far ingrassare i bambini, questi in genere, a circa cinque
mesi, raddoppiano il peso senza un corrispondente aumento nell’altezza e nella
formazione strutturale.
Allo stadio iniziale della vita umana, vale a dire allo stadio di “zigote”, il nuo-
vo essere che si sta formando pesa solo cinquantasei milionesimi di un oncia. Al
momento della nascita si è moltiplicato, nelle dimensioni, diversi milioni di volte.
Ma nello sviluppo e nella crescita pre-natale del bambino si verificano dei cam-
biamenti molto più importanti di quello relativo al peso. All’inizio come cellula
singola, nove mesi più tardi come un essere umano completamente formato, con
molti e complessi organi dalle svariate funzioni: gli occhi per vedere, le orec-
chie per ascoltare, il cuore ed il sistema vascolare per la circolazione, il sistema
digestivo per rendere il cibo utilizzabile, il cervello ed il sistema nervoso per pen-
sare e tenere sotto controllo le attività vitali, ed altri sistemi che svolgono le altre
funzioni vitali. Dove originariamente esisteva una singola cellula ora ne esistono
milioni, differenziate in diversi tipi di cellule ed organizzate in molte strutture per
svolgere numerosi compiti.
Il momento di crescita più rapida del bambino avviene durante i tre mesi che
precedono la nascita. Dopo di questo, il periodo di crescita più rapida avviene
durante il primo anno di vita extra-uterina. La prima infanzia è un periodo di cre-
scita molto rapida, il tasso, infatti, è leggermente inferiore a quello del periodo
pre-natale. È noto che il peso della nascita viene raddoppiato alla fine del sesto
mese, ma l’aumento di peso non vuol dire una crescita reale. L’infanzia, come la
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Cibi alterati, cattive condizioni di salute della madre, ecc., tendono sempli-
cemente a produrre nel bambino una condizione di vitalità e resistenza inferiori
rispetto al normale. La natura del bambino dipende dall’ereditarietà delle sue cel-
lule germinali. Un difetto nella cellula germinale all’inizio, si manifesterà in un
difetto nel bambino.
Una volta nacque un bambino con un occhio di “colore grigio-blu” e l’altro
“marcato dal colore e dal fuoco degli occhi di uno spagnolo” che la madre in-
contrava quasi ogni giorno durante il periodo della gravidanza. ≪Egli appariva
all’improvviso e sempre col suo sguardo tenebroso e passionale≫. In apparenza,
questo sembrò un caso evidente di impressione materna in quanto i genitori del
bambino non presentavano tale caratteristica nello sguardo. Tuttavia, uno studio
più approfondito rivelò che i genitori della madre del bambino avevano gli stessi
suoi occhi. Era un altro caso di ereditarietà.
Il sig. Wiggam ha studiato migliaia di casi di presunte “voglie” o di segni,
ma fino ad ora dice di non averne riscontrato neanche uno che sia tale. Il dott.
Erasmus Darwin, nonno di Chas chiese a 11.000 donne ricoverate in un reparto
maternità quali pensavano fossero le voglie che si sarebbero presentate sul proprio
bambino ed in quale parte del corpo si sarebbero manifestate. Si segnò tutte le
risposte. I bambini, al momento della nascita, non presentarono alcuna voglia, e
nei pochi casi in cui appariva un segno, questo non si trovava nella parte del corpo
che la madre aveva previsto.
Le “voglie” vengono attribuite a cause immaginarie nello stesso modo in cui
si crede che una mucca bianca, vista al buio, sia un fantasma. L’immaginazione
gioca un grosso ruolo a tale riguardo. Una voglia comune è rappresentata da una
bolla rossa o dal tumore di una vena provocati da un allargamento dei capillari in
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MASCHI FEMMINE
Età Altezza Peso Torace Testa
Alla nascita 52,324 3,44 52,07 18,288
1 anno 55,372 9,66 73,40 52,83
lanno e mezzo 74,67 11,15 78,99 59,43
2 anni 85,85 9,57 84,83 67,05
2 anni e mezzo 89,91 12,92 88,64 71,88
3 anni 94,23 14,87 93,47 77,47
3 anni e mezzo 98,04 15,33 78,23 82,55
4 anni 100,33 16,28 99,06 85,85
4 anni e mezzo 103,124 17,78 102,61 96,52
5 anni 105,918 18,68 104,902 101,09
5 anni e mezzo 108,712 19,55 107,442 105,664
6 anni 111,506 20,5 109,982 110,236
Le cifre seguenti indicano lo sviluppo dei miei figli. Per quello che riguarda
i due ragazzi, è possibile paragonare l’altezza e il peso notando che per entrambe
le cifre relative all’altezza appaiono superiori, anche se entrambi i genitori e tutti i
nonni sono di statura media ed il più alto tra questi misurava solo 1,55 cm.. Anche
se Bernarr ingrassava facilmente, abbiamo avuto maggiori problemi per evitare
che Walden diventasse obeso. Bisogna notare che, nonostante Walden fosse il più
grasso e pesasse più degli altri ad 1 anno, in altezza non è cresciuto rapidamente
come Bernarr, anche se poi in età matura è comunque diventato il più alto.
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adulto di questo tipo sarebbe un mostro. Ogni organo del corpo possiede un suo
tasso di crescita ed un suo periodo di sviluppo. Non solo esiste un periodo definito
nella vita del bambino in cui i denti cominciano a crescere, ma esiste anche un
periodo definito per lo sviluppo di alcune cellule cerebrali, ed un periodo definito
per lo sviluppo sessuale.
Il processo della crescita non è mai casuale anche se il bambino in un anno
cresce in altezza ed un altro in peso. Il cuore del bambino, prima di diventa-
re adulto, aumenta di dodici volte le sue dimensioni, mentre l’aorta, la vena più
grande, aumenta solo di tre. Il fegato di un bambino è equivalente ad un diciot-
tesimo delle dimensioni del suo corpo; il fegato di un adulto è equivalente ad un
trentaseiesimo delle dimensioni del suo corpo. Nella prima infanzia lo stomaco
è in posizione verticale e di forma tubolare; negli adulti è a forma di “fagiolo”, e
più o meno orizzontale. Un bambino di sei anni, in proporzione al peso, possiede
un sessanta percento di superfice corporea in più rispetto all’adulto. Nella prima
infanzia le ossa sono costituite in gran parte di cartilagine morbida. Man mano
che l’età avanza e l’ossificazione progredisce, le ossa diventano più dure e più for-
ti. Il bambino deve imparare gradualmente ad usare i vari muscoli, persino quelli
degli occhi. Non è in grado di eseguire movimenti complessi, ma con il passare
del tempo deve acquisire tale capacità.
Il neonato ed il bambino, rispetto all’adulto, posseggono meno globuli rossi e
più globuli bianchi. Le ghiandole linfoadenoidee svolgono un’attività maggiore
nel neonato e nel bambino che non nell’adulto. La loro azione nei confronti di
una sostanza tossica è molto più immediata ed efficace.
Le autorità mediche ci informano che un bambino può tenere la testa eretta,
senza bisogno di aiuto, dai tre mesi in poi. Se un bambino non riesce a tenere la
testa eretta senza bisogno di aiuto fin da tre settimane di vita, quel bambino non
si sta sviluppando in maniera normale. Gesell dichiara sorprendentemente che un
bambino può tenere in equilibrio la testa a ventisei settimane: quasi cinque mesi!
La quantità di capelli con cui i bambini nascono è variabile. Alcuni bambini
posseggono una folta capigliatura, altri sono quasi calvi. In genere, ma non sem-
pre, i capelli cadono durante i primi mesi di vita, per essere poi sostituiti da una
nuova capigliatura. Durante i primi tre o quattro anni di vita, i capelli possono
cambiare colore tre o quattro volte.
Quasi tutti i bambini delle razze chiare ed alcuni anche delle razze più scure,
come alcuni indù ad esempio, nascono con occhi blu. In genere gli occhi iniziano
ad assumere il colore permanente durante le prime settimane. Il colore marrone
degli occhi è un deposito di pigmento (come l’abbronzatura solare della pelle) nel-
lo stroma dell’iride. Quando lo stroma è privo di pigmento, lo stato purpureo di
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MASCHI FEMMINE
Altezza Peso (*) Peso (*)
84,12 11,74 11,79
86,36 12,38 12,38
88,90 13,01 12,97
91,44 13,65 13,60
93,98 14,33 14,28
96,52 15,05 14,83
99,06 16,45 16,19
101,60 17,28 16,96
104,14 18,05 17,78
106,68 18,91 18,68
109,22 19,73 19,55
111,76 20,36 20,32
114,00 21,36 21,00
(*) Valori calcolati senza vestiti.
Bisogna comprendere che queste cifre rappresentano soltanto una media e non
costituiscono i valori ideali. Sicuramente qualcuno un giorno si preoccuperà di
compilare una tabella dei pesi non di bambini normali, ma di quelli ben nutriti e
sviluppati, il che non significa grassi. Solo allora si avranno delle tabelle che si
avvicinano ai valori ideali. Le tabelle in uso oggi rappresentano semplicemente
una media tra tutti i tipi e nessuno dovrebbe attenersi ad esse. Non preoccupatevi
se il vostro bambino non pesa come è indicato sulla tabella. Preoccupatevi solo
che sia sano, che abbia ciò di cui ha bisogno e dimenticate tutto il resto.
Dobbiamo imparare a considerare ogni bambino come un piccolo organismo
umano che le forze interne di sviluppo stanno cercando di trasformare in un uomo
o donna sani e robusti. Bisogna comprendere che ogni nuovo stadio o gradino
nello sviluppo del neonato in bambino, del bambino in adolescente e dell’adole-
scente in adulto, è spontaneo e naturale, e che se lo sviluppo appare ritardato o
disturbato vuol dire che ci sono degli ostacoli. Le forze dell’organismo sono alla
ricerca della perfezione e stanno facendo il possibile per raggiungerla, utilizzando
il materiale a disposizione nelle circostanze presenti. Non si può negare la ten-
denza ortopatica (verso il benessere), che l’organismo dimostra tanto nei casi di
malattia quanto in quelli di buona salute.
Se queste cose sono vere in relazione alla crescita e allo sviluppo fisico del-
l’essere in evoluzione, lo sono altrettanto in relazione alla crescita dell’aspetto
intellettuale, emotivo e morale dell’individuo. I cambiamenti fisici che si verifica-
no durante la pubertà, ad esempio, non sono più profondi, marcati e spontanei di
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Capitolo 8
LA MUTILAZIONE DEI
BAMBINI MASCHI
In un articolo pubblicato pochi anni prima della sua morte dedicato “all’orren-
do spettacolo di come gli uomini sprechino le proprie possibilità”, H.G. Wells
afferma che l’uomo ≪possiede l’istinto di considerare sè stesso come materiale
grezzo≫, cosı̀ che ≪entro breve tempo non esisterà più un uomo completamente
naturale≫. Riportando alcuni esempi di questa abitudine dell’uomo di ricostrui-
re se stesso, Wells afferma: ≪L’uomo martorizza il suo corpo. Si taglia in più
parti. Asporta frammenti di tessuto dal suo corpo. Non esiste quasi alcuna zona
del corpo che non venga mutilata ad età diverse: dita delle mani, dei piedi, denti,
orecchie. Si fa stampare dei tatuaggi ed infila oggetti alle orecchie ed al naso≫.
Questa è solo una parte della lunga lista di mutilazioni a cui l’uomo sottopone se
stesso.
È risaputo che alcune di queste pratiche facevano parte di riti magici primitivi
e che, in alcune tribù selvagge, sono ancora in uso, sempre a scopo di magia. A
volte si attribuisce loro un fine estetico, altre volte un significato igienico o sani-
tario. In realtà posseggono solo una spiegazione nel campo della magia. Alcune
derivano dal culto fallico, altre fanno parte dei sacrifici di sangue assai comuni tra
le popolazioni “primitive”, altre ancora servono per scopi magici.
Tra i riti di mutilazione appartenenti alle cerimonie magiche primitive che so-
no sopravvissute fino ad oggi, troviamo la circoncisione dell’uomo. La circonci-
sione, che significa letteralmente tagliare tutto intorno, consiste in un taglio prati-
cato nel prepuzio. In alcune tribù anche le donne vengono sottoposte ad un pratica
simile, ma tale usanza non trova riscontro nelle società civilizzate, e pertanto, non
verrà trattata in questa sede. Prima di parlare in dettaglio della circoncisione e dei
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1◦ gennaio, (l’ottavo glomo dopo la nascita di Gesù) viene celebrata per ricordare
la circoncisione di Gesù. Secondo me, questo modo di celebrare è piuttosto stra-
no. Tra gli Ebrei la circoncisione è, ed è sempre stata, un rito religioso e viene
rigorosamente eseguita dal “moel” secondo le regole del giudaismo. La stessa co-
sa valeva anche per gli antichi egiziani tra i quali la circoncisione veniva eseguita
dai sacerdoti ed è stata sempre accompagnata da cerimoniali religiosi e mistici.
Questo dovrebbe bastare a far capire la sua origine: è una pratica superstiziosa
che ha sempre fatto parte di uno sciamanismo primitivo.
Qualunque sia stato il suo scopo originario, la circoncisione acquistò molta
importanza nella cultura limitata di coloro i quali vengono erroneamente defini-
ti uomini primitivi, e l’usanza veniva sempre associata a quella magia “primiti-
va” che al giorno d’oggi preferiamo chiamare religione, Faceva parte della magia
sciamana, e questo ha portato a credere che, originariamente, fosse considerata un
sacrificio di “ringraziamento” per placare gli spiriti maligni. Questa teoria trova
un ulteriore riscontro nel fatto che in molte tribù la pratica non rimaneva confinata
solo agli uomini. In alcune parti dell’Africa anche le ragazze giovani venivano
sottoposte ad un’operazione analoga. Nella popolazione dei Nubi la religione im-
pone che ogni bambina sia completamente circoncisa all’età di quattro o cinque
anni. L’operazione è molto dolorosa e pericolosa e spesso le bambine perdono
talmente tanto sangue da morirne. È molto probabile che la circoncisione abbia
avuto origine in Africa e quello è il paese in cui sarebbe dovuta rimanere.
Nella circoncisione, considerata l’operazione chirurgica più antica nel tem-
po, sopravvive un’usanza che affonda le sue radici nell’ignoranza più marcata.
Sembra essere derivata dall’antico sacrificio di sostituire una parte del corpo a be-
neficio dell’intero. Sicuramente, una grossa parte del significato originale del rito
è stata dimenticata con il trascorrere del tempo. Io credo che all’inizio facesse
parte dei “riti di fertilità” che, nella magia antica, erano molto numerosi. Se fos-
se diretta a influenzare la fertilità dell’essere umano, quella del bestiame o della
terra, o fosse intesa come sacrificio di ringraziamento per gli dei che governavano
tale funzione, è difficile da stabilire. Sicuramente non c’è ragione per credere che
abbia mai avuto qualche relazione con la “purificazione spirituale”. Molti auto-
ri, per dimostrare che originariamente la circoncisione era il simbolo fisico della
purificazione spirituale, citano spesso le dichiarazioni di Paolo nelle sue “Episto-
le ai Romani”. Ma Paolo aveva scritto le sue epistole molto tempo dopo che il
significato originale era stato dimenticato e nelle sue dichiarazioni mantenne, co-
munque, un tono molto generico. Esistono delle prove che fanno attribuire il rito
alla cultura fallica.
Non solo la circoncisione è un rito magico o religioso, ma si pensa anche che il
prepuzio, cosı̀ mutilato, possegga dei poteri magici. Ecco un esempio. I Dieri del-
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cun riferimento alla pratica. Ciò nonostante, tra la gran parte delle tribù di negri,
degli abitanti della Melanesia e degli indiani, essa rappresenta un prerequisito del
matrimonio e nessuna ragazza da marito si sognerebbe mai di sposare un ragaz-
zo non circonciso. Infatti, è considerato indecente e sconsigliabile incoraggiare
un ragazzo che non sia stato avviat all’età adulta per mezzo di questo rito triba-
le. È da notare che lo stesso rito di circoncisione praticato sulle ragazze in molte
tribù dell’Africa, della Malesia e del Sudamerica viene anch’esso considerato un
prerequisito del matrimonio. Qualunque sia il paese nel quale il rito viene esegui-
to e qualunque sia il sesso obbligato a sottoporsi ad esso, è sempre considerato
un obbligo importante ed uno dei più spaventosi riti della tribù. Come possono
delle poplazioni colte ed altamente civilizzate, che hanno abbandonato la mag-
gioranza dei riti magici del passato, giustificare il mantenimento di questa usanza
superstiziosa?
In Europa ed in America, oggi, la chirurgia commerciale ricorre a numerosi
espedienti nel tentativo di diffondere questo tipo di operazione tra le popolazioni
civili. Pur essendo ovvio il loro interesse nell’aumentare i propri guadagni, queste
persone non fanno altro che esaltare il valore igienico profilattico dell’intervento.
Alcuni ci raccontano che gli egiziani “praticavano la circoncisione solo a scopo
di pulizia”, altri la considerano “una misura sanitaria ottenuta dalla chirurgia”.
Come ulteriore giustificazione di un’usanza cosı̀ barbara, alcuni chirurghi sosten-
gono l’inutilità del prepuzio. Prima di iniziare la difesa di questa parte del corpo,
vagliamo brevemente le varie giustificazioni che i moderni sciamani presentano a
favore dell’operazione.
1. Viene sostenuto che quasi in ogni uomo il prepuzio è troppo tirato e può es-
sere spinto indietro solo con difficoltà, producendo, quindi, l’impossibilità
di mantenere pulita la parte. La circoncisione o per lo meno una ‘incisio-
ne’ sono consigliate nella maggioranza dei casi. Si pensa che è necessaria
mutilare questa parte del corpo umano se la si vuole mantenere pulita. Il
prepuzio rappresenta uno degli sbagli commessi da Dio o uno degli “sbagli
del processo evolutivo”. Per fortuna, vi sono diverse categorie di uomini
che si impegnano tutta la vita per “correggere gli sbagli commessi da Dio”.
Nel caso della circoncisione, l’usanza di correggere gli sbagli della natura e
del Dio della natura ha avuto inizio molto tempo fa, che non sappiamo dove
abbia avuto origine, chi fu il primo a praticarla, e quale fosse il suo scopo.
L’anatomista Pierson afferma (“Anatomia umana”, 1930) che alla nascita è
naturale che il prepuzio aderisca al glande, che non lo si può ritrarre con
facilità e che la separazione del prepuzio dal glande normalmente avviene
durante la prima infanzia. Che questo sia vero, e cioè che la natura faccia il
suo corso, è ben risaputo da tutti gli uomini non circoncisi della terra. Sulla
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terra esistono uomini non circoncisi da molto più tempo di quelli circon-
cisi, essi si rifiutano di accettare l’idea che mentre i cani, i tori, i leoni, le
capre non hanno necessità di essere circoncisi, gli uomini presentino tale
necessità.
Un prepuzio aderente può essere fatto scivolare sul glande con difficoltà.
Infatti, nella maggioranza dei casi questo avviene spontaneamente. Il fatto
è che in quasi tutti i bambini maschi, alla nascita, il prepuzio risulta rela-
tivamente lungo ma, con la crescita, il glande si ingrandisce ed il prepuzio
gradualmente si ritira fino a che scompare il bisogno di ricorrere alla muti-
lazione, nonostante ciò che la professione chirurgica ha sostenuto per più di
mezzo secolo.
gente (che, comunque, non riesce quasi mai a raggiungere la superfice in-
terna del prepuzio) può eliminare. Spesso, come risultato di ciò, si produce
la balanite che, nei casi di individui diabetici, può provocare una cancrena≫.
Secondo Keyes, una personalità nel campo, nonostante il popolo ebreo sia
predisposto al diabete, la circoncisione salva questi individui da tale malat-
tia. E molto comune che le ulcere veneree ed altre lesioni più gravi come
il cancro rimangono nascoste per lunghi periodi in una massa di sporcizia
e di materiale necrotico. Un prepuzio irritato, anche se può essere ritratto
e pulito, provoca prurito, il che può essere seguito da fenomeni irritativi di
riflesso. In questi casi nelle pieghe interne del prepuzio si formano spesso
dei calcoli prepuziali causati dall’accumulo di secrezioni e di urina. Tutto
questo è il risultato della sporcizia. Per quanto riguarda il lato estetico, per
le sostanze maleodoranti e il prepuzio nauseante, i Thornton hanno perfet-
tamente ragione a pensarla come la pensano. Rispetto il loro punto di vista,
ma sono sicuro che la maggioranza delle persone preferisce un corpo pulito,
sia che si tratti del glande, del naso, dell’ano, o di qualsiasi altra parte.
Non c’è niente che potrei aggiungere per descrivere meglio la classe di pa-
zienti curati da questo specialista o per dimostrare l’erroneità dell’approccio
medico ai problemi più semplici. Non è vero che il prepuzio secerne una
sostanza maleodorante. Secerne una sostanza che aiuta il glande a mante-
nersi morbido ed umido, cosicchè, seccandosi, non si formino screpolature.
E vero che questa sostanza, negli individui poco puliti, si può accumulare,
decomporre e risultare maleodorante, ma nessun uomo malato può essere
guarito con la circoncisione e questa non può evitare che un uomo si am-
mali. La circoncisione non trasforma un uomo sporco in un uomo pulito.
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lasciate spaventare dalle storie che i medici raccontano e dalle terribili con-
seguenze che descrivono; l’obiettivo reale non è il benessere del bambino
ma il portafogli del chirurgo.
Il prepuzio che appare tirato o che presenta un’apertura troppo stretta, può
essere allungato o dilatato per mezzo di un procedimento molto sempli-
ce, efficace e indolore. Pertanto, l’operazione non è giustificabile, persino
in quei casi che presentano una fimosi congenita. La circoncisione in tali
circostanze non è altro che chirurgia commerciale.
Parlando delle persone anziane, lo specialista afferma: ≪Nelle persone an-
ziane, il prepuzio, insieme al resto degli organi genitali, compie un’involu-
zione e la ritrazione e la pulizia diventano più difficili ed a volte impossibili.
La risultante fimosi cronica provoca la ritenzione delle urine e delle secre-
zioni, il deposito di sali urinari e la formazione di calcoli o di cancro≫.
Riportando le parole di Corner dell’Inghilterra scopriamo che ≪si potrebbe
fare molto a favore del benessere dell’individuo e della felicità del genere
umano se la circoncisione degli anziani fosse praticata più di frequente. Se
gli uomini anziani fossero stati circoncisi nell’infanzia non si eviterebbero
tutte queste malattie gravi?≫
Nelle parole di Shelton del Texas troviamo che: ≪È una follia sostenere
e praticare la circoncisione universale dei bambini maschi solo perchè in
qualche raro caso un uomo anziano presenta la fimosi, quando cioé il pre-
puzio appare atrofizzato o si ritira più del resto degli organi sessuali≫. Lo
specialista, come tutti gli appartenenti al mondo della medicina, insiste
nel trattare tutti gli uomini come se fossero anormali. La fimosi cronica
negli anziani è relativamente rara; anche la ritenzione delle urine e la sus-
seguente formazione di calcoli urinari con il cancro all’ultimo stadio, sono
condizioni assai rare. Nella maggioranza degli uomini l’atrofia degli organi
sessuali è uniforme cosicchè il glande si ritira nello stesso modo del pre-
puzio. In questo caso le suddette condizioni sono inesistenti. Quindi, se la
circoncisione può essere giustificata nei casi di fimosi cronica, sicuramen-
te non lo è nella grande maggioranza degli uomini che non presentano tale
condizione. La mancanza di pulizia è la causa del problema, persino nei
casi di fimosi cronica ed ai pazienti deve essere insegnato ad essere puliti.
4. È stato affermato che, come prescritto nella Bibbia, lo scopo principale della
circoncisione è quello di mantenere la castità. La risposta a tale affermazio-
ne ha due aspetti. Primo, in nessuna parte della Bibbia si dichiara che la
circoncisione veniva praticata per rendere gli uomini più casti, ma ad essa
vengono attribuiti altri scopi; secondo, non serve mai a mantenere la ca-
stità. L’idea che, riducendo il desiderio sessuale, la circoncisione reprima
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7. L’usanza viene giustificata dal fatto che aiuta a ritardare l’orgasmo. Le pro-
ve indicano che la circoncisione non fornisce un simile vantaggio. Alcuni
uomini circoncisi riescono a prolungare il rapporto per ore. La capacità di
prolungare il coito sembra dipendere più dalle abitudini e dalla tecnica che
dall’assenza o dalla presenza del prepuzio.
10. Alcuni medici specialisti affermano che la circoncisione è una misura profi-
lattica contro le convulsioni ed altre manifestazioni di riflesso, ma il grande
numero di casi di convulsioni, di epilessia e di altri cosiddetti “fenomeni
di riflesso” riscontrati tra le persone circoncise dovrebbe far cadere la vali-
dità di tale teoria. È risaputo che le convulsioni ed i “fenomeni di riflesso”
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sono dovuti a numerose condizioni irritative locali, condizioni che non han-
no nulla a che fare con la presenza del prepuzio. Ma è anche vero che i
fenomeni di riflesso riscontrati in questa parte del corpo potrebbero essere
prevenuti con la pulizia e, nel caso di un’apertura troppo stretta, con una
dilatazione.
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il fatto che anche un solo caso di cancro al pene sia stato riscontrato in un
uomo circonciso sin da quando era neonato, indica che non è una misura
preventiva troppo sicura in quanto risulta ovvio che se non è in grado di
proteggere un uomo da quella malattia, non sarà in grado di proteggerne
nessuno. Il fatto che si parli solo di un caso probabilmente è dovuto al-
le circostanze che hanno fatto trascurare la menzione della circoncisione o
l’assenza di essa.
12. L’ultima assurdità dei medici riguardo alla circoncisione, apparsa sulla ri-
vista Quick il 5 maggio 1952 è quella che ≪circoncidendo tutti gli uomini
si può prevenire il cancro alla cervice (il collo dell’utero) nelle donne≫. Un
medico di New York, discutendo su questo argomento, asserisce che il can-
cro alla cervice è più comune tra le donne cristiane che tra quelle ebree.
Non conoscendo le cause che producono il cancro, un medico deve sempre
ricorrere alle statistiche. Questo sembra un altro tentativo dei chirurghi di
favorire la circoncisione universale. Il fatto che la maggioranza delle don-
ne cristiane non sviluppa il cancro alla cervice mentre molte donne ebree
e musulmane sı̀, indica invece che la mancanza di circoncisione nei mariti
delle donne cristiane, non rappresenta la causa di questa malattia. Non esi-
ste alcun modo in cui la circoncisione degli uomini possa prevenire il cancro
alla cervice nelle donne; ed alla stessa maniera non esiste alcun modo in cui
la mancanza di circoncisione degli uomini possa provocare il cancro alla
cervice nelle donne.
Sembra impossibile accettare l’idea che il prepuzio non abbia una funzione
propria. Il prepuzio costituisce la copertura naturale del sensibile e delicato glande
ed il fatto di asportarlo non può che essere nocivo. Protegge il delicato glande
dagli sfregamenti e mantenendolo umido e coperto evita che si inaridisca. Aiuta a
mantenere una sensibilità sessuale del glande ed oggi che l’importanza del sesso
ha assunto valori elevati, questo fattore non è da trascurare. L’indurimento e la
perdita di sensibilità della pelle che copre il glande, in seguito alla circoncisione,
viene considerato uno dei benefici che derivano da tale operazione.
Mutilare deliberatamente la capacità di avere una vita sessuale soddisfacente
ed imporre questa condizione anormale ad un uomo in un momento in cui non
può scegliere, è un oltraggio che non può essere giustificato in alcuna maniera.
Il vantaggio di non essere mutilati supera sicuramente tutti gli inesistenti benefici
inventati dagli sciamani e dai chirurghi. Solo l’egoismo dei chirurghi può far loro
credere che possano brutalmente interferire nelle strutture e nelle funzioni della
natura, per quanto insignificanti e prive di valore queste possano apparire.
Se i giovani hanno un diritto più importante rispetto agli altri, questo è il dirit-
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che devono intervenire una seconda volta per prevenirla. Essi descrivono questa
seconda operazione come “un procedimento assai doloroso”. La rimozione par-
ziale del prepuzio, suggerita da alcuni chirurghi, provoca spesso aderenze, cosı̀
che risulta “necessaria” una seconda operazione.
Sono stato chiamato a volte per assistere neonati ebrei che soffrivano agoniz-
zati a causa dell’operazione. In un caso, il piccolo pene era gonfio tre volte le sue
dimensioni, rosso congestionato ed il piccolo essere urlava dal dolore. Entrambi
i genitori, prima del matrimonio, erano stati miei pazienti. Quando li rimproverai
per aver sottoposto il bambino a tale rito barbaro, essi risposero: ≪Se non lo aves-
simo fatto le nostre madri ci sarebbero rimaste molto male≫. Il povero bambino
era costretto a soffrire a causa della superstizione dei suoi nonni. Credo che se
i chirurghi non riusciranno più a convincerci a pagar loro forti somme di denaro
per asportarci parti e organi, gli ebrei americani abbandoneranno questa usanza
superstiziosa nel giro di due o tre generazioni. E non sarà la prima volta che gli
ebrei si distaccano da un’usanza.
Vi sono ebrei che hanno abbandonato il giudaismo (sono diventati cristiani o
atei) i quali affermano che l’unica ragione per cui circoncidono i loro bambini
è perchè altrimenti il resto delle comunità ebraiche li allontanerebbero invece di
integrarli. La coercizione sociale si sta gradualmente spegnendo. Oggi vi sono
migliaia di donne ebree che senza esitare hanno sposato uomini non circoncisi.
Gli uomini ebrei e pagani stanno sempre di più imparando ad accettarsi nonostante
l’assenza della mutilazione genitale. L’ateo ebreo che circoncide il proprio figlio
è alla pari di un ateo inglese e tedesco che battezza il proprio figlio: rifiuta la
dottrina ma segue le usanze.
Ogni genitore dovrebbe capire che la circoncisione costituisce uno shock mol-
to grave per il sensibile e delicato sistema nervoso del bambino e dovrebbe prende-
re ogni precauzione possibile per proteggerlo da queste esperienze assolutamente
inutili. Mentre ero a New York City, nel luglio del 1952, un bambino ebreo di sa-
lute eccezionale fu portato da me per essere visitato, accompagnato dalla mamma
e dalla nonna. Il bambino aveva sei mesi e non era stato circonciso. La madre
disse: ≪La circoncisione per la maggioranza degli ebrei americani di oggi è solo
un’usanza piuttosto che un vincolante rito religioso, ed in quanto tale dovrebbe
essere abbandonata immediatamente≫.
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Capitolo 9
LA DENTIZIONE
Fino a qualche anno fa, era opinione generale tra la maggioranza degli uomini
civilizzati, e lo è ancora tra molti di loro, che quando un uomo sviluppa i primi
denti diventa particolarmente soggetto a disturbi intestinali e di altro genere, e
molti decessi vengono attribuiti a tale causa. Ogni disturbo durante il periodo
della dentizione viene attribuito ad essa e si pensa che la malattia che ha colpito il
bambino sia una disgrazia inevitabile.
Mai sbaglio più grosso fu compiuto. In questi casi la vera disgrazia è rap-
presentata dall’ignoranza dei genitori, degli assistenti e dei medici in quanto la
malattia non è assolutamente il risultato del processo della dentizione. ≪Come
si può pensare – domanda il dott. Page – che la dentizione costituisca una sorta
di ripensamento da parte del Signore, e che poichè i bambini vengono al mondo
privi di denti questo sbaglio possa essere corretto solo per mezzo di un processo
doloroso, pericoloso ed anormale?≫
È assurdo persino immaginare che il Signore abbia inflitto ai giovani un pro-
cesso fisiologico anormale, pericoloso addirittura nei confronti della vita stessa.
La dentizione è un processo perfettamente naturale e non dovrebbe mettere paure
od ansietà nè essere accusato di costituire la causa dei disturbi che possono mani-
festarsi durante quel periodo. I bambini sani, durante il periodo della dentizione,
non provano dolore ed il processo non interferisce nella digestione.
Praticamente ogni bambino, dall’età di sei mesi ai due anni e mezzo, sviluppa
denti quasi continuamente. È un fatto innegabile che la maggioranza dei bambini
riesce a sviluppare tutti i denti senza l’insorgere di problemi. Ma poichè il pro-
cesso della dentizione è quasi continuo per un periodo di due anni, è praticamente
impossibile che il bambino non accusi alcun tipo di disturbo in tale arco di tempo;
tuttavia, gli eventuali problemi che potrebbero manifestarsi non sono coinciden-
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scita, ne spuntano altri senza difficoltà. Raramente i bambini hanno problemi con
lo svilupparsi della dentizione definitiva a causa del fatto che questi denti spun-
tano dopo il periodo dell’alimentazione forzata. Tra i bambini delle popolazioni
selvagge il periodo della dentizione non rappresenta un problema. Nel suo Chiudi
la bocca, Catlin riporta alcune cifre dell’anagrafe inglese che indicano che ogni
anno in Inghilterra 3660 bambini, al di sotto di un anno di vita, muoiono a cau-
sa “dei dolori provocati dalla dentizione”. Ma Catlin non riuscı̀ a trovare alcuna
prova che anche i bambini indiani morivano in seguito allo spuntare dei denti. Un
capo Sioux gli disse: ≪pare, che in quel periodo i bambini soffrano chi più chi
meno, ma in tutta la popolazione Sioux nessun bambino è mai morto per quella
causa≫. I Pawnee-Picts gli dissero che ≪i bambini non sono mai morti a causa dei
denti≫.
Paragonando l’enorme quantità di latte che si somministra ai neonati alla quan-
tità che consumerebbe un uomo se venisse alimentato alla stessa maniera del neo-
nato, il dott. Page afferma: ≪non c’è da meravigliarsi che il canale alimentare,
dalla bocca all’ano, risulti irritato e che il fisico intero, comprese le gengive, ap-
paia infiammato in quei bambini alimentati eccessivamente. Il bagnarsi a letto
e l’eccessiva secrezione nasale e della bocca testimoniano lo sforzo della natura
di liberarsi di tali eccessi; e quando sarebbe il momento che i denti comincino a
spuntare non c’è da meravigliarsi che la loro crescita risulti arrestata, come quella
delle ossa e dei muscoli delle costole, braccia e gambe, o a causa della presenza
del grasso o per mancanza di nutrimento dovuta all’incapacità degli organi malati
di digerire ed assimilare il cibo. È l’espressione del bisogno della natura di otte-
nere il nutrimento che non riceve dal cibo non digerito e non assimilato; la natura
rivendica la crescita e bisogna trovare il metodo per assecondarla≫.
≪Quando la diarrea o il colera infantile hanno ripulito il corpo da tutte le impu-
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 107 –
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quando spuntano i denti; in realtà, tutto li fa soffrire in quanto il loro stato di salute
è pessimo≫.
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Capitolo 10
I BAMBINI GRASSI
Parlando della tenerezza della carne del maiale che aveva allevato, una volta un
contadino disse al dott. Page: ≪Persino le ossa sono tenere quasi quanto la carne≫.
I contadini ed i guardiani di bestiame fanno ingrassare i maiali, il pollame ed il be-
stiame in quanto, sul mercato, più gli animali pesano e più soldi fanno guadagnare,
e tali animali vengono salvati dalle malattie e dalle sofferenze in quanto vanno al
macello prima che queste possano colpirli. Poichè, all’infuori delle guerre, gli
esseri umani non vengono mandati al macello, essi muoiono prematuramente di
malattie ai reni, al cuore, di apoplessia e, come gli animali grassi delle fattorie,
dal punto di vista riproduttivo, risultano impotenti in quanto non sono in grado di
trasmettere ai nuovi esseri il vigore, l’energia e la virilità. Una donna fertile che
ingrassa cessa immediatamente di essere in grado di mettere al mondo dei
figli. La stessa cosa avviene tra gli animali.
I bambini grassi e rachitici presentano più o meno le stesse condizioni dei
maiali grassi del contadino. Ma le madri, le infermiere ed i medici, come regola
generale, rispondono molto bene alla descrizione del dott. Felix Oswald riportata
nel suo Educazione fisica (p. 202): ≪l’infermiera modello segue il principio della
scorpacciata; i bambini sono come maiali da vendere, vengono ammirati quando il
grasso è talmente abbondante da pregiudicarne la vita. Il bambino viene costretto
a succhiare quasi ogni mezz’ora, giorno dopo giorno, fino a che l’abitudine diventa
un appetito morboso, analogo al fastidio di uno stomaco dispeptico in cui il cibo
non può alleviare, o correggere un letargo gastrico≫.
La credenza popolare che alimentare un bambino voglia dire alimentarlo in
eccesso e che solo i bambini grassi sono sani, ha causato molte malattie tra i
neonati ed i bambini. La putrescenza proteica è l’aspetto peggiore di questi
eccessi alimentari. L’organismo tenta di eliminare tale putrescenza attraverso
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la pelle, per mezzo delle eruzioni cutanee. Spesso osserviamo neonati magri e
forti diventare in breve tempo creature obese, malate e pronte ad essere colpite
da ogni tipo di “malattie infantili”. Un peso eccessivo non significa buona salute.
I bambini che alla nascita sono grassi hanno meno possibilità di avere una vita
lunga rispetto a quelli magri.
Il concetto moderno nei riguardi dell’adiposità è favorevole al punto che vo-
gliamo che i nostri bambini siano delle “palle di grasso” e ci preoccupiamo se
non lo sono. Viene quasi da pensare che facciamo ingrassare i nostri bambini per
portarli poi al mercato, per venderli o per macellarli. L’obesità si sviluppa nei neo-
nati molto presto in quanto tutti ammirano i bimbi. Tali bambini, come animali
grassi, hanno muscoli molto sottili e deboli. Il castrato ed il manzo, quando
sono eccessivamente grassi, posseggono muscoli talmente “flaccidi” da non poter
neanche essere definiti tali. La muscolatura dei maiali è quasi inesistente; a volte,
infatti, non riescono neanche a tirarsi su ed a camminare fino alla mangiatoia. Tali
animali sono adatti per la produzione di lardo, ma non per diventare prosciutto o
pancetta. Gli uomini e le donne grasse, che non vengono uccisi in gioventù,
muoiono di malattie relative alla pletora.
Riguardo ai bambini grassi cosı̀ tanto ammirati, il dott. Page afferma: ≪l’ec-
cesso di grasso, è considerato generalmente un segno di malattia reale anche negli
adulti. Non solo i muscoli appaiono avviluppati nel grasso, ma lo contengono an-
che interamente cosı̀ come gli organi vitali: i reni, il fegato, il cuore, ecc. Spesso
in questi casi una dissezione rivela il fatto che tali organi risultano ingrossati e de-
generati a causa del grasso; il fegato, ad esempio, raddoppia le sue dimensioni.
In ultimo, la situazione culmina o in un arresto della crescita o in una malattia
violenta, che elimina il grasso ed a volte anche la vita≫.
Nessun contadino si sognerebbe mai di far ingrassare un animale che sta
crescendo. Egli sa che cosı̀ facendo ne arresterebbe la crescita. Lo stesso con-
tadino adora il suo bambino quando “è grasso come una palla”. Un contadino
saggio ha imparato che il grasso precoce arresta la crescita dei maiali e fa sı̀ che
questi ingrassino solo dopo essere stati svezzati; molto raramente i maiali sono
in sovrappeso durante lo svezzamento. Il contadino che fa ingrassare i maialini
non possiederà mai dei porci ben pasciuti. I maialini che stanno crescendo ven-
gono alimentati solo con quel tanto che basta a permettere una crescita costante.
Vengono fatti ingrassare solo dopo che lo sviluppo appare completo.
Al momento della nascita gli animali sono quasi “pelle ed ossa” e mai, a me-
no che non sia l’uomo a farlo e con la sola eccezione degli animali che vanno
in letargo, si lasciano ingrassare. Il contadino non fa mai ingrassare i buoi che
devono lavorare nei campi. Il vitello non ingrassa mai durante l’allattamento. Os-
servate una cucciolata di gattini e vi accorgerete che per quanto rotondi e morbidi
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 42 –
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massimi, uno in febbraio-marzo, e l’altro in settembre; nelle otto città più grandi
della Scozia, si registrano più nascite legali durante il mese di aprile; in Svezia,
il primo aumento annuale delle nascite presenta il suo massimo durante il mese
di marzo; in Belgio, Spagna, Austria ed Italia a febbraio, in Grecia, a gennaio;
in questo modo, l’aumento delle nascite avviene prima al sud dell’Europa che al
nord≫.
≪La distribuzione disuguale delle nascite durante i mesi dell’anno è da attri-
buire, secondo gli statistici, a diverse cause. Viene comunque generalmente rico-
nosciuto che il massimo a febbraio e marzo (in Cile, settembre), è dovuto, almeno
in gran parte, al fatto che l’istinto sessuale appare più intenso a maggio e a giugno
(in Cile a dicembre). Probabilmente questa è la spiegazione se si considera anche
che specialmente le nascite illegittime sono relativamente numerose. (Bisogna ri-
cordare che il Cile si trova nell’emisfero inferiore e pertanto la sua primavera si
manifesta a settembre)≫.
≪Cosı̀, paragonando i dati su riportati, troviamo che tra diverse razze umane,
l’istinto sessuale aumenta alla fine della primavera o piuttosto all’inizio dell’esta-
te≫.
Egli continua: ≪Sembra pertanto logico dedurre che l’aumento dell’istinto
sessuale alla fine della primavera o all’inizio dell’estate, sia una reminiscenza del-
l’antico periodo dell’accoppiamento, che dipende dalle stesse leggi che governano
il resto del regno animale≫.
Durante questo periodo, il risveglio dell’istinto sessuale generalmente assopi-
to, permette di far nascere i bambini in primavera, cioè a febbraio, marzo o aprile.
E questo è proprio il miglior periodo dell’anno per far nascere i bambini. È l’i-
nizio della stagione più ricca di frutta e verdure fresche, quando il bambino,
attraverso la madre, può ricevere i cibi migliori che la natura offre. Nel latte ma-
terno trova un ottimo materiale per un’ancora migliore formazione delle ossa. Il
clima è mite, nelle case si tengono le finestre aperte e la gente passa lunghe ore
fuori. Questo vuol dire che anche il bambino godrà dell’aria aperta.
Nelle condizioni di vita moderne, i raggi di sole non dovrebbero essere tra-
scurati. I bambini che nascono alla fine dell’autunno o all’inizio dell’inverno,
quasi inevitabilmente, e a livelli più o meno accentuati, sviluppano il rachi-
tismo. Sono molto pochi i casi di rachitismo osservati tra i bambini che godono
regolarmente dei raggi del sole e che vengono alimentati con cibi naturali durante
i primi mesi di vita. Il fatto che il sole sia assolutamente essenziale alla normale
utilizzazione ed assimilazione del calcio o forse anche del ferro e di altri elementi,
è fuori dubbio. Questo vale per le piante e per gli animali. ≪In primavera ed in
estate – sostiene Berg – quando le piante sono nella fase più rigogliosa del loro svi-
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Capitolo 11
Sono giunto alla conclusione che il normale periodo di allattamento dei mammi-
feri è direttamente collegato allo sviluppo dei nuovi nati e che esso possiede un
legame persino con il periodo di tempo necessario per raggiungere la maturità. I
giovani mammiferi che crescono rapidamente e maturano in fretta hanno avuto
un periodo di allattamento breve; i mammiferi giovani cbe crescono lentamente
e si sviluppano tardi hanno avuto un periodo di allattamento di lunga durata; il
bambino, che cresce più lentamente di tutti gli altri esseri e raggiunge la maturità
più tardi, ha avuto un periodo di allattamento lunghissimo.
Ho diviso il periodo di allattamento dei mammiferi, incluso l’uomo, in tre stadi
distinti che corrispondono al loro sviluppo, nella seguente maniera:
Il periodo del neonato inizia alla nascita e termina con lo sviluppo completo
dei denti e lo sviluppo della capacità di secernere succhi digestivi in grado di
digerire i cibi solidi. Il periodo di transizione inizia con lo sviluppo dell’apparato
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 115 –
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do. Cinque anni possono essere considerati come il massimo necessario, anche se
spesso questo limite viene superato di quattro o cinque anni.
Molte specie mammifere raggiungono la piena maturità, si riproducono, vivo-
no e muoiono in molto meno tempo di quello necessario all’uomo per arrivare alla
maturità. Molti animali maturano, si riproducono una o più volte, e cominciano
ad invecchiare nello stesso tempo necessario ad un essere umano per superare il
periodo dell’infanzia. Alcuni animali vengono allattati più a lungo di quello che
le giovani donne moderne sono disposte a fare. Paragonate i cinque o sette mesi di
allattamento delle scimmie antropomorfe che maturano in cinque anni, con i pe-
riodi di allattamento in genere più brevi degli esseri umani che maturano in venti
o più anni, e vi accorgerete immediatamente che le nostre abitudini a tale riguardo
sono inadeguate.
Ne I precetti morali dell’antico Egitto, come ricordato da Ptahotep, un alto
funzionario nel regno di Assa e re della IV dinastia nel 3360 a.C. circa, si riportano
le seguenti parole: ≪Quando dopo aver passato i mesi nell’utero tu nascesti . . . per
tre anni le mammelle di tua madre sono state nella tua bocca≫.
Nel Papiro di Boulek (1500 a.C.), un saggio egiziano, Kneusu-Hetep, parlando
a suo figlio dice: ≪Per tre lunghi anni lei ti ha portato sulle spalle e ti ha dato il
suo seno, e man mano che ti cresceva, il suo cuore non si è mai chiesto “perchè lo
sto facendo?”≫. William J. Robinson, M.D., nel suo La donna: il sesso e l’amore
racconta che in Egitto ed in altri paesi orientali ≪non è raro osservare un bambino
di tre o quattro anni interrompere la sua attività per andare a succhiare il seno
della madre≫. Cosı̀ ci rendiamo conto che durante gli oltre cinquemila anni di
storia egiziana tramandata per iscritto, le donne di quel paese hanno continuato
ad allattare i bambini per tre o quattro anni o anche più. Robinson attribuisce il
lungo periodo di allattamento comune tra gli orientali, al desiderio di prevenire il
concepimento. Questa teoria non trova un riscontro nè biologico nè storico.
Dalle mie ricerche, ho dedotto che tre anni di allattamento rappresentano la
regola per quelle popolazioni che non hanno imparato a sostituire il latte materno
con quello animale. In Francia, Italia, Giappone e tra i popoli slavi, prolungare
l’allattamento è la regola generale. Kellogg ci fa notare che ≪immagini di bambini
attaccati al seno di madri selvagge sono molto comuni≫. Egli afferma, inoltre, che
≪tra le popolazioni primitive l’allattamento continua fino a che la prima dentatura
è completa, o per tre anni, anche se vengono consumati altri alimenti≫. Il prof.
Sherman della Columbia University afferma: ≪l’allattamento in Cina continua per
due anni e spesso anche per tre. Il bambino in questo modo ha tutto il tempo per
adattarsi al consumo di altri alimenti vegetali prima che elimini completamente il
latte materno≫.
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del dott. H.M. Shelton
Prima dell’arrivo degli europei in America, gli indiani non producevano latte
animale. Le madri indiane non avevano altro latte con cui sostituire quello pro-
prio. Allattavano i propri bambini per tre o quattro anni. Catlin afferma: ≪È un
avvenimento molto raro, per una donna indiana, l’essere in grado di mettere al
mondo più di quattro o cinque bambini durante la vita, ed esse in genere si accon-
tentano di due o tre piccoli≫. Westermark afferma che ≪tale dichiarazione viene
confermata da altre voci; ma non è limitata solo agli indiani nordamericani, bensı̀ a
molte popolazioni non civilizzate≫. Inoltre Catlin, discutendo la dichiarazione di
gente male informata che attribuisce agli indiani un’alta mortalità infantile, dice:
≪Tra gli indiani nordamericani, avendo ogni famiglia in media due o tre bambini,
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 117 –
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pretazioni dei fatti, gli antropologi hanno dichiarato che il periodo di allattamento
continuato è stato adottato come mezzo per controllare le nascite e che può evitare
la gravidanza. Ma l’allattamento prolungato non previene la gravidanza; spesso
le donne allattano due bambini contemporaneamente, di cui uno più grande e uno
più piccolo di età; ed inoltre tale abitudine vige anche tra quelle tribù che non
conoscono il legame tra il rapporto sessuale e la gravidanza. Dal punto di vista
fisiologico e biologico, penso che sia meglio interpretare il periodo prolungato di
allattamento, come una funzione nutritiva anzichè come un’attività sociologica.
È un programma nutritivo, non una prevenzione al concepimento.
La mia idea è che la natura soddisfa le necessità del bambino durante questo
periodo della vita alla stessa maniera in cui soddisfa quelle dei piccoli delle specie
mammifere, e che è l’assenza di perversione, invece dell’assenza di alimenti tene-
ri o di latte animale, a spingere le donne ad allattare i bambini per lunghi periodi
di tempo. L’opinione del dott. Felix Oswald era simile a questa. A pag. 29 del
suo Educazione Fisica, egli afferma che ≪l’apparizione dei canini e dei molari
indica la fine del secondo anno come il periodo in cui un bambino sano può essere
gradualmente abituato alle sostanze vegetali semi-liquide. Ma le donne che pos-
sono, dovrebbero allattare i bambini per un periodo più lungo≫. A giustificazione
di questo egli dice: ≪Le mogli dei robusti contadini di Argyll non svezzano quasi
mai un bambino prima che la decisione non venga presa dal figlio successivo ed
il bambino più discolo che ho mai incontrato era il figlio di una vedova serba il
quale, a cinque anni, veniva ancora allattato come un neonato≫. A supporto di
questa dichiarazione, il dott. Chas E. Page sostiene: ≪In assenza di particolari
circostanze che costringono uno svezzamento prematuro, credo che il latte mater-
no, semprechè la madre sia in buona salute ed il bambino cresca effettivamente
con questo alimento, sia l’alimento migliore per il neonato durante i primi diciotto
mesi di vita fino al compimento del secondo anno≫.
M. Bircher-Benner afferma che alla fine del secondo anno di vita ≪l’allatta-
mento al seno materno cessa naturalmente in quanto l’organismo del bambino,
nel frattempo, ha sviluppato gli ‘strumenti’, cioè i denti, con i quali trattare gli
altri alimenti. Il latte ha compiuto il suo dovere. Le necessità dell’organismo sono
cambiate. La scorta di ferro che il neonato aveva dalla nascita e che doveva bastare
per tutto il periodo dell’allattamento è stata consumata. Anche per questo il latte,
che non contiene ferro, non può essere sufficiente≫. Anche qui appare implicito
il fatto che il latte materno dovrebbe essere l’unico alimento per il bambino fino
a che esso non abbia sviluppato i denti con cui poi poter masticare i cibi solidi,
ma non si fa riferimento al periodo di transizione, osservato in tutti i mammiferi
incluso l’uomo, durante il quale il piccolo consuma sia latte che altri alimenti.
