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è la materia che studia e gestisce gli archivi, vale a dire il complesso organico dei documenti
scritti che sono stati prodotti da un soggetto (pubblico o privato) nel corso della sua attività.
Il nesso che distingue un archivio da una raccolta qualsiasi o da una collezione è il cosiddetto vincolo
archivistico. Tale vincolo deve necessariamente avere le caratteristiche di "naturalità" e "originalità": la prima
significa che gli elementi dell'archivio siano stati riuniti in maniera involontaria, rispecchiando la normale
attività di produzione del soggetto; la seconda significa che il vincolo naturale fosse presente "all'origine"
dell'archivio, quindi che sia stato creato con procedure adatte fin dall'inizio.
Vita di un archivio Un archivio nasce innanzitutto quando un soggetto, detto "produttore" (di
documentazione), decide di conservare le testimonianze delle proprie operazioni: a questa decisione è
legata la convinzione che tali documenti possano tornare ad essere utili in un futuro più o meno vicino, per
questo se ne evita la distruzione. Nelle fasi iniziali la conservazione dei documenti ha essenzialmente finalità
pratiche, amministrative e giuridiche, mentre solo col passare del tempo, mentre questi interessi vanno
sfumando o decadendo, subentra un altro valore, di tipo storico, legato alla ricerca della conoscenza del
passato, da parte degli studiosi.La vita di un archivio si muove su una coordinata temporale (verticale) che
va dalla nascita alla chiusura dell'archivio (l'"archivio morto", cioè il cui soggetto produttore non produce più
documenti per la cessazione dell'attività, e quindi non è più soggetto agli accrescimenti), fino all'ipotetica
data della distruzione dell'archivio. Inoltre l'archivio si riferisce a un determinato territorio ed a una serie di
soggetti col quale il soggetto produttore interagisce (coordinata orizzontale).
Il vincolo archivistico deve essere "naturale" e non "volontario". Ciò significa che durante la formazione
dell'archivio i documenti (o altri oggetti) che lo compongono sono stati raccolti come frutto di un'attività
involontaria, non selezionata dal soggetto produttore. L'esempio classico è quello di un carteggio di un
ufficio, dove compaiono sia lettere in entrata che in uscita, che non dipendono solo dal soggetto produttore,
ma anche da uno o più soggetti esterni.
Il vincolo viene a mancare quando su questi documenti viene fatta una scelta di tipo volontario, ad esempio
tenendo solo i carteggi riguardo a un determinato argomento: invece di archivio si parla allora di "raccolta" di
carte.Il vincolo "volontario", che è apposto a quello "naturale", è tipico di altri beni culturali, quali
le biblioteche, le raccolte dei musei, le collezioni, dove i beni sono stati riuniti in base a precise scelte
volontarie, mai casuali.
Il vincolo originario significa che un archivio è nato dotato di vincolo naturale, cioè è nato come raccolta
completa e involontaria. Ciò è un'altra caratteristica fondamentale, perché anche quando il vincolo naturale
viene in seguito a perdersi (ad esempio per un depauperamento in seguito alla distruzione o alla dispersione
di una parte delle carte), quello che rimane può sempre definirsi "archivio", poiché si ha la consapevolezza
che è stato creato con procedure corrette. In altre parole quando un archivio nasce col vincolo naturale,
anche la parziale perdita di documentazione (e quindi la rottura del vincolo naturale stesso) non degrada lo
status di archivio(In tal caso si parla almeno di "archivio improprio").
Vincolo e informatica
La necessità di mantenere la struttura di un archivio nel tempo ha come conseguenza il dover fissare una
struttura, che deve essere tenuta presente in sede di programmazione di strumenti informatici per
l'archivistica (come il protocollo elettronico, gli strumenti automatici di classificazione e fascicolazione o il
salvataggio digitale dei documenti). L'applicazione delle tecnologie informatiche all'archivistica, se non
condotta facendo attenzione a mantenere i legami dei documenti col momento e la struttura amministrativa
che li ha prodotti, può mettere a rischio il vincolo archivistico, azzerando quelle reciproche relazioni tra i
documenti che sono alla base di un archivio. La necessità di mantenere la struttura di un archivio nel tempo
ha come conseguenza il dover fissare una struttura, che deve essere tenuta presente in sede di
programmazione di strumenti informatici per l'archivistica (come il protocollo elettronico, gli strumenti
automatici di classificazione e fascicolazione o il salvataggio digitale dei documenti).
Oggi la vita degli archivi, almeno quelli di enti pubblici e quelli privati dichiarati di pubblico interesse, è
regolamentata da precise disposizione di legge. Inoltre gli archivi in Italia sono oggi considerati e tutelati
come beni culturali.
