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Un tessuto è un insieme di cellule simili che insieme svolgono una determinata funzione e che hanno in comune forma,
dimensione e proteine al loro interno. Un insieme di tessuti forma un organo. Diversi organi formano un apparato
(elementi in comunicazione morfologica) o sistema (elementi con stessa funzione ma non in contatto diretto).
Il raggruppamento di cellule in un tessuto è reso possibile da 2 processi a carico delle proteine della membrana
plasmatica:
1. Riconoscimento cellulare: una © lega si lega esclusivamente a tipi di © solo di un determinato tipo
2. Adesione cellulare: per rafforzare legami tra ©
Giunzioni occludenti o strette: Impediscono movimento di sostanze nello spazio intercellulare interposto tra
due © e ostacolano la migrazione di fosfolipidi e proteine. Dunque separano una regione apicale da una
basale/laterale di una ©.
Desmosomi (di ancoraggio): Collegano in maniera forte © adiacenti, ma permettono comunque movimento
di materiale nello spazio intercellulare. Sulla faccia interna della membrana plasmatica ciascun desmosoma ha
una struttura detta placca, che è connessa a fibre del citoplasma (fatte di cheratina). Dunque collegato
citoplasmi di © adiacenti (mentre gli emodesmosomicollegano membrane extra© di © adiacneti).
Giunzioni serrate o comunicanti: Consentono la comunicazione cellulare tra © adiacenti. Sono costituiti da
complessi proteici detti connessoni, che attraversano le membrane plasmatiche di cellule adiacenti e lo spazio
intercellulare tra esse, che sono fatti di proteine dette connessine. Permettono passaggio di ioni e micro-
molecole.
TESSUTO EPITELIALE
È formato da celluleaccostateche svolgono funzioni di rivestimento, secrezione e recezione di stimoli.
- È formato da cellule molto connesse tra loro grazie a desmosomi e giunzioni occludenti (tanto che la sostanza
intercellulare è quasi assente)
- Poggiano su una membrana basale di proteine e carboidrati
- Mantengono tutta la vita la capacità di duplicarsi
- Non sono vascolarizzati, dunque vengono nutriti per diffusione dai tessuti sottostanti
- Le © del tessuto epiteliale derivano da tutti e 3 i foglietti embrionali
Epitelio di rivestimento
• Ha la funzione di rivestimento, di protezione e facilitano
assorbimento di composti chimici.
• È formato da cellule molto tra loro affiancate che formano 2lamine
(una verso l’esterno e l’altra verso l’interno)che poggiano su una
membrana basale, legata a sua volta al tessuto connettivo.
L’insieme di epitelio, membrana e prende il nome di: cute (se si
trova nel rivestimento esterno), mucosa (se nella superficie interna di
una cavità), sierosa (se in una cavità comunicante con l’esterno, come
l’ano)
• La formadi questo epitelio può variare: appiattito (pavimentoso o
squamoso), cubico e cilindrico.
• Può essere monostratificato (solo uno strato di cellule – es. mucose/sierose) e pluristratificato(due o più strati di
cellule – es. epidermide): gli strati superficiali sono costituiti da cellule morte che squamano continuamente lasciando
posto a cellule degli strati sottostanti., dunque solo le cellule a contatto con la membrana basale sono effettivamente
attive.
• Esiste anche l’epitelio pseudostratificato: un epitelio di transizione composto da un unico strato di © che poggiano
sulla stessa membrana basale ma non hanno stessa forma e altezza, è spesso cigliato.
• Esiste anche l’epitelio di transizione: costituisce il rivestimento interno della vescica e delle vie urinarie, ed è
selettivamente permeabile, così da impedire il riassorbimento dell'urina.
• Può presentareciglia, utili alla rimozione di materiale estraneo (epiteli cigliati), o un orletto a spazzola, una struttura
costituita da estroflessioni di membrana (i microvilli) importanti per aumentare la superficie di assorbimento.
Esempi anatomici:
• L’epidermide è un epitelio pluristratificato (è coneificata:
faringe, vagina e retto però NO)
• I vasi sanguigni e la cavità cardiaca hanno come epitelio di
rivestimento l’endotelio, che è un pavimentoso monostratificato
• Alvelo e glomerulo hanno epiteli monostratificati
• La mucosa gastrica ha un epitelio cilidrico semplice
• I dotti ghiandolari un epitelio cubico
Epitelio ghiandolare
Gli epiteli ghiandolari sono costituiti da cellule con carattere secernente, dunque adibite alla secrezione.
Leghiandole sono strutture cave la cui superficie interna è caratterizzata da un epitelio ghiandolare secernente. Dunque,
queste producono prodotti, portati all’esterno da condotti escretori.
Esistonoanche delle cellule nervose adibite alla secrezione.
Si dividono in:
- Ghiandole esocrine: riversano il proprio prodotto all’esterno o
in dotti escretori. Possono essereunicellulari (producono muco)
e pluricellulari (situate fuori dall’epitelio ma in comunicazione
con esso attraverso il condotto escretore).
- Ghiandole endocrine: Immettono il proprio prodotto (ormoni),
nel liquido interstiziale o nel sangue. Anch’esse possono essere
unicellulari e pluricellulari (che a loro volta sono isolate o
all’interno di organi non ghiandolari).
Epitelio sensoriale
L'epitelio sensoriale è costituito da cellule disperse negli epiteli di
rivestimento, che hanno la funzione di ricevere etrasmettere
stimoli esterni alle cellule del tessuto nervoso (es. papille
gustative, © acustiche dell'orecchio, etc).
Va ricordato che le © dell’epitelio sensoriale non sono cellule
nervose perchénon hanno l'assone ma tuttavia sono avvolte da
espansioni terminali di fibre nervosedeineuroni sensitivi, il cui corpo
cellulare ha sede nei gangli cerebro-spinali.
TESSUTO CONNETTIVO
• Il tessuto connettivo è costituito da
cellule di forma irregolare disperse in
una matrice extracellulare (costituita da
fibre proteiche: collagene, elastina, fibre
reticolari, etc), diversa nei ≠ tipi di
connettivo. Le © sono separate.
• Svolge la funzione di sostegno,
protezione e interviene nei processi di
ricambio e nutrizione cellulare.
• Deriva solo da 1 foglietto embrionale,
il mesenchima.
1. Connettivo LASSO
• È il più abbondante nell’organismo
• Funge da riempitivo tra le varie parti del corpo e da riserva di sali e fluidi.
• Avvolge nervi, vasi sanguigni e muscoli e (con il tessuto adiposo) forma lo strato ce collega cute e mucose a strutture
sottostanti
• È un tessuto semifluido: presenta fibre (soprattutto collagene), che si diramano in tutte le direzioni e formano una rete,
immerse in una soluzione di mucopolisaccaridi (soprattutto acido ialuronico e condroitinsolfato), il cui eccessivo rigonfiamento
prende il nome di edema.
3. Connettivo ELASTICO
• Formato da fibre di elastinaelastiche e disposte in fasce.
• È presente nelle strutture che necessitano un’espansione ed un ritorno alla forma iniziale (polmoni, arterie, corde vocali, etc.)
4. Connettivo RETICOLARE
Formato da fibre reticolari, corte e ramificate, formate principalmente da collagene e glicoproteine. Forma la struttura di
supporto di molti organi quali fegato, milza, midollo osseo etc.
TESSUTO ADIPOSO
Le cellule che lo costituiscono sono chiamate adipociti, dove ci sono numerosi grassi(trigliceridi), che derivano da:
- Alimenti
- Trasformazione di altri composti
- Formazione ex-novo: gli adipociti stessi formano ex novo trigliceridi.
Può essere:
Tessuto adiposo BRUNO: Hanno un nucleo centrale e intorno gocce di grasso
(trigliceridi) piccole.
Le cellule hanno una colorazione bruna perché il loro citoplasma è ricco di
mitocondri, importanti per la produzione di calore: i mitocondri (non avendo
enzima per sintesi ATP) sfruttano l’energia del trasporto di elettroni,
trasformandola in calore.
Tessuto adiposo BIANCO: Gli adipociti sono molto grossi e rotondi e contengono
una sola goccia di grasso che spinge in periferia il nucleo. Le cellule di tale tessuto
sono riunite in gruppetti chiamati lobuli di grasso.
TESSUTO CARTILAGINEO
• Le cellule sono i condrociti che producono una sostanza formata da collagene, glicoproteine e proteoglicani (dunque
secernono loro la loro matrice). I condrociti possono trovarsi raggruppati in gruppi isogeni.
• È dotato di molta resistenza alla pressione/trazione e di molta elasticità
• Forma le cartilagini, rivestite da un involucro di connettivo compatto chiamato pericondrio. Esse si accrescono per:
- moltiplicazione dei condrociti
- aumento della sostanza (accrescimento interstiziale)
- trasformazione di fibroblasti in condrociti, con produzione di nuova sostanza (accrescimento per apposizione)
Le ossa sono dunque sempre rimodellate dagli osteoblasti, che depositano calcio nelle ossa, e dagli osteoclasti, che
riassorbono l’osso e si trovano nelle lacune di Howship, da loro stesse create grazie alla loro azione erosiva.
Anche dopo la crescita l’osso va incontro ad un rimodellamento caratterizzato da erosione ad opera degli osteoclasti. Tale
processo è caratterizzato da fattori meccanici (trazione, compressione), dall’orientamento delle lamelle ossee e da fattori
ormonali:
l’omone paratiroideo: riassorbimento osseo
calcitonina, prodotta nella tiroide: perdita di sali nell’osso, con conseguente osteoporosi
l’ormone della crescita: stimola l’accrescimento scheletrico
tiroxina: maturazione dello scheletro
ormoni sessuali: accelerazione dello scheletro
SANGUE
∙ Tra i tessuti connettivi, è l’unico con una matrice extracellulare liquida: per cui si parla di tessuto connettivo liquido.
∙ Costituisce l’8% del peso corporeo, con un volume di circa 5-6L nell’uomo adulto.
∙ Il sangue ha molte funzioni: trasporta ossigeno e sostante nutririve – rimuove rifiuti del metabolismo e mantiene il
calore di quest’ultimo – mantiene pH e equilibrio idrico – difesa.
∙ È costituito principalmente da plasma (matrice fluida) e dalla parte corpuscolata (cellule o frammenti di ©). La % di
plasma è di circa 54-58%, la % di parte corpuscolata si chiama ematocrito.
∙ Il pH del sangue è attorno a 7,4. Questo valore si mantiene grazie all’azione tampnante delle proteine del sangue, dei
fosfati e della CO2.
PLASMA
È una complessa soluzione acquosa che può variare a causa dimeccanismi omeostatici. La soluzione è composta da sali
(sotto forma di ioni– potassio, calcio, magnesio etc), da piccoli composti organici (glucosio, urea, etc) e proteine, ossia:
PARTE CORPUSCOLATA
Costituita da cellule del sangue (eritrociti e leucociti) e piastrine.
∙Quando invecchiano vengono fagocitati da macrofagi e a livello di milza e fegatoil gruppo eme viene separato
dalla proteina dando origine a pigmenti biliari, escreti attraverso la bile.
GLOBULI BIANCHI - LEUCOCITI
∙ Possiedono un nucleo
∙ Sono incolori
∙ Sono più granti e meno numerosi degli eritrociti
∙ Si muovono con movimento ameboide
1. Granulociti
Presenza nel citoplasma di grossi granuli, visibili a microscopio ottico dopo colorazione.
Neutrofili: hanno affinità per coloranti neutri e si occupano della fagocitosi di corpi estranei. Vengono
attratti da questi attraverso fenomeni di chemio-stasi e grazie ai loro movimenti escono dal sangue e
raggiungono i tessuti. Vivono 3-4 giorni e poi formano il pus, costituito da granulociti morti.
Eosinofili: hanno affinità per coloranti acidi. Intervengono nelle reazioni allergiche.
Basofili: hanno affinità per coloranti basici. Intervengono nelle reazioni immunologiche mediate da IgE.
Ccontengonoinstamina eeparina.
2. Monociti
Sono i più grandi e posseggono un grosso nucleo a forma di “ferro di cavallo”. Vivono nel sangue 24 ore e poi si
trasformano in macrofagi una volta arrivati nei tessuti. Questi hanno capacità fagocitaria maggiore dei granulociti
ma impiegano più tempo a raggiungere il sito di infezione.
3. Linfociti
Sono piccoi e presentano un nucleo molto grande. Si trovano nel sangue circolante e si distinguono in:
Linfociti B: si differenziano in plasmacellule le quali poi produrranno anticorpi necessari per la
distruggere batteri e inattivare tossine.
Linfociti T: coinvolti nella risposta immunitari, attaccano virus, funghi, © estranee e batteri.
Cellule natural-killer: aggrediscono agenti infettivi e tumorali.
PIASTRINE
∙Frammenti di citoplasma privi di nucleo.
∙ Hanno forma discoidale e un diametro di 1-3 mm
∙Derivano dalla frammentazione di cellule polinucleate presenti nel midollo osseo, chiamate megacariociti.
∙ Sopravvivono per 9 giorni e poi vengono fagocitati da microfagi a livello di milza, fegato, polmoni e midollo osseo.
∙Sono importanti per la coagulazione del sangue (fasi iniziali)
∙ Sono presenti solo nel sangue dei mammiferi(gli altri vertebrati hanno cellule nucleate dette trombicicon =
funzione).
Emopoiesi
Processo attraverso il quale si formano le cellule del sangue.
Per quanto riguarda i globuli rossi: derivano dal differenziamento di cellule staminali eritropoietiche nel midollo osseo. Si
formano così eritroblasto, dove all’interno vengono sintetizzate grandi quantità di emoglobina.
Quando arrivano allo stadio di eritrociti, lasciano il midollo immettendosi nel circolo sanguigno, grazie alla stimolazione
dell’ormone eritropoietina, rilasciato da © renali in caso di insufficienza di O2 (ipossia) o assenza (anossia).
