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Cavalleria rusticana
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Sovrintendente e Direttore Artistico
Stéphane Lissner
Direttore Generale
Emmanuela Spedaliere
Direttore Musicale
Juraj Valčuha
Soci Sostenitori
Sponsor
Inaugurazione
Pietro Mascagni
Cavalleria rusticana
Melodramma in un atto
Direttore Santuzza
Juraj Valčuha Elı̄na Garanča
Mamma Lucia
Elena Zilio
Lola
Maria Agresta
Ritratto di Pietro Mascagni da giovane
Dinko Fabris
Nota bibliografica
Sul Verismo in musica sono tuttora indispensabili i saggi di Egon Voss, Verismo in der Oper, “Die Musikforschung”,
31 (1978), pp. 303-313; Jay Reed Nicolaisen, Italian Opera in Transition, 1871-1893, Ann Arbor (Michigan),
UMI Press, 1980 e in italiano di Adriana Guarneri Corazzol, Opera e verismo: regressione del punto di vista
e artificio dello straniamento, in Ruggero Leoncavallo nel suo tempo, Atti del 1° Convegno internazionale
di studi su Ruggero Leoncavallo, a cura di Jürgen Mähder e Lorenza Guiot, Milano, Sonzogno, 1993, pp.
13-31 e di Stefano Scardovi, L’opera dei bassifondi. Il melodramma “plebeo” nel verismo musicale italiano,
Lucca, LIM, 1994.
Sul compositore si possono vedere due testi ormai classici: Roger Flury, Pietro Mascagni. A
Bio-Bibliography, Westport-London, Greenwood Press, 2001 e Cesare Orselli, Mascagni, Palermo, L’Epos,
2011 (rist. Roma, Neoclassica, 2019). Utile anche la consultazione dell’Epistolario di Pietro Mascagni, a cura
di Mario Morini, Roberto Iovino e Alberto Paloscia, 2 voll., Lucca, LIM, 1996. Pochi sono i saggi interamente
dedicati alla Cavalleria di Mascagni ad eccezione i libretti d’opera dei più importanti teatri, come il volume
realizzato per l’allestimento dell’opera al Teatro La Fenice di Venezia nel 2009, che riporta, oltre ad una
chiara guida di Agostino Ruscillo, anche la traduzione italiana del raro scritto del compositore Janáček su
Cavalleria rusticana del 1892 (“La Fenice prima dell’opera”, 7, 2009, pp. 21-22). Un utile contributo è lo
studio interdisciplinare di Matteo Sansone, Verga and Mascagni: The Critics’ Response to “Cavalleria
Rusticana”, in “Music and Letters”, 71/2 (1990), pp. 198-214.
Easter Sunday, a Sicilian village square, c. 1880. Santuzza goes to see Turiddu’s mother, Lucia,
Lola and Turiddu had once been sweethearts, who keeps a tavern in the village. Lucia is
but when Turiddu left for military service, she under the impression that Turiddu has gone
married Alfio a local carter, who made a good to a nearby town to fetch some wine and is
living from his horse and cart. Upon his taken aback to learn from Santuzza that her
return, Turiddu wanted to make Lola jealous son was seen in the village that very
by embarking on a casual affair with morning. Alfio returns (“Il cavallo scalpita” ),
Santuzza, a more homely girl than Lola, but and he too hints that Turiddu was seen
genuinely in love with him. lurking around his cottage. Mamma Lucia
However, their old passion soon revives, and invites Santuzza into the house, but she
over the prelude we hear Turiddu serenading refuses, saying that in her dishonoured state
Lola before dawn as he leaves her house, she cannot enter, nor can she join the other
where he has spent the night, Alfio being villagers who are at this moment making
conveniently away on business (Siciliana: “O their way to church for the Easter service.
Lola c’hai di latti la cammisa” ). She pours out her frustration and grief to
Cavalleria rusticana
Melodramma in un atto
Personaggi
Santuzza | soprano
Lola | mezzosoprano
Turiddu | tenore
Alfio | baritono
Lucia | contralto
Contadini e Contadine
[dedica]
Al conte
Florestano de Larderel
l’autore
P. Mascagni
TURIDDU DONNE
O Lola c’hai di latti la cammisa, (di dentro)
si bianca e russa comu la cirasa, Gli aranci olezzano
quannu t’affacci fai la vucca a risu, sui verdi margini,
biato cüi ti dà lu primu vasu! cantan le allodole
Ntra la porta tua lu sangu è sparsu, tra i mirti in fior;
e nun me mporta si ce muoro accisu. tempo è si mormori
E s’iddu muoru e vaju mparadisu, da ognuno il tenero
si nun nce truovo a ttia, mancu ce trasu. canto che i palpiti
Ah...* raddoppia al cor.
(Le donne entrano in scena.)
DONNE UOMINI
(di dentro) (allontanandosi)
Ah! In mezzo al campo ecc.
* O Lola, bianca come fior di spino, / quando t’affacci te, s’affaccia il sole; / chi t’ha baciato il labbro porpo-
rino / grazia più bella a Dio chieder non vôle. / C’è scritto sangue sopra la tua porta, / ma di restarci a me
non me n’importa; / se per te mojo e vado in paradiso, / non c’entro se non vedo il tuo bel viso. / Ah...
