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Putnam

K e P sono considerati gli autori di questo nuovo approccio al riferimento che è


stato chiamato nuova teoria del riferimento. Mentre K si focalizza sui nomi propri,
K estende la visione anti descrittivista ai nomi di genere naturale (acqua, alluminio,
gatto, cne tigre). Vi è un estensione dell'antidescrittivismo dal caso dei nomi propri
al caso dei nomi comuni per far vedere che anche in questo caso la visione dei
descrittivisti non funziona e far vedere che no funziona ci permette anche di vedere
tantissime altre questioni. Prendiamo in considerazione l'articolo ''significato
riferimento e stereotipi'', questo è un articolo del 75 ed è una versione ridotta di un
articolo molto piu lungo che putnam chiama il significato di significato. La prima
cosa che dobbiamo fare è capire bene qual è l'obbiettvo polemico di putnam che
sono sempre i descrittivisti ma putnam enfatizza alcuni aspetti del descrittivismo
meno enfatizzati in K. Putnam mette l'accento più su questioni di carattere
cognitivo, mentre K enfatizza di più aspetti semantici (collegamenti tra nome
proprio e descrizione definita etc) . La visione di come funziona il linguaggio
contro cui K e P si scagliano è sostanzialmete la stessa e le conclusioni sono molto
simili anche se i due autori si specializzano in questioni diverse. I due punti contro
cui P si scaglia e considera canonici dell'approccio descrittivista al linguaggio, lui
la chiama concezione tradizionale del significato nell'articolo ma quando usa
questa terminilogia ha in mente la tradizione emersa da frege e che in tempi
precedenti era incarnata da carnap e da tutte le teorie semantiche che si basavano
sulla distinzione tra estensione ed intensione, che sono gli eredi della distinzione
fregiana di senso e denotaizone. Per P l'obiettivo polemico è costituito da queste
due tesi che sono collegate tra loro e sono caratteristiche degli approcci
descrittivisti al linguaggio. La prima tesi è che conoscere il significato di un
termine equivale ad essere in un certo stato psicologico. Uno potrebbe dire: ma
come putnam non sai che frege è un anti psicologista, che si è sforzato tantissimo
di difendersi da una posizione come quella di Locke in cui il singificato dei termini
era proprio lo stato mentale dei termini quando uno li usava ma il punto di p è
sottile. Lui ci dice: è vero che frege ci ha detto che il senso di un termine è un
concetto astratto che può essere possesso comune di molti , non è il mio stato
intrinsecamente psicologico quando uso una parola. Afferrare il senso di una parola
per frege significa afferrare un concetto dove per concetto frege intendeva delle
entità astratte. è vero che il senso delle espressioni è oggettivo per frege ma
afferrare questo contenuto, capire cosa significa un termine rimane comunque un
certo stato psicologico. Se io afferro un certo significato è vero che da locke a frege
abbiamo capito che non è qua dentro ciò che afferro, ilsignificato che associo ad un
termine m è qualcosa di oggettivo ma, dice P, questo afferrare, il proccesso con cui
arrivo ad afferrare un concetto è un atto cognitivo, che è un atto psicologico.
Quindi questo è una delle caratteristiche dell'approccio descrittivista al linguaggio,
dice P. anche quando faccio un calcolo complesso è chiaro che sono impegnato in
un atto il cui contenuto è oggettivo se pensiamo che la matematica sia oggettiva,
stiamo manipolando entità astratte ma siamo comunque impegnate in attività
cognitive, sto facendo un calcolo non è che il calcolo è un mio stato psicologico
perchè sto afferrando entità astratte. Questa è la prima caratteristica del
descrittivismo per P, cioè che comprendere una parola significa essere in un certo
stato mentale che vuol dire riuscire ad afferrare un certo contenuto. L'altra
caratteristica tipica del dscrittivismo per P è che questo contenuto che io ho
afferrato quando comprendo una parola determina l'estensione delle parola che è
ciò a cui la parola si riferisce nel mondo. Ad esempio quando il parlante usa acqua
il fatto che comprende la parole acqua vuol dire che afferra un certo contenuto, sa
cosa vuol dire acqua, ha delle proprietà in testa che identificano l'acqua e se afferra
il contenuto giusto questo contenuto qui determina l'estensione dell'acqua. Acqua è
tutto ciò che soddisfa le condizioni che il parlante associa alla parola quando la
usa. Ci sono questi due meccanismi che caratterizzano il descrittivismo per P:
l'afferrare un contenuto che determina la cosidetta estensione della parola nel caso
dei termini generali. Questa è l'estensione della parola acqua: le molecole d'acqua.
L'intensione è l'erede del senso fregiano. La visione che P del descrittivismo ha in
testa è che ocmprendere una parola significa sapere qual è la sua intensione (il
senso o putnam usa anche significato come sinonimo di senso che determina
l'estensione). Estensione è ciò che nel mondo soddisfa l'intensione della parola,
quindi nel caso dell'acqua sono le molecole d'acqua. Sapere cosa significa la parola
cane significa avere un certo concetto, un intensione di cane in testa e i cani sono
tutti quegli aniali che soddisfano questa definizione/intensione che ho in testa
quando uso la parola cane. L'estensione è la controparte, il pezzettino di mondo che
la parola descrive. Nel caso dei nomi propri l'estensione è il riferimento, cioè
l'oggetto a cui il nome si riferisce, nel caso di un predicato come ''essere una
molecola d'h20'' ''essere un cane'' è l'insieme di oggetti che soddisfano il predica
(l'insieme dei cani). Per frege l'estensione di un enunciato è il suo valore di
verità.Quello che conta è capire il meccannismo: afferrare un'intensione che
determina un'estensione. Parte di questa visione del significato è compatibile con il
fatto che ci siano delle parole che hann la stessa estensione ma diversa intensione.
Ci possono essere due concetti che ho in testa che corrispondono a delle parole che
sono diversi ma che sono veri degli stessi oggetti, il classico caso che ci fa anche
putnam è ''creatura con cuore e creatura con reni sono due concetti differenti'',
capire queste due espressioni significa avere due intensioni diverse in testa,
afferrare due contenuti diversi ma di fatto la estensione di queste due cose è la
stessa per come vanno le cose su questo pianeta. Tutto l'insieme delle creature che
hanno un cuore corrisponde all'insieme delle creature che hanno reni e viceversa.