Coagulazione del sangue
L’organismo possiede meccanismi che bloccano la fuoriuscita di sangue in caso di emorragia: emostasi.
Quando un vaso sanguigno viene leso, la sua parete si contrare e riduce il flusso sanguigno.
Le piastrineaderiscono alle fibre dell’endotelio e liberano sostanze che attirano altre piastrine
Si forma il coagulo temporaneo: un tappo che chiude la lesione temporaneamente
Il coagulo temporaneo diventerà coagulo permanente grazie ad enzimi chiamati fattori della coagulazione.
- La lesione attiva a cascata vari enzimi fino a produrre protrombina (la sintesi richiede vitamina K)
- La protrombina in presenza di ioni calcio si trasforma in trombina
- La trombina trasforma il fibrinogeno in fibrina.
- La fibrina polimerizza una rete, dettatrombo, che intrappola globuli rossi e piastrine
- Si forma il coagulo permanente che arresta la fuoriuscita di sangue.
Il sangue che rimane dopo la coagulazione, che quindi non contiene più fibrinogeno, è detta siero.
In condizioni patologiche il sangue può coagulare all’interno dei vasi, causando un’aggregazione di piastrine che blocca il
flusso del sangue: si parla di trombosi.
- ischemia, non c’è un apporto di sangue all’organo.
- ipossia, non c’è apporto di ossigeno e nutrienti all’organo.
- infarto, il vaso viene completamente invaso e le cellule muoiono.
TESSUTO MUSCOLARE
∙Il tessuto muscolare è deputato al movimento
∙ Le sue caratteristiche fondamentali sono la contrattilità e l’eccitabilità.
∙Le cellule che lo costituiscono sono le fibre muscolari,con forma allungata e capaci di contrarsi e accorciarsi.
∙Il tessuto muscolare può essere:volontario (t. striato) e involontario (t. liscio e cuore)
Ogni fibra muscolare è una cellula multinucleata che contiene numerosi filamenti chiamati
miofibrille, ciascuna formata da fasci di filamenti chiamati mio-filamenti, i quali possono
essere:
- Spessi: se costituiti di miosina→ Ogni molecola di miosina presenta una testa
globulare e una coda. Da ogni testa sporgono delle protuberanze (i ponti trasversali)
che si spingono verso i filamenti sottili di actina e permettono il legame M-A.
- Sottili:se costituiti d’actina→ Ogni molecola di actina ha una forma globurale (G-
actina) e si dispone nei filamenti sottili come 2 fili di perle avvolti a elica (F-
actina). Ogni 7 molecole di G-actina vi è una proteina globurale, la troponina.
Quando le fibre sono a riposo, il sito di attacco sulle teste della miosina è nascosto
da una proteina filamentosa che è la tropomiosina, che copre 7 molecole di G-
actina.
I filamenti di actina e miosina sono organizzati in unità ripetute detto sarcomeri, che generano la striatura e sono le unità
di contrazione. Ogni sarcomero presenta:
- Bande Z: si trovano alle estremità dx e sx, si legano a filamenti di
actina
- Bande I:adiacenti alle Z, presentano solo filamenti d’actina
- Banda A:presenta filamenti di actina e miosina
- Banda H:zona più chiara nel centro della banda A, costituita solo da
miosina
- Banda M:al centro (ma trasversale) della banda H, e formata da
proteine che sorreggono i filamenti spessi
Meccanismi della contrazione
Tale processo continua finché c’è disponibilità di ATP, quando finisce, le teste rimangono agganciate e i filamenti non
possono più muoversi.
Tessuto muscolare liscio
∙ Il tessuto muscolare liscio costituisce la tonaca mucosa della parete degli organi cavi dell’apparato digerente, urinario e
genitale. È inoltre presente nella parete dei vasi sanguigni e dei dotti escretori di alcune ghiandole.
∙ È un tessuto privo di striatura
∙ Contiene un sistema contrattile, sotto controllo del sistema nervoso autonomo (involontario).
∙ Nel muscolo liscio, le fibre muscolari sono allungate e posseggono un singolo nucleo
centrale. Sono molto più piccole rispetto alle fibre del muscolo scheletrico
∙ Il muscolo liscio contiene filamenti sia di actina che di miosina ma in quantità differenti
rispetto allo scheletrico: la miosina è molto più scarsa
∙ Non contiene il complesso delle troponine
La contrazione è più lenta di quella del muscolo scheletrico, ma più duratura. È ovviamente involontaria. Può essere:
- RITMICA: caratterizzata da impulsi periodici (es. peristalsi)
- TONICA: caratterizzata da una contrazione parziale che si protrae per un tempo prolungato
Il miocardio è striato ma ha un’attività contrattile involontaria, ossia non segue stimoli nervosi ma genera
spontaneamente l’impulso alla contrazione ritmica. Tuttavia, i nervi che vi giungono hanno il compito di regolare
frequenza e forza di questa attività.
Il battito insorge in un gruppo di cellule muscolari, costituenti il nodo seno-atriale, dal quale di questa attività.si propaga
a tutte le cellule attraverso un sistema di conduzione nel qualetroviamo giunzioni gap tra cardiomiciti e giunzioni
neuromuscolari tra fibre nervose e cardiomiociti.
TESSUTO NERVOSO
Il tessuto nervoso comprende neuroni e cellule gliali.
Neuroni
∙ I neuronile unità funzionali del sistema nervoso
∙ Sono dotati di eccitabilitàe conduttività: sono cellule specializzate nella generazione e nella conduzione di segnali
nervosi attraverso impulsi elettrici (potenziali d’azione: veloci e temporanei, in tutti i neuroni con = meccanismo a
prescindere da funzione e localizzazione) e nella liberazione di composti chimici chiamati neurotrasmettitori.
∙ Tali neuroni sono sono in connessione tra loro attraverso lesinapsi, dove avviene il rilascio del neurotrasmettitore e
quindi si manifesta il passaggio dei segnali.
POTENZIALE D’AZIONE
Sappiamo che i neuroni sono eccitabili essenzialmente per 2 caratteristiche della loro membrana:
Presenza di un potenziale elettrico di membrana
Presenza di canali ionici specici
Il potenziale d’azione è una variazione rapida del potenziale di membrana (-70mV), seguita dal ritorno del potenziale
alla condizione di riposo.Esso dipende dall’apertura da quanti e quali canali ionici sono aperti.
Molte © del corpo possiedono un potenziale di membrana, cioè una differenza di carica tra l’interno e l’esterno della
cellula: una © che possiede un potenziale di membrana è definita polarizzata. Questa differenza di carica è dovuta a flussi
ionici (soprattutto di K e Na) attraverso i canali sodio-potassio votaggiodipendneti. Quando sono aperti, infatti,
permettono a particolari ioni di passare per diffusione.
Quando il neurone è al riposo si parla di potenziale di riposo, che si aggira attorno ai -70mV anche nei neuroni. Durante
questa fase i canali del K sono aperti.
Il potenziale d’azione si innesca grazie alla manifestazione di un potenziale graduato che, se
riesce a raggiungere il potenziale soglia, innesca il potenziale d’azione. Questo potenziale può
assumere un valore chediventa meno negativo si parla di depolarizzazione(potenziale
eccitatore) o diventa più negativo si parla di iperpolarizzazione(potenziale inibitore): in
entrambi i casi questa variazione si forma grazie all’apertura dei canali ionici, quindi alla
presenza di flusso ionico (che va a variare il voltaggio del potenziale di membrana).
Per innescare il potenziale d’azione si necessita una somma di potenziali graduati (a livello
temporale e spaziale), poiché uno solo non è in grado di generare un potenziale d’azione.
Nel neurone…
Il potenziale d’azione si propaga in maniera unidirezionale perché il periodo refrattario gli impedisce di fare
retromarcia.
Se la fibra è amielinica, i canalici ionici sono presenti lungo tutto l’assone dunque il potenziale si propagherà
punto dopo punto (conduzione continua) ma in maniera più lenta
Se la fibra è mielinica invece, i canalici ionici si trovano a livello dei nodi di Ranvier. Dunquesi trasmetterà il
potenziale d’azione da un nodo di ranvier, creando una conduzione saltatoria, che possiede maggior velocità
di trasmissione
Le differenze di potenziale interessano una porzione limitata di membrana ma si diffondono sulla restante parte
velocemente perché gli ioni sodioentrati, sono attratti da tali zone restanti e fanno aumentare gli altri potenziali ancora
negativi.
SINAPSI
Il passaggio di segnali da una cellula all’altra avviene attraverso particolari strutture chiamate sinapsi: Il neurone che
manda il segnale, che è unidirezionale, si chiamaneurone pre-sinaptico, mentre quello che lo riceve neurone post-
sinaptico.
Le sinapsi sono situate all’estremità delle ramificazioni degli assoni, che presentano un rigonfiamento (bottone
sinaptico) dove la membrana è molto vicina alla membrana della cellula che deve ricevere il segnale. Tra le due
membrane esiste una fessura sinaptica che il segnale elettrico, in quanto elettrico, non riesce a superare. Per superarlo
viene così trasformato di un segnale chimico, ossia un neurotrasmettitore. Essi sono contenuti in piccole vescicole
(vescicole pre-sinaptiche) che liberano il segnale all’esterno della membrana, il quale sarà poi legato a dei recettori per
neurotrasmettitori post-sinaptici costituiti da canali ionici che sono generalmente chiusi, ma al momento del legame si
aprono e permettono il passaggio attraverso la membrana.
I neurotrasmettitori hanno natura chimica diversa: acetilcolina, ammine biogene, amminoacidi, peptidi e l’'ossido di
azoto. La rimozione di questi dalla fessura sinaptica deve avvenire rapidamente e si realizza per opera di enzimi specifici
o proteine che si trovano sulla membrana, capaci di legare il neurotrasmettitore al bottone sinaptico. Si parla di reuptake.
Nel dettaglio:
Il potenziale d’azione arriva al terminale assonico
Si aprono i canali del sodio e inzia la depolarizzazione, che apre anche i canali del calcio
Il calcio entra nella © e attiva la fusione delle vescicole contenti acetilcolina con la membrana pre-sinaptica
Le molecole di acetilcolina si diffondono nella fessura sinaptica e si legano ai recettori post-sinaptici
I recettori vengono attivati dopo il legame, si aprono i canali del sodio, del potassio e del calcio, causando la
depolarizzazione della membrana post-sinaptica
La depolarizzazione si propaga e attiva il potenziale d’azione della membrana post-sinaptica
Acetilcolina viene scissa e riassorbita dalla membrana presinaptica.
Cellule gliali
Parte del tessuto nervoso sono anche le cellule della glia (o cellule gliali) chehanno il compito di sostenere, proteggere e
nutrire i neuroni. Non sono tuttavia in grado di condurre il segnale elettro-chimico. Possono essere:
Microglia: Piccole cellule deputate alla rimozione di resti cellulari. Hanno origine nel midollo osseo e migrano
nel tessuto nervoso attraverso i vasi sanguigni.
Astrociti:Riforniscono i neuroni di glucosio e regolano il liquido interstiziale del tessuto nervoso.Hanno forma
stellata e formano la barriera ematoencefalica. Sono in grado di circondare con i loro prolungamenti i vasi
sanguigni cerebrali ostacolando il passaggio di molecole. Anche la presenza di giunzioni occludenti rende
estremamente selettivo il processo di scambio tra sangue e tessuto nervoso
Oligodendrociti:Circondano i neuroni formandone la guaina mielinica.
APPARATO LOCOMOTORE
L’apparato locomotore svolge funzioni di sostegno, protezioni e movimento. si divide in tre sotto-apparati: scheletrico,
muscolare, articolare.
Piani anatomici:
- Sagittale: divide il corpo in destra e sinistra
- Frontale: divide il corpo in anteriore e posteriore
- Trasversale: divide il corpo in craniale (superiore) e caudale (inferiore).
APPARATO SCHELETRICO
È costituito da:
Ossa: organi rigidi e resistenti formati da tessuto osseo
Cartilagini: formati da tessuto cartilagineo epiù flessibili
Partimolli: organi e tessuti che ricoprono lo scheletro
CRANIO
È costituito da 8 ossa craniche piatte (frontale, occipitale, 2 parientali, 2 temporali,
sfenoide e etmoide) unite da:
Suture: articolazioni fisse che delimitano la teca cranica, la cavità che
contiene l’encefalo
14 ossa della porzione facciale (es. 2 ossa mascellari, 2 nasali e la mandibola,
l’unico osso mobile del cranio).
3 coppie di ossicini uditivi: situati nel timpano, una cavità nell’osso
temporale.
In alcune ossa del cranio sono presenti cavità, dette seni, rivestite da mucosa e importanti per la respirazione.
OSSO IOIDE
È un osso impari che si trova a livello della quarta vertebra cervicale. È dunque
posto nel collo, sotto la mandibola.
È sottile e a forma di semicerchio (ferro di cavallo).
È un osso solo che non si dirama in altre ossa ma è mantenuto in posizione da
muscoli che tengono aperta la laringe. Il suo compito è infatti tenere aperta la
laringe.
COLONNA VERTEBRALE
Scheletro appendicolare
Arti superiori
Omero (braccio, parte su)
Radio e ulna (avambraccio, parte giu)
Carpo (polso),
Metacarpo (mano)
Falangi, falangine e falangette (dita: importanza soprattutto del pollice opponibile)
Cinto pelvico
Connette gli arti inferiori con lo scheletro assile mediante 2 anche, unite sopra
dall’osso sacro e sotto da un’articolazione semifissa detta sinfisi pubica.