Vita di un archivio
La vita di un archivio è stata schematizzata in tre fasi, che corrispondono a:
L'archivio corrente è la prima fase della vita dell'archivio, Durante il periodo corrente si ha la nascita
della documentazione, che viene subito considerata "archivio"Nel periodo corrente l'archivio nasce o riceve
nuove carte, che vengono create tramite il naturale svolgimento dell'attività del soggetto produttore. Ad
esempio si produrrà della corrispondenza (in entrata e in uscita), delle delibere (nel caso di soggetti pubblici),
degli atti, ecc.L'archivio corrente per legge (D.P.R. n. 1409/1963) contiene tutte le pratiche aperte e tutte le
pratiche chiuse nell'anno solare in corso (periodo di minimo giacenza). Può capitare quindi che l'archivio
corrente contenga anche materiale cronologicamente non uniforme, prodotto in anni diversi. Le pratiche
aperte infatti, in casi di particolare complessità, possono restare in accrescimento anche per decenni (si
pensi alla pratiche per la costruzione di infrastrutture pubbliche).L'archivio corrente è un momento molto
delicato della vita di un archivio, perché un'organizzazione errata o comunque irregolare fin da principio,
difficilmente potrà essere corretta nelle fasi successive (di deposito e storica).L'archivio corrente ha finalità
essenzialmente pratiche, amministrative (contabili) e giuridiche: non vi si ravvisano ancora finalità di tipo
storico, tipiche della fase degli archivi storici.
L'archivio deposito è la seconda fase della vita dell'archivio, almeno secondo la teoria e la legislazione
italiana. Durante il periodo di deposito la documentazione giace per quarant'anni, vicino al termine dei quali
vanno effettuate le operazioni di scarto del materiale che non si intende conservare. In seguito l'archivio
diventa "storico" e non è più possibile distruggere alcuna documentazione.
L'archivio storico è la terza e ultima fase della vita dell'archivio, Un archivio diventa storico dopo
quarant'anni di deposito, durante i quali vanno gradualmente ad affievolirsi fino a pressoché estinguersi gli
interessi di natura pratica, contabile, amministrativa e giuridica degli atti in esso contenuti; d'altro canto dopo
quarant'anni si considera ormai maturato un interesse di tipo culturale e storico, per questo l'archivio viene
messo a disposizione di terze persone mosse da fini di studio.
Gestione dell'archivio storico Un archivio per passare alla fase storica deve aver subito
lo scarto archivistico: gli archivi di Stato ad esempio non accettano materiale da scartare, anche perché nella
fase storica lo scarto è vietato, salvo una complessa procedura che richiede l'autorizzazione ministeriale. La
prima operazione da compiere su un archivio storico è quindi quella del riordinamento del materiale, che
serve per dare ai documenti la loro disposizione definitiva (almeno in linea teorica).
1. Principio di pertinenza
2. Principio di provenienza
Metodo storico è ancora oggi il metodo basilare per la gestione degli archivi.mette al centro
dell'attenzione di chi riordina la storia del soggetto produttore, inquadrata nel contesto storico-istituzionale
sia generale che locale. L'inventario è la massima espressione del lavoro archivistico. È il più complesso e
articolato dei mezzi di corredo e, in sintesi, vede esposti in maniera estesa gli elementi che nelle guide sono
esposti solo sinteticamente. Per scrivere un inventario bisogna avere una conoscenza molto profonda delle
carte di un archivio, le quali devono essere già state riordinate.
L'inventario si espleta seguendo alcune fasi operative, che necessitano una ricerca storica (generale e
locale) e istituzionale, una conoscenza approfondita del soggetto produttore (storica, istituzionale,
burocratica) e, infine, delle vicende dell'archivio dalla formazione a oggi. Queste informazioni confluiranno
nella stesura delle introduzioni generali e particolari, ma sono anche necessarie per comprendere il
significato delle carte secondo l'applicazione del metodo storico.La fruizione Un aspetto fondamentale
della gestione degli archivi storici è quello della consultabilità, che è la finalità stessa per la quale l'archivio
viene conservato. L'accesso è regolato da varie disposizioni di legge, a seconda delle finalità e del tipo di
archivio.
Il registro di protocollo (o semplicemente "il protocollo") è il libro dove vengono trascritti
progressivamente i documenti e gli atti in entrata e in uscita da un soggetto o ente (pubblico o privato).
Questa registrazione, se condotta a norma di legge, ha carattere di pubblica e riconosciuta certezza, cioè "fa
fede" in caso di controversia giuridica (validità probatoria). La gestione del protocollo è di solito affidata a un
apposito ufficio. Esso riceve il materiale documentario del soggetto produttore in uscita e in entrata (sono
esclusi i documenti interni) e lo annota nel registro. La registrazione nel protocollo deve contenere dati certi e
non sono accettabili numeri lasciati in bianco, cancellazioni e correzioni: in caso di errori serve la
vidimazione. Nel caso di protocollo elettronico è necessario che i campi non siano modificabili.