Come avviene tra gli animali inferiori, la durata generale e la natura delle
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 118 –
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attenzioni che i popoli selvaggi dedicano alla loro prole, corrisponde più o meno
al periodo ed al livello di immaturità della stessa. Tra le popolazioni cosiddette
primitive, che non posseggono latte animale con il quale sostituire quello materno,
il periodo di allattamento varia da tre a cinque anni. Ma vi sono stati casi in cui i
bambini di nove anni venivano ancora allattati. Nel XVI secolo le donne europee
non svezzavano i bambini fino a che la dentatura non appariva completa. Questa
abitudine vige ancora tra gli eschimesi del Canada e della parte est dell’Artico. In
molte parti dell’Europa e del levante questa abitudine è ancora in uso. In America
ed in Canada era abitudine, fino a non molto tempo fa, allattare i bambini fino a
due-tre anni.
Mentre, come ho affermato precedentemente, la fine del primo stadio dell’a-
limentazione, lo stadio dell’infante, viene segnata da precisi sviluppi anatomici e
fisiologici, la fine dello stadio di transizione e l’inizio dello stadio di adulto, sono
variabili e non sono contrassegnati da alcuno sviluppo. Come accade tra gli ani-
mali inferiori, la durata e la natura delle cure da parte dei genitori corrispondono
più e meno al periodo ed al grado di immaturità dei piccoli e questo dipende, più
o meno, dal tipo di ambiente naturale circostante. L’età in cui i bambini vengono
svezzati varia secondo la natura del regime alimentare consumato dalla popola-
zione, e dipende dalla scarsezza o dall’abbondanza del cibo. In generale, ma vi
sono delle eccezioni, il periodo dello svezzamento va dai tre ai cinque anni. In
proporzione alle dimensioni ed al peso del nascituro, il periodo di gestazione di
nove mesi degli uomini è quello più lungo. Anche il periodo di allattamento, dai
tre ai cinque anni, è il più lungo.
Poichè il momento dello svezzamento dipende dal tipo e dalla quantità del
cibo di cui si nutre la tribù, cosicchè i bambini vengono allattati dai tre ai cinque
anni – raramente meno di tre anni, ma in molti casi assai oltre il quinto anno –
sembrerebbe che il tempo minimo, nell’allattamento del bambino, sia tre anni, di
cui i primi due con una dieta a base esclusiva di latte ed il terzo con una dieta di
transizione. La fine del terzo anno è il tempo minimo per iniziare lo svezzamento.
In genere non sono d’accordo con lo studiare le abitudini e le usanze delle
popolazioni primitive per scoprire gli standards relativi ai popoli cosiddetti civili.
Una parte importante nelle loro usanze è rappresentata dalla magia e dalla neces-
sità, poche sono quindi le cose riferite a loro che gli uomini di oggi possono fare
proprie. Se si vogliono studiare le usanze di questi popoli bisognerebbe farlo solo
a titolo di curiosità. Le loro svariate abitudini alimentari, i molti e persino contrad-
ditori costumi sessuali, la credenza in tabù e magie non rendono tali popoli degli
esempi da seguire. Sotto molti aspetti, questi cosiddetti primitivi sono lontani dal
vero primitivo e tanto quanto i popoli civilizzati. La prevalenza di un’usanza co-
mune a popolazioni “selvagge” di territori diversi, non indica necessariamente che
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 119 –
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sia un’usanza istintiva e che possa in qualche modo essere collegata alle necessità
ed al benessere della razza. Può darsi che le tribù se la siano scambiata tra di loro,
che sia un’usanza di vecchia data e che abbia viaggiato insieme alle popolazioni
nomadi.
Tuttavia, esiste una fase della vita selvaggia che secondo me può essere stu-
diata traendone grossi benefici. Il periodo di allattamento prolungato rappresenta
un’abitudine che non nasce dalla magia, che ha un rapporto diretto con il benes-
sere del piccolo e che, nel contempo, trova una somiglianza nei corrispondenti
periodi di allattamento dei mammiferi inferiori all’uomo. La magia dei selvaggi
non ha trovato nessun sostituto al latte materno e nessun mezzo per abbreviare
il periodo di allattamento. Riguardo a ciò probabilmente la madre selvaggia si
attiene scrupolosamente alle usanze primitive e normali.
In condizioni di vita naturali, il latte della madre dura per tre o quattro anni
ed è la regola che i bambini vengano allattati per tale periodo. Spesso anche i
bambini più grandi continuano ad essere allattati. Fino a che la tribù non progre-
disce economicamente al punto di poter mantenere gli animali domestici con cui
sostituire il latte materno, il periodo di allattamento continua per due o tre anni,
ed è molto raro che scenda al di sotto dei due anni.
Potrebbe essere osservato che nella vita civile, poichè siamo stati in grado di
creare nuovi schemi alimentari apparentemente soddisfacenti, il normale schema
alimentare possa essere sorpassato. Questa teoria non è sostenuta dai fatti, come
potremo verificare nel capitolo successivo. In questo momento voglio solo affer-
mare che, ove possibile, e per la grande maggioranza delle donne è possibile, il
bambino dovrebbe essere allattato per tutta la durata del normale periodo della
dieta a base di latte ed anche per il minimo del periodo di transizione. Anche se
la madre non possiede latte a sufficienza per soddisfare le necessità del bambino,
ella dovrebbe dargli il suo latte, benchè minimo, insieme ad un latte proveniente
da altra fonte. Non riesco a comprendere la teoria moderna che sostiene che il
latte della madre non è adatto al bambino che ha più di 1 anno o più di 9 mesi, co-
me afferrano alcuni medici specialisti, o che un periodo di allattamento più lungo
possa essere dannoso sia per la madre che per il bambino. Alcuni medici specia-
listi spesso dichiarano che ≪è un grosso sbaglio continuare ad allattare per troppo
tempo, in quanto questo fatto tende ad accrescere la dipendenza del bambino dalla
madre e naturalmente ciò è nocivo per la sua salute≫. Inoltre essi dichiarano che
un allattamento prolungato costituisce uno sforzo troppo grande da sostenere per
l’organismo materno e pertanto nocivo per la salute della donna.
J. Clark Moloney, M.D., il quale ha trascorso sette mesi ad Okinawa nel dipar-
timento psichiatrico dell’esercito americano, durante la seconda guerra mondiale,
esprime un’opinione opposta, l’opinione comune e diffusa tra tutti gli igienisti:
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del dott. H.M. Shelton
alimentazione, ma il rimedio per i danni causati dalle nostre diete errate non vuol
dire trascurare i bambini, bensı̀ alimentare in maniera migliore le madri.
Molto spesso ho osservato vacche che allattavano per molti anni senza mai
essere prive di latte, neanche per un giorno. Mi ricordo che tra le nostre mucche
da latte ve ne era una che allattò per nove anni ed un’altra per dodici. Quando
osservo che i gatti permettono a due figliate successive di prendere il latte insieme
e poi ascolto le lamentele delle donne che sostengono di non essere in grado di
produrre latte, vorrei poter insegnare loro qualcosa.
Non è vero che il periodo di allattamento normale implica degli svantaggi per
la donna o per il bambino. Nei mammiferi inferiori, una maggiore dipendenza
dalla madre, a causa di un allattamento prolungato, non si verifica mai; e neanche
tra le popolazioni cosiddette primitive. Come tutto quello che si è sviluppato
dalla medicina e dalla religione, entrambe le quali derivano dalla magia antica, la
psicologia rappresenta un divorzio dalla natura. È una guida errata.
Contrariamente all’opinione popolare, sono convinto che allattare i bambini
sia un fattore positivo per la donna ed in particolare per il suo seno, in quanto lo
rende meno soggetto ai tumori e ne migliora lo sviluppo e l’aspetto. Il seno di
una donna può apparire molto bello ed attraente ma non vi è ragione di pensare
che la natura lo abbia creato solo per essere un ornamento. Esso rappresenta una
struttura funzionante e, come tutte le altre parti del corpo, dovrebbe svolgere la
sua funzione per non deteriorarsi. Molto spesso ho osservato seni poco sviluppati
e poco attraenti diventare più belli dopo l’allattamento. È vero che per la sua
bellezza il seno può essere una forte attrazione erotica, ma la sua funzione primaria
è quella di essere fonte di nutrizione superiore.
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Capitolo 12
– 122 –
ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 47 –
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 125 –
del dott. H.M. Shelton
Fan, il vitellino di mio fratello più piccolo, era migliore di Samuel. Per completa-
re l’opera, un giorno che portammo i vitelli fuori tutti insieme, Fan andò incontro
al mio Sam, sul quale avevo riposto tutte le mie speranze, e lo percosse pesante-
mente. Per molto tempo tutti continuarono a prendere in giro quel vitello buono a
nulla.
Da quel giorno non ho mai sostenuto la teoria che i vitelli devono essere
alimentati con frequenza. È meglio che consumino due pasti al giorno≫.
Alla fattoria di mio padre i vitelli mangiavano due volte al giorno e crescevano
molto bene. Mai nessuno morı̀ e solo uno o due si ammalarono. Una volta o due un
vitello scappò dal recinto e bevve troppo latte, presentando come conseguenza una
forte diarrea. A casa nostra i bambini venivano alimentati ogni due ore durante
il giorno e, durante la notte, ogni qual volta piangevano. Coliche, stitichezza,
diarrea, orticaria, febbre, raffreddori e malattie più gravi erano tanto frequenti tra
i bambini quanto erano rare tra i vitelli.
In quei tempi, la professione medica consigliava un pasto ogni due ore insieme
ai pasti notturni. Molte persone di quella generazione non si sono ancora distacca-
te da questa abitudine. Pensano ancora che i bambini debbano essere riempiti fino
a stare male altrimenti non ricevono abbastanza nutrimento. Molto tempo prima,
tuttavia, il dott. Page ed altri avevano dimostrato che tre pasti al giorni sono suffi-
cienti per un bambino. Sostenendo che nessun bambino può crescere bene se non
viene alimentato in maniera corretta, e che un bambino ben alimentato è quello
che riceve una quantità di cibo minima ma sufficiente a sviluppare un corpo ben
rotondo ma non grasso, e la cui crescita sarà uniforme per tutta la vita, egli dichia-
ra: ≪Sono dell’opinione, confermata del resto dall’esperienza personale sui miei
bambini e su altri, che tre pasti al giorno, non troppo abbondanti, raggiungono
questo fine, e sono tutto ciò che dovrebbe essere permesso sin dalla nascita, e che
l’intervallo tra i pasti dovrebbe essere di almeno cinque o sei ore≫.
Egli pensò, probabilmente in maniera corretta, che il tasso di crescita del neo-
nato dopo la nascita dovrebbe corrispondere al suo tasso di crescita prima della
nascita. Parlando dei suoi figli egli afferma: ≪Con tre pasti al giorno, la nostra
neonata in nove mesi ha raddoppiato il peso, confermando in tal modo la mia teo-
ria sul fatto che la crescita normale di un neonato, corrisponde alla crescita fetale
(normale). È più alta della media dei bambini di questa età, ed anche se pesa di
meno, è più muscolosa e se lo avessi permesso, sarebbe sicuramente ingrassata≫.
Egli racconta che il sonno della bambina era perfetto, profondo e continuo,
che la piccola non soffriva di singhiozzo, di vomito, coliche, stitichezza, diarrea,
disturbi di stomaco o di altro genere, e che era completamente al sicuro dall’obe-
sità. I suoi arti si allungavano con una crescita normale ed erano ben torniti; la
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 126 –
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 127 –
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principi generali. Un uomo è solo un esemplare di una stessa razza. Gli animali
giovani, quali i vitelli, i gatti, i puledri, ecc. che crescono più rapidamente del
neonato e raggiungono la maturità prima che esso abbia superato l’infanzia, non
hanno bisogno di essere alimentati con la frequenza con cui noi alimentiamo i
bambini.
Il doti. Page svezzò una gattina di sei settimane con due pasti al giorno a base
di latte e di pane integrale. I pasti venivano somministrati alle otto di mattina
e alle otto di sera; quando fu cresciuta di due terzi, egli ci racconta che ≪aveva
superato di gran lunga il resto della figliata che era stata alimentata più spesso e
più abbondantemente, e nella attività muscolare era la migliore. Nessuno potrebbe
immaginare un gatto più vivo e più felice di Topsy. La condizione della sua carne
era rimasta più o meno quella di quando era iniziata l’alimentazione≫.
Che l’eccesso di alimentazione tenda ad arrestare la crescita è un fatto risa-
puto. Perchè ingozzare i nostri bambini nel tentativo di farli ingrassare o di co-
stringerli a crescere più in fretta del normale? Il dott. Tilden afferma: ≪Se con
tre pasti al giorno un bambino dimagrisce, ciò, non vuol dire necessariamente che
l’alimentazione sia carente≫.
Parlando dei tre pasti al giorno, egli sostiene: ≪Se un bambino viene tirato su
in maniera giusta fin dalla nascita, non si sveglierà più di tre volte al giorno in ven-
tiquattro ore. Ecco, quindi, quante volte bisognerebbe alimentarlo. Suggerendo
questo metodo a molte madri, ho ottenuto dei risultati meravigliosi.
I bambini sono più magri (non grassi), molto attivi e più forti ed intel-
ligenti di quelli alimentati nella maniera tradizionale. Egli aggiunge, inol-
tre: ≪I bambini alimentati tre volte al giorno non soffriranno di stitichezza e non
rigurgiteranno dall’intestino le quantità di latte cagliato≫.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 129 –
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cibo, le abitudini fisiche delle madri che allattano, l’atteggiamento delle donne nei
riguardi dell’allattamento, questi ed altri argomenti relativi sempre all’allattamen-
to sono stati più o meno ignorati dagli etnografi e dagli antropologi. Tra i popoli
cosiddetti primitivi, dove le classi economiche non sono differenziate o lo sono
solo lievemente, a volte i bambini vengono allattati da una nutrice, se la madre è
morta, anche se tra queste persone è assai più comune uccidere il neonato. Tra
i popoli primitivi è molto raro trovare una donna che non possa allattare i propri
figli.
Tra i popoli civilizzati sottosviluppati, le donne tendono ad allattare i bambi-
ni molto di più delle donne appartenenti a società molto progredite. Quando ci
occupiamo delle abitudini delle popolazioni più avanzate nei confronti dell’allat-
tamento, ci troviamo di fronte al fatto che le persone variano da classe a classe e
pertanto, entro lo stesso gruppo non esiste un’abitudine uniforme. Dove è avvenu-
ta un’evoluzione economica, tale da creare classi culturali ed economiche diverse,
si riscontrano variazioni di classe.
Tenendo conto di ciò, ci si renderà conto che i motivi per astenersi dall’allat-
tare i propri bambini derivano da situazioni completamente diverse. La crescente
riluttanza delle donne riguardo all’allattamento non costituisce uno sviluppo ba-
sato su principi sani. Purtroppo viene socialmente approvata, e appoggiata dalla
classe medica, incoraggiata dall’industria casearia e dai produttori di cibi in sca-
tola, in molti casi viene resa necessaria da esigenze di lavoro ed è sicuramente
in fase di crescita. Alcuni medici la condannano, ma la maggioranza segue la
corrente.
Vi sono donne che continuano ad allattare i propri bambini per due o più anni,
in base alla concezione che questo fatto possa prevenire il concepimento. Che l’al-
lattamento prolungato presenti una tendenza a ritardare la ripresa dell’ovulazione
sembra un fatto certo, cosicchè, allattando per lungo tempo un neonato, si hanno
gli effetti desiderati per quello che riguarda la prevenzione del concepimento. Ma
non è cosı̀ in tutti i casi. Senza dubbio le differenze nutritive possono giustificare
ciò. Nelle classi economiche più alte si ricorre spesso alla nutrice o alla balia an-
che se questa abitudine sta rapidamente scomparendo grazie al veloce diffondersi
dell’uso del biberon.
Nel sud, prima della guerra civile, le donne appartenenti all’aristocrazia, alla
classe che possedeva gli schiavi, utilizzavano le balie di colore per allattare i bam-
bini. La balia, in sostituzione della madre è sicuramente superiore alla vacca o
alla capra, ed in molte circostanze della vita moderna rappresenta una figura assai
positiva.
Ho già sottolineato i vantaggi dell’allattamento al seno materno rispetto all’a-
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 130 –
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limentazione artificiale. Che il cibo naturale per un bambino sia il latte materno
è talmente ovvio che non dovrebbe neanche essere affermato. Pertanto, è dovere
della donna che mette al mondo un altro essere, fare il possibile, per farlo crescere
nelle migliori condizioni. Essendo il latte materno il cibo ideale per il neonato, la
donna deve essere in grado di fornirglielo in quantità sufficiente.
Allattare fa bene, sia alla donna che al bambino. Le donne che non possono
o non vogliono allattare i propri bambini vengono privati di tali benefici. Con
l’allattamento si verifica prima un miglioramento nella nutrizione del corpo della
donna e poi una “involuzione” dell’utero. L’utero di una donna che allatta, torna
più rapidamente e più perfettamente nella sua condizione normale precedente la
gravidanza rispetto a quello di una donna che non allatta. Viene sostenuto inoltre
che l’affetto tra la madre e il bambino è maggiore se questi viene allattato. Questa
non è una teoria inventata, anzi è molto probabilmente vera. Non credo a chi
sostiene che la donna che allatta possa trasmettere, attraverso il latte, dei segnali
al suo bambino. Non esistono prove per verificare ciò, nè basi su cui fondare tale
credenza.
Troppe donne cercano scuse per non allattare e troppi medici le incoraggiano
a farlo. Esse smettono di allattare i bambini in base a teorie infondate, semplice-
mente perchè non vogliono farlo. Svezzano i bambini troppo presto perchè non
vogliono continuare ad allattarli per il tempo in cui dovrebbero. Vengono soste-
nute ed incoraggiate dai medici e dai produttori di alimenti per bambini i quali
affermano che il latte materno, dopo una certa età, non va più bene. I produttori
del dott. Moffett’s Teethina consigliano: ≪Il bambino dovrebbe essere svezzato
per il bene suo e quello della madre a circa dieci mesi. A questa età il bambino
dovrebbe essersi già abituato all’alimentazione artificiale introdotta gradualmente
man mano che l’allattamento al seno viene eliminato. In questo modo si evita un
cambiamento immediato≫.
Questo è un consiglio dannoso che si accompagna ad altri altrettanto dannosi,
quelli di “provare alcuni dei preparati per bambini”, “se un cibo non si adatta ad
un bambino cambiarlo con un altro”, e “quando non si trova un latte controlla-
to, dare al bambino del latte condensato o un altro dei preparati per bambini”. Il
suggerimento di sospendere il latte materno e di somministrare gli alimenti
artificiali è un crimine e le donne che lo seguono meriterebbero di perdere i
propri bambini. Una malattia della madre, l’inversione congenita che rende im-
possibile l’allattamento e l’impossibilità di produrre il latte, sono le uniche ragioni
per le quali una donna può non allattare. Consideriamo nei dettagli le malattie re-
lative all’allattamento. L’incapacità di una madre di allattare non è assolutamente
un fatto comune. Sicuramente il novanta percento delle donne moderne è in grado
di allattare se vuole. Una cattiva nutrizione e abitudini di vita sbagliate sono
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neanche tentare la via dell’allattamento, come non dovrebbe comunque avere fi-
gli. Ogni malattia acuta o cronica che danneggia la secrezione del latte materno
dovrebbe imporre lo svezzamento. Le malattie mentali e l’epilessia vengono
considerate in genere dei buoni motivi per non allattare, ma secondo me rap-
presentano già dei buoni motivi per non avere figli. La cosiddetta sifilide non è
una ragione per svezzare un bambino.
I bambini che presentano malformazioni alla bocca, ed i bambini che nasco-
no prematuramente e sono troppo deboli per succhiare il latte, dovrebbero essere
nutriti ugualmente con il latte materno dopo che questo è stato estratto dalla mam-
mella. Questo può essere fatto con l’aiuto delle mani senza ricorrere a massaggi
speciali. Il succhialatte non è consigliabile in quanto rovina i tessuti ed inva-
riabilmente fa cessare la secrezione del latte prematuramente. A proposito di
questo, il dott. Tilden afferma: ≪Nei casi in cui si è fatto uso del succhialatte, ho
sempre riscontrato delle tumefazioni al seno le quali provocano un’infiammazio-
ne. Con il tempo ho stabilito statisticamente che, quando si fa uso del succhialatte,
gli ascessi ed i gonfiori sono assai più frequenti di quando non lo si usa≫.
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Capitolo 14
Il dott. Prospiro Sonsino dimostrò, alcuni anni fa, nel corso di una serie di espe-
rimenti che ≪esiste una dispepsia normale o fisiologica verso gli alimenti ami-
dacei (assoluta incapacità a digerirli) nella primissima infanzia≫. Questa teoria
incontrò altresı̀ i favori del fisiologo dott. Routh e dei professori Huxley, You-
mans e Dalton, e, probabilmente, di tutti coloro che si trovarono ad esaminare la
questione.
Il dott. Densmore, contrario agli amidi persino negli adulti, afferma a propo-
sito del loro impiego nella dieta infantile, (How Nature Cures, p. 55), che ≪una
dieta a base di cereali o grano, o amidi in genere, è estremamente negativa per i
bambini, soprattutto nel caso dei neonati. I fermenti intestinali necessari per la
digestione degli alimenti amidacei non vengono secreti se non dopo il primo an-
no di vita, e l’efficacia di tali fermenti non eguaglia, tuttavia, quella dei fermenti
degli adulti, almeno per alcuni anni. La digestione di tutti gli alimenti amidacei
dipende da questi fermenti intestinali, mentre datteri, fichi, prugne, ecc., hanno lo
stesso valore nutritivo di pane e cereali e sono facilmente digeribili: l’assorbimen-
to e l’assimilazione di frutti di questo tipo si osservano non appena essi vengono
ingeriti≫.
Il fatto che la Natura non abbia predisposto dei meccanismi per la digestione
degli amidi, prima dell’età della completa dentizione, dovrebbe costituire una pro-
va inconfutabile del suo desiderio di escludere gli amidi dalla dieta del bambino
nel suo primo periodo di vita. Prima che i denti raggiungano il completo sviluppo,
la saliva del bambino contiene una semplice traccia di ptialina, il fermento dige-
stivo o enzima che trasforma l’amido in zucchero: la quantità di ptialina presente
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 135 –
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addirittura, in alcuni casi, carne di maiale, pesce fritto, cavoli, prosciutto, patate,
ecc., e che la colpa per l’insorgere di disturbi gastrointestinali, venga poi attribuita
ai denti≫.
Non ha senso dar da mangiare a bambini cosı̀ piccoli cose come purè di pa-
tate, farine di cereali, farina, ed altri piatti simili, pensando che dal momento che
si tratta di alimenti che possono essere inghiottiti senza masticare, una dentizione
incompleta non rappresenti un ostacolo. Questi elementi, vengono inghiottiti sen-
za essere insalivati e vengono mangiati da individui i cui succhi digestivi mal si
adattano alla digestione degli amidi.
Se ci limitiamo alle osservazioni che seguono, formulate da Page a proposito
del latte di una madre osservante una dieta sana, notiamo come la verità in esse
contenuta sia eterna. Egli dice: ≪Il latte è l’alimento per eccellenza dei neonati e
contiene tutti gli elementi necessari per lo sviluppo dei denti, o finchè non si ha
la completa dentizione, esso dovrebbe continuare a costituire il solo ed unico cibo
del bambino. È sufficiente che due o tre o mezza dozzina di denti siano spun-
tati, perchè ci si aspetti che abbiano una qualche parte nel lavoro di un bambino
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Capitolo 15
IL LATTE MATERNO
Le madri dovrebbero sempre tenere a mente che il latte di ciascuna specie è per-
fettamente rispondente ai fabbisogni dei propri piccoli, e non a quelli della prole
di altre specie. Ciò vale sia per il latte della specie umana che per quello delle
specie animali. Il latte non-specifico, vale a dire il latte di un’altra specie, non
solo non è ben rispondente ai fabbisogni del neonato dell’uomo, ma addirittura
può rivelarsi nocivo per il suo organismo. I fabbisogni nutritivi dei piccoli delle
varie specie variano notevolmente cosı̀ come variano i loro tassi di crescita. Il
tasso di crescita determina i fabbisogni alimentari dei piccoli e le correlazioni dei
vari fattori alimentari necessari. Con mirabile maestria, la natura adatta il latte di
ciascuna specie ai fabbisogni del piccolo di quella specie.
Tanto la composizione quanto le correlazioni dei vari fattori alimentari sono
cosı̀ specificamente adattate al piccolo della specie in esame, nei suoi vari stadi
di sviluppo, da dare l’impressione della perspicacia e dell’intelligenza con cui la
natura sovrintende alla produzione del latte. Tutto questo equivale a confermare
come ciascuna specie mammifera abbia il proprio specifico latte: il latte della
mucca è adatto a soddisfare gli specifici fabbisogni del vitellino; il latte della capra
quelli del capretto; il latte della coniglia è attentamente combinanto per rispondere
ai fabbisogni del coniglietto, e via dicendo.
Il latte della donna è preparato per soddisfare in modo attento e preciso gli
specifici fabbisogni del bambino nella sua crescita. Nessun altro latte prodotto in
natura può rispondere alle specifiche esigenze nutritive del piccolo dell’uomo. Il
latte umano viene secreto ad uso del neonato, e, in condizioni normali, in madri
sane, verrà secreto in quantità sufficiente ed in giusta qualità per un periodo di
tempo sufficientemente lungo da assicurare l’intero fabbisogno di latte del piccolo.
La Natura non ha alcuna fretta di nutrire i neonati di qualsiasi specie mam-
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bene cibandosi del latte della balia. È altresı̀ vero che un neonato può trovarsi bene
con un latte, che, per una qualche ragione, non giova ad un altro neonato. Possono
esservi addirittura casi di neonati che crescono tranquillamente prendendo il latte
di parecchie balie ed hanno uno sviluppo soddisfacente. Alla luce di quanto detto
finora, quindi, potrebbe non esistere uno standard assoluto sulla bontà del latte.
A meno che non ci si trovi in presenza di variazioni estreme, l’analisi chimica
del latte non può determinarne l’adeguatezza o meno per il neonato. La maggior
parte di tutte queste pratiche mercenarie di laboratorio rappresenta in realtà uno
dei tanti aspetti di quella miniera di denaro che è diventata la medicina oggi.
Esiste una sola prova per valutare l’adeguatezza o meno del latte, ed è la prova
dell’allattamento. Se un bambino, allattato al seno, cresce normalmente e prospe-
ra, è evidente che quanto riceve è adeguato ai suoi fabbisogni; nel caso, invece,
egli non cresca, è possibile che la quantità di latte sia insufficiente.
Essendo da tempo il nostro paese letteralmente sommerso da un’autentica
inondazione di latte bovino, le nostre donne non hanno più la voglia o la capa-
cità di allattare i loro piccoli. Si tratta forse di una vendetta della bestia per il fatto
di venire sfruttate nell’industria casearia?
Che cosa succederebbe ai nostri piccoli se anche le nostre mucche perdesse-
ro la capacità di produrre latte? Siamo forse giunti ad un punto in questa nostra
affannosa corsa verso il regresso in cui non siamo più capaci di continuare ad esi-
stere come razza, se non come parassiti della mucca? Sembra che tra i cosiddetti
animali inferiori non si osservi mai l’incapacità di allattare i propri piccoli, cosı̀
come essa è molto rara tra i cosiddetti primitivi. Tale incapacità sembra essere una
triste prerogativa delle donne civilizzate, e non quindi delle popolazioni selvagge
della terra. Si tratta di un dato sufficiente a farci riflettere su chi debba essere in
realtà considerato selvaggio e chi civilizzato.
Quando i neonati vengono alimentati alla fonte che la Natura ha direttamente
preposto all’uopo, stanno molto meglio di quando sottoposti ad un’alimentazione
artificiale. Se il latte della madre risulta qualitativamente inadeguato, (si tratta, in
realtà, di un’eventualità molto remota), invece di svezzare il proprio piccolo, ella
dovrebbe cercare di migliorare la propria dieta ed il proprio regime di vita. Il latte
materno è talmente importante per il bambino che qualora la madre non ne secer-
nesse a sufficienza per soddisfare i fabbisogni del proprio piccolo, ella dovrebbe
continuare ad allattare il bambino finchè avrà latte, ed integrare semplicemente il
proprio con quello ottenuto da altre fonti. Ella non dovrebbe smettere di allattare
il proprio piccolo per il semplice fatto di non produrre latte sufficiente a coprire
il fabbisogno globale del neonato. È sicuramente preferibile integrare il proprio
latte anzichè sostituirlo.
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Diventa sempre più importante il fatto che le madri allattano i propri piccoli,
dal momento che la classe medica va acquisendo un controllo sempre maggiore
sull’industria casearia nonchè sulle mucche da latte sottoposte a continui test e
vaccini che sviliscono il valore nutritivo di questo preciso alimento. Dal momento
che la pastorizzazione è obbligatoria su aree sempre più estese, diventa altresi
importante che le madri assicurino ai loro piccoli il proprio latte. È una cosa
terribile il fatto che una madre venga meno al suo dovere di allattare la propria
creatura. Il latte di mucca, malgrado tutte le virtù che gli vengono attribuite, è un
alimento insufficiente per il neonato e per il bambino, cosı̀ come lo è per l’adulto.
Nel calderone di discussioni sulla minore incidenza di malattie riscontrate tra
i bambini allattati al seno, credo sia bene ribadire una volta per tutte il fatto che
l’allattamento al seno non “proteggeva” i neonati “dalle malattie” nello scorso
secolo, nè nei secoli precedenti, allorchè quasi tutti i neonati venivano allattati
naturalmente. La salute dei neonati è qualcosa che va ben oltre il semplice allat-
tamento al seno. La teoria che il latte materno possiede sostanze “protettive” oltre
alle sostanze nutritive che lo caratterizzano, e che contenga qualche tipo di “anti-
corpo” attivo contro i germi, è completamente gratuita. Soltanto coloro che sono
ottenebrati dall’ignoranza, possono prendere sul serio la teoria secondo la quale
le malattie sono dovvute ai germi; ma, se allora, le malattie sono dovute ai germi,
è probabile che anche il latte degli altri animali presenti queste stesse sostanze
protettive. Pensando al latte di una madre sana, ed osservante un corretto regime
dietetico, dobbiamo pensare che esso costituisce una fonte nutritiva superiore per
il neonato, per la quale non esiste alcun sostituto adeguato; ma, dobbiamo anche
desistere dal tentativo di investire questo latte di proprietà profilattiche o magiche,
o cosiddette medicinali.
Qualsiasi donna normalmente sviluppata dovrebbe essere in grado di allattare
il proprio piccolo. Per molte donne, l’incapacità ad allattare il proprio neonato
è semplicemente mancanza di volontà. Molte donne riescono a trovare le scuse
più disparate per non allattare i propri figli. Perfino coloro che non hanno una
forma da mantenere credono alla storia assurda che l’allattamento al seno possa
danneggiare il loro fisico. L’allattamento, inoltre, le tiene lontane dai teatri,
dalla pista da ballo, dal tavolo da bridge, dai cocktail e dal lavoro. Una gio-
vane donna ha detto ad una futura madre: ≪Sei proprio pazza se pensi di allattare
il bambino quando nascerà. Pensa solamente a tutte le volte che sarai costretta
a tornare a casa, o a rimanervi, quando potresti invece tranquillamente affidare il
bambino ad una baby-sitter che gli preparerà il latte in polvere secondo le tabelle
stabilite. È una soluzione talmente semplice!≫. L’ultima scusa, quella del lavoro,
spesso appare legittima. Il dottore potrà dimostrare alla madre in una dozzina di
modi diversi che, per l’amore e la salute del suo bambino, ella dovrebbe allattarlo
al seno; ma che cosa potrà ribattere alla donna se questa si opporrà adducendo i
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suoi particolari motivi: la fragilità della sua salute, le stancanti veglie, la continua
ansia, l’oppressione della società, la necessità per lei di lavorare, l’indifferenza
del suo Paese per le sue necessità, lo stesso figlio, oggetto di cosı̀ tante cure, che,
una volta cresciuto, potrebbe forse trasformarsi nel suo più crudele nemico? L’u-
nica risposta è che le donne di salute cagionevole, o malate, o che lavorano,
o che pongono qualsiasi altra cosa al di sopra del benessere del loro neonato,
dovrebbero evitare di incorrere nelle responsabilità della maternità.
La barzelletta racconta che uno studente, alla domanda di fornire cinque mo-
tivi per cui il latte materno è il migliore per il neonato, ne diede quattro, non
riuscendo a formulare il quinto. Dopo essersi spremuto le meningi, se ne venne
fuori con l’originale risposta: ≪Fuoriesce da contenitori bellissimi≫, dando cosı̀
una risposta che spessissimo corrisponde a verità. Ma, ancora più importante di
questo fatto, è che il latte materno giunge direttamente al bambino, senza manipo-
lazioni o interferenze esterne. Esso è fresco, puro, sano, genuino e naturale; non
viene danneggiato dalla standardizzazione, dalla conservazione, dalla pastorizza-
zione, dall’ossidazione, dall’omogeneizzazzione, o dalla aggiunta di conservanti,
ecc. Esso non viene contaminato da sporchi lattai, sporchi contenitori, o altri
fattori, sempre che la madre sia sana e conduca una vita impeccabile dal punto
di vista igienico. La maggior parte delle donne di oggi ignora quanto sia con-
veniente l’allattamento al seno; esso non richiede la sterilizzazione di bottiglie e
tettarelle, nè l’attenta miscelazione e il dosaggio accurato di prodotti in polvere
con acqua, cosı̀ come risparmia la fatica di controllare se la temperatura del latte
sia quella giusta, e non necessita di tante bottiglie, colini, sterilizzatori, ecc. La
preparazione dei prodotti in polvere sostitutivi del latte materno, e la sterilizzazio-
ne delle bottiglie comportano un “sacco di fastidi”, che non sussistono invece nel
caso dell’allattamento naturale.
In una donna normale, la produzione di latte dipende da alcuni semplici fattori
alla portata della maggior parte delle madri. Esistono due maniere fondamentali
per aumentare la produzione di latte, e, cioè, una dieta corretta, e il comple-
to svuotamento delle mammelle ad ogni poppata. Il consumo d’acqua non
è di alcun giovamento, nè esistono sostanze medicinali da assumere o applicare
localmente o alimenti brevettati che possano incentivare la produzione di latte.
Il completo svuotamento della mammella ogni volta che il piccolo allatta, co-
stituisce il modo più efficace di aumentare la secrezione lattea; se le mammelle
non verranno vuotate di volta in volta, la secrezione gradualmente diminuirà. Da
sempre questo fatto, che vale anche per i bovini, è noto ai contadini ed ai lattai.
Come le mucche, molte donne producono più latte di altre; tuttavia, a questo fatto,
la quantità di latte secreto dipende in buona parte dalle richieste del lattante, per
cui aumenta o dimunuisce in rapporto al consumo che questi ne fa. Sono troppe
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le madri che permetto che il piccolo succhi una mammella per pochi minuti, e
poi passi all’altra; in questo modo, nessuna delle due si svuota in modo com-
pleto, e ciò porta ad un loro rapido prosciugamento. In realtà, il bambino
dovrebbe essere allattato ad una mammella durante una poppata, e all’altra
durante la poppata successiva. Assicuratevi che il vostro piccolo svuoti com-
pletamente ciascuna mammella prima di porgergli l’altra, qualora la prima non gli
avesse fornito il latte sufficiente a sfamarlo.
SE LE MAMMELLE NON VERRANNO COMPLETAMENTE SVUOTA-
TE AD OGNI POPPATA, LA SECREZIONE LATTEA DINIlNUIRÀ RAPIDA-
MENTE.
AL CONTRARIO, LO SVUOTAMENTO DELLA MAMMELLA AD OGNI
POPPATA AUMENTERÀ LA QUANTITÀ DI LATTE SICURAMENTE PIÙ DI
QUALSIASI ALTRA COSA.
Un attento osservatore si troverà costretto a riconoscere che la maggior parte
delle donne moderne non nutre un reale desiderio di allattare il proprio piccolo;
e se anche avesse questo desiderio, non è possibile produrre un latte qualita-
tivamente e quantitativamente adatto osservando una dieta di pane bianco,
carni aromatizzate, latte pastorizzato, rustici, dolci, purè di patate, ecc. L’as-
sunzione di abbondanti quantità di alimenti ricchi è inutile. Essi infatti hanno il
solo effetto di rovinare la digestione e distruggere l’appetito della madre. L’uni-
ca classe di alimenti che aumenta notevolmente la secrezione lattea degli animali
— e ci sono motivi per credere che lo stesso avvenga nella donna - sono gli ali-
menti verdi appena raccolti. Sono proprio questi ultimi che dovrebbero essere
consumati in abbondanza.
Il professore McCollum afferma: ≪Abbiamo buone ragioni per credere che
la pratica comune di “limitare” la dieta ad un eccessivo consumo di pane, carne,
zucchero, patate, fagiolini, piselli, e cereali per la prima colazione (prima della
nascita e durante il periodo dell’allattamento) sia responsabile dell’incapacità di
molte madri a produrre latte di quantità e qualità soddisfacenti per la nutrizione
dei propri piccoli. Il limitare l’assunzione di carni non comporta alcun sacrificio
insopportabile (ma, al contrario, genera grandi benefici); parimenti positivo sarà
l’aumento del consumo di latte, frutta, e vegetali verdi, e la madre che si atterrà
a questi piccoli accorgimenti ridurrà enormemente il pericolo di un arresto nello
sviluppo normale del proprio bambino≫.
Il Dr. Page afferma: ≪La donna che non presenti appetito per qualsiasi ti-
po di alimento naturale non è una donna sana; se la madre preferisce consumare
alimenti trattati, non potrà mantenere una buona salute; se ella è sovralimentata,
grassa e pletorica in modo anormale, è una donna malata; e, in questi casi, non
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6.8 L’OMBELICO
In genere si discute molto su questo argomento. È abitudine comune lavare la
parte con sostanze antisettiche e poi cospargerla di “polveri essiccanti” quali ad
esempio il gallato di bismuto, ecc. Poi la si copre con una garza per fasciarla tutta
d’intorno. Tutto questo è dannoso ed inutile. La pulizia è l’unica cosa che bisogna
garantire all’ombelico e per farlo è consigliabile far uso di sola acqua tiepida. Se
l’ombelico emette ancora materiale e lo si ricopre con una benda bloccando in tal
modo questa emissione, è quasi sicuro che si formerà un’infezione.
6.9 LA PELLE
Due sole sono le cose necessarie alla pelle di un bambino: la pulizia e l’asciut-
tezza. Tutto il resto è pericoloso. La pelle di un bambino è morbida e delicata
e si irrita con un nonnulla. Saponi, polveri, oli, umidità, specialmente nelle pie-
ghe della carne, pannolini contenenti sostanze detergenti, vestiti ruvidi, sporcizia,
farmaci, ecc., irritano la pelle. Lavate il bambino con acqua tiepida, non usate
saponi o altre sostanze artificiali. Non usate polveri o oli, l’olio serve solo ad
occludere i pori della pelle. I massaggi con le creme sono ancora peggiori e do-
vrebbero essere evitati. Le polveri spesso contengono antisettici velenosi, ma non
devono essere usate anche nel caso in cui non li contenessero. Non devono essere
utilizzati asciugamani e vestiti ruvidi.
6.10 LE IRRITAZIONI
Sono provocate dalla polvere, dalla pelle bagnata, dal sudore lasciati nelle pieghe
di grasso dei bambini, o da vestiti troppo stretti o troppo abbondanti. Il trattamento
usato in genere in queste situazioni tende a trascurarne le cause. Bagni di crusca,
polveri medicate e di altro tipo, bagni ai sali marini, aceto, amido ed acido borico,
sono soltanto delle abitudini dannose divulgate da profani.
Se un bambino viene lavato con sola acqua, viene asciugato accuratamente
dopo ogni bagno, se non gli si permette di essere troppo grasso e se non lo si
copre smisuratamente, la sua pelle non sarà irritata. Ma se risulta irritata, non c’è
niente di meglio che esporre il bambino all’aria.
Cospargere di olio il bambino per prevenire “l’arrossamento da pannolino”
quando si lascia addosso il pannolino bagnato per troppo tempo, è assurdo. Il
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proteine nel latte, e ciò potrebbe creare problemi al piccolo. La verità di quanto
detto finora è ben attestata da osservazioni fatte su esseri umani. Negli animali,
le prove sono state condotte in laboratorio. Hartwell, un ricercatore scientifico,
ha scoperto che un eccesso di proteine nella dieta della madre, durante l’allatta-
mento, va a detrimento del benessere del piccolo. L. T. Anderegg, del Laboratorio
di Chimica Fisiologica, dello Iowa State College, dice: ≪Le prove ottenute in
questo laboratorio dimostrano che è di enorme importanza il fatto che il rapporto
di proteine/grassi si mantenga entro certi limiti, se si vogliono ottenere risultati
ottimali. Se tale rapporto è troppo elevato, la crescita potrà essere normale nel-
la prima generazione, mentre gli animali produrranno pochi piccoli o addirittura
nessuno. Evans, Bishop, Mathill, e Stone hanno impiegato diete in cui il rapporto
grassi/proteine era troppo elevato, per avere risultati migliori, e, come risultato, vi
è stata la produzione di pochi piccoli, o addirittura di nessuno.
≪Hartwell ha dimostrato che i piccoli non crescevano quando alle madri ve-
nivano somministrate diete ad alto contenuto proteico, durante il periodo dell’al-
lattamento. I piccoli erano soggetti a spasmi, e l’esame del tratto digerente dimo-
strava la cessazione del flusso di latte. È stato inoltre ripetutamente dimostrato in
questo laboratorio che le diete ad alto contenuto proteico, e, comparativamente po-
vere di grassi, risultano a detrimento dell’allevamento dei piccoli≫. L’eccesso di
proteine nel latte potrebbe anche risultare da nervosismo o mancanza di esercizio
fisico.
La percentuale di zucchero nel latte non può essere aumentata o ridotta in
nessun modo; la quantità di grasso non può essere aumentata se non in quel-
le madri che sono a livelli vistosi di sottonutrizione. Essa, comunque, potrebbe
venir ridotta diminuendo la quantità globale del cibo assunto dalla madre. Esi-
ste probabilmente una grande variazione nelle quantità di sali nel latte prodot-
to da dieta, mentre sembra certo che il suo contenuto vitaminico debba variare
considerevolmente.
Che le madri sottonutrite non possano allattare le proprie creature è dimostrato
dai risultati del digiuno, dall’esperienza di molte madri in certe parti dell’Europa
devastate dalla guerra, da esperimenti condotti sugli animali, e da molti altri esem-
pi che abbiamo quotidianamente a portata di mano. Un digiuno riduce immediata-
mente la quantità di latte e ne altera la qualità. Esperimenti hanno dimostrato che,
dopo quattordici giorni di digiuno, la quantità di latte secreto è appena un settimo
del quantitativo normale. Il latte diventa più povero di acqua, proteine, zucchero, e
sali minerali. Il contenuto di grassi, invece, rimane praticamente immutato. Lusk
ha scoperto che nel caso di capre tenute a digiuno, la quantità di grasso aumenta.
Altri ricercatori hanno invece osservato che il contenuto di grassi del latte rimane
sostanzialmente lo stesso nel latte bovino malgrado si osservi una diminuzione di
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Capitolo 16
IL LATTE ANIMALE
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 149 –
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mucca. Da allora, la mucca non solo è diventata la madre di latte degli Americani
e di buona parte degli Europei, ma si è anche sviluppata l’assurda convinzione
che “un neonato non deve mai essere svezzato”. Questi, infatti, deve consumare
latte non solo nel periodo dell’infanzia, secondo quanto stabilito dalla Natura, ma
anche nel corso della giovinezza, della adolescenza e della vita adulta, cosicché,
oggi gli Americani sono un popolo di gente non-svezzata. Non ha importanza
quanto un indivuduo possa vivere; l’idea generale sembra essere che ciascuno
rimane lattante a vita.
Il latte viene dichiarato apertamente come il solo ed unico “alimento comple-
to”, e da tutte le parti, riceviamo stimoli a farne continuo uso. Il latte rappresenta
“l’alimento ideale” per tutti: per il neonato, l’atleta, il lavoratore, l’invalido. Ad
ogni modo, non va dimenticato che esiste tutta una struttura portante di natura
commerciale dietro questa celebrazione delle magiche virtù del latte, e pertanto è
bene non prendere troppo sul serio o per oro colato tutto quanto ci viene propinato
a proposito, ricordando che spesso questi “crociati” del latte sono mossi da motivi
di lucro.
Il latte (il latte di mucca) non è l’alimento perfetto nè per il neonato nè per
l’adulto; eppure, malgrado ciò, siamo talmente bombardati da una pubblicità mas-
siccia sulla sua super-potenzialità, che arriviamo ad insistere affinchè una donna
in allattamento ne faccia uso. Un quarto al giorno, e talora anche più, viene talora
prescritto alle donne che allattano i propri piccoli. Questa quasi totale dipendenza
dal latte è stata il risultato di un’azione congiunta di medici e produttori di lat-
te, della quale il seguente stralcio tratto dall’Ice Cream Field (National Journal),
di Luglio 1927, ed intitolato “Dairy Council Plans Education Work” rappresenta
solo una prova parziale.
≪I più recenti sviluppi ottenuti nell’ambito della educazione sanitaria, e l’au-
mento dell’uso di prodotti caseari nella dieta del paese, sono stati discussi nel
corso della sesta conferenza annuale estiva dei produttori di latte nazionali e re-
gionali, dall’11 al 13 Giugno a Buffalo, N.Y. Tra coloro che hanno preso la pa-
rola, vi sono stati il Dr. Munn, Presidente; il Dr. Charles H. Keene, Professore
di Igiene dell’Università di Buffalo; la Signorina Mary E. Spencer, Specialista in
Educazione Sanitaria, Washington, D.C.; il Dr. W.W. Peter, Segretario Associato
dell’Associazione Americana di Sanità Pubblica; il Dr. H. E. Van Norman Presi-
dente del DRY MILK INSTITUTE; Clifford Goldsmith, scrittore e conferenziere;
la Signorina Sally Lucas Joan, consulente sanitaria, nonchè funzionari e specialisti
dell’organizzazione.
Nel corso della conferenza, sono stati presentati nuovi posters, opuscoli, filmi-
ni, testi pubblicitari, commedie, ed altri strumenti educativi per presentare l’im-
portanza di “alimenti protettivi” nella dieta di un individuo. Una analisi del tipo di
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lavoro portato avanti dall’organizzazione, e delle modalità con cui essa aiuta l’in-
dustria casearia, è stata presentata da W.P.B. Lockwood, New England Dairy and
Food Council, Boston, Mass. Il programma della conferenza è stato completato
da riunioni di carattere commerciale tra i vari funzionari, nonchè da una specifica
riunione vertente sui metodi pubblicitari.
≪Il Dairy Council – ha dichiarato il Direttore Dr. C.W. Larson – sta oggi rag-
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Un’occhiata a questa tabella rivela subito il fatto che la Natura ha fornito più
proteine o meno proteine ai piccoli delle varie specie, a seconda della rapidità con
cui essi crescono dopo la nascita. Pertanto, il coniglio che è quello con la crescita
più rapida, riceve circa otto volte in più le proteine rispetto al neonato dell’uomo,
che cresce più lentamente di qualsiasi altro animale sulla terra. Questa tabella,
tuttavia, non racconta l’intera storia delle proteine, nè l’intera storia della crescita.
La parola “proteina” è un termine molto indefinito, ed è noto che la stessa quan-
tità di proteina e calorie di diverse fonti potrebbero avere valori alimentari molto
diversi. Il latte della mucca possiede una proteina differente ed inferiore rispetto
a quella osservata nel latte umano, e mentre soddisfa a meraviglia i fabbisogni
di crescita del vitello, si rivela inadeguata per le esigenze di sviluppo del picco-
lo dell’uomo. Le proteine dei diversi tipi di latte differiscono notevolmente nella
costituzione dei loro amminoacidi, in modo da poter adeguatamente far fronte ai
diversi fabbisogni delle varie specie. La caratteristica più singolare nella crescita
del piccolo dell’uomo, rispetto a quella degli altri animali, è il grande sviluppo del
cervello nel primo anno di vita. Il latte della donna è specificamente preposto a
favorire questo sviluppo, cosı̀ come nessun altro latte sostitutivo può fare.
Il latte bovino forma cagli grossi, grandi, e spessi che il neonato ha difficoltà a
digerire, mentre il latte umano forma piccole masse soffici e fioccose che risultano
di facile digestione. Queste diverse caratteristiche fisiche e chimiche del latte delle
due madri sono destinate a soddisfare le specifiche esigenze dei rispettivi piccoli,
ed i due latti, pertanto, non sono intercambiabili. Ne consegue, logicamente, che
la mucca non rappresenta la migliore madre per il neonato dell’uomo, e che tutte
le volte che essa ne è diventata la madre adottiva, gli ha in realtà arrecato danno.
Va sottolineato come il preferire al latte materno, che è relativamente povero
di proteine, il latte intero della mucca, non diluito, e contenente quasi il triplo
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per i propri neonati, non li fasciano nè li cingono alla vita. Il dott. Oswald affer-
ma: ≪I bambini indiani non piangono mai; non vengono fasciati, ma si muovono
liberamente, e dormono sull’erba secca o sul pavimento ricoperto di pelliccia del
“wiggam”. Un dondolio continuo farebbe venire il mal di mare perfino a un mari-
naio più incallito. Le fasciature strette sono una vera e propria tortura; la pazienza
di uno stoico verrebbe messa a dura prova per un tale periodo di tempo; un essere
giovane, soggetto a tale tradimento, piangerebbe ed urlerebbe dalla mattina alla
sera≫.
Andrew Combe, M.D., uno dei primi igienisti inglesi, nel Storia Naturale e
Morale delle isole Antille, Rotterdam, 1958, cita un “intelligente autore antico”,
il quale parlando dei Caraibi 170 anni pima nel suo I principi della Fisiologia Ap-
plicata al mantenimento della salute (1833) p. 130 affermava: ≪Essi non fasciano
i neonati ma li lasciano muovere in libertà sulle loro piccole amache o sui letti di
foglie sparpagliate in terra in un angolo della capanna; gli e non appaiono rattrap-
piti ed il fisico è perfetto!≫ E prosegue, ≪Nonostante le piccole creature vengano
lasciate a rotolarsi per terra in stato di nudità, crescono meravigliosamente bene e
la maggioranza dei bambini è cosı̀ robusta da essere in grado di camminare senza
sostegno fin dai sei mesi di età.
La semplicità di questa espressione di sorpresa riguardante il fatto che i bam-
bini dei Caraibi possono crescere meravigliosamente bene solo con l’appoggio
della natura e senza l’aiuto di bende, fasce, pomate, ecc. all’epoca molto in uso in
Europa, dimostra quanto fosse innaturale quel modo di pensare ed illustra molto
bene la stessa mentalità moderna. Siamo ormai cosı̀ abituati a dipendere dalle mo-
de che, nonostante esistano le prove evidenti di come possano nuocere, gli usi ed
i preconcetti superano l’intelligenza. Considerate, per esempio, il modo di vestire
moderno: si diffonde nonostante le sue caratteristiche dannose siano largamente
riconosciute.
Nel suo Venti anni di residenza in Sud America, Stevenson, parlando degli
indiani Auricani, afferma: ≪I bambini non vengono mai fasciati, nè vestiti con
indumenti troppo stretti≫. ≪Possono muoversi e rotolarsi quasi nudi fino a che
non iniziano a camminare≫. ≪La quasi assenza di malformazioni tra gli india-
ni può essere attribuita al modo di vestire comodo che i bambini adottano fin
dall’infanzia≫. Vol. 1, pp. 9, 10.