Osso sacro, coccige e anche formano il bacino o pelvi, che sostiene il tronco ed è
connesso agli arti inferiori. Le anche derivano dalla fusione di tre ossa (nel neonato
indipendenti) che sono:
- Ileo: corrisponde alla cresta iliaca, ossia il semicerchio iniziale dell’anca
- Ischio: forma ad L, permette la posizione seduta
- Pube: unico posto anteriormente, ha un braccio in alto che si collega
all’ileo e uno in basso che si collega all’ischio.
Uniti, vanno a formare una sottile cavità, detta acetabolo, dove si articola il femore.
Arti inferiori
Femore (coscia)
Tibia e perone (polpaccio)
Tarso (caviglia)
Metatarso, astragalo (piede)
Falangi, falagine e falangette (dita).
Frattura
La rottura di un osso viene chiamata frattura ed è determinata da traumi, patologie o avviene in modo spontaneo.
L’osso fratturato è tuttavia in grado di ripararsi:
- Al momento della frattura, i vasi sanguigni si rompono e si verifica una fuoriuscita di sangue seguita dalla
formazione di un ampio ematoma.
- In alcuni giorni l’ematoma viene invaso da vasi sanguigni e da osteoblasti, fibroblasti, osteoclasti e
granulociti che permettono la formazione di un tessuto osseo spugnoso e di un callo cartilagineo.
- Questo callo sarà sottoposto a processi di ossificazione e diverrà un callo osseo, con successivo
rimaneggiamento della quantità di tessuto osseo prodotta (che prima era troppo elevata).
APPARATO ARTICOLARE
Comprende le articolazioni, ossia strutture attraverso cui le ossa sono connesse. Possono essere diverse e dunque
permettere movimenti in diverse direzioni.
Possono essere:
Fibrose: Le ossa sono unite saldamente grazie ad un tessuto connettivo denso (es. suture craniche)
Cartilaginee: Le ossa sono separate da un tessuto cartilagineo fibroso (es. sinfisi pubica)
Sinoviali: Le ossa sono unite grazie alle estremità adiacenti
delle ossa. Entrambe le ossa adiacenti sono rivestite
dacartilagine articolare(tessuto cartilagineo ianina), e si
trovano all’interno di una capsula articolare, costituita da uno
- Strato esterno: connettivo denso con fibre di
collagene che formano i legamenti dell’articolazione.
- Strato interno: connettivo lasso (membrana
sinoviale), che ricopre le superfici interne
dell’articolazione, ad eccezione delle estremità dove
c’è la cartilagine articolare.
Il foro presente tra la capsula e le estremità ossee si chiama
cavità articolare, che contiene il liquido sinoviale che nutre le
cartilagini ed è formato da mucopolisaccaridi.
Principali muscoli
Muscolifacciali
Trapezio: tra cavicola e collo
Deltoide: spalla
Grandepettorale: seno
Grandedorsale: schiena
Bicipite: braccio (parte su)
Retto dell’addome: gabbia
toracica e pancia
Grande gluteo: sedere
Quadricipite: coscia davanti
Bicipite femorale: coscia
dietro
Tibialeanteriore: polpaccio
Gastrocnemio: polpaccio
dietro su
Soleo: polpaccio dietro giu
Contrazione muscolare
La contrazione muscolare è dovuta dallo slittamento della miosina sull’actina. L’energia per questo movimento
viene fornita dall’idrolisi dell’ATP, con formazione di ADP e gruppo fosfato.
Tuttavia, essendo le fibrocellule impermeabili all’ATP, occorre che questo sia rigenerato all’interno della
fibrocellula stessa anche dopo l’idrolisi. Ciò avviene mediante 3 possibili meccanismi:
1) A partire da ADP e fosfocreatina: La fosfocratina (creatina + gruppo fosfato) è limitata nel muscolo
quindi con questo meccanismo si permette una nuova contrazione di solo poche decine di secondi.
2) Utilizzo di energia derivata dalla glicolisi(con produzione di acido lattico): Consente di estrarre una
piccola parte di energia ma sufficiente alla sintesi di ATP. È molto rapida ma l’energia viene esaurita in
pochi minuti. → Fibre bianche o a contrazione veloce (sonopovere di mioglobina e di mitocondri)
3) Utilizzo di energia derivata dal trasferimento degli elettroni (respirazione cellulare):È un processo
molto efficiente che produce molte molecole di ATP, quindi permette lunghe contrazioni, ma è molto lento.
→ Fibre rosse o a contrazione lenta (grazie alla presenza di mioglobina e mitocondri)
Fatica muscolare
I muscoli sottoposti a sforzo vanno incontro alla fatica muscolare, ossia l’incapacità di contrarsi a causa di accumulo
di acido lattico nelle fibrocellule.
I muscoli che devono contrarsi a lungo, per questo, contengono la mioglobina, una proteina che a riposo lega
l’ossigeno liberato dall’emoglobina e forma un deposito di ossigeno all’interno delle fibrocellule. In questo modo
quando la contrazione fa diminuire la disponibilità di ATP, la mioglobina libera l’ossigeno disponibile per la
respirazione cellulare.
Attività fisica
La muscolatura è molto sensibili all’attività fisica. Con un’intensa attività aumentano i filamenti di actina e miosina e
si arriva ad una ipertrofia del muscolo, ossia un aumento dei capillari sanguigni e del diametro del muscolo.
Se l’attività viene sospesa si parla di atrofia, con la quale le dimensioni delle fibrocellule diminuiscono
APPARATO TEGUMENTARIO
L’apparato tegumentario ha la funzione di rivestire l’organismo, proteggendolo dai traumi e da agenti patogeni. Si
occupa anche del mantenimento della temperatura corporea.
CUTE
∙ La cute ha la funzione di rivestire il corpo umano: è elastica, resistente, impermeabile, funge da barriera per impedire
l’ingresso di sostanze nocive.
∙ È dotata di recettori sensoriali.
∙ È costituita da epidermide e derma.
Epidermide
È lo strato più superficiale ed è un epitelio pluristratificato, dove le cellule sono chiamate cheratinociti.
Strato basale: è lo strato più profondo, costituito da © che poggiano sulla
membrana basale. Tra queste sono inserite altre © dette melanociti, che
producono il pigmento melanina, responsabile della colorazione della pelle e
dell’assorbimento delle radiazioni ultraviolette (che sennò danneggerebbero
gli stati profondi dell’epidermide).
Strato corneo: è lo strato più superficiale, ed è costituito da cellule morte
che desquamano in continuazione, fino a farsi sostituire da cellule degli strati
più profondi: le © si staccano dalla membrana basale e vengono spinte verso
l’esterno.
Man a mano che passano da uno strato all’altro, vanno incontro a
differenziamento e sintetizzano grandi quantità di cheratina, una proteina
dotata di resistenza, flessibilità e scarsa solubilità in acqua. Tale sostanza si
accumula fino a occupare completamente le cellule facendole morire (stato corneo).
Derma
Posto sotto l’epidermide, è composto da tessuto connettivodenso e da
una matrice fatta di fibre di collagenee elastiche.
Il derma contiene i vasi sanguigni, importanti per il nutrimento della
pelle, e terminazioni nervose, che sono i recettori sensoriali per il tatto, il
dolore e la temperatura. Qui si trovano anche ghiandole sudoripare e
follicoli piliferi.
Unghie
Sono lamine cornee che si sono differenziate dallo strato corneo
dell’epidermide. Sono composte da:
- Lamina: corpo dell’unghia, aderisce alla cute
- Radice: nascosta da un ripiegamento cutaneo
- Matriceungueale: porzione di epidermide posta all’inizio della
radice.
Capelli e peli
Essi hanno una parte fuori dalla cute, detta fusto, e una dentro, detta
radice.
Il follicolo pilifero è un’invaginazione dell’epidermide e del derma, dove
è situata la radice. La sua porzione più profonda è detta bulbo pilifero.
Alla base del follicolo c’è il muscolo erettore del pelo, innervato dal SN e
importante per la termoregolazione.
Ghiandole
Ghiandole sebacee: Presentano dotti escretori che sboccano in follicoli piliferi che secernono una miscela di
grassi e cere, detta sebo, che proviene dalla disidratazione della pelle.
Ghiandole sudoripare: Regolazione della temperatura corporea
Ghiandole mammarie: Produzione di latte per allattamento
Ferite e ustioni
Le lesioni che causano l’interruzione della continuità della cute prendono il nome di ferite. Tali ferite si rimarginano
spontaneamente, a meno che intervengano processi infettivi causati da germi patogeni entrati nei tessuti danneggiati.
- Se la ferita interessa solo l’epidermide, le cellule epiteliali si moltiplicano colmando lo spazio non continuo
- Se le lesioni interessano anche il derma, si rompono anche i
vasi sanguigni e si ha una perdita di sangue (emorragia). A
ciò segue la fuoriuscita di fibrina e liquido interstiziale causa
la formazione della crosta, in modo da proteggere i tessuti.
Formata la crosta, numerosi fibroblasti si occuperanno di
riunire i margini della ferita formando fibre di collagene.
Quando il processo sarà completato, la formazione delle
cellule epiteliali porterà alla rimozione della crosta. Tuttavia,
se il tessuto neoformato è ben visibile sotto la ferita, si parla
di cicatrice.
Le lesioni causate dal calore prendono il nome di ustioni. Queste sono divise in:
- Ustioni di primo grado: Danneggiano l’epidermide. Causano bruciore ed arrossamento, seguiti da distacco
di strati epidermici superficiali. Si avrà un ripristino completo dell’epidermide.
- Ustioni di secondo grado: Danneggiano anche il derma. Il liquido dei capillari del derma fuoriesce e forma
vesciche sotto l’epidermide morta. La guarigione coinvolge i fibroblasti, che ricostituiscono la sostanza
fondamentale, e le cellule epiteliali degli annessi cutanei, che si trovano nel profondo derma e raggiungono
la superficie di quest’ultimo per ricostituirla.
- Ustioni di terzo grado: Danneggiano epidermide, derma e annessi cutanei. Le parte lese assumono un
colore rosso scuro, nero o bianco. La guarigione può avvenire solo mediante intervento medico, con il quale
si rimuovono tessuti necrotizzati e si ricoprono con pelle prelevata da regione sane o ottenuna in vitro
mediante frammenti di cute.
APPARATO RESPIRATORIO
FARINGE
L’aria entrata attraverso bocca o cavità nasali si unisce a livello della
faringe. Questa è un condotto lungo circa 15 centimetri che decorre
posteriormente alle cavità nasali, alla bocca e alla laringe. È dotata di
parete muscolare e rappresenta una via di transito sia per l’aria che per il
cibo. Dunque, in comunicazione naso e bocca con laringe e esofago.
TRACHEA
Tubo formato da anelli cartilaginei rivestiti da un epitelio ciliato dove sono presenti
cellule che secernono muco. Si trova accanto alla parte inferiore dell’esofago ed entra
nella cavità toracica dove si biforca dando origine ai bronchi.
BRONCHI
La trachea si ramifica in due bronchi, ognuno dei quali porta ad un polmone.
I due bronchi penetrano nei polmoni e vanno incontro a diramazioni, che nel loro
complesso vanno a formare l’albero bronchiale. Prima diventano 5 bronchi lobari,
fino poi ad arrivare a ramificazioni piccole chiamate bronchioli. Sia bronchi che
bronchioli possiedono una parete dove vi è uno strato di muscolatura liscia , che
contraendosi e rilassandosi ostacola o facilita il flusso d’aria.
In ordine: bronchi principali, bronchi lobari, bronchi segmentali, bronchi lobulari, bronchi intralobulari, bronchioli
terminali, bronchioli respiratori, alveoli.
POLMONI
I polmoni si trovano nella cavità toracica, delimitata da coste e diaframma (inferiormente).
Sono formati da 300milioni di alveoli, immersi in un tessuto connettivo molto elastico (stroma) che li sostiene.
Il sistema nervoso automoè in grado di regolare l’attività respiratoria. Ha infatti dei centri respiratori dove arrivano
segnali (detti chemocettori) che misurano la concentrazione di O2, di CO2 e del pH.
In caso di diminuzione di pH, di diminuzione di pressione di O2 o di aumento di pressione di CO2, partono degli
impulsi nervosi che fanno aumentare la frequenza degli atti respiratori.
L’apnea è l’arresto degli atti respiratori che può essere mantenuto volontariamente per del tempo. La tosse è un’inspirazione seguita da
un’espirazione forzata, che permette l’espulsione di corpi estranei. Lo sbadiglio è un’ispirazione profonda che si verifica autonomamente.
Uno pneumotorace è un accumolo di aria nella cavità pleurica: le due pleure non aderiscono più l’una all’altra, la pressione negativa all’interno del
torace si annulla e il polmone collassa.
APPARATO DIGERENTE
L’apparato digerente è formato da un canale alimentare o tubo digerente che si estende dalla bocca all’ano e da
ghiandole i cui secreti si riversano nel tubo.
CAVITA’ ORALE
La bocca è delimitata superiormente dal palato(il cui scheletro è formato da ossa
mascellari e osso palatino), inferiormente dalla mandibola e dalla lingua, lateralmente
dalle guance, anteriormente dalle labbra e posteriormente da ugola e archi palatini.
Sul palato è inserita l’arcata dentaria superiore (16 denti), sulla mandibola l’arcata
dentaria inferiore (16 denti).
Lo spazio tra le due arcate e le labbra si chiama vestibolo orale.
Nella cavità orale sono presenti gli sbocchi delle ghiandole salivari(parotidi, sottomandibolari e sottolinguali) che
secernono saliva in modo continuo, una miscela di 99% di acqua con mucoe enzimi, come l’enzima digestivo ptialinao
amilasi salivare (si occupano della prima scissione dei polisaccaridi: es. amido), la lipasi salivare o l’enzima lisozima,
che uccide i batteri.Dunque, permette di umidificare la cavità orale, di formare il bolo e di proteggere dai batteri.