La visione descrittivista è compatibile con il fatto he possono eserci intensioni
diverse che però determinano la stessa estensione. Non è complatibile con il
contrario: secondo questa visione una predizione dei descrittivismo se quelle due
sono le tesi che lo caratterizzano è che non possono esserci due parole che hanno la
stessa intensione che determinano estensioni diverse proprio perchè una
caratteristica del descrittivismo per come la vede putnam è che l'intensione
determina l'estensione e quindi non può mai succedere che due parole con
intensione uguale puntino a cose diverse. Non può succedere che ci siano due
parole con intensione uguale che però abbiamo estensione diversa. Sarà questo il
punto che putnam vuole criticare con l'esperimento mentale di Terra Gemella.
Rispetto alle due tesi del descrittivismo per come le vede Putnam cioè conoscere il
significato di una parola significa afferrare una certa intensione che è il concetto
che io associo a quella parola intuitivamente e la seconda tesi per l quale questa
intensione determina l'estensione Putnam trae delle conclusioni che saranno quelle
che andrà a crititcare. La prima è che se una persona quando comprende due
termini diversi A e B afferra lo stesso concetto, associa ai due termini la stessa
intensione allora questi due termini avranno lo stesso significato per il parlante in
questione proprio perchè il significato è l'intensione che associo ai termini. L'altra
conseguenza che deriva dalla tesi 2 della teoria tradizionale del significato per
come la vede putnam è che se a due termini associo la stessa intensione visto che è
quest'ultima a determinare l'estensione questi due termini avranno lo stesso
significato e determineranno la stessa estensione. Se a due termini associo lo stesso
concetto qusti due termini avranno la stessa estensione. Lo scopo di P è far vedere
che questa conseguenza cioè che se due termini sono associati allo stesso stato
mentale che per P significa che corrispondono all'afferramente della stessa
intensione dello stesso concetto allora non è detto che abbiamo la stessa estensione.
Questo è il punto che ci vuole dimostrare P dimostrando così che una delle
predizioni della teoria tradizionale del significato è falsa. Questo per P dimostra
che ''i significati non sono nella testa del parlante'', non sono ciò che i parlanti
afferrano quando usano la parola perchè dimostra che l'estensione di una parola
può non dipendere dal concetto che afferra il parlante quando la usa. Questo è
analogo all'immagine del riferimento che ci viene da K: il riferimento dei nostri
nomi non dipende da quello che pensiamo noi quando li usiamo perchè il loro
riferimento è dato dal fatto di appartenere a una certa catena causale di cui noi
facciamo parte. Il punto di p è lo stesso: l'estensione dei termini, il fatto che acqua
abbia una certa estensione, il fatto che con la parola cane parliamo dei cani non
dipende dall'intensione che io afferro quando uso la parola cane perchè possiamo
immaginare dei casi in cui ci sono due parlanti che usano due parole diverse
associandovi la stessa intensione ma tali che queste due parole hanno estensioni
diverse. Come dimostra putnam questo punto teorico? con un esperimento mentale,
che ha avuto enorme fortuna nel dibattito filosofico successivo, che va sotto il
nome di esperimento mentale di terra gemella. L'esperimento mentale in filosofia
consiste nell'immaginare una sitauzione possibile coerente da un punto di vista
concettuale, non contraddittoria che però fa emergere un intuizione che scardina un
certo tipo di connessione concettuale. Questa metodologia è presa abbastanza sul
serio dalla metodologia filosofica perchè spesso le teorie filosofiche hanno la
caratteristica di essere necessarie, cioè quando un filosofo ci da un analisi della
nozione x intende quell'analisi come un analisi necessaria. Immaginare un caso
possibile concettualmente coerente che non da luogo a contraddizioni in cui invece
quell'analisi fallisce significa dimostrare che quell'analisi è falsa proprio perchè
aveva le caratteristiche di essere necessaria. Se qualcosa è un'analisi ed è
necessaria deve valere per tutti i casi concettualmente possibili, se invece riesco ad
enucleare un caso concettualmente possibile in cui quel caso non funziona allora
vuol dire che quell'analisi lì è falsa. Del resto non posso dire che l'analisi di un
certo concetto non è necessaria altrimenti non è un'analisi. Quindi è per questo che
gli esperimenti mentali sono presi sul serio in filosofia. L'unico vincolo che deve
soddisfare un esperimento mentale è quello di essere concettualmente possibile,
che vuol dire essere coerente, non essere contraddittorio. Il caso di terra gemella
per quanto fantascientifico ci possa sembrare almeno apparentemente non ha
elementi che ci facciano pensare che stiamo descrivendo una situazione
concettualmente impossibile. Pur essendo una storia fantascientifica ha questo
ruolo di immaginare un caso concettualmente impossibile che mette pressione su
una certa nozione concettuale in questo caso sulla nozione di significato, che è
quella che ci deriva dalla nozione descrittivista del significato, dalla teoria
tradizionale del significato come la chiama putnam. prendiamo la teoria
tradizionale del significato e immaginiamo funzioni con la parola acqua, quindi
afferrare il significato della parola acqua significa associare alla parola acqua un
certo concetto, una certa intensione ed è quella roba lì che determina a cosa io mi
riferisco quando uso la parola acqua. Quello che putnam ci vuole dimostrare è che
ciò che penso quando uso la parola acqua non determina ciò a cui mi riferisco
quando uso la parola acqua. La storia è questa: immaginiamo che da qualche parte
dell'universo ci sia un pianeta del tutto simle al nostro che si chiama terra gemella,
tanto simile al nostro pianeta che è tutto uguale, si parla anche l'italiano, una
versione gemelliana dell'italiano e per il resto è tutto uguale. Questa ipotesi è
strana, è fisicamente possibile? può darsi, dato che l'universo è infinito. non è
concettualmente contraddittorio immaginare che ci potrebbe essere un pianeta del
tutto simile al nostro in cui si parla l'italiano. Nei due pianeti l'unica differenza è
che mentre ciò che i terrestri chiamano acqua ha una struttura chimica h20, ciò che
i gemelliani italiani chiamano acqua ha un altra struttura chimica xyz. Per il resto
l'acqua sulla terra e su terra gemella sono superficialmente simili, ciò che i
gemelliani chiamano acqua appare esattamente come l'acqua nostra solo che ha una