Conoscendo gli effetti della luce del sole sulla salute e sullo sviluppo, non si
può dubitare sul fatto che la loro abitudine di vivere quasi completamente nudi
fosse responsabile della quasi totale mancanza di malformazioni tra gli individui
di questa razza un tempo nobile ed onorata. Non bisogna dimenticare che questa
condizione era comune anche tra gli indiani delle regioni nordiche.
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del dott. H.M. Shelton
che viene venduto sul mercato, tra un vitello e l’altro, anno dopo anno. Ho visto
mucche far latte per dieci e più anni, senza essere secche una sola volta, ed ave-
re un vitello all’anno durante questo periodo. Ciò costituisce un vero e proprio
prosciugamento delle energie di questi animali, e rende impossibile il fatto che
essi possano godere di buona salute; in queste condizioni, infatti, le mucche so-
no particolarmente predisposte alla tubercolosi, e vivono molto di meno rispetto
alla norma. Mentre quasi tutte le mucche all’interno degli stabilimenti industriali
sono tubercolotiche, questa malattia è estremamente rara tra quelle che pascolano
liberamente nelle pianure.
Accanto ai mali dell’eccessiva produzione di latte, vi è altresı̀ il male dell’ec-
cessiva alimentazione (troppo ricca di proteine), a cui le mucche vengono sotto-
poste. Tutto questo tende a favorire l’insorgere di malattie nell’animale e ad avere
anche ripercussioni negative sul suo latte. Un eccesso proteico è particolarmente
negativo per i neonati. Se un eccesso di proteine nella dieta della madre danneggia
il latte per il proprio piccolo, certamente un eccesso di proteine nella dieta della
mucca, il cui latte ne contiene già molte di più del latte umano, risulterà dannoso
per il bambino. Altresı̀ dannoso risulterà un eccesso di grassi. Le mandrie al-
levate negli stabilimenti industriali vengono cresciute ed alimentate in modo
tale che il loro latte contiene un grande eccesso di grasso.
Lattai e contadini producono latte per venderlo, e più latte e più grasso una
mucca produce, maggiori saranno i loro profitti. Lattai e contadini non sono di-
versi dai proprietari di miniere di carbone o opifici; essi sono interessati esclusiva-
mente ad aumentare i propri profitti. Essi, pertanto, produrranno soltanto quel tipo
di latte e quelle quantità di latte che assicureranno loro il massimo dei guadagni,
incuranti del fatto che possano esservi effetti negativi sui consumatori.
Le mucche da cui viene ottenuto il latte cosiddetto garantito, immune da ger-
mi, vengono tenute per tutto l’anno in celle senza luce, dalle quali escono molto
raramente per un po’ di movimento all’aria aperta; esse vengono alimentate preva-
lentemente con alimenti secchi, e solo di rado fruiscono di foraggio verde. Queste
condizioni di vita non sortiscono altro effetto che il deteriorare la salute della
bestia e del suo latte. Le mucche hanno bisogno di erba verde, esercizio fisico,
aria fresca e luce solare. Il dott. Hess, della Columbia University, ha dimostrato
che il latte ottenuto da mucche allevate nei pascoli aperti garantisce la salute e lo
sviluppo degli animali, mentre il latte ottenuto da mucche cresciute in ambienti
chiusi e privi della luce solare, ed alimentate con foraggio secco, sortisce l’effetto
contrario.
Anche la vaccinazione di una mucca produce delle alterazioni nel suo lat-
te. Quando una mucca viene vaccinata o sottoposto ad un test di tubercolina,
è pericoloso bere il suo latte; esso tornerà alla normalità e potrà essere bevuto
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solo parecchi giorni, forse settimane, dopo l’esecuzione di questo insano rito di
superstizione.
La deplorevole e falsa teoria medica secondo la quale i corpi di uomini ed
animali possono essere purificati attraverso l’inoculazione di prodotti patologici
di animali malati, non può essere propinata sempre al pubblico e fatta passare
per scienza. L’ulteriore illusione, poi, secondo la quale la tubercolosi nell’uo-
mo può essere prevenuta attraverso “l’immunizzazione” del bestiame prima o poi
dovrà essere abbandonata. Il suo autore, Robert Kotch, la abbandonò qualche an-
no dopo averla partorita, ma i suoi colleghi avevano già capito che si trattava di
una “illusione” ben redditizia, pertanto, si attaccarono ad essa con tutta la loro
tenacia, paghi del denaro che essa avrebbe loro assicurato.
Le mucche degli stabilimenti ed in particolare le mandrie “certificate” vengo-
no, oggigiorno, sottoposte tutte al test della tubercolina, vale a dire, vengono tutte
intossicate e fatte ammalare. Il test della tubercolina è una frode bella e buona, e,
come tutti i medici sanno, non costituisce affatto un test affidabile per la determi-
nazione della tubercolosi. Somministrata agli animali in massicce dosi, essa farà
si che “muoiano istantantaneamente con i sintomi di un’intossicazione acuta”; “in
dosi moderate”, “gli animali rivelano i sintomi di una profonda intossicazione, ma
gradualmente si riprendono, con una forma di malattia lieve e cronica”. La tuber-
colina è la putrescente risultante di brodo di carne in decomposizione, contenente
glicerina e viene preservata con acido carbonico. Essa non è un semplice veleno,
ma una vera e propria sintesi di veleni.
La pastorizzazione del latte è caratterizzata da una vera e propria forma di
“trascuratezza” il cui solo risultato è di assicurarci un latte “sporco”. Tutto que-
sto, comunque, verrà trattato più ampiamente nel capitolo successivo. Anche il
latte subisce un processo di deterioramento dopo essere stato preparato per la
vendita, ed il suo valore nutritivo viene notevolmente danneggiato dalla conser-
vazione in frigorifero. Gli attuali metodi di produzione e trattamento industriale
del latte sono ben lontani dall’assicurare la presenza sul mercato di un latte sano.
Tali metodi sono in realtà in buona parte i risultati dell’opera di propaganda che
i medici esercitano nei confronti di noi consumatori. Non biasimatemi troppo,
quindi, quando affermo che la professione medica è determinata ad evitare che vi
sia un solo bambino sano in America, e ad evitare che possa esservi anche un solo
bambino capace di fruire di cibi sani.
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Per quanto concerne la loro composizione chimica, c’è poca scelta tra i due tipi
di latte. Le differenze di valore alimentare non sono certamente tali da giustificare
gli elevati prezzi che i genitori appartenenti a fasce di reddito basso si trovano a
pagare per il latte di capra, nè a giusitificare una predilizione per quest’ultimo nel
caso i bambini si trovassero già bene con il latte di mucca.
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Capitolo 17
LA PASTORIZZAZIONE
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6.13 L’INTESTINO
Le feci di un neonato sono di colore verde scuro per i primi due o tre giorni e poi
diventano marroni. Ricordano il catrame sciolto. Avviene un graduale cambia-
mento di colore dal marrone al giallo; alla fine della prima settimana dovrebbero
essere di colore giallo oro. La stupida abitudine di somministrare ai neonati dei
lassativi per liberare l’intestino dalle feci scure è dannosissima.
Per il bene dei vostri bambini interrompete subito questa abitudine. Lasciate
che l’intestino del neonato svolga da solo le sue funzioni. Non iniziate a provocare
una stitichezza cronica fin dal giorno della nascita.
6.14 L’ACQUA
Molti medici suggeriscono di far bere acqua ai neonati molto frequentemente. I
bambini cha all’inizio si alimentano di latte e succhi di frutta consumano una dieta
quasi totalmente a base di acqua e, pertanto, non hanno bisogno di aggiungere
dell’altra che sarebbe sicuramente arricchita di fluoro, cloro ed altre sostanze.
Quando arriva il momento di far bere acqua al bambino, si deve usare l’ac-
qua più pura che esista. Nelle nostre città dove la classe medica ha stabilito che
nessuno può più bere acqua pura, bisogna ricorrere all’acqua distillata. È stato
obiettato che poichè l’acqua distillata non contiene minerali, il corpo per sopperire
a questa mancanza, deve consumare quelli presenti nei cibi e nel sangue. La fun-
zione principale dell’acqua è di trasportare i sali e le altre sostanze alimentari alle
cellule e l’acqua distillata sembra che lo faccia nella maniera migliore. È sicuro
che più minerali l’acqua contiene in soluzione e meno adatta risulta essere come
bevanda. Poichè i sali minerali degli alimenti non si combinano con l’acqua, ma
vengono solo trattenuti in soluzione, le cellule fanno ricorso ad essi.
È vero che l’acqua distillata dalla frutta o dalla verdura contiene una gran-
de abbondanza di sali minerali organici. Se quando beviamo succhi di frutta o
di verdura l’acqua fornisce al corpo questi sali, perchè allora l’acqua distillata,
consumata come tale, non può anch’essa fornire questi stessi sali che raccoglie
nel tratto digestivo? L’acqua è l’unico mezzo attraverso il quale tutti i materia-
li alimentari vengono distribuiti nell’organismo. Se trattenesse i materiali senza
distribuirli alle cellule, saremmo morti prima di nascere. Molti uccelli e animali
tropicali, per dissetarsi, possono contare solo sui frutti che la natura offre, e questi
sono ricchi di acqua distillata.
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riprodursi, mentre gli stessi animali alimentati con latte naturale mantengono la
capacità di proliferare.
Tutte le prove condotte sull’uso di latte naturale e latte pastorizzato nell’a-
limentazione dei bambini hanno dimostrato che i bambini che consumano latte
naturale crescono meglio e più sani. Per quanto strano possa apparire a coloro
che sono stati terrorizzati dalla propaganda medica e dei produttori di latte, ciò è
risultato vero addirittura in quei casi in cui il latte proveniva da mucche non sane.
Ecco un caso che l’industria del latte ed i suoi fedeli servi, i giornalisti, si sono
guardati bene dal pubblicizzare; alcuni anni fa, Marian E. Snydeggard, figlia di un
agricoltore dello Iowa, venne scelta come “la ragazza più sana degli Stati Uniti”.
Su un punteggio massimo di 100, ella aveva ottenuto 99,7. Per un breve periodo,
Marian conobbe la notorietà delle prime pagine dei giornali, ma non fu mai men-
zionato il fatto che sette delle mucche dell’azienda agricola Snydegaard, da cui
proveniva il latte consumato da Marian, avevano rivelato al test della tubercolina
di essere affette da tubercolosi.
È vero che, rispetto alle zone rurali in cui il latte naturale costituisce quasi
l’unico tipo di latte consumato, nelle grandi città, laddove è reperibile soltanto il
latte pastorizzato, esiste un’incidenza di gran lunga superiore della tubercolosi. Se
come sostengono i medici, il latte naturale produce la tubercolosi, e la pastorizza-
zione garantisce l’immunità dalla malattia, le cose dovrebbero essere esattamente
al contrario di come in realtà sono. Se solo potessimo tener lontani i medici dalle
aziende produttrici di latte, (costoro ormai fanno un tutto uno con la pastorizzazio-
ne, le loro fobie, i loro vaccini ed i test della tubercolina, ecc.), potremmo sperare
di ottenere del latte sano. Quando una mucca viene vaccinata, il suo latte viene
inevitabilmente alterato diventando pericoloso.
Le nostre cosiddette autorità sanitarie hanno molto da dire circa “le malattie
prodotte dal latte”; esse rappresentano, infatti, un vero e proprio incubo, frutto
della assurda teoria dei germi, ed ogni anno, l’elenco di tali malattie va infolten-
dosi sempre più in rapporto al latte pastorizzato che non al latte naturale. Sono
proprio le loro stesse scoperte che smentiscono la linea propagandista dei produt-
tori di latte ed i suoi mercenari nella sfera scientifica e medica a proposito del fatto
che la “pastorizzazione è misura preventiva di tutte le malattie prodotte dal latte”.
Parlando dei molti casi di “febbre maltese” osservati nello Iowa, una “malattia”
attribuita in buona parte al contatto con i maiali, il Dr. B.A. Beach, Professore di
Medicina Veterinaria della Università del Wisconsin, dice: ≪Indipendentemente
dal fatto che anche un solo caso possa essere stato causato dal latte, per quanto
mi concerne, non esistono prove concrete che confermino una supposizione del
genere≫.
Sentiamo molto parlare della “necessità” della pastorizzazione al fine di evi-
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Jean Bullitt Darlington, che gestisce un’azienda agricola a Chester Co. Pa.,
appartenente alla sua famiglia da ormai ben duecento anni, si è impegnata ad ef-
fettuare una ricerca sulla serie di impertinenti e sfacciate frodi che affollano la
propaganda sulla pastorizzazione. Grazie alla sua tenacia ed al suo brillante intui-
to, Darlington è riuscita a smascherare moltissime delle bugie relative ai pericoli
sull’assunzione di latte naturale. La prima riguarda la presunta responsabilità del
latte naturale nello scoppio dell’epidemia di tifo a Montreal; ecco, quindi, due
citazioni relative a tale epidemia.
Harold J. Harris, nel suo articolo intitolato “Il latte naturale può essere il vo-
stro assassino”, pubblicato sul Coronet del Maggio 1945, dice: ≪Dieci anni fa, a
Montreal, uno dei posti di vacanza preferiti dal pubblico americano, si ebbe un’e-
pidemia di circa 4.000 casi (febbre tifoide), in cui morirono quaranta persone,
tutte a causa del latte naturale venduto da una fattoria della città≫.
Holman Harvey, scrivendo sul The Progressive, del 15 Luglio 1946, un arti-
colo dal titolo “Quant’è sicuro il latte della vostra città?”, afferma: ≪A Montreal,
alcuni anni fa, una violenta febbre tifoide, estremamente virulenta, provocata dal
latte naturale, ha colpito circa 5.100 persone, uccidendone 500≫. II Reader’s Di-
gest ha ristampato questo articolo nella sua edizione dell’agosto 1946, senza però
sottolineare che i morti erano stati 500. Ci chiediamo perchè.
Sarebbe estremamente interessante mettere a confronto queste affermazioni
con i fatti, quali riscontrati dalla Sig.ra Darlington nel corso delle sue ricerche.
Questa epidemia di tifo del 1927 venne “imputata” da parte dell’autorità sanita-
ria di Montreal al latte pastorizzato distribuito dalla Società del latte di Montreal,
le cui vendite interessavano esclusivamente latte pastorizzato. La Darlington ri-
porta quanto segue, tratto dalle ricerche ufficiali autorizzate dal Ministro della
Sanità della Provincia di Quebec. “RICERCHE SULL’EPIDEMIA DI FEBBRE
TIFOIDE ESPLOSA A MONTREAL NEL 1927 Autorizzate dal Direttore, dott.
Alphonse Lessard, Bureau Pronvinciale della Sanità della Provincia di Quebec,
Canada, 1931”.
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operati dai due dottori del luogo e dal Dipartimento di Sanità Statale, un pazien-
te su quattro moriva≫. Sul fatto che l’epidemia fosse stata terribile non c’erano
dubbi. Un quarto della popolazione ne veniva colpita ed un quarto dei “colpiti”
moriva. Incidenza e mortalità, quindi, erano elevatissime.
L’intera epidemia, però, e tutti i dati relativi alla mortalità erano stati atten-
tamente inventati da Harris. Crossroads è un posto immaginario che non esiste
su nessuna carta geografica nè sotto altro nome. J. Howard Brown dell’Univer-
sità Johns Hopkins, nell’articolo intitolato “Il perchè del Latte con Certificato di
Origine”, pubblicato sull’American Journal of Medical Sciences, n◦ 211, n◦ 144 e
n◦ 148 del Febbraio 1946, rivela che Harris gli aveva confidato che l’epidemia cosı̀
realisticamente descritta e corredata di nomi e dati, altro non era che il frutto della
propria fantasia. Il Dr. Brown afferma: ≪il pubblico è stato letteralmente bombar-
dato da articoli sensazionalistici pubblicati su giornali popolari, che hanno creato
tra la gente la paura che il semplice consumo di un bicchiere di latte naturale co-
stituisca un imminente pericolo di contrazione della febbre maltese, e che sarebbe
sufficiente che tutto il latte venisse pastorizzato per evitare che esistano tracce di
brucellosi umana. Entrambe le convinzioni sono false≫.
Non solo Harris oggi ammette che l‘epidemia di Crossroads, U.S.A. è stata
un’invenzione bella e buona, ma in base alle sue dichiarazioni rese prima e dopo
la pubblicazione del suo articolo sul Coronet, egli ha sempre avuto coscienza del
fatto che una simile cosa avrebbe potuto accadere. Nè questa possibilità emerge
dalle confidenze da lui fatte al Dr. Brown. In un articolo su Hygiea, Marzo 1941,
intitolato “La Minaccia del Latte Appena Munto”, egli affermava: ≪La morta-
lità nei casi acuti (di febbre maltese), che nel passato si aggirava intorno al 2%,
è stata, oggi, notevolmente ridotta grazie alla presenza di metodi moderni≫; ciò
accadeva quattro anni prima che scrivesse il suo articolo sul Coronet. In un docu-
mento letto davanti all’Associazione di Medicina Veterinaria Maine, il 17 Aprile
1946 a Portland, e riportato nel Journal of the American Medical Association, Vol.
131, N◦ 18, p. 1485-1493, (1946), intitolato “Brucellosi”, egli dice: ≪La piccola
percentuale di morti per malattia acuta, percentuale compresa tra il 2 ed il 3%,
(raramente maggiore nella forma epidemica) può essere quasi sempre ridotta a
zero≫.
A questo punto, visto che Harris ha ammesso la sua menzogna, possiamo an-
dare avanti. Darlington continua: ≪Per quanto concerne le “epidemie” di febbre
maltese causate dal consumo di latte, le statistiche ufficiali del Servizio di Sanità
Pubblica degli Stati Uniti, compilate su base nazionale, rivelano che nel periodo
compreso tra il 1923 ed il 1944 sono state registrate negli Stati Uniti, in Alaska
e nelle Hawaii, 32 epidemie di febbre maltese prodotta da latte, con 256 casi e
3 decessi≫. Darlington ricava queste cifre dal Servizio di Sanità Pubblica de-
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6.17 LE SOPRACCIGLIA
Nel suo Bambini Perfetti, Anna Steese Richardson afferma: ≪Il vostro bambino
ha diritto a tutta la la bellezza che potete donargli. Se le sopracciglia e le ciglia
sono sottili, cercate di farle crescere, si può fare. Nutritele con burro di cacao o
vasellina. Con molta attenzione si può anche passare sulle ciglia una spazzolina
di peli di cammello sottili imbevuta di vasellina liquida. Conosco una coppia
il cui aspetto era rovinato da ciglia quasi inesistenti e da sopracciglia incolori.
Quando nacquero i bambini, la donna era decisa a migliorare tale condizione.
Strofinava vasellina sulle loro sopraccigla e prima del terzo mese di età, aiutata dal
medico di famiglia, un eccellente chirurgo, fece loro tagliare le ciglia due volte e
intanto continuava a massaggiare le radici delle ciglia con vasellina liquida. I suoi
bambini, oggi adolescenti, hanno meravigliosa ciglia e sopracciglia≫.
Questo è un consiglio errato. I peli non possono essere nutriti dall’esterno.
Anche se questo fossa possibile, l’olio non è la sostanza adatta e non incrementa
la crescita. Il valore della vasellina, un grasso inorganico estratto dal petrolio, è
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Capitolo 18
L’ALIMENTAZIONE INFANTILE
Sono sempre più frequenti le occasioni in cui sentiamo ripetere da medici di gran-
de fama che l’alimentazione infantile rappresenta uno dei problemi più difficili da
affrontare nel corso della loro pratica. Tutto questo avviene malgrado il fatto che
quasi tutto il tempo trascorso nei College di Medicina, nello studio della dieta,
venga dedicato all’alimentazione infantile. Qualsiasi nonna conosce quanto c’è
da sapere riguardo la cura e l’alimentazione dei bambini. La nonna in questione
potrebbe anche essere una donna che ha dato alla luce una decina di figli, di cui
soltanto la metà ha raggiunto la maturità; eppure, questo terribile tasso di mortalità
potrebbe non essere stato sufficiente a convincerla che le sue meschine supersti-
zioni sulle cure da assicurare ai bambini non sono in realtà “legge e vangelo”. La
verità è che queste donne di solito conoscono ben poco sulla corretta assistenza
da garantire ad un neonato, cosı̀ come ben poco capita di sapere ai medici.
L’alimentazione infantile, quale oggi viene praticata, è un vero e propro
crimine, e non passerà molto tempo prima che venga riconosciuta tale. Chiunque
si prenda il fastidio di dare un’occhiata alla babelica confusione dei libri di pe-
diatria sull’alimentazione dell’infanzia, non tarderà a rendersi conto di come gli
specialisti nell’assistenza ai nostri piccoli non abbiano la minima comprensione
dei fabbisogni di una normale dieta. Essi ignorano quasi completamente molti
fatti fisiologici ed ostinatamente rifiutano di prendere atto di altri. A ragione, si
potrebbe affermare di loro – la cosa potrebbe essere altresı̀ valida per molti geni-
tori – che sono molto più adatti a provvedere all’alimentazione di un maialino che
non a quella di un bambino.
Le diete infantili oggi in voga non sono altro che un insieme di tentativi em-
pirici tra loro slegati e senza un filo conduttore; un’ammucchiata di casi di “prova
questo”, “prova quello”, e quindi “prova quest’altro ancora”. Madri, infermiere e
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 171 –
del dott. H.M. Shelton
medici non sanno dove battere la testa e si sobbarcano di spese enormi nella loro
vana ricerca dell’alimento adatto. Il Dr. Tilden parla degli sforzi da lui compiuti
con questo tipo di sistema, con il quale, egli dice, il suo successo era stato uguale a
quello di tutti gli altri medici appartenenti alle scuole che andavano avanti a forza
di tentativi, ≪quando il tentativo riusciva, riusciva, quando falliva, falliva, e quello
che mi rimaneva era la semplice conoscenza del motivo di quel solo fallimento o
di quella sola riuscita≫.
Sarebbe veramente divertente, se non fosse cosı̀ tragico, osservare il passag-
gio da un alimento all’altro che caratterizza gli attuali metodi di alimentazione
infantile: viene provato un alimento che continua ad essere usato fino a quando il
bambino sembra non presentare problemi, ma non appena il bambino sviluppa una
diarrea o ha qualche “scombussolamento” allo stomaco, si passa immediatamente
a provare un altro cibo. Questo processo continua fino a quando non vengono
provati tutti gli alimenti disponibili, nonchè molti farmaci. Le piccole vittime di
questi metodi basati sulla più sconsiderata approssimazione e sul più sfacciato
abuso, se sono abbastanza fortunate da sopravvivere, arrivano ad un’età in cui la
famosa “dieta infantile” viene abbandonata, con una conseguente riduzione del
tasso di morte. A questo punto, il merito della sopravvivenza del bambino viene
attribuito a quell’alimento che, casualmente, è stato usato per ultimo.
Queste forme di abuso derivano da una serie di fattori, non ultimo dall’igno-
ranza; genitori e medici hanno paura dei cibi naturali: qualsiasi cosa deve essere
cucinata e sterilizzata, trasformata e mescolata a qualche sostanza prima di poter
venire considerata adatta per il bambino. Chiunque ascolti le gravi ammonizioni
sui pericoli dei cibi naturali, non può che provare un senso di inquietudine e me-
raviglia al pensiero di come l’uomo sia riuscito a sopravvivere nel lungo periodo
trascorso tra il momento della sua comparsa sulla terra e “la scoperta di queste
importanti invenzioni”.
Ecco alcune delle sostanze con cui i genitori e medici abitualmente contami-
nano il latte contenuto nel biberon dei loro piccoli: lattosio, zucchero di canna,
maltosio, acqua di calce, diluenti di cereali, bicarbonato di sodio, citrato di sodio,
pepsina ed albumina lattea. Esistono inoltre specifici prodotti dietetici per l’in-
fanzia disponibili sul mercato, quali latte condensato, alimenti al malto, alimenti
contenenti zuccheri ed amidi, latte in polvere, e vegetali in scatola. Questi alimen-
ti vengono propinati ai bambini fino a quando questi non accusano disturbi allo
stomaco o presentano diarrea, e, quindi, costipazione; a questo punto, i poverini
vengono letteralmente imbottiti, a scopo terapeutico, di olio di castoro, magne-
sia, ecc. fino a quando nè il loro stomaco, nè il loro intestino sono più capaci di
funzionare normalmente. Indipendentemente dal fatto che il bambino venga al-
lattato al seno, o artificialmente, il principio informatore è sempre lo stesso: farlo
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del dott. H.M. Shelton
I bambini allattati al seno hanno un migliore “avvio” alla vita, cosa che non
può essere loro garantita con altri mezzi. Essi si presentano più sani e vigorosi ed
hanno minori probabilità di sviluppare malattie rispetto ai bambini allattati artifi-
cialmente. La loro crescita è, pertanto, migliore e più sana. Personalmente propor-
rei che l’Organizzazione per la tutela dell’infanzia contro le Crudeltà (Society for
the prevention of Cruelty to Children) considerasse il problema dell’allattamento
naturale/allattamento artificiale come una delle massime forme di violenza verso
i neonati, e si adoperasse, il più possibile, per cercare di ovviare ai danni prodotti
dalla preferenza sempre più generalizzata per l’allattamento artificiale.
Se la Natura ha fatto in modo che i piccoli degli animali abbiano a loro dispo-
sizione del latte, è abbastanza ovvio che questo alimento rappresenti la naturale
dieta dei neonati per tutto il periodo in cui la natura lo assicura. Il fatto che mostra
in modo chiarissimo e schiacciante lo straordinario valore alimentare del latte è
che, durante il periodo della massima crescita, nella vita dei mammiferi, il latte
rappresenta l’unico e solo alimento consumato. La sua efficacia come alimento è
tale che un bambino, nel giro di 180 giorni, raddoppierà il suo peso senza cibarsi
di null’altro. Un puledro o un vitello raddoppieranno il proprio peso in sessanta
giorni, ed un maiale, nel giro di 1015 giorni, cibandosi esclusivamente di latte. È
altrettanto evidente che il latte della specie di appartenenza rappresenta il miglior
latte per il piccolo, e ciò nel caso di piccoli dell’uomo, è ampiamente dimostrato
dai seguenti fatti.
Statistiche compilate dall’Associazione di Igiene Infantile di Filadelfia, realti-
ve a 3.243.958 neonati morti nel primo anno di vita, indicavano che su 100 bam-
bini allattati artificialmente, 50 morivano prima di aver compiuto l’anno, mentre 7
erano i decessi su 100 nel caso di bambini allattati al seno. Questo fatto ha portato
un eminente specialista, di sesso femminile, a scrivere quanto segue: ≪Il primo
e più importante dovere di una madre è quello di allattare al seno la propria
creatura. Accanto al diritto di ogni neonato di nascere bene, esiste il diritto a
fruire del miglior cibo, che altro non è che il latte materno. Quest’ultimo è l’unico
e solo alimento infantile perfetto; esso non può essere imitato, e chiunque con-
sigli una madre diversamente è colpevole di un grave crimine a discapito di una
creatura inerme. Quando ad un neonato viene negata la possibilità di succhiare
al seno materno, e alla mammella viene sostituita una bottiglia, egli si ritroverà
immediatamente a perdere metà delle sue possibilità di sopravvivere, e ad avere,
in cambio il 90% delle possibilità di non crescere sano e normale≫.
Le statistiche rivelano che soltanto due bambini allattati al seno sviluppano
le cosiddette malattie contagiose rispetto ai cinque che vengono allattati artifi-
cialmente; inoltre, nel caso di tali malattie, le capacità di ripresa sono maggiori e
migliori tra i bambini allattati al seno che non tra i cosiddetti “figli della bottiglia”.
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Adenoidi e tonsille ingrossate sono inoltre più frequenti nel secondo gruppo che
non nel primo.
Sono propenso a credere che una professione che conosca il rapporto esistente
tra il latte di mucca e disturbi adenoidali e tonsillari, e che guadagna considerevoli
somme di denaro dalla strage gratuita di questi organi, sappia bene quello che fa
quando invita bambini e adulti al consumo di latte in grandi quantità. È evidente
che maggiore è il consumo di latte, maggiori sono le probabilità per un individuo
di soffrire di disturbi alle tonsille o alle adenoidi. La professione medica ha ormai
sviluppato uno spirito cosı̀ commerciale che credo sia capace proprio di tutto.
Le madri americane ed inglesi stanno rapidamente perdendo la capacità di
allattare i propri piccoli. Studi appositamente condotti hanno rivelato che soltanto
il 12% dei neonati americani vengono interamente allattati al seno, mentre il 2%
viene completamente allattato artificialmente, e la rimanente percentuale fruisce
di un allattamento misto in cui, però, prevale la bottiglia. Questi giovani cittadini
cominciano male la loro vita, ed i risultati sono evidenti allorchè, come nell’ultima
guerra, si ha la chiamata di leva per gli uomini. Proprio in questa occasione, meno
del 50% dei giovani di questa nazione è risultato fisicamente idoneo. In nuova
Zelanda, laddove la regola è l’allattamento al seno, il tasso di mortalità infantile è
soltanto la metà di quello americano. Si tratta di un dato significativo che dovrebbe
spingere le madri ad un regime di vita più sano che le metta in condizione di poter
allattare i propri piccoli.
L’allattamento al seno è quanto la natura ha predisposto per la sopravvivenza
di chi si affaccia alla vita, e non esiste nulla che possa essere sostituito ad esso.
Nessun altro metodo potrà assicurare al vostro neonato la salute e la forza che gli
viene garantito dall’allattamento naturale.
I bambini allattati al seno si ammalano meno di quelli allattati con la bottiglia
ed il tasso di mortalità è di 1 contro 10. I disturbi intestinali, spesso fatali per i
neonati durante l’estate, sono comparativamente rari nei neonati allattati al seno.
L’allattamento al seno non necessita di alcun preparativo; il latte è sempre
pronto, e non va mai a male. Esso è libero da qualsiasi contaminazione di origine
estema; non deve essere misurato, nè preparato. Il latte materno non subisce alcun
deterioramento come accade invece per il latte di mucca, ma passa direttamente
dal produttore al consumatore, caldo e dissetante, secondo quanto predisposto
dalla Natura.
A parte la loro frequente incapacità ad allattare i loro piccoli, le madri ci-
vilizzate si comportano meglio dopo la nascita del bambino, rispetto alle madri
‘selvaggie’, mentre il comportamento di queste ultime è decisamente più lodevo-
le per quanto concerne il periodo precedente al parto, rispetto alle prime. Tra i
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asciugato, migliori risulteranno la sua salute e la sua forza. Tutti i giorni il bam-
bino deve essere esposto all’aria ed ogni qual volta il sole splende deve essergli
concessa la possibilità di esporsi ad un bagno di sole.
6.21 L’ABBIGLIAMENTO
I vestiti di un neonato dovrebbero essere composti di seta, cotone leggero o li-
no. La lana non dovrebbe mai essere indossata a contatto con la pelle. I vestiti
dovrebbero essere semplici e comodi e non si dovrebbe mai far indossare al bam-
bino più del necessario. Non imbottite il bambino; un bambino sempre troppo
coperto soffrirà di raffreddori più di uno che apparirà generalmente poco vestito.
In estate e nei paesi dove il clima è caldo la regola è: non indossare più del
neccessario per evitare di venire arrestati per oscenità. Per quanto riguarda i neo-
nati, il pannolino sarà sufficiente. Per i bambini più grandi, invece, un vestito
estivo sarà l’ideale.
I cappelli, i berretti e i copricapo di ogni genere lasciateli ai capi indiani
ed ai pagliacci, non li mettete in testa al neonato. Ad eccezione di quando il
termometro segna sotto zero, non c’è necessità di coprire la testa del neonato.
Le giarrettiere e le fasce elastiche sono decisamente dannose. Le scarpe devono
essere calzate solo quando il bambino cammina; devono essere di pianta larga e
senza tacco.
I pannolini devono essere leggeri e comodi. Dovrebbero essere lavati prima
di essere usati e non semplicemente lasciati asciugare, senza essere lavati, e poi
usati di nuovo. Non appuntate il pannolino troppo stretto al punto da eliminare
ogni passaggio di aria. Cosı̀ facendo il bambino proverà una sensazione di calore
e di scomodità.
Nelle case riscaldate, dove si vive costantemente in una temperatura estiva, i
bambini dovrebbero essere vestiti normalmente anche in inverno. Nelle case dove
l’unico riscaldamento è una stufa o un camino, i vestiti del bambino dovrebbero
essere più pesanti.
Il dott. Page afferma: ≪I bambini sono spesso torturati da vestiti troppo abbon-
danti e troppo stretti, a causa dell’ignoranza o della superficialità di chi si occupa
di loro. A volte semplicemente perchè considerati oggetti che debbono soddisfare
l’orgoglio della madre ed in molti casi vengono trattati più come un giocattolo,
una bambola nelle mani di una madre ambiziosa che come un piccolo essere uma-
no in pieno diritto di godere delle comodità, del libero uso del suo corpo, degli
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necessario dare al bambino una poppata superiore alle otto once, perchè un tale
quantitativo ne favorisce solo l’impiguimento.
È più probabile ottenere un tipo di latte uniforme da mucche di una stessa
mandria, che da una sola mucca. Anche se non è dannoso per il bambino ricevere
il latte da parecchie mucche della stessa mandria, non dovrebbe essere trascurato
il fatto che molti contadini crescono i loro figli con il latte di una sola mucca, cosı̀
come vi sono neonati cresciuti con il latte di mandrie da allevamento industriale.
È certamente di gran lunga preferibile assicurarsi, in questo caso, latte naturale di
una sola mucca che non latte pastorizzato proveniente da una mandria.
≪Tutte le creature consumatrici di latte sono e dovrebbero essere lattanti≫,
diceva il dott. Page. Il latte non dovrebbe mai essere bevuto come acqua. È
la natura che ci insegna come dover assumere il latte. Finchè il bambino ne ha
bisogno, anche fino a cinque o sei anni, questo dovrebbe venire somministrato in
una bottiglia, in modo che il bambino possa berlo attraverso una tettarella. Questa
maniera di ingerire il latte assicura una completa insalivazione ed evita singhiozzo
e rigurgiti.
Bottiglie e tettarelle dovrebbero essere accuratamente pulite ogni volta che
vengono usate, anche se l’eccessiva preoccupazione di una loro perfetta igiene,
suscitata dalle paure create dalla teoria dei germi, è decisamente ridicola. L’abitu-
dine di bollire e sterilizzare bottiglie, tettarelle, e contenitori è dovuta ad una vera
e propria batterofobia; si tratta, in realtà, semplicemente di una noiosa e faticosa
incombenza che non ha motivo e ragione di essere vissuta come un incubo. Le
madri compiono queste incombenze giorno dopo giorno, con grande pazienza, e
quando i loro bambini ipernutriti, ipercoperti, ipereccitati, ipercurati, sviluppano
una diarrea o una forma di colera infantile, o qualche altra malattia, esse accetta-
no il verdetto del medico che dice che il bambino è sofferente per qualche svista
di carattere igienico a lei imputabile. L’accusa più comune è di non aver bolli-
to sufficientemente bottiglia o tettarella. Se queste madri potessero vedere come
si comportano i piccoli della scrofa, e la loro totale noncuranza riguardo a quel-
la che viene definita “sterilizzazione”, sicuramente chiederebbero ai medici delle
spiegazioni plausibili ed intelligenti per i malesseri dei loro piccoli.
I medici comunemente raccomandano certe aggiunte al latte che viene som-
ministrato a neonati e bambini. Diluendo il latte, viene altresı̀ diluito il totale di
proteine che il piccolo riceve, nonchè tutti gli altri ingredienti alimentari che il
latte contiene: ferro, calcio, iodio, vitamine, ecc. . A compensazione parziale di
tutto questo, vengono aggiunte acqua di calce ed altre sostanze; è da parecchie ge-
nerazioni, ormai, che i medici fanno aggiungere acqua di calce al latte. Gli unici
elementi minerali di cui i bambini possono fare impiego sono quelli che ricevo-
no sotto forma di sali organici. Tintura di ferro, vari preparati di calce, fosforo,
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capra. Ho anche visto bambini che avevano problemi con entrambi i tipi di latte,
mentre sembravano crescere bene con il latte di soia. Quest’ultimo, tuttavia, non
assicura gli stessi vantaggi del latte animale. Per questa ragione, dopo un perio-
do di somministrazione di latte di soia, ho reintrodotto il latte animale nella loro
dieta, cominciando con l’aggiunta di un cucchiaino di tale latte a quello di soia e
continuando ad aumentare gradualmente la dose. Di regola, dopo un periodo di
latte di soia, questi bambini hanno rivelato la capacità di poter tranquillamente as-
sumere latte animale. Anche se la crescita dei neonati utilizzanti latte di soia non
è soddisfacente come quella dei neonati cresciuti con latte animale, nei pochi casi
da me osservati in cui i piccoli venivano alimentati esclusivamente con latte di
soia, i bambini sono stati in grado di “recuperare” rispetto agli altri bambini,
nel periodo della pubertà, o anche prima, dando cosı̀ l’impressione che non ci
fosse stata alcuna perdita globale.
Oggi, sul mercato, esistono numerose marche di latte di soia, ma la maggior
parte di esse è talmente carica di vitamine sintetiche ed additivi chimici, da
risultare inadatta all’alimentazione di neonati e bambini.
La crescente tendenza dell’industria alimentare nelle sue varie fasi (produzione-
trasformazione-raffinazione) ad integrare i propri prodotti denaturati con vitami-
ne sintetiche ed aggiungere sostanze chimiche nocive, rappresenta un ulteriore
motivo per non avere dubbi sulla scelta dell’allattamento al seno.
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Il succo di arancia può venire somministrato ai neonati sin dalla nascita, co-
me anche il succo di uva. Un neonato di due settimane dovrebbe bere il succo
di mezza arancia, circa due once, non diluito. A tre mesi, la quantità dovrebbe
essere di quattro once a poppata, sempre di succo non diluito, mentre a sei mesi le
once dovrebbero essere otto. NON AGGIUNGETE MAI ZUCCHERO O ALTRE
SOSTANZE AL SUCCO DI ARANCIA.
Il SUCCO DI FRUTTA o levulosio è predigerito ed è pronto per un immediato
assorbimento ed utilizzo da parte del corpo. Il succo di tutti i frutti, anche di
quelli acidi, contiene più o meno zucchero. La migliore fonte di zuccheri per i
neonati è l’uva. Quando non v’è disponibilità di uva, dell’ottimo zucchero viene
assicurato da datteri o fichi.
Prendete la quantità necessaria di uva fresca e matura, (in tutte le stagioni)
e, dopo averla attentamente lavata, schiacciatela in una fondina, spremete i vari
chicchi fino ad ottenere un succo capace di passare attraverso la tettarella. Non
passate il succo attraverso nessun “colino” perchè in questo caso quello che si
otterrebbe non avrebbe più le qualità necessarie. Il succo dovrebbe venir posto in
un biberon e sommistrato al bambino come se dovesse succhiare il latte. Il succo
di uva non ha bisogno di essere diluito o trattato in alcun modo. Ai neonati molto
piccoli, si possono somministrare quattro once di succo a poppata, mentre a quelli
più grandi, (sei mesi), si può arrivare ad otto once a poppata. Non usate mai succhi
in scatola di alcun genere.
Per ottenere del succo di fico o dattero, (usate soltanto fichi seccati al sole e
datteri naturali), mettete i frutti in un recipiente fornito di coperchio; versatevi
dell’acqua distillata, o della buona acqua dolce, sufficiente a ricoprire i frutti, e la-
sciate riposare per una notte. All’indomani schiacciate dai frutti l’acqua assorbita,
strizzateli, ed usatene il succo. Tutti gli altri succhi che possono essere utilizzati
nella stagione, dovrebbero essere somministrati al bambino in bottiglia. Qualsiasi
succo può venire somministrato nelle stesse dosi del succo di arancia o di uva.
Né i succhi di frutti acidi, né quelli di frutti dolci dovrebbero essere som-
ministrati unitamente al latte, ma dopo tre o quattro ore dalle poppate di
latte, ed almeno mezz’ora (preferibilmente di più) prima della successiva
poppata di latte.
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più per esercitare i propri polmoni. I neonati non piangono per divertimento, nè
per essere deliberatamente cattivi. Il pianto è forse il più importante mezzo di
espressione che un bambino possiede durante il suo primo anno di vita. Un pianto
persistente nei neonati è da attribuire a chi si occupa di loro.
Un bambino non piange per fare il cattivo e le madri ignoranti che punisco-
no i bambini dovrebbero essere punite severamente. I bambini piangono perchè
hanno bisogno di attenzioni. Piangono perchè hanno fame, paura; perchè sono
irritati, ansiosi, perchè sono disturbati fisicamente a causa di sfregamenti; perchè
sono bagnati, hanno freddo, caldo, per un improvviso cambiamento, per solitu-
dine, affaticamento, perchè i vestiti sono troppo stretti, perchè non sono liberi di
muoversi, ecc. Potrebbero essere punti da una spilla, potrebbero avere addosso
degli indumenti troppo stretti, il pannolino può essere bagnato o sporco e causa-
re disturbo. I neonati stanno molto scomodi se lasciati nella stessa posizione per
troppo tempo. Un suono forte può spaventare il bambino; egli può avere paura di
cadere; può sentirsi solo ed avere paura; può aver bisogno di essere ‘coccolato’.
Un’abbraccio o una coccola potrebbero servire a far scomparire il nervosismo o
la sensazione di solitudine e di sconforto. Quando un bambino piange, una madre
intelligente o chi per lei, cercherà di eliminare la causa del pianto.
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nato, vengono somministrati acqua e zucchero, latte di mucca o qualche altro ali-
mento “dietetico per l’infanzia”, fino a quando la madre non comincia a secernere
il latte. Si tratta di una pratica tanto inutile quanto perniciosa. Il bambino non
dovrebbe essere attaccato al seno nelle prime ventiquattro ore successive alla
nascita.
Si sente parlare della cosiddetta “febbre da inanizione” che si pensa si svi-
luppi in rari casi durante il periodo in cui le mammelle della madre secernono
COLOSTRO, e la credenza generale è che essa indichi la necessità di nutrire il
bambino artificialmente. Si tratta di una grossolana banalità partorita dalla mente
di alcuni medici, intontiti dall’uso di alcool e nicotina, vittime essi stessi di
abitudini alimentari discutibili, e non dovrebbe essere lontanamente presa in
considerazione da genitori intelligenti.
DOPO CHE IL BAMBINO È STATO VESTITO, E DOPO UN RIPOSO DI
VENTIQUATTRO ORE CIRCA ESSO PUÒ ESSERE ATTACCATO AL SENO,
E CIÒ È PIÙ CHE SUFFICIENTE COME SUO PRIMO PASTO. non solo non è
necessaria, ma serve solamente ad appesantirlo
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18.10 IPERALIMENTAZIONE
La principale causa nei neonati di disfunzioni digestive e di tutti gli altri malesseri
che si ricollegano ad una cattiva digestione, nascono dall’eccessiva alimentazione
cui queste inermi creature vengono obbligate. L’abitudine di dar da mangiare
al neonato ogni due ore durante la giornata, e tutte le volte che esso si sveglia
e piange durante la notte, è decisamente pessima e pericolosa. Un’alimenta-
zione del genere affatica gli organi digerenti del neonato, ed introduce nel canale
alimentare un eccesso di cibo destinato a fermentare e ad intossicare il bambino.
Tale fenomeno indebolisce e fa star male il piccolo causandogli diarrea, coliche,
eruzioni cutanee, e disturbi più gravi.
Il “rimpinzimento” dei bambini deriva in buona parte dalla frequenza ecces-
siva delle poppate. Se i bambini non sono costretti a mangiare troppo spesso,
possono tranquillamente essere lasciati al seno a succhiare, ad ogni poppata, per
il tempo che desiderano. Va da sè che una regola del genere non può essere ap-
plicata nel caso di un bambino malato. Un’iperalimentazione produce rigurgiti di
cibo, gas, dolori addominali, coliche, irrequietezza, insonnia, irritabilità, costipa-
zione, diarrea, e, alla lunga, disturbi anche più gravi. Il rigurgito ed il vomito sono
gli strumenti di difesa che la natura fornisce al neonato per salvaguardarsi contro
l’iperalimentazione cui viene sottoposto.
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Se nelle feci compaiono fiocchi bianchi o cagli minuti, significa che il bam-
bino ha delle poppate troppo frequenti o troppo lunghe. Se la poppata dura
cinque minuti, riducetela a tre; quando nelle feci compaiono le prove dell’indi-
gestione, cioè i piccoli cagli, l’insistere con le poppate significa andarsi a cercare
guai più grossi. Se il problema viene preso per tempo, non c’è pericolo di co-
stipazione. E trascuratezza criminale o semplice ignoranza permettere che una
qualsiasi cosa di questo tipo persista e produca la perdita della salute nel bam-
bino. L’indigestione dura per qualche tempo prima che si abbia lo sviluppo di
disturbi come febbre, vomito o diarrea.
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tarda crescita e sviluppo. La madre dovrebbe capire che il bambino non ha fame
tutte le volte che piange. Il pianto non dovrebbe tradursi per lei in una nuova e più
abbondante poppata, cosı̀ come è sbagliato tenere sveglio a tutti i costi il bambino
per non fargli saltare una delle poppate previste. La nostra perversione ormai è
tale da farci sembrare normale il fatto di svegliare il bambino per fargli osservare
la ‘tabella di marcia’. Il bambino, al contrario, non viene affatto danneggiato dal
fatto di saltare una poppata per il semplice fatto di essere addormentato. Assi-
curare al bambino il sonno di cui il suo organismo ha bisogno è tanto importante
quanto assicurargli del cibo adeguato. La regolarità delle poppate favorisce il rapi-
do sviluppo dell’abitudine a “rimpinzarsi”; la regolarità, infatti, porta il bambino
a mangiare a certi orari per una semplice questione di abitudine, e non perchè
egli avverta un effettivo bisogno di cibo. Ciò impedisce lo sviluppo e la regola-
rizzazione del desiderio naturale, che è l’unica guida attendibile a quella che è la
frequenza dei pasti.
Un neonato viene nutrito in rapporto alla sua capacità di digerire ed assimila-
re il cibo che gli viene somministrato, e non in rapporto alla quantità di materia
alimentare che esso potrebbe essere indotto ad inghiottire. Non è la quantità mas-
siccia ingerita, quanto piuttosto la giusta quantità perfettamente digerita e assimi-
lata che può apportare i migliori risultati non solo nei neonati, ma nei bambini ed
anche negli adulti. Malgrado l’ovvietà di questo principio, il fatto che il bambino
che mangia di più è quello che cresce meglio, rappresenta quasi un articolo di
fede per molti genitori, balie, e medici, un dogma cosı̀ fermamente radicato nella
loro mente, che risulta loro difficile, quasi impossibile, persuadersi del contrario.
Se il bambino sta perdendo peso, il consiglio inevitabile è quello di aumentargli
la quantità delle poppate, anche se si tratta di un bambino abitualmente ipernutri-
to; parimenti, ogni accenno di pianto viene interpretato come fame e deve essere
soffocato con altro cibo.
La gatta, la cagna, la mucca, in realtà tutti i mammiferi, non permettono ai
loro piccoli di prendere il latte con tale frequenza, nè finchè lo desiderano. La
gatta, spesso, si assenta dalla sua cuccia fino anche a sei ore e mi è capitato di
vedere alcune cagne lasciare deliberatamente la propria cuccia mentre i cagnolini
cercavano di attaccarsi alle mammelle, e correre via. A livello di istinto, non esiste
il corrispettivo della stolta dieta-per-rimpinzarli-e-ucciderli e gli animali hanno
più successo di noi nell’allevare una prole sana e resistente.
Siamo circondati da bambini e neonati sani che, “muoiono di fame” agli occhi
dei genitori, i quali sarebbero disposti a pagare un dollaro per ogni goccia di cibo
capace di restituire loro la salute. Molti di questi bambini sono circondati da
tutte le condizioni necessarie per una vita sana e vigorosa, tranne una, e cioè “la
consapevolezza da parte di chi si prende cura di loro che il Creatore non aveva
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tra le sue intenzioni il fatto che lo stomaco dei bambini venisse trattato come un
pallone gonfiabile!”. Il malessere di questi bambini è legato agli abusi alimentari
cui sono costretti.
Sulla base di quanto detto finora, consigliamo il seguente programma, ricor-
dando però alla madre di desistere dal desiderio di dar da mangiare al proprio
piccolo con l’orologio in mano:
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duale di questo tipo dal seno materno, fonte primaria di cibo, al cibo esterno, è di
carattere nutritivo piuttosto che psicologico. Il bambino, infatti, si trova costretto
a compiere certi passaggi di adattamento nei confronti di una nuova dieta, e deve
essere messo nelle condizioni di farlo gradualmente e non all’improvviso. Il rife-
rimento a quanto ho precedentemente detto circa la fase di transizione che assicura
una soluzione di continuità tra il periodo di vita del bambino in cui la sua normale
dieta è costituita solo dal latte, ed il periodo successivo allo svezzamento in cui,
normalmente, non consuma più latte, renderà questa faccenda chiara. La mia opi-
nione è che gli psicologi dovrebbero preoccuparsi soltanto della loro psicologia e
smettere di atteggiarsi a specialisti dell’alimentazione infantile, un ruolo, in realtà
quest’ultimo, per il quale non sono affatto qualificati.
Per quanto concerne i genitori, invece, essi dovrebbero sempre tenere a mente
che la psicologia è andata in bancarotta ormai da tempo.
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Capitolo 19
L’ALIMENTAZIONE INFANTILE
DAI DUE AI TRE ANNI
Neonati e bambini non sono assuefatti alle molte pratiche debilitanti e snervanti
cui sono dediti molti adulti. Ad esempio, non possiamo accusare nessun neonato
di presentare una tossiemia da tabacco, da eccesso di lavoro, da eccessi sessuali,
o uno snervamento per gelosia, ecc. I neonati, in cambio, sono soggetti a molte
influenze negative ma probabilmente la peggiore di queste è l’iperalimentazione
o un’alimentazione niente affatto adeguata ai loro reali fabbisogni.
Un’amica, una volta, mi scrisse da New York, che la sua bambina era stata
molto male, ma che alla fine si era ripresa, ed aggiungeva: ≪Stava crescendo di
peso cosı̀ bene che chiunque la guardava non poteva fare a meno di notare quanto
fosse carina, e quanto migliorasse col passare dei giorni; poi, all’improvviso, ha
cominciato di nuovo a sentirsi male e a perdere peso≫. Uno dei metodi preferiti
dalla Natura per bruciare il lardo eccessivo, è quello di ricorrere ad una ma-
lattia acuta. La Natura, in realtà, non ha nessuna ammirazione per un bambino
pingue, contrariamente a quanto accade a genitori ignoranti.
Andando avanti, la donna mi parlò del suo ragazzo di otto anni, che ≪stava
passando un periodo terribile con i denti, in quanto ce ne erano alcuni che gli
procuravano enormi fastidi≫. Lo aveva portato da un dentista che aveva già prov-
veduto all’estrazione di due ed alla piombatura di uno, e presto gliene avrebbe
estratti altri due. A questo punto, mi disse che anche lei era in cura da un dentista.