I DENTI sono inseriti in una cavità detta alveolo dentale.In ogni dente si distingue:
- Corona: La parte visibile
- Colletto: Transizione tra corona e radice, attorno al quale la mucosa forma le gengive
- Radici: Si inseriscono nell’alveolo dentale
I denti sono formati da dentina o avorio, un tessuto osseo che contiene la polpa (ossia un
tessuto connettivo ricco di vasi sanguigni e nervi) e sono rivestiti da smalto (tessuto epiteliale
mineralizzato), e da cemento (tessuto osseo).
Nella cavità orale gli alimenti vengono tritati in modo continuo dai denti, attraverso la masticazione.
Durante questa fase essisi mischiano alla saliva, che facilita i processi digestivi. Per esempio l’amilasi salivare idrolizza
l’amido, liberando maltosio.
Si forma così ilbolo alimentare, che attraverso deglutizione viene trasportato nella faringe.
FARINGE
La faringe è una cavità lunga circa 15 centimetri che decorre posteriormente alle cavità nasali, bocca e laringe e da cui
si diramanoesofago (vie digerenti) e la laringe (vie respiratorie).
Per evitare che il bolo entri nelle vie respiratorie, esiste una
valvola (detta epiglottide) che al passaggio del bolo chiude
l’orifizio laringeo e lo fa andare nell’esofago.
Il bolo alimentare continua a scendere nelle vie digerenti, grazie all’epiglottide che chiude l’orifizio laringeo
(deglutizione)
ESOFAGO
È un tubo muscolare che percorre la cavità toracica posteriormente alla trachea (in corrispondenza del mediastino) e poi
al diaframma (in corrispondenza del foro ioato).
L’esofago sbocca poi nello stomaco ma il passaggio viene controllato dallo sfintere esofageo inferiore, che impedisce
la risalita di ciò che scende nello stomaco.
Il bolo quindi procede lungo l’esofago grazie ai movimenti peristaltici e raggiunge lo stomaco,
grazie all’apertura dello sfintere esofageo inferiore.
Quando la normale progressione alimentare viene alterata, si genera il vomito. Questo può avvenire
perché si irrita il tubo digerente o perché o presenti tossine negli alimenti etc.
STOMACO
È una zona dilatata del tubo digerentea forma di fagiolo, lunga 20-30cm e situata sotto il diaframma.
L’ingresso è controllato dallo sfintere esofageo inferiore, l’uscita dallo sfintere pilorico, che precede l’intestino tenue.
Lo stomaco è ricco anche di ghiandole gastriche, il cui nsieme dei secreti delle ghiandole o prende il nome di succo
gastrico, fortemente acido (pH 1).
Quando il bolo raggiunge lo stomaco si mescola con il succo gastrico dando origine alchimo(liquido)
A questo punto inizia la digestione delle proteine, acqua, sali, alcool e farmaci.
Da qua, il chimo (a piccoli spruzzi) raggiunge l’intestino tenue attraverso il piloro. Lo stomaco si svuota così
gradualmente in circa 4 ore.
Secrezione Assorbimento
Pepsina, HCl, Fattore intrinseco, Acua Sali, Proteine, Alcool,
Muco, Succo gastrico Farmaci
INTESTINO TENUE
È lungo 2-3m ed è la principale sede della digestione e dell’assorbimento.
L’ingresso è controllato dallo sfinterepilorico, l’uscita dalla valvola ileo-ciecale,
che precede l’intestinocrasso.
La mucosa del duodeno produce enzimi che permettono la digestione di diverse classi di cibo, insieme ai sali biliari: si
forma il succo enterico (riversato poi nel lume duodenale). Un enzima importante è per esempio la maltasi, che
degrada il maltosio in glucosio.
La mucosa si occupa anche della formazione di muco, che:
- Protegge le cellule dall’azione enzimatica
- Funge da lubrificante.
- Secerne ormoni (enterogastroni) che regolano l’attività dell’apparto digerente
Tale mucosa è ricca anche di ripiegamenti, chiamati villi intestinali, che aumentano la
superficie per l’assorbimento: essa è intensificata anche dai microvilli, ulteriori
ripiegamenti dei villi, che insieme formano l’orletto a spazzola. Sono ricchi di vasi
linfatici e capillari. Sono importanti per il riassorbimento di: glucosio, amminoacidi, sali,
grassi emulsionati.
Gran parte dei nutrienti vengono digeriti e il chimo raggiunge l’intestino crasso attraverso la valvola ileo-ciecale.
Si chiama “valvola” ma in realtà non funziona seguendo la pressione come fanno le valvole (per essere definite tali), infatti è
uno sfintere (funzionalità muscolare).
INTESTINO CRASSO
È importante per l’assorbimento della maggior parte di acqua, sali minerali, vitamine e ioni. Ha dimensioni 1.5m.
CIECO: Prima porzione di intestino crasso, dove il chimo vi giunge
mediante la valvola ileo-ciecale. È un sacco a fondo cieco da cui si
diparteun sottile prolungamento chiamato appendice (la sua
infiammazione causa l’appendicite)
COLON: Seconda porzione. Si divide in ascendente, trasverso,
discendente e sigmoide. Qui è presente anche la flora intestinale,
costituita da batteri che mettono a disposizione vitamine K e B. La
flora protegge dalle infezioni e collabora con l’intestino crasso per la
scomposizione degli alimenti non digeribili. Qui si formano le feci,
dopo il riassorbimento di H2O e Na dal chimo.
RETTO: Ultima porzione di intestino crasso, attraverso il quale le feci fuoriescono dal corpo grazie all’ano.
Il chimo passa all’intestino crasso dove, a livello del colon, diventa feci, poi espulse attraverso l’ano.
Un transito eccessivamente veloce di chimo porta a feci liquidi e defecazione frequente (diarrea)
Un transito particolarmente letto porta a feci dure e defecazione rara (stitichezza).
Dunque:
Nell’intestino si completa la digestione dei carboidrati e delle proteine e si realizza l’idrolisi delle macromolecole.
Inoltre, si assorbono le sostanze ricavate dalla digestione grazie alle cellule epiteliali della mucosa: le molecole
organiche nel tenue e acqua/ioni nel crasso. Dunque, un 90% nel tenue per diffusione semplice e un 10% nello stomaco
e crasso.
Per quanto riguarda i grassi, essi vengono assorbiti sempre nell’intestino, pe poi sintetizzare trigliceridi. Nel dettaglio, i grassi vengono emulsionati in
micelle (goccioline di grasso) grazie ai sali biliari. La lipasi pancreatica idrolizza le molecole di grasso presenti nelle micelle e produce acidi grassi e
monogliceridi. Questi entrano per diffusione nella cellula, dove vengono usati dal REL per sintetizzare trigliceridi. Questi vengono poi vengono
impacchettati con colesterolo e fosfolipidi in chilomicroni, introdotti in vescicole che lasciano la cellual per esocitosi.
FEGATO
Il fegato è una grossa ghiandola anficrina (sia endo che eso) situata
sotto il diaframma, nella parte destra dell’addome. È avvolto da
peritoneo. Riceve la vena porta.
Esso è diviso in lobi (destro e sinitro) a loro volta divisi in lobuli.
Ogni lobulo è composto da lamine di cellule epiteliali, chiamate
epatociti, disposte attorno ad una vena centrale.
Al suo interno vi sono anche le cellule di Kupffer, ossia minuscoli
elementi cellulari che distruggono batteri e materiali estranei.
I suoi compiti:
1. SINTESI DELLA BILE (funzione esocrina)
La bile è una miscela fluida di sali, colesterolo, lipidi e pigmenti biliali, dove il
fegato vi riversa i prodotti di demolizione del gruppo eme.
La bile entra in canalicoli biliari, che diventano dotti biliari, che si fondono
formando il dotto epatico. Più avanti quest’ultimo si unisce al dotto cistico (che
proviene dalla cistifellea) e forma ilcoledoco,che sbocca nel duodeno (dove sarà
riversata la bile) a livello della papilla di Vater o ampolla duodenale.
PANCREAS
Il pancreasè una grossa ghiandola anficrina che è composto da una:
- Frazione esocrina: Costituita da © che producono una miscela di enzimi
digestivi che costituisce il succo pancreatico(ricco di acqua e ioni
bicarbonato), importante per neutralizzare l’acidità del chimo.
- Frazione endocrina: Costituita da © che formano isole di Langerhas, si
occupa di produrre ormoni come insulina (-G) e glucagone (+G) che si
riversano nel sangue e in tutte le cellule.
Il sistema circolatorio comprende: sangue, vasi sanguigni, cuore. Del sangue abbiamo già parlato in Istologia.
CUORE
È un organo muscolare situato nel mediastino, all’interno della cavità toracica (dietro lo sterno e tra i polmoni).
Ha una forma conica asimmetrica con
VASI SANGUIGNI
Esistono 3 tipi di vasi con diversa struttura a seconda della funzione e della pressione che devono sopportare. La
pressione che il sangue esercita sulle pareti non è costante e diminuisce man mano che ci si allontana dal cuore.
Arterie
Sono l’insieme di vasi che portanoil sangue ricco di ossigeno dal cuore ai
tessuti.
Dal ventricolo SX parte l’aorta, che con le sue ramificazioni (coronaria: ossigena il cuore;
succlavia: ossigena il torace; carotide: ossigena SNC e viso; mesenterica, 2 iliache) porta il sangue
ossigenato a tutti i tessuti.
Dal ventricolo DX partono invece le arterie polmonari, chiamate “arterie” ma in realtà sono vene
che portano sangue non ossigenato ai polmoni.
Il sangue scorre da ventricolo SX ad aorta, o da ventricolo DX ad arterie polmonari (e non viceversa)
grazie alla presenza di valvole semilunari: tra ventricolo SX e aorta c’è la valvola aortica, mentre tra
ventricolo DX e arteria c’è la valvola polmonare.
Le arterie devono sopportare una grande pressione del sangue. Pressione e velocità si riducono quando le arterie si
ramificano, a causa dell’attrito e a causa del volume del sangue che si distribuisce in più vasi. P e V rimangono
comunque abbastanza elevate poiché devono permettere al sangue di raggiungere le periferie.
Più ci si allontana dal cuore, più le arterie si ramificano formando arteriole.
Esse possono contrarsi diminuendo il loro diametro (vasocostrizione) o rilassarsi aumentadolo Le valvole non sono muscolari ma
(vasodilatazione), regolando la quantità e la distribusione di sangue che fluisce ai tessuti. sono regolate dalla pressione:
La vasocostrizione può essere una risposta ad una diminuzione della temp. corporea. alta pressione le apre, bassa
La vasodilatazione può essere una risposta ad un aumento della temperatura corporea. pressione le chiude.
Capillari
Sono condotti sottili circondate da un singolo strato endoteliale
sottile,.che partono dalle ramificazioni delle arteriole formando una rete
estesa che tocca tutte le cellule dell’organismo.
Sono importanti perché in corrispondenza di essi c’è lo scambio tra
sangue e liquido interstiziale, per diffusione semplice (secondo gradiente).
Il sangue fluisce molto lentamente per facilitare gli scambi.
Possono presentare delle fenestrazioni, piccoli fori chiusi da un sottile
diaframma che li rende più permeabili.
Vene
Sono vasi sanguigni che trasportano il sangue privo di ossigeno dai tessuti al cuore.
Derivano dalla confluenza di capillari venosi (che raccolgono il sangue impoverito di ossigeno) chiamate venulee
confluendo si trasformano in tronchi più voluminosi, fino a diventare vene.
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Circolazione polmonare
Porta il sangue povero di ossigeno dal ventricolo dx ai polmoni (arteria polmonare).
Dunque, ha lo scopo di ossigenare il sangue ed eliminare CO2.
Durante la diastole: Il sangue povero di O2 viene veicolato dalle vene
cave, entra nell’atrio destro e passa al ventricolo dx attraverso la
valvola tricuspide.
Durante la sistole: Questo sangue, passa poi alle arterie polmonari,
attraverso la valvola polmonare.
Le arterie polmonari si diramano in rami più sottili fino a raggiungere i
capillari polmonari che avvolgono gli alveoli, dove avviene la cessione
di CO2 e l’immagazzinamento di O2, che si lega all’emoglobina.
Circolazione sistemica
Porta il sangue ricco di ossigeno dal ventricolo sx alla periferia (aorta)
Durante la diastole:Il sangue ossigenato entra nell’atrio sx (veicolato da
vene polonari) e arriva al ventricolo sx attraverso la valvola mitrale.
Durante la sistole: Il sangue passa nell’aorta attraverso la valvola
aortica, e attraverso tutte le diramazioni dei vasi arteriosi raggiunge la
rete capillare arteriosa periferica.
La circolazione può essere:
∙ Chiuso: Il sangue circola sempre entro vasi (es. verterbrati)
∙ Aperto: Il sangue circola entro alcuni vasi, poi esce ed entra nelle lacune dei tessuti (es. antropodo, molluschi)
∙ Semplice e completa: un giro completo di sangue passa una volta sola dal cuore (semplice) e il sangue povero di ossigeno e quello con
ossigeno non si incontrano mai (completa). Es. pesci
∙ Doppia e completa: il sangue con e senza O2 non si mescola (completa) e il cuore presenta 2 atri e 2 ventricoli (doppia). Es.
mammiferi.
∙ Incompleta: Due atri e un ventricolo (es. anfibi, rettili).
CICLO CARDIACO
Il cuore è un muscolo che è in grado di generare autonomamente lo stimolo alla sua contrazione. Le © del miocardio sono
infatti in contatto attraverso giunzioni serrate e ciò consente allo stimolo di diffondersi velocemente e permettere la
contrazione contemporanea di grandi gruppi di cellule muscolari.
Elettrocardiogramma
Gli stimoli elettrici vengono rilevati da elettrodi sul torace e registrati con un elettrocardiografo.