struttura chimica differente. è chiaro che ha a che fare con la nozione di mondo
possibile perchè un esperimento mentale consiste nell'immaginare un caso
possibile in cui succede qualcosa e qui i fatto stiamo immaginando un mondo
possibile anche se non dobbiamo per forza immagnarlo così. Possiamo prenderla
come una storiella concettualmente possibile. In K i mondi possibili hanno ruolo di
teoria entro la quale rappresentare certe faccende, qui è l'immaginazione di un caso
possibile. L'unica differenza è questa, la cosa importante è che l'apparenza
dell'acqua su terra gemella è del tutto simile all'apparenza di acqua sulla terra. Non
c'è modo di distinguerle se non usando certi strumenti. Se un terrestre andasse su
terra gemella vedrebbe che c'è questo liquido insapore incolore che riempie i laghi
e i fiumi, si beve, disseta etc. Succede anche che gli abitanti di terra gemella
chiamano acqua questo liquido quindi un terrestre prima facie non avrebbe nessun
tipo d sensazione strana. Immaginiamo che avvenga che ci sia una navicella che
arriva su terra gemella che scopre questo pianeta che è del tutto simile al nostro
solo che nella navicella ci sono degli scienziati che per curiosità prendono un
campione di ciò che i gemelliani chiamano acqua e lo analizzano al microscopio
scoprendo che non è h2o. Lo scienziato terrestre che arriva su terra gemella e
analizza un campione di quello che i gemelliani chiamano acqua scoprono che la
struttura chimica di quel liquido non è h2o. Prima intuizione pre teorica che
l'esperimento mentale dovrebbe far emergere: qule dovrebbe essere la reazione più
naturale per lo scienziato terrestre che scopre questa cosa? L'ipotesi di P è che lo
scienziato terrestre che scoprisse che su terra gemella quello che i gemelliani
chiamano acqua ha una struttura chimica che non è quella che i terrestri chiamano
h20 dovrebbe dire questa non è acqua. La reazione più naturale che possiamo
immaginare debba avere lo scienziato terrestre è ''questa non è acqua''. Se questa è
una reazione plausibile una versione meta linguistica di questa reazione dovrebbe
essere questa cioè che il significato di acqua su terra gemella è diverso dal
significato di acqua sulla terra. Il significato della parola acqua dell'italiano
gemelliano non è lo stesso del significato della parola acqua dell'italiano terrestre.
Anche se sono omofone sono due parole che appartengono a due linguaggi
differenti. Questo dovrebbe dipendere dal fatto che l'acqua sul nostro pianeta è
h2o, l'acqua sul nostro pianeta è xyz. è un po' come se vedessimo un bicchiere
riempito di un liquido trasparente e scopriamo che è gin, quindi ha una struttura
chimica diversa dall'acqua diremmo quella non è acqua, anche se dovessimo
trovarci in una situazione in cui tutti la chiamano acqua. Queste sono le due
intuizioni che questa prima parte dell'esperiemento mentale dovrebbe far emergere:
se lo scienziato scopre che quello chiamiamo acqua su terra gemella non ha la
stessa struttura chimica di quella del nostro pianeta dovrebbe dire che non è acqua
e questa intuizione metalinguistica che dovrebbe derivare dall'intuizione che il
significato di acqua su terra gemella è diverso dal significato di acqua sulla terra
perchè acqua su terra gemella significa che c'è un liquido con una certa struttura
chimica mentre sulla terra ha un significato diverso. Questa è la prima fase. Nella
second afase dell'esperimento mentale immaginiamo di tornare indietro nel tempo.
Contiamo che questa era la situazione del 2021 in cui qualcuno riesce a capire la
struttura chimica degli elementi. Torniamo indietro nel tempo e ci trasferiamo nel
1750, in cui ancora non si poteva determinare la struttura chimica degli elementi
quindi non c'era nessuno scienziato della terra che sarebbe stto in grado di capire
che il liquido su terra gemella nonera acqua perchè le apparenze superficiali erano
le stesse e anche le proprietà che si conoscevano dell'acqua nel 1750 erano le
stesse. xyz ad una temperatura di ebollizione è a 100 gradi come h2o, tutte le
proprietà sono uguali. Quindi le conoscenze su quello che i terrestri e i gemelliani
chiamavano acqua nel 1750 erano le stesse. Se questa è la situazione immaginiamo
un parlante dell'italiano dela terra e un parlante dell'italiano gemelliano oscar 1 e 2
quando pensavano all'acqua il concetto che associavano alla parola acqua nel 1750
per i due pianeti era lo stesso. Non è impossibile immaginare che sia plausibile che
ci sia un parlante nel 1750 sulla terra e un parlante su terra gemella nel 1750 che
associavano alla parola acqua lo stesso contenuto e quindi associassero alla parola
acqua la stessa intensione. Questo però è contrario alle predizioni della teoria del
descrittivismo perchè qui abbimao due parlanti che assocaino a due parole o alla
stessa parola la stessa intensione, che hanno lo stesso concetto che associano alla
parola acqua ma l'estensione della parola è diversa perchè la parola acqua sulla
terra ha come estensione h2o, mentre l'estensione della parola acqua su terra
gemella è diversa, ha tutte le molecole d'acqua che sono composte da un altra
struttura chimica. è vero che quantittivamente sono le stesse ma sono due sostanze
diverse, l'estensione è diversa. Questa è una situazione che se è plausibile dimostra
che c'è almeno un caso in cui la teoria descrittivista non funziona. Ci possono
essere due parlanti che associano la stessa intensione alla stessa parola ma queste
due parole differenti hanno estensioni diverse se manteniamo salde le due
intuizioni emerse quando dicevamo cos'avrebbe detto lo scienziato nel 2021 e
questo è il primo scenario di terra gemella che dimostra che la teoria tradizionale
del significato non funziona. Se questo caso è plausibile, se le intuizioni che fa
emergere sono plausibili allo ra ci possono essere due parole con la stessa
intensione ma con diversa estensione e questo era concettualmente impossibile
data la teoria tradizionale del significato che aveva come punto fondamentale la
tesi che visto che è l'intensione a determinare l'estensione non ci possono essere
due parole con la stessa intensione ma con estensione divers. è difficile che si
verifichi nel nostro pianeta un caso di questo tipo ma questo scenario
fantascientifico strano riesce a concettualmente separare le sorti di intensione ed
estensione. è una storiella che ci permette di vedere come quei concetti che
pensavamo fossero essenzialmente collegati in verità non lo sono. questo è il ruolo
dell'esperimento mentale di terra gemella. è considerato da p l'argomento vs il
descrittivismo.