La mia amica, che si trovava da poco nella radiosa età della trentina, mi disse di
aver pagato solo una volta ben 63$, ed era un periodo quello in cui mi scriveva, in
cui l’onorario dei dentisti era di gran lunga meno esoso di quanto lo è oggi. Ag-
giunse: ≪È da tempo ormai che non sto più bene, e non riesco a capire cosa sia.
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Quasi tutti i giorni mi alzo con il mal di testa, e non mi sento più come una volta.
Ho paura di andare da un dottore perchè, in genere, in questi casi il responso è
quasi sempre quello di un intervento chirurgico, o di qualcosa di analogo≫. (La
donna aveva già subito parecchie operazioni).
Anche il marito aveva dei disturbi: l’intera famiglia, dal più piccolo al più
grande, era sofferente e malaticcia. Perchè? La risposta della classe medica sa-
rebbe “germi”, mentre io dico, che la causa di tutti questi malanni va ricercata nel
loro modo di vivere, ed in particolare nel tipo di dieta sbagliato. Cattive abitudini
alimentari producono i loro dannosissimi risultati durante gli anni della crescita,
e, pertanto, è importante, anzi fondamentale, che a neonati e bambini vengano
assicurati alimenti naturali, e non prodotti denaturati ed alimenti cucinati, cosı̀ in
voga oggi. Questa famiglia non costituiva una eccezione: malesseri, denti debo-
li, cattivo sviluppo sono all’ordine del giorno in tutti questi casi in cui una dieta
sbagliata ed una cattiva igiene sono la regola.
Giovani madri mi scrivono, dicendo: ≪Vorrei provvedere all’alimentazione
del mio bambino in modo sano, ma i nonni non approvano e gli danno tutte le
volte che capita l’occasione, dolci, caramelle, gelati, ed altri alimenti simili. Cosa
posso fare?≫. La risposta è: Nulla, a meno che non abbiate sufficiente coraggio da
affrontare i nonni in questione e facciate loro capire che se essi hanno provveduto
ad allevare la vostra famiglia, adesso siete voi che dovete preoccuparvi di badare
alla vostra. Parlate chiaro e fate capire in modo inequivocabile che siete voi i re-
sponsabili dei vostri figli. Pazienza se una discussione del genere potrà urtare la
loro sensibilità; meglio un danno di questo genere che un danno irreparabile alla
salute dei vostri piccoli. Se desiderate crescere vostro figlio senza dover ricorrere
al medico, senza problemi di digestione, malattie, carie, e farne uno splendido
ragazzo sano di corpo e svelto di mente, seguite il consiglio appreso e tenete-
lo lontano da zuccheri, amidi raffinati, e qualsiasi tipo di alimento trattato
artificialmente, o, comunque, non naturale. Se, al contrario, siete desiderose di
aumentare le entrate del vostro medico, e di vedere il vostro bambino soffrire e
morire, seguite pure “i vecchi metodi tradizionali, cosı̀ largamente diffusi”.
Spesso, i bambini vengono trasformati in veri e propri contenitori in cui ogni
occasione è buona per riversare tutti i vari tipi di alimenti recentemente “brevet-
tati”, emulsioni e sostanze che astuti pubblicitari abilmente rifilano al pubblico ed
ai medici. Essi sono vittime della falsa ed infondata credenza secondo la quale
il loro organismo ha bisogno di molti grassi, zuccheri e amidi, il che li porta
poi a seguire una dieta squilibrata e povera degli elementi veramente necessari ai
loro fabbisogni organici. Di solito, tale dieta è povera di sali minerali e vitamine,
e genitori e medici, per ovviare a queste carenze, la integrano con qualche cuc-
chiaino di succo di pomodoro, o succo di arancia o di nauseabondo olio di fegato
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cinque mesi ne pesa trenta e ad un anno quarantacinque, o uno che alla nascita
pesa venti pounds, a cinque mesi quaranta e ad un anno sessanta, vi accorgereste
immediatamente dell’assurdità di questa teoria.
Il dott. Page affermava che un bambino normale deve raddoppiare il suo peso
al termine del nono mese di vita, ma con questo non voleva implicare che il peso
includesse una massa di grasso. Egli dice: ≪Durante i nove mesi di vita fetale, ad
eccezione dei casi in cui è presente un’anormalità, l’aumento è di circa un terzo
di oncia al giorno, o due once e mezzo alla settimana. Il perchè debba sembra-
re razionale che questo tasso subito dopo la nascita aumenti del sei o settecento
percento, va al di là delle mie capacità di comprensione. A dispetto, o a causa
di questo ingrassamento forzato durante i primi mesi di vita, il peso ordinario a
circa cinque anni, ad esempio, è assai inferiore a quello che sarebbe stato se per
tutti questi anni si fosse mantenuto lo stesso tasso di crescita che si registrava pri-
ma della nascita≫. Il suo pensiero era che il tasso pre-natale di crescita dovesse
continuare per qualche tempo dopo la nascita e che un bambino normale dovesse
raddoppiare il peso in circa nove mesi di vita. Infatti, se i bambini non vengono
fatti ingrassare forzatamente, questo è quello che si verifica normalmente. Ma poi-
chè è abitudine comune far ingrassare i bambini, questi in genere, a circa cinque
mesi, raddoppiano il peso senza un corrispondente aumento nell’altezza e nella
formazione strutturale.
Allo stadio iniziale della vita umana, vale a dire allo stadio di “zigote”, il nuo-
vo essere che si sta formando pesa solo cinquantasei milionesimi di un oncia. Al
momento della nascita si è moltiplicato, nelle dimensioni, diversi milioni di volte.
Ma nello sviluppo e nella crescita pre-natale del bambino si verificano dei cam-
biamenti molto più importanti di quello relativo al peso. All’inizio come cellula
singola, nove mesi più tardi come un essere umano completamente formato, con
molti e complessi organi dalle svariate funzioni: gli occhi per vedere, le orec-
chie per ascoltare, il cuore ed il sistema vascolare per la circolazione, il sistema
digestivo per rendere il cibo utilizzabile, il cervello ed il sistema nervoso per pen-
sare e tenere sotto controllo le attività vitali, ed altri sistemi che svolgono le altre
funzioni vitali. Dove originariamente esisteva una singola cellula ora ne esistono
milioni, differenziate in diversi tipi di cellule ed organizzate in molte strutture per
svolgere numerosi compiti.
Il momento di crescita più rapida del bambino avviene durante i tre mesi che
precedono la nascita. Dopo di questo, il periodo di crescita più rapida avviene
durante il primo anno di vita extra-uterina. La prima infanzia è un periodo di cre-
scita molto rapida, il tasso, infatti, è leggermente inferiore a quello del periodo
pre-natale. È noto che il peso della nascita viene raddoppiato alla fine del sesto
mese, ma l’aumento di peso non vuol dire una crescita reale. L’infanzia, come la
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Non dategli da mangiare insieme frutta acida con alimenti amidacei o alimenti
dolci.
Non mischiate acidi e proteine.
Non mischiate frutta dolce e frutta acida insieme.
Non mischiate zucchero o amidi con alimenti proteici.
Non mischiate alimenti dolci con alimenti amidacei.
Dategli soltanto una proteina alla volta.
Non mischiate proteine con latte.
Dategli abbondanti verdure fresche sia con gli amidi che con le proteine.
Non dategli burro, olio, o altri grassi, insieme con alimenti proteici.
Non dategli da mangiare tra un pasto e l’altro.
Assicurate al bambino tre pasti al giorno, comprese le sue tre poppate, che
vengono semplicemente integrate da questi alimenti.
Sin dall’inizio, si dovrebbe insegnare al bambino a masticare accuratamente
qualsiasi alimento. Ciò può essere fatto gradualmente non appena il bambino
comincia a mangiare alimenti solidi. Molte madri danno ai loro bambini puree,
farine, ed alimenti che sono stati passati al setaccio (forse perchè cosı̀ ha ordinato
il pediatra), che possono essere inghiottiti senza essere masticati, con il risultato
che i bambini non imparano a masticare. Non date mai al vostro bambino un cibo
triturato o ridotto in pappa; se il piccolo non è in grado di masticare tale cibo, vuol
dire che la sua somministrazione è prematura e non ancora adeguata al bambino.
Non esiste alcun alimento indispensabile; se a un bambino non piacciono gli
spinaci, e per molti è cosı̀, esistono tanti altri alimenti altrettanto buoni, o migliori,
che sicuramente potranno piacergli. Ho visto un bambino cui veniva tenuto chiuso
il naso per obbligarlo ad inghiottire la velenosa medicina prescrittagli dal medico.
Non ho alcuna fiducia in questi metodi coercitivi con cui imporre ad un bambi-
no una sostanza tossica, cosı̀ come non credo nell’uso della forza per obbligare
chiunque a mandare giu il veleno di turno ordinato dal medico.
Berg consiglia di aumentare “da cinque a sette volte la quantità di vegetali,
patate, e frutta ricca di sale (in questo senso, mele e pere sono piuttosto povere),
nonchè carne, uova, o prodotti cereali, altrimenti è impossibile garantire un’ade-
guata eccedenza di ‘basi’ per poter rifornire le ossa, i denti e gli altri tessuti dei
bambini in crescita”. In questo sono d’accordo. Anche la donna incinta o quella
che allatta dovrebbe preoccuparsi di integrare la propria dieta in questo senso, se
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genitori, di solito, si oppongono ad una tale pratica, presi come sono ancora
dall’incantesimo della varietà, dalla convinzione che un pasto debba essere il
più possibile vario. Se ai bambini date alimenti naturali, essi potranno tranquil-
lamente affidarsi alle loro istintive pratiche monotrofiche. È ovvio che i risultati
non sarebbero gli stessi, se si permettesse ad un bambino di fare un pasto con
pane e confetture di frutta, o con una torta, o con formaggio e maccheroni, ecc.
Personalmente, ho fiducia nella competenza di un istinto non pervertito, ma solo
se lasciato libero di manifestarsi in un ambiente incontaminato, in cui anche gli
alimenti mantengano il loro carattere naturale. Tutte le volte che dei cibi, che
non potrebbero neanche meritare questo nome, vengono deliberatamente prepara-
ti per ingannare gli istinti ed il gusto del bambino, è impossibile sperare che questi
possano funzionare normalmente.
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senza esservi costretto. Se egli rifiuta il cibo, è solo perchè non ha fame. L’as-
senza di fame potrebbe essere dovuta alla mancanza di bisogno di cibo, oppure ad
un malessere; in entrambi i casi, nessuno sforzo dovrà essere fatto per persuadere
il bambino a mangiare. Il dott. Page consigliava: ≪Non autopunitevi mangiando
quando non avete fame o bevendo quando non avete sete; sia il mangiare che il
bere controvoglia sono innaturali e nocivi≫. Questo consiglio vale tanto per gli
adulti quanto per i bambini.
Se il bambino non desidera un cibo o non se ne sente attratto, è da stolti ob-
bligarlo a mangiarlo comunque. Se il bambino non si sente in forma, lasciate che
si riprenda prima di dargli da mangiare. I bambini che non sono sottoposti alla
somministrazione forzata di cibo crescono forti e sani, e saltano le cosiddette
malattie infantili. Queste ultime, infatti, sono in buona parte imputabili ad
un’eccessiva alimentazione e ad una combinazione sbagliata dei vari alimenti.
Un atteggiamento attento ed intelligente nei riguardi di una corretta alimentazione
sarà sufficiente a scongiurarle. Se un bambino non ha fame, non isistete perchè
mangi. Sarà il suo stesso senso della fame a guidarlo nel migliore dei modi, e me-
glio di quanto saprebbe fare qualsiasi scienza. Assicuratevi solamente che abbia
a sua disposizione cibi naturali, semplici e sani, e nient’altro, e lasciate che siano
i suoi istinti naturali ad insegnargli a mangiare i cibi adatti a lui. Dategli un buon
esempio: lo seguirà con la stessa tempestività con cui ne seguirebbe uno cattivo.
I bambini non devono essere costretti a mangiare neanche ciò che è buono e sa-
no: lo faranno spontaneamente, sempre che, sin dall’inizio, siano stati alimentati
correttamente e non abbiano avuto pervertiti l’appetito ed il senso del gusto dallo
zucchero, sale, pepe, spezie, ecc. Troppi bambini subiscono una perversione
del gusto per il cibo semplice, ad opera della volgare abitudine di condire i
cibi, diffusa e incoraggiata dagli adulti. La marmellata o la gelatina viene messa
abbondantemente sui loro crackers, lo zucchero nel loro latte, spesso vengono dati
loro dolcetti di varia natura, o caramelle o gelati tra un pasto e l’altro, o addirittura
viene concesso loro di attingere lo zucchero direttamente della zuccheriera. I loro
piatti, spesso, straripano di maionese o altre porcherie simili. Il loro appetito viene
lentamente ma inesorabilmente pervertito al punto che non riescono più a godere
dei piatti semplici. Questi bambini, una volta adulti, con un organismo ipersti-
molato, un appetito stanco, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, ed un senso del
gusto totalmente pervertito, diventeranno i fruitori ideali di stimoli ed eccitazioni
sempre più forti, quali tabacco, alcool, petting, nonchè del sesso al cinema e nei
romanzi.
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FRUTTA è soprattutto preziosa per i sali minerali, lo zucchero, gli acidi organici,
le vitamine e l’acqua distillata che contiene.
BANANE per molto tempo sono state condannate dalla classe medica come in-
digeste, cosa smentita dagli IGIENISTI che ne hanno sempre vivamente
raccomandato il consumo. Gli sperimentatori “ortodossi” dichiarano oggi
che le banane, quando sono perfettamente mature, vengono facilmente di-
gerite, anche se il medico medio continua a sostenere il contrario. Le banane
sono un alimento sanissimo e molto ricco di vitamine; esse dovrebbero es-
sere consumate solo quando sono completamente mature, e non dovrebbero
mai venir cotte.
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esperimenti che hanno rivelato che il grano grezzo, il riso ed altri amidi
vengono digeriti in quantità che arrivano fino alle otto once quotidiane. Le
patate crude hanno rivelato una digeribilità del 70/80%.
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caratterizza.
Ai bambini non viene insegnato che una delle cause più frequenti di disturbi
fisici, è il consumare dolci tra un pasto e l’altro. In realtà, l’opinione prevalente tra
i bambini “svegli”, è che chi sostiene una cosa del genere, non può essere che un
vecchio bacucco. All’ora di pranzo, i bambini si precipitano al negozio vicino a
comprare hotdogs, dolci, caramelle, gelati, coca-cola, ed altre simili cose, le man-
dano giù con avidità e dicono di aver pranzato. Sia i bambini che i loro ignoranti
ed indulgenti genitori sono convintissimi che questo modo di mangiare e bere
non produca alcun danno, e se qualcuno si ammala, è a causa di qualche “infezio-
ne” o solo per sfortuna. Le loro abitudini di vita non hanno niente a che vedere
con le questioni di salute o malattia.
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gia, tuttavia non sono assolutamente necessari, come dimostra il fatto che
i bambini eschimesi crescono anche senza di essi≫. (I bambini eschimesi
non crescono senza carboidrati. H.M.S.).
Zucchero, caramelle, sciroppi, ecc., inibiscono la secrezione gastrica e dan-
neggiano la digestione, la stessa cosa vale per torte, pasticci, ecc., zucchero
di canna, e torte e dolci. fatti con farina intera e zucchero di canna e miele,
oppure con zucchero bianco e derivati dalla farina.
Due o tre caramelle al giorno possono non danneggiare in modo percetti-
bile i bambini; ma quando esse vengono aggiunte a dolci, torte, pasticci,
gelatine, marmellate, pane bianco, cereali denaturati, zucchero bianco, o
addirittura zucchero di canna, purea di patate, latte pastorizzato, ed altri
prodotti denaturati, il risultato è disastroso, in quanto il corpo in presenza
di una dieta cosı̀ preponderatamente acida, viene privato dei suoi preziosi
elementi alcalini. Molte caramelle contengono sostanze coloranti tossiche,
adulteranti, conservanti, aromi, ecc., e lo stesso vale per tutti quegli altri
dolcetti formati da miscele di nocciole, latte, ed altre cose, che formano,
con lo zucchero, delle pessime combinazioni.
di ranocchio sia breve≫. Non ho mai fatto uso di olio di fegato di merluzzo,
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 210 –
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ma mi è capitato di avere a che fare con dei bambini che lo avevano ri-
cevuto per periodi più o meno lunghi, senza trarne alcun beneficio. Al
contrario, mi è capitato di vedere una serie di disturbi collegati al suo
uso, che mi hanno convinto a mattere in guardia i genitori.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 211 –
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bambino, senza che cerchiate di sostituire ad essi dei farmaci. Date da man-
giare al vostro bambino cose naturali e non imbottitelo di medicine. Prima
o poi l’introduzione di iodio nell’acqua della nostra città verrà proibita dalla
legge, cosı̀ come avrà termine l’uso di sale iodizzato. In realtà, arriveremo
ad un punto in cui abbandoneremo completamente l’uso del sale.
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Capitolo 20
LA MALNUTRIZIONE
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malnutrizione nell’infanzia.
Morse, Wyman ed Hill affermano che la malnutrizione è dovuta a queste cau-
se: ≪I rimedi sono ovvi: rimozione delle tonsille malate, dei denti cariati e delle
adenoidi; trattamento della sinusite e della pielite, e correzione delle deformità≫.
Si tratta, come si può vedere, di un programma chirurgico tendente a rimuovere
gli effetti e non le cause.
K.R. Rich, in una relazione sul lavoro delle autorità scolastiche delle Scuo-
le Elementari di Chicago, dimostrava che il trattamento delle tonsille ingrossate,
nonchè delle adenoidi, dei denti cariati, e dei piedi-piatti era inefficace a com-
battere la malnutrizione, sebbene il programma fosse stato intrapreso con grandi
aspettative di successo. Ciò che invece risultava avere una grande e decisiva ef-
ficacia erano l’aria pura, la luce solare, il moto, un miglioramento della dieta
e delle condizioni igieniche.
La carie dei denti è dovuta alla malnutrizione; lo stesso vale per la tuber-
colosi, e per la maggior parte delle deformità del naso e della mascella. La classe
medica è ormai talmente abituata a mettere il carro davanti ai buoi – a convertire
cioè un effetto in una causa – da farlo, perfino, incosciamente. Prendiamo l’e-
sempio della carie: essa è in maniera cosı̀ inequivocabile, l’effetto di una cattiva
alimentazione, che riesce veramente difficile poter scusare chi afferma il contrario,
e cioè, che è la carie a causare una cattiva nutrizione.
Nella discussione delle “cause sociali” troviamo, solitamente, una maggiore
dimostrazione di intelligenza, anche se il trattamento di queste cause raramente
va in profondità. Ciò è dovuto al fatto che le nostre università e i nostri istituti
di ricerca sono controllati da grossi interessi commerciali; essi sono inoltre
tra i principali azionisti delle società petrolifere, minerarie, alimentari, ecc.;
e quindi, come tali, nutrono grossi interessi per i loro dividendi. È pertanto molto
più proficuo per queste istituzioni, vivisezionare animali, studiare germi, brevet-
tare sieri e fare operazioni chirurgiche, piuttosto che dire la verità circa le cause
sociali della malnutrizione. La verità potrebbe produrre una flessione negli introiti
di queste grandi aziende commerciali.
Tra le cause sociali, troviamo elencate la mancanza di aria pura e di luce so-
lare, case troppo calde o troppo fredde, eccessivo affaticamento fisico e mentale.
L’affaticamento fisico, di solito, viene imputato al gioco troppo violento, anche se
è alquanto improbabile che più di 2.000.000 di bambini costretti a lavorare negli
opifici, nelle fabbriche e nei cantieri di questa grande terra della “prosperità” e del
“progresso”, in ambienti privi di luce e di aria, abbiano tempo e voglia, una volta
tornati a casa, di giocare in modo violento.
Non c’è una parola di condanna per le periferie sovraffollate delle nostre
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grandi città, dove sole e aria non si sa neanche che cosa siano. Non c’è con-
danna per i bassi salari, gli affitti esosi, e tutti quegli altri fattori economici
che impediscono ai genitori di far godere ai loro piccoli i benefici dell’aria
fresca e della luce del sole. Chiunque condannasse queste cose, verrebbe
immediatamente denunciato come “rosso”, e si direbbe che MOSCA lo ha
pagato per fargli dire tutte queste calunnie sulle nostre “gloriose istituzioni
americane”.
Altre “cause sociali” sono il sonno insufficiente, dovuto o ad eccitazione o ad
alimentazione sbagliata, o al prematuro abbondono di pisolini e riposini oppure al
fatto di non aver messo a letto il bambino abbastanza presto; il troppo studio, il
disinteresse familiare, gli attriti familiari, la lettura di storie inadatte e la visione
di films sbagliati, le troppe feste, le lunghe passeggiate in automobile, e qualsiasi
forma di eccessiva eccitazione o di smodato divertimento. A queste cause, con-
sentitemi di aggiungere, per quanto riguarda i bambini, l’abitudine di prenderli
in braccio, spupazzarli, molestarli continuamente, di imporre loro fumo, droghe,
sieri, vaccini e interventi chirurgici.
≪Il rimedio – affermano Morse, Wyman ed Hill – è, naturalmente una tran-
quilla vita razionale, non troppo strenua, senza indebiti eccitamenti e con molta
aria fresca e luce solare≫. Il rimedio, in realtà, dovrebbe andare oltre questa pre-
scrizione. Rimedio vuol dire togliere dalle fabbriche donne e bambini; rimuoverli
dalle periferie in cui abitano e dalle case affollate; assicurare loro un ambiente
sereno ed affettuoso. Rimedio significa dar loro una casa in cui poter vivere, una
casa che non sia “nè troppo calda, nè troppo fredda”, ma soprattutto vuol dire te-
nere lontano queste inermi creature dalle mani di chirurghi e dispensatori di sieri
e vaccini.
Per “cause dietetiche”, si intende “cibo inadatto”, piuttosto che mancanza di
cibo. Ciò significa che il bambino viene nutrito con cibi che, in un modo o nell’al-
tro, sono inadeguati e non forniscono all’organismo tutti gli elementi necessari.
Senza indulgere nella vecchia musica dei “fabbisogni calorici”, della “dieta equi-
librata”, del “fabbisogno proteico”, del “fabbisogno di grassi”, delle “vitamine o
alimenti accessori”, ecc., permettetemi di dire che questo significa che il bambino
viene nutrito con farina bianca e derivati, grano degerminato e demineralizzato,
cereali denaturati, latte in scatola o pastorizzato, frutta allo zolfo ed in scatola,
gelatine, marmellate, zucchero bianco, caramelle, gelati, cacao, cioccolato, be-
vande gassate, vegetali cotti, purea di patate, piselli, torte, crackers, biscotti, ecc.
con l’esclusione di frutta fresca e naturale, vegetali freschi, latte naturale (prefe-
ribilmente il latte della propria madre), nocciole e cereali grezzi. Ho già discusso
altrove a proposito dell’olio di fegato di merluzzo.
Un bambino può mangiare alimenti contenenti tutti gli elementi necessa-
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2. Tutti questi fattori, qualsiasi sia la loro natura o origine, rendono difficile o
impossibile per il corpo l’utilizzazione del cibo, anche se questo è perfetto.
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20.1 ANEMIA
è una malattia deficitaria. Essa è caratterizzata da una mancanza di globuli rossi,
mancanza di ferro, colorito pallido, nervosismo, frequenti sudorazioni notturne e
predisposizione a contrarre malattie. L’anemia può essere dovuta ad un’emorragia
da lesione, o da ulcera o tumore, ecc., ma non è questo il tipo di anemia di cui ci
accingiamo a parlare per quanto concerne i bambini.
Nei bambini, l’anemia è dovuta alla mancanza di un’alimentazione corretta,
o ad un’incapacità di assimilazione del cibo, o a entrambi i fattori combinati. Si
osserva un graduale declino della capacità del corpo di produrre globuli rossi,
a causa di una nutrizione imperfetta; una carenza di alimenti ferrosi oppure una
menomazione dei processi nutritivi. In tutti i casi del genere, non solo è importante
che il bambino venga alimentato con cibi ricchi di ferro, ma, soprattutto, che venga
ripristinata la capacità organica di assimilarlo (talvolta, questo secondo aspetto è
prioritario).
Negli altri miei scritti, ho sottolineato l’importanza del digiuno ai fini della
purificazione del sangue. I miei lettori sanno già quanto ritenga prezioso il digiuno
nei casi di anemia, e, a conferma di quanto dico, cito il Dott. William H. Hay. In
Health Via Diet, parla di 101 casi di anemia perniciosa progressiva, curati da lui
per un periodo di ventuno anni, con digiuni, una dieta corretta ed irrigazioni del
colon. Di questi 101, egli dice, 8 non ebbero una ripresa immediata, mentre le
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20.2 RACHITISMO
Si tratta di una malattia costituzionale caratterizzata da una ridotta nutrizione e
da alterazioni ossee. Essa è limitata all’infanzia. In questa malattia si osserva
un notevole gonfiore diffuso in tutto il corpo, leggera febbre, ed una profusa su-
dorazione del collo e della testa. Si ha inoltre un “ammorbidimento” delle ossa
che produce deformità, ed un considerevole inspessimento delle cartilagini e del
periosteo. La comparsa dei denti viene ritardata, o addirittura non si verifica af-
fatto, o, se si verifica, è difettosa. Le fontanelle non si chiudono, si hanno sintomi
nervosi, e talora vere e proprie convulsioni. Fegato e milza si ingrossano ed il
bambino appare “panciuto”; la testa, solitamente, appare troppo grande rispetto al
corpo.
Si osserverà che tutti i casi di malattie deficitarie, sono legati al consumo di
alimenti artificiali: latte pastorizzato ed abbondanza di pane, cereali a prima co-
lazione, biscotti, frutta cotta, e pochissima frutta fresca e vegetali appena raccolti.
Già 130 anni fa, il dott. Trall ed il dott. Taylor sottolineavano come la mancanza
di luce solare, una cattiva alimentazione ed una cattiva igiene, fossero la causa del
rachitismo, e risolvevano il problema assicurando ai malati una corretta dieta, ba-
gni di sole, ed una maggiore igiene. Tutte cose che la classe medica, oggi, stenta
a capire.
CURA DEL PAZIENTE: Il peggior caso di rachitismo che mi sia mai capi-
tato tra le mani riguardava un bambino di 9 mesi che mi venne portato, a New
York City, perché lo visitassi. Il bambino era già in cura da quattro mesi, e, mal-
grado questo, non dava segni di miglioramento. Il piccolo aveva seguito la dieta
prescrittagli dal medico, aveva preso regolarmente l’olio di fegato di merluzzo, ed
era stato regolarmente esposto ai raggi di una lampada ultravioletta, con il risultato
che, invece, di migliorare, peggiorava.
Gettai l’olio di fegato di merluzzo alle ortiche, imposi per la dieta l’esclusi-
vo consumo di latte naturale e succhi di frutta (succo di arancia e di uva), ed im-
posi ai genitori di esporre il piccolo alla luce solare e non a quella della lampada.
Il bambino prese a migliorare immediatamente, ed in modo vistoso; il migliora-
mento continuò e l’anno dopo, il bambino era praticamente guarito, con la sola
eccezione di una leggera incurvatura delle gambe.
McCollum ha scoperto che il digiuno ha un effetto benefico nei casi di ra-
chitismo, ma per noi che sappiamo il vero significato del digiuno nell’economia
dell’organismo umano, è cosa vecchia. A voler essere precisi, il digiuno corretta-
mente seguito promuove la crescita. Se la coda di una salamandra viene tagliata ne
ricrescerà una nuova. Il digiuno non interferisce nella rigenerazione. Il prof. Mor-
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del dott. H.M. Shelton
gulis ha osservato che le code crescevano più lentamente durante il digiuno rispet-
to alle code di quelle salamandre che non digiunavano. Però, aggiunge: ≪quando,
dopo parecchie settimane di fame (egli intende dire digiuno, solo che non sa che
cosa significhi), le salamandre che nel frattempo avevano perduto un quarto del
loro peso originario, iniziarono a mangiare di nuovo, la rigenerazione delle code
migliorò immediatamente, e nel corso del tempo raggiunse o addirittura superò
in lunghezza le code che erano state tagliate≫.
Il prof. Morgulis continua: ≪E stato ripetutamente sottolineato che non appena
un animale, che a causa di una malattia acuta o di qualsiasi altra forma di inani-
zione, abbia perduto peso, viene appropriatamente nutrito, comincia a crescere ad
una velocità spettacolare ed in tempo comparativamente breve riguadagna tutto
quanto aveva perso o, addirittura, supera il livello originale. Il rapido aumento di
peso è una manifestazione di un vigoroso processo di crescita.
Non si tratta di un semplice accumulo delle sostanze di riserva, ma di un’au-
tentica crescita nel senso precedentemente definito. Si ha una moltiplicazione ed
un’espansione delle cellule prolifiche, ed un riaccumulo delle riserve sotto forma
di depositi intracellulari ed intercellulari di prodotti del loro metabolismo. L’azo-
to viene trattenuto con un’avidità, caratteristica dei giovani organismi in crescita.
Frequentemente, in un breve lasso di tempo si ha un aumento della massa corpo-
rea che, avrebbe richiesto anni di crescita normale. L’inanizione ha prodotto un
ringiovanimento dell’organismo. Nello studio dei fenomeni istologici che si
accompagnano all’inanizione, è stato già visto che, tranne negli stadi avanza-
ti, quasi non vi è prova della degenerazione dei tessuti. Al contrario, le cel-
lule rimangono intatte, anche se perdono una grossa parte della loro sostan-
za. Nell’accesa competizione che regna nell’organismo soggetto all’inanizione, le
parti più deboli e meno essenziali dell’organismo cellulare vengono sacrificate per
prime, proprio come accade con le parti meno essenziali dell’intero organismo. Le
parti più vitali rimangono e la vitalità delle cellule ed il loro vigore risultano mi-
gliorate: sembra essere questo il principio degli effetti di rinvigorimento e ringio-
vanimento dell’inanizione. Biologicamente parlando, anche se l’organismo non
acquista nuovi “attivi”, diventa, comunque, più forte liberandosi dei vecchi “pas-
sivi”. In precedenza è stato sottolineato come il rapporto cellula-nucleo cambi in
modo tale da assicurare la preponderanza del nucleo. Morfologicamente, pertan-
to, le cellule componenti l’intero organismo assumono una condizione giovanile.
In questo senso, assomigliano più a cellule embrionali, e questo potrebbe spiegare
la straordinaria crescita che presentano seguendo un corretto regime dietetico.≫
Il prof. Morgulis continua: ≪Ulteriori esperimenti condotti sulla salmandra,
hanno dimostrato che l’impulso alla crescita, e non la quantità di cibo consu-
mata, svolge il ruolo principale. Questi esperimenti hanno sostanziato l’idea che
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senso scientifico del termine, ma sono dovute ad una precaria nutrizione prenatale.
Un contadino che non pensa neanche lontanamente a fare affaticare una giumenta
durante la gravidanza, non esita a lasciare che la moglie lavori fino allo stremo
ed uccida le sue creature. Ma questa non si chiama eredità. Personalmente, non
credo che esistano malattie ereditarie, nè credo che qualsiasi studio statistico
riuscirà mai a dimostrare che esistano. Le statistiche mostrano risultati, non cause.
Catlin ci dice che: ≪In Inghilterra ci sono (c’erano) qualcosa come 35.000
idioti e pazzi, 17.000 sordi e muti, e 15.000 gobbi, ed un rapporto grosso modo
simile di queste deformità mentali e fisiche si ha nelle altre nazioni civilizzate
della terra!≫ Egli dice che oltre ai difetti sopra citati, curvature della spina dorsale,
incubi, polipi al naso, malformazione e prematura caduta dei denti, mal di denti,
tic, reumatismi, gotta e molte altre sono le affezioni “cui i Bruti sono estranei, e
la maggior parte delle Razze Selvagge poco, o niente affatto soggetta.”
Su una tribù di 2.000 Indiani, egli scoprı̀, parlando col Capo, che non vi era un
solo caso di idiozia o pazzia, o di gobba, o sordità, o mutismo, o altre menoma-
zioni del genere. La stessa cosa scoprı̀ tra i Pawnee Picts, i Kiowas, i Kaskaskas,
i Winnebagoes, gli Osages ed altre tribù. Egli dice: “Tra i due milioni di sel-
vaggi che ho visitato, non ho mai visto o sentito parlare di un gobbo, pur avendo
compiuto accurate ricerche in tutti i campi; nè ho visto un solo idiota o pazzo,
anche se, durante la mia esplorazione, ho sentito parlare di due o tre, e di molti
sordomuti.≫
Queste testimonianze sulla perfezione fisica degli INDIANI non erano colle-
gabili a motivi di ordine ereditario, come rivelano oggi le condizioni presenti di
queste tribù, ma alla buona nutrizione ed alla vita quasi naturale che conducevano.
Le madri indiane, allora, non mangiavano alimenti denaturati.
20.4 TUBERCOLOSI
Si sviluppa a seguito dello stesso deterioramento sistemico da cui hanno origine
lo scorbuto, il rachitismo, e l’anemia. Essa viene “favorita” dal cosiddetto tratta-
mento scientifico. La tubercolosi si sviluppa sempre in un organismo “snervato,
tossiemico ed infetto da putrescenza”, oltrechè malnutrito.
In tutti i Paesi, ci sono cartelloni pubblicitari contro la tubercolosi, in cui leg-
giamo “PROTEGGETELI (I BAMBINI) DALLA TUBERCOLOSI”. Fermatevi
e vedrete che tra i consigli dati si legge “TENETELI LONTANI DAI MALATI”,
“INSISTETE AFFINCHÈ RIPOSINO”, “ABITUATELI A VIVERE IN MODO
SANO”, “CONSULTATE IL DOTTORE REGOLARMENTE”.
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C’erano due milioni di bambini lavoratori negli Stati Uniti; provate “ad insi-
stere affinchè riposino” se avete veramente desiderio di vedere quanto poco l’in-
dustria si preoccupa del benessere dei bambini. Non mi è mai capitato di vedere
alcuna protesta contro il lavoro minorile da parte dell’Associazione Nazionale Tu-
bercolosi, che è responsabile di questa campagna pubblicitaria. Come tutte le or-
ganizzazioni opportunamente integrate nel sistema, anch’essa convenientemente
chiude gli occhi sulle cause sociali ed economiche della malattia.
I bambini sottonutriti dei poveri, i poveri, gli sfortunati bambini del grande
esercito americano dei disoccupati (pensate solo alla vergogna di impiegare
due milioni di bambini negli opifici e nelle fabbriche, mentre milioni di uomi-
ni vengono lasciati a passeggiare per strada, settimana dopo settimana, alla
ricerca di un posto di lavoro), sono coloro che corrono il maggior rischio di am-
malarsi di tubercolosi. I figli dei poveri che vivono in periferie superaffollate, in
alloggi dove il sole e la luce non si vedono mai, e l’aria è tutt’altro che pura, pro-
babilmente non hanno speranza di trarre alcun beneficio da posters di questo tipo.
“Quello di CONSULTARE IL DOTTORE REGOLARMENTE”, è un consiglio
inteso ad aumentare i guadagni dei medici, e non certo a prevenire la tubercolosi.
I medici, in realtà, conoscono ben poco di questa malattia, e, spesso, sono i primi,
con le loro famiglie che si ammalano e ne muoiono. I sanatori sono pieni di me-
dici sofferenti di questa malattia. Quando avranno imparato a prevenirla, lasciate
che ve lo dimostrino prevenendola tra i membri della loro stessa professione e tra
le loro famiglie.
Che essi non si aspettino che i loro consigli possano prevenire la tubercolosi,
viene dimostrato dalla grande enfasi che pongono sui frequenti esami medici da
fare. In sostanza, quello che ci dicono suona più o meno cosı̀: Seguite i nostri
consigli, e quindi, venite da noi frequentemente in modo che possiamo scoprire la
malattia nella sua fase iniziale.
La posizione che assumono rispetto alla tubercolosi è più o meno quella assun-
ta nei confronti dei denti. Dicono di lavare i denti spesso e di tenerli puliti, di
recarsi di frequente dal dentista in modo che questi possa scoprire per tempo
le cavità e piombarle a prezzi esosi.
Perché la gente continua ad aver cura dei propri figli con metodi che sa e lo
sanno benessimo anche coloro che li sostengono e li sfruttano commercialmente
che non preservano affatto la salute delle proprie creature? Essi riempiono i loro
figli di latte ed alimenti denaturati, perchè il medico dice loro di fare cosı̀, e quindi
permettono che questo stesso medico li rimpinzi ancora di più con lo stesso latte
e gli stessi alimenti, nello sforzo di CURARE la tubercolosi prodottasi.
Vengono compiuti tentativi di prevenzione della tubercolosi agendo sul latte
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che viene dato ai neonati; in questi esperimenti viene dato ai neonati latte di mucca
tubercolosa e ci si aspetta che essa abbia buoni effetti nutritivi a seguito della
pastorizzazione. È pura follia; questo latte, in realtà, è inadeguato prima che
venga pastorizzato e lo diventa ancora di più a pastorizzazione avvenuta. McCann,
a difesa della pastorizzazione, afferma: ≪la tubercolosi bovina è trasmissibile al
bambino non solo attraverso il latte, ma attraverso il burro, il gelato, la carne
cruda, quali i “bologna” crudi cosı̀ tanto diffusi in tutti gli Stati Uniti≫.
Per usare un’espressione slang, direi che è tutto un bel “bologna”. Questa
idea fu partorita dalla mente di Robert Koch, famoso al mondo per la tubercolina,
il quale, però, ebbe un ripensamento, e, dopo numerosi esperimenti, giunse alla
conclusione di aver commesso un errore affermando che “il bacillo del tubercolo
bovino era innocuo alla razza umana”. Medici e lattai però non vollero avere
nulla a che fare con i nuovi sviluppi delle ricerche di Koch; ormai avevano
“attribuito” la tubercolosi alla mucca, e si rifiutarono di ammettere che, in
realtà, ciò non era vero.
La prevenzione della tubercolosi può essere assicurata dalla luce solare,
da una sana vita all’aria aperta, nonchè da molta frutta e verdura fresca,
pulizia, sonno e riposo. Queste cose valgono anche come rimedio, e questo
significa che per la tubercolosi non ci sarà nè prevenzione nè cura almeno per i
prossimi anni.
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uno dei professori la differenza tra infezione intrauterina ed una malattia eredi-
taria. Mi divertii molto per aver eccitato un po’ questo infallibile dignitario, al
punto da farlo scappare alla porta gridando: ≪Non voglio ascoltare una simile
sciocchezza!≫. Quattro anni più tardi, essendosi in qualche modo calmato, questo
professore stava ad ascoltare la mia stessa spiegazione, con pazienza ed interesse,
sottolineando: ≪Forse, lei ha ragione.≫
Nello stesso anno (1922) in cui i professori mi si scagliarono contro, il Prof.
Thomas Hunt Morgan, della Columbia University, diceva: ≪C’è una crescente
convinzione che buona parte della debolezza di mente e della pazzia siano dovu-
te a fattori ambientali piuttosto che ereditari. Si dice che nella loro insorgenza
giochino un ruolo importante la miseria, la malnutrizione ed in particolar modo
la sifilide. Non è sicuro, pertanto, concludere che il plasma germinale umano sia
cosı̀ malamente contaminato, come alcuni pessimisti sembrano pensare≫.
Il prof. Morgan, scienziato sempre estremamente cauto, non si spinge mai fin
dove dovrebbe, per paura di andare troppo oltre. Perchè non dire la verità intera e
dire che, mentre il plasma-germinale umano potrebbe essere in un qualche modo
indebolito, esso non è nè infettato nè contaminato? È facilmente comprensibile,
inoltre, che le debolezze germinali umane non sono insormontabili e che con
cura intelligente, possono venire completamente superate nel giro di tre o
quattro generazioni.
Uno studio speciale sugli effetti della malnutrizione sulla popolazione scola-
stica venne compiuto dal Dr. Brandon, stazionato a Thier, in Germania, con le
“American Expeditionary Forces”. Egli trovò che la malnutrizione aveva prodot-
to un marcato calo del rendimento scolastico, e che anche alunni, in precedenza
lodevoli per i buoni risultati, ottenevano ora risultati mediocri. La malnutrizio-
ne produceva una perdita di energie nervose, ed un notevole aumento del
numero dei casi “limite” di disturbi mentali. Frequenti apparivano i danni
al coordinamento nervoso, soprattutto per quanto riguardava la capacità di for-
mulare un discorso. La mancanza di energia mentale e nervosa, una generale
inquietudine nervosa durante le otto ore di lezione, un calo dell’attenzione, una
scarsa comprensione e poca memoria delle lezioni svolte in classe, venivano elen-
cati come cambiamenti specifici causati nei bambini dalla malnutrizione. Blanton
scoprı̀, inoltre, che in più del 5% della popolazione scolastica totale, i danni
sostenuti dal sistema nervoso erano tali da compromettere permanentemente
l’intelligenza. I bambini che non riescono nei loro studi, che sono ostinati e
manifestano un’antipatia verso l’apprendimento in genere, soffrono di mal-
nutrizione. La malnutrizione è l’unica e sola grande causa dei “ripetenti”
nelle scuole pubbliche.
Blanton crede che la resistenza agli effetti dannosi della malnutrizione dipen-
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Capitolo 8
LA MUTILAZIONE DEI
BAMBINI MASCHI
In un articolo pubblicato pochi anni prima della sua morte dedicato “all’orren-
do spettacolo di come gli uomini sprechino le proprie possibilità”, H.G. Wells
afferma che l’uomo ≪possiede l’istinto di considerare sè stesso come materiale
grezzo≫, cosı̀ che ≪entro breve tempo non esisterà più un uomo completamente
naturale≫. Riportando alcuni esempi di questa abitudine dell’uomo di ricostrui-
re se stesso, Wells afferma: ≪L’uomo martorizza il suo corpo. Si taglia in più
parti. Asporta frammenti di tessuto dal suo corpo. Non esiste quasi alcuna zona
del corpo che non venga mutilata ad età diverse: dita delle mani, dei piedi, denti,
orecchie. Si fa stampare dei tatuaggi ed infila oggetti alle orecchie ed al naso≫.
Questa è solo una parte della lunga lista di mutilazioni a cui l’uomo sottopone se
stesso.
È risaputo che alcune di queste pratiche facevano parte di riti magici primitivi
e che, in alcune tribù selvagge, sono ancora in uso, sempre a scopo di magia. A
volte si attribuisce loro un fine estetico, altre volte un significato igienico o sani-
tario. In realtà posseggono solo una spiegazione nel campo della magia. Alcune
derivano dal culto fallico, altre fanno parte dei sacrifici di sangue assai comuni tra
le popolazioni “primitive”, altre ancora servono per scopi magici.
Tra i riti di mutilazione appartenenti alle cerimonie magiche primitive che so-
no sopravvissute fino ad oggi, troviamo la circoncisione dell’uomo. La circonci-
sione, che significa letteralmente tagliare tutto intorno, consiste in un taglio prati-
cato nel prepuzio. In alcune tribù anche le donne vengono sottoposte ad un pratica
simile, ma tale usanza non trova riscontro nelle società civilizzate, e pertanto, non
verrà trattata in questa sede. Prima di parlare in dettaglio della circoncisione e dei
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Shapiro ha dato del cloroformio a dei gattini per due volte al giorno; in questo
modo, egli poteva ritardarne la crescita o, addirittura, arrestarla completamente.
Ma non appena la somministrazione di cloroformio cominciò ad essere disconti-
nua, l’attività di crescita riprese con deciso vigore, al punte che i gattini arrivarono
a superare nel peso, dei gattini cresciuti in condizioni normali. Il temporaneo
ritardo di crescita veniva alla fine compensato da una accelerazione della
stessa. Aaron ha scoperto nel caso dei ratti, che se il ritardo della crescita viene
prolungato fino ad un’età avanzata, i ratti non raggiungeranno dimensioni norma-
li, anche se in realtà cresceranno in altezza e peso, a causa del miglioramento della
loro alimentazione.
A questo punto, lasciate che vi ricordi che uno sviluppo difettoso, dovuto ad
una debolezza germinale, prodotta dalla malnutrizione, non viene sradicato
in una generazione; ce ne vogliono due, tre, o anche quattro. Esistono prove
sperimentali per credere che la malnutrizione durante l’infanzia lascia un segno
permanente sul plasma germinale, anche laddove la nutrizione del bambino viene
successivamente migliorata, ed il bambino raggiunge uno sviluppo normale.
È altresı̀ necessario sottolineare che, se l’animale rachitico raggiunge in se-
guito peso e dimensioni normali, non sempre, e forse addirittura mai, i tessuti
dell’uomo torneranno ad una condizione normale. Questi uomini non saranno
“completamente liberi dallo stigma della parziale inanizione. Il loro cervello pre-
sentava una percentuale maggiore di acqua, ed una inferiore di estratti di alcoletere
(lipine)”. Le prove della passata malnutrizione, accompagnano probabilmente gli
individui per tutta la loro vita, anche se questi appaiono normali da tutti i punti di
vista.
Il famoso antropologo F. Boas, dopo aver condotto uno studio approfondito
sulla crescita dei bambini dei vari strati sociali, afferma: ≪Sembra molto pro-
babile che la quantità enorme di energia impiegata per una rapida crescita in un
periodo di tempo piuttosto breve, sia un elemento sfavorevole nello sviluppo in-
dividuale. Uno studio sui fenomeni di crescita di vari strati sociali ha dimostrato
che lo sviluppo iniziale è concomitante al benessere economico, e che una ca-
ratteristica dei poveri è un ritardo generale nella prima infanzia, ed una più
rapida crescita successiva. Da ciò, consegue che c’è un corrispondente, sebbene
non uguale, ritardo nello sviluppo mentale iniziale, ed un affollamento di processi
di sviluppo in seguito, che probabilmente costituiscono un peso notevole per il
corpo e la mente dei poveri, e che, invece, i bambini appartenenti alle famiglie
facoltose non sono costretti a sopportare.
Le leggi generali della crescita mostrano, inoltre, che un ritardo della cresci-
ta protratto per un lungo periodo, non può essere compensato nel breve periodo
della crescita rapida; sembrerebbe, pertanto, che, nel complesso, un eccessivo
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Capitolo 21
che ogni madre riserva al proprio figlio, se vogliamo preservare i denti della gene-
razione futura≫. Questa asserzione viene stimolata da uno spirito commerciale e
fa riferimento a due tipi di professionisti che non sono stati in grado di preservare
i loro stessi denti e quelli dei loro figli. Fino a quando i medici ed i dentisti non
saranno in grado di provare come sono riusciti a preservare i loro denti e quelli
dei loro figli non saranno degni del loro rispetto.
Si è sempre pensato o si è stati indotti a pensare che la carie dentale sia dovuta
ai germi e che essa può essere evitata se i denti vengono accuratamente puliti
e controllati periodicamente dai dentisti. Vi è stato detto che i denti dei vostri
bambini debbono essere spazzolati fino a portar via lo smalto, al fine di mantenerli
sani. Questo metodo ormai è stato provato e riprovato per anni. Avete avuto
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essere circonciso≫. Molto tempo dopo Abramo, tuttavia, troviamo che gli Ebrei
non circoncidevano i maschi. Due volte, nel sesto capitolo di Exodus, parlando
con Geova, Mosè dichiara di non essere circonciso e domanda perchè, stando cosı̀
le cose, dovrebbe aspettarsi che il Faraone lo prenda in considerazione. La nostra
spiegazione è che Mosè si riferiva in realtà, al fatto che egli, un figlio di Israe-
le non era circonciso mentre gli Egiziani, incluso il Faraone, lo erano. I termini
con cui Geova impone i suoi ordini ad Abramo (Gen. XV) implicano, da parte di
quest’ultimo, una familiarità verso tale rito. È risaputa la sua esistenza tra i pre-
cedenti Colochi, Etiopi ed Egiziani (sia dei ranghi superiori che inferiori). Tra gli
Egiziani, tuttavia, più tardi fu ristretto agli ordini religiosi e a coloro che volevano
essere iniziati ai sacri misteri.
Se gli Ebrei sono realmente stati in Egitto, come sostiene la loro storia, è
probabile che abbiano tratto questa usanza dagli antichi egiziani e che l’abbiano,
quindi, portata fuori dall’Egitto. D’altro canto, se realmente è esistito un Abramo
che divenne il padre degli Ebrei, è possibile che sia stato proprio lui a portare, dalla
terra dei Caldei, la pratica della circoncisione. Sembra, comunque, che Mosè
ritenesse che il rito magico della circoncisione rendesse gli Egiziani circoncisi
superiori agli Ebrei che non lo erano. Rendendola il “sigillo del patto”, Mosè
garantı̀ la continuazione di questa usanza.
Anche se il Korano non parla di circoncisione, i maomettani la considerano
giusta e necessaria (sonnah). In una zona dell’Arabia viene praticata sugli uomini
adulti che stanno per sposarsi. L’operazione viene svolta in pubblico, davanti alla
moglie, ai suoi familiari, parenti ed amici sia di sesso maschile che femminile. Il
tutto viene inserito in una cerimonia sfarzosa. Anche tra le molte tribù cosiddette
primitive la circoncisione viene eseguita come atto preliminare al matrimonio.
In molte religioni cristiane la circoncisione non viene praticata, in quanto Pao-
lo l’ha sostituita con la “circoncisione del cuore”. Gli Abissini cristiani (negri)
praticano la circoncisione come rito religioso, alla stessa maniera dei Copti, i
quali discendono dagli antichi egiziani. In entrambe queste popolazioni l’usan-
za sopravvive come riminiscenza dell’antico rito magico. Nella chiesa cattolica
ed in quella ortodossa ed anglicana, la “festa della Circoncisione”, che cade il
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 235 –
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prima della struttura che li sostiene nel processo alveolare osseo. L’embrione ap-
pare non appena il ponte dentale si sviluppa dalle cellule dell’ectoderma, nella set-
tima settimana di vita fetale. Verso l’ottava settimana, da tale ponte, cominciano a
differenziarsi le cellule dei denti temporanei provvisti di smalto. Queste strutture
invadono il sottostante mesoderma ed insieme formano la “papilla dentale” che
inizia a distinguersi verso la nona o decima settimana.
Le cellule dentali di tutti i denti caduchi sono definitivamente formate e le
parti smaltate dei denti permanenti appaiono durante la quindicesima settimana.
Verso la ventesima settimana si manifesta la calcificazione all’estremità degli in-
cisivi, seguita dalla calcificazione dei canini e dei premolari che avviene nella
ventiquattresima settimana.
I primi molari permanenti, nella loro origine e nel loro sviluppo, seguono mol-
to da vicino lo sviluppo dei denti temporanei! Circa verso la quindicesima setti-
mana le parti smaltate fanno la loro prima apparizione e questo viene seguito dopo
circa due settimane, dalla formazione dei bulbi dentali. I follicoli dentali di questi
denti sono completi avendo iniziato la calcificazione al nono mese. Anche tutti
gli altri denti permanenti sono a questo punto in sede, e si calcificano durante la
prima infanzia. Cerchiamo di fare brevemente un riassunto: al momento della na-
scita tutti i denti temporanei sono definitivamente formati ed è in corso il processo
di calcificazione; i molari di sei anni sono formati e la calcificazione delle loro
corone sta per avvenire; tutti gli altri denti permanenti sono in sede ed attendono
la calcificazione che avverrà nei primi anni dell’infanzia.