UOMINI LUCIA
(da lontano) È andato per il vino a Francofonte.
Ah!
SANTUZZA
DONNE No! l’han visto in paese ad alta notte...
(perdendosi)
Ah! LUCIA
Che dici?... che dici?... se non è tornato a casa!
UOMINI Entra...
(perdendosi)
Ah! SANTUZZA
Non posso entrare in casa vostra...
[Scena e Sortita di Alfio] Sono scomunicata!
LUCIA
Scena seconda
E che ne sai
del mio figliuolo?
Santuzza e Lucia.
SANTUZZA
(Santuzza entra e si dirige alla casa di Lucia.)
Quale spina ho in core!
SANTUZZA Scena terza
Dite, mamma Lucia...
Alfio, Coro e dette.
LUCIA
(sortendo) (Dall’interno schiocchi di frusta e tintinnio di so-
Sei tu? Che vuoi? nagli. - Entrano in scena i coristi... indi... Alfio.)
SANTUZZA ALFIO
Turiddu ov’è? Il cavallo scalpita,
i sonagli squillano,
LUCIA schiocchi la frusta.
Fin qui vieni a cercare Ehi là!
il figlio mio? Soffi il vento gelido,
cada l’acqua e nevichi,
SANTUZZA a me che cosa fa?
Voglio saper soltanto,
perdonatemi voi, dove trovarlo. CORO
O che bel mestiere
LUCIA fare il carrettiere,
Non lo so, non lo so, non voglio brighe! andar di qua e di là!
LUCIA SANTUZZA
Non so; Turiddu è andato a provvederne. Inneggiamo ecc.
LUCIA SANTUZZA
Perché m’hai fatto segno di tacere? Qui t’aspettavo!
SANTUZZA SANTUZZA
No! No! No! È tardi ormai,
(supplichevole) (con intenzione)
La tua Santuzza ecc.
ma per voi Lola è andata con Turiddu!
TURIDDU
(reprimendosi) ALFIO
Va’, ti ripeto ecc. (sorpreso)
Che avete detto?
SANTUZZA
(con suprema passione) SANTUZZA
Turiddu, rimani ancora ecc. Che mentre correte
all’acqua e al vento a guadagnarvi il pane,
TURIDDU Lola v’adorna il tetto* in malo modo!
Pentirsi è vano ecc.
ALFIO
SANTUZZA Ah! Nel nome di Dio, Santa, che dite?
(minacciosa)
Bada!
SANTUZZA
TURIDDU Il ver. - Turiddu mi tolse l’onore,
(con moltissima forza) (appassionata)
Dell’ira tua non mi curo! e vostra moglie lui rapiva a me!
(La getta a terra e fugge in chiesa.)
ALFIO
SANTUZZA (minaccioso)
(nel colmo dell’ira) Se voi mentite, vo’ schiantarvi il core.
A te la mala Pasqua, spergiuro!
(Cade affranta ed angosciata.) SANTUZZA
Uso a mentire il labbro mio non è!
[Duetto] Per la vergogna mia, pel mio dolore
la triste verità vi dissi, ahimè!
Scena ottava
Turiddu mi tolse l’onore ecc.
Santuzza ed Alfio.
ALFIO
(Sorte Alfio e s’incontra con Santuzza.) (dopo un poco di pausa)
Comare Santa, allor grato vi sono...
SANTUZZA
(ad Alfio, rianimandosi) SANTUZZA
Oh! il Signore vi manda, compar Alfio. Infame io son che vi parlai così!
* Variante: letto.
TURIDDU
TURIDDU
Compar Alfio, - lo so che il torto è mio;
Benvenuto! con noi dovete bere,
e ve lo giuro nel nome di Dio
(Empie un bicchiere.)
che al par d’un cane mi farei sgozzar,
ecco pieno è il bicchiere.
(dolorosamente)
(troncando)
ma s’io non vivo, resta abbandonata...
povera Santa! lei che mi s’è data...
ALFIO (con impeto)
Grazie, ma il vostro vino io non l’accetto, Vi saprò in core il ferro mio piantar!
diverrebbe veleno entro il mio petto!
ALFIO
TURIDDU (freddamente)
A piacer vostro! Compare, fate come più vi piace,
(Getta il vino.) io v’aspetto qui fuori dietro l’orto.
(Esce.)
LOLA
Ahimè! che mai sarà? Scena undicesima
(Alcune donne del Coro si consigliano fra loro, poi
si avvicinano a Lola dicendole sotto voce:) Lucia e detti, meno Alfio.
Scena ultima
LUCIA
Turiddu? Che vuoi dire?
(Va in fondo alla scena e disperatamente chiama:)
Turiddu! Turiddu! Ah!
(Entra Santuzza.)
Santuzza!...
SANTUZZA
Oh! madre mia!...
(Le getta le braccia al collo. - La scena si popo-
la... l’agitazione si scorge sul volto di tutti che
scambievolmente s’interrogano con terrore. - Si
ode un mormorio confuso da lontano.)
°Aggiunti
di San Carlo
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