20/12
L'esperimento mentale di terra gemella dimostra che è logicamente possibile
immaginare un caso in cui ci sono due parole che hanno la stessa intensione, cioè
sono assciate dai parlanti allo stesso contenuto, ciononostante hanno diverse
estensioni e questo non era possibile per la teoria tradizionale del significato con
cui p intende una versione lievemente modificata dell'approccio di frege che si
basa sulla coppia di nozione intensione-estensione che sono gli eredi della coppia
fregiana di senso e denotazione e poichè questa non era una possibilità prevista
dalla teoria tradizionale del significato , il fatto che sia concettualmente coerente
un caso in cui ci siano due parole con la stessa intensione e diverse estensioni può
essere considerato come un argomento contro la teoria tradizionale del significato.
Il primo punto critico dell'esperimento terra gemella è come dobbiamo prendere le
due identificazioni teoriche quando diciamo che l'acqua è h20 che sono
l'identificazione di certi termini di genere naturale che appartengono al nostro
linguaggio normale acqua calore cane tigre etc. Immaginiamo che ci siano dei
termini di genere naturale di base e la loro identificazione teorica, o
l'identificazione con una certa struttura chimica in questo caso o con la scoperta di
cosa sono, il calore ad esempio è il moro molecolare delle molecole. Qui abbiamo
dei termini di genere naturale ordinari e dall'altra parte abbiamo la sua descrizione
o identificazione in termini scientifici. La critica che qui emerge è che quello che
comunemente chiamiamo acqua non è h20 perchè l'acqua non è mai pura, è sempre
composta da altre cose etc, lo scienziato dobìvrebbe dire una cosa del tipo ''questa
non è h20''l'obbiettivo dell'esperimento mentale è dimostrare che ci possono essere
due cose con esternsione diversa ma con la stessa intensione. Lo scienziato
dovrebbe dire ''questa acqua non è h20''. Questo esperimento mentale può essere
riformulato in modo da evitare alcuni tipi di obiezione come ad esempio ''ci sono
vari tipi di acqua'' come in parte è evitabile alcuni tipi di problemi che derivano dal
fatto che non è charo se l'acqua sia h20 possano essere evitti trattando l'essere h20
come una proprietà essenziale dell'acqua oppure prenderndo dei casi in cui
l'identificazione è più chiara. L'esempio funzionerebbe anche se dicessimo i gatti
sono animali. Anche questa è il riconoscimento che esiste un certo genere naturale
ordinario e si può ricostruire un esempio simile nel senso che se scoprissimo che su
terra gemella ci fossero degli animali del tutto simili ai gatti e però scoprissimo che
sono dei robot lo scienziato direbe che non sono gatti, che sono altri tipi di gatto? a
volte le obiezioni sono obiezioni alla particolare formulaizone che ne è data però
l'esperimento mentale può essere adattato a diverse obiezioni, è abbastanza
resistente. Ci sono delle presupposizioni dietro, quella fondamentale è che i generi
naturali abbiamo almeno dellle proprietà essenziali o fondamentali. Questa è
l'unica assunzione a cui putnam non può rinunciare quindi probabilmente il vero
avversario della posizione di putnam è uno che dica che i generi naturali non
abbiano nessun tipo di proprietà essenziali e fondamentali. Lo scienziato è
semplicemente uno che sa identificare molecole d'acqua e si rende conto che il
liquido di terra gemella non ha le proprietà di h20. nel 1750 quando non c'erano
scenziati in grado di distinguere l'acqua da xyz lì non c'era alcun modo di
distinguere le cose ma anche nel 1750 anche se nessuno sapeva distinguere le due
cose avremmo detto che erno due liquidi differenti mentre i descrittivista dovrebbe
dire che erano liquidi identici fino a che non si è scoperto che avevano una
struttura chimica differente. Per uno come p la posizione è: anche nel 1750 l'acqua
terrestre è un liquido diverso da quello gemelliano. Per la teoria tradizionale del
significato, poichè se due parole hanno la stessa intensione hanno anche la stessa
estensione allora si sarebbe dovuto dire che anche nel 1750 allora l'acqua terrestre
e l'acqua gemelliana erano la stessa sostanza. Questa è la conseguenza a cui ci
porterebbe il descrittivismo. L'intuizione più plausibile è prima facie quella di
putnam, se le cose stanno cosi anche nel 1750. Con un po' di difficoltà non è che
non si possa descrivere un 'intuizione a cui ci porterebbe invece il descrittivista. C'è
un senso in cui nel 1750 l'acqua terrestre e quella gemelliana erano lo stesso
liquido. L'argomento più forte contro questa posizione è che rende impossibile
scoprire qualcosa dell'acqua. L'argomento più forte dell'anti descrittivista contro il
descrittivista sui termini di genere naturale è che per il descrittivista diventa
difficile spiegare cosa vuol dire che ho scoperto qualcosa di nuovo su un certo
genere naturale oppure che quello che ho scoperto su un certo genere naturale è
falso. Queste cose sono impossibili da capire perchè se il genere naturale è quello
che soddisfa la descrizione che gli è associata non potrò mai scoprire qualcosa di
inaspettato, nuovo su un genere naturale. Quando scopro qualcosa di nuovo e
cambio la descrizione associata ad un genere ho cambiato in verità genere quindi la
distinzione della realtà in generi naturali segue le mie concettualizzazioni, cambio
concettualizzazioni cambio genere. Mentre la ricerca scientifica si basa sul fatto
che una volta che ho identificato un tipo di genere sulla base delle sue istanze, un
campione d'acqua ad esempio, poi ci possono volere anni per capire di cose si
tratta, qualè la concettualizzazione giusta. P si basa sul fatto che i generi naturali
abbiano delle proprietà essenziali e fondamentali ma non ha la presupposizione che
quelli che per ora la scienza ha dimostrato sono queli fondamentali. L'unica
presupposizione è che ci sono delle caratteristiche fondamentali dei generi naturali
e prima o poi o mai le potremmo scoprire. Kuhn poteva essere descritto con una
posizione secondo cui il significato dei termini teorici cambia a seconda del
paradigma. è possibile che sia stato un obbiettivo polemico implicito di putnam.