È prima della nascita, nel momento in cui avviene la loro formazione, che
si dovrà iniziare a salvare i denti del bambino e dell’adulto. Se ciò non acca-
drà i pessimi risultati si verificheranno non solo all’apparizione dei nuovi denti,
ma anche più tardi nella vita dell’individuo. Una struttura predentale troppo
delicata, nella mascella dell’embrione, causata da una cattiva alimentazione
della madre, predispone i denti a carie e decadimento.
Una dieta scorretta ed una scarsa nutrizione dopo la nascita, porteranno facil-
mente a difetti della struttura dentale, sia in quella temporanea che permanente.
I mesi precedenti la nascita, e gli anni che precedono il periodo scolastico, sono
stati giustamente definiti gli anni d’oro per la prevenzione della carie dentale. Se
non si darà giusta importanza alla cura prima della loro nascita, essi saranno quasi
sicuramente destinati ad ammalarsi ed avere vita breve, soprattutto con la nostra
dieta moderna.
Queste sono le ragioni per le quali io dedico questo capitolo soprattutto al-
le madri. Questo affinchè esse possano nutrire e curare i denti del loro bambino
prima della nascita e durante l’allattamento. A loro vanno il compito e la respon-
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 236 –
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sabilità. Tali doveri non sono rivolti solamente al loro bambino, ma anche a sè
stesse. Se la madre non sarà in grado di fornire all’embrione gli elementi necessa-
ri per far si che egli cresca sano, la natura sarà costretta a togliere tali elementi dai
suoi stessi tessuti. I suoi stessi denti ne soffriranno e forse anche il suo sangue e
gli altri tessuti, perchè è compito della natura salvaguardare la salute del bambino
ad ogni costo, anche a spese della madre.
Nonostante una donna anemica possa, come spesso succede, migliorare il suo
stato fisico durante la gravidanza, se la sua dieta sarà povera o mancante di par-
ticolari sostanze nutritive, specialmente di ferro, non farà che divenire ancora più
anemica. Una donna normale che non segue una dieta bilanciata, sarà facilmente
soggetta all’anemia durante gli ultimi mesi di gravidanza.
La riserva di calcio, indispensabile al feto, dipende esclusivamente dal ca-
rattere e dalla qualità del cibo ingerito dalla madre. Un rifornimento di calcio
inorganico non è risultato di alcuna utilità per le partorienti. Solamente sali cal-
carei organici sono disponibili all’uso del corpo umano. La presenza di vitamine
è indispensabile all’assimilazione del calcio e del fosforo. A meno che la madre
non faccia uso di una dieta ricca di calcio, questo verrà estratto dai suoi stessi
denti e dalle sue ossa, a favore del feto. Il suo stesso calcio osseo verrà esaurito e
diminuirà la sua resistenza.
C’è un vecchio proverbio che dice, ≪un dente per ogni bambino≫. A questo si
potrebbe aggiungere ≪ad ogni bambino diverse carie≫. Un ricercatore britannico,
il dott. Ballantyne, durante uno studio condotto su centinaia di casi alla “Edinbur-
gh Royal Maternity Antenatal Clinic”, scoprı̀ che il 98% delle donne in stato di
gravidanza, soffriva di carie dentali o infezioni. Il 93% di questo numero aveva
avuto una o più estrazioni. Più della metà (53%) di queste pazienti erano al di
sotto dei 25 anni di età. Una percentuale altrettanto alta fu riscontrata tra le donne
in stato interessante nelle nostre cliniche.
Del potenziale umano britannico durante la prima guerra mondiale si disse:
≪ Per ogni nove uomini in servizio militare in Gran Bretagna, tre risultarono per-
fettamente sani, due risultarono deboli sia di salute che di forza fisica, tre furono
giudicati come rottami fisici e l’ultimo come invalido cronico≫. Le nostre donne,
come quelle inglesi, sono in uno stato altrettanto malandato, se non addirittura
peggiore degli uomini. Come potrebbe una specie tanto degenerata fisicamente
dare alla luce bambini sani e normali? Come si può pensare di supplire a tali
menomazioni fisiche con vaccini e sieri, farmaci o operazioni chirurgiche che non
fanno altro che debilitare ulteriormente il fisico? “Pillole rosa e rattoppi” non
potranno mai rimediare a tali difetti. Dovremmo risalire alle cause o cedere alla
disperazione.
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vitamina C per un periodo abbastanza lungo avrà uno sviluppo anormale. Avrete
probabilmente avuto modo di sentire come lo scorbuto fosse un malattia che col-
piva maggiormente i marinai costretti per lunghi periodi di tempo a fare a meno di
cibi freschi. E forse credete che tale malattia sia ormai sparita. Rimarrete sorpresi
scoprendo che invece essa è ancora diffusa oggi, specialmente tra i ricchi ed i
benestanti. I sintomi non sono sufficientemente marcati e quindi non è facile dia-
gnosticare tale malattia in breve tempo, ma essi sono tremendamente importanti
potendo essere la causa di un ritardo nella crescita, di deformazioni nella struttura
fisica, di un abbassamento di vitalità e di una particolare predisposizione a con-
trarre raffreddori e forme ancora più serie di malattie. Una delle vitamine con cui
lo scorbuto viene guarito è la vitamina C. In assenza di tale vitamina per periodi
lunghi si potranno riscontrare quei sintomi che spesso ritroviamo nelle famiglie
benestanti. ≪Molte delle colazioni tipiche, consumate sia da adulti che da bambini
consistono in frutta cotta, cereali raffinati, latte pastorizzato o crema e forse uova
e pancetta. In questo tipo di pasto ci sono certamente molti degli elementi neces-
sari; non fraintendetemi pensando che io voglia screditare tali alimenti, intendo
solo far notare come siano completamente privi di vitamina C. Se tali alimenti
verranno somministrati per lunghi periodi di tempo ad una scimmia che vive in
una gabbia pulita, confortevole ed in ottime condizioni, state pur certi che essa
contrarrà lo scorbuto. Sicuramente se lasciata libera, non penserà mai di alimen-
tarsi in tale maniera. Un pasto di questo genere potrà essere facilmente corretto,
magari sostituendo la frutta cotta con delle arance fresche, meglio se mangiate
prima di iniziare la vera colazione≫.
≪È stata adottata, per i nostri animali, quella che noi chiamiamo una ‘dieta
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questo materiale organico. Tale struttura è presente anche nello smalto dei denti, e
l’evidenza dei fatti mi fa supporre che ci sia tanta più circolazione nello smalto di
quanto avessimo pensato. Se il corpo umano viene privato di una dose sufficiente-
mente alta di vitamina C per un lungo periodo di tempo, accade qualcosa a questa
matrice che a volte può dar luogo a bolle rosse sparse per il corpo, o addirittura
alla rottura della matrice stessa≫.
Se al termine “vitamina C”, sostituiamo le parole frutta fresca e verdura cruda,
avremo una base pratica di lavoro che permetterà alla madre di nutrire intelligen-
temente sia il bambino che lei stessa. Non ci si può nutrire di “vitamina”, ma di
cibi naturali. Howe dice inoltre: ≪Abbiamo potuto notare che, con una deficienza
di vitamina C, non tanto grave da causare segni evidenti di scorbuto, la polpa del
dente di un porcellino d’India, subirà dei cambiamenti tali da pregiudicare la sua
salute e quella della dentina. Si avrà un restringimento violento tale da lacerare
i processi odontoblastici dei tuboli dentali e a volte l’apparire di un tale processo
di rottura può essere notato ai margini laterali della polpa dentale. Questo accele-
ramento del processo odontoblastico rende probabilmente impossibile il normale
adempimento delle funzioni odontoblaste, funzioni essenziali al metabolismo del-
la dentina, che inizierà a deteriorarsi finendo per distruggersi completamente. Se
gli stessi cambiamenti avvengono nella dentatura umana, non credete che un den-
te sano sia in grado di porre maggiore resistenza agli agenti della carie di un dente
non sano? Dai nostri esperimenti abbiamo potuto riscontrare che una completa
mancanza di vitamina C danneggerebbe visibilmente gli odontoblasti in un
periodo di cinquantasette giorni≫.
≪Siamo stati in grado di constatare che subito dopo l’inizio della sommini-
strazione di succo di arancia, la polpa, anche se incapace di tornare alla sua forma
naturale, è in grado di riacquistare alcune delle sue funzioni e di iniziare uno
sviluppo secondario della dentina, il quale potrà essere chiamato con il nome di
“tessuto della cicatrice dentale”≫.
Gli animali nutriti con una dieta insufficiente, protratta fino a farli quasi mori-
re, avendo subito gravi danni ai denti, migliorano una volta somministrato loro del
succo di arancia. Il dott. Howe afferma che durante le ventiquattro ore succes-
sive all’inizio della somministrazione del succo di arancia, la polpa dei denti
inizia a riacquistare la sua funzione di produttrice di dentina. Ho avuto modo
di riscontrare grandi miglioramenti nella condizione dentale di adulti sottoposti a
diete migliori. Howe dice che: ≪Una volta riacquistato l’equilibrio nutritivo, il
processo distruttivo può essere interrotto, e se questo non è stato troppo avanzato,
potrà essere addirittura guarito. Sarà possibile, prescrivendo latte intero, non pa-
storizzato, succo di arancia, e verdura fresca, ristabilire tale equilibrio anche per
quanto riguarda gli altri denti. Cercate di mantenere un basso tasso di proteine
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nella dieta. Un eccesso di proteine ha sempre portato grossi disturbi negli animali
sottoposti a sperimentazione≫.
Verso i cinque, cinque anni e mezzo di età, i denti da latte del bambino do-
vrebbero giù essere caduti per lasciare spazio a quelli permanenti. Se le cure e la
dieta adottata per il bambino sarà stata adeguata, questo sarà il normale processo
di crescita dei denti. Ma quante volte riusciamo a riscontrare tale sviluppo norma-
le? L’arco della bocca è spesso troppo alto invece di essere ampio e piatto. Spesso
i denti permanenti non trovano posto sufficiente. Come risultato avremo denti
sovrapposti, ammucchiati, malposizionati ed irregolari. Saranno anche difettosi
come risultato dell’irregolarità dell’arco dentale.
In Inghilterra ed in Scozia esiste una percentuale dell’85% di bambini con
denti cariati. In America la percentuale dei bambini allattati fino al sesto mese,
o forse più, con latte materno, presenta il 42,6% di carie dentarie; se allattati con
latte materno al di sotto dei sei mesi, la percentuale sale al 42,9%. I bambini al-
lattati con latte condensato zuccherato, presentano una percentuale di carie
dentale del 73%. Appare a questo punto evidente la vitale importanza dell’al-
lattamento materno per un bambino. Ma è anche necessario, sapere scegliere la
giusta alimentazione per la madre.
Per quanto riguarda poi i bambini più grandi, essi avranno bisogno di cibi che
richiedono la masticazione, altrimenti i loro denti, se non usati, cadranno.
Al fine di ottenere una dentatura sana saranno necessari elementi come sole,
igiene e l’assenza di qualsiasi farmaco.
I denti sono parte integrante del corpo umano, e non bisogna considerarli quin-
di come entità a sé Essi fanno parte del sistema osseo del corpo, sono semplice-
mente una parte del più perfezionato sistema osseo e prendono parte alle infermità
dell’intero corpo umano. Un dente cariato non dovrà essere considerato come
una malattia locale, che non ha relazione con le condizioni fisiche generali, ma
piuttosto come effetto locale di cause che influenzano l’intero organismo umano.
A questo proposito possiamo dire che quei processi che causano difetti alla
dentatura di animali sottoposti ad esperimenti, molto spesso sono anche in gra-
do di causare malattie in quasi tutte le altre parti del corpo. Una dieta scarsa di
elementi necessari al corpo umano, ad esempio, non danneggia solamente i denti,
ma spesso anche l’osso della mascella e a volte addirittura il cranio stesso. È sta-
to inoltre provato, che se non si ha mai avuto modo di riscontrare una carie del
cranio, laddove veniva somministrata una dieta alimentare completa, questo si è
potuto riscontrare durante la somministrazione di diete insufficienti. La carie di
un dente non è altro che una parte della carie universale del corpo: tutte queste
carie non sono altro che il risultato della stessa causa. Non solo le ossa parteci-
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 92 –
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cun riferimento alla pratica. Ciò nonostante, tra la gran parte delle tribù di negri,
degli abitanti della Melanesia e degli indiani, essa rappresenta un prerequisito del
matrimonio e nessuna ragazza da marito si sognerebbe mai di sposare un ragaz-
zo non circonciso. Infatti, è considerato indecente e sconsigliabile incoraggiare
un ragazzo che non sia stato avviat all’età adulta per mezzo di questo rito triba-
le. È da notare che lo stesso rito di circoncisione praticato sulle ragazze in molte
tribù dell’Africa, della Malesia e del Sudamerica viene anch’esso considerato un
prerequisito del matrimonio. Qualunque sia il paese nel quale il rito viene esegui-
to e qualunque sia il sesso obbligato a sottoporsi ad esso, è sempre considerato
un obbligo importante ed uno dei più spaventosi riti della tribù. Come possono
delle poplazioni colte ed altamente civilizzate, che hanno abbandonato la mag-
gioranza dei riti magici del passato, giustificare il mantenimento di questa usanza
superstiziosa?
In Europa ed in America, oggi, la chirurgia commerciale ricorre a numerosi
espedienti nel tentativo di diffondere questo tipo di operazione tra le popolazioni
civili. Pur essendo ovvio il loro interesse nell’aumentare i propri guadagni, queste
persone non fanno altro che esaltare il valore igienico profilattico dell’intervento.
Alcuni ci raccontano che gli egiziani “praticavano la circoncisione solo a scopo
di pulizia”, altri la considerano “una misura sanitaria ottenuta dalla chirurgia”.
Come ulteriore giustificazione di un’usanza cosı̀ barbara, alcuni chirurghi sosten-
gono l’inutilità del prepuzio. Prima di iniziare la difesa di questa parte del corpo,
vagliamo brevemente le varie giustificazioni che i moderni sciamani presentano a
favore dell’operazione.
1. Viene sostenuto che quasi in ogni uomo il prepuzio è troppo tirato e può es-
sere spinto indietro solo con difficoltà, producendo, quindi, l’impossibilità
di mantenere pulita la parte. La circoncisione o per lo meno una ‘incisio-
ne’ sono consigliate nella maggioranza dei casi. Si pensa che è necessaria
mutilare questa parte del corpo umano se la si vuole mantenere pulita. Il
prepuzio rappresenta uno degli sbagli commessi da Dio o uno degli “sbagli
del processo evolutivo”. Per fortuna, vi sono diverse categorie di uomini
che si impegnano tutta la vita per “correggere gli sbagli commessi da Dio”.
Nel caso della circoncisione, l’usanza di correggere gli sbagli della natura e
del Dio della natura ha avuto inizio molto tempo fa, che non sappiamo dove
abbia avuto origine, chi fu il primo a praticarla, e quale fosse il suo scopo.
L’anatomista Pierson afferma (“Anatomia umana”, 1930) che alla nascita è
naturale che il prepuzio aderisca al glande, che non lo si può ritrarre con
facilità e che la separazione del prepuzio dal glande normalmente avviene
durante la prima infanzia. Che questo sia vero, e cioè che la natura faccia il
suo corso, è ben risaputo da tutti gli uomini non circoncisi della terra. Sulla
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degli sbagli maggiori che si possa fare. Le malattie non hanno bisogno di cu-
re, devono essere prevenute. Il trattamento presuppone uno sbaglio commesso in
precedenza, a cui serve porre rimedio. Dovrebbe essere ovvio, che questo modo
di agire non è certo ideale. L’educazione va molto oltre la semplice cura. Essa
anticipa l’eventuale effetto derivante da una data causa, e indica la strada della
prevenzione.
Il dott. Page chiese una volta ad un’anziana e intelligente signora: ≪Perchè le
madri si affannano tanto a rimpinzare di latte i bambini ogni tre ore, senza neppure
indagare se ne hanno realmente bisogno? Perchè si ostinano a purgarli, finchè
diventano stitici e si contorcono e urlano per i dolori delle coliche, e vengono
messi a pancia in giù perchè si liberino dell’aria prodottasi? A che serve tutto
questo?≫
A quella domanda la signora con molto buon senso rispose che ≪in tal modo le
mamme si sentono sicure di fare ciò che possono per il loro bambino≫. Il concetto
di fare qualcosa “per loro”, è il chiodo fisso di ogni madre, padre, infermiere,
medico; mentre invece dovrebbe essere quello di “lasciarli in pace”! I bambini
sarebbero molto più sani se fossero lasciati in pace, e morirebbero di meno se una
volta malati, si adottasse comunque la regola del “lasciarli in pace”. Il più delle
volte “fare qualcosa per loro” significa invece “fare qualcosa per noi stessi”. Il
gran numero delle sofferenze che vengono regolarmente causate da questo strano
modo di agire è incalcolabile.
La maggior parte delle madri desiderano per il loro bambino la forza fisica, la
bellezza e la salute, ma spesso non riescono nel loro intento, perchè violano tutte
quelle leggi della natura che sono in grado di controllare lo sviluppo della forza
fisica e della bellezza. Non solo violano tali leggi della natura, ma insegnano
anche ai loro figli ad agire allo stesso modo. In questo naturalmente vengono
molto aiutate dai padri, che spesso sono la causa di tali colpe fin dalla gravidanza.
I malati, sia giovani che vecchi, finiscono con l’essere viziati proprio dalle
persone che vogliono loro più bene, come i parenti e gli amici. È strano come un
genitore possa permettere al figlio qualunque capriccio che non si sognerebbe mai
di accondiscendere, se lo stesso bambino non fosse in quel momento malato. Sia
grandi che piccoli non impiegheranno molto a comprendere che facendo finta di
essere malati, possono ottenere ciò che sarebbe loro negato se fossero sani. Non
facciamo altro, in questo modo, che penalizzare la salute e premiare la malattia. I
genitori affettuosi possono dimostrare il loro affetto in due modi opposti. Erronea-
mente potrebbero ad esempio acconsentire a tutte le richieste che vengono fatte
loro dal bambino, non riuscendo a rifiutargli nulla oppure, ciò che a noi sembra
più sensato, agire sempre in modo fermo, cercando di guidare il ragazzo verso
giuste direzioni. Ci sono persone che si atteggiano a malati perenni, preferendo
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rimanere in uno stato di invalidità piuttosto che guarire e non ricevere più le atten-
zioni e le simpatie di chi le circonda. Tali persone non hanno nessun rispetto per
sè stesse e nessun senso di responsabilità. Esse possono essere considerate sof-
ferenti di una forma di diatesi parassitica. I bambini accusando malattie di vario
genere riescono ad evitare la scuola e gli studi. L’amore e la gentilezza non im-
plicano quella forma di crudeltà per cui assecondando le richieste del bambino al
momento si potrebbero in seguito provocare gravi disastri alla sua salute. Seguirli
ed amarli non significa necessariamente viziarli. Ciò che noi dobbiamo desiderare
per i nostri bambini è un carattere ed un fisico forte e non fare di loro dei nevrotici
“cocchi di mamma”.
≪Se riuscissimo a far capire ad un bambino – scrive Tilden – che la vita è una
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può trovare molto difficile venirne fuori, e gli effetti di tali condizioni potrebbero
prolungarsi per anni. Se i genitori di tale bambino assumeranno un atteggiamento
stupido come quello ad esempio di sgridarlo o picchiarlo a causa di tale disturbo,
non faranno altro che peggiorare la situazione, intimorendolo e indurendolo tan-
to da farlo divenire un serio problema. Se i genitori al contrario cercheranno di
aiutarlo, dandogli più considerazione e più speranza, il bambino si libererà molto
presto e facilmente da questa abitudine, e non gli sembrerà poi cosı̀ tremendo far-
lo. Il bambino riuscirà a liberarsi da questa ossessione solo se aiutato a capire che
non è affetto da nessuna malattia, e soprattutto se non sarà impaurito dal manife-
starsi di tale fenomeno. La sola cosa che potrà aiutarlo sarà l’auto-controllo e la
consapevolezza delle sue responsabilità che lo libererà da ogni peso, sia mentale
che fisico≫.
22.4 LA BRONCHITE
è un’infiammazione della mucosa dell’albero bronchiale. Non viene coinvolto
in questo caso il tessuto stesso dei polmoni. La bronchite è una condizione
catarrale dovuta ad un eccesso di grassi, zuccheri ed amidi.
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vivere in città troppo affollate e afose, tra sporcizia, aria malsana, rumori costanti
e irritazioni nervose. Entrano in un mondo dove tutto è contro di loro.
Aggiungiamo a tutto questo gli altri abusi a cui sono soggetti: lassativi, pur-
ghe, paregorici, latte alterato, sieri vaccini e tutto ciò che fa parte di pratiche
“voodoo”. Contro l’avvelenamento risultante dalla decomposizione che avviene
negli organi digestivi, il corpo inizia una vera battaglia. Il vomito e l’evacuazione,
spesso guardati come nemici, non sono altro che misure difensive, mezzi del-
la natura che permettono di espellere la materia in decomposizione. Le sostanze
putrefatte dello stomaco e dell’intestino non vengono assorbite; le cellule deputa-
te all’assorbimento invece di assorbire i contenuti liquidi del tratto digerente,
invertono la loro funzione e riversano una grande quantità di liquidi – sangue
e siero – nello stomaco e nell’intestino, per diluire e neutralizzare la materia
in decomposizione espellendola attraverso il vomito e le feci. Questa grande
quantità di liquido lava l’intero canale alimentare, ed il veleno viene espulso. È
l’espulsione di questa grande quantità di siero, che causa il rapido deperimento
del bambino e la grande arsura, dando luogo ad una rapida disidratazione.
In tali condizioni l’assorbimento delle sostanze da parte dello stomaco e del-
l’intestino è nullo. In questi casi dar da mangiare al bambino sarebbe un grave
sbaglio. Non c’è alcuna possibilità di nutrire il bambino, dato che la digestione e
l’assorbimento sono impossibili.
CURA DEL PAZIENTE: non c’è alcun dubbio sul fatto che i casi più gravi
moriranno anche se sottoposti alle migliori cure, ma indubbiamente la maggior
parte dei decessi è data dai metodi omicidi adottati nel curare il bambino. Non
c’è cosa peggiore che somministrare cibo al malato al fine di sostenerlo fisi-
camente, somministrare farmaci per alleviargli il dolore, sonniferi per farlo
riposare ed altre medicine per sopprimere la diarrea o il vomito.
Non fate ingerire al bambino alcun tipo di cibo fin dal primo sintomo di
malattia. Questo è il rimedio per eccellenza. Spesso significa la differenza tra la
vita e la morte. Il genitore od il medico che fa interrompere la somministrazione
di cibo al paziente, combatterà una battaglia vincente fin dall’inizio. Il digiuno
è il miglior antidolorifico, aiuta a riposare ed a salvarsi la vita. Non c’è nessun
pericolo di morte per fame e non c’è nessuna possibilità di nutrire il bambino.
L’isolamento e la tranquillità assicureranno il riposo. Le droghe somministra-
te per indurre il paziente a dormire e riposare, non fanno altro che deprimere il
sistema nervoso, indebolire il fisico, diminuire la capacità di resistenza, favorire
l’insorgere di effetti postumi cronici, sempre nel caso in cui non portino alla mor-
te. . . Separate il bambino dal resto della famiglia ed assicurategli un buon riposo.
Dategli tutta l’acqua (pura e semplice) che desidera, ma non somministrate mai
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22.8 LA COLICA
Il Dott. Page dice: ≪Quando il vasto pubblico dei lettori non può trattenere le risa-
te dinanzi alla descrizione spiritosa di Mark Twain di genitori alle prese con bam-
bini, vittime di coliche, dovrebbe solo per un momento pensare a quelle migliaia
di poveri bambini che piangono e si disperano, in preda ad attacchi di coliche, e
allora non credo che ci sarebbe molto da ridere≫.
Avete mai assistito ad un bimbo che si agita e si dispera durante una colica?
Avete mai assistito alla scena di genitori che non sanno come fare per alleviare
la sua sofferenza e che passano notti insonni cercando di placare quel pianto? Se
avete potuto assistere a tali scene saprete che non c’è proprio nulla da ridere.
Tutti sappiamo come sia frequente ai nostri giorni non fare altro che rimpinza-
re i nostri bambini di latte ogni tre ore, dar loro qualcosa da mettere nello stomaco
non appena accennano a piangere anche tra un pasto e l’altro, fino a che il bambino
non diventerà stitico ed inizierà a contorcersi ed a piangere dal dolore.
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SINTOMI: il fatto che il bambino agiti le gambe durante il pianto non è asso-
lutamente una prova che abbia un attacco di colica. La maggior parte dei bambini
durante il pianto è portata ad agitare le gambe e a volte anche le braccia. I sinto-
mi di un attacco di colica sono: dolore, flatulenza, emissione di gas, diarrea e
costipazione, feci di colore verdastro o cagliate, eruttazione, e a volte vomito.
CAUSE: a parte una eccessiva alimentazione (causa più comune), la colica
può essere prodotta da una infreddatura o da un eccessivo calore, o da ogni altro
agente che coinvolga la digestione. I bambini a cui non viene fatto ingerire troppo
cibo, che vengono tenuti asciutti e al caldo e che vengono lasciati calmi e soli, non
soffriranno mai di coliche.
CURA DEL PAZIENTE: l’unico rimedio per la colica è: non far ingerire
cibo al bambino fino a quando tutti i sintomi non saranno scomparsi. Una volta ri-
stabilito, si dovrà provvedere all’adozione di una dieta adeguata. I dolori potranno
essere alleviati con un bagno caldo od un panno caldo poggiato sull’addome.
22.9 COSTIPAZIONE
Non è altro che il risultato di un intestino super-affaticato e stanco. La causa
principale è senz’altro un eccesso di cibo. Il costante ingerimento di una quan-
tità troppo elevata di cibo, non può che condurre prima ad un super-affaticamento
da parte del colon, e in un secondo tempo all’inevitabile inefficienza delle sue
funzioni.
A parte la debolezza e la tossiemia, la sovralimentazione è la prima, ultima
e onnipresente causa della costipazione nei bambini. Una sovralimentazione è
sempre seguita da una digestione imperfetta, da flatulenza e disturbi intestinali. Il
numero dei grumi aumenta man mano che le feci si fanno più dure, secche o finan-
che granulose. Il bambino a cui sarà somministrata una dieta alimentare adeguata
non soffrirà mai di tale disturbo. Le autorità mediche generalmente ritengono che
la causa principale della costipazione sia la “mancanza di cibo”. Ma appare chiaro
che in tale circostanza non si possa parlare di costipazione. Infatti in questo caso
l’intestino non funziona, semplicemente perchè è vuoto o quasi. Devo ammettere,
comunque, che sono stato positivamente sorpreso dal fatto che consultando alcuni
recenti testi medici, ci si cominci a rendere conto delle vere cause della costipazio-
ne infantile. Uno di questi testi, scritti da autorevoli pediatri come Morse, Wyman
e Hill, dichiara: ≪In ogni caso la costipazione è uno dei mali minori a cui sono
soggetti i bambini allattati con latte materno, e non dovrà destare nessuna grande
preoccupazione. La maggior parte delle madri danno un’eccessiva importanza a
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questo problema, visto che non apporta gravi danni al bambino. Bisogna ricorda-
re, a tale proposito, che non è assolutamente necessario che il bimbo evacui ogni
giorno, e che la consistenza delle feci varia molto da bambino a bambino≫. Ci di-
spiace constatare come questi autorevoli specialisti non pensino allo stesso modo
dei bambini allattati artificialmente.
Il secondo libro scritto da Belle Wood Comstock, dice: ≪Se l’intestino del
bambino non accenna a muoversi durante le ventiquattro ore, non preoccupate-
vi. La pazienza è generalmente tutto ciò di cui abbiamo bisogno; se il bambino
sta bene e non presenta altri disturbi, dategli la possibilità per un giorno di pren-
dersela con calma. L’ansietà e la confusione non provocherebbero altro che casi
di costipazione cronica. Non dovete fare altro che attendere, e soprattutto non
precipitatevi a somministrare lassativi≫.
Ho visto bambini andare avanti per tre giorni senza evacuare e non riportare
alcun danno.
I genitori non dovrebbero mai ricorrere a lassativi anche se suggeriti dai loro
medici. Le purghe sono la principale causa di costipazione cronica. Esse in-
deboliscono l’intero tratto intestinale, intaccano le sue secrezioni, lasciandolo
arido e stanco. Morse-Wyman-Hill dicono: ≪Grande attenzione dovrà essere
data all’uso sia di supposte che di clistere, stando molto attenti che questa non
divenga una brutta abitudine. Sarà molto facile abituare il bambino a tali rimedi
correndo il pericolo di non poterne più fare a meno≫.
Il dott. Page dice: ≪A volte l’evacuazione è assente per un giorno o due, ma
in questi casi l’uso di purgativi o iniezioni risulterà completamente errato. Un
cambiamento della dieta o del clima potranno influire sul bambino. Abituando
il bambino a consumare tre pasti completi al giorno, bisognerà attendere almeno
quattro giorni, prima che l’intestino ricominci a funzionare normalmente≫.
Anche se generalmente non suggerisco mai l’uso del clistere come aiuto inte-
stinale, ci sono dei casi in cui i grumi del latte presenti nelle feci sono talmente
grandi, da non permettere al bambino di espellerli senza un aiuto. In questi casi
sarà bene aiutarlo con un clistere a base di acqua calda.
22.10 CONVULSIONI
Ci sono pochi altri casi, oltre alle convulsioni, che creano panico e terrore in un
genitore. Nonostante ciò, le convulsioni in sé stesse, non sono pericolose, ed è
una cosa molto fuori dal comune che un bambino possa morire di convulsioni. Le
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22.13 DIARREA
Può essere dovuta ad una serie di cause. Ambienti troppo riscaldati o troppo
freddi ed un super-eccitamento, potranno essere cause determinanti. Le feci si
presenteranno più o meno normali a parte la loro consistenza.
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7. L’usanza viene giustificata dal fatto che aiuta a ritardare l’orgasmo. Le pro-
ve indicano che la circoncisione non fornisce un simile vantaggio. Alcuni
uomini circoncisi riescono a prolungare il rapporto per ore. La capacità di
prolungare il coito sembra dipendere più dalle abitudini e dalla tecnica che
dall’assenza o dalla presenza del prepuzio.
10. Alcuni medici specialisti affermano che la circoncisione è una misura profi-
lattica contro le convulsioni ed altre manifestazioni di riflesso, ma il grande
numero di casi di convulsioni, di epilessia e di altri cosiddetti “fenomeni
di riflesso” riscontrati tra le persone circoncise dovrebbe far cadere la vali-
dità di tale teoria. È risaputo che le convulsioni ed i “fenomeni di riflesso”
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22.16 ERISIPELA
È dovuta ad infezioni settiche del bambino a causa di scarsa igiene. Non saranno
di alcun aiuto sostanze irritanti, saponi, stimolanti alcolici e tutti i farmaci in ge-
nerale. L’unica cura che potrà aiutare il bambino è una dieta a base di succhi di
frutta o il digiuno.
22.17 FEBBRE
È generalmente presente quando esiste un avvelenamento (non dovuto a far-
maci), dovuto a decomposizione all’interno degli intestini. Ciò significa una
presenza di cibo putrefatto che avvelena il corpo. Significa anche che bisogna
sospendere qualsiasi tipo di nutrizione, fino a quando l’intestino non sarà comple-
tamente pulito. Nulla dovrà essere ingerito dal bambino se non acqua pura. Se vi
sembrerà che il bambino abbia fame non abbiate dubbi: è solo sete.
Se verrà dato del cibo al bambino febbricitante, questi lo vominterà immedia-
tamente; è la natura stessa in questi casi a suggerirglielo. Dando dell’altro cibo
non farete che avvelenarlo ulteriormente.
La febbre, il vomito e la diarrea, non sono che mezzi della natura per
liberare il corpo dalle sostano velenose. Non esiste in loro nessun pericolo,
il vero pericolo potrebbe consistere nel dare al bambino cibo, medicinali ed
ogni altra sostanza che non sia acqua. Non dovrete in nessun caso permette-
re ad alcun medico di somministrare sostanze che riducano o sopprimano la
febbre. Nel momento in cui gli animali – giovani o vecchi che siano – si amma-
lano, non fanno altro che smettere di mangiare. L’unica cosa che essi chiedono
è calore, quiete e digiuno, a volte interrotto solo da poca acqua. Nel momento
in cui essi riprendono a mangiare, state pure certi che sono in via di guarigione.
Per i bambini vale lo stesso discorso: acqua, calore, quiete. Il corpo non ha, in
questo momento, alcun bisogno di cibo, perchè tutte le sue funzioni digestive ed
assimilative sono sospese, l’unica cosa di cui potrebbe aver bisogno è di acqua. A
volte la natura rifiuta finanche l’acqua, e si difende con il vomito.
“In tutti gli stomaci ammalati – dice il dott. Tilde – specialmente in quelli
affetti da tifo o colera infantile, è presente un’irritazione dovuta ai cattivi effetti
della decomposizione, il vomito e la nausea non sono che misure conservative≫.
Ci rivolgiamo quindi ai genitori pregandoli di non far ingerire al bambino malato
alcun tipo di cibo durante la malattia, é di non aver paura di farli digiunare. Per
ogni giorno di digiuno, essi avranno in cambio un giorno in più di salute.
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22.19 ERNIA
È spesso presente nei bambini e nei lattanti. A volte si attribuisce al pianto prolun-
gato del bambino, ma per quanto mi riguarda non ho mai avuto modo di riscon-
trare nel pianto la causa di questa malattia Secondo me una delle cause principali
è invece un abuso di cibo.
Cura del paziente: interrompete subito pasti sovrabbondanti e fate fare al bam-
bino degli esercizi fisici. Rivolgetevi comunque a specialisti pratici di ginnastica
correttiva.
22.20 INDIGESTIONE
Questa è una malattia comune tra i bambini ed i lattanti.
SINTOMI: i primi sintomi di una indigestione sono: nervosismo, irritabilità,
alito cattivo, disturbi intestinali, lingua patinata, piedi freddi, costipazione, coli-
che, orticaria, sonnolenza, digrignamento dei denti durante il sonno, eccesso di
saliva.
CAUSE: causa principale dell’indigestione è la debolezza fisica. Altre cause
comuni potrebbero essere: diete alimentari troppo abbondanti od errate, super-
eccitamento, ambienti troppo riscaldati o troppo freddi, troppe manipolazioni,
zucchero, caramelle, gioco eccessivo, mangiare tra un pasto e l’altro, mangiare
quando si è troppo stanchi o troppo eccitati, ingerire amidi prima del secondo
anno di età, saltare i pisolini pomeridiani, medicine, troppi succhi di frutta (alcu-
ne madri sembrano voler far fare il bagno ai loro figli dentro i succhi di frutta).
Nella nostra era, l’eccesso di cibo sembra ormai essere diventato il male del se-
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colo. Molti bambini giocano troppo e troppo violentemente, e questo non fa che
innervorsirli e renderli isterici, fino a portarli ad un vero e proprio indebolimento
fisico.
La dentizione non provoca l’indigestione, ma questa può essere provocata da
difficoltà di dentizione. La dentizione è un processo naturale e indolore, ma in
bambini non sani essa può essere difficile e dolorosa. Le gengive possono divenire
gonfie e doloranti, tanto da provocare il pianto nel bambino.
CURA DEL PAZIENTE: in presenza di dolore, febbre, vomito, nausea, alito
pesante, diarrea e perdita di appetito, qualsiasi tipo di cibo dovrà essere immedia-
tamente sospeso. Se al bambino manca l’appetito, esso sarà sicuramente malato o
troppo stanco. Non dovrà essere forzato a mangiare per nessuna ragione. La man-
canza di appetito è un buon espediente per rimanere sani. Molte malattie hanno
inizio proprio con la mancanza di desiderio di cibo.
Il bambino che presenta sintomi di indigestione dovrà essere messo a letto, al
caldo. Dovrà essere lasciato solo nella più completa quiete, non gli si dovrà som-
ministrare alcun tipo di cibo fino a quando tutti i sintomi saranno scomparsi. In
genere dopo ventiquattro ore il bambino potrà ricominciare a mangiare. Se al suo
risveglio egli sarà sorridente, buono di umore e con l’alito profumato, vorrà dire
che può riprendere l’alimentazione. Se però dopo le ventiquattro ore di digiuno
il bambino si sveglierà piangendo, se sarà particolarmente irritabile ed il suo ali-
to non sarà fresco, allora sarà meglio prolungare il digiuno per altre ventiquattro
ore. Se sarà necessario sarà consigliabile prolungare il digiuno anche per diversi
giorni, cioè fino a quando tutti i sintomi della malattia non saranno scomparsi.
Generalmente le madri sono molto impazienti e somministrano cibo al bambino
troppo presto, tanto da prolungare l’indigestione. Cercate di dare al corpo il tem-
po necessario per liberarsi di tutto il cibo eccessivo, e di tutte le tossine da esso
provocate. In ogni caso il bambino dovrà essere tenuto al caldo, sia durante il
digiuno che in altri momenti.
Le madri e tutte le altre persone che si prendono cura del bambino, dovrebbero
essere in grado di riconoscere per tempo i sintomi che precedono, accompagnano
e seguono un’indigestione. Costipazione, gas intestinali, un eccesso di urina, uno
stato di crescente malcontento, grumi bianchi nelle feci dei lattanti, feci dure, ecc.,
sono tutti sintomi che indicano che il bambino, ricevendo troppo latte, ha difficoltà
di digestione. Le madri non dovrebbero attendere che il bambino stia veramente
male per decidersi a fare qualcosa, esse dovranno dimezzare la razione di latte da
dargli e continuare cosı̀ fino a quando gli intestini non riprendono il loro normale
funzionamento. Purtroppo siamo sempre stati abituati a preoccuparci troppo del
cibo e ad avere una grande paura della morte per inedia, tanto da rimpinzare i
nostri figli fino a farli star male. Non c’è cosa che ci spaventi di più che vedere
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22.22 MASTOIDITE
È un’infiammazione della mastoide, una piccola parte del cranio posta subito
dietro l’orecchio.
SINTOMI: si presenta con un dolore fortemente localizzato e con una fra-
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gilità dell’apofisi mastoide, con febbre più o meno alta, e in alcuni casi con la
formazione di pus.
CAUSE: in tutti quei casi in cui il mal d’orecchie (otite media) viene curato
con calore, strofinii, siringhe, ecc. e nei casi in cui le cause della malattia vengono
ignorate, come di solito avviene, l’infiammazione potrà estendersi all’osso poro-
so dietro l’orecchio, il mastoideo. Questo naturalmente non avviene nella stra-
grande maggioranza, grazie alla natura sempre impegnata a limitare l’estensione
delle infiammazioni. La mastoidite non si manifesterà mai come conseguenza o
complicazione di un’otite media, essa comparirà solo nei casi in cui il mal d’orec-
chio non sarà adeguatamente curato, ma solo momentaneamente soppresso e poi
dimenticato.
CURA DEL PAZIENTE: in genere, l’espediente più diffuso è l’operazione.
Questa è una procedura molto pericolosa e mai consigliabile. In tutti i casi essa
potrà essere curata con il riposo, il calore, il digiuno e l’aria pulita.
22.23 NERVOSISMO
È molto diffuso oggi tra i bambini. Solo i genitori, gli insegnanti, gli infermieri,
i medici e tutti coloro che sono spesso a contatto con i bambini, possono sapere
quanto questo disturbo sia frequente. Il doti. Tilden dice: ≪Sono molto fortu-
nati quei bambini che nascono e vivono con genitori normali, in un’atmosfera di
pace e tranquillità. Anche genitori nevrotici, isterici o particolarmente emotivi,
potranno avere la fortuna di generare figli con un sistema nervoso normale, ma
sarà molto più probabile che i loro bambini nascano irritabili ed emotivamente
fragili. I bambini sono portati ad imitare i comportamenti dei genitori, e divenire
come loro. I bambini nati da genitori nevrotici saranno sempre vittime di eccessi
di amore e sfoghi di rabbia, di paure e bravate, di eccessive attenzioni e di com-
pleto disinteresse. Anche le funzioni più naturali come il nutrirsi, il dormire ed
il giocare diverranno oggetto di troppe ed eccessive attenzioni. La vita di questi
poveri bambini diviene di conseguenza troppo complessa e non dovremo quindi
meravigliarci se essi avranno come conseguenza disturbi nervosi e fisici≫.
Il bambino nervoso sarà irritabile e di cattivo umore, sempre scontroso e ca-
priccioso. Il suo sonno sarà agitato e non ristoratore, raramente profondo. Il suo
appetito sarà capriccioso, la sua lingua spesso patinata ed il suo alito cattivo. Ge-
neralmente il suo peso sarà al di sotto del normale e non riuscirà ad aumentare
di un chilo, nonostante gli sforzi per farlo mangiare. Potrà a volte accusare qual-
che decimo di febbre o presentare segni di apatia e nei casi più gravi, enuresi,
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Non c’è una parola in questa citazione che non si possa applicare in tutte le
cosiddette malattie. Ogni malattia deve fare il suo corso, ed il fisico dovrà liberarsi
di essa con le sue sole forze. La malattia in sè stessa è un mezzo riparatore – si,
anche la polmonite lo è!
Sir William Osler dice: ≪Non esiste nessun trattamento specifico per la pol-
monite. I giovani medici devono capire che spesso sono più dannose le medicine
somministrate per curare che non la malattia stessa≫. Certamente! Ma sen-
tite ora cosa afferma nel suo Principio e Pratica della Medicina (Principles and
Practice of Medicine): ≪Il dolore procurato dalla malattia può essere tanto acuto
da richiedere iniezioni ipodermiche di morfina≫. Inoltre egli suggerisce: salassi,
sieri, digitale, digitalina, stricnina, canfora, caffeina, muschio, alcol, infusi salini,
applicazioni calde e fredde, borse di ghiaccio, ecc.ecc. Farmaci ed applicazioni
per calmare il dolore e la tosse, ridurre la febbre, alleviare il delirio, controllare
la pressione sanguigna, sostenere il cuore (deprimerlo), allentare il nervosismo,
sono tutti trattamenti sintomatici e soppressivi che insieme al cibo non fanno
altro che uccidere il paziente.
Oslmer dice inoltre: ≪Il cibo somministrato dovrà essere liquido, consistente
principalmente in latte, sia assoluto, che unito a cereali e uova, sia bollito che
non≫.
Il dott. Richard C. Cabot dice: ≪Una persona sofferente di polmonite non ha
bisogno altro che di aria fresca e buona assistenza. Ciò che un medico può fare
in questo caso è molto poco. Circa il 25% degli adulti muore di questa malattia,
ma in genere la colpa non è mai da attribuire al medico curante. Nei bambini
l’aria fresca e pulita sarà di molto aiuto, ma i bambini è risaputo che reagiscono
molto meglio degli adulti comunque≫. Io non sono molto d’accordo sul fatto che i
medici non siano da incolpare nei casi di morte del paziente. Sono invece convinto
che nel 90% dei casi, soprattutto nei più giovani, la colpa è proprio dei medici.
Date uno sguardo ai loro programmi di cura in quei casi dove è risaputo che non
esistono mezzi per curare la malattia, e ditemi se vi piacciono tali metodi del “non
far niente”.
Fino a pochi anni fa si asseriva che uno dei rimedi migliori contro la polmo-
nite fossero i sulfamidici. Poi questi furono rimpiazzati dalla penicillina che da
qualche anno a questa parte sta riscontrando grande successo. Come si può essere
tanto ostinati da poter pensare che un veleno possa ridonare la salute e non
invece uccidere? Questi entusiasmi passeggeri porteranno presto a qualche altra
favolosa scoperta!
CURA DEL PAZIENTE: aprite porte e finestre o portate il paziente all’aria
aperta, sospendete ogni tipo di cibo e somministrate solo acqua. Tenete il paziente
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al caldo – sarà consigliabile una bottiglia di acqua calda ai suoi piedi – lasciate-
lo riposare. Non lo disturbate, assicurategli pace e tranquillità, lasciatelo solo e
lasciate che si rimetta.
Per l’amor di Dio non somministrate alcuna medicina e non permettete a nes-
sun altro di farlo, non ne avete il diritto. Non permettete a nessun medico di fare
degli esperimenti su vostro figlio.
Quando la febbre sarà scomparsa, quando i polmoni saranno puliti e non ci
sarà più tosse, somministrate al bambino del succo d’arancia. Tenetelo a letto per
almeno una settimana. Il riposo è molto importante. Tenete il bambino a dieta
di succo d’arancia il più possibile, dopo di ciò iniziate a somministrare della frut-
ta fresca gradualmente fino a ritornare alla dieta abituale. Per quanto riguarda i
lattanti si potrà iniziare a somministrare un po’ di latte materno dopo la dieta a
base di succo di arancia. Non ci saranno conseguenze come pleurite, empiema,
endocardite (infiammazione cardiaca) artrite acuta, meningite o itterizia se i sug-
gerimenti sopraindicati saranno scrupolosamente seguiti. In nessun caso la ma-
lattia porterà complicazioni come polmonite cronica, ascessi e cancrena, disturbi
mentali o tubercolosi.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 269 –
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cui il paziente è entrato in cura≫. Il dott. Cabot dice: ≪Se la malattia ha attaccato
gravemente l’occhio del bambino, esso avrà bisogno di un ricovero in un ospedale
dove sarà sottoposto a trattamenti radicali, altrimenti correrà il rischio di perdere
la vista parzialmente o peggio, totalmente≫. Il pericolo di cecità viene fortemente
ridotto grazie a cure radicali sin dai primi sintomi della malattia. D’altro canto il
dott. Trall afferma che: ≪Le comuni lozioni usate per pulire gli occhi dei bambini
spesso non fanno che aggravare le condizioni del paziente deformando le pupille
o rovinando la vista≫.
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Capitolo 9
LA DENTIZIONE
Fino a qualche anno fa, era opinione generale tra la maggioranza degli uomini
civilizzati, e lo è ancora tra molti di loro, che quando un uomo sviluppa i primi
denti diventa particolarmente soggetto a disturbi intestinali e di altro genere, e
molti decessi vengono attribuiti a tale causa. Ogni disturbo durante il periodo
della dentizione viene attribuito ad essa e si pensa che la malattia che ha colpito il
bambino sia una disgrazia inevitabile.
Mai sbaglio più grosso fu compiuto. In questi casi la vera disgrazia è rap-
presentata dall’ignoranza dei genitori, degli assistenti e dei medici in quanto la
malattia non è assolutamente il risultato del processo della dentizione. ≪Come
si può pensare – domanda il dott. Page – che la dentizione costituisca una sorta
di ripensamento da parte del Signore, e che poichè i bambini vengono al mondo
privi di denti questo sbaglio possa essere corretto solo per mezzo di un processo
doloroso, pericoloso ed anormale?≫
È assurdo persino immaginare che il Signore abbia inflitto ai giovani un pro-
cesso fisiologico anormale, pericoloso addirittura nei confronti della vita stessa.
La dentizione è un processo perfettamente naturale e non dovrebbe mettere paure
od ansietà nè essere accusato di costituire la causa dei disturbi che possono mani-
festarsi durante quel periodo. I bambini sani, durante il periodo della dentizione,
non provano dolore ed il processo non interferisce nella digestione.
Praticamente ogni bambino, dall’età di sei mesi ai due anni e mezzo, sviluppa
denti quasi continuamente. È un fatto innegabile che la maggioranza dei bambini
riesce a sviluppare tutti i denti senza l’insorgere di problemi. Ma poichè il pro-
cesso della dentizione è quasi continuo per un periodo di due anni, è praticamente
impossibile che il bambino non accusi alcun tipo di disturbo in tale arco di tempo;
tuttavia, gli eventuali problemi che potrebbero manifestarsi non sono coinciden-
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 276 –
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non giudichiamo la morte come un rimedio. Ma non tutti i medici sono cosı̀
scettici come Osler, di conseguenza non esitano a somministrare farmaci a questi
bambini almeno fino a quando i genitori potranno permetterseli. Ad esempio, nel
suo libro Le malattie dei bambini, egli dice: ≪Il miglior rimedio nei casi più gravi
è l’arsenico. La soluzione di potassii arsenitis dovrebbe éssere somministrata al
bambino tre volte al giorno dopo i pasti, diluendola abbondantemente con acqua.
Le dosi dovranno aumentare giorno per giorno, fino a raggiungere il doppio o
il triplo della quantità iniziale. Se dovessero apparire dei sintomi di over-dose
come edema alle palpebre o al viso, disturbi intestinali, eruzioni cutanee, nessun
aumento di dose sarà consigliabile. Se non si riscontrano segni di miglioramento,
vorrà dire che le dosi sono troppo minime. Una dose di antipirina con bromuro
assicurerà al bambino una notte tranquilla. Se i sintomi di corea persistono durante
la notte si dovrà somministrare cloralio e bromuro. Nei casi particolarmente gravi
i bambini dovranno essere costretti a dormire dalle quattordici alle diciotto ore al
giorno≫.
Non sarà certo Jacobi ad essere costretto a prendere medicine pericolose o ad
essere messo a dormire per quattordici, diciotto ore al giorno o ancora a dover
passare le sue giornate in uno stato di completa incoscienza a causa dei farmaci.
Non sarà il suo sistema nervoso ad essere ridotto ad un rottame da questi trat-
tamenti criminali. Sarà il vostro bambino e non il medico a dovere sottostare a
questi abusi.
CURA DEL PAZIENTE: la chiave per una cura intelligente sta nel ripo-
so. Il bambino dovrà essere messo a letto fino a quando tutte le convulsioni ed i
movimenti involontari non saranno scomparsi. Tutto ciò che potrebbe agitarlo o
eccitarlo dovrà essere allontanato dalla sua stanza. Non si dovrà somministrare
alcun tipo di cibo per almeno una settimana. Il digiuno dovrà essere prolungato
se le condizioni del bambino rimarranno gravi. Dopo il digiuno si dovrà passa-
re ad una dieta a base di frutta per almeno sette-dieci giorni. Se dopo tale dieta
il nervosismo sarà scomparso, ed il bambino avrà ritrovato il controllo delle sue
facoltà, si potrà ritornare alla dieta normale. Al fine di riportare il bambino a
riacquistare completamente la salute, saranno consigliabili esercizi fisici, giochi e
vita all’aria aperta. Se il bambino è in età scolastica bisognerà assicurarsi che sia
completamente guarito prima di reinserirlo nella scuola.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 277 –
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colpire le mani del bambino. Entrambi i metodi sono delle barbarie giustificate in
nome della disciplina. Il dott. Lowry dice: ≪Sono stati tentati svariati metodi al
fine di porre fine a tale abitudine, ma per quanto mi concerne non ne conosco nes-
suno che sia in grado di raggiungere questo fine≫. Vengono spesso usate sostanze
amare come il pepe. A volte si ricorre anche alla fasciatura del dito, ma anche
questi mezzi risultano inefficienti.
L’abitudine di succhiarsi il dito è semplicemente una abitudine mentale e non
deforma nè distorce la bocca o i denti.
L’abitudine di succhiarsi il dito è facilmente superabile, basterà che ogni volta
che il bambino porta il dito in bocca, voi glielo toglierete assicurandovi che non
ci si addormenti. Persistete nel vostro intento ed avrete successo.
