Sei sulla pagina 1di 6

PSICHIATRIA N.

5
9 Novembre 2021
Prof. Felice Iasevoli

DISTURBI DELL’UMORE

I disturbi dell’umore sono un gruppo di patologie molto importanti perché molto diffusi nella
popolazione generale à lo spettro di manifestazioni di severità dei sintomi, di coinvolgimento di
diverse funzioni comportamentali varia molto da persona a persona.

- Sono delle condizioni potenzialmente letali perché c’è un elevato rischio di suicidio, ma
anche perché spesso le persone che hanno dei disturbi del tono dell’umore, hanno anche
delle alterazioni delle condotte di vita.

- Si tratta di condizioni che sono trattabili.

- Segni e sintomi interessano quasi tutte le aree del funzionamentoà Parliamo di patologie
che partono da alterazioni del tono dell’umore o meglio dall’alterazione dei circuiti
neuronali che regolano le risposte emotive/affettive agli avvenimenti; questa alterazione
si estende a tantissime aree del funzionamento à infatti il quadro clinico dell’episodio
depressivo e dell’episodio maniacale è molto ampio e riguarda tantissime funzioni del
nostro comportamento.

Qual è la caratteristica clinica di questi disturbi? à l’alterazione del tono dell’umore.


Quindi vi è un abnorme abbassamento o elevazione del tono dell’umore che è persistente (cioè
dura settimane) à Nel caso dell’episodio depressivo può durare mesi, nel caso dell’episodio
maniacale può durare qualche settimana.

Il tono dell’umore è uno stato emotivo e affettivo persistente di un individuo.

Attenzione parliamo di episodioà perché sono patologie fasiche, episodiche;


c’è quindi un peggioramento, una riacutizzazione dei sintomi che dura un certo periodo di tempo,
dopodiché c’è un miglioramento clinico e la stabilità psicopatologica, che può durare un tempo
più o meno lungo.

I disturbi dell’umore vanno suddivisi in due macrogruppi: disturbi bipolari e disturbi depressivi
secondo il DSM-4 erano inseriti in un unico capitolo che si chiamava “disturbi del tono
dell’umore”; oggi, con il DSM-5 sono stati separati, per cui c’è un capitolo sui disturbi bipolari e
uno per i depressivi: tanto è vero che anche dal punto di vista eziopatogenetico, questo due entità
sono differenti.
Secondo il professore anche il bipolare I andrebbe diviso dagli altri disturbi bipolari per i fattori
eziopatogenetici, probabilmente, differenti
• Disturbi bipolari à è una ricostruzione amnestica per cui lo psichiatra constata che nel
corso della vita del soggetto ci sono stati sia delle fasi con polarità depressiva sia delle fasi
con polarità espansiva/maniacale.
(NON DIRE ALL’ESAME CHE É UN’ALTERNANZA DELL’ALTERAZIONE DEL TONO
DELL’UMORE, CON ANDAMENTO OSCILLANTE).
o Disturbo bipolare I
o Disturbo bipolare II
o Disturbo ciclotimico
o Disturbo bipolare (e disturbi correlati) indotto da sostanze/farmaci
o Disturbo bipolare (e disturbi correlati) dovuto a un’altra condizione medica
o Disturbo bipolare (e disturbi correlati) con altra specificazione/senza specificazione

• Disturbi depressivi (unipolari) à Il disturbo depressivo è un disturbo unipolareà vuol dire


che nella ricostruzione amnestica, lo psichiatra riscontrerà solo episodi di tipo depressivo.

Non esiste il disturbo unipolare maniacale perché, nell’80% degli individui che nel corso
della vita ha avuto un episodio maniacale, avrà anche avuto almeno un episodio
depressivo, quasi sicuramenteà quindi un soggetto che ha anche solo un episodio
maniacale è considerato bipolare; a differenza del soggetto che sviluppa almeno un
episodio depressivo, in questo caso è difficile stabilire se è bipolare o sei un unipolare.

EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE


l’episodio depressivo può durare dai 6 ai 12 mesi

Quadro clinico dell’episodio depressivo maggiore


• Anamnesi
1. umore depresso (in realtà al professore non piace dire “umore depresso”, perché si
tende a fare confusione tra il segno clinico depressione
(abbassamento del tono dell’umore, che non è specifico della depressione
maggiore, ma è presente anche nella schizofrenia, disturbi di personalità, della
condotta alimentare, dei dsturibi d’ansia) e
la sindrome depressione maggioreà depressione del tono dell’umore più una
serie di altre manifestazioni);
in ogni caso, in generale, quando si parla di umore depresso si intende il sintomo e
non la sindrome.
2. Anedonia: perdita di interesse per le stimolazioni piacevoli
3. Ritiro sociale: non è legata al fatto che non vogliono stare a contatto con le
persone, ma è legato alla fatica che percepiscono nel doversi preparare, scendere
4. assenza di motivazioni, ridotta tolleranza alle frustrazione
5. ci sono poi tutta una serie di segni vegetativi

• esame di stato mentale:


1. aspetto e comportamento: spesso sono rallentati, lenti, il soggetto ha poche
espressioni, non parla spontaneamente o presenta agitazione psicomotoria
(irrequietezza, perché le persone quando soffrono sono irrequieti, pochi soggetti
in realtà presentano questo tratto), pochi contatti oculari (non guarda negli
occhi), scarsa cura dell’aspetto personale
2. affettività: coartata (pochissima risonanza emotiva) o intensa
3. umore triste o irritabile (nelle forme irrequiete)
4. linguaggio scarso e poco spontaneo, con lunghe pause e poche riflessioni
5. contenuti del pensiero: 60% dei pazienti depressi ha idee di suicidio, il 15% fa un
tentativo.
6. Ruminazioni: il paziente prova depressione, colpa, indeciso, senso di inutilità, con
preoccupazioni somatiche (molti ipocondriaci sono depressi), prova rimorsi. Una
delle caratteristiche del pensiero depressivo è la mancanza di percezione del
futuro; la loro idea di suicidio nasce proprio dalla incapacità di vedere la
possibilità di migliorare.
7. In una percentuali ristretta ci possono essere sintomi psicotici: allucinazioni e
ideazione delirante (idee di essere colpevoli di qualcosa che è chiaramente
irrealistica)à si parla in questo caso di depressione psicotica.
8. Alterazione delle funzioni cognitive: perché l’alterazione dei circuiti determina
anche un’alterazione di circuiti che regolano le funzioni cognitive, con
rallentamento di questi funzioni: si parla infatti di bradipsichismo
9. Rallentamento motorio e delle funzioni cerebrali: difficoltà di concentrazione
(anche dovuta alle ruminazioni continue che il soggetto tende ad avere)
10. Alterazione della capacità di giudizio sulle proprie condizioni patologiche, che in
questo caso è una ipervalutazione rispetto alla propria condizione patologica.

Criteri diagnostici
nei DSM si notano molti segni clinici fisici, perché si cerca di trovare degli aspetti obiettivabili
• A - Cinque (o più) dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente
presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentano un
cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento(significa che
prima non aveva questi sintomi o ne aveva pochissimi con funzionamento
globale adeguato);
almeno uno dei sintomi è costituito da 1) umore depresso o 2) perdita di
interesse o piacere.

Nota Non includere sintomi chiaramente dovuti ad una condizione medica
generale o deliri o allucinazioni incongrui all’umore.
– 1 - umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni
giorno, come riportato dal soggetto (per es., si sente triste o vuoto) o
come osservato dagli altri (per es., appare lamentoso). 
Nota: Nei
bambini e negli adolescenti l’umore può essere irritabile
– 2 - marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi
tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno
(come riportato dal soggetto o come osservato dagli altri)
– 3 - significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di
peso (percentuale base di pz) (per es., un cambiamento superiore al
5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento
dell’appetito quasi ogni giorno.

Nota: Nei bambini, considerare l’incapacità di raggiungere i normali
livelli ponderali
– 4 – insonnia (molto frequente) o ipersonìa (poco frequente)quasi
ogni giorno
– 5 – agitazione(intesa come irrequietezza meno frequente, fa parte
della depressione agitata) o rallentamento
psicomotorio(manifestazione più frequente) quasi ogni giorno
(osservabile dagli altri, non semplicemente sentimenti soggettivi di
essere irrequieto o rallentato).
– 6 - faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno à correlato
fisico della mancanza di energie psicologiche
– 7 - sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o
inappropriati (che possono essere deliranti), quasi ogni giorno (non
semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per essere
ammalato)
– 8 - ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi
ogni giorno (come impressione soggettiva o osservata dagli altri)
– 9 - pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire, ma voglia
di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o
un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per
commettere suicidio.

