Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Radiazioni ionizzanti: radiazioni che hanno energia sufficiente per ionizzare gli atomi
del materiale che attraversano
Ionizzazione: Ogni atomo o molecola ha una propria energia di ionizzazione, ovvero
la minima energia che è necessario fornirgli per strappargli un elettrone
(tipicamente le radiazioni sono ionizzanti se hanno almeno 100 eV) elettronVolt
Radioprotezione = protezione dalle radiazioni ionizzanti
𝐼 = 𝐼0𝑒 −𝜇
μ = coefficiente di attenuazione o di assorbimento. Dipende dal materiale
I0= intensità iniziale
Questo principio viene sfruttato nelle radiografie
grandezze fisiche che descrivono le radiazioni ionizzanti
La dose assorbita è definita come la quantità di energia assorbita dal materiale per
unità di massa del materiale stesso
La dose efficace
I bersagli (tessuti, organi) non hanno la stessa risposta alla radiazione
Se il corpo di una persona viene irraggiato in maniera non uniforme, bisogna
introdurre il fattore di peso tissutale wT (diverso per ogni tessuto irraggiato), un
numero < 1 che tiene conto della diversa radiosensibilità dei vari tessuti
La dose efficace è definita come: E = (H1 ∙ wT1) + (H2 ∙ wT2) + (H3 ∙ wT3) + ...
Unità nel S.I.: Sievert (Sv) come la dose equivalente
Importante: la dose efficace non si riferisce a un solo organo ma a tutto il corpo
Alto wT = tessuto radiosensibile; basso wT = tessuto radioresistente
Organi radio sensibili: Midollo osseo, colon, polmone, stomaco, seno
Organi radioresistenti: Superficie ossa, pelle, cervello, ghiandole salivari
Il dose-rate
Il dose-rate è definito come la quantità di dose assorbita nell’unità di tempo.
Dose-rate = Dose/Tempo (Gy/s o Sv/s)
In generale più è lungo il tempo in cui una certa dose viene assorbita, minori sono i
danni biologici. Maggiore dose-rate corrisponde a maggiore danno
Il LET
Il LET quantifica l’energia trasferita (dalla radiazione al bersaglio) per unità di
percorso
La sua unità di misura è generalmente keV/μm (micron 10 -6 m)
Fotoni e elettroni: basso LET
Protoni: LET intermedio
Particelle alpha e altri ioni, come C e Fe: alto LET
La radiazione di alto LET sono più efficaci nel danneggiare il DNA in molti punti vicini
tra loro, rendendo il danno più difficile da riparare.
Il LET è direttamente proporzionale al quadrato della carica della particella
ionizzante le particelle con alto numero atomico Z (es. ioni C) hanno LET
maggiore di quelle con basso Z (es. protoni)
Il LET è inversamente proporzionale al quadrato della velocità (v), e quindi
all’energia, della particella ionizzante a parità di Z, le particelle di alta energia
hanno LET minore di quelle di bassa energia
(viaggiando molto veloci danneggiano poche volte)
Lezione 2
la radioattività
L’80% delle radiazioni che incontriamo normalmente sono radiazioni naturali
Solo l’altro 20% sono artificiali (la maggior parte create per scopi medici)
~ 2.4 mSv/anno ~ 0.6 mSv/anno
ATOMO
numero atomico (Z)= N° di protoni
Numero di massa (A) = numero di protoni (Z) + numero di neutroni
Isotopi: Sono atomi con un numero di neutroni diverso da quello originale
La radioattività
I radionuclidi (atomi instabili) tendono a emettere radiazione (particelle cariche,
neutroni o fotoni) per trasformarsi in atomi più stabili, in un processo detto
decadimento radioattivo
Es: l’uranio-238 (92 protoni e 146 neutroni) decade spontaneamente emettendo
una particella α (2 protoni e 2 neutroni legati tra loro). Cioè che rimane è un atomo
con 90 protoni (Torio) e 144 neutroni.
In questo caso si parla di decadimento alpha.