22.31 IL VOMITO
Nei lattanti è spesso il sintomo di una malattia grave. È un mezzo per rimuovere
dallo stomaco le sostanze che lo disturbano. Nessun cibo dovrà essere sommini-
strato al bambino malato.
Il vomito, quando non sono evidenti altri sintomi di malattie, significa sem-
plicemente che il bambino ha ingerito cibo in quantità troppo elevate o di tipo
errato. Generalmente si tratta di cibi che eccedono sia in zuccheri e grassi, che in
proteine.
Se dovuto a troppi grassi, il vomito, è generalmente di tipo rancido.
Se dovuto invece ad un eccesso di zuccheri, il vomito spesso presenta una
maggiore acidità, ed un odore simile all’aceto.
In ognuno di questi casi il cibo dovrà essere immediatamente sospeso e si
dovrà dar modo al bambino di riposare. Non sarà consigliabile dare acqua da bere
in presenza di vomito. Non date medicine o bevande gassate.
22.32 I VERMI
≪ NON SARANNO mai presenti in un bambino ben nutrito. – dice il dott. Page
– Cibi non digeribili o troppo abbondanti sono le cause più frequenti di questi
parassiti≫. Pane integrale, frutta matura e vegetali, bolliti o al massimo al
forno, pasti non frequenti e moderazione, costituiscono un piano curativo
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che significherà morte sicura per i vermi, molto di più dei normali vermifughi
e panacee esistenti.
Le polveri e le medicine usate per distruggere i vermi rovinano lo stomaco e
l’intestino del bambino, danneggiando solo superficialmente i vermi. Molte volte
la diagnosi di presenza di vermi è errata. I seguenti sintomi che elenchiamo sono
quelli più comuni: irritabilità, scoppi di pianto, cattivo umore, nervosismo, dolore
intenso sotto l’ombelico, vomito (in alcuni casi), sonno disturbato, digrignamento
dei denti nel sonno, convulsioni. Tutti questi sintomi comunque potrebbero essere
dovuti ad un pasto troppo abbondante, e non ai vermi.
I vermi ed i parassiti trovano una accogliente dimora negli intestini umani che
sono già stati indeboliti e rovinati. Un’alimentazione sbagliata ed un indeboli-
mento generale danno loro una buona occasione di vivere nel nostro corpo. Le
principali cause sono anche le caramelle, gli zuccheri, il burro, la marmellata,
pane lievitato, ecc. ed una scarsa igiene personale.
Il rimedio migliore sarà un digiuno od una dieta a base di frutta. Una volta
che i vermi saranno scomparsi si dovrà adottare un regime alimentare sano ed una
maggiore pulizia della persona.
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scita, ne spuntano altri senza difficoltà. Raramente i bambini hanno problemi con
lo svilupparsi della dentizione definitiva a causa del fatto che questi denti spun-
tano dopo il periodo dell’alimentazione forzata. Tra i bambini delle popolazioni
selvagge il periodo della dentizione non rappresenta un problema. Nel suo Chiudi
la bocca, Catlin riporta alcune cifre dell’anagrafe inglese che indicano che ogni
anno in Inghilterra 3660 bambini, al di sotto di un anno di vita, muoiono a cau-
sa “dei dolori provocati dalla dentizione”. Ma Catlin non riuscı̀ a trovare alcuna
prova che anche i bambini indiani morivano in seguito allo spuntare dei denti. Un
capo Sioux gli disse: ≪pare, che in quel periodo i bambini soffrano chi più chi
meno, ma in tutta la popolazione Sioux nessun bambino è mai morto per quella
causa≫. I Pawnee-Picts gli dissero che ≪i bambini non sono mai morti a causa dei
denti≫.
Paragonando l’enorme quantità di latte che si somministra ai neonati alla quan-
tità che consumerebbe un uomo se venisse alimentato alla stessa maniera del neo-
nato, il dott. Page afferma: ≪non c’è da meravigliarsi che il canale alimentare,
dalla bocca all’ano, risulti irritato e che il fisico intero, comprese le gengive, ap-
paia infiammato in quei bambini alimentati eccessivamente. Il bagnarsi a letto
e l’eccessiva secrezione nasale e della bocca testimoniano lo sforzo della natura
di liberarsi di tali eccessi; e quando sarebbe il momento che i denti comincino a
spuntare non c’è da meravigliarsi che la loro crescita risulti arrestata, come quella
delle ossa e dei muscoli delle costole, braccia e gambe, o a causa della presenza
del grasso o per mancanza di nutrimento dovuta all’incapacità degli organi malati
di digerire ed assimilare il cibo. È l’espressione del bisogno della natura di otte-
nere il nutrimento che non riceve dal cibo non digerito e non assimilato; la natura
rivendica la crescita e bisogna trovare il metodo per assecondarla≫.
≪Quando la diarrea o il colera infantile hanno ripulito il corpo da tutte le impu-
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L’ORTICARIA si presenta con delle macchie biancastre sulla pelle, che danno
origine ad un prurito intollerabile. La causa principale è un’alimentazio-
ne errata. Eliminate tutto, o una parte, del cibo generalmente sommini-
strato al bambino fino alla completa guarigione, per poi ricorrere ad una
alimentazione più sana.
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Capitolo 24
LE MALATTIE “INFETTIVE”
ACUTE DELL’INFANZIA
Ho usato il termine “infettive” solo perchè è cosı̀ che queste sono maggiormente
conosciute, e non perchè io creda veramente che esistano malattie infettive o con-
tagiose. Sono sempre stato fermamente convinto del fatto che l’antica credenza
secondo la quale, stando a contatto con persone affette dalle cosiddette malattie
infettive, si possa essere contagiati, sia solamente una superstizione. Il fatto che
queste malattie si “diffondano da una persona all’altra” significherebbe che se in
una città si riscontrano più casi della stessa natura, questo è dovuto al fatto che
la malattia è passata di persona in persona. Se questo basta a provare che una
malattia è contagiosa, ciò presuppone che tutte le malattie che si “propagano”
siano contagiose. Ma esiste una malattia che non si “propaga” e che quindi non
degenera in epidemie?
Scrivendo a tale proposito, nel 1907, il dott. Matthew J. Rodermund disse:
≪Non ho mai avuto modo di conoscere un singolo medico che non abbia riso
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 285 –
del dott. H.M. Shelton
il lettore medio credere che siano proprio gli sbagli dei genitori, responsabili delle
cosiddette malattie infettive dell’infanzia. Il fatto è che la classe medica non si
è mai azzardata ad ammettere pubblicamente l’assurdità della teoria che riguarda
il contagio e l’infezione. Le leggi che riguardano la quarantena ed altri barbari
sistemi per scongiurare il contagio, sono crudeli e inumani.
Morse-Wyman-Hill affermano: ≪il morbillo è una malattia molto contagiosa e
quasi ogni bambino venendo a contatto con uno che ne è affetto verrà contagiato≫.
Questa affermazione è falsa, ed ogni persona bene informata saprà che ho
ragione. I miei bambini furono ripetutamente a contatto con altri affetti dalle co-
sidette malattie infettive, con alcuni di questi essi condividevano persino il sonno,
eppure non hanno mai contratto alcuna malattia.
Si potrà rispondere che erano immuni. Ma che cosa è l’immunità? Da cosa
dipende? La teoria Igienica ritiene che la Salute è l’unico mezzo per rimenere im-
muni. La salute dipende da alcuni fattori ben precisi – cibo adeguato, acqua pura,
aria fresca, sole, riposo e sonno – e non da agenti artificiali. La cosidetta immu-
nità, sia naturale che artificiale, è solo una grande delusione. Morse-Wyman-Hill
affermano che ≪la causa del morbillo è sconosciuta≫. Della scarlattina essi dico-
no: ≪l’esatta causa della malattia è ancora sconosciuta≫. Non si pronunciano su
altre malattie come la parotite, il vaiolo e la varicella.
La causa della difterite e della pertosse è attribuita ai germi, il che significa che
anche a proposito di queste malattie, non si sa niente. Nonostante non ne sappiano
nulla, i medici sembrano essere informatissimi su come curare tali malattie, sulle
fonti di contagio. Il loro punto di vista è frutto dell’ignoranza, che affonda le sue
radici in tempi molto lontani. Sanno tutto sul periodo di incubazione di ogni
malattia, ma non possono dimostrare che tale periodo esiste.
Provate a chiudere per un attimo gli occhi, e tornare con la mente al tempo
in cui si viveva nel paradiso terrestre, quando il primo uomo e la prima donna,
iniziarono a popolare la terra. Come ci si spiega allora il primo caso di morbillo?
Prima di Adamo questa malattia non esisteva, e non si poteva certo contrarla da
un altro essere umano! Come fece questa prima vittima a rimanerne contagiato?
0, se preferite, come fece la malattia a contagiarlo?
Una volta che saremo a conoscenza della vera causa di queste malattie, allora
potremo anche sapere come esse si sviluppano, e in chi si sviluppano.
Se il fisico del nostro bambino è nella condizione di prendere una tale malattia,
(la scarlattina ad esempio), egli la prenderà anche se non ci sarà nessun altro
caso al mondo: fu cosı̀ infatti che il primo caso si presentò. Ma se il bambino
non è nelle condizioni di sviluppare una tale malattia esso potrà anche dormire
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 286 –
del dott. H.M. Shelton
insieme ad un altro bambino nel quale è stata riscontrata la malattia senza venirne
“contagiato”.
Stabilito questo, sarà cura dei genitori far sı̀ che il loro bambino sia sempre in
ottima salute, al fine di non essere soggetto al “contagio”. Non date alcun credito
a coloro che a fini di lucro, suggeriscono vaccini e sieri a tale proposito.
Lo studente attento a tali problemi presto capirà che ognuna di queste malattie
ha un suo corso ben definito, e che tale corso fa parte di un processo naturale, dopo
del quale si guarisce. Se verrà eliminata la causa, si eliminerà anche la malattia.
Non dovrete mai permettere a nessuno di sopprimere la malattia artificialmen-
te, e di cercare di abbassare la febbre con rimedi artificiali. La febbre è un mezzo
per combattere la malattia.
Sir Wm. Osler dice: ≪Le complicazioni cardiache che seguono un attacco di
scarlattina sono sempre latenti e non è facile riscontrarle≫. Queste complicazio-
ni cardiache sono solo dovute ai trattamenti soppressivi comunemente adottati.
Attraverso tali trattamenti la gente comune viene semplicemente “uccisa”.
24.1 IL VAIOLO
Terrore degli ignoranti! Incubo del Consiglio della Sanità! Dio dei produttori di
vaccini! Quanti crimini sono stati commessi in tuo nome! Quante bugie, in tuo
nome, sono state dette!
Sydenham, l’Ippocrate inglese, ebbe modo di vedere più casi lui di “vaiolo”,
che non tutti i medici di oggi messi assieme. Egli disse: ≪È ormai chiaro per me,
dopo anni di osservazione, che a meno che non vengano fatti grossi errori da parte
del medico e dell’infermiere, il vaiolo è la malattia meno grave di tutte≫. (The
Works of Sydenham; The Sydenham Society Edition.)
Sydenham fu quello che differenziò il vaiolo dal morbillo, e che introdusse un
sano metodo per curare il vaiolo, molto più sano di quello esistente oggi. Egli fu
in grado di ridurre il tasso della malattia più della metà, e ridurre il pericolo di
morte del 75%.
Il vaiolo non è pericoloso, ma una malattia leggera, che in fondo torna uti-
le. Cercate quindi di liberarvi delle superstizioni che esistono su questo tipo di
malattia.
Le malattie di carattere eruttivo rappresentano il potere eliminatorio che ha
il nostro corpo, attraverso la pelle. Una piccola testimonianza un pò ortodossa
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 287 –
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sembra ora appropriata. Sir Wm. Osler dice: ≪Se si riesce a sopravvivere ad una
infezione, simile a quella ad esempio del vaiolo, questa sembra apportare bene-
ficio a tutto il corpo≫. Sir Wm. Broadbent dichiara: ≪Sembra che il vaiolo sia
in grado di debellare la consunzione≫. Nella rivista Lancet, (Londra, 10 gennaio,
1925), il dottor R. W. Jameson richiama la nostra attenzione sui casi di vaiolo che
sono stati “ovviamente beneficiati dalla degenza in ospedale”. Ma “i cosiddetti
bambini ’protetti’ hanno le braccia rovinate da vaccinazioni mal eseguite”. I be-
nefici derivanti da tali trattamenti, sono poi simili a quelli che seguono il morbillo,
la scarlattina, la varicella, ecc. Il carattere è identico.
Parossismi convulsi, dovuti ad avvelenamento, spesso precedono gli stadi erut-
tivi del vaiolo, della scarlattina, della varicella e della risipola, ecc. Dal momento
che si presenta un’eruzione cutanea, questa sta a dimostrare che ci troviamo
dinanzi ad un processo eliminatorio. Spesso i medici ritengono che l’origine di
queste malattie sia sconosciuta. Una volta si pensò che fossero dovute a germi,
ma tali germi non furono mai trovati. È quindi logico, per loro, che la causa sia di
tipo “virale”.
SINTOMI: la malattia ha spesso come caratteristica iniziale una sensazione
di freddo o, nei bambini, una convulsione. A questo spesso fa seguito un dolo-
re intenso alla schiena ed ai reni oltre che il vomito. La temperatura corporea
sale rapidamente, le pulsazioni sono rapide, ed è comune anche il delirio. Può
presentarsi in seguito uno sfogo transitorio, simile a quello del morbillo o della
scarlattina. Ma è durante il quarto giorno che appare il vero sfogo cutaneo. Mac-
chie di un rosso chiaro appaiono dapprima sulla pancia, sulle dita e sulla fronte,
per poi ricoprire tutto il corpo in poche ore. Tali macchie presto tendono a sol-
levarsi, ma una volta che appaiono le pustole, la febbre tende ad abbassarsi, ed
il paziente si sente subito meglio. Due o tre giorni dopo, le pustole sviluppano
una copertura di un liquido chiaro, e si trasformano in vesciche. Il liquido diviene
giallognolo man mano che nelle vesciche il siero diventa pus, ed a questo punto si
formano delle pustole.
Notate quindi lo sviluppo di questa malattia. Freddo, forti convulsioni, dolore,
vomito, polso accelerato, delirio, febbre alta, ed infine una grande quantità di
tossine represse nella pelle le quali danno origine a rossore. Le tossine vengono
circoscritte in bolle, dopo di che la temperatura si abbassa, e tutti gli altri sintomi
praticamente scompaiono. Le pustole sono circondate da una sottile area di pelle
infiammata.
Esse cominciano ad apparire sul viso, coprendo verso l’ottavo giorno tutto il
corpo. La febbre ora sale nuovamente, “febbre secondaria di supporazione”, e
tutti i sintomi ritornano. Le pustole si seccano dando origine a croste che gradual-
mente cadono, questo accadrà dapprima sul viso verso il 14Â◦ -15Â◦ giorno. La
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“seconda febbre” può durare circa 24 ore o anche di più. Una volta cessata ini-
zierà la fase di convalescenza. Le croste potrebbero anche lasciare delle cicatrici
al momento della loro caduta. Se le pustole sono molto spesse possono attaccarsi
e tale condizione viene chiamata “vaiolo confluente”. Nel vaiolo “emoraggico”
sono presenti delle emorragie sotto la pelle e negli occhi. Si potrà anche presenta-
re una fuoriuscita di sangue dalla bocca, dal naso, dai polmoni, dal retto, dai reni,
ecc. questo è dovuto dallo sforzo estremo che il corpo fa per espellere il veleno.
Questi sono casi molto gravi che spesso portano alla morte.
Il vaiolo è praticamente sconosciuto oggi negli U.S.A. I soli casi sono presen-
ti tra gente di colore, messicani e cinesi. Spesso casi di avvelenamento da edera,
punture di mosche, varicella, scabbia cubana, ecc. vengono diagnosticati come va-
iolo. Se un caso di varicella non presenta cicatrici da vaccinazione sarà senz’altro
vaiolo. Se un caso di vaiolo ha una cicatrice da vaccinazione sarà varicella.
Pochi casi di vaiolo sono talmente forti da costringere il malato a rimanere a
letto. Il tasso di mortalità dovuto ai vaccini è molto più alto di quello dovuto al
vaiolo. Le vaccinazioni, comunque, anche se non uccidono, causano gravi danni a
migliaia di persone. Le Health Boards, lavorando assieme ai fabbricanti di vaccini,
sono spesso portate a spaventare la gente sulle conseguenze del vaiolo, ricavando
grossi profitti da questo. Le asserzioni secondo le quali la vaccinazione previene
il vaiolo ed i suoi effetti collaterali, saranno argomento di discussione nel capitolo
dedicato al vaccino.
La vaccinazione nei bambini al di sotto dei due anni è molto più perico-
losa di quanto non lo sia nei bambini più grandi e negli adulti. Ad esempio il
London Lancet del 29-01-1927 (p. 239) dice: ≪È uno sbaglio pensare che l’op-
posizione alla vaccinazione nei lattanti è dovuta a mancanza di immaginazione o
eccentricità≫.
La vaccinazione all’età di sei mesi, infligge una malattia infettiva al bambino
≪
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 289 –
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ogni singolo caso dovrà essere posto in quarantena! Solo cosı̀ facendo si potrà
continuare a spaventare la gente e far si che la farsa continui.
Mettete il paziente in una stanza ben arieggiata ed illuminata. Fate che stia
comodo, accertatevi che i suoi piedi siano caldi e lasciatelo riposare. Il suo corpo
dovrà essere pulito due volte al giorno con una spugna imbevuta di acqua
tiepida. Il prurito sarà sopportabile solo se il paziente sarà propriamente curato
fin dall’inizio. Bisognerà evirare che il malato si gratti. Dategli tutta l’acqua
che vi chiederà senza forzarlo a bere. Non preoccupatevi se dormirà poco.
Se seguirete questi consigli sarà molto difficile che rimangono delle cicatrici.
Le condizioni fisiche generali dopo la malattia saranno sicuramente migliori delle
precedenti o le stesse.
LA CONVALESCENZA: Se il paziente sarà stato curato a dovere durante la
malattia, la convalescenza sarà una gioia. Non ci saranno pericoli!
La dieta dovrà consistere in frutta a colazione, frutta a pranzo e grandi quantità
di insalata verde o vegetali cotti non contenenti amidi, per cena. Dopo la prima
settimana la dieta dovrà essere cambiata in frutta per colazione, insalata e vegetali
(non amidacei) a pranzo e proteine a sera per cena.
24.2 IL MORBILLO
Il morbillo ha generalmente inizio con una sensazione di “freddo alla testa”, ac-
compagnato da una leggera febbre o malessere. Queste condizioni persisteranno
per 3/6 giorni durante i quali il paziente si sentirà distrutto. Seguiranno sintomi
come mal di testa, nausea, a volte vomito e sensazione di freddo. La rinite acuta
sarà intensa ed accompagnata da tosse e rossore agli occhi e alle palpebre. La
temperatura si alzerà e la pelle, specialmente quella del viso sarà calda e darà pru-
rito. La lingua risulterà patinata. Le mucose della bocca e della gola saranno di
un rosso intenso. Piccole macchie potranno essere presenti all’interno delle guan-
ce. Lo sfogo cutaneo si presenterà al quarto giorno iniziando generalmente dalla
fronte per poi coprire tutto il corpo. L’eruzione all’inizio si presenterà con delle
piccole macchie rossastre, esse aumenteranno in numero ed a volte si raggruppe-
ranno. La febbre inizierà a diminuire al sesto giorno, ed avrà inizio una piccola
desquamazione della pelle che potrà durare anche per settimane.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 290 –
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tina≫. Ha inizio con una leggera febbre, mal di testa, dolore alla schiena e
agli arti.
Lo sfogo si presenta durante il primo ed il secondo giorno iniziando dal
viso e spandendosi nel giro di ventiquattro ore per tutto il corpo. Lo sfogo
consiste in piccole macchie rosa che scompaiono dopo 2 o 3 giorni. La
febbre rimane bassa. Lo sfogo è diffuso e di un colore più chiaro del solito
morbillo.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 291 –
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Per la pulizia giornaliera del paziente usate una spugna imbevuta di acqua
tiepida, eseguendo l’operazione due volte al giorno. Evitate l’uso di alcol e
antisettici.
Non mettete olio sulla pelle al momento della squamazione. Le autorità medi-
che raccomandano di tenere il bambino in una stanza buia perchè la luce potrebbe
causare danni gravi ai suoi occhi. Queste affermazioni non hanno alcun riscontro
scientifico. Io continuo a suggerire una stanza bene illuminata, poichè credo che
sia proprio il buio a danneggiare la vista. La bocca e la gola dovranno essere puliti
aiutandosi con acqua calda. Non fate fare gargarismi, e non cercate di ridurre o
sopprimere la febbre.
LA CONVALESCENZA: se il paziente sarà stato sottosposto a cure mediche,
questo sarà il periodo più critico. Non ci sarà invece nulla da temere se il paziente
sarà stato curato secondo le mie istruzioni. L’alimentazione dovrà avere inizio
con spremute d’arancia, pompelmo, ananas o mela a volontà, per tutto il primo
giorno. Il secondo giorno potrà prendere per prima colazione arance, pompelmo
o pesche. Il pranzo dovrà consistere in pere, uva o mele. Per cena si potrà dare
insalata verde con verdure fresche ed un vegetale cotto, ma non contenente amidi.
Alla fine della prima settimana il paziente dovrà ormai mangiare normalmente.
Dovrà comunque rimanere a letto per almeno 24 ore dopo la scomparsa di tutti i
sintomi. L’attività fisica dovrà essere molto ridotta all’inizio. Una vita salutare
contribuirà comunque a mantenere la salute acquisita attraverso un tale processo
depuratore.
24.3 LA VARICELLA
Nel suo libro Gli alimenti del bambino il dott. Harry Clements ci racconta una
storia che fece il giro di tutti i giornali inglesi. Essa raccontava di un caso di
tubercolosi curato grazie all’insorgere della varicella. I medici inglesi spiega-
rono che i germi della varicella avevano distrutto quelli della tubercolosi, e che
dalla battaglia tra i due germi, il paziente ne aveva ricevuto giovamento. Una
conoscenza del carattere ortopatico della malattia, li avrebbe salvati da questa
assurdità.
La varicella è uno dei processi depuratori più efficienti della natura, ed è il
processo curativo con meno rivali.
La varicella ha inizio con una sensazione di freddo, vomito e dolore alla schie-
na. Lo sfogo cutaneo ha inizio durante le prime 24 ore di febbre. In fondo questa
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il secondo o terzo giorno, per poi sparire dopo 4/7 giorni. Non ho mai incontrato
casi dove si sia poi protratto per più di quattro giorni.
Complicazioni: non c’è nulla che condanni le cure mediche, più della fre-
quenza con cui dopo di esse si presentano complicazioni. Le nefriti acute si svi-
luppano, ad esempio, nel 10 - 20% dei casi e spesso, con gli anni, degenerano
nel morbo di Bright. A causa dei metodi soppressivi (crimini legalizzati) si ri-
scontrano casi di artriti, infiammazioni acute alla membrana interna ed esterna del
cuore (endocarditi e pericarditi) otiti medie, che spesso sono causa di sordità, e
altri disturbi vari. Nessun caso da me curato ha mai presentato tali o altri disturbi.
II dott. Arnold H. Kegel, della Commissione per la Sanità di Chicago, nel
dicembre del 1930 dichiarava, in uno dei suoi discorsi alla radio: ≪Il Ministero
della Sanità di Chicago ha ricevuto diverse richieste da parte dei genitori i quali si
chiedono se sia o no il caso di immunizzare i bambini con dei vaccini per la scar-
lattina≫. ≪Non possiamo assumerci la responsabilità di consigliare ciò in quanto
ci sono stati troppi casi di esperienze poco felici riguardo all’uso di tali vaccini≫.
Ogni vaccino attraversa uno stadio sperimentale durante il quale si verificano
diversi casi infelici.
La tossina-antitossina ha prodotto molti danni, molti di più di ogni altro vac-
cino mai usato, e la ragione sta nel fatto che è stato quello più largamente usato.
In Austria, patria di tale siero, questo è già stato abolito.
La vera prevenzione della malattia non ha niente a che vedere con i vaccini,
sieri, antitossine, droghe e operazioni chirurgiche. Essa consiste in cibo sano, aria
pura, abbondanza di sole, esercizio fisico, riposo, sonno a sufficienza, igiene per-
sonale, equilibrio psichico, sicurezza nel lavoro, assenza di tutte quelle abitudini
devitalizzanti e di tutti gli eccessi rovinosi. Esiste un grosso pericolo: “l’essere
scientificamente ignoranti per un eccesso di scienza”.
Dal 1858 al 1923 la mortalità dovuta alla scarlattina fu ridotta, senza l’aiu-
to di sieri o vaccini, anti-tossine o tossine anti-tossine, da 155 casi a 2, su una
popolazione di 100.000 abitanti. Nel 1927 il tasso arrivò a 1 su 100.000.
Cura del paziente: adeguatamente curati, questi casi saranno guariti dallo
sfogo cutaneo in 4/6 giorni. La febbre scomparirà al terzo giorno, e la malattia
sarà tanto leggera che i genitori potranno affermare che il bambino non era poi
cosı̀ malato, e saranno certi che non lo sarà neppure in seguito. La vera malat-
tia viene prodotta dall’alimentazione e dalle medicine. Questi casi dovranno
essere curati come per il morbillo ed il vaiolo. Impacchi di semi di lino, usati dai
medici per la cura della scarlattina dovranno essere evitati. Questi mezzi fanno
parte delle abitudini mediche e non hanno nessun valore.
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La malattia ha inizio con febbre, sensazioni di freddo, dolore agli arti ed alla
schiena, mal di testa e un malessere generale. La gola non risulta essere mol-
to arrossata e le tonsille non sono molto gonfie. Macchie di membrana bianca
si allargano sotto le tonsille. La membrana potrebbe ingrandirsi ed estendersi
velocemente verso il palato soffice, fino alla parete posteriore dei bronchi. La
membrana potrebbe anche estendersi attraverso le trombe di Eustachio fino all’o-
recchio medio, raggiungere il naso attraverso le cavità nasali ed estendersi a volte
fino allo stomaco, attraverso l’esofago. I tessuti sottostanti la membrana muoiono,
con conseguente sfaldamento.
Durante gli ultimi anni i medici hanno scoperto che la “difterite membranosa”
richiede la quarantena. Quando l’autore era giovane questo non avveniva, e nes-
suno mai “prese” questa malattia per contagio. Un caso non posto in quarantena
non ha mai causato epidemie.
Nel suo libro Mother’s Hygienic Handbook, 1874, il dott. Trall, asseriva di
aver accertato l’ “entità patologica della difterite”.
La “difterite membranosa” è la forma peggiore di difterite. I soggetti colpiti
da questa malattia, raramente sembrano essere gravemente ammalati. Per due o
tre giorni persisterà una tosse rauca e difterica che peggiorerà durante le ore del
pomeriggio e della sera. Il bambino respira regolarmente, ha appetito ed i ge-
nitori quindi non si preoccupano troppo. Poi all’improvviso il bambino sembra
soffocare e si divincola facendo mille sforzi per riuscire a respirare; il suo colorito
diventa blu e nei casi peggiori rischia il soffocamento a meno che non si inter-
venga con intubazione o tracheotomia. Nei casi meno gravi la crisi passa molto
presto. Il dott. Tilden ci dice: ≪Non ho mai incontrato nessun caso che si sia
ristabilito dopo che la malattia era arrivata alla faringe passando a breve distanza
dalla trachea. A volte la membrana viene espulsa ed il bambino guarisce, ma ciò
accade molto raramente≫. Dice inoltre: ≪Non ho mai visto guarire nessuno dalla
difterite bronchiale e neppure me lo aspetto≫. Esiste una buona prevenzione a tale
malattia.
Complicazioni: Sotto cure mediche malattie come miocarditi, nefriti gravi e
broncopolmoniti sono molto frequenti. Le prime due, almeno, sono il risultato
delle anti-tossine. Diverse forme di paralisi, soprattutto alla gola, ai muscoli degli
occhi e agli arti, si sviluppano in circa 1/5 dei casi trattati con medicine. La
paralisi è spesso dovuta all’antitossina anche se a volte è presente in casi dove
questa non è stata somministrata. Essa non pone alcun rimedio alla malattia, come
la tossina anti-tossina non è in grado di prevenirla. Entrambe queste proteine sono
responsabili di molte morti, sia di persone sane che di quelle malate.
CURA DEL PAZIENTE: La diminuzione della percentuale dei casi di difte-
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rite e di relative morti, non è stata cosı̀ elevata come nei casi di scarlattina, e questo
a causa dell’antitossina. Nonostante ciò i medici affermano di non aver sufficien-
ti informazioni a proposito. Nessun tipo di cibo dovrà essere somministrato al
bambino. Sia se si tratti di difterite membranosa che non, sarà meglio interrom-
pere immediatamente qualsiasi tipo di cibo ai primissimi segni di malattia (tosse).
Questi casi potranno essere recuperabili se adeguatamente curati dall’inizio, cioè
prima che la membrana possa espandersi ed impedire la respirazione.
Mettete il bambino a letto in una stanza ben ventilata. Nel caso fosse inverno
ponete una borsa di acqua calda ai suoi piedi, ed evitate qualsiasi tipo di garga-
rismo o lavaggio della gola. Il bambino dovrà essere messo in posizione tale da
poter espellere qualsiasi sostanza. Se si farà assumere al bambino una posizio-
ne supina, si rischierà che le secrezioni invece di essere buttate fuori, scendano
lungo la gola e la trachea, fino ad arrivare allo stomaco. Ciò quindi dovrà esse-
re evitato. Se il bambino si stancherà di rimanere sempre nella stessa posizione,
potremo far sı̀ che si giri, ma sempre con il viso rivolto all’ingiù. Questi bambini
dovranno essere lasciati soli, e non si dovrà permettere ad alcuno di farli parlare,
nè tantomeno di rivolgere loro delle domande che implichino delle risposte. Non
si dovranno somministrare droghe, perchè ciò diminuirebbe la possibilità di gua-
rigione. Anche se i casi di persone che abbiano contratto la malattia da altri sono
rarissimi, questa malattia viene considerata contagiosa, e quindi i malati messi in
quarantena.
Il cibo dovrà essere evitato fino a quando la gola non sarà completamente
guarita, poi per due giomi si potrà somministrare succo di frutta, per poi tornare
gradualmente alla normale dieta.
La morte in questi casi è dovuta al soffocamento e a cure inadeguate.
L’essudazione attraverso il condotto respiratorio, con la conseguente forma-
zione di membrana apparente, soffoca il paziente fino a farlo morire. Ciò è quello
che può capitare nel peggiore dei casi. Se si riuscirà a prevenire ciò, la malattia
non sarà pericolosa. Se i sopracitati metodi non saranno sufficienti a controllare
l’essudazione, ci si potrà aiutare con delle medicine leggere, che almeno in questo
caso, saranno il male minore.
Pezze calde attorno al collo, e ghiaccio in bocca o sulla parte infiammata,
aiuteranno a sopprimere la infiammazione e l’essudazione.
Il dott. Trall, dopo aver curato centinaia di questi casi, afferma: ≪Il pericolo
maggiore in questa malattia sarà molto limitato se verranno seguite le istruzioni
alla lettera, a meno che non si tratti di un bambino molto debole o scrofoloso. Non
mi è mai accaduto fino ad ora di fallire in nessuno dei casi≫.
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PROGNOSI: il tifo è una malattia che guarisce da sè. Anche i medici ammet-
tono che non esiste una vera e propria cura, a meno che non si intervenga con i
loro tanto pubblicizzati ed inutili vaccini, o sieri profilattici.
Emerson ci dice: ≪Una volta scomparsa la febbre, inizia il periodo di convale-
scenza. Il paziente inizialmente apparirà debole e magro, ma lentamente tornerà
al suo normale aspetto, a volte si sentirà meglio di prima della malattia≫.
A proposito delle complicanze, Emerson dice: ≪La perforazione è la peggiore
delle complicanze della febbre tifoide, ed è la causa di 1/3 delle morti. In seguito
allo sfaldamento della mucosa intestinale, si vengono a formare delle ulcerazioni.
In una piccola percentuale di casi (5%), queste ulcere si perforano e determinano
una peritonite. Se non si interviene con una operazione chirurgica le speranze
di sopravvivenza potrebbero essere molto scarse. (N.d.a.: Anche con quest’ul-
tima i risultati non cambierebbero). Quei pochi casi che riusciranno a guarire
presenteranno comunque un ascesso che col tempo avrà necessità dell’intervento
chirurgico.
È più probabile che la perforazione si manifesti durante la 3 settimana, anche
se potrebbe presentarsi in ogni momento; essendo dovuta alla stessa causa che
provoca l’emorragia, spesso si manifesta assieme ad essa.
Il lettore, comunque, potrebbe non aver molto chiaro il perchè i “contenuti
intestinali” dovrebbero irrompere nella cavità intestinale. Un digiuno potrebbe
essere in grado di evitare tutto ciò. Purtroppo siamo vittime delle convinzioni
dei medici secondo le quali il malato “debba mangiare per riacquistare le forze
fisiche”, ed alcuni di loro pensano addirittura che durante la febbre bisogna nutrirsi
maggiormente per evitare che essa bruci le riserve del fisico. In genere viene
consigliata, per la febbre tifoide, una dieta ad alto tasso proteico.
CAUSE: questa malattia è il risultato della decomposizione presente nello sto-
maco e nell’intestino dovuta ad una alimentazione errata. Più si nutrirà il paziente,
più la decomposizione, già presente nel fisico aumenterà, contribuendo allo svi-
luppo di sepsi. La febbre salirà, ci sarà un aumento di otite media e di sofferenza
da parte del paziente, e le probabilità di morte saranno maggiori. I germi saranno
sicuramente presenti e più il paziente ingerirà cibo, più questi ultimi aumenteran-
no. Se il paziente verrà messo a digiuno, le feci e l’urina saranno liberi da ogni
germe, quando avrà inizio la convalescenza.
In questi casi i medici raccomandano diete a base di latte, burro, latte pasto-
rizzato, Koumiss (liquore estratto da latte di cavalla fermentato), uova, frullati di
carne, acqua d’orzo, tisane, minestre, tè freddo e gelati. L’alimentazione consi-
gliata per la febbre tifoide segue più o meno lo stesso principio dei suggerimenti
di Emerson nella cura dell’influenza. Egli dice: ≪Il paziente dovrà ricevere la
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 303 –
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più completa delle diete, e dovrà essere ben purgato e stimolato≫. Egli aggiun-
ge: ≪La convalescenza è lunga e tediosa, e la sensazione di malessere potrebbe
anche durare mesi. Per questa ragione un cambiamento di clima sarà di grande
aiuto al malato≫. Sarebbe secondo me di grande aiuto invece cambiare medico
e cura. Tutt’ora si sente un gran parlare di inoculazione anti-tifo; esse vengo-
no particolarmente raccomandate a chi si appresta ad affrontare un viaggio
in paesi stranieri. The Public Health Report (Vol.34, nÂ◦ 13 del 26/311919),
approvato e sottoscritto dal Primario del Corpo di Spedizione Americano, sotto
il titolo “Typhoid Vaccination No Substitute for Sanitary Precautionis” (Vaccina-
zione anti-tifo, non sinonimo di sostituto di precauzioni sanitarie), cita numerosi
casi di febbre tifoide contratta da soldati “protetti” (vaccinati). Nel marzo del
1914, cinque mesi prima della scoppio della guerra, la vaccinazione anti-tifo ve-
niva largamente adoperata per i soldati dell’esercito francese. Nonostante ciò, fino
all’ottobre del 1916 si verificarono 113.465 casi di tifo con 12.380 morti, solo tra
l’esercito francese. Tra queste cifre mancano comunque ancora tre anni di guerra
da includere.
Nell’esercito britannico si verificarono fino al dicembre 1918, 7.423 casi di
tifo con 260 morti - praticamente tutti quelli vaccinati. Naturalmente queste cifre
non includono i casi di morte e malattia dovute al tifo, a Gallipoli ed in Meso-
potamia. Si dice infatti, a questo proposito, che la sconfitta subita dalle forze
armate britanniche sia stata dovuta proprio al tifo contratto dalla maggior parte
dei soldati. Le cifre sono talmente tremende che sono state divulgate e non pos-
sono neppure essere ricercate. In Francia ed in Belgio, l’esercito britannico, soffrı̀
meno dei francesi. Perchè? Eppure anche i francesi erano stati vaccinati. Sir Mal-
colm Morris e Captain J. Stanley Arthur, affermarono che le condizioni sanitarie
degli inglesi erano di gran lunga migliori. L’acqua sporca e non potabile si prese
gioco del vaccino ed i soldati soffrirono e morirono proprio a causa di questo. Il
vaccino non fu certo in grado di rendere la sporcizia innocua, non più di quanto il
vaccino contro il vaiolo potesse esserlo durante la guerra del 1870 o in India.
È ora ammesso ovunque che la diminuzione dei casi di febbre tifoide, di cole-
ra, di febbre gialla, di peste bubbonica, ecc., sia dovuta ad una maggiore igiene e
sanità. Il vaccino viene pubblicizzato soltanto per ragioni commerciali.
CURA DEL PAZIENTE: la cura dei pazienti affetti da febbre tifoide, a que-
sto punto, dovrebbe essere chiara agli studenti: rimanere a letto in una stanza ben
illuminata e arieggiata cercando di tenere lontani tutti i rumori e le distrazioni
superflue; pulizia fatta giornalmente con una spugna imbevuta di acqua tiepida.
Durante l’inverno bisognerà porre ai piedi del malato una borsa di acqua calda.
Fino a quando i sintomi maggiori della malattia non saranno scomparsi, l’unica
cosa che il malato potrà avere a disposizione sarà acqua. Non somministrate nes-
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sun tipo di droghe o medicine per il cuore, non cercate di controllare la febbre
o le feci del malato. Anche l’idroterapia dovrà essere evitata. Lasciate il malato
da solo e vedrete che guarirà. Probabilmente verso il terzo giorno comincerà a
sentirsi già meglio e dopo 7-14 giorni sarà in grado di alzarsi dal letto. Nei casi
più gravi occorreranno invece diverse settimane.
In caso di emorragia, i piedi dovranno essere sollevati, ed il paziente dovrà
essere lasciato riposare in assoluto silenzio. Non si dovrà permettere a nessuno di
parlargli, nè tantomeno permettere che gli vengano somministrate medicine atte a
sostenere il cuore. Raramente si verificheranno emorragie se il paziente non sarà
imbottito di cibo e medicine.
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Prima dell’arrivo degli europei in America, gli indiani non producevano latte
animale. Le madri indiane non avevano altro latte con cui sostituire quello pro-
prio. Allattavano i propri bambini per tre o quattro anni. Catlin afferma: ≪È un
avvenimento molto raro, per una donna indiana, l’essere in grado di mettere al
mondo più di quattro o cinque bambini durante la vita, ed esse in genere si accon-
tentano di due o tre piccoli≫. Westermark afferma che ≪tale dichiarazione viene
confermata da altre voci; ma non è limitata solo agli indiani nordamericani, bensı̀ a
molte popolazioni non civilizzate≫. Inoltre Catlin, discutendo la dichiarazione di
gente male informata che attribuisce agli indiani un’alta mortalità infantile, dice:
≪Tra gli indiani nordamericani, avendo ogni famiglia in media due o tre bambini,
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della malattia.
CAUSE: questi problemi si sviluppano in bambini e adulti che soffrono di
problemi gastro-intestinali, e che ingeriscono abitualmente troppo latte, pane, ce-
reali, amidi in genere, zucchero, dolci, conservanti, sciroppi, caramelle, galatine e
simili.
Aggiungete tutto ciò ad un’alimentazione carente, e vedrete come queste per-
sone accuseranno malattie ogni qual volta ci sarà un abbassamento di temperatu-
ra, una qualsiasi esposizione alle intemperie o una maggiore richiesta di sforzo
psichico o fisico.
Le “adenoidi” sono una malattia più frequente tra i bambini allattati artificial-
mente che non tra quelli allattati con latte materno. Il fatto che la maggior parte
dei medici suggeriscano abbondanti quantitativi di latte da somministrare ai bam-
bini, e poi eventuali asportazioni delle tonsille, ci fa pensare che essi sappiano fare
bene gli affari. Cereali con latte e zucchero, frequenti spuntini tra un pasto e l’altro
saranno sufficienti a produrre problemi di carattere digestivo e quindi tonsilliti.
La continua insistenza da parte dei medici a somministrare una quantità sem-
pre maggiore di cibo fa credere ai genitori che le malattie dei loro figli siano do-
vute a carenze alimentari. A ciò si aggiunge l’abitudine di un continuo rimpinzare
questi bambini di ogni tipo di cibo, e poi somministrare loro olio di ricino, fino
a farli star male. La moda odierna è quella di asportare le tonsille al primo sin-
tomo di infiammazione, o anche quando neppure i sintomi sono presenti. Questo
metodo è nello stesso tempo inutile e dannoso, ma anche molto conveniente dal
punto di vista economico per medici e chirurghi. Gli inevitabili risultati del lasciar
decidere agli esperti se e quando le tonsille del vostro bambino sono da asportare,
sono ben riportati dai seguenti fatti. Nella sua popolare colonna del giornale How
to Keep Well, il dott. W. H. Brady scrisse un articolo intitolato “The Scandal of
Tonsillectomy” (Lo scandalo della tonsillectomia). In esso riportò il caso di una
cittadina in cui in un particolare mese, furono rimosse un migliaio di tonsille.
Un patologo pensò di esaminare le migliaia di tonsille e scoprı̀ che 710 di
loro non erano affatto malate, e che 430, anche se affette da qualche disturbo, non
necessitavano di un’operazione. Questi specialisti, che versano il sangue dei vostri
bambini a scopo di lucro, non possono di certo essere creduti quando emettono
dei giudizi sulle condizioni delle loro piccole gole.
CURA E RIMEDI: se si tratta di un caso particolarmente acuto, tutto il cibo
dovrà essere immediatamente sospeso, fino a quando i sintomi più acuti non sa-
ranno scomparsi; a ciò seguirà una dieta a base di frutta che dovrà protrarsi dai tre
ai cinque giorni. Se siamo davanti ad un caso cronico, un digiuno, od una dieta
a base di succo d’arancia o pompelmo, dovrà essere impiegata fino a quando la
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Capitolo 25
LA POLIOMIELITE
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costituzionali non portano alla paralisi, e la completa guarigione avviene nel giro
di pochi giorni; 2) casi di meningite, nei quali i primi sintomi stimolano le menin-
giti cerebro-spinali epidemiche; 3) casi bulbari, nei quali sono interessati i centri
nucleari nel midollo allungato e 4) casi polineuritici, nei quali il dolore agli arti e
la iperestesia (aumento di sensibilità) sono per alcuni giorni i sintomi più evidenti.
Il fatto che ci siano casi abortivi può provocare facilmente un’epidemia di polio-
mielite, senza che ci siano casi numerosi di malattia. Le epidemie di “Polio” sono
in gran parte costruite dai medici. Molti dei casi diagnosticati come polio, non
lo sono affatto. In altri casi una malattia diagnosticata come qualcos’altro, viene
diagnosticata di nuovo come polio, dopo che il paziente è morto e seppellito.
Nel momento in cui si manifesta un caso di polio, sembra si faccia di tutto
per provocare panico e isterismi. I giornali dedicano grossi titoli al riguardo;
si chiudono parchi, piscine e scuole. I medici sono in allerta, e pronti ad ogni
evenienza con vaccini e sieri, che iniettano a chicchessia. Ma è difficile che ci
siano più del 10% di diagnosi, che possono dirsi accurate, in queste epidemie.
Molte volte delle semplici punture di mosche, irritazioni da ortica, o acne,
sono state diagnosticate come varicella, e curate con vaccinazioni e somministra-
zioni di sieri.
A coloro i quali si domandavano quale fosse la causa principale della polio-
mielite, veniva risposto che era dovuta a un “organismo anaerobico piccolissimo”,
ma una cura basata su tale premessa è spesso peggiore della malattia stessa.
Si dice che Landsteiner fu colui che scoprı̀ il virus della poliomelite nel 1908.
Ma leggendo i testi medici ci si accorge della confusione e dell’approssima-
zione che regna attorno all’argomento, e a questo punto non ci resta che pensare
che la causa della malattia dovrebbe essere riscoperta nuovamente.
Un bambino dovrebbe ricevere l’ “infezione” e sviluppare la malattia in cinque
giorni; un altro in 35; un terzo non svilupparla affatto.
Vengono anche descritte le eventuali cure mediche. Non si sa come si propaga
la malattia, nè come si contrae l’ “infezione”. Alcuni casi sono molto gravi, altri
sono abortivi, ma il perchè di questo fatto è sconosciuto. Si pensa che la mancata
cottura dei cibi favorisca il “diffondersi” della malattia. Io sfido chiunque a portare
almeno un caso di poliomielite sviluppatasi in una famiglia dove l’alimentazione
è a base di cibi crudi.
Viene sconsigliato bagnarsi in acque non troppo pulite. Il rapido aumento e la
diffusione della malattia, sono sembrati coincidere con lo scomparire di luoghi di
balneazione naturali (stagni, laghetti, ecc.), ed il sorgere di piscine controllate e
disinfettate. Ma i luoghi dove 60 anni fa, noi bambini facevamo il bagno, ritenuti
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sia un’usanza istintiva e che possa in qualche modo essere collegata alle necessità
ed al benessere della razza. Può darsi che le tribù se la siano scambiata tra di loro,
che sia un’usanza di vecchia data e che abbia viaggiato insieme alle popolazioni
nomadi.
Tuttavia, esiste una fase della vita selvaggia che secondo me può essere stu-
diata traendone grossi benefici. Il periodo di allattamento prolungato rappresenta
un’abitudine che non nasce dalla magia, che ha un rapporto diretto con il benes-
sere del piccolo e che, nel contempo, trova una somiglianza nei corrispondenti
periodi di allattamento dei mammiferi inferiori all’uomo. La magia dei selvaggi
non ha trovato nessun sostituto al latte materno e nessun mezzo per abbreviare
il periodo di allattamento. Riguardo a ciò probabilmente la madre selvaggia si
attiene scrupolosamente alle usanze primitive e normali.
In condizioni di vita naturali, il latte della madre dura per tre o quattro anni
ed è la regola che i bambini vengano allattati per tale periodo. Spesso anche i
bambini più grandi continuano ad essere allattati. Fino a che la tribù non progre-
disce economicamente al punto di poter mantenere gli animali domestici con cui
sostituire il latte materno, il periodo di allattamento continua per due o tre anni,
ed è molto raro che scenda al di sotto dei due anni.
Potrebbe essere osservato che nella vita civile, poichè siamo stati in grado di
creare nuovi schemi alimentari apparentemente soddisfacenti, il normale schema
alimentare possa essere sorpassato. Questa teoria non è sostenuta dai fatti, come
potremo verificare nel capitolo successivo. In questo momento voglio solo affer-
mare che, ove possibile, e per la grande maggioranza delle donne è possibile, il
bambino dovrebbe essere allattato per tutta la durata del normale periodo della
dieta a base di latte ed anche per il minimo del periodo di transizione. Anche se
la madre non possiede latte a sufficienza per soddisfare le necessità del bambino,
ella dovrebbe dargli il suo latte, benchè minimo, insieme ad un latte proveniente
da altra fonte. Non riesco a comprendere la teoria moderna che sostiene che il
latte della madre non è adatto al bambino che ha più di 1 anno o più di 9 mesi, co-
me afferrano alcuni medici specialisti, o che un periodo di allattamento più lungo
possa essere dannoso sia per la madre che per il bambino. Alcuni medici specia-
listi spesso dichiarano che ≪è un grosso sbaglio continuare ad allattare per troppo
tempo, in quanto questo fatto tende ad accrescere la dipendenza del bambino dalla
madre e naturalmente ciò è nocivo per la sua salute≫. Inoltre essi dichiarano che
un allattamento prolungato costituisce uno sforzo troppo grande da sostenere per
l’organismo materno e pertanto nocivo per la salute della donna.
J. Clark Moloney, M.D., il quale ha trascorso sette mesi ad Okinawa nel dipar-
timento psichiatrico dell’esercito americano, durante la seconda guerra mondiale,
esprime un’opinione opposta, l’opinione comune e diffusa tra tutti gli igienisti:
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riportata in diverse forme, come ad esempio: ≪in ogni famiglia, era il bambino
meglio nutrito a contrarre la poliomielite≫; ≪essa attacca i bambini più robusti≫;
≪la polio sembra colpire quei bambini precedentemente ben nutriti≫. Ora, queste
affermazioni sono vere, o lo standard della robustezza fisica, cosı̀ come è vista dai
medici, è completamente falsata? Diversi anni fa, Mr. Bevan, allora Ministro della
Sanità inglese affermò, basandosi su deduzioni mediche, che: ≪Molte ricerche in
svariati paesi, hanno fallito nello stabilire il perchè i casi di poliomielite aumentino
di tanto in tanto, e fino ad ora nessuno è stato ii grado di isolare un fattore comune,
atto ad indicarne la causa . . . non esiste la benchè minima connessione tra malattia
e malnutrizione≫.
A tale proposito è stato ben sottolineato da Dion Miller, della Florida, che è
stato statisticamente provato l’esistenza di una ben precisa correlazione tra
l’aumento dell’uso della Coca Cola – e bevande simili – e l’aumento di casi di
polio.
Ora, se è pur vero che un rapporto di contemporaneità non implica necessa-
riamente un rapporto di causalità, e sebbene il Sig. Miller non sia mai stato in
grado di dimostrare che “simili bevande” siano la causa della poliomielite, i dati
da lui riportati, risultano essere molto suggestivi. Una cosa è comunque certa,
l’uso abituale di sostanze di questo tipo è deleterio, ai fini della digestione e della
nutrizione. Ogni bicchiere o bottiglia di Coca Cola o bevande simili, contie-
ne dosi abbondanti di quella abominevole sostanza che è lo zucchero bianco.
Contiene inoltre coloranti ed aromi artificiali, una forte dose di acido fosfo-
rico ed uno o più veleni, come la caffeina. Tali bevande privano il corpo del
calcio, ed è riscontrato che in tutti i casi di poliomielite è presente una deficienza
di questo sale nel sangue. Cosı̀ come non è possibile attribuire che la causa della
poliomielite a questo tipo di bevande, non esistono prove per affermare che la loro
assunzione non contribuisca all’insorgere di tale malattia.
I medici hanno sempre considerato il latte, i cibi crudi, alimenti portatori di
virus. Essi si sono opposti ai cibi crudi dopo 130 anni che Graham li aveva ri-
tenuti commestibili. Settant’anni fa essi proclamarono che i cibi non sottoposti
a cottura erano portatori di “germi patogeni”. In special modo la lattuga cruda
veniva additata come portatrice di germi tifoidei. Comunque, da quel momento
tale teoria è stata largamente contestata, tanto che anche i medici oggi ingeriscono
abitualmente lattuga e sedano crudo. Ma nonostante tutte le rivelazioni circa il
potere distruttivo che la cottura esercita sui cibi, le loro obiezioni verso i cibi cru-
di persistono. Il “virus” ha dato loro un’altra opportunità per contestarli. Credo
comunque sia chiaro a tutti ormai che i bambini abituati ad ingerire cibi crudi
non vengono colpiti dalla poliomielite. Non esiste la benchè minima prova che
la pastorizzazione sia in grado di distruggere il “virus” ritenuto responsabile della
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poliomielite; è certo invece che la malattia sia andata aumentando, causando sem-
pre più numerose epidemie, proprio da quando ha avuto inizio la pastorizzazione
del latte. Nelle città in cui si trova solamente latte pastorizzato, l’incidenza di
casi di poliomielite è maggiore di quanto non lo sia in quelle popolazioni rurali
dove si è soliti bere latte non pastorizzato. È molto più probabile che lo squili-
brio alimentare prodotto dal latte non pastorizzato, sia in gran parte responsabile
dell’aumento della poliomielite.