Questi sono i 9 sintomi cardine considerati specifici per l’episodio depressivo maggiore.

Sintomi accessori
• B – I sintomi non soddisfano i criteri per un Episodio Misto.
• C - I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione
del funzionamento sociale (criterio fondamentale, perché il soggetto
potrebbe avere dei sintomi depressivi, ma mantenere un livello di
funzionamento adeguato), lavorativo o di altre aree importanti.
• D - I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza
(per es., una droga di abuso, un medicamento) o di una condizione medica
generale (per es., ipotiroidismo).
• E - I sintomi non sono meglio giustificati da Lutto, cioè, dopo la perdita di
una persona amata, i sintomi persistono per più di 2 mesi o sono
caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione
patologica, ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento
psicomotorio.

EPISODIO MANIACALE
La mania è un innalzamento patologico del tono dell’umore, euforia eccessiva. Oggi, in realtà, non
si parla più di euforia eccessiva ma di irritabilità e indaffaratezza à non parliamo più di persone
eccessivamente allegre tanto da essere pericolose per sé e per gli altri, ma parliamo di persone
rabbiose.

Quadro clinico
• Anamnesi
1. Comportamento stravagante e disinibito à il maniacale non ha limiti, pensa di poter fare
tutto
• Eccessiva prodigalità, gioco d’azzardo
• Viaggi impulsivi
• Ipersessualità, promiscuità

2. Eccessivo ampliamento delle attività e delle responsabilità à il paziente in fase maniacale


incomincia molte attività senza portarne a compimento nessuna.

3. Ridotta tolleranza alle frustrazioni con irritabilità, scoppi d’ira à nel depresso ciò si
traduce in senso di colpa e lamentale, nel paziente in fase maniacale diventa rabbia

4. Segni vegetativi
• Aumento libido
• Perdita di peso, anoressia à il paziente è talmente indaffaranto che
dimentica di mangiare
• Insonnia à uno dei primi segni clinici nel paziente bipolare
• Eccessiva energia

Esame di stato mentale


• Aspetto generale e comportamento: agitazione psicomotoria,
atteggiamento seduttivo (il paziente in fase maniacale cerca sempre di fare
colpo o di portarti dalla sua parte, quando si rende conto che non ci riuscirà
diventa aggressivo), abiti di colori vivaci, trucco eccessivo, scarsa attenzione
per l’aspetto personale o bizzarre combinazioni di abiti, comportamento
invadente, divertente, minaccioso, eccitato
• Affettività: labile, intensa
• Umore: euforico, espansivo, irritabile
• Linguaggio: incalzante, veloce, drammatico, esagerato, può diventare
incoerente (perché la forma del pensiero è caratterizzata dall’associazione
di idee per assonanza), con molte espressioni
• Contenuto del pensiero: autostima molto elevata in maniera delirante,
grandiosità, egocentrismo, deliri (congrui con l’umore: temi di
grandezza/onnipotenza. Incongrui: persecuzione, influenzamento,
riferimento).
• Forma del pensiero: fuga delle idee, incoerenza, neologismi, associazioni per
assonanza, circostanzialità, tangenzialità
• Sensorio: distraibilità/difficoltà di concentrazione, possibili dispercezioni
• Introspezione/capacità di giudizio: estremamente compromesse; spesso
negazione totale del disturbo, incapacità di decisioni organizzate e razionali

la mania come quadro clinico è molto vicina alle psicosi, alla frattura dell’esame di realtà (ecco
perché il bipolare I (dove vi è una frattura dell’esame di realtà) è di diverso, dal bipolare II (in cui la
mania non c’è)à perché la mania è una manifestazione psicotica.
Anche nella depressione l’esame di realtà è saltato, però, il paziente è più ancorato alla realtà
circostante. Nel maniacale non c’è consapevolezza di malattia.

RICORDA: i criteri diagnostici non sono pensati per descrivere tutte le manifestazioni cliniche della
sindrome, ma solo quelle che si pensa essere più specifiche, una volta messe insieme. Il quadro
clinico è molto più ampio, invece.

Potrebbero piacerti anche