I più comuni tipi di decadimento sono:
Decadimento alpha: atomo emette 2 p e 2 n
Decadimento beta meno: atomo emette un elettrone
Decadimento beta più: atomo emette un positrone elettrone con carica
positiva
Decadimento gamma: un atomo emette un fotone γ, e l’atomo resta
invariato, ma con energia minore (diseccitazione)
Serie radioattive
Può succedere che un solo decadimento radioattivo non basti per far raggiungere la
stabilità all’atomo che decade. Quindi un atomo può decadere più volte fino a
raggiungere il suo elemento stabile.
Solo allora la catena di decadimenti radioattivi si interrompe.
Tempo di dimezzamento
I decadimenti radioattivi sono intrinsecamente stocastici (casuali). È impossibile
prevedere quando uno specifico atomo decadrà.
Il tempo di dimezzamento T1/2 (o emivita, half-life) è il tempo richiesto perché metà
dei nuclei di un certo campione di una specie radioattiva decada.
E questo numero in un atomo sarà costante
Es: se l’atomo X si è dimezzato in 2 anni (quindi 50%) fra altri 2 anni sarà (al 25%)
L’attività di una sostanza radioattiva è il numero di decadimenti nell’unità di tempo
(Si misura in Bequerel: 1 Bq = 1 decadimento al secondo)
Radiografia
Sfrutta le proprietà dei raggi X.
Questi raggi X vengono diretti verso la struttura biologica di interesse
Grazie al fattore di peso tissutale wT i raggi arrivano sulla piastra in modo diverso a
seconda di che organi hanno attraversato
In particolare:
Strutture più dense (es. ossa) => alto μ => alto assorbimento => lastra poco
annerita
Strutture meno dense (es. polmoni) => basso μ => basso assorbimento =>
lastra molto annerita
TAC
Si basa sullo stesso principio della radiografia, ma grazie a un generatore di raggi X
che ruota attorno al paziente e rivelatori posti ad anello attorno al paziente,
permette di ottenere un’immagine molto più dettagliata, e tridimensionale
Dosi tipiche TAC ha una dose di mSv molto superiore a una radiografia
PET
A differenza della radiografia, che fornisce informazioni morfologiche, la PET
fornisce info metaboliche-funzionali
Nel paziente viene iniettato una sostanza (di solito il glucosio, perché i tumori ne
sono ghiotti) con un radio farmaco, tipicamente 18F che decade decade β +
(emissione di un positrone). Il positrone
essendo una anti-materia quando trova un
elettrone “annichila” e lascia 2 fotoni con
direzione opposta.
Questi 2 fotoni vengono rilevati e permettono la ricostruzione del glucosio nel corpo
La Dose di radiazioni è ancora maggiore di quella della tac
Risonanza magnetica
La Risonanza Magnetica nucleare sfrutta invece campi magnetici e non comporta
l’uso di radiazioni!
Lezione 3
Lezione 4
Irraggiamento esterno:
Il rischio da irraggiamento esterno può essere ridotto applicando i 3 principi di
tempo, distanza e schermatura
Tempo:
la dose accumulata da una persona che lavora in un’area con un certo dose-rate di
radiazioni è direttamente proporzionale al tempo passato in quell’area
Quindi il primo accorgimento e limitare il tempo di esposizione
Distanza:
la dose diminuisce proporzionalmente al quadrato della distanza dalla sorgente
radioattiva
Il secondo accorgimento è quello di aumentare la distanza
Schermatura:
Il metodo migliore è quello di usare schermature per fermare la radiazione
Contaminazione interna:
Una piccola quantità di materiale radioattivo, che rappresenta un pericolo
insignificante nel caso di irraggiamento esterno, può invece essere molto più
pericolosa se ingerita/inalata, perché tutte le radiazioni emesse colpiscono il corpo e
continuano a irraggiare finché il materiale non decade completamente o viene
espulso dal corpo.
L’unico modo per proteggersi è la prevenzione (fare di tutto per evitare l’inalamento
o l’ingerimento la sostanza radioattiva)
2) Principi di radioprotezione, limiti di dose e classificazioni
ICRP (International Commission on Radiological Protection) Fondato nel 1928
È un organismo internazionale e indipendente che, aggiorna le valutazioni che
permettono di stimare gli effetti biologici delle varie radiazioni.