Sistole atriale: Gli altri si contraggono, il sangue va verso tricuspide e bicuspide (aperte). Valvole semilunari sono chiuse.
Sistole ventricolare: Tricuspide e mitrale si chiudono e si produce il primo suono (o tono)cardiaco. Il sangue passa poi
verso l’arteria polmonare e verso l’aorta.
Diastole: I ventricoli sei rilassano e le valvole semilunare si chiudono, causando il secondo suono (o tono) cardiaco.
I rumori cardiaci (tumtum) possono essere ascoltati da un fonendoscopio o da uno stetoscopio e possono essere registrati da un
fonocardiogramma.
GITTATA CARDIACA, FREQUENZA CARDIACA E VOLUME DI EIEZIONE
Si dice gittata cardiaca il volume di sangue pompato dal ventricolo sx (aorta) in un minuto. In un adulto a riposto è
circa 5 litri/min. E’ uguale a frequenza X gittata sistolica.
Il totale di sangue espulso nella sistole è detto volume di eiezione/gittata sistolica ed è circa 70ml. Dipende da:
Forza di contrazione del ventricolo, influenzata da:
SN, che influenza la produzione dall’ormone adrenalina (aumenta forza contrazione)
Grado di riempimento (all’aumentare aumenta la forza di contrazione)
Pressione arteriosa all’inizio della sistole: più è grande, più è minore il volume di eiezione
PRESSIONE SANGUIGNA
La pressione sanguigna è la forza esercitata dal sangue contro le pareti dei vasi sanguigni, che si forma dopo che il
cuore pompa il sangue ai vasi sanguigni.Può essere venosa o arteriosa.
A livello dei capillari avviene lo scambio di sostanze tra sangue (plasma) e liquido interstiziale.
Gas, piccoli composti organici liposolubili attraversano la membrana del capillare per diffusione, muovendosi da una zona più
concentrata ad una zona meno concentrata.
Piccoli composti polari e ioni attraversano la membrana attraverso vescicole (esocitosi-endocitosi).
Alcune volte le sostanze possono passare anche dai pori fenestrati del cpillare.
Dunque, tutti i capillari sono permeabili a O2, CO2, glucosio, piccoli ioni.
Il passaggio di H2O e di piccoli soluti disciolti in essa è invece influenzato da due fattori:
Pressione idrostatica/sanguigna: spinge l’acqua fuori dai capillari (maggiore nell’estremità arteriosa del capillare e inferiore
nell’estremità venosa)
Pressione osmotica colloidale: trattiene l’acqua all’interno dei vasi (maggiore nel plasma rispetto liquido interstiziale perché
ci sono più proteine, per questo l’acqua va verso il plasma)
Modello di Starling
All’entrata del capillare nell’estremità arteriosa, la pressione sanguigna
è superiore alla pressione osmotica del liquido interstiziale e ciò
permette provoca fuoriuscita di liquido dal capillare.
Man mano che il sangue scorre verso l’estermità venosa, la pressione
osmotica del sangue supera la pressione idrostatica del sangue, dunque
si ha un rientro del liquido nel capillare venoso.
Ossigeno
Una piccola frazione si scioglie direttamente nel plasma. Tuttavia, l’ossigeno è una molecola apolare poco solubile in acqua ed essendo
il plasma una soluzione acquosa, può contendere solo 1.5% di O2.
Il 98.5% dell’ossigeno infatti si trova legato alle molecole di emoglobina nei globuli rossi. È formata da
4 catene polipeptidiche, ognuna delle quali è legata ad ungruppo eme, contente Fe capace di legarsi
reversibilmente all’ossigeno. Dunque ogni molecola di emoglobina si può legare al massimo con 4 O2.
Quando la pressione parziale di O2 èalta (polmoni), l’emoglobina si lega a grandi quantità di
ossigeno → Si satura al 100% legandosi a 4 molecole di O2.
Quando la pressione parziale di O2 è piùbassa (resto del corpo), l’emoglobina rilascia
gradualmente ossigeno, che si diffonde nel plasma, poi nel liquido interstiziale e poi nei
tessuti. → Solitamente l’emoglobina rilascia 1 solo O 2 e diventa quindi satura al 75% quando
rientra nei polmoni (poiché un 25% viene rilasciato nei tessuti). In generale, l’emoglobina
rilascia più O2 nei tessuti dove la pressione parziale di O2 è minore.
Nelle cellule muscolari è presente la mioglobina, che come l’emoglobina è in grado di legare l’ossigeno. A differenza dell’emoglobina è
costituita da 1 catena polipetidica, ha 1 gruppo eme ed è dunque capace di legare 1 O2.
La mioglobina ha un’affinità maggiore per l’O2 rispetto all’emoglobina e per questo è in grado di trattenerlo anche in caso di valori di
pressione parziale di O2 a cui l’emoglobina lo rilascerebbe.
Anidride carbonica
La CO2 deve essere raccolta nei tessuti dal sangue, per essere eliminata nei polmoni.
Un 7% è disciolto nel sangue(5% sciolta nel plasma e 2% legata all’emoglobina).
Per il 70% è trasportata ai polmoni trasformandosi in ioni bicarbonato HCO-3, grazie all’azione dell’anidrasi carbonica negli eritrociti.
Gli HCO-3nei polmoni svolgono una reazione che porta alla formazione di acido carbonico, il quale si dissocia rilasciando CO2. Questa
poi diffonde all’esterno degli eritrociti raggiungendo l’aria presente negli alveoli. Viene dunque espirato.
SISTEMA LINFATICO
Oltre alla circolazione sanguigna, c’è un altro sitema di vasi (sistema linfatico) che si occupa di:
- convogliare nel sangue il liquido interstiziale in eccesso
- trasportare i prodotti della digestione dei lipidi da intestino a sangue
- difendere l’organismo.
VASI LINFATICI
Sono una fitta rete di capillari presenti in tutti i tessuti che confluiscono in vasi sempre più
grandi fino a formar:
il dotto linfatico destro, che raccoglie la linfa dalla parte destra del corpo
il dotto linfatico sinistro, che la raccoglie dal resto dell’organismo.
Essi si occupano di raccogliere il liquido interstiziale dai vari tessuti che, entrato nei vasi,
prende il nome di linfa(ha composizione simile al liquido interstiziale: è ricca di linfociti).
Lungo il percorso, questi vasi linfatici sono interrotti da linfonodi, che filtrano la linfa e
proteggono dai corpi di grande dimensione come virus e batteri.
NODULI LINFATICI
Sono formati da un tessuto connettivoricco di linfociti, sotto epiteli
di rivestimento di mucose degli atti respiratori.
Si occupano di eliminare i batteri che entrano attraverso bocca e
naso.
Tonsille: faringe
Adenoidi: faringe
Placche di Peyer: intestino
ORGANI LINFOIDI
Linfonodi: Organi di tessuto linfoide delimitati da una capsula fibrosa. Sono situati lungo i vasi linfatici e ricchi di globuli
bianchi. Si occupano di filtrare e proteggere la linfa da eventuali patogeni.
Milza: Organo vascolarizzato che filtra il sangue, eliminando microrganismi e sostanze di scarto. Si occupa anche di
eliminare dal sangue gli eritrociti invecchiati, riciclando il ferro del gruppo eme dell’emoglobina. Si occupa anche della
produzione di linfociti e di essere deposito per le piastrine.
Timo: Ghiandola davanti alla trachea, nel mediastino. Si occupa della maturazione dei linfociti T e secerne timosina, un
ormone che influenza la produzione di linfociti. È attiva soprattutto in età giovanile.
Midollo osseo
LA DIFESA IMMUNITARIA
PRODUZIONE DI CITOCHINE
Sono un gruppo numeroso di proteine secrete da diverse © dell’immunità sia innata che acquisita. Hanno il
comito di agire come segnali(raggio d’azione limitato) o possono essere trasportati nel sangue e comportarsi
come ormoni agendo a distanza: permettono dunque la comunicazione. I principali gruppi sono:
Interferoni: Prodotti dai macrofagi, dai fibroblasti e dai leucociti. Inibiscono la replicazione dei virus;
stimolano l’attività dei macrofagi; attivano i linfociti NK.
Interleuchine: Prodotte da macrofagi e linfociti. Possono agire a grandi distanze. Un esempio è
l’interleuchina-1 che partecipa all’infiammazione causando la febbre.
Fattori di necrosi tumorale (TNF): Prodotti da macrofagi e linfociti T. Sono coinvolti nell’instaurazione
dell’infiammazione
SISTEMA DEL COMPLEMENTO: Sono 30 proteine del plasma capacità di attività enzimatica. Il sistema può essere attivato
direttamente da alcuni patogeni o successivamente al legame antigene-anticorpo. L’attivazione del sistema genera una serie di
reazioni a cascata che danno origine a proteine con diversa funzione: inserendosi nella membrana possono causare la lisi,
aderendo al batterio lo rendono più fagocitabile, attraggono leucociti verso il luogo d’infezione (chemiotassi), aumentano
l’infiammazione (stimolano la produzione di istamina).
- I tessuti danneggiati attraggono mastociti, che rilasciano istamina che si diffonde nel
sangue e induce la dilazione del capillare, con conseguente aumento del flusso
sanguigno (calore-arrossamento)
- Aumenta la fuoriuscita di liquididal sangue verso i tessuti (edema). Aumenta anche la
fuoriuscita di proteine, che attira granulociti (chemiotassi) e ne stimola la produzione
di nuovi a livello del MO.
- Stimolazione dei nocicettori (dolore).
- Plasma e fagociti fuoriescono dal sangue e penetrano nel tessuto infettato,
fagocitando il patogeno. Cessata l’azione dell’istamina, i fagociti non sono più attratti
e il tessuto torna alle condizioni normali.
- Molecole segnale stimolano la proliferazione delle cellule endoteliali per rimarginare
la ferita.
Nella regione infiammata può crearsi una cavità riempita da una sostanza giallastra detta pus, costituita da liquido interstiziale,
granulociti e macrofagi morti e batteri.
In molti casi l’infiammazione è una risposta localizzata ma tuttavia se intensa può dare una risposta sistemica. Il fenomeno
evidente è la comparsa della febbre. Risposta generalizzata che si genera grazie all’azione dell’interleuchina-1(secreta dai
macrofagi), che agisce sul centro di regolazione della temperaturadell’ipotalamo, modificando la regolazione.
IMMUNITA’ SPECIFICA o ACQUISITA
Si manifesta solo dopo l’esposizione di un agente estraneo e richiede più tempo per manifestare i suoi effetti. Si
distingue l’immunità umorale e cellulo-mediata, che si manifestano insieme ma con intensità diversa.
Le cellule più importanti che vi partecipano sono:
Complessi maggiori di istocompaibilità (MHC): Le cellule che fagocitano antigeni li demoliscono grazie a enzimi
lisosomiale. All’interno delle ©, i frammenti di antigene vengono associatia proteine dette MHC. Questi complessi
vengono esposti sulla superficie di cellule definite cellule che presentano l’antigene: le principali tra queste sono
macrofagi e cellule dendridiche(che hanno lunghi prolungamenti di citoplasma: sono le cellule di Langherans).
È da quanti alleli comuni di MHC ci sono che si definisce quanto più sia stretto il grado di parentela
Linfociti: Dopo la fagocitosi, le © dendridiche espongono l’antigene e migrano nei vasi linfatici fino ai linfonodi, dove
possono incontrare diversi tipo di linfociti:
- Linfociti B: Dopo l’attivazione, si trasformano in plasmacellule e producono anticorpi → Derivano da cellule
staminali(non differenziate) nel midollo osseo. Si differenziano nel MO acquisendo la capacità di produrre
anticorpi e recettori antigenici, capaci di legare molecole estranee. Maturati, lasciano il MO e si localizzano in
organi e noduli linfoidi.
- Linfociti T: Dopo l’attivazione, si occupano di attivare i linfociti B e partecipare all’immunità cellulo-mediata
→ Derivano da cellule staminali(non differenziate) nel midollo osseo. Iniziano a differenziarsi nel MO del feto
ma alla nascita migrano nel timo diventando solo adesso immunopotenti (capaci di partecipare alla reazione
immunitaria). Grazie ad una prima differenziazione diventano T-receptors, ossia producono recettori capaci di
riconoscere antigeni esposti legati a MHC. si differenziano in:
o Linfociti T citotossici (TC): Attivati, riconoscono e distruggono le cellule che hanno antigeni
sulla loro superficie (intervengono nella risposta cellulo-mediata)
o Linfociti T helper (TH): Attivati, contribuiscono all’attivazione dei linfociti B e T-citotossici.
- Linfociti NK: Uccidono le © tumorali o infettate da virus
Gli anticorpi sono sintetizzati dai lifociti B quando questi sono attivati. Ogni anticorpo è prodotto solo da un gruppo di
linfociti B, derivati da un progenitore comune che produce solo quell’anticorpo, che riconosce solo uno specifico
epitopo.
Le cellule dendritiche (cellule di Langherans) spezzano il patogeno e lo espongono (legato ai MHC) portandolo
nel linfonodo.
Nel linfonodo il linfocita B incontra l’antigene (se ciò non avviene: muore dopo 2 secondi).
Il linfocita B attivato dall’incontro, prolifera dando origine ad un clone di cellule (espansione clonale) che nel
corso della proliferazione possono differenziarsi in:
o Plasmacellule: Produrranno anticorpi. Terminata la produzione, vanno in apoptosi.
o Cellule B della memoria: Terminata la produzione, i cloni continuano a vivere producendo piccole
quantità di anticorpo, che entrano a far parte delle gamma globuline del plasma (IgG e IgM). Dunque, se
l’antigene si ripresentasse subito si stimolerebbe le © della memoria a produrre plasmacellule e altre ©
dellamemoria identiche, riprendendo rapidamente la produzione dell’anticorpo in modo rapido e
distruggendo facilmente l’antigene. Si parla di immunizzazione.