Kuhn non era amato in questi ambienti filosofici perchè sembrav portare un attacco
alla stessa idea di verità scientifica. Nell'articolo l'esperimento mentale
fondamentale è quello di acqua, poi ce n'è un altro sull'alluminio. Ci sono
caratteristiche diverse ma è dello stesso genere. Questo esperimento mentale deve
avere una certa struttura per funzionare. Vi è un caso un po' più semplice che P
presenta che riguarda quei casi in cui usiamo due parole di cui non consciamo
benissimo l'estensione e che magari confondiamo. Ad esempio succede spesso che
non distinguiamo gli olmi dai faggi pur essendo la parola olmo e la parola faggio
parte del mio vocabolario. Quindi in questi casi in cui abbiamo due parole le cui
denotazioni non sappiamo distinguere siamo in una situazione, dice putnam, in cui
alla parola olmo e alla parola faggio associamo la stessa intensione perchè non li
sappiamo distinguere. Qui sono in una situazione in cui ho due parole che hanno la
stessa intensione ma, dice putnam da questo dovrebbe seguire che olmo e faggio
hanno la stessa estensione? l'idea di putnam è che no, anche se io confondo olmo e
faggio e quindi per me la parola olmo e la parola faggio hanno la stessa intensione
da questo non segue, almeno per me, che l'estensione di olmo e l'estensione di
faggio sia la stessa. Quindi ho due parole che sono olmo e faggio, li confondo e
quindi hanno la stessa intensione perchè associo lo stesso contenuto concettuale a
queste due parole, se fosse diverso forse distinguerei gli olmi dai faggi ma
ciononostante ho due estensioni diverse. Sono comunque diversi gli olmi e i faggi
anche se io li confondo: questa idea è un argomento contro la concezione
tradizionale del significato perchè se li confondo e hanno la stessa intensione ma
hanno comunque diverse estensioni. E questo è di nuovo il punto fondamentale del
descrittivismo o teoria tradizionale del significato. Questo è un caso semplice.
L'alternativa descrittivista sarebbe provare a difendere una posizione secondo cui il
fatto che io confondo olmi e faggi e quindi che alla parola olmo e faggio associo la
stessa intensione abbia come conseguenza che per me la parola olmo e faggio
hanno la stessa estensione. Ma putnam direbbe, il fatto che per te abbiano la stessa
estensioneè compatibile con il fatto che di fatto olmi e faggi siano cose diverse. Il
punto su cui P si appoggia è che gli olmi e i faggi hanno una natura, hanno delle
caratteristiche fondamentali che rendono qualcosa un faggio indipendentemente da
quello che noi pensiamo che sia perchè se uno difende la tesi per cui un olmo è
quello che io penso essere un olmo sarebbe assurdo. Ma non è detto che quello che
io pensi sia un olmo sia effettivamente un olmo, potrei sbagliarmi sulla natura degli
olmi. Potrei avere un concetto sbagliato di olmo e la possibilità dell'errore implica
che la natura del'olmo sia indipendente da cio che io penso degli olmi. Per putnam
è la possbilità che possiamo sbagliare sulle concettualizzazioni che riguardano i
generi naturali che può essere spiegata postulando l'idea che i generi naturali
abbiano una loro natura che viene scoperta in maniera magari fallibile in migliaia
di anni per mezzo ad esempio della ricerca scientifica etc. Putnam fa un ipotesi
socio linguistica che deriva dalla discussione di questi asi che abbiamo visto
tendono a confutare il descrittivismo ed è rappresentata in parte da questa citazione
che putnam fa dopo aver discusso i casi di olmo e faggio e dice ''difficilmente
potremmo usare parole come olmo o alluminio se nessuno possedesse un metono
per riconoscere gli olmi o l'alluminio ma non tutti coloro per cui la differenza è
importante devono essere in grado di compiere tale distinzione.'' Questa è un idea
di putnam che è stata poi chiamata divisione del lavoro linguistico: l'idea è che
è charo che tutti i parlanti di una lilngua usiamo un sacco di termini di genere
naturale come ''olmo' ''faggio'' ''acqua'' ''oro'' ma per poter essere
considerati parlanti comepetenti di queste parole e qui lo scontro tra
descrittivisti e anti descrittivisti è uno scontro che riguarda in parte cosa
significa essere competenti nell'uso di una certa parola. Per poter essere
competenti nell'uso di questa parola non occorre che siamo in grado di
distinguere l'alluminio da ciò che è alluminio, l'oro da ciò che non è oro,
l'acqua da ciò che non è acqua etc. Putnam dice che buona parte della
comunità che usa parole di genere naturale non ha bisogno di avere quelle
competenze per distinguere gli appartenenti ad un determinato genere
naturale. L'importante, dice Putnam, che ci sia qualcuno all'interno della
comunità che sia in grdo di farlo. Questi qui sono i parlanti esperti in generali,
come lo scienziato dell'esperimento mentale di terra gemella era un esperto
nel senso che era un apersona in grado di distinguere l'acqua da qualcosa che
non lo è attraverso strumenti da laboratorio. Questa idea è chiamata divisione
del lavoro linguistico, un effetto linguistico della divisione delle competenze
del lavoro. è chiaro che tutti abbiamo a che fare con l'oro nel senso che magari
ce l'hanno regalato ma pochissimi di noi hanno a che fare con l'oro in maniera
rilevante nel senso che lo lavorano, lo vendono etc. Ci sono diverse
competenze che riguardano l'oro, c'è una divisione del lavoro che ha a che
fare con l'oro che si riflette sul piano linguistico. Il parlante meno esperto usa
la parola oro ma non sa praticamente nulla dell'oro, ci saranno invece del
parlanti che hanno maggiori interazioni con l'oro. Un effetto di quest divisione
del lavoro è che ci saranno anche dei parlanti esperti dell'oro. Putnam dice
che è importante perchè una parola possa essere usata all'interno di una