Gli igienisti insistono sul fatto che la malnutrizione è un fattore importante
nella produzione della poliomielite. Ma pensiamo anche che occorrano due gene-
razioni di malnutriti prima che si gettino le fondamenta per l’evoluzione di questa
malattia che è certamente dovuta ad un indebolimento del sistema nervoso.
Non dobbiamo poi dimenticare che la nostra concezione di malnutrizione o
buona nutrizione, è essenzialmente diversa da quella dei medici. Possiamo farci
un’idea di quello che per loro significa “una buona nutrizione”, se ad esempio
facciamo visita ad uno di quei concorsi di bellezza per bambini. Lı́ vedremo che
i primi premi verranno sicuramente assegnati ad esserini straripanti di grasso,
con i tessuti saturi di acqua. Più questi bambini saranno grassi e più verran-
no considerati “ben nutriti”, nonostante il loro fisico sia la conseguenza di una
sovralimentazione sconsiderata e indiscriminata.
I medici sembrano confondere il grasso con la salute. Certi individui di peso
superiore alla norma, vengono definiti “ben nutriti”, “robusti”, “forti”, “in salute”.
Quando poi andiamo a leggere ciò che i medici scrivono a proposito della polio,
scopriremo che la malattia colpisce principalmente proprio quei bambini “ben
nutriti e robusti”.
Quando i medici dichiarano che l’epidemia acuta di poliomielite si “manifesta
maggiormente tra quei bambini precedentemente ben nutriti”, dobbiamo quindi
pensare che essi si riferiscano a quei bambini pletorici, in sovrappeso, che sono
stati rimpinzati con diete convenzionali e denaturate, composte di cibi messi
insieme senza alcuna logica alimentare. Dobbiamo anche pensare che la causa
di infezioni catarrali e disturbi digestivi nel corpo del povero bambino, sia dovuta
proprio a questo tipo di alimentazione.
Molti di questi sfortunati bambini erano stati “cosı̀ ben nutriti” già prima della
nascita, che il loro peso al momento di questa, si aggirava attorno ai 4-5 chili.
I bambini troppo grassi al momento della nascita, vanno spesso incontro a
gravi danni al cervello e alla spina dorsale. È inoltre da sottolineare che questi
bambini “ben nutriti” sono facilmente soggetti a problemi di dentizione, e malattie
come la poliomielite d’estate e la polmonite d’inverno.
Quei bambini rimpinzati con “cibo nutriente” consistente in pane bianco, zuc-
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chero bianco, colazioni denaturate a base di cereali, latte pastorizzato, torte, bi-
scotti, caramelle, gelati; con alimenti contenenti proteine facilmente decomponi-
bili, come vitello, hot dog, hamburger, pollo, pesce, ecc.; a cui vengono sommi-
nistrate vitamine sintetiche, olio di ricino, droghe, tonici, molta acqua per “sciac-
quare i reni”, e bevande gassate, potranno sı̀ crescere grassi, avere guance rosee
(segno di pletora), ma non saranno di certo stati nutriti nel vero senso della parola.
Sebbene le più recenti scoperte in campo nutrizionale, abbiano lasciato la classe
medica indifferente, le persone intelligenti potranno facilmente riconoscere come
quei bambini eccessivamente grassi siano in definitiva mal nutriti.
A questo punto si potrà facilmente notare come noi Igienisti abbiamo un con-
cetto completamente differente da quello dei medici quando usiamo i termini “ben
nutrito” o “mal nutrito”. Essendo il medico abituato a considerare un bambino
troppo grasso e malnutrito “in piena forma”, ha poi bisogno della teoria dei ger-
mi e dei virus per giustificare il fatto che questo possa ammalarsi da un momento
all’altro, a volte morire, nonostante i progressi della più recente ricerca scientifica.
Ciò che noi affermiamo invece è che la poliomielite colpisce solo quei bam-
bini con sistemi nervosi deboli a causa della malnutrizione e dall’uso di droghe e
vaccini. Dobbiamo comunque avvertire il lettore che non per questo il bambino
magro, ma soggetto allo stesso tipo di dieta, debba considerarsi in buona salute.
Gli individui sotto peso possono essere, e spesso lo sono, meno tossiemici di
quelli sovrappeso, e comunque i casi di polio sono meno frequenti tra i più ma-
gri. Non dico che la malnutrizione sia la causa della polio. Dico solamente che
crea le basi per questa malattia. I bambini che si rimpinzano di latte pastorizza-
to, bistecche, maiale, hot dog e hamburger fuori orario, trascurando un’adeguata
combinazione degli alimenti, avranno le viscere che abbondano di putrescenza.
Soprattutto nei mesi più caldi saranno soggetti a sepsi ed andranno incontro
ad un avvelenamento cronico.
Oggi i nostri bambini vengono alimentati in maniera completamente errata e
con poca intelligenza. Vedo frequentemente madri “allattare” i propri figli con
Coca Cola. Vedo bambini uscire da scuola e precipitarsi a comprare bevande
gassate, piene di additivi chimici.
Essi vivono di tali bevande, di hot dog, torte, caramelle ed altri veleni. Più
avanti poi impareranno a fumare, a bere birra ed alcolici. Non c’è nessuna pos-
sibilità che questi bambini godano di una buona salute: essi soffriranno di carie
dentali, difetti alla vista, spalle ricurve, facce foruncolose, raffreddori frequenti,
tonsilliti, sintomi nervosi, ecc. Fin quando la popolazione adulta penserà di po-
ter vivere come più gli piace, fin quando indulgerà ad ogni specie di stimolanti,
mangerà male e sregolatamente fino a quando lascerà via libera ai sensi sin dalla
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 317 –
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minore età, inviterà i propri figli a seguire il suo esempio, fino a quando si conti-
nueranno a costruire ospedali più grandi e migliori, e ricoveri per genti malate di
mente, non potremo che avere una popolazione di malati ed insani, che perirà nel
suo marciume. I nostri migliori medici, educatori e autorità pubbliche invece di
guidarci su una strada migliore, non fanno che uniformarsi a questo modo di vita.
Che i vaccini ed i sieri producano frequentemente danni al sistema nervo-
so è risaputo da parecchio tempo. Alcuni esempi verranno riportati nei capitoli
seguenti.
In questo capitolo ci interessa in modo particolare la funzione di queste so-
stanze estranee nello sviluppo della poliomielite. Per un certo numero di anni i
giornali hanno riportato casi di poliomielite nelle varie parti del paese che avevano
eseguito le vaccinazioni a bambini in età pre-scolastica. Cominciò a nascere il so-
spetto che la vaccinazione per quanto non potesse causare la poliomielite, potesse
almeno contribuire alla sua incidenza. Il fatto che le “autorità” mediche fossero a
conoscenza del fatto che esistesse una connessione tra vaccino antivaiolo e polio-
mielite fu enfatizzato il 23 settembre 1931, quando il New York American, riportò
la seguente notizia: ≪Il dott. John Oberwager, del dipartimento della Sanità, ha
suggerito di permettere ai bambini l’accesso nelle scuole senza preventiva vacci-
nazione durante il periodo dell’epidemia. È stato inoltre suggerito ai genitori di
evitare vaccinazioni, operazioni alle tonsille ed altri interventi chirurgici minori,
durante tale periodo≫. Due giorni dopo, il 25 settembre, il New York Sun ripor-
tava tale articolo: ≪Su consiglio del Funzionario della Sanità, Shirley W. Wynne,
il Sovraintendente alla Scuola, O’Shea, ha temporaneamente sospeso l’ordine di
vaccinazione per i nuovi iscritti. La temporanea sospensione della richiesta di
certificato di vaccinazione era venuta a seguito di lamentele da parte di alcuni
genitori, che temevano che le resistenze fisiche dei loro figli, nel combattere la
paralisi infantile, venissero indebolite dalla vaccinazione. Fino ad allora questo
non era mai avvenut≫.
In seguito si fece di tutto per tentare di nascondere la relazione tra vaccini e
poliomielite. Era, comunque, impossibile reprimere per sempre l’evidenza dei di-
sastrosi risultati della vaccinazione. Venne infatti il giorno in cui tutta la faccenda
venne a galla. Sfortunatamente per gli Americani ciò accadde in altri paesi, e cosı̀
i medici potettero prendere altro tempo prima di essere costretti ad ammettere che
avevano contribuito all’aumento dei casi di poliomielite, se non addirittura che
erano stati proprio loro la causa della malattia.
Si ebbero notizie di vari disastri occorsi ad esempio dopo le vaccinazioni
in Francia e in Italia.
La questione fu portata nel 1947 dinanzi al Ministero della Sanità inglese e si
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 318 –
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fece presente che vi erano stati dei casi di poliomelite a seguito di vaccinazioni.
Ma il ministero non si pronunciò in proposito. Nel 1950, comunque, l’atteggia-
mento cambiò ed il Sig. Bevan dovette ammettere che tutta la questione doveva
essere riesaminata. Nell’aprile dello stesso anno The Lancet (Rivista Medica In-
glese) e The Medicai Officer, pubblicarono degli articoli riguardanti casi di paralisi
infantile che seguirono le vaccinazioni contro la difterite, la tosse convulsa e vari
abbinamenti di vaccini. Questi articoli rivelarono che esisteva una provata con-
nessione tra il vaccino e la paralisi infantile. Il giornale The Lancet veniva redatto
da un medico australiano, il doti. McCloskey, esperto di paralisi infantili. Egli
elencava una serie di reclami fatti da genitori di bambini colpiti da “polmonite
paralizzante” precedentemente vaccinati. Ciò indusse il Dipartimento di Sanità
dello Stato di Victoria ad indagare la “storia” dell’immunizzazione in 375 casi di
polmonite, riscontrati durante l’epidemia che si sviluppò tra l’8 gennaio ed il 30
agosto 1949. Il dott. McCloskey affermava che dei 340 casi presi come campione
31 avevano precedentemente ricevuto iniezioni profilattiche, di una o più specie,
durante i mesi antecedenti lo sviluppo della paralisi e che questa aveva colpito
proprio l’arto che aveva subito l’iniezione. Il dott. McCloskey scoprı̀ 23 casi si-
mili sviluppatisi tra il 3◦ ed il 12◦ mese dopo la vaccinazione, e 121 casi che si
svilupparono dopo oltre un anno dalla vaccinazione.
L’articolo del The Medicai Office (8 aprile) fu scritto dal Dott. Dennis H.
Geffen, e riguardava: “La paralisi dei bambini a Londra a quattro settimane dal
vaccino”. Il 10 aprile, Chapman Princer, riportava tali scoperte in un suo articolo
sul Daily Express, egli scriveva: ≪Dopo aver realizzato quante pericolose fossero
le loro scoperte, i medici cercarono di ritardare di alcuni mesi le pubblicazioni≫.
La faccenda arrivò finalmente sui giornali e divenne pubblica. In un primo mo-
mento il Ministero della Sanità Britannico cercò di sminuire l’intera faccenda,
insistendo sugli “insignificanti” rischi della vaccinazione, ma in seguito non potè
evitare una circolare a tutte le autorità mediche, dove si rendevano noti i risultati
di un’inchiesta statistica fatta eseguire su suggerimento di Sir William Jameson.
L’inchiesta era stata condotta dal Prof. A. Bradford Hill e dal Dott. Kno-
welden, essi riportarono sul British Medicai Journal (1 luglio 1950) che nell’e-
pidemia di poliomielite che colpi nel 1949 il Galles e l’Inghilterra, ≪vi furono
casi di paralisi associati con vaccinazioni eseguite durante il mese antecedente la
malattia≫.
In un primo momento le autorità britanniche erano inclini a credere che il peri-
colo risiedesse solo nell’uso di vaccini composti. Ma quando venne loro mostrato
che statisticamente esisteva tanto pericolo nella sola vaccinazione anti-difterica, o
in quella per la tosse convulsa, che in quei vaccini combinati, essi furono costretti
ad abbandonare tale posizione.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 319 –
del dott. H.M. Shelton
Sir John Charles, primo funzionario dell’Ordine dei Medici, inviò una lettera
ufficiale nella quale metteva in guardia i medici sui possibili pericoli derivanti
dalla vaccinazione anti-difterite associata con la paralisi. Si suggeriva ai medici
di far uso del loro intuito personale, al fine di sospendere eventuali programmi di
vaccinazione nel caso di un numero insolito di paralisi infantili nella loro area.
Anche il Dipartimento di sanità Scozzese inviò una circolare dello stesso tipo.
Dal Luglio di quell’anno, le vaccinazioni furono sospese, a Birmingham, Chasgon
ed in altre città britanniche. Queste scoperte indicano che le vaccinazioni iniet-
tate alla periferia di un nervo possono portare come conseguenza dei gravi
danni ai centri nervosi. Alcuni studiosi sono inclini a pensare che il perico-
lo maggiore risieda nel periodo che va dalla prima alla quarta settimana dopo la
somministrazione del siero, anche se non c’è alcuna ragione per credere che è du-
rante tale periodo che avviene la completa ripresa dei centri nervosi. Anzi, non
c’è nessuna prova che attesti che avvenga una completa ripresa. Il medico austra-
liano McCloskey riscontrò alcuni casi che si manifestarono dopo un anno dalla
vaccinazione.
Un medico dimostrò che questi casi di poliomielite post-vacciantoria si stava-
no manifestando da diversi anni.
Il Ministero della Sanità Britannica non volle credere che i preziosi vaccini
potessero essere in qualche modo responsabili della paralisi, perchè se cosı̀ fosse
stato “sarebbe stato una vera tragedia se la gente avesse smesso di far vaccinare
i propri bambini contro la difterite”. Se esistesse un vero Ministero della Sanità,
forse si saprebbe che esistono mezzi molto più sicuri per garantire la salute dei
nostri figli, e che non esiste affatto questa cosa chiamata immunità, e ancora
che non è danneggiando il fisico e l’organismo dei bambini che si prevengono le
malattie. A conferma di ciò, faccio presente che nel 1951, il Dipartimento di Sa-
nità sospendeva le inoculazioni (la cosiddetta immunizzazione) contro la difterite
e la tosse convulsa ai bambini ed ai neonati, nella stagione chiamata della polio,
che andava dal 15 giugno al 1 ottobre.
La notizia, pubblicata sul New York Times il 12 giugno 1951 diceva: ≪La
decisione è stata presa sulla base di un rapporto preliminare basato su indagini
iniziate lo scorso marzo≫; le scoperte vennero rese note sui giornali medici redatti
da scienziati inglesi e australiani. Tali studi, eseguiti da scienziati stranieri, ed ora
sostenuti dal Dipartimento Americano di Sanità, indicano che una grande parte di
quei bambini che avevano contratto la polio paralitica, erano stati sottoposti pochi
mesi prima, all’immunizzazione contro la difterite tossica e la tosse convulsa,
e che la parte paralizzata era, nella grande maggioranza, quella dove era stata
praticata l’iniezione.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 320 –
del dott. H.M. Shelton
25.1 PREVENZIONE
I medici affermano che: ≪Non esiste nessun modo per prevenire la poliomielite≫.
Essa si manifesta all’improvviso, colpendo ora l’una, ora l’altra comunità.
Viene ora asserito che la gamma globulina produce un’immunità parziale e
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Capitolo 12
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 322 –
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25.2 PROGNOSI
Una volta realizzato che nella maggior parte dei casi, anche se sotto tortura me-
dica, la guarigione avviene senza conseguenze gravi, coma la paralisi, si dovrà
guardare a quest’ultima come a un momento che necessita adeguate cure.
Il modo in cui si riuscirà a guarire dalla poliomielite dipenderà molto dalle
cure ricevute ai primi stadi della malattia.
Se la paralisi sarà permamente o meno, dipenderà esclusivamente dalla di-
stribuzione dell’area infiammata del midollo e della spina dorsale, e tutto ciò
dipenderà dal tipo di terapia seguita.
Dopo che un centro nervoso sarà stato distrutto dal processo infiammatorio,
non ci sarà nessun mezzo per restituirgli le sue funzioni.
L’unico vero rimedio, quindi, per la poliomielite è la prevenzione. È vero che
se la paralisi non è di tipo estensivo, i muscoli ausiliari possono essere rieducati
e lavorare al posto di quelli che hanno perso il loro potere, cosicchè per mezzo
di appropriati esercizi fisici, si possono evitare deformità e si può rendere l’arto
attivo, ma non esiste nessun mezzo per ridar vita ad un nervo morto. Nei casi
in cui la paralisi avrà intaccato un organo vitale, sopraggiungerà la morte. Quan-
do sopraggiunge la paralisi dei centri respiratori, viene spesso usato il “polmone
d’acciaio”, che però non è mai stato in grado di evitare la morte, ma solo di
prolungare l’agonia del malato. Questo sarà costretto ad una vita di completa
dipendenza e la morte sarà l’unica sua speranza di salvezza. C’è sempre da spera-
re, comunque, che i centri respiratori non siano stati cosı̀ danneggiati da rendere
la morte inevitabile.
La paralisi degli arti nella poliomielite, non è dovuta alla distruzione muscola-
re, ma alla distruzione del nervo. L’applicazione di calore e il movimento dell’ar-
to paralizzato che non ha alcun effetto sulle cellule danneggiate, nè è un mezzo
preventivo, o un rimedio alla paralisi. Il trattamento Kenny, che consiste in una
crudele tortura del malato, può essere meno deleterio del trattamento a base di
farmaci. Con questo non intendo certo approvare la dichiarazione medica: ≪Non
c’è niente, da noi conosciuto, che possa essere d’aiuto alle cellule del midollo
spinale≫.
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La stanza dovrà essere “inondata” di aria fresca sia di giorno che di notte. Se
la temperatura è fredda si dovrà tenere il paziente al caldo con rimedi artificiali,
soprattutto ai piedi.
Dovrà essere evitato qualsiasi tipo di cibo al primo segno di dolore o febbre.
Esso dovrà essere sospeso fino a quando non cesseranno tutte le convulsioni, i
movimenti spasmodici, le contrazioni spastiche, il dolore, la febbre, ecc.. Si dovrà
dare acqua fresca al malato solo su sua richiesta.
Non cercate di forzarlo a bere, forzare l’ingerimento di liquidi è un grave
errore.
Dopo la scomparsa di tutti i sintomi e la normale ripresa di tutte le secrezioni
si potrà riprendere l’alimentazione con spremute di frutta, (un mezzo bicchiere
ogni ora dalle otto alle sei), somministrando frutta intera solo il secondo giorno.
La dieta a base di frutta, dovrà protrarsi per tutta la prima settimana, dopodichè
seguirà una dieta a base di frutta, vegetali, noci ed altri cibi sani.
Per nessun motivo si dovrà ritornare alle malsane abitudini alimentari prece-
denti.
Potrete notare come questo tipo di cura sia la stessa da noi consigliata per tutte
le cosiddette febbri. Se tale piano sarà seguito, raramente, si manifesteranno dei
casi di paralisi o un prolungamento della malattia. Se il dolore dovesse essere
particolarmente intenso, si potrà impiegare del calore per alleviarlo. Il calore non
dovrà essere tanto intenso quanto quello consigliato dal trattamento Kenny. Non
dovranno essere somministrati calmanti, nè altri tipi di droghe.
Nei casi in cui saranno presenti mancanze di coordinazione muscolare o ner-
vosa, si dovrà intervenire con un programma di ginnastica. Sconsigliamo l’u-
so di stampelle perchè riteniamo che impediscano la ripresa della coordinazione
muscolare e nervosa.
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Capitolo 26
Ci viene più volte ricordato che la nostra è un’era molto difficile in cui crescere.
E cosı̀ è, infatti. Sin dall’infanzia i nostri bambini sono super-stimolati e sotto-
nutriti. Fin dal primo giorno di vita essi sono soggetti ad influenze e condizioni
innaturali. La povertà da una parte, e il troppo lusso dall’altra sono condizioni non
salutari per ogni individuo. Ciò che tutti ormai si prefiggono è di dare ai giovani
sicurezza sociale ed economica. Ma questo è solo un operato per fini egoistici e
di lucro. La maggior parte dei nostri bambini cresce nelle città anche se le città
non sono fatte per loro. Le città sono per gli adulti ed il commercio. Nelle città
non c’è posto dove il bambino possa giocare; non c’è abbastanza sole; i bambini
vengono separati dalla natura. Le strade sono pericolose e l’atmosfera che si re-
spira lo è anche peggio. Il contatto con la natura è di estrema importanza per
lo sviluppo mentale del bambino. Nelle grandi città il bambino passa la sua vita
nell’appartamento. Un gioco spontaneo ed autodidatta è di primaria importanza
per i nostri bambini. Per rimediare ai problemi creati da questo stato innaturale di
cose, ci troviamo di fronte un crescente esercito di psicologi per bambini, cliniche
pediatriche, e poliziotti che cercano di assisterli e guidarli. Con i loro metodi non
stanno facendo altro che creare tanti nevrotici quanti ne crea comunque il tipo di
vita nella quale sono costretti a crescere. Lo psicologo non è che un uomo d’affari,
al quale fa piacere che tali condizionamenti esistano, e non ammetterà mai che il
tipo di sistema nel quale viviamo debba cambiare per andare incontro ai bisogni
umani.
Come aveva ragione Puck quando esclamò ≪Che pazzi sono questi mortali!≫.
≪ A che scopo avere tanto successo negli affari se poi manca la cosa principa-
le?≫ Questa domanda tanto pertinente fu rivolta dal dott. Henry Newman del
“Brooklyn Society for Ethical Culture” (Associazione di Cultura Etica di Broo-
klyn), prima dell’annuale conferenza del Metropolitan District of New York State
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ai propri figli tutto ciò che essi desiderano, senza mai correggerli, privano loro di
ogni senso di responsabilità, li viziano ed arrecano grave danno alla loro futura
vita di adulti. Il miglior insegnamento che un genitore possa dare a suo figlio
è quello di insegnargli ad auto-governarsi. Gli uomini sembrano ormai esseri
governati dai loro sentimenti piuttosto che dal loro giudizio. Un corretto sistema
educativa disciplinerebbe i sentimenti, frenando gli impulsi. Tale educazione deve
naturalmente iniziare rià primi anni di vita o nell’infanzia.
Oggi i bambini sono vittime di esperimenti psicologici e pedagogici. Ricevono
un’infarinatura di nozioni senza che nulla venga approfondito. In alcune scuole
“moderne” i ragazzi e le ragazze, in età preadolescenziale, vengono invitati dai
loro insegnanti ed educatori a masturbarsi, non in segreto, ma apertamente.
Lo Stato rivendica il suo diritto sul bambino. Egli se ne appropria in giova-
ne età. Il ragazzo deve andare a scuola altrimenti i genitori saranno puniti. Lo
Stato non sarebbe in grado di appropriarsi del bambino se il genitore non accon-
discendesse a ciò. I bambini interferiscono con i divertimenti dei genitori, creano
responsabilità, e i genitori sono felicissimi che lo Stato si prenda cura di loro.
Ci stiamo rendendo ora conto dell’influenza della scarsa nutrizione sul plasma
germinale.
Come ci si sta rendendo conto dell’infuenza del cibo, del sole, dei veleni, ecc.
dovremmo iniziare a renderci conto che solo una madre che si è nutrita a dovere,
potrà avere dei bambini in eccellente forma fisica. Ella dovrà aver avuto modo di
beneficiare del sole, e di tenersi alla larga dai veleni.
Abbiamo inoltre imparato che la cosiddetta sifilide ereditaria è dovuta a veleni
presenti nella madre (mercurio, arsenico), e trasmessi al figlio. È tempo che i
genitori si rendano conto che sono proprio loro ad arrecare i danni maggiori ai
propri figli a causa del loro snaturato modo di vivere.
Un bambino ha bisogno molto di più di un bel nome. Dai a tuo figlio un fisico
ed una mente sani, e ti benedirà per il resto della sua vita. Egli è già dalla nascita
in possesso di quelle potenzialità che lo renderanno grande.
L’unica funzione del bambino è quella di crescere, acquisire una costituzione
fisica robusta e sana che gli assicurerà vitalità nel futuro. Oggigiorno si fraintende
il significato della vera educazione; si pensa che essa consista nel far apprende-
re al bambino delle pure nozioni scolastiche. Si cerca di mandare il bambino a
scuola il più presto possibile, senza preoccuparsi minimamente dei suoi bisogni,
dei suoi teneri nervi e muscoli, delle sue fragili ossa, delle sue forze, del suo vi-
gore. Le nostre scuole pubbliche non possono insegnare ai bambini le regole di
vita al fine di evitare le malattie, perchè sono dominate da interessi opposti al fine
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che dovrebbe essere raggiunto. Ogni bambino è preparato alle malattie da geni-
tori troppo indulgenti sia durante la fanciullezza, che più avanti negli anni. La
responsabilità dei genitori è grande.
Alcune madri circondano il loro bambino di eccessive attenzioni, imparten-
dogli un’educazione priva di significato. Esse fanno crescere i loro bambini in
appartamenti affollati, li nutrono con cibi denaturati, li “super-stimolano” in mille
svariati modi. Alla fine danno la colpa ai loro figli se questi diventano banditi, la-
dri, assassini o semplicemente nevrotici, da rinchiudere in prigione o manicomio
Sono necessari istituzioni come la polizia per controllarli, e tribunali per accusarli
e a volte anche “sopprimerli”.
Gli psicologi sono quasi tutti d’accordo nel dichiarare che il futuro di un indi-
viduo si determina durante i primi tre anni di vita. Non ci sono dubbi sul fatto che
questi sono anni molto importanti per la formazione del bambino, ma dichiarare
che essi sono determinanti per il futuro dell’individuo è un’esagerazione, tanto è
vero che ciò che accade durante questo periodo sembra avere molta poca influenza
sulla vita futura.
Sewel aveva dei dubbi su alcuni punti tipo: allattamento materno o artificiale;
pasti ad ore regolari o su richiesta del bambino; punizione o non per “incidenti
corporali”; far dormire il bambino con la madre o da solo durante il primo anno
di vita. Egli scrisse un articolo sul The American Journal of Sociology in cui
diceva di non aver trovato nessuna correlazione tra il modo in cui veniva trattato
il bambino durante l’infanzia, e la sua personalità.
Gli psicologi sono molto bravi nel trovare desideri infantili nascosti di cui noi
una volta cresciuti, non riusciamo a ricordarci.
I bambini non sono per natura cattivi. La vita è buona in tutte le sue manifesta-
zioni. In condizioni normali il corpo e la mente si evolvono in modo progressivo e
regolare. Sia mentalmente che fisicamente, moralmente e socialmente, il bambino
tende per natura verso l’ideale. Solo uno sviluppo perverso e oppressivo produrrà
cattiveria.
Date ai bambini la possibilità, ed essi diverranno uomini e donne splendidi.
Toglieteli dall’affollato e sporco mondo, date loro un posto dove giocare, date
loro sole ed aria pura, nutriteli con cibi sani, fate sı̀ che abbiano l’opportunità di
esercitare la loro ingenua creatività ed immaginazione.
Non continuate ad avvelenarli con droghe e sieri. In questo modo avremo
donne ed uomini sani, forti e virili. Tutto ciò permetterà di vuotare le prigioni e
i manicomi. Persone veramente intelligenti e colte creeranno sempre qualcosa di
buono e di bello, mai qualcosa di brutto e immorale.
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sone.
Una giovane madre che allevava il suo bambino secondo regole igienistiche,
si trovò ad iscrivere il figlio in un asilo nido. Il direttore della scuola conosceva il
tipo di alimentazione seguito dalla signora, e sapeva anche che non voleva che il
figlio seguisse la dieta convenzionale della scuola.
Quando nel pomeriggio la madre andò a riprendere il bambino a scuola, que-
sto non aveva fame, egli le disse che la maestra gli aveva dato del pane bianco con
marmellata, dicendogli però di non riferirlo alla mamma. La madre disse: ≪L’in-
segnante sapeva che io non volevo che mio figlio magiasse quelle cose e gliele
ha date ugualmente≫. Essa comunque non era tanto arrabbiata per quel fatto, ma
soprattutto perchè l’insegnante aveva indotto il figlio a dire delle bugie. ≪Credo
che ciò metta fine alla felice esperienza di mandare mio figlio all’asilo≫, mi disse
la madre.
Un’insegnante dovette assentarsi dall’aula. Durante la sua assenza, tre ragazzi
della classe iniziarono a fare confusione. L’insegnante tornò sentendo tutto quel
fracasso, ma quando rientrò tutto era calmo e silenzioso. Naturalmente chiese
chi era stato a fare tutto quel rumore, ed un ragazzo ammise francamente di aver
preso parte al gioco, mentre gli altri due invece rimasero zitti. Il ragazzo che
aveva confessato fu espulso da scuola mentre gli altri due no. L’insegnante seppe
in seguito chi erano gli altri due ragazzi, ma siccome era passato del tempo non
fece nulla.
Non fece quindi null’altro che penalizzare la sincerità, premiando la disonestà.
Gli insegnanti ed i genitori dovrebbero farla finita di insegnare ciò che loro fanno
abitualmente e dovrebbero pensare che cosı̀ facendo incoraggiano lo sviluppo di
caratteri negativi nei bambini. Noi siamo spesso troppo responsabili delle caratte-
ristiche negative dei nostri figli. Non c’è niente al mondo che debba ricevere tutta
la nostra intelligenza e pazienza quanto la formazione dei bambini.
Inoltre la scuola non va di pari passo con la vita. Il Sig. Hart ha ragione
quando afferma che ≪è la vita, e non la scuola, che educa≫. L’educazione inizia
con la nascita e finisce con la morte. La scuola è solamente un momento della
vita, può certo essere d’aiuto, ma spesso sopprime i geni, trasformandoli in mac-
chine. La disciplina scolastica frequentemente distrugge gli spiriti avventurosi e
pionieristici.
Siamo soffocati da troppa disciplina e autorità e non abbiamo abbastanza
libertà.
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della terra”.
Esiste secondo voi una ragione per la quale non dovremmo chiamare quei
secoli, “secoli bui?” Lo erano sicuramente, la miseria e l’infelicità regnavano
ovunque. La povertà e lo squallore abbondavano insieme all’ignoranza ed alla
sporcizia. La vita era breve, la mortalità infantile era veramente preoccupante, le
epidemie facevano stragi.
Ogni qualvolta abusiamo del nostro corpo sia per interessi spirituali che men-
tali, saremo in qualche modo puniti.
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principi generali. Un uomo è solo un esemplare di una stessa razza. Gli animali
giovani, quali i vitelli, i gatti, i puledri, ecc. che crescono più rapidamente del
neonato e raggiungono la maturità prima che esso abbia superato l’infanzia, non
hanno bisogno di essere alimentati con la frequenza con cui noi alimentiamo i
bambini.
Il doti. Page svezzò una gattina di sei settimane con due pasti al giorno a base
di latte e di pane integrale. I pasti venivano somministrati alle otto di mattina
e alle otto di sera; quando fu cresciuta di due terzi, egli ci racconta che ≪aveva
superato di gran lunga il resto della figliata che era stata alimentata più spesso e
più abbondantemente, e nella attività muscolare era la migliore. Nessuno potrebbe
immaginare un gatto più vivo e più felice di Topsy. La condizione della sua carne
era rimasta più o meno quella di quando era iniziata l’alimentazione≫.
Che l’eccesso di alimentazione tenda ad arrestare la crescita è un fatto risa-
puto. Perchè ingozzare i nostri bambini nel tentativo di farli ingrassare o di co-
stringerli a crescere più in fretta del normale? Il dott. Tilden afferma: ≪Se con
tre pasti al giorno un bambino dimagrisce, ciò, non vuol dire necessariamente che
l’alimentazione sia carente≫.
Parlando dei tre pasti al giorno, egli sostiene: ≪Se un bambino viene tirato su
in maniera giusta fin dalla nascita, non si sveglierà più di tre volte al giorno in ven-
tiquattro ore. Ecco, quindi, quante volte bisognerebbe alimentarlo. Suggerendo
questo metodo a molte madri, ho ottenuto dei risultati meravigliosi.
I bambini sono più magri (non grassi), molto attivi e più forti ed intel-
ligenti di quelli alimentati nella maniera tradizionale. Egli aggiunge, inol-
tre: ≪I bambini alimentati tre volte al giorno non soffriranno di stitichezza e non
rigurgiteranno dall’intestino le quantità di latte cagliato≫.
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stimolanti e droghe. I loro problemi sono proprio la conseguenza del mondo ar-
tificiale in cui sono costretti a vivere. Un giorno forse il nostro sistema educativo
rispetterà finalmente le necessità del bambino, e non quelle degli adulti, come ora
avviene.
L’amore ed il matrimonio non potranno essere puliti quando l’infanzia è
≪
sporca≫. Cosı̀ dichiarava il Prof. Schmalhausen nel suo libro Humanizing Edu-
cation. Egli dice: ≪Le nozioni distorte e immorali circa la vita e l’amore, che i
piccoli bambini apprendono nelle strade o nelle scuole, non sono altro che “dan-
nosi bagagli” che si porteranno dietro nella Vita, nell’Amore e nel Matrimonio≫.
Esiste una “cospirazione di silenzio” (da parte degli adulti), che nasconde ai bam-
bini le verità più innocenti. La franca curiosità dell’infanzia è guardata come
indecente; a domande oneste si risponde con favole, inganni e bugie.
Armati di ignoranza e ancora peggio, di disinformazione, vengono lasciati soli
a combattere la battaglia della vita.
La vita per questi bambini è come un incubo, un terrore. È un continuo ripe-
tersi di errori e risentimenti. Essi cresceranno, e si sposeranno. E che matrimoni!
I bambini non chiedono altro che la verità. Vogliono solo conoscere e sapere la
verità a loro negata. Perchè non cooperiamo con loro?
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sione. È obbligo dei genitori e degli educatori controllare che i bambini possano
esprimersi liberamente. Fate in modo che le loro energie vengano indirizzate in
giusti canali, ma non cercate di sopprimerle. Il divertimento sano è più forte del
vizio, e più salutare. Lasciate che ridano, cantino e giochino. Gli educatori oggi
pensano che la segregazione industriale sia uno dei grossi pericoli per l’educa-
zione dei bambini. Ci dimentichiamo troppo facilmente che una volta il luogo di
lavoro originale era la casa.
I bambini imparavano il lavoro dai loro genitori guardandoli mentre lavorava-
no ed imitandoli. Ogni bambina giocava ad aiutare la mamma ed ogni bambino
ad aiutare il papà. La vita era una scuola e il gioco il mezzo per assicurarsi un’e-
ducazione. Il lavoro si imparava facilmente perchè era stato già ripetuto milioni
di volte giocando.
La vita moderna ha separato il bambino dal suo naturale educatore che era il
genitore. L’elemento gioco nell’educazione è preso troppo poco in considerazione
nelle nostre scuole pubbliche e nelle grandi città il gioco è stato in gran parte
eliminato. È essenziale a questo punto un cambiamento radicale.
Il modo per tenere i bambini buoni è tenerli occupati≫. Questa è una verità
≪
a metà. I ragazzi sono sempre occupati. Il modo per tenerli buoni è dare loro
l’opportunità di rimanere tali. Ci sono diverse cose che i ragazzi amano fare.
Essi amano giocare. Essi faranno giochi costruttivi se sarà loro permesso,
ma se questi saranno loro negati, ripiegheranno su giochi meno sani. Essi amano
lavorare. Se c’è una cosa che essi preferiscono al gioco è proprio il lavoro. Amano
fare delle cose, costruirle. Probabilmente non piace loro fare quelle cose imposte
dai loro genitori od educatori.
Invece di permettere loro di dare libero sfogo agli istinti, cerchiamo di forzarli
a fare ciò che noi desideriamo.
Lo “spirito” del bambino si ribella ed è perfettamente normale che sia cosı̀.
I bambini amano esplorare, adorano scoprire le cose da soli, e ciò è di grande
aiuto al loro sviluppo. Essi amano provare la loro forza fisica, non solo uno verso
l’altro, ma con tutto ciò con cui sono a contatto. Questo è il mezzo attraverso il
quale madre natura insegna loro la disciplina.
Tutto ciò che è stato detto a proposito dei ragazzi è altrettanto vero per le ra-
gazze. Date ai ragazzi la possibilità di esprimersi normalmente ed essi lo faranno.
Essi si esprimeranno tanto normalmente quanto normalmente l’acqua dei fiumi
arriva al mare.
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cibo, le abitudini fisiche delle madri che allattano, l’atteggiamento delle donne nei
riguardi dell’allattamento, questi ed altri argomenti relativi sempre all’allattamen-
to sono stati più o meno ignorati dagli etnografi e dagli antropologi. Tra i popoli
cosiddetti primitivi, dove le classi economiche non sono differenziate o lo sono
solo lievemente, a volte i bambini vengono allattati da una nutrice, se la madre è
morta, anche se tra queste persone è assai più comune uccidere il neonato. Tra
i popoli primitivi è molto raro trovare una donna che non possa allattare i propri
figli.
Tra i popoli civilizzati sottosviluppati, le donne tendono ad allattare i bambi-
ni molto di più delle donne appartenenti a società molto progredite. Quando ci
occupiamo delle abitudini delle popolazioni più avanzate nei confronti dell’allat-
tamento, ci troviamo di fronte al fatto che le persone variano da classe a classe e
pertanto, entro lo stesso gruppo non esiste un’abitudine uniforme. Dove è avvenu-
ta un’evoluzione economica, tale da creare classi culturali ed economiche diverse,
si riscontrano variazioni di classe.
Tenendo conto di ciò, ci si renderà conto che i motivi per astenersi dall’allat-
tare i propri bambini derivano da situazioni completamente diverse. La crescente
riluttanza delle donne riguardo all’allattamento non costituisce uno sviluppo ba-
sato su principi sani. Purtroppo viene socialmente approvata, e appoggiata dalla
classe medica, incoraggiata dall’industria casearia e dai produttori di cibi in sca-
tola, in molti casi viene resa necessaria da esigenze di lavoro ed è sicuramente
in fase di crescita. Alcuni medici la condannano, ma la maggioranza segue la
corrente.
Vi sono donne che continuano ad allattare i propri bambini per due o più anni,
in base alla concezione che questo fatto possa prevenire il concepimento. Che l’al-
lattamento prolungato presenti una tendenza a ritardare la ripresa dell’ovulazione
sembra un fatto certo, cosicchè, allattando per lungo tempo un neonato, si hanno
gli effetti desiderati per quello che riguarda la prevenzione del concepimento. Ma
non è cosı̀ in tutti i casi. Senza dubbio le differenze nutritive possono giustificare
ciò. Nelle classi economiche più alte si ricorre spesso alla nutrice o alla balia an-
che se questa abitudine sta rapidamente scomparendo grazie al veloce diffondersi
dell’uso del biberon.
Nel sud, prima della guerra civile, le donne appartenenti all’aristocrazia, alla
classe che possedeva gli schiavi, utilizzavano le balie di colore per allattare i bam-
bini. La balia, in sostituzione della madre è sicuramente superiore alla vacca o
alla capra, ed in molte circostanze della vita moderna rappresenta una figura assai
positiva.
Ho già sottolineato i vantaggi dell’allattamento al seno materno rispetto all’a-
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Capitolo 27
PUNIZIONI CORPORALI
Quando i nostri padri desideravano impressionarci per farci capire il perchè biso-
gnava essere buoni tiravano fuori la storia dell’inferno. I piccoli bambini cattivi
sarebbero andati all’inferno, mentre quelli buoni in paradiso. Ma i bambini non
avevano paura dell’inferno o almeno non abbastanza per indurli a non fare certe
cose.
Quindi a questo punto i nostri padri aggiungevano punizioni corporali. Cer-
to era veramente faticoso formare un carattere sulla base delle punizioni e dei
castighi. Infatti non dava buoni risultati.
I critici dei giovani moderni esaltano la gioventù di una volta. Ma è evidente
che non pensano abbastanza. La gioventù è sempre stata impetuosa. Ha sempre
avuto bidogno di guida e istruzione. Ha sempre avuto bisogno di simpatia e com-
prensione. Alla gioventù non sono mai piaciute le correzioni e le istruzioni, ha
sempre voluto fare da sola e l’ha fatto. Ogni generazione deve imparare da sola,
la conoscenza non è mai nostra se non l’abbiamo vissuta.
Esistono ragioni molto più valide della paura di Lucifero e delle sue Acque
Sulfuree per essere buoni. Ci sono ragioni migliori che il fatto di avere come
premio il Paradiso nella vita eterna. Queste ragioni fanno parte del presente e non
di un ipotetico futuro.
Insegnate ai vostri bambini che è sbagliato ciò che diminuisce i loro poteri
mentali e fisici ed il rispetto della loro stessa persona. La conservazione ed
il miglioramento della vita è il più alto obiettivo della Natura, ogni cosa che
sarà in conflitto con questo obiettivo è errata, al contrario tutto ciò che lo
favorisce è giusta.
Da questo noi riceveremo soddisfazioni o punizioni, saremo puniti dalle nostre
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e belligeranti.
Alcuni rispondono allo stesso modo; altri scappano via. Tutti loro comunque
hanno paura delle punizioni e pensano solo ad evitarle a volte mentendo, a volte
dando la colpa ad altri bambini. Pochi di loro dimenticano velocemente e tornano
a sorridere presto. Il danno al loro “cuore” è spesso permanente.
La paura crea nel bambino delle cattive reazioni. ≪Ai bambini venne un giorno
chiesto cosa provassero – dice Alice Park – dopo essere stati picchiati, risposero,
che sentivano il desiderio d picchiare qualcuno, chiunque. Dal momento che non
si sarebbero mai permessi di colpire la madre o il padre, essi sfogavano i loro
impulsi su altri bambini, sul cane o sul gatto≫.
Un bambino disse: ≪mi fa sentire brutto per tutto il giorno≫. Pensate cosa
possa essere successo al sistema nervoso, perchè si manifestino questi effetti. Un
bambino è una cosa talmente tenera! Una parola troppo dura od uno sguardo cat-
tivo lo colpisce molto di più di quanto si possa immaginare. Una parola dura detta
ad un cavallo sensibile aumenta il suo battito cardiaco di dieci battiti al minuto.
Un bambino è più sensibile del più sensibile dei cavalli. Non maltrattate i vostri
figli, ciò danneggia lo spirito anche più della carne. Battere i bambini non è una
pratica selvaggia. Nessuna razza selvaggia che si sappia, ha mai maltrattato i suoi
bambini. Tra gli indiani americani, se un genitore arrabbiato picchiava il figlio,
questi veniva punito dalle persone della sua gente. Tehan, il “white indian”, che
settanta anni fa era il capo di una banda di Indiani del Texas e dell’Oklahoma,
raccontava di aver visto una volta sua madre che in un impeto di rabbia, aveva
picchiato suo figlio; il marito allora castigò la moglie.
I bambini indiani non venivano mai picchiati ed essi non erano mai disobbe-
dienti. Essi non furono mai dei ladri fino a quando l’uomo bianco non li rese
tali. Essi crescevano in modo naturale. La mente, il corpo e l’anima crescevano
in perfetta armonia. Le loro punizioni consistevano nei risultati inevitabili e
naturali delle loro azioni. Il ragazzo capisce questa logica. Questa è la naturale
disciplina contro la quale l’uomo non può ribellarsi.
Le associazioni per la difesa degli animali hanno fatto molto per fermare le
crudeltà contro di questi. Ma ancora purtroppo non si è riusciti ad educare i ge-
nitori in questo senso. Lo spirito umano non si è ancora esteso verso il problema
dei bambini. Le discipline familiari ancora si basano sulle botte e l’autoritarismo.
I vicini e la polizia intervengono solo nei casi più eclatanti di maltrattamenti nei
confronti dei bambini. I bambini vengono picchiati quando fanno qualcosa di sba-
gliato, mentre dovrebbero essere puniti i genitori. Sono stati questi ultimi incapaci
di istruire appropriatamente i loro bambini.
Gesell ed altri specialisti dopo diversi studi fatti in proposito sono concordi sul
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fatto che nel momento in cui il bambino raggiunge l’età di due anni e mezzo i ge-
nitori iniziano a perdere la pazienza e ad usare le mani per picchiarli. Ciò è molto
poco intelligente da parte dei genitori. L’ammonizione di Trall dice: ≪Non punire
mai tuo figlio, corregilo, istruiscilo, consiglialo, sempre≫. I bambini apprendono
meglio in un’atmosfera di gentilezza e comprensione.
Sviluppano meglio se non repressi dalla paura delle punizioni. La paura delle
punizioni forma delle basi di condotta molto instabili ed insoddisfacenti. Ci sono
genitori che picchiano i loro figli costantemente, sulle mani, sul viso, ovunque
e questi bambini vivono in un costante stato di paura e confusione. Altri bam-
bini reagiscono diventando ribelli e incontrollabili. Divengono criminali come
risultato della crudeltà con cui sono cresciuti.
Non fate che il bambino perda l’amore ed il rispetto per voi, non permettete
che diventino dei ribelli, non insegnate loro a mentire. Un giovane ragazzo di
17 anni, il cui padre l’aveva sempre picchiato durante la sua breve vita, disse un
giorno: ≪Spero di diventare grande e grosso abbastanza per poter ripagare mio
padre di tutti i maltrattamenti ricevuti≫.
Certamente ciò è quanto nessun padre vorrebbe sentir dire a suo figlio. Po-
chi vecchi ipocriti dichiarano di essere infinitamente grati ai genitori per le botte
ricevute da piccoli.
Nessun ragazzo e divenuto migliore con questi sistemi. Nessuna tortura potrà
aumentare l’amore ed il rispetto per il genitore.
Una giovane madre chiamò un giorno i suoi bambini in casa: ≪Venite dentro e
sedetevi≫, comandò. Dal più grande al più piccolo sfilarono davanti alla madre e
si sedettero. Il più piccolo passandole davanti però disse: ≪Mamma non picchiar-
mi≫. L’obbedienza dei bambini era dovuta alla paura che avevano della madre.
Ma, una volta cresciuti abbastanza questi bambini saranno in grado di fare ciò che
desiderano e la madre non avrà più nessun mezzo per controllarli.
Abbiamo ascoltato molte persone anziane dire: “Se tornassimo indietro non
picchieremmo mai i nostri figli”. Si sono accorti dell’errore, ma un pochino troppo
tardi.
Esiste un altro metodo, molto vecchio e molto popolare, per impaurire i bam-
bini. ≪State bravi o verranno i cani a prendervi≫. Questo ed altri sistemi simili
non faranno che distruggere la pace nella mente dei bambini danneggiando la loro
salute.
Quando lo scrittore era un bambino, spesso gli succedeva nel cuore della notte
di saltare sul letto e gridare talmente forte da svegliare tutto il vicinato. Altre volte
di coprirsi il viso con la coperta fino a non poter respirare. Tutto questo accadeva
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per paura di sognare orsi, diavoli, fantasmi con cui veniva spaventato di giorno
per farlo stare buono. Si sviluppò cosı̀ in lui la paura del buio, paura che passò
solo quando arrivò alla maturità.
A causa della paura alcuni bambini divengono codardi e timidi. L’innato co-
raggio, l’istinto di libertà ed indipendenza viene respresso. Essi sviluppano la pau-
ra per il buio, sono soggetti ad incubi che disturbano il loro sonno ed è probabile
che tali shock producano dei gravi danni al loro sensibile sistema nervoso.
Stavo un giorno passeggiando su una strada di New York quando tutto ad un
tratto sentii una madre gridare: ≪Torna subito qui, ecco che arriva un poliziotto≫.
Ella ripeté la frase due volte. Attraverso la paura cercava di indurre il figlio ad
obbedirle.
Il mio ragazzo più grande non aveva paura del buio. Andava e veniva per la
stanza della casa, da solo e senza il benchè minimo indugio.
Nessuno lo aveva mai spaventato, egli dormiva tranquillamente da solo nella
sua stanza lontano dalla nostra. Poi un giorno un giovane venne nel mio ufficio e
cominciò a raccontare a mio figlio delle storie di fantasmi e uomini cattivi. Egli
gli disse che questi si nascondevano negli angoli scuri delle stanze. Il bambino
si impaurı̀. Sua madre ed io dovemmo faticare un intero anno per sradicare dal
ragazzo la paura dei fantasmi e degli orchi dalla sua mente. Era stato commesso
un crimine contro quel bambino.
Tali crimini dovrebbero essere puniti. Un giorno una madre ed il suo bambino
stavano attraversando una strada molto trafficata, il bambino avrà avuto circa tre
anni ed aveva fatto qualcosa che aveva fatto arrabbiare la madre. La madre si avvi-
cinò con la sua testa a quella del bambino e con fare isterico ed eccitato cominciò
ad urlare ed abusare del piccolo.
La sua voce stridula si sentı̀ per la strada nonostante ci fosse molto traffico.
Attraversarono la strada e la madre ripeté quella stupida performance, dopo di
che con la mano ed in presenza di tutti, sculacciò vigorosamente il bambino. In
quel momento la donna perse la testa ed il suo self-control. Perse l’intelligenza,
la simpatia e la comprensione del suo bambino. Il suo temperamento e il suo
intelletto in quel momento facevano di lei una donna non adatta ad essere genitore.
Se la donna avesse, in pubblico, maltrattato il suo cane o il suo cavallo la le-
ga per la protezione animale avrebbe fatto si che la donna fosse puntita, ma si
trattava solo di un bambino, del suo bambino e nulla fu fatto. Ma ella pagherà.
La legge di compensazione non le mancherà. Genitori, siate gentili con i vostri
figli. Simpatizzate con loro. Sforzatevi di capirli, comprenderli, amarli e guidar-
li. Rispettateli, rispettate la loro persona, i loro diritti, le loro limitazioni, le loro
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me≫. Se il ragazzo fosse stato più grande, tanto da potersi difendere, il genitore
l’avrebbe senz’altro rispettato maggiormente.
La migliore linea di condotta può essere insegnata attraverso gli esempi. Alice
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Capitolo 28
IL VAIOLO VACCINO
Il vaiolo vaccino è una malattia infettiva acuta che viene provocata dalla vacci-
nazione. La vaccinazione è l’inoculazione di sostanze settiche (pus) estratte dalle
pustole presenti sull’addome di una vacca infetta. Ma questa definizione manca di
un particolare importante: la vaccinazione è un’operazione criminale. Le prime
avvisaglie di questa malattia risalgono al 1774 quando un ignorante contadino
inglese, Benjamin Jesty, vaccinò la moglie ed i suoi tre figli con una sostanza
estratta dalle piaghe di alcune vacche affette da vaiolo vaccino usando, per
l’incisione, un ago da rammendo. Jesty credeva, alla stessa maniera delle mun-
gitrici di quel tempo, che una volta avuto il vaiolo vaccino si diventava immuni al
vaiolo.