La possibilità di produrre cellule della memoria permette, in caso di un secondo incontro con l’antigene, una
reazione più veloce (perché in linfocita è attivato senza bisogno dell’intervento delle cellule di Langherans).
La combinazione degli anticorpi con l’antigene crea il complesso antigene-anticorpo, con conseguenze come:
- Inattivazione dell’antigene (se anticorpo si lega in punto funzionale dell’antigene)
- Marcatura dell’antigene: Viene riconosciuto come elemento da combattere.
Fagocitosi: IgG e IgM hanno il frammetoFc che si lega ai recettori di
macrofagi e granulociti, che procedono con la fagocitosi
Attivazione del complemento
- I linfociti TC hanno un recettore CD8, con il quale riconoscono l’antigene (legato a MHC-I) presentato dalla
cellula che presenta l’antigene (di solito macrofago). Questo attiva il linfocita TC.
- I linfociti TH hanno un recettore CD4, con il quale riconoscono l’antigene (legato a MHC-II) presentato dalla
cellula che presenta l’antigene(di solito macrofago). Questo legame fa in modo che secernono citochine, che
aiutano l’attivazione dei linfociti TC (stimolano anche i linfociti B a produrre plasmacellule).
- Il linfocita TC si attiva e inizia a proliferare, dando origine a cloni di cellule che hanno lo stesso recettore
- Nel corso del differenziamento si formano:
o Cellule T della memoria: Assicurano ancora che in caso di un nuovo contatto, la risposta
immunitaria sia immediata.
o Cellule T citotossiche: Producono granuli contenenti enzimi che distruggono la cellula bersaglio
o Cellule T helper
In generale nell’immunità acquisita doppiamo distinguere:
- RISPOSTA PRIMARIA: È la risposta che si genera alla prima esposizione dell’organismo ad un antigene.
Periodo di latenza: Tra l’introduzione dell’antigene a la comparsa dei primi anticorpi specifici passano 3-14
giorni, durante i quali l’antigene deve essere riconosciuto e si devono formare i cloni di linfociti.
Fase logaritmica: Gli anticorpi si sono formati e la loro concentrazione è molto alta per alcuni giorni (IgM
sono i più sintetizzati durante la risposta primaria)
Fase di declino: La concentrazione di anticorpi specifici diminuisce .
- RISPOSTA SECONDARIA: È la risposta che si genere ad una seconda esposizione allo stesso antigene, anche
dopo anni. Grazie alle © della memoria, ha un periodo di latenza molto breve dunque necessita minor quantità di
antigene per generare una risposta e gli anticorpi vengono prodotti di più (soprattutto IgG, le più sintetizzate nella
risposta secondaria).
L’immunità attiva può avvenire per caso quando un antigene entra o può essere indotta mediante vaccino.
1° vaccinazione: Jenner 1796 espone l’uomo al vaiolo bovino: esso non causa infezioni gravi nell’uomo e lorende
resistente al vaiolo umano, invece mortale.
I vaccini possono essere costituiti da:
o Virus attenuati: Resi non patogeni per l’uomo
o Patogeni uccisi: Che conservano l’antigene necessario alla risposta immunitaria
o Tossine inattivate: Proteine secrete dal patogeno e responsabili della patologia, ma inattivate
o Peptidi sintetici ottenuti con tecnologia del DNA-ricombinante
Siccome la risposta secondaria è più rapida, dei vaccini si fanno diversi richiami, in modo da assicurare l’efficacia.
ALTERAZIONI DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Immunodeficienza
Diminuzione dell’attività del sistema immunitario, accompagnata ad una aumentata suscettibilità alle infezioni e alla
comparsa di tumori. Legata a:
- Fattori genetici: Immunodeficenze ereditarie
- Fattori acquisiti: denutrizione, poco sonno, stress, malattie pregresse, chemioterapia, farmaci
immunosoppressori, agenti patogeni (HIV)
Incompatibilità Rh
Individui Rh+esprimono sulla superficie dei loro eritrociti l’antigene Rh, mentre individui Rh- no.
Gli individui Rh - non producono spontaneamente anticorpi anti-Rh ma solo se si trovano esposti agli eritrociti Rh +.
- Se una madre Rh - concepisce un figlio Rh + può succedere che qualche eritrocita del feto penetri attraverso la
placenta nel sangue materno, dove viene riconosciuto come estraneo dando origine ad una risposta anti-Rh che
non da gravi conseguenze.
- Tuttavia, se una madre ha un’altra gravidanza con feto Rh+ il passaggio di eritrociti fetali scaturisce una
risposta secondaria anti-Rh rapida e intensa. Gli anticorpi anti-Rh sono in grado di riattraversare la placenta e
penetrare nel sangue fetale, dove attaccano gli eritrociti fetali Rh +
o Il feto produrrà tanti pigmenti biliari (demolizione emoglobina) che causeranno ittero e si
accumuleranno nei tessuti danneggiandoli.
o Il feto è stimolato a produrre nuovi eritrociti che però vengono rilasciati ancora immaturi
(eritroblasti): eritoblastosi fetale
Allergia
Gli individui producono anticorpo contro allergeni, antigeni deboli (pollini, acari, etc) che in individui normali non
stimolano risposte. I sintomi dell’allergia possono essere controllati con farmaci antistaminici e nel corso del tempo se
questi vengono somministrati a intervalli brevi e per lungo tempo ci può essere una desensibilizzazione dell’individuo.
Sensibilizzazione: L’antigene viene fagocitato e degradato dai macrofagi, che lo espongono ai linfociti T H, che
si attivano e stimolano i linfociti B a produrre IgE (che riconoscono l’allergene). Questi IgE sono riconosciuti e
legati anche da recettori dei mastociti. L’individuo è dunque sensibilizzato.
Attivazione dei mastociti: Se l’individuo sensibilizzato entra in contatto con l’allergene, le IgE attaccate ai
mastociti lo riconoscono e stimolano i mastociti a liberare i granuli del loro citoplasma, ricchi di istamina che
causa l’infiammazione: si forma un edema.
Sostanze liberate dai mastociti richiamano globuli bianchi nel sito infiammatorio. A seconda di dove avviene il
legame IgE-allergene si ha:
o Raffreddore da fieno: Vie nasali
o Asma: Bronchi. Imastociti non solo causano infiammazione ma anche contrazione della muscolatura
liscia bronchiale (il lume si restringe e il soggetto ha difficoltà a respirare).
o Diarrea: Mucosa intestinale
o Orticaria: Pelle
Una gravissima forma di allergia è lo shock anafilattico: in un brevissimo tempo la penetrazione dell’allergene causa
una reazione allergica diffusa durante la quale i mastociti liberano grosse quantità di istamina causando una forte
infiammazione con grande vasodilazione e grande permeabilità dei vasi. Dunque, diminuisce fortemente la pressione
sanguina e il volume del plasma, che fuoriesce dai vasi causando uno shock.
Malattie autoimmuni
L’attività del sistema immunitario viene indirizzata verso componenti dell’organismo stesso. Ciò causa che alcuni
linfociti T identificano come antigeni alcune parti dell’organismo, sfuggendo alla selezione negativa che dovrebbe
eliminarli, e passando alla selezione attiva. A seconda del tessuto o dell’organo verso cui si indirizza la risposta
abbiamo:
- Artrite reumatoide
- Reumatismo articolare acuto
- Sclerosi multipla
- Diabete di tipo I (insulino-dipendente)
- Schlerodermia
- Psoriasi
- Lups eritematoso sistemico
APPARATO URINARIO
RENE
I DUE reni sono localizzati nella parte posteriore della cavità addominale (sotto diaframma) e hanno una forma a
fagiolo.
- Produzione di ormoni
Renina: Regola la pressione sanguigna
Eritropoietina: Stimola la produzione di globuli rossi nel midollo
Calcitriolo: Stimola il riassorbimento di calcio a parte dell’intestino
Filtrazione
Dal capillare al nefrone.
Il glomerulo si occupa della filtrazione del sangue ed è barriera al passaggio. Un’arteriola afferente fornisce il sangue:
Ciò che passa dal glomerulo è il filtrato glomerulare: composto da acqua, ioni e composti di piccole
dimensioni (glucosio, amminoacidi, urea, etc.)
Ciò che non passa (© del sangue, proteine etc), rimane nel sangue e viene portato via da un’arteriola
efferente.
Il filtrato glomerulare arriva alla capsula di Bowmann, che lo riceve. Blocca le proteine e si forma ultra-filtrato.
Riassorbimento selettivo
Dal nefrone al capllare.
A livello dei tubuli renali si verifica il riassorbimento del filtrato, lasciando urina (ciò che non viene riassorbito)
destinata all’escrezione.
Le cellule dei tubuli presentano infatti microvilli, che insieme costituiscono un orletto a spazzola. Questi permettono
di aumentare la superficie di assorbimento.
Quasi tutto il filtrato viene riassorbito a livello del tubulo contorto prossimale, dove il filtrato si concentra e altera la sua
composizione diventando pre-urina. Tale riassorbimento avviene attraverso trasporto attivo o per diffusione semplice.
Composti completamente riassorbiti non si trovano nelle urine.
Icapillari peritubulariportano ai tubuli materiali da espellere con l’urina e portano via le sostanze riassorbite.
La venula renale preleva il sangue dai capillari peritubulari
Secrezione
Dal sangue al nefrone
Il tubulo renale si occupa anche della secrezione di composti organici (come creatininina o antibiotici) e ioni.
Si formerà un’urina normale, nel dotto collettore, formata da:
- 96% di acqua,
- 4% di rifiuti azotati (urea), sali e tracce organiche.
L’urina dei singoli nefroni entra nei dotti collettori, che confluiscono i n un dotto comune che lascia il rene.
In condizioni patologiche:
∙calcoli renali (composti dell’urina precipitano nella pelvi renale e originano sassolini)
∙coliche renali (calcoli che si introducono negli ureteri e non fanno defluire l’urina).
L’ansa di Henle ascendente pompa NaCl fuori dal filtrato e nel liquido interstiziale. Tuttavia, l’acqua non lo segue perché questa regione è impermeabile a H2O.
Un aumento di NaCl nel liquido interstiziale provoca un riassorbimento di acqua dall’ansa di Henle discendente
L’urina che entra nel dotto collettore è meno concentrata del liquido interstiziale e così man mano che sorre esso perde acqua, diventando più concentrata
L’acqua riassorbita dal tratto discendente di Henle e dal dotto collettore lascia la zona midollare nei vasarecta
La parte inferiore del dotto collettore è permeabile sia all’acqua e all’urea. Dunque, l’urea dell’urina che ora è molto concentrata, diffonde di nuovo nel liquido
interstiziale. Una certa urea invece entra nel tratto ascendete nell’ansa di Henle e viene reciclata, aumentado la concentrazione all’interno della zona midollare.
Apparato juxtaglomerulare
Nel glomerulo, in corrispondenza dell’arteriola afferente, esiste un gruppo di cellule che nel complesso prende il nome
di apparato juxtaglomerulare. Quando la pressione sanguigna diminuisce, queste cellule secernono l’enzima renina che
attiva la via renina-angiotensina-aldosterone.
La renina trasforma angiotensinogeno(proteina del plasma) in angiotensina I.
L’ACE (un secondo enzima del plasma) trasforma l’angiotensina I in angiotensina II
L’angiotensina II stimola la produzione di aldosterone (da parte delle ghiandole surrenali).
L’aldosterone fa innalzare la pressione sanguigna →Si stimola il riassorbimento di sodio e acqua da parte dei
tubuli contorti prossimali (urina + concentrata)
L’omeostasi è il processo attraverso il quale il nostro organismo è in grado di mantenere relativamente stabili le
condizioni dell’ambiente interno. È permessa dalla collaborazione tra apparato endocrino e nervoso.
L’equilibrio è possibile grazie a funzioni fisiologiche come:
- Regolazione della temperatura
- Equilibrio idro-salino
- Apporto di nutrienti essenziali
- Scambio di gas respiratori
- Pressione e volume del sangue
- Eliminazione di sostanze tossiche
Il sistema endocrino è composto da un insieme di cellule endocrineche secernono ORMONI.Queste cellule possono
essere organizzate in ghiandole endocrine (veri e propri organi) oppure essere diffusi in tessuti non ormonali.
Questi vengono immessi nel sangue/ liquido extracellulare e fungono da messaggerichimici, raggiungendo cellule
bersaglio, legandosi ad esse e modificandone l’attività per garantire l’omeostasi.
Ogni ormone ha una funzione specifica ma interagisce anche con altri ormoni.
Gli ormoni sono molecoledi piccole dimensioni e possono avere composizione varia, che
condiziona la loro azione sulle © bersaglio:
- Ormoni peptidici: Proteine o catene polipetidiche brevi che sono idrosolubili,
dunque possono essere trasportate nel sangue ma non attraversano facilmente
membrane lipidiche.
- Ormoni steroidei: Derivano dal colesterolo. Sonoliposolubili dunque attraversano
facilmente la membrana lipidica.Tuttavia, per essere trasportati nel sangue
necessitano proteine di trasporto per raggiungere la © bersaglio.
- Ormoni amminoacidici: Molecole di singoli amminoacidi, spesso in gruppi.
Alcuni sono idrosolubili altri liposolubili.
