Esercizio 2 - Soluzione
Consideriamo y ′′ − 2y ′ + 3y = t2 − t
Si tratta di un’equazione differenziale lineare a coefficienti costanti del secondo ordine. L’equazione
caratteristica è:
λ2 − 2λ + 3 = 0
√ √
che ha due soluzioni complesse coniugate λ1 = 1 + i 2, λ2 = 1 − i 2. Se indichiamo con yP (t) una
soluzione particolare dell’equazione completa, il suo integrale generale è:
√ √
y(t) = yP (t) + c1 et cos (t 2) + c2 et sin (t 2) c1 , c2 ∈ R
Per cercare una soluzione particolare possiamo affidarci al metodo di somiglianza e individuare yP (t) tra
le funzioni del tipo at2 + bt + c.
Passiamo a calcolare la derivata prima e seconda di yP (t):
yP′ (t) = 2at + b
yP′′ (t) = 2a
Sostituendo yP (x), yP′ (x), yP′′ (x) nell’equazione completa si ottiene:
3at2 + t(−4a + 3b) + 2a − 2b + 3c = t2 − t
2
L’insieme è compatto, perché chiuso (contiene tutti i suoi punti di frontiera) e limitato (esiste una
palla di centro l’origine e raggio r ∈ R che contiene D).
∂f −8y
(x, y) = x · p − 2ex sin y
∂y 2
2 1 − x − 4y 2
|x − 1| y3
lim f (x, 0) = lim + ∞, lim f (1, y) = lim =0
x→1 x→1 (x − 1)2 y→0 y→0 y 2
3
e dunque:
Z 4
L(L) = (2t + 9) dt = [t2 + 9t]41 = 42
1
√
Il punto P (7, 16, 8 2) è individuato da t = 2 e dunque l’equazione della retta tangente all’arco L
in P si può scrivere nella forma:
⃗r(t) = P + t γ ′ (2), t∈R
Le equazioni parametriche della retta sono:
x(t) = 7 + 4t
y(t) = 16 + 9t t∈R
√ √
z(t) = 8 2 + 6t 2
Esercizio 5 - Soluzione
a) Per trovare i punti critici di f bisogna risolvere il seguente sistema:
∂f
2 2
∂x (x, y) = 8x − 2xy = 0; 2x(4 − y ) = 0
∂f
(x, y) = 18y − 2x2 y = 0; 2y(9 − x2 ) = 0
∂y
(0, 0), (3, 2), (3, −2), (−3, 2), (−3, −2) sono le soluzioni del sistema.
La matrice hessiana di f in un generico punto (x, y) ∈ R2 è:
8 − 2y 2
−4xy
Hf (x, y) =
−4xy 18 − 2x2
Hf (0, 0) è definita positiva, pertanto (0, 0) è un punto di minimo. Gli altri sono tutti punti di sella.
b) Massimo e minimo assoluto di f (x, y) su E esistono per il teorema di Weierstrass, dal momento
che f è continua su R2 e di conseguenza anche su E, che è un sottoinsieme chiuso e limitato
(quindi compatto) di R2 .
Tra i punti interni di E solo (0, 0) è candidato a determinare un valore estremo per f , quin-
di ora occupiamoci dei punti di frontiera. La funzione Lagrangiana associata al problema di
massimizzare/minimizzare f (x, y) soggetta al vincolo x2 + 2y 2 = 9 è:
L(x, y, λ) = 4x2 + 9y 2 − x2 y 2 − λ(x2 + 2y 2 − 9)
Cerchiamo i punti stazionari per L:
∂L
(x, y, λ) = 8x − 2xy 2 − 2λx = 0
∂x
∂L
(x, y, λ) = 18y − 2x2 y − 4λy = 0
∂y
∂L (x, y, λ) = −(x2 + 2y 2 − 9) = 0
∂λ
La prima equazione può essere riscritta nella forma x(4−y 2 −λ) = 0, mentre la seconda si trasforma
in y(9 − x2 − 2λ) = 0. La coppia x = 0, y = 0 non verifica l’equazione del √ vincolo e va
√ scartata,
3 9
rimangono quindi (x = 0, y = ± 2 , λ = 2 ), (x = ±3, y = 0, λ = 4) e (x = ± 5, y = ± 2, λ = 2).