1. Numero progressivo per ciascun elemento: sia esso in entrata che in uscita cioè in arrivo o in
partenza
2. Data di ricezione (anche ora e minuti quando richiesto ad esempio durante le procedure di gare
d'appalto)
3. Mittente o destinatario
4. Regesto, ovvero breve sunto del contenuto
Il registro, cartaceo o informatico, ha in genere due pagine: su una si registra la documentazione in entrata,
sull'altra quella in uscita. In ogni caso il numero progressivo deve essere assegnato a crescere contando sia
i documenti in arrivo che in partenza ed ogni numero deve corrispondere a un unico documento, mai a più di
uno A questi elementi si aggiungono altri accessori: il numero degli allegati, l'ufficio di competenza, il numero
della categoria (o titolo), il numero della sezione e, nel caso di corrispondenze, il numero progressivo del
documento di riferimento precedente e quello della risposta successiva.
Una volta fatta la registrazione si appongono i quattro elementi necessari e almeno il numero di
classificazione sul documento assieme al timbro dell'ente e la firma del protocollista. Il protocollo
informatico invece, dopo aver scannerizzato il documento nel sistema, assegna un codice a barre con
tutte le informazioni, che si allega al materiale.Quando la consegna dei documenti da recapitare agli uffici
avviene a mano, l'ufficio del protocollo è tenuto a dare alla persona una ricevuta col numero di
protocollo.Terminate queste operazioni di registrazione si può quindi distribuire i documenti ai singoli uffici
incaricati delle diverse pratiche.
Protocollo informatico: Si intende l’insieme delle risorse di calcoli, degli apparati, dalle reti di
comunicazione e delle procedure informatiche utilizzati dalle amministrazioni per la gestione dei
documenti. La gestione del registro di protocollo permette la valutazione dei documenti, le
registrazioni giornaliere e la consultazione dell’archivio
Il titolario di classificazione è il quinto elemento nel registro di protocollo: non è necessario per i fini
amministrativi e giuridici (la sua mancanza o errata disposizione non inficia il registro), ma è ormai
indispensabile per assolvere agli obblighi di archiviazione.
Tramite il titolario, che è un elenco delle "categorie" o "titoli" di un ente (cioè dei vari rami dell'attività che
svolge) a sua volta suddivise in "classi" o "sezioni" (le varie tipologia di documenti per ciascuna funzione), si
smista la documentazione e la si ricompone durante la chiusura dell'archivio corrente. Il titolario di
classificazione è uno strumento dell'archivio corrente, che serve per dividere la documentazione prodotta o
ricevuta da un soggetto in settori e categorie, schematizzando in maniera logica le sue competenze e
funzioni.
La predisposizione di un titolario è necessaria per smistare i documenti ai vari uffici che compongono un
ente e per ricomporla, a fine anno, quando vengono recuperate le pratiche chiuse e trasferite nell'archivio di
deposito. Il titolario è necessario per l'archiviazione in Italia per tutti gli enti dotati di registro di protocollo (gli
enti pubblici), fin dalla Circolare Astengo del 1897. Il titolario non è altro che uno schema diviso per
"categorie" o "titoli" numerati, che corrispondono ciascuno ai vari rami dell'attività svolta dall'ente; a
loro volta essi sono suddivisi ciascuno in "classi" o "sezioni", che corrispondono alle varie tipologia
di documenti per ciascuna funzione. Riassumendo quindi il titolario permette di:
Poter individuare ogni documento, inquadrandolo in maniera precisa nel contesto organizzativo del
soggetto
Poter determinare la destinazione di un documento
Poter organizzare l'archivio prima del passaggio alla fase di deposito: a ogni titolo corrisponderà una
diversa serie archivistica
Firma digitale
La firma digitale è basata sulla tecnologia della crittografia a chiave pubblica (o PKI). Dal punto di
vista informatico essa rappresenta un sistema di autenticazione di documenti digitali tale da
garantire il cosiddetto non ripudio.
La nozione di firma digitale ha in Italia anche un'accezione giuridica, in quanto individua quel tipo di
firma che può essere apposta ai documenti informatici alla stessa stregua di come la firma
autografa viene apposta ai documenti tradizionali.
Il sistema per la creazione e la verifica di firme digitali sfrutta le caratteristiche della crittografia asimmetrica.