comunità che esista questi parlanti esperti che sono i garanti del fatto che ad
un certo punto l'estensione giusta venga associata alla parola. Qui c'è la stessa
mossa che c'era in K per i nomi propri: la competenza dell'uso è spostata da
dentro la testa di chi usa la parola a fuori. Cosa ci garantisce che stiamo
parlando di aristotele quando diciamo una cosa del tipo ''aristotele ha scritto
l'etica nicomache''? per K c'era questa idea della catena causale e non qualche
tipo di info che io ho quando uso aristotele ma il fatto che io abbia ereditato
questo nome lungo la catena causale giusta. Cosa garantisce il fatto che sto
usando faggio o molibdeno? il fatto che nella mia comunità ci sia qualcuno che
sappia distinguere i faggi dai molibdei. IL parlante esperto rispetto ai termini
di genere naturale in cui è fondamentale l'identificazione è uno che sa
distinguere, che sa dire con certezza che un certo campione è un certo tipo di
sostanza o animale. è uno che sa distinguere un gatto da qualcosa che non lo è,
l'oro da qualcosa che non lo è. A questo corrispondono competenze diverse:
uno che sa distinguere l'oro da qualcosa che non lo è è qualcuno che magari sa
anlizzare l'oro per mezzo di un microscopio, uno che sa dire che un animale è
un gatto è un esperto in grado di analizzare il dna. Queste sono competenze
del lavoro che si riflettono su una maggiore competenza linguistica. Putnam
dice che la divisione del lavoro linguistico è un effetto della divisione del
lavoro, deriva dal fatto che alcuni di noi hanno interazioni maggiori con certi
generi naturali questo fa sì che questi siano i parlanti esperti di quell'ambito
lì. La competenza di una comunità linguistica rispetto a quella parola dipende
dal fatto che ci siano questi parlanti esperti. L'idea è un po' olistica e un certo
ottimismo: l'idea è che c'è una comunità di parlanti che usano la parola oro,
assumiamo che tutti la sappiano usare però c'è una piccola parte di questa
comunità, che sono i parlanti esperti che sanno distinguere l'oro da ciò che
non lo è. La loro presenza,il fatto che ci sia qualcuno che sappia determinare
l'estensione dell'oro con sicurezza determina che tutti gli altri usino la parola
oro in maniera competente. Ovviamente ci sono tante parole come tavolo che
non hanno bisogno di questo meccanismo. Ci sono tante parole che che non
manifestano questa dicotomia tra parlanti esperti e non esperti. Molti dei
generi naturali invece si perchè sono quelle parole che codificano tantissima
ricerca scientifica che sta attorno. Cosa significa che questa comunità di
esperti e il resto della comunità parlino due lingua differenti? Il punto di
queste posizioni anti descrittiviste è che la morale generale che se ne può
trarre è che non è mai un operazione teorica nel senso che la teoria che io ho
ad esempio sull'oro che è quella che consocono gli esperti non entra a far parte
dei miei atti di riferimento all'oro. Quindi c'è un senso in cui questa comunità
parla la stessa lingua perchè la competenza minima richiesta per usare la
parola oro ce l'hanno tutti, anche il parlante molto distante dai parlanti
esperti, quando dice ''so pochissimo dell'oro'' si sta comunque riferendo
all'oro. Esattamente come quando l'esperto dice ''l'oro ha numero atomico
79''. Entrambi si stanno riferendo all'oro e parlano la stessa lingua, nel senso
che si possono parlare, non è che la diversità di competenza tra questi avrebbe
lo stesso effetto di due persone che parlano una lingua diversa. L'idea di
Putnam è indipendentemente dal tipo di info che i parlanti esperti hanno e
quelli non esperti hanno entrambi, anche quando si parlano tra loro si
riferiscono comunque alla parola oro oppure virus. L'esempio viene bene
perchè manifesta una difficoltà a diffondere la competenza ma l'obbiettivo
non è che i parlanti esperti diffondano la loro competenza ai parlanti non
esperti, ciò che dice putnam è che l'importante perchè una parola venga usata
è che ci sia qualcuno che di fatto sa come stiano le cose. Possiamo immaginare
comunità di parlanti che hanno teorie completamente diverse su una stessa
cosa, come no vax e comunità di scienziati rispetto a qualcosa, il punto di K è
che anche per costruire questi casi di conflitto dobbiamo presupporre che il
riferimento della parola in questione vada a buon fine indipndentemente da
quello che si sa. Nel senso che quando mi riferisco ad un genere naturale c'è
un elemento indicale cioè dimostrativo : quando parlo dell'h20 dicendo che lo
è io sto implicitamente dicendo ''l'acqua è qualsiasi cosa che possiede la
natura di ciò che io ho davanti''. Ci potrebbe volere un sacco di tempo per
vedere la natura di ciò a cui ci riferiamo ma per ricostruire questo processo e
per parlarne abbiamo inanzitutto bisogno che le parole vadano a beccare la
cosa giusta anche se non possiamo non saperlo. Questo è il senso in cui
putnam dice che la nozione di riferimento non è una nozione teorica, non va
costruita come una nozione teorica nel senso che deve contenere tutte le teorie
che abbiamo dell'acqua. è una relazione di tipo diverso, quasi di tipo causale.
ma non è una relazione che va costruita sulla base di queste teorie. Anche due
comunità di parlanti che hanno teorie opposte su una certa cosa come l'oro,
per manifestare la loro avversità devono tener fisso il riferimento di oro e dire
cosa ne pensano. Altrimenti potrebbero essere costrute come due comunità
che parlano di due cose diverse ma altrimenti non si spiegherebbe perchè sono
comunità in disaccordo. Il disaccordo prevede che ci sia un genere naturale di
cui sto parlando e di cui non conosco niente. Se non tenessimo fissa la cosa di
cui stiamo parlando due comunità che dicono due cose diverse dell'oro si
percepirebbero come due comunità che stanno parlando di due cose differenti.