- Ormoni derivati da acidi grassi
Meccanismo d’azione degli ormoni liposolubili. Meccanismo d’azione degli ormoni idrosolubili
- Spesso il recettore dell’ormone sulla cellula Un ormone idrosolubile per penetrare nella cellula deve legarsi ad un
bersaglio è legato ad una proteina chaperone, che recettore proteico, che possiede 2 copie di 2 diverse subunità (α-β).
non gli permette di penetrare nel nucleo cellulare - Le subunità α si legano all’ormone, inducendo un cambio di
- Quando arriva l’ormone, il legame tra l’ormone e conformazione delle subunità β
il recettore induce il distacco della proteina - Le subunità β si trasformano nell’enzima chinasi, capace di
- Adesso il recettore e l’ormone a lui legato possono fosforilare proteine bersaglio, modificandone la loro attività
entrare nel nucleo - Le © bersaglio inseriranno sulla membrana trasportatori per
l’ormone, che entrerà così nel citoplasma
Le ghiandole endocrine non si attivano da sole ma la secrezione viene attivata e modulata da diversi fattori:
Ormoni: Ormoni prodotti da altre ghiandole stimolano la produzione di un altro ormone da parte di un’altra
ghiandola (complesso ipotalamo → ipofisi → ghiandola)
Sostanze nel sangue: Quando la concentrazione di tale sostanza di modifica, la ghiandola produce l’ormone
Impulso elettrico: L’impulso elettrico permette l’attivazione della ghiandola e la secrezione dell’ormone
Di solito tuttavia si sa che l’attivazione delle ghiandole non è quasi mai unidirezionale.
- FEEDBACK NEGATIVO:Le ghiandole sono stimolate dai fattori che le stimolano sopracitati ma sono anche
influenzate da molecole prodotte dalle stesse cellule bersaglio.
o Lo stimolo attiva la ghiandola, che secerne l’ormone
o L’ormone circolante aumenta e le cellule bersaglio rispondono
o La risposta delle © bersaglio o l’aumento di concentrazione dell’ormone in circolo fanno in modo
che la ghiandola secernente l’ormone venga inibita e torni a non secernere.
- FEEDBACK POSITIVO: Le cellule bersaglio esercitano una retorazione positiva che va ad incremetare
l’attività della ghiandola secernente, quindi la quantità di ormone.
IPOFISI E IPOTALAMO
L’ipofisi è una piccola ghiandola accolta in una cavità del cranio, posto sotto il cervello. Essa è costituita da una zona
anteriore e posteriore, la quale è legata all’ipotalamo.
Adenoipofisi (anteriore): Secerne ormoni, sotto il controllo dell’ipotalamo. Gli assoni ipotalamici entrano nei
capillari dell’adenoipofisi, e qui vi rilasciano neuro-ormoni chiamati fattori di rilascio o inibizione in grado di
regolare la secrezione ipofisiaria. Questi capillari (carichi dei fattori) confluiscono nella vena porta, che poi si
dirama di nuovo in capillari che vano a circondare le cellule ghiandolari dell’ipofisi, sulle quali arriveranno anche i
fattori ed inibiranno e stimoleranno la produzione di ormoni ipofisiari (sistema portale ipofisiario).
TIROIDE
È posta davanti alla trachea ed è costituita da due lobi, collegati da un istmo.
È formata da numerosi follicoli, delimitati da cellule epiteliali (tireociti). All’interno del
follicolo è contenuta una sostanza colloide costituita da una miscela di proteine, tra cui la
tireoglobulina. Tra i follicoli si trovano anche lecellule C.
La tiroide produce:
o Ormoni tiroidei (T3 e T4): Sono prodotti dai tireociti. Sono oromi che
derivano dall’amminoacido tirosinae hanno molecole di iodio: Il T3 ha
3 molecole di iodio, il T4 ne ha 4. Sono sotto il controllo del TSH
ipofisiario. Sono importanti per la crescita, la velocità di processi
metabolici eper la termoregolazione
o Calcitonina: È prodotta dalle cellule C. È indipendente dall’ipofisi, ma
dipende dalla concentrazione di ioni calcio nel sangue. Dunque, è un
ormone che regola la calcemia.
Dunque si ha abbassamento di Ca2+ nel sangue: stimola escrezione del
calcio renale e inibisce il riassorbimento intestinale (stimola invece il
deposito di calcio nelle ossa).
TERMOREGOLAZIONE
Ipotalamo rileva una diminuzione della temperatura → Stimola ipofisi (che stimola tiroide ad aumentare il
metabolismo ossidativo), muscolatura scheletrica (si contrae producendo calore) e SNP simaptico(stimola
vasocostrizione che evita dispersione di calore e fa contrarre i peli, producendo calore)
Ipotalamo rileva un aumento della temperatura → Stimola SNP parasimpatico (causa vasocostrizione, che disperde
calore), SNP simpatico (stimola produzione di sudore) e midollo allungato (aumenta atti respiratori e rimuove + vapore
acqueo dagli alveoli) e muscolatura scheletrica (si rilassa disperdendo calore)
PARATIROIDI
Sono 4 piccole ghiandole che circondano la tiroide.
Secernono paratormone (PTH), che si occupa di:
- Riassorbimento dell’osso da parte di osteoclasti
- Riassorbimento di calcio a livello dei tubuli renali (- escrezione)
- Trasformazione della vitamina D nel suo derivato attivo
(aumentando l’assorbimento di calcio nell’intestino): calcitriolo.
- Ca sanguigno → Paratidoidi stimolate a secernere paratormone → Aumenta assorbimento intestinale di Ca, diminuisce
escrezione renale di Ca, osteoblasti producono meno tessuto osseo (utilizzando meno Ca): aumentano i livelli ematici di Ca
+ Ca sanguigno → Tiroidi stimolate a secernere calcitonina → Diminuisce assorbimento intestinale di Ca, aumenta
escrezione renale di Ca, osteoblasti producono tessuto osseo (utilizzando Ca): diminuiscono i livelli ematici di Ca
PANCREAS
È una grossa ghiandola situata dietro lo stomaco, all’interno della cavità addominale. Distinguiamo:
- PANCREAS ESOCRINO: Secerne enzimi digestivi
- PANCREAS ENDOCRINO: costituite da isole pancreatiche o di Langerhans, formate da 3 tipi di cellule:
TIMO
È situato nel mediastino, tra i due polomoni.
Produce timosina, importante per la produzione dei linfociti. Dunque è importante per il sistema immunitario.
TESTICOLI
I testicoli sono le gonadi maschili, due organi a fagiolo situati nello scroto, tessuto connettivo.
Essi contengono una rete di tubuli seminiferi, dove avviene la spermatogenesi. Tra i tubuli sono situate
cellule interstiziali (o di Leyding), che sintetizzano il testosterone. La parete di questi tubuli è formata da 2
strati cellulari: quello esterno di cellule muscolari e quello interno di cellule epiteliali, dette cellule del
Sertoli(producono l’ormone inibina e sostengono e nutrono le cellule germinali). LH agisce sulle ©
interstiziali, FSH invece su © del sertoli.
VIE SPERMATICHE
Gli spermatozoi lasciano i tubuli seminiferi e raggiungono il dotto epididimo, dove completano la
loro maturazione e diventano mobili. Percorrono poi 2 tubuli spermatici, che aggirano la vescica e
diventano dotti eiaculatori, che attraversano la prostata e arrivano nell’uretra. L’uretra prende
origine dalla vescica, scorre attraverso il pene e si apre all’esterno nella porzione apicale del pene
(può portare alternativamente sia urina che sperma).
Il pene è un organo erettile che consente deposizione di spermatozoi nelle vie vaginali:
- Parte allungata: Costituita da due strutture di tessuto vascolare erettile, i corpi cavernosi
e il corpo spongioso.
- Parte espansa (glande): Ricoperta da un’epidermide detto prepuzio (la circoncisione
significa rimozione di quest’ultimo).
Lo SPERMA è il liquido emesso con l’eiaculazione e contiene 60 milioni di spermatozoi per mL. Si forma grazie a:
- Vescichette seminali: Producono un secreto ricco di fruttosio e prostaglandine, che fungono da combustibile per i
movimenti dello spermatozoo
- Prostata: Produce un fluido basico in grado di neutralizzare l’acidità delle vie spermatiche e di produrre un enzima
addensante per lo sperma.
- Ghiandole bulbo-uretrali: Produce un secreto mucoso e alcalino per neutralizzare l’acidità dell’uretra e ha azione
lubrificante per facilitare il passaggio di sperma
Al momento dell’eccitazione sessuale, i neuroni del sistema nervoso autonomo secernono ossido di azoto, che causa
rilassamentodella muscolatura delle pareti delle arterie, facendo entrare più sangue nei tessuti erettili. Ciò causa l’erezione.
SPERMATOGENESI
All’interno dei testicoli (alla periferia del tubulo) troviamo gli spermatogoni, cellule germinali diploidi.
Ogni spermatogonio si divide per mitosi producendo 2 cellule diploidi: una cellula staminale indifferenziata che rimane
nell’epitelio del tubulo e uno spermatocita primario.
Dalla periferia, gli spermatociti primari si spostano nel lume del tubulo e vanno incontro alla prima divisione meiotica: si
saranno formati 2 spermatociti secondari aploidi (in cui ogni cromosoma contiene ancora 2 cromatidi)
I 2 spermatociti secondari completano la seconda divisione meiotica: si originano 4 spermatidi aploidi (dove ogni
cromosoma contiene un cromatidio).
OVAIE
Sono 2 piccoli corpi ovoidali collocati nella parte bassa dell’addome.
Sono la sede delle oogenesi e della secrezione di ormoni sessuali: estrogeni, progesterone e androgeni (di meno).
Al loro interno sono presenti numerosi follicoli ovarici che hanno l’aspetto di piccole vescicole cave e contengono
ognuno una cellula uova immatura. Ogni cellula uovo è dunque circondata da uno strato di cellule follicolari, che
producono estrogeni.
Ciascuna delle due ovaie presenta due poli:
- Polo superiore tubarico: Unito all’infundibolo della tuba uterina
- Polo inferiore uterino: Unito all’utero dal legamento utero-ovarico
Infundibolo: Prima porzione vicina all’ovaie. Non è in diretto contatto con l’ovaio ma presenta un’apertura
ondulante e sfrangiata dove ci sonofimbrie, ossia estroflessioni terminali, che circondano l’ovaio sottostante in
modo che la tuba possa accogliere l’oocita quando viene espulso dal follicolo ovarico.
Ampolla: Lunga circa 7-8 cm, regola il passaggio degli ovuli e il transito embrionale. Lo zigote riesce poi a
passare le tube grazie ad un epitelio ciliato, che lo fa avanzare nell’utero.
Istmo: Zona di transizione
Parte uterina: Tratto in cui le tube entrano nella cavità uterina
UTERO
È un organo muscolare cavo che ha l’aspetto di una pera rovesciata. È fissato alla cavità pelvica mediate legamenti.
È la sede deputata ad accogliere l'ovulo fecondato, a consentirne lo sviluppo e a espellere il feto quando la gravidanza
giunge al termine.Dunque, qui si sviluppa l’embrione e durante la gravidanza esso si dilata adattandosi all’embrione in
crescita.
È costituita da ripiegamenti longitudinali e trasversali che conferiscono elasticità, importante per i rapporti sessuali e
per il passaggio del feto.
È tipicamente umida, grazie a secrezioni vischiosr prodottr dalle cellule vaginali e dal muco della cervice uterina,
regolate dagli ormoni sessuali (i cui livelli variano in base alle diverse fasi dello sviluppo sessuale della donna).
VULVA
La vulva è l'insieme degli organi genitali esterni femminilie si estende dal pube all'ano.
La vulva permette la minzione, lo svolgimento di rapporti sessuali e il passaggio del feto durante il parto.
CICLO OVARICO
Il ciclo ovarico è sotto controllo ormonale dell’ipofisi-ipotalamo e controlla il ciclo uterino con la sua attività endocrina.
L’ipotalamo nei primi 5 giorni di ciclo produce GnRH, che stimola l’ipofisi a secernere:FSHe LH.
- I follicoli, come abbiamo detto, producono ormoni. L’alto livello di estrogeni stimola la produzione di LH.
L’LH stimola la maturazione finale del follicolo e la continuazione dell’ovulazione e formazione del corpo
luteo (14gg).
L’ovocita primario completa la prima divisione meiotica dando origine a 2 cellule (entrambe aplidi)
Ovocita secondario (che conserva quasi tutto il citoplasma dell’ovocita primario)
I° globulo polare (che si divide in 2 piccoli globuli polari aploidi), che degenera.
L’ovocita secondario inizia la seconda divisione meiotica, ma si arresta alla metafase II.
GRAVIDANZAed EMBRIOLOGIA
La gravidanza è un periodo di 39 settimane durante il quale lo zigote diventa embrione
Nella prima fase della gravidanzalo zigote va incontro allasegmentazione, dunque subisce una serie rapida di divisioni
©durante il quale aumenta il numero delle cellule ma non del volume dell’embrione
Morula(3 giorno)
• Raggiunte le 4-5 divisioni lo zigote diventa morula(le cui
cellule sono chiamate blastomeri (e sonoto tipotenti). A
questo stadio, si trova già nell’utero percorrendo le tube.
• Raggiunte le 8 divisioni, le cellule cambiano forma e
aumentano il contatto reciproco creando una massa più
compatta. Non sono più totipotenti.
Blastocisti(4-6 giorno)
Nel passaggio da 16 a 32 cellule, i blastomeri si separano in:
- Massa cellulare interna
- Trofoblasto: Rivestimento esterno
Le © del trofoblasto producono liquido che si raccoglie in un
una cavità (blastocele), nella quale emerge il nodo
embrionale (massa di cellule): si forma la blastocisti (in
altri animali si chiama blastula).
Organogenesi
Nel mesoderma si forma la notocorda, un codone che è destinato a regredire e dal quale si formerà la colonna
vertebrale.
Neurulazione
• La notocorda sovrasta l’ectoderma e forma la placca neurale, un
inspessimento da cui originerà il SNC.
• La placca tenderà a sprofondare formando una doccia neurale, mentre le
sue estremità formeranno 2 pieghe neuraliche si andranno poi a chiudere
formando il tubo neurale. Da questo si formeranno encefalo e MS.