√
4
Per trovare il valore massimo e il valore minimo di f su E basta valutare f nelle coordinate x, y
dei punti appena trovati sulla frontiera e nel punto stazionario interno (0, 0):
f (0, ± √32 ) = 81
2 ;
f (±3,
√ 0) =√36;
f (± 5, ± 2) = 28.
f (0, 0) = 0
Pertanto il valore massimo assoluto per f sull’insieme E è 81/2, il valore minimo assoluto è 0.
Esercizio 6 - Soluzione
L’insieme D è rappresentato cosı̀:
π
ZZ Z Z 3
y 2 r sin θ
p dx dy = rdr dθ
x2 + y 2 π
2 r
4
D
π
Z
2
Z 3
= sin θ dθ · r dr
π
4
2
π/2
= [− cos θ]π/4 · [r2 /2]32
√
5 2
=
4
Esercizio 7 - Soluzione
La regione
Ω = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 ≤ 1, −2 ≤ z ≤ x2 + y 2 + 1}
è facilmente rappresentabile in R3 :
Si tratta della parte interna al cilindro di equazione x2 + y 2 = 1, limitata inferiormente dal piano z = −2 e
superiormente dal paraboloide di equazione z = x2 + y 2 + 1. Passando in coordinate cilindriche, il volume
5
si ottiene cosı̀:
ZZZ Z 2π Z 1 Z r2 +1
dxdydz = r dz dr dθ
0 0 −2
Ω
Z 1
= 2π r(r2 + 3) dr
0
7 7
= 2π · = π
4 2
Esercizio 8 - Soluzione
a) Abbiamo γ ′ (t) = (2t, 2) e dunque
p
||γ ′ (t)|| = 4t2 + 4
L’integrale di linea si calcola cosı̀:
√
Z Z √3 Z √
3 3
p 1 2 3 28
y ds = 2t ||γ ′ (t)||dt = 2
2t 4t + 4 dt = (4t + 4) 2 =
0 0 6 0 3
γ
R √3
F⃗a · d⃗r = F⃗a (γ(t)) · γ ′ (t) dt
R
b) Per definizione, 0
γ
c) Il campo vettoriale
F⃗a (x, y) = (ay 2 , xy + 2)
è definito per ogni (x, y) ∈ R2 e la sua matrice jacobiana è
0 2ay
JF⃗a (x, y) =
y x
Si tratta di una matrice simmetrica se e solo se a = 1/2 (campo irrotazionale). Questa condizione,
insieme al fatto che il dominio di F⃗1/2 è semplicemente connesso, ci assicura che il campo è
conservativo.
∂U
Cerchiamo un potenziale U (x, y), partendo dall’uguaglianza (x, y) = y 2 /2.
∂x
Integrando rispetto a x, otteniamo U (x, y) = 12 xy 2 + c(y).
Derivando U rispetto a y abbiamo xy+c′ (y), che deve essere uguale a xy+2 (la seconda componente
del campo vettoriale). Concludiamo allora che c′ (y) = 2, per cui c(y) = 2y + k, k ∈ R.
Pertanto un potenziale per il campo F⃗1/2 è U (x, y) = 21 xy 2 + 2y + k.
Z √
F⃗1/2 · d⃗r = U (γ( 3)) − U (γ(0))
γ
√
= U (3, 2 3) − U (0, 0)
√
= 18 + 4 3
6
∂f 2y 2
(x, y) = log (4 − 4x2 − y 2 ) − + 2ey sin x
∂y 4 − 4x2 − y 2
Valutando ciascuna di esse in P (0, 0), otteniamo:
∇f (P ) = (2, log 4)
La derivata di f nella direzione del vettore è
√
∂f √ 2 √ √
(P ) = ∇f (P ) · ⃗v = − 2 + log 4 = − 2 + 2 log 2
∂⃗v 2
4) a) Il limite non esiste, perché limx→0 f (x, 2) = 0, mentre limy→2 f (0, y) = +∞.
b) Per la ricerca del massimo e minimo assoluto di f sulla frontiera di E, consideriamo la funzione
lagrangiana
L(x, y, λ) = x2 y 2 − x2 − 4y 2 − λ(x2 + 4y 2 − 1)
I punti stazionari di L(x, y, λ) sono 8:
√ √
2 2
(0, ± 21 , −1), (±1, 0, −1), (± 2 , ± 7
4 , −8)
Il minimo globale per f su E è −1, il massimo globale è 0 (assunto nel punto interno (0, 0)).
6) Il valore dell’integrale è 29 π.
7
√
Il valore dell’integrale è 2 2 − 4.
√
13 13−27
R
8) (a) γ y ds = 4 ;