Non è che deve succedere che la competenza si diffonda ma devono esserci
questi esperti perchè si possa dire che le parole hanno l'estensione che hanno.
C'è questo processo di esternalizzazione dei meccanismi semantici dal singolo
parlante al fuori. Putnam la mette spesso in termini di cooperazione
strutturata. L'idea è che se io uso una parola come oro e non sono
sufficientemente competente dell'oro cnon devo smettere di usare tale parola
ma devo sapere a cosa questa parola si riferisce e avere questa possibilità
significa che posso imparare qualcosa, ad esempio andando da uno scienziato
che mi spiega cos'è ad esempio l'oro. una volta che abbiamo aggiunto questa
divisione del lavoro linguistico vediamo che il punto di putnam contro il
descrittivismo è una teoria del significato che lascia fuori due elementi
fondamentali nella concezione del significato delle parole che hanno i generi
naturali particolari: lascia fuori il contributo della comunità cioè il fatto che
l'estensione di un termine generale è fissata socialmente (qui putnam è un po'
ambiguo perchè non è chiaro se l'estensione delle parole sia fissata o scoperta
socialmente). Sicuramente nell'utilizzo della parola oro è rilevante la
competenza dei parlanti esperti, banalmente perchè se voglio sapere se
qualcosa è oro o meno non occorre che io lo sappia, basta che ci sia qualcuno a
cui andarlo a chiedere e anche il contributo del mondo reale nel senso che uno
presupposizione su cui si basa la posizione è che l'estensione di un termine
come oro e come acqua dipende dalla natura dell'acqua e dell'oro anche se
potremmo non sapere qual è la natura dell'acqua e dell'oro. Mentre per il
descrittivismo queste due dimensioni sono totalmente tagliate fuori nel senso
che per il descrittivismo l'estensione della parole oro dipende dalle info che il
parlante ha in testa quando la usa, questo potrebbe essere indipendente dal
mondo reale, da come di fatto stanno le cose e questo richiede una competenza
singola di ogni parlante che usa la parola oro, sufficientemente ricca da poter
applicare questa parola altrimenti non è competente nell'uso della parola oro.
Mentre da una parte l'anti descrittivista ha una concezione della competenza
linguistica un po' più debole e quindi fa subentrare il ruolo della società nel
determinare questa competenza e dell'altro ha questo punto secondo il quale
le nostre parole devono andare a riferirsi alle cose giuste anche se noi non
sappiamo quali sono e questo ci permette poi di scoprire delle cose giuste sulle
parole, sulle cose di cui parliamo. Io posso anche introdurre un termine di
genere naturale sulla base di una teoria che ho ma se dovessi poi scoprire che
la mia teoria era completamente sbagliata il termine di genere naturale
continua a riferirsi non a quello a cui si riferiva secondo la mia teoria ma a
quello che ho scoperto riferirsi dopo. C'è una parte della posizione di putnam
che tenta di recuperare dopo averlo depotenziato nel suo ruolo semantico una
caratteristica della posizione descrittivista, è questo concetto che putnam
definisce stereotipo che sembra far parte del nostro utilizzo delle parole di
genere naturale. Anche se siamo parlanti non esperti di una certa parola di
genere naturale noi tendiamo o la comunità linguistica ci richiede di associare
a questa parola un certo contenuto descrittivo che putnam chiama stereotipo
che però non deve giocare il ruolo semantico così pesante che giocava invece
per i descrittivisti. Putnam fa questo esempio: un parlante dell'italiano che usa
la parola tigre ma non sapesse che tigre è un animale probabilmente saremmo
portati a pensare che un parlante dell'italiano che usa la parola tigre ma alla
domanda ''sai se la tigre è un animale o no?'' rispondesse ''no, secondo me la
tigre non è un animale'' avremmo dei dubbi sul fatto che sia competente
nell'uso della parola tigre. Quindi, dice putnam, è vero che tutto quello che il
parlante pensa non va costruito come il significato della parola tigre però c'è
questo fatto socio linguistico cioè che almeno nei casi delle parole di genere
naturale, la competenza nell'uso di queste parole deve accompagnarsi ad una
serie di tag che sono gli stereotipi che associamo alla parola altrimenti non
verremmo riconsociuti come parlanti competenti della parola. Questo è un
fenomeno sociale, non ha un valore semantico. NOn è che le varie tag che
associamo alla parola tigre per essere considerati parlanti competenti dell'uso sono
il significato della parola digre altrimenti ritorneremo di nuovo nel descrittivismo e
da certi punti di vista la comunità linguistica ci richiede che per poter usare certe
parole noi usiamo almeno una parte di questi stereotipi, di queste info molto
generali che sono le informazioni tipiche delle estensioni del temrine ma in quanto
tipiche possono anche essere completamente sbagliate, ma sono tipiche, sembrano
far parte della competenza richiesta nell'uso di queste parole. Gli stereotipi hanno
questa natura un po' strana cioè sono quello che rimane del descrittivismo una volta
che il descrittivismo non è più considerato una teoria semantica dei termini di
genere naturale. è chiaro che noi li usiamo avendo in testa delle caratteristiche
tipiche, usiamo la parola tigre avendo in testa delle caratteristiche tipiche delle tigri
ma questo non ha alcun valore semantico perchè ci possono essere delle tigri che
non hanno alcuna delle caratteristiche tipiche delle tigri che abbiamo in testa
oppure ci potrebbero essere degli animali che hanno tutte delle caratteristiche che
noi associamo alle tigri che non sono tigri quindi l'estensione della parola tigre è
comunque indipendentemente dallo stereotipo che asociamo alla parola quindi lo
stereotipo non ha la stessa funziona dell'intensione nella teoria tradizionale del