• Prima che il tubo si chiuda completamente si formeranno anche 3
dilatazioni: prosencefalo (da cui si formeranno diencefalo e telencefalo),
mesencefalo e rombencefalo (da cui si formeranno metencefalo e midollo
allungato)
• Alcune porzioni dell’ectoderma si staccano dalle pieghe neurali formando
delle creste neurali, da cui si originano i nervi sensoriali e gangli spinali. I
nervi motori derivano invece da encefalo-MS.
• Prima che il tubo si chiuda, ai due lati si formano 2 vescicole ottiche, da cui si formeranno gli occhi. Le vescicole
subiranno invaginazione diventando calici ottici, che diventeranno retina. Il cristallino deriva dall’ectoderma.
• Cellule del mesoderma (somiti) formeranno vertebre, muscoli e componenti assile.
• Dal mesoderma si formano i vasi sanguigni.
• Dalla fusione di vasi sanguigni si forma il cuore, il cui abbozzo presente 1 atrio e 1 ventricolo posto sopra. Tuttavia,
poi si crea una ripiegatura che ribalta la posizione e formerà altre 2 cavità. Inizia a pulsare dopo 3 settimane.
• Dal ripiegamento del blastodisco si forma il tubo digerente. Da estroflessioni dell’abbozzo intestinale si formeranno
fegato, pancreas e trachea e faringe. Dall’allungarsi della trachea si formeranno i polmoni.
• Dalla faringe si dipartono estroflessioni dette tasche faringee che si connettono a estroflessioni dell’ectoderma dette
solchi bronchiali. Si formano degli archi bronchiali, dove all’interno ci sono gli abbozzi di mandibola e collo.
PARTO
Alla fine della gravidanza il livello di estrogeni è altissimo, permettendo:
- Aumento dalla muscolatura uterina
- Stimolazione di recettori per l’ossitocina (prodotto dall’ipofisi), che stimola le contrazioni uterine
Entrambi fanno in modo che si creino delle contrazioni involontarie della muscolatura uterina che dilatino il collo
dell’utero fino a 10cm.
Man a mano che le contrazioni aumentano, il feto viene espulso. Tuttavia, risulta essere ancora legato alla placenta
attraverso il cordone ombelicale, che deve essere reciso.
Dopo pochi minuti, la placenta viene espulsa.
ALLATTAMENTO
Nell’uomo l’allattamento avviene mediante le mammelle materne, due
ghiandole costituite da cellule ghiandolari organizzate in 25-30 lobi.
Da ogni lobo si dipartono i dotti galattofori (condotti), attorno ai quali
sono presenti cellule mioepiteliali, capaci di contrarsi permettendo la
fuoriuscita di latte. I dotti confluiscono all’esterno attraverso il
capezzolo.
I capillari sanguigni del SNC sono impermeabili a molti soluti del plasma a causa della
presenza di giunzioni occludenti e perché sono circondati dalle terminazioni delle
cellule della glia (astrociti), partecipando alla barriera emato-encefalica, che
impedisce gli scambi tra sangue e tessuto nervoso, salvo piccole molecole (acqua,
anidride etc.): le molecole possono passare solo grazie a trasporti specifici della
membrana delle cellule endoteliali.
MIDOLLO SPINALE
Il midollo spinale è una struttura sottile e allungata che inizia dal bulbo e percorre il canale vertebrale, terminando in
corrispondenza della 2 vertebra lombare.
CERVELLO
Telencefalo
È diviso in due emisferi, che poggiano sul diencefalo.
La superficie esterna di questi è costituita da corteccia cerebrale disostanza
grigia e compie una serie di circonvoluzioni, separate da solchi (se poco
profonde) o scissure (se molto profonde).
All’interno della corteccia cerebrale si trovano gruppi di neuroni che costituiscono
i nuclei basali (caudato, ippocampo, putamen, globo pallido), che servono a
facilitare i movimenti volontari.
Il corpo calloso unisce i due emisferi e permette loro di comunicare.
Linguaggio
Due aree associative sono deputate al linguaggio, situate nell’emisfero sinistro.
- Area di Wernicke: Responsabile della comprensione.
- Area di Broca: Responsabile della produzione del linguaggio (parlare e scrivere)
L’afasiaè l’incapacità di utilizzare il linguaggio. Si parla di afasia recettiva se coinvolge l’aria di Wernicke e causa
difficoltà nella comprensione, si parla di afassia espressiva se coinvolge l’area di Broca causa problemi nel parlare e
scrivere correttamente, ma non nel comprendere.
Emozioni
Le emozioni sono attivate da ricordi o impulsi sensoriali, che raggiungono
le aree sensoriali della corteccia per poi passare alle aree associative. Nel
dettaglio, raggiungono il sistema limbico e l’ipotalamo, dove vengono
elaborate e rispedite ad altre aree associative, generando percezioni
emotive e risposte vegetative (cambiamenti ormonali, risposte motorie,
etc).
Diencefalo
È posto tra gli emisferi cerebrali ed è formato da:
EPITALAMO: produce il liquido cerebrospinaleed è
collegato all’epifisi
2 TALAMI: strutture formate da sostanza grigia. Qui gli
impulsi vengono filtrati e modificati, prima di essere
trasmessi alla corteccia. È importante per i movimenti e per
le emozioni, infanti alcune parti fanno parte del sistema
limbico.
IPOTALAMO: sotto al talamo, è formato da nuclei di
sostanza grigia circondata da sostanza bianca ed è
importante per l’omeostasi (termoregolazione), poiché
collega il sistema nervoso e il sistema endocrino. I neuroni
dell’ipotalamo sono dotati, infatti, di attività endocrina:
producono ormoni che sono trasportati dagli assoni
all’ipofisi, dove vengono rilasciati per essere messi in circolo.
TRONCO ENCEFALICO
(Non è compreso il cervelletto)
Mesencefalo
Collega il tronco encefalico al diencefalo.
Contiene nuclei di neuroni che elaborano informazioni visive e uditive (generando riflessi) e si occupano della postura.
Contiene il nucleo rosso e la sostanza nera, la cui degenerazione causa il morbo di Parkinson.
Metencefalo
Comprende:
- PONTE: È collegato al cervelletto e contiene nucleimotori e sensoriali di 4 nervi cranici (5, 6, 7 e 8),
coinvolti nel controllo della respirazione e nell’elaborazione/trasmissione di impulsi motori. È attraversato
anche da fasci ascendenti (da midollo a encefalo), discendenti (viceversa) e trasversi (collegano i due
emisferi)
- CERVELLETTO: È posso sotto e dietro il cervello ed è formato da due emisferi, separati da una corteccia
detta verme. La loro superficie è fatta di sostanza grigia. Si occupa del controllo di muscoli posturali
(mantenimento dell’equilibrio) e della programmazione e regolazione di movimenti volontari e involontari
(attraversò la correzione dell’attività della corteccia cerebrale e dei nuclei basali e dei centri motori del tronco
cerebrale).
Ciclo sonno-veglia
È un ciclo durante il quale diminuiscono le attività motorie e percettive. Esiste:
- Sonno ad onde lente: Profondo (telencefalo)
- Sonno REM: Meno profondo, con risvegli spontanei e ripetuti (ponte).
SISTEMA NERVOSO PERIFERICO
Il sistema nervoso perifericoha la funzione di trasmettere al SNC le informazioni
provenienti dall’esterno (attraverso esterocettori: organi di senso) o dal corpo
(enterocettori: organi interni; propriocettori: tendini e muscoli), per inviare
risposte agli stessi muscoli o organi interni, che si regoleranno di conseguenza.
È costituito da:
GANGLI: Raggruppamenti di corpi cellul. fuori dal SNC, lungo i nervi
NERVI: Collegano SNC al corpo. Sono costituiti da assoni
afferentiche collegato i recettori/organi ai neuroni e assoni
efferentiche collegano i neuroni ai recettori/organi.
- Neuroni sensoriali: da organi a SNC
- Neuroni motori: da SNC a organi
Nervi cranici
Esistono 12 paia di nervi cranici in coppia. Iniziano dall’encefalo, fuoriescono dal cranio attraverso ifori ossei.
Sono controllati solo dalla parte omolaterale dell’encefalo, non si muovono a dx e a sx dell’encefalo.
Possono essere sentivi (S) o motori (M) o entrambi.
Nervi spinali
Esistono 31 paia di nervi spinali in coppia. Iniziano dal midollo spinale. Si divino in:
Nervi cervicali (8 paia)
Nervi toracici (12 paia)
Nervi lombari (5 paia)
Nervi sacrali (5 paia)
Nervi coccigei (1 paio).
Dopo la fusione tra le 2 radici, ciascun nervo spinale si divide in: ramo
dorsale, ventrale e autonomo.
Lungo il percorso questi rami diventano sempre più sottili: importanti
sono le ramificazioni del ramo ventrale, che formano plessi, dove hanno
origine nuovi nervi spinali dall’intrecciarsi di altri nervi spinali.
Funzionalmente, il sistema nervoso periferico si può suddividere in:
Distinguiamo:
SIMPATICO PARASIMPATICO
Contrae sfinteri (chiude) Rilascia sfinteri (aperto)
Aumenta frequenza cardiaca Diminuisce frequenza cardiaca
Aumenta forza di contrazione Diminuisce forza di contrazione
Diminuisce la muscolatura di Aumenta la muscolatura di apparato
apparato digerente e respiratorio. digerente e respiratorio.
Midriasi (dilatazione iride) Miosi (contrazione iride)
Diminuisce le secrezioni. Aumenta le secrezioni.
ORGANI DI SENSO
Il nostro corpo è in contatto con l’esterno grazie a recettori sensoriali:
- Meccanocettori: Sensibili a stimoli meccanici (tatto-pressione)
- Chemiocettori: Distinguono le diverse sostanze chimiche (sapore-odore)
- Termocettori: Rispondono alle variazioni di temperatura
- Nocicettori: Si attivano in seguito a danni fisico-chimici, suscitando dolore
- Osmocettori: Rilevano pressione osmotica di fluidi corporei.
OLFATTO
La capacità di percepire gli odori è possibile grazie acellule olfattive, chemiocettori
posti sull’epitelio delle cavità nasali, dotate di ciglia olfattive (che si spingono nella
mucosa delle cavità nasali)
Quando una sostanza chimica in forma gas entra nelle cavità nasali, si discioglie nella
mucosa, toccando le ciglia e stimolando le cellule olfattive, i cui assoni penetrano nei
bulbi olfattivi e fanno sinapsi con i neuroni lì presenti.
GUSTO
La capacità di percepire i sapori è legata ai calici gustativi, chemiocettori sulle papille
gustative.
Ciascun calice è costituito da cellule gustative (i veri recettori)e cellule epiteliali. Le cellule
epiteliali presentano un orifizio detto poro gustativo, da cui fuoriescono le ciglia gustative, le
parti sensibili delle cellule gustative.
TATTO
Il tatto è legato a recettori presenti sulla cute: corpuscoli di Missner, corpuscoli di Pacini, corpuscoli di Ruffini,
dischi di Merkel, terminazioni nervose, basi dei peli.
La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio.
I meccanocettori ricevono informazioni riguardanti la posizione degli arti e le sollecitazioni subite da muscoli e
articolazioni. Queste informazioni sono necessarie per il controllo dellapostura e della coordinazione.
- ORECCHIO ESTERNO:
Padiglione auricolare, dov’è presente un foro che sfocia nel meato acustico esterno
Meato acustico esterno, canale che sbocca nell’orecchio medio.
Ghiandole che secernono cerume.
- ORECCHIO INTERNO
Labirinto osseo
Coclea o chiocciola: Divisa in 3 canali. Contiene l’organo di Corti, fatto da cellule capellute,
ossia cellule acustiche che presentano stereociglia deputate alla percezione acustica.
Canali semicircolari: Si occupano di equilibrio
Vestibolo: Lega chiocciola e canali. Presenta sacculo e utricolo, per l’equilibrio
Labirinto membranoso: Sistema di condotti contenenti endolinfa
Perilinfa: Liquido tra labirinto osseo e membranoso
Il suono raggiunge il canale uditivo e provoca lo spostamento della membrana del timpano, che vibra.
La vibrazione fa vibrare gli ossicini e si trasmette alla coclea.
La vibrazione della coclea muove il fluido al suo interno, stimolando le stereociglia.
I recettori (stereociglia) inviano l’impulso al nervo acustico, che lo invia al SNC.
BULBO OCULARE
Tonaca esterna
Cornea: Esterno
Sclera: Attacco per i muscoli
Tonaca media
Coroide: Presenta melanociti¸ che producono melanina importante per assorbire la luce
Corpo ciliare: Partono muscoli che tengono il cristallino (la lente di forma sferica che varia la
messa a fuoco). Lo spazio tra cristallino e parte posteriore è la cavità posteriore, ricca di umor
vitreo.
o Il cristallino mette a fuoco oggetti vicini, aumentando la sua curvatura
o Il cristallino mette a fuoco oggetti lontani, dimunendo la sua curvatura
Iride: Diaframma regolato dai muscoli sfintere e dilatatore della pupilla. Al centro presenta un foto
detto pupilla, che regola la quantità di luce in entrata. Ha un colore diverso in base alla disposizione
dei melanociti.
Divide cornea e cristallino creando la cavità anteriore, ricca di umor aqueo.
Tonaca interna
Corrisponde alla retina. La parte centrale si chiama macula lutea, che presenta una depressione detta fovea
centrale sono dove sono presenti i fotorecettori (coni e bastoncelli),cellule recettoriali. I coni sono posti
centralmente e permettono la visione a colori e la visione distinta. I bastoncelli presentano rodopsina (un
pigmento visivo) e sono posti a livello periferico, sono importanti per la visione nottuna.
Vicino alla fovea c’è anche la papilla ottica, dove arriva il nervo ottico e non ci sono recettori.