Le sue “raccomandazioni” sono poi seguite o meno dai vari paesi
I 3 principi dell’ICRP:
1. Principio di giustificazione: un’attività umana che esponga a radiazioni va
accolta solo se produce un beneficio netto e dimostrabile, che sia maggiore
dei rischi per la salute
2. Principio di ottimizzazione: l'esposizione alle radiazioni ionizzanti deve essere
mantenuta ai livelli più bassi possibili, compatibilmente con le condizioni
economiche e sociali
3. Principio di applicazione dei limiti di dose: non si devono superare i limiti di
dose fissati per i lavoratori e la popolazione. Tale principio non si applica alle
esposizioni mediche.
I 3 principi devono essere applicati in sequenza
I limiti di dose per la popolazione
I limiti di dose raccomandati dall’ICRP (3° principio) sono molto minori delle dosi
soglia degli effetti deterministici e sono abbastanza bassi da ridurre al minimo gli
effetti stocastici
Per la popolazione generale il limite di dose efficace per radiazioni artificiali: 1
mSv/anno per tutto il corpo
Abbiamo dei limiti specifici anche per la dose equivalente per ogni parte/ organo del
nostro corpo e va in funzione a quanto sono radio sensibili/ radio resistenti
I limiti di dose per i lavoratori esposti
I lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti sono coloro che per lavoro ricevono dosi
superiori al limite per la popolazione normale
Sono suddivisi in 2 categorie:
Categoria A -> se ricevono più di 6 mSv/anno a corpo intero oppure triplicano
la dose equivalente per singolo organo
Categoria B -> se superano uno dei limiti di dose alla popolazione ma meno
delle soglie per essere classificati A
3) Radioprotezione sull’ambiente di lavoro
L’esperto qualificato
L’accertamento delle condizioni che portano alla classificazione dei lavoratori è di
competenza dell’esperto qualificato
L’esperto qualificato deve fornire al datore di lavoro indicazioni affinché:
gli ambienti di lavoro in cui sussista un rischio da radiazioni vengano
individuati, delimitati, segnalati e classificati, e l’accesso ad essi sia
adeguatamente regolamentato
i lavoratori esposti siano classificati ai fini della radioprotezione
siano forniti ai lavoratori, i mezzi di sorveglianza dosimetrica e di protezione
siano informati i lavoratori nell’ambito di un programma di formazione
finalizzato alla radioprotezione
tutte queste cose qua sono di competenza dell’esperto qualificato e del datore di
lavoro
Classificazione degli ambienti di lavoro
Zona classificata: ambiente di lavoro sottoposto a regolamentazione per motivi di
protezione contro le radiazioni ionizzanti
Le zone classificate possono essere:
zona controllata: un ambiente di lavoro in cui possono essere superati in un
anno le dosi per essere classificati come lavoratori di Cat. A
zona sorvegliata: un ambiente di lavoro in cui può essere superato in un anno
uno dei limiti fissati per le persone del pubblico.
Sorveglianza dei lavoratori
2 tipi di sorveglianza per i lavoratori che stanno a contatto con le radiazioni:
Sorveglianza fisica:
Secondo la legge, i datori di lavoro che esercitano attività che comportano la
classificazione degli ambienti di lavoro in zone controllate o sorvegliate, devono
assicurare la sorveglianza fisica per mezzo di esperti qualificati iscritti in elenchi
nominativi presso l’Ispettorato medico centrale del lavoro.
Sorveglianza medica:
I datori di lavoro che esercitano attività che comportano la classificazione degli
addetti interessati come lavoratori esposti devono assicurare la sorveglianza medica
per mezzo di medici autorizzati. Sono prescritte visite mediche preventive e visite
mediche periodiche, che sono annuali per cat. B e semestrali per cat. A
Obbligo di monitoraggio costante dell’esposizione alle radiazioni nelle zone
controllate e sorvegliate e sui lavoratori esposti
Rivelatori di radiazione:
o Dosimetri ambientali
o Dosimetri personali
Guanti, camici piombati, ecc..