Altri tentativi di questo genere furono fatti da un certo dott. Nash il quale morı̀
nel 1785. Alla sua morte gli appunti su questi esperimenti passarono nelle mani
del sig. Thomas Nash il quale aveva contatti con Edward Jenner, un famoso
ciarlatano al quale viene attribuita la “scoperta” della vaccinazione. Nel 1789
Jenner iniettò al suo bambino di diciotto mesi la sostanza del vaiolo suino. A
questa seguirono altre inoculazoni su altri bambini e fu quindi l’inizio della pratica
della vaccinazione.
Uno scrittore inglese, Arthur Wollaston, M. A. parlando della preparazione
professionale e delle qualifiche di Jenner afferma: ≪Le sue conoscenze profes-
sionali sono quasi inesistenti, la sua laurea in medicina non è il risultato di
un apporofondito lavoro scientifico di ricerca, bensı̀ il pagamento di quindici
ghinee all’Università di St. Andrews; la sua partecipazione alla Royal Society
fu ottenuta per mezzo di una frode, come ammette il dott. Norman Moore,
suo biografo≫.
Cosı̀, un’usanza nociva, nata dall’ignoranza e dalle superstizioni del passato,
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1500 a.C, sia stato il primo a praticare la vaccinazione e sembra che tra gli indù
fosse comune fare uso di vaccini. In Cina la vaccinazione è stata praticata da oltre
mille anni. L’usanza è cosı̀ radicata nelle superstizioni religiose delle varie popo-
lazioni che non dovrebbe essere difficile, per uno studioso di storia delle religioni,
capirne le origini. In India, Malaba ed in altre parti del mondo, la vaccinazione
era legata alla dea del vaiolo; era un rito superstizioso che doveva servire a placare
le ire della deità. Le persone che avevano offeso gli dei inventarono questo rito
malsano per farli ritornare di umore piacevole. Questa era l’opinione di Mr. Por-
ter, ambasciatore inglese a Costantinopoli nel 1755 (Gnetelman’s Magazine, ott.
1755): ≪È tradizione e credenza popolare che un angelo governi questa malattia.
Ed è per ingraziarsi i suoi favori che i Georgiani prendono una piccola parte di
sostanza vaiolosa e per mezzo di una sacrificazione la introducono tra il pollice
e l’indice di un’altra persona. Tutti credono che l’operazione sia infallibile nel
suo scopo. Per essere sicuri di essersi ingraziati l’angelo, appendono dei vestiti
rossi intorno al letto, essendo quello il colore favorito dell’essere celestiale che
intendono propiziarsi≫.
Non riesco ad immaginare come San Paolo, che si era rifiutato di mangiare la
carne offerta dagli idoli, possa essersi fatto vaccinare per favorire la dea del vaiolo.
Non riesco ad immaginare come Mosè, le cui leggi ebraiche in molti aspetti erano
eccellenti, possa aver comandato al popolo ebreo di farsi iniettare questa sostanza
infetta nel corpo.
28.1 SINTOMI
Il vaiolo vaccino comincia, con una leggera irritazione sul sito della vaccinazio-
ne. Al terzo o quarto giorno appare un’eruzione sotto forma di una pustola rossa
circondata da un’aureola rossa. Al quinto o sesto giorno la pustola diventa una
vescicola ripiena di una sostanza acquosa, con una netta depressione centrale.
All’ottavo giorno la vescicola appare completa ed è circondata da una zona arros-
sata di edema infiammatorio che provoca un prurito intenso. Al decimo giorno i
contenuti sono purulenti (pus) e la vescicola è diventata una pustola. La pelle cir-
costante è molto infiammata e provoca dolore. A questo punto l’aureola arrossata
comincia a screpolarsi dando luogo ad una essicazione che causa, tra il ventunesi-
mo ed il venticinquesimo giorno, la formazione graduale di una crosta marrone e
spessa, la quale si stacca e cade, lasciando un’orribile cicatrice. All’inizio, la cica-
trice è rossa ma con il passare del tempo diventa più chiara della pelle circostante,
e diventa profonda. L’evoluzione di questa patologia è accompagnata da febbre,
da sintomi e malesseri costituzionali e dall’ingrossamento delle adiacenti ghian-
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il titolo “L’influenza della vaccinazione sulle altre malattie”, egli afferma: ≪Una
malattia latente può essere risvegliata dalla vaccinazione≫. Questo accade nei casi
di sifilide congenita, di tubercolosi, ecc. Nel momento cruciale della vaccinazio-
ne possono manifestarsi convulsioni seguite da emiplegia (paralisi di un lato del
corpo). Quando questi stati si verificano in seguito a vaccinazione, e sono molto
più frequenti di quello che non si possa immaginare, i medici li giustificano attri-
buendoli a “trascuratezza” o a “infezioni secondarie”. Il dott. Richard C. Cabot
afferma: ≪Un altro fatto che disturba la mentalità della gente è che le incisioni
della vaccinazione diventano settiche, sia quando l’intervento è eseguito in ma-
niera accurata sia quando non lo è. Non bisogna solo incolpare il dottore se il
braccio del paziente si ammala. Nonostante tutte le precauzioni, se il paziente si
trova in cattive condizioni, l’incisione nella pelle può sempre diventare settica≫.
Questo è vero solo a metà. L’incisione della vaccinazione è settica sin dal-
l’inizio. Il vaccino è una sostanza settica. la vaccinazione è un’infezione settica
voluta. Accusiamo il medico di introdurre la sostanza settica nel braccio.
Il quadro della vaccinazione non è affatto positivo ed anche essendo tale non
basta a descrivere tutti i danni che questa pratica superstiziosa può causare. Voglio
che questo punto sia ben chiaro prima di liquidare l’argomento. ≪Magari avessimo
saputo prima quale cosa terribile fosse la vaccinazione≫, scriveva Mrs. A. Kyles,
in una lettera all’editore del St. Louia Times nel novembre del 1926, dopo che il
suo bambino era morto di tetano in seguito a vaccinazione. Egli era stato vaccinato
il 15 ottobre e morı̀ l’8 novembre del 1926; il tetano si era manifestato intorno al
31 ottobre. Migliaia di altre madri urlarono ≪magari avessimo saputo prima quale
cosa terribile fosse la vaccinazione!≫ Perchè questo non si è potuto sapere subito
e non dopo la morte di migliaia di bambini? Perchè credere ai discorsi di quelli
che si arricchiscono vendendo vaccini?
Il 7 ottobre, 1926, il piccolo Elmer Perry di 4 anni, figlio del Sig. John Perry
e signora, abitanti al N. 35 di Schalk St., Newark, N.J., fu vaccinato su ordine
dell’Istituto d’Igiene. Dopo 15 gg. si ammalò ed il 27 ottobre fu trasportato
all’ospedale colpito da tetano. Dopo poche ore morı̀. ≪Hanno ucciso mio figlio,
lo hanno ucciso≫, gemeva il padre affranto. ≪Non c’è più luce nella mia vita≫, si
lamentava la madre distrutta. Questa fu solo una tra le migliaia si scene tragiche
di questo tipo. I medici li uccidono per salvarli.
In questo caso le autorità declinarono tutte le responsabilità per la morte del
bambino. La morte fu attribuita alla sua condizione. È solo un esempio del mo-
do vigliacco con cui i medici sfuggono alle loro responsabilità. Sono l’unica
classe di criminali in grado di evadere le punizioni relative loro azioni crimi-
nose, scaricando le responsabilità sulle vittime. Il 20 giugno 1926, la piccola
Gerardine Creamer, di 4 anni, abitante al 611 di John St., Peeskill, N.Y., morı̀
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presenta una curiosa predilezione per i soldati≫. Il Capitano Sheffeld Neave, in-
glese, dichiara: ≪la meningite è la malattia dei soldati e dei bambini≫. Durante la I
Guerra Mondiale ci fu un’alta percentuale di mortalità e di invalidità tra i soldati a
causa della meningite cerebro-spinale. Chi è contro la vaccinazione la attribuisce
proprio a tale pratica. Questo ha sollevato numerose proteste da parte dei devoti
al pus ed alla divinità del vaiolo.
Nel Lancet, il giornale medico inglese più importante, del 4 settembre 1926, si
parla di 7 casi recenti di encefalomielite (infiammazione del cervello, del midollo
spinale e delle membrane) in seguito a vaccinazione in 2 ospedali di Londra. Il
prof. H.M. Turnbull ed il prof. Jas. McIntosh, i quali studiarono approfondita-
mente questi casi, nella “Rivista Inglese di Patologia sperimentale”, alla quale si
riferisce il Lancet, dichiararono: ≪Non c’è dubbio sul fatto che la vaccinazione
ha costituito un fattore causale definito≫. Il Lancet afferma che ≪le dichiarazioni
della “Rivista” includono riassunti di cartelle cliniche, di certificati di morte e di
descrizioni dei cambiamenti patologici, sia marcati sia lievi, nel sistema nervoso
centrale e nelle zone vaccinate, nelle ghiandole linfatiche di quelle regioni ed in
altri tessuti. Disegni molto dettagliati illustrano le lesioni istologiche riscontra-
te nel midollo spinale ai livelli inferiori. La prova dell’eziologia (la scienza che
studia la causa) derivante dalle manifestazioni cliniche ed istologiche, è molto evi-
dente e trova conferma nei risultati degli esperimenti biologici (esperimenti sugli
animali condotti separatamente dal Dott. Paul Fildes e dal prof. McIntosh). In
tre di questi casi, le inoculazioni di materiale dal cervello e dal midollo spinale
mostrarono la presenza del virus del vaiolo vaccino e di nessun altro virus≫.
I sospetti su questi medici cominciarono a nascere nel 1912 quando l’autopsia
di un ragazzo di 15 anni, da poco vaccinato, rivelò la presenza di encefalomie-
lite. Nel dicembre del 1922 una bambina di 9 anni arrivò all’autopsia dopo una
diagnosi di meningite tubercolare. Tuttavia il microscopio non rivelò alcuna lesio-
ne eccetto la cicatrice della vaccinazione, l’infiammazione ghiandolare nella zona
circostante la vaccinazione e lievi alterazioni nel sistema nervoso centrale. Il cer-
vello ed il midollo spinale presentavano le stesse peculiarità di quelle riscontrate
dieci anni prima in un bambino. ≪Altri casi – afferma il Lancet –furono ricono-
sciuti immediatamente, uno in un uomo di 21 anni ed altri in ragazze di 7, 12, 15,
e 22 anni. Tutti questi pazienti all’infuori di una ragazza, morirono nel corso di
un attacco di encefalomielite acuta complicato da bronco-polmonite≫.
Per dimostrare il decorso di questi 7 casi sarà sufficiente illustrare la condizio-
ne di una giovane donna di 22 anni. Era stata vaccinata da bambina e di nuovo
il 29 novembre del 1922. Dopo 7 gg. manifestò un forte mal di testa insieme ad
altri sintomi. Il 10◦ ed il 12◦ giorno era in stato di sonnolenza con febbre alta. Il
13◦ giorno era in stato semicomatoso ed il 14◦ giorno morı̀.
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Il Lancet del 9/10/1926, dichiara che in Olanda, nel periodo tra il 1◦ gennaio
1924 ed il l◦ Luglio 1925, ≪si verificarono 35 casi di encefalite di cui 15 furono
fatali, in seguito a vaccinazione≫. Il Lancet, nello stesso articolo menzionato pre-
cedentemente, afferma inoltre: ≪Degli studi sulle possibili vie di infezione hanno
dato risultati negativi; un esame dettagliato sulle zone vaccinate e sulle ghiandole
di quella regione ha fornito scarse informazioni in quanto i cambiamenti istologici
sembravano essenzialmente simili a quelli di un caso sotto controllo, cioè quello
di un bambino vaccinato recentemente e rimasto ucciso in un incidente≫.
Questo significa che il corso ordinario più regolare dei danni causati dalla
vaccinazione può facilmente provocare queste malattie. Il Lancet prosegue ul-
teriormente: ≪Nonostante non si possano identificare le vie d’infezione, sembra
che gli autori abbiano ragione nel concludere, in vista della rassomiglianza tra le
cartelle cliniche, dell’uniformità delle scoperte patologiche e dell’assenza di ca-
si simili indipendenti dalla vaccinazione, che la vaccinazione è stata un fattore
causale definito e non una pura coincidenza≫. (Italics Mine)
Nel 1927, quando Mr. Marky ed il Senatore Love discutevano sul problema
della vaccinazione, noi portammo all’attenzione pubblica il caso di una bambina il
cui corpo appariva contorto, enormemente emaciato e paralizzato, come risultato
della vaccinazione. Ricorrendo alla furbizia del politico suadente ed alle anti-
che scuse mediche della “infezione secondaria”, e della “malattia nascosta”, il
dott. Love cercò di far credere al pubblico che i guai della bambina erano dovuti
a qualche altro motivo che non alla vaccinazione. Ma la “affezione nascosta” è
un’illusione; al di fuori della fantasia dei medici non trova riscontro. Il Lancet in
precedenza aveva sostenuto la stessa teoria riguardo ai casi su menzionati. Nell’e-
dizione del 1◦ agosto 1925, riferendosi ai numerosi casi riscontrati nel continente
dichiara: ≪Gli esperimenti e le ricerche patologiche hanno dimostrato che questa
forma di malattia non è dovuta al virus del vaccino di Jenner. . . ≫ ≪esisteva già
un’infezione latente e la vaccinazione l’ha semplicemente portata allo scoperto≫.
“L’infezione latente” è solo un’altra scusa che per lungo tempo è servita ad in-
gannare la professione medica nei confronti della tubercolosi, della sifilide e della
lebbra in seguito a vaccinazione. Ma la fine di questo inganno è vicina. Il Lancet
ha ritratto la dichiarazione citata in precedenza affermando: ≪Non si sono mai
avuti casi simili indipendentemente dalla vaccinazione. Gli autori hanno fornito
motivazioni convincenti a sostegno della teoria che i casi post-vaccinazione non
sono puri esempi di poliomielite (infiammazione della materia grigia del midollo
spinale), encefalite o malattia del sonno in cui la vaccinazione rappresenta solo un
avvenimento casuale≫. Si dichiara che l’encefalomielite in seguito a vaccinazio-
ne presenta sempre delle lesioni più profonde di quelle della malattia del sonno e
che ‘≪storicamente, l’infiammazione nei casi ordinari di poliomielite (paralisi in-
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egli (dott. Daraskwiewicz) non ha mai riscontrato cicatrici di vaiolo, tuttavia erano
sempre presenti le cicatrici della vaccinazione≫. I medici olandesi dichiararono:
≪È impossibile negare il legame tra la vaccinazione e l’encefalite che la segue≫. È
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alla vaccinazione è difficile da stabilire oggi, ma alla luce dei fatti recenti siamo
certi che un gran numero di essi morı̀ per questo motivo.
Nel 1924, in Inghilterra ed in Galles si riscontrarono 5039 casi di encefalite
letargica, 397 di febbre cerebro-spinale, 777 di poliomielite acuta, 83 di polio-
encefalite, per un totale di 6296 casi, 2200 decessi, 2529 invalidi cerebrali per-
manenti e 1575 ristabilimenti completi in salute. I casi del 1924 furono 3 volte
più numerosi di quelli registrati in media nei 9 anni precedenti. Nel 1922-23-24,
i medici dell’Inghilterra e del Galles inventarono la presenza di cicatrici di vaiolo
causando 288.000 rivaccinazioni. ≪Questa vaccinazione extra fu seguita da un
aumento extra di casi di malattia del sonno ≫. Nel 1930, in Irlanda, si riscontrò
un caso di encefalite in un bambino che pesava l0 pounds. Era stato vaccinato il
3 maggio e si ammalò il 10 maggio, ≪era nervoso e vomitava. Il giorno seguente
era calmo ed apatico e su ammissione dei medici dell’ospedale, le sue condizioni
assomigliavano ad una forma di tetano≫.
La Lega delle Nazioni, nel rapporto del 27 agosto 1928 parla di 139 casi e
di 41 decessi in Olanda. Questo, tra gli anni 1928-29, provocò la sospensione
immediata della vaccinazione obbligatoria in quel paese. Il numero totale delle
vaccinazioni in Olanda durante la prima metà del 1928 fu inferiore di 113 rispetto
a quello della prima metà del 1927 ed i decessi a causa dell’enecefalite si ridussero
a meno di 113.
La Germania modificò le sue leggi sulla vaccinazione obbligatoria. Adottò
una clausola simile a quella presente in Inghilterra. Il “Notiziario Internaziona-
le” informa: ≪Il cambiamento di atteggiamento nei confronti della vaccinazione
da parte di Autorità mediche, cioè l’applicazione meno rigida della legge, è sta-
to causato principalmente dalla presenza delle molte malattie post-vaccinatorie
riscontrate in Olanda, Inghilterra ed in casi sporadici anche in Germania≫.
Le persone vaccinate manifestavano una sorta di infiammazione cerebrale
≪
(encefalite post vaccinazione), che provoca spesso la morte o anche una forma
leggera di disturbi mentali≫.
La seguente è parte di un articolo uscito sulla Rivista dell’Associazione Medi-
ca Americana del 5 aprile 1930: ≪Reisch riporta che in seguito alla vaccinazione
di 233 bambini tra i 5 ed i 10 anni, furono osservati diversi casi di sintomi di
encefalite. 2 casi furono particolarmente gravi e culminarono con la morte del pa-
ziente. L’autopsia rivelò le alterazioni tipiche dell’encefalomielite. Anche altri sei
bambini, 6-12 gg. dopo la vaccinazione, manifestarono i sintomi dell’encefalite.
Il Rapporto della Commissione per il vaiolo e la vaccinazione, dell’Istituto
d’Igiene presso la Lega delle Nazioni a Ginevra, datato 27 agosto 1928, afferma:
≪L’encefalite post-vaccinazione, di cui stiamo trattando, è diventata un proble-
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Capitolo 15
IL LATTE MATERNO
Le madri dovrebbero sempre tenere a mente che il latte di ciascuna specie è per-
fettamente rispondente ai fabbisogni dei propri piccoli, e non a quelli della prole
di altre specie. Ciò vale sia per il latte della specie umana che per quello delle
specie animali. Il latte non-specifico, vale a dire il latte di un’altra specie, non
solo non è ben rispondente ai fabbisogni del neonato dell’uomo, ma addirittura
può rivelarsi nocivo per il suo organismo. I fabbisogni nutritivi dei piccoli delle
varie specie variano notevolmente cosı̀ come variano i loro tassi di crescita. Il
tasso di crescita determina i fabbisogni alimentari dei piccoli e le correlazioni dei
vari fattori alimentari necessari. Con mirabile maestria, la natura adatta il latte di
ciascuna specie ai fabbisogni del piccolo di quella specie.
Tanto la composizione quanto le correlazioni dei vari fattori alimentari sono
cosı̀ specificamente adattate al piccolo della specie in esame, nei suoi vari stadi
di sviluppo, da dare l’impressione della perspicacia e dell’intelligenza con cui la
natura sovrintende alla produzione del latte. Tutto questo equivale a confermare
come ciascuna specie mammifera abbia il proprio specifico latte: il latte della
mucca è adatto a soddisfare gli specifici fabbisogni del vitellino; il latte della capra
quelli del capretto; il latte della coniglia è attentamente combinanto per rispondere
ai fabbisogni del coniglietto, e via dicendo.
Il latte della donna è preparato per soddisfare in modo attento e preciso gli
specifici fabbisogni del bambino nella sua crescita. Nessun altro latte prodotto in
natura può rispondere alle specifiche esigenze nutritive del piccolo dell’uomo. Il
latte umano viene secreto ad uso del neonato, e, in condizioni normali, in madri
sane, verrà secreto in quantità sufficiente ed in giusta qualità per un periodo di
tempo sufficientemente lungo da assicurare l’intero fabbisogno di latte del piccolo.
La Natura non ha alcuna fretta di nutrire i neonati di qualsiasi specie mam-
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sia compiuta una ricerca tra il materiale a disposizione, non possiamo essere sicuri
che questa lista sia completa. Anche se il servizio per la salute pubblica cerca di
studiare ed approfondire i casi sospetti di essere stati causati da prodotti biologici,
non esiste un meccanismo legale che obblighi la denuncia di questi casi al servizio
stesso≫.
Il Rapporto del 1918 del Chirurgo Generale dell’esercito americano dimostra
che nel 1917 negli ospedali militari furono ricoverati 19.608 uomini sofferenti di
vaiolo vaccino e di inoculazione anti-tifoide. Il rapporto del 1919, relativo all’an-
no 1918, mostra che i ricoveri di persone sofferenti di vaccinazione tifoide furono
23.191 e quelli riguardanti il vaiolo vaccino 10.830. Presumendo che le propor-
zioni di quelli che soffrivano a causa di queste 2 inoculazioni siano state le stesse
per i 2 anni in questione, si realizzerà che circa 20.000 uomini furono ricoverati
negli ospedali militari perchè affetti da vaiolo vaccino. Queste considerazioni non
tengono in alcun conto gli individui i cui sintomi venivano attribuiti ad altre cause
o non erano forti abbastanza per giustificare il ricovero in ospedale.
Il “Chicago Tribune” del 6 giugno 1926 riportava la morte di Kasmir Jeskey,
10 anni, figlio di Anna Jesky, abitante al 1523 della 17 Ave., Melrose Park. Il
giornale dichiarava: ≪Un avvelenamento del sangue che si crede dovuto alla
vaccinazione ha preso la vita di Kasmir Jesky≫.
L’anagrafe inglese registra, dal 1875 al 1923, 1464 decessi attribuiti ufficial-
mente alla vaccinazione. Queste cifre illustrano solo in parte la situazione in quan-
to la maggioranza dei decessi viene tenuta nascosta. Ad esempio, in una serie di
decessi causati dalla vaccinazione, l’ufficio informazioni pubblico rivelò che solo
in un caso la vaccinazione era stata considerata la causa del decesso. In un’altra
situazione di 17 decessi in seguito a vaccinazione, situazione studiata e pubblicata
da un medico, solo una morte fu attribuita alla vaccinazione.
Un medico inglese afferma: ≪Nei certificati da noi emessi, accessibili al
pubblico, è difficile trovare opinioni che possono nuocere all’immagine del
medico. Egli probabilmente in questi casi dice il vero ma non completamente e
considera il sintomo più evidente come causa del decesso. Come esempio dei casi
in cui l’immagine del medico è danneggiata, menzionerò l’erisipela in seguito a
vaccinazione e la febbre puerperale. Nel primo caso, che risale a non molto tempo
fa, sopravvenne la morte e, nonostante non avessi vaccinato il bambino, evitai
di menzionare questo fatto nel certificato di morte, nel tentativo di difendere la
vaccinazione stessa≫.
La vaccinazione deve essere salvaguardata a tutti i costi. Non importa quanti
bambini uccide, basta che non venga disonorata. È dovere dei genitori arrestare
questa rovina dei bambini. È dovere sacrosanto dei genitori proteggere i figli dai
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riporta le cifre ufficiali inglesi e gallesi relative alla percentuale annua di bambini
vaccinati ed al numero dei decessi da vaiolo, si dimostra assai interessante per chi
voglia interpretarla con intelligenza:
Durante il periodo in cui fu vaccinato l’85.5% dei bambini nati ed un altro 10%
morı̀ prima di aver raggiunto l’età per essere vaccinato, questi 2 paesi presentava-
no in media un numero annuo di 3708 decessi da vaiolo. Quando le vaccinazioni
erano diminuite a circa 1/3 dei bambini nati, il tasso annuo di mortalità da vaiolo
era sceso a meno di 2 all’anno. La domanda, a questo punto, per usare le paro-
le dell’ “Inquisitore sulla vaccinazione” (Londra) del feb. 1947, è: ≪Come mai
un’operazione che era in declino stava causando la scomparsa del vaiolo?≫
Nel 1942 a Swindon (Bretagna), un caso di vaiolo diede il via alla vaccina-
zione di moltissime persone. Si manifestarono solo 3 casi di vaiolo, tutti guariti,
ma 12 soggetti vaccinati morirono di infiammazione al cervello. Nello stesso an-
no vicino ad Edimburgo, in Scozia, otto persone morirono di vaiolo (di queste, 6
erano state vaccinate) e 10 morirono a causa degli effetti della vaccinazione.
In Bretagna, durante gli anni 1939-1944, ci furono 60 casi di encefalite post-
vaccinazione e di questi 31 furono fatali. Un tasso di mortalità leggermente su-
periore al 50%. Durante questo stesso periodo si verificarono 21 casi ufficiali di
vaiolo con solo 3 decessi. In altre parole, in Bretagna, durante questo periodo, ci
fu un numero di casi di encefalite post-vaccinazione maggiore di 3 volte rispetto
a quello dei casi di vaiolo ed i decessi da encefalite post-vaccinazione furono 10
volte più numerosi di quelli da vaiolo. Poichè queste cifre non sono ufficiali e ven-
gono fornite dalla professione medica inglese, la stessa che compila le diagnosi ed
i certificati di morte, esse costituiscono l’affermazione, da parte della medicina,
che mentre la vaccinazione non previene il vaiolo, il vaiolo vaccino è una malattia
assai più pericolosa del vaiolo stesso.
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te potente; questi casi si verificano inoltre, anche tra gli individui vaccinati nel
passato con un vaccino adatto.
Si viene vaccinati eppure si rimane colpiti dal vaiolo. Il vaccino non era “suf-
ficientemente potente”, ma questo è stato scoperto troppo tardi, quando cioè il
vaiolo era già comparso. Si viene vaccinati e non si rimane vittime del vaiolo: il
vaccino era potente. È come la prova per vedere se i funghi sono velenosi: se
mangiandoli si sopravvive non lo sono, se si muore lo erano.
Nel 1929, 130 membri della Camera di Commercio di Dallas, Tx, annullarono
un viaggio in Messico in quanto era obbligatoria la vaccinazione. Dopo aver
ottenuto il permesso di entrare senza essere vaccinati 100 medici di Dallas si
recarono in Messico. Ricordatevi questi fatti prima di sottoporre vostro figlio a
questa pratica pericolosa.
Secondo le statistiche in questo paese i rischi che comporta la vaccinazione
sono 10 volte maggiori rispetto a quelli del vaiolo. Secondo le cifre riportate dal
Servizio per la salute pubblica americano, tra gli anni 1925-1928 ci fu una media
di 16 decessi ogni milione di individui vaccinati. Questo numero comprende solo
i decessi attribuiti ufficialmente alla vaccinazione, ma non include quelli dovuti
ad encefalite, meningite, ecc. derivanti dalla vaccinazione. Fino a quel momen-
to negli U.S.A. erano stati riportati 20 casi di encefalite come conseguenza del-
la vaccinazione. Il Servizio per la Salute Pubblica ha istituito una commissione
per determinare il numero di questi casi nel nostro paese, ma non ho mai visto i
risultati da loro ottenuti.
Tra gli anni 1927-1929 negli U.S.A. fu riportata una media di l.18 decessi di
vaiolo ogni milione di individui. In molti di questi decessi il vaiolo non viene
considerato la causa primaria della morte. In questo paese i decessi da vaiolo si
sono quasi estinti completamente, ci sono solo 13 stati che obbligano la vaccina-
zione prima del periodo scolastico ma da nessuna parte vige la regola di vaccinate
i neonati o gli adulti che non fanno parte dell’esercito.
A causa del fatto che la vaccinazione è più pericolosa del vaiolo, mol-
ti medici evitano di vaccinare i propri bambini. Un articolo apparso su “La
medicina americana” del marzo 1914 afferma:. ≪La crescente opposizione al-
la vaccinazione è un argomento assai preoccupante. Questo nuovo movimento. . .
non rappresenta una crociata illogica ed assurda, ma è la convinzione degli uomi-
ni intelligenti che è inutile proteggere contro un’infezione che potrebbe non
manifestarsi mai. . . Questo atteggiamento non è limitato ai profani ma compren-
de anche delle personalità mediche. Due personaggi di fama mondiale ci fanno
confessato di aver fatto vaccinare i propri figli solo per servire l’opinione pubbli-
ca e non per convinzione professionale. . . C’è chi sostiene che la possibilità di
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 369 –
del dott. H.M. Shelton
contrarre il vaiolo è solo una su un milione, mentre è molto più probabile con-
trarre infezioni da pus o tetano dopo essere stati vaccinati. . . ≫. Questa usanza
criminale terminerà non appena i genitori dimostreranno abbastanza interesse nei
riguardi del benessere dei figli. Oggi, i genitori offrono i propri figli sugli altari
della divinità del vaiolo in quanto la motivazione commerciale lo impone. Se il
bambino rimane invalido o muore i genitori accettano le scuse di quei mascalzoni
che rovinano i bambini a scopo di lucro.
Mi rivolgo a te, lettore: sai come si è sentito Giuda dopo aver venduto il suo
Signore per pochi pezzi d’argento? Se tu hai acconsentito a far vaccinare tuo
figlio, dopo che avrai conosciuto la verità saprai come ci si sente a tradire. Non
c’è molta differenza tra te e Giuda: egli se non altro ebbe poi la decenza di andarsi
ad impiccare.
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Capitolo 29
L’AVVELENAMENTO DA SIERO
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Jesse R. Gersterly, M.D., cita un caso di morte improvvisa per nefrite (infiam-
mazione dei reni) di un bambino in seguito ad inoculazione di tossina-antitossina.
Questo caso fu pubblicato nel Giornale Medico del Nord-America del marzo
1926. A causa di questa pubblicazione C.D., Mercer, M.D., di West Union, Iowa
dovette indagare sui pericoli di questo siero.
Negli Annali della Medicina Interna del gennaio 1929 (p. 668) egli riferisce,
che su 125 bambini tra 6-20 anni, 27, o il 20%, mostrò albuminuria dopo la ter-
za inoculazione di tossina-antitossina mentre 13 bambini, o il 10%, mostravano
questo sintomo di distruzione dei reni prima dell’inoculazione. Egli dichiara che
≪un enorme numero di bambini apparentemente sani presenta albuminuria e che
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suoi particolari motivi: la fragilità della sua salute, le stancanti veglie, la continua
ansia, l’oppressione della società, la necessità per lei di lavorare, l’indifferenza
del suo Paese per le sue necessità, lo stesso figlio, oggetto di cosı̀ tante cure, che,
una volta cresciuto, potrebbe forse trasformarsi nel suo più crudele nemico? L’u-
nica risposta è che le donne di salute cagionevole, o malate, o che lavorano,
o che pongono qualsiasi altra cosa al di sopra del benessere del loro neonato,
dovrebbero evitare di incorrere nelle responsabilità della maternità.
La barzelletta racconta che uno studente, alla domanda di fornire cinque mo-
tivi per cui il latte materno è il migliore per il neonato, ne diede quattro, non
riuscendo a formulare il quinto. Dopo essersi spremuto le meningi, se ne venne
fuori con l’originale risposta: ≪Fuoriesce da contenitori bellissimi≫, dando cosı̀
una risposta che spessissimo corrisponde a verità. Ma, ancora più importante di
questo fatto, è che il latte materno giunge direttamente al bambino, senza manipo-
lazioni o interferenze esterne. Esso è fresco, puro, sano, genuino e naturale; non
viene danneggiato dalla standardizzazione, dalla conservazione, dalla pastorizza-
zione, dall’ossidazione, dall’omogeneizzazzione, o dalla aggiunta di conservanti,
ecc. Esso non viene contaminato da sporchi lattai, sporchi contenitori, o altri
fattori, sempre che la madre sia sana e conduca una vita impeccabile dal punto
di vista igienico. La maggior parte delle donne di oggi ignora quanto sia con-
veniente l’allattamento al seno; esso non richiede la sterilizzazione di bottiglie e
tettarelle, nè l’attenta miscelazione e il dosaggio accurato di prodotti in polvere
con acqua, cosı̀ come risparmia la fatica di controllare se la temperatura del latte
sia quella giusta, e non necessita di tante bottiglie, colini, sterilizzatori, ecc. La
preparazione dei prodotti in polvere sostitutivi del latte materno, e la sterilizzazio-
ne delle bottiglie comportano un “sacco di fastidi”, che non sussistono invece nel
caso dell’allattamento naturale.
In una donna normale, la produzione di latte dipende da alcuni semplici fattori
alla portata della maggior parte delle madri. Esistono due maniere fondamentali
per aumentare la produzione di latte, e, cioè, una dieta corretta, e il comple-
to svuotamento delle mammelle ad ogni poppata. Il consumo d’acqua non
è di alcun giovamento, nè esistono sostanze medicinali da assumere o applicare
localmente o alimenti brevettati che possano incentivare la produzione di latte.
Il completo svuotamento della mammella ogni volta che il piccolo allatta, co-
stituisce il modo più efficace di aumentare la secrezione lattea; se le mammelle
non verranno vuotate di volta in volta, la secrezione gradualmente diminuirà. Da
sempre questo fatto, che vale anche per i bovini, è noto ai contadini ed ai lattai.
Come le mucche, molte donne producono più latte di altre; tuttavia, a questo fatto,
la quantità di latte secreto dipende in buona parte dalle richieste del lattante, per
cui aumenta o dimunuisce in rapporto al consumo che questi ne fa. Sono troppe
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 374 –
del dott. H.M. Shelton
di tali decessi. La morte di John Moccia è chiara come se fosse stato ucciso in
Korea. Non morı̀ a causa “del morso di un cane”, come disse il Daily News, ma
per avvelenamento da vaccino.
Se non avesse mai ricevuto le iniezioni anti-rabbiche sarebbe ancora vivo e
vegeto.
Perchè somministrare queste iniezioni? Possibile che nessun medico nell’e-
sercito sa che la rabbia è solo un mito? Possibile che al mondo non esista un
medico a conoscenza del fatto che tutti i vaccini e i sieri sono pericolosi, nocivi e
persino fatali? Non sanno che tutti i vaccini più i sieri sono completamente inutili?
Nessuno sa che la pratica dei vaccini più i sieri è un racket come quello
delle trasfusioni di sangue manovrato dalla Croce Rossa “per salvare le vite
dei combattenti” anche se l’esercito ha sospeso le trasfusioni?
Rabbia, idrofobia! Miti tenuti in vita a scopo di lucro. Per quanto tempo
ancora il pubblico male informato continuerà a farsi sfruttare da questi mascalzoni
senza scrupoli?
Se potessi, fornirei al lettore una lista numerosa di casi simili, in quanto è
diventata abitudine inoculare tutti con antitetanica ogni volta che si rimane vittime
di un piccolo taglio, persino un graffio e questo viene fatto anche con le donne in
stato di gravidanza.
Tutti i sieri provocano morte e danni. Il 14 maggio 1930 arrivò notizia dalla
Germania della morte di 8 neonati, all’asilo nido del Luebeck, e della malattia di
altri 27 in seguito ad inoculazione di siero antitubercolotico estratto dalle vacche. I
decessi continuarono fino al 7 giugno e i notiziari riportavano: ≪Oggi sono morti
due bambini portando a 28 il numero delle vittime del siero antitubercolosi. Si
presume che ne moriranno molti altri≫. Il 18 giugno ≪i decessi da vaccino di
siero antitubercolosi hanno raggiunto il numero 41; altri 85 neonati sono tuttora
ammalati≫. Il 26 giugno il numero era salito a 44 ed 82 erano gli ammalati. Uccisi
per salvarli! E le cose vanno ancora avanti cosı̀.
I genitori sono indifferenti e apatici. I governanti continuano a concedere per-
messi su permessi per consentire a sempre più persone di svolgere queste pratiche
e nel contempo tentano di mettere al bando gli scienziati cristiani, i chiropraticanti,
i neuropati, gli igienisti ed altri.
Il siero utilizzato era quello inventato dal famoso Calmette, francese, il vacci-
no B. C. G. che si pensava, erroneamente, potesse prevenire la tubercolosi. Que-
sto vaccino ha lasciato dietro di sè un’impronta di tragedia ogni qualvolta veniva
utilizzato. Naturalmente non è in grado di prevenire la tubercolosi. L’unica misu-
ra preventiva contro la tubercolosi è rappresentata da un’igiene scrupolosa.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 375 –
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Fatto questo nessuno deve più temere la malattia. Neanche i figli di genitori
tubercolotici, se igienicamente perfetti, presenteranno la malattia.
A St. Louis, Minnesota, nell’autunno del 1901, 11 bambini furono uccisi
ed una ventina rimasero danneggiati da dosi profilattiche di tossina antidifterica.
Questo siero dovrebbe curare la difterite, ma non ha mai salvato nessuno. Al
contrario, come ho dimostrato nel mio “L’avvelenamento da siero, un crimine
medico”, ha aumentato il tasso di mortalità; ed è solo a causa delle statistiche
“truccate” che si è dimostrato il contrario.
Quando una serie di decessi fa seguito ad una serie di inoculazioni, in genere
si attribuisce la causa all’inadeguatezza del siero. Come esempio di ciò, in Giap-
pone nel dic. 1949, si riscontrarono numerosi decessi in seguito ad inoculazione
di anti-difterica. Il 30 dic. la stampa riportava 64 decessi e 900 persone ammalate
a causa delle vaccinazioni. Si sospese cosı̀ la vaccinazione e si studiò il tipo di
siero. Nessuno ha mai saputo quanti di quei 900 morirono e quanti rimasero per-
manentemente danneggiati: la stampa non considerò opportuno riportare queste
notizie.
Ma non tutti i decessi e le malattie gravi in seguito alle inoculazioni sono
dovute all’inadeguatezza del siero. Al contrario, in ogni serie di inoculazioni, co-
me accade nell’esercito ad esempio, si verificano spesso disturbi gravi e persino
decessi. In questi casi non si incolpa il siero. Tutte le inoculazioni provocano di-
sturbi in una gamma che va dal malessere lieve e passeggero alla morte istantanea
da anafilassi. In molte situazioni si sono verificati disturbi permanenti.
Nonostante questa serie di pericoli, i genitori sarebbero giustificati nel rischia-
re la vita dei propri bambini se le inoculazioni prevenissero realmente le malat-
tie contro cui vengono praticate. Ma non esiste la benchè minima prova che un
qualsiasi vaccino o siero possa prevenire una malattia od attenuarne gli effetti.
Il Giornale Medico Americano del 16 marzo 1929 ci informa che 2 medici
di Chicago inviarono un questionario a 4426 medici richiedendo la loro opinione
riguardo alla terapia dei vaccini e dei sieri. 1261 furono le risposte.
Dalle risposte traspare un concetto “decisamente contrario”, infatti, più del
90% dichiara di non utilizzare nè vaccini nè sieri. Essi affermano: ≪Dei 396 me-
dici sulla lista, appartenenti all’associazione dei medici e dei chirurghi americani,
nessuno considera l’uso dei sieri e dei vaccini come un metodo di trattamento
superiore nella cura delle malattie infettive≫.
Nell’ottobre del 1925 si tentò di introdurre la tossina-antitossina nelle scuo-
le pubbliche di Londra. Il Consiglio Regionale Londinese trasferı̀ l’argomento
al ministero della sanità che rifiutò la proposta considerandola, tra le altre cose,
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 376 –
del dott. H.M. Shelton
1. “Ci si puo’ ammalare di difterite anche dopo aver reagito in maniera nega-
tiva ai test di Schick”. (Il che dimosta la poca affidabilità di quel test)
2. “Si puoò non essere particolarmente sensibli alla malattia anche dopo una
reazione positiva al test di Schick”. (Il che dimostra l’inutilità del test)
3. “Ci si può ammalare anche dopo essere stai immunizzati”. (Il che dimostra
che il processo di immunizzazione in realtà non immunizza affatto)
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 377 –
del dott. H.M. Shelton
dell’Istituto d’Igiene di queste tre città). Nella vicina Chicago, dove la tossina-
antitossina era stata molto usata, si registrò un aumento sia nel numero dei casi,
sia nel tasso di mortalità. ≪Nel 1928 la difterite a Chicago aumentò più del 60%
e la mortalità crebbe del 100% circa≫. Lasciate che i responsabili di tutto ciò si
creino pure degli alibi, se ci riescono, ma salvate i vostri bambini dai pericoli di
tutti i sieri ed i vaccini.
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Capitolo 30
LA MEDICINA COMMERCIALE
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 379 –
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disperazione della moglie, del marito, della madre o del figlio sfrutta questo
stato emotivo e propone un funerale “in pompa magna”.
Negli anni più recenti, gli sfruttatori della vita umana, non contenti dei profitti
che traevano dai malati reali, hanno trovato il modo per sfruttare anche quelli che
non sono malati. Come succedeva nel passato, anche questa forma di sfruttamento
si nasconde dietro ad una facciata di altruismo; gli sfruttatori agiscono per il bene
dell’umanità, per la salute pubblica, per proteggere i nostri figli, etc.
La scienza medica è una forma di pazzia da cui pochi si salvano. Appoggiata
dal commercialismo, questa follia calpesta la vita e la salute della gente.
Pochi sono quelli che riescono a realizzare quanto sia forte l’effetto degli slo-
gan pubblicitari sulle menti delle persone. “A morte l’Autocrazia”, “A morte il
Kaiser”, “Berlino o morte”, “Salva il mondo con la democrazia”, “Lavora o com-
batti”, “Prigionieri o vagabondi”, “Repubblicani e prosperità, Democratici e disa-
stro”, “Salva tuo figlio”, “C’è una ragione”, “Un bambino in ogni bottiglia”, etc.,
fino all’infinito, alla nausea; questi sono alcuni dei martellanti slogan che sono
serviti a rendere questa repubblica quello che è oggi.
Questi slogan ci confondono al punto che spesso agiamo o “pensiamo” nei
termini della pubblicità. Colui, o colei, che possiede un sentimento sincero ed
intenso nei confronti dell’umanità, un sentimento basato sulla religione, troppo
vasto per poter essere contenuto negli stretti confini di un credo e troppo forte per
poter essere divorato dalle mode del momento, deve osservare questo spettacolo
con odio e disgusto.
Vengono raccolte grosse somme di denaro da destinare ai popoli che soffrono,
per l’acquisto di alimenti ed indumenti. Ma a che serve? Solo a far si che la mac-
china commerciale possa vendere i suoi prodotti a quelli che ne hanno bisogno. La
carità organizzata è un business senza scrupoli; un sistema di sfruttamento
pari agli altri settori del commercio.
La religione, qualunque sia il suo Dio, viene sfruttata da quelli che non vo-
gliono sporcarsi le mani. Gli sfruttatori predicano le loro teorie sulla fratellanza e
sull’aiuto e nello stesso tempo chiudono gli occhi riguardo alla verità, al fatto cioè
che costringono l’umanità ad essere messa in croce.
Non mi preoccupo molto quando sono gli adulti ad essere appesi alla croce,
il mio pensiero è rivolto ai bambini. Se la popolazione adulta del mondo ac-
consente al fatto di essere presa in giro, ingannata, sfruttata ed uccisa dagli
sfruttatori, non deve fare altro che prendersela con se stessa. Basterebbe che la
gente aprisse gli occhi e gli sfruttatori abbandonerebbero immediatamente le loro
posizioni come si abbandona una nave che affonda. Agli sfruttatori non interessa
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 145 –
del dott. H.M. Shelton
proteine nel latte, e ciò potrebbe creare problemi al piccolo. La verità di quanto
detto finora è ben attestata da osservazioni fatte su esseri umani. Negli animali,
le prove sono state condotte in laboratorio. Hartwell, un ricercatore scientifico,
ha scoperto che un eccesso di proteine nella dieta della madre, durante l’allatta-
mento, va a detrimento del benessere del piccolo. L. T. Anderegg, del Laboratorio
di Chimica Fisiologica, dello Iowa State College, dice: ≪Le prove ottenute in
questo laboratorio dimostrano che è di enorme importanza il fatto che il rapporto
di proteine/grassi si mantenga entro certi limiti, se si vogliono ottenere risultati
ottimali. Se tale rapporto è troppo elevato, la crescita potrà essere normale nel-
la prima generazione, mentre gli animali produrranno pochi piccoli o addirittura
nessuno. Evans, Bishop, Mathill, e Stone hanno impiegato diete in cui il rapporto
grassi/proteine era troppo elevato, per avere risultati migliori, e, come risultato, vi
è stata la produzione di pochi piccoli, o addirittura di nessuno.
≪Hartwell ha dimostrato che i piccoli non crescevano quando alle madri ve-
nivano somministrate diete ad alto contenuto proteico, durante il periodo dell’al-
lattamento. I piccoli erano soggetti a spasmi, e l’esame del tratto digerente dimo-
strava la cessazione del flusso di latte. È stato inoltre ripetutamente dimostrato in
questo laboratorio che le diete ad alto contenuto proteico, e, comparativamente po-
vere di grassi, risultano a detrimento dell’allevamento dei piccoli≫. L’eccesso di
proteine nel latte potrebbe anche risultare da nervosismo o mancanza di esercizio
fisico.
La percentuale di zucchero nel latte non può essere aumentata o ridotta in
nessun modo; la quantità di grasso non può essere aumentata se non in quel-
le madri che sono a livelli vistosi di sottonutrizione. Essa, comunque, potrebbe
venir ridotta diminuendo la quantità globale del cibo assunto dalla madre. Esi-
ste probabilmente una grande variazione nelle quantità di sali nel latte prodot-
to da dieta, mentre sembra certo che il suo contenuto vitaminico debba variare
considerevolmente.
Che le madri sottonutrite non possano allattare le proprie creature è dimostrato
dai risultati del digiuno, dall’esperienza di molte madri in certe parti dell’Europa
devastate dalla guerra, da esperimenti condotti sugli animali, e da molti altri esem-
pi che abbiamo quotidianamente a portata di mano. Un digiuno riduce immediata-
mente la quantità di latte e ne altera la qualità. Esperimenti hanno dimostrato che,
dopo quattordici giorni di digiuno, la quantità di latte secreto è appena un settimo
del quantitativo normale. Il latte diventa più povero di acqua, proteine, zucchero, e
sali minerali. Il contenuto di grassi, invece, rimane praticamente immutato. Lusk
ha scoperto che nel caso di capre tenute a digiuno, la quantità di grasso aumenta.
Altri ricercatori hanno invece osservato che il contenuto di grassi del latte rimane
sostanzialmente lo stesso nel latte bovino malgrado si osservi una diminuzione di
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 382 –
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nomico che arrecano le vaccinazioni, ma le stesse cose valgono anche per le altre
malattie e per gli altri servizi pubblici≫. Nel “Brooklyn Times” del 21 marzo
1929, sembra che il commissario medico Wynne, di New York, abbia affermato:
≪ecco la risposta al problema economico dei medici. Devono vaccinare 20 bam-
bini ogni ora, un’ora alla settimana, per tre giorni alla settimana ad un costo di 5
dollari per vaccinazione antidifterica. Questo sarà fonte di un discreto guadagno≫.
Mr. Osborne, funzionario medico di East Orange, N.J., in un articolo pubbli-
cato sul giornale della società medica del New Jersey, nel sett. 1929, sottolineava
che il medico guadagna di più vaccinando i bambini che non curando le malattie.
Il Giornale americano della salute pubblica del gen. 1930, indica in cifre quan-
do guadagnerebbero i medici vaccinando i bambini ed aggiunge: ≪Vi sono natu-
ralmente più bambini in età prescolastica che non neonati. Il medico deve puntare
a questa fascia≫.
Il dott. Vander Veer, sostiene: ≪Il dott. Wynne di New York mi ha illuminato
riguardo all’economia dicendomi che noi dottori non abbiamo mai creato nuovi
orizzonti di guadagno, siamo sempre rimasti attaccati al vecchio stile. Ora bisogna
far conto su ogni mezzo per svolgere il programma igienico e noi ne trarremo
un beneficio. Considerate ad esempio una città di 3.000 abitanti. Se solo 200
venissero a farsi visitare, a 3 dollari ognuno, il guadagno sarebbe di 60 dollari da
dividere tra i medici; se 100 ne venissero, a 25 dollari ognuno, il guadagno da
dividere sarebbe di 2.500 dollari≫.
Vander Veer continua: ≪Ecco quello che interessa ai medici dello stato di
New York≫. Il lettore ha cosı̀ modo di capire come i medici abbiano sfruttato ogni
mezzo per creare nuovi commerci e guadagni. La Croce Rossa è solo una loro
invenzione a scopo di lucro.
Nella prima parte del 1930 un lettore mi inviò un articolo tratto dal “Cincinnati
Times Star”, intitolato “Il servizio igienico aiuta i medici”. L’articolo diceva:
≪migliaia di persone vengono visitate dai medici a tale scopo≫.
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI – 383 –
del dott. H.M. Shelton
vista, sieri e vaccini sono il risultato di queste visite e le tasche dei medici si
gonfiano.
Le visite mediche dei bambini a scuola sono un mezzo per far arricchire i
medici.
Questi uomini cercano i modi per raddoppiare le loro entrate facendo finta di
essere sinceramente preoccupati della salute e del benessere dei nostri bambini.
Sono persone senza scrupoli, criminali della classe peggiore. Non esiste altra
classe di criminali che si arricchisce danneggiando ed uccidendo i bambini. Si
dice che esistano 1454 organizzazioni statali contro la tubercolosi negli U.S.A.
Sono tutte atte a far arricchire i medici. Il loro lavoro non influenza affatto la
tubercolosi.
La Croce Rossa raccoglie fondi per aiutare le vittime delle calamità e usa quei
soldi per comprare sieri e vaccini e pagare dei medici incompetenti.
Il cosiddetto movimento dell’“igiene mentale” è una mossa commerciale ba-
sata al solito, sui metodi chirurgici e dei sieri. È un movimento molto pericoloso
ed i bambini non dovrebbero avvicinarvisi.
Con lo stesso carattere commerciale della Croce Rossa e delle organizzazioni
contro la tubercolosi, troviamo la fondazione contro la Paralisi Infantile, per la
Prevenzione ed il Controllo del Cancro, per l’artrite, per le malattie di cuore, per
i bambini handicappati, ecc. Queste organizzazioni raccolgono milioni e milioni
di dollari ogni anno da una popolazione male informata e poi li impiegano per
pagare i salari dei dipendenti o per i costi amministrativi, per finanziare gli inutili
esperimenti sugli animali cosı̀ che molto piccola è la parte che rimane da devolvere
a chi realmente ne ha bisogno. Come la carità organizzata, anche queste cose
rappresentano un racket senza scrupoli.
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Indice
COPERTINA 1
Copertina 1
INTRODUZIONE 1
– 384 –
6.15 IL SONNO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
6.16 I DENTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63
6.17 LE SOPRACCIGLIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64
6.18 LE MANIPOLAZIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
6.19 I GENITALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
6.20 IL BAGNO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
6.21 L’ABBIGLIAMENTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
6.22 L’ARIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
6.23 IL SOLE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
6.24 IL PIANTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
6.25 CULLARE I BAMBINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
6.26 I RIMEDI “PACIFICATORI” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
6.27 L’ESERCIZIO FISICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71
9 LA DENTIZIONE 104
17 LA PASTORIZZAZIONE 157
20 LA MALNUTRIZIONE 212
20.1 ANEMIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 217
20.2 RACHITISMO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 219
20.3 SCORBUTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 221
20.4 TUBERCOLOSI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223
20.5 EDEMA DA MALNUTRIZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . 225
20.6 MALNUTRIZIONE E DEGENERAZIONE
RAZZIALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 225
25 LA POLIOMIELITE 309
25.1 PREVENZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 320
25.2 PROGNOSI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 322
25.3 CURA DEL PAZIENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 323
IL LATTE ANIMALE
– 148 –