Ogni formato digitale può essere inviato tramite posta elettronica certificata;
I messaggi possono essere consultati da ogni computer connesso a internet;
Certificazione degli allegati al messaggio;
L'avvenuta consegna della mail viene garantita, nel caso non sia possibile consegnare il messaggio
l'utente viene informato;
Le ricevute di consegna hanno validità legale;
Tracciabilità della casella mittente e conseguentemente del suo titolare (se il titolare è stato identificato
con certezza);
Vi è certezza sulla destinazione dei messaggi;
L'invio dei messaggi può avere costi inferiori a quello delle raccomandate.
Con documento si intende qualsiasi oggetto portatore di significato sia esso un testo, un'immagine, un video,
un audio o una qualsiasi combinazione dei precedenti. Il materiale di supporto che consente la registrazione
di un documento può essere di due tipi:
Flessibilità
Consente di combinare le parti in modo da integrare in un unico documento qualsiasi tipo di materiale.
Simulazione
Consente di instaurare un’esatta corrispondenza tra originale e copia. La simulazione digitale è sempre
reversibile e consente ad un documento di essere formalmente manipolato, tagliato e combinato in modi
diversi, senza che si perda mai la possibilità di mantenere inalterato l’originale.
Riproducibilità
Consente ad un documento elettronico di sopravvivere nel tempo e di essere conservato. I dati registrati su
un supporto elettronico sono ad alto rischio di cancellazione: per errore dell’utente, per alterazione dello
stato magnetico di una traccia. Inoltre vista la giovane età di questo tipo di supporti, non si è ancora in grado
di stabilire quale sarà la durata dei materiali di un cd o di un nastro magnetico.
Trasmissibilità
GLOSSARIO:
Archivio
1. Complesso dei documenti prodotti o comunque acquisiti da un ente (magistrature, organi e uffici
centrali e periferici dello State; enti pubblici territoriali e non territoriali; istituzioni private,
famiglie e persone) durante lo svolgimento della propria attività. I documenti che compongono
I'archivio sono pertanto collegati tra loro da un nesso logico e necessario detto «vincolo
archivistico»..
2. Locale in cui un ente conserva il proprio archivio.
3. Istituto nel quale vengono concentrati archivi di varia provenienza che ha per fine
istituzionale la conservazione permanente dei documenti destinati alla pubblica
consultazione.
Inventario
Strumento di ricerca. Descrive in maniera analitica o sommaria tutte le unita archivistiche di un fondo
ordinato.
Fascicolo
Unita archivistica costituita dai documenti relativi a un determinato affare, collocati - all'interno di una
camicia o copertina - in ordine cronologico. II fascicolo costituisce I'unita di base, indivisibile, di un
archivio, mentre la busta, che contiene diversi fascicoli, si considera unita soltanto ai fini della
conservazione materiale.
Ordinamento
Complesso delle operazioni necessarie per dare un'organizzazione sistematica alle unita archivistiche sulla
base di un principio teorico. Dalla meta del secolo scorso si e affermato in Italia il metodo basato sul
rispetto del principio di provenienza o metodo storico che consiste nel restituire alle serie dei documenti
I'ordine originario. Tale metodo comporta la necessita di studiare I'ordinamento dell'ente che ha prodotto
le carte, le sue funzioni, I'organizzazione degli uffici e i criteri secondo cui aveva organizzato il proprio
archivio. Nell'ordinamento si tiene conto di eventuali successivi ordinamenti, dei mutamenti istituzionali e,
in corrispondenza con essi, di possibili trasferimenti di carte da altri uffici o ad altri uffici.
Registro
Unita archivistica costituita da un insieme di fogli rilegati. Nel registro vengono trascritti o registrati per
esteso o per sunto documenti e minute di documenti, ovvero vengono effettuate trascrizioni, registrazioni
Scarto
Operazione con cui si destina al macero parte della documentazione di un archivio prima del versamento
Serie
Titolario
Vincolo archivistco
Nesso che collega in maniera logica e necessaria i documenti che compongono I'archivio di un ente.
Volume
Unita archivistica costituita di più fogli rilegati insieme. La parola attiene all'aspetto esterno dei documenti
e distingue quelli che si presentano come unita rilegate rispetto a quelli sciolti conservati in buste.
Posta elettronica è un servizio internet grazie al quale ogni utente può inviare o ricevere dei messaggi. È la
controparte digitale ed elettronica della posta ordinaria o cartacea.
L' Archivio nasce spontaneamente, quale sedimentazione documentaria di un'attività
pratica, amministrativa, giuridica. Esso è costituito perciò da un complesso di
documenti, legati tra loro reciprocamente da un vincolo originario, necessario e
determinato, per cui ciascun documento condiziona gli altri ed è dagli altri
condizionato. Archivio è il complesso dei documenti prodotti da una persona fisica o
giuridica, pubblica o privata nel corso dello svolgimento della propria attività.