significato cioè quella di determinare l'estensione. è una specie di tipizzazione che
deriva in parte da fattori comunitari rispetto all'uso di una certa parola che però è
molto mobile rispetto all'estensione della parola. Animale normalemente è un
termine che noi usiamo per caratterizzare altri generi naturali. Anche per parole di
genere naturale un po' più alte di livello c'è un minimo di stereotipo. noi potremmo
scoprire che ci sono animali striati che non sono tigri. Cosa determina che una tigre
sia una tigre? non tanto il fatto che soddisfi uno stereotipo, che spesso sono
caratteristche tipiche che i parlanti non esperti associano alle parole, è la natura del
genere. Questa è l'altra parte positiva della posizione di putnam che come quella di
k si basa soprattutto come un argomento vs il descrittivismo, in secondo luogo con
la descrizione di alcuni concetti che servono a spiegarci sia com'è una certa
competenza nell'uso delle parole sia com'è la natura semantica di queste parole. In
particolare le nozioni di lavoro linguistico e di stereotipo servono a putnam per
recuperare alcune caratteristiche del descrittivismo che lo rendevano una teoria
particolarmente buona sulla competenza per esempio pur basando tutta la sua
teoria semantica sul fatto che il significato di un termine di genere naturale è in
parte determinato dall'estensione di questo termine. Quello che dice putnam è che
il significato di una parola come gatto è dato da una serie di elementi ma la cosa
che ci vuole far notare è che il significato della parola tra gli elementi che lo
determinano ha l'estensione di questa parola e questo vuol dire che il significato
delle nostre parole è determinato dal mondo esterno in parte. Quello che significa
gatto dipende in parte da come sono fatti i gatti anche se noi potremmo non saperlo
o anche se dovessimo scoprire che tutte le teorie che abbiamo sui gatti fossero
sbagliate. Per questo la posizione di putnam è conosciuta come esternalismo che
poi col tempo si è trasformata una posizione sui contenuti mentali ma dal pdv
semantico la teoria di putnam a volte è conosciuta come esternalismo semantico
perchè è una posizione che ci dice che il contenuto delle nostre parole è
determinato da fattori che sono esterni a noi. Il fatto che ci sia un genere naturale
che è quello del gatto, a cui noi ci riferiamo quando usiamo questa parola e la cui
estensione dipende da fattori che non sono interni ai nostri concetti cognitivi o a
ciò che sappiamo o alle nostre teorie. Abbiamo visto tutti i vantaggi se si
imposta la teoria semantica in maniera così realista/esternalista, in particolare
riesce a capire cosa diciamo quando diciamo cose del tipo ''non so niente dei
gatti'' o ''ho scoperto che tutte le mie teorie scientifiche sui gatti sono false'' o
''abbiamo due teorie diverse cosa sono i gatti'', tutte queste frasi
presuppongono che il significato della parola gatto sia indipendente dalle
nostre concettualizzazioni sui gatti e che in parte dipende da una cosa esterna
a noi cioè l'estensione. Queto significa che il mondo contribuisce al contenuto
delle nostre parole, non siamo noi i creatori del significato delle parole. Siamo
i creatori delle parole perchè il linguggio è un artefatto umano ma una volta
che l'abbiamo creato, le parole hanno un significato che è in parte
indipendente da noi. La relazione di riferimento, cioè quello che lega una certa
parola ad un certo genere naturale non è una relazione teorica. Questa
relazione che permette alla parola gatto di parlare dei gatti non è una
relazione teorica ma diretta, quasi causale. in putnam non c'è solo l'aspetto
dell'esternalismo semantico ma anche sociale cioè il fatto che per putnam
specificare quale sia l'estensione delle parole è un impresa sociale,
comunitaria, che fa insieme una comunità di parlanti. Questo è fondamentale
per liberare questa relazione qui da qualsiasi peso teorico e spostarlo sulla
comunità linguistica.

L’estensione del termine “oro”, allora, non è fissata individualmente, cioè dallo
stato psicologico dell’individuo che acquisisce quel termine, ma socialmente, dal
corpo linguistico collettivo. Si realizza, in tal modo, quella che Putnam chiama
divisione del lavoro linguistico e che contribuisce alla determinazione del
riferimento: all’interno di una comunità vi sono persone dalle competenze
superiori riguardo a un certo campo, risulta così naturale che siano loro a fissare,
nel “battesimo iniziale” a cui prima si accennava, i riferimenti per certi termini
(Sacchetto 2002, p. 1303), riferimenti che verranno poi “passati”, come operazione
sociale, a tutti i parlanti nelle forme “più leggere” degli stereotipi, i quali
comunque consentiranno la corretta identificazione dei rispettivi oggetti. Accade,
in realtà, che tale battesimo non è necessariamente fatto da esperti: nel caso
dell’oro, per esempio, è stato fatto da gente priva delle nostre conoscenze chimiche
(Mario Alai, comunicazione personale). L’identificazione del riferimento è,
comunque, un’impresa sociale piuttosto che individuale.Quindi, in questa
posizione esternalista sulla semantica a cui Putnam giunge, il mondo esterno gioca
un ruolo cruciale nel fissare i riferimenti delle nostre espressioni linguistiche. In tal
modo, Putnam non solo supera quelle posizioni che cercano di ridurre il significato
agli stati mentali o ai processi interiori, ma risponde anche a quella sfida del
relativismo che vede, nell’incommensurabilità di teorie differenti, l’impossibilità di
un dialogo inter-teoretico. Infatti, nella sua teoria causale del riferimento, questo
risulta relativamente “insensibile” alle variazioni teoriche, appunto perché il
mondo esterno gli “fa da sponda”, cosicché la continuità e la razionalità della
scienza e della comunicazione sono sorrette.

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