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Comportamento organizzativo
• Che cosa fanno i manager?: i manager fanno sì che determinate cose vengano
realizzate da altre persone. Prendono decisioni, allocano risorse e dirigono le
attività degli altri per raggiungere gli obiettivi. I manager svolgono il proprio lavoro
in un’organizzazione, ossia in un’unità sociale intenzionalmente coordinata,
comporta da 2 o 3 persone, che funziona in modo relativamente continuativo per
raggiungere un obiettivo o obiettivi comuni.
A. RUOLO INTERPERSONALE:
B. RUOLO INFORMATIVO:
C. RUOLO DECISIONALE:
• Big data: è una buona notizia per il futuro delle imprese che i ricercatori, media e
leader di azienda abbiano individuato il potenziale del management e del
processo decisionale orientato ai dati. Sebbene i big data - l’uso estensivo della
Un modello fondamentale di OB
- P ro d u t t i v i t à : c o m b i n a z i o n e d i e ffi c a c i a ( i l g r a d o i n c u i
un’organizzazione è capace di soddisfare i bisogni della clientela) ed
efficienza (il grado in cui un’organizzazione è capace di raggiungere i
propri scopi a basso costo) in un’organizzazione.
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• Che cosa sono le emozioni e gli stati d’animo? 3 principi: affetto, emozione e
stati d’animo. Affetto è un termine che copre un’ampia gamma di sentimenti che
le persone provano, e comprende sia le emozioni che gli astati d’animo. Le
emozioni sono intensi sentimenti rivolti a qualcuno o a qualcosa. Gli stati d’animo
sono sentimenti meno intensi delle emozioni che spesso emergono senza che vi
sia uno specifico evento scatentante. Le emozioni sono reazioni di fronte a una
persona o a un evento. Mostrate le vostre emozioni quando siete contenti per
qualcosa, arrabbiati con qualcuno, spaventata da qualcosa. Gli stati d’animo di
contro, non sono normalmente diretti a una persona o evento. Ma le emozioni
possono diventare stati d’anno quando perdete la concentrazione sull’evento o
sull’oggetto che le ha scatenate. L’affetto è un termine ampio che comprende sia
emozioni che stati d’animo. In secondo luogo vi sono differenze fra emozioni e
stati d’animo. Alcune di queste differenze le abbiamo appena discusse. Altre
differenze sono più sottili. Per esempio, diversamente dagli stati d’animo, le
emozioni come la rabbia e il disgusto sono più facilmente visibili nelle espressioni
facciali. Inoltre alcuni ricercatori ipotizzano che le emozioni siano più orientate
all’azione mentre gli stati d’animo sono più cognitivi, ne senso che possono
portarci a pensare o a rimuginare per un po’.
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A. PERSONALITÁ
C. TEMPO ATMOSFERICO
D. STRESS
E. ATTIVITÀ SOCIALI
F. SONNO
G. ESERCIZIO FISICO
H. ETÁ
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3. Poiché gli umori e le emozioni variano nel tempo, il loro effetto sulla
performance è fluttuante
Nel complesso questo modello offre due messaggi importanti. primo, le emozioni
forniscono informazioni preziose sul modo in cui gli eventi dannosi e favorevoli sul
lavoro influenzano le prestazioni e la soddisfazione dei lavoratori. In secondo luogo,
collaboratori e manager non dovrebbero ignorare le emozioni o gli eventi che le
provocano, anche quando sembrano di poco conto, perché emozioni ed eventi si
accumulano.
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L’IE PREDICE CRITERI RILEVANTI: I DATI L’IE NON PUÓ ESSERE MISURATA: MOLTI
EMPIRICI SUGGERISCONO CHE UN ALTO CRITICI HANNO IN DUBBIO LA POSSIBILITÀ DI
LIVELLO DI IE INDICA CHE UNA PERSONA MISURARE L’IE. ESSENDO UN TIPO DI
SVOLGERÀ BENE IL SUO LAVORO INTELLIGENZA, SOSTEGNO, DEVE ESSERCI
UNA RISPOSTA GIUSTA E UNA SBAGLIATA
PER I TEST. ALCUNI TEST AGISCONO COSÍ,
ANCHE SE LA VALIDITÀ DELLE DOMANDE A
VOLTE É DUBBIA.
L’IE HA BASI BIOLOGICHE: IN UNO STUDIO É L’IE NON É ALTRO CHE LA PERSONALITÁ
EMERSO CHE LE PERSONE CON DANNI CHIAMATA CON UN NOME DIVERSO: ALCUNI
ALL’AREA DEL CERVELLO CHE GOVERNA LE CRITICI SOSTENGONO CHE POICHÉ L’IE É
EMOZIONI NON OTTENEVANO PUNTEGGI C O S Í S T R E T TA M E N T E L E G ATA
MINORI NELLE MISURAZIONI STANDARD ALL’INTELLIGENZA E ALLA PERSONALITÀ
DELL’INTELLIGENZA RISPETTO ALLA NORMA UNA VOLTA CHE SI SONO CONTROLLATE
QUESTE DIMENSIONI NON RIMANE NULLA DI
DISTINTO E SPECIFICO CHE ESSA POSSA
OFFRIRE.
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• PERSONALITÀ
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EFFICIENZA FLESSIBILITÀ/ADATTABILITÀ
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CORE SELF-EVALUTATION L I N E A G U I D A C O S T I T U I TA D A L L E
CONCLUSIONI CHE GLI INDIVIDUI HANNO
RAGGIUNTO SULLE PROPRIE CAPACITÀ,
COMPETENZE E SUL PROPRIO VALORE
COME PERSONE
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• VALORI: I valori rappresentano convinzioni per cui un particolare stile di vita o una
finalità dell’esistenza è personalmente o socialmente preferibile ad altri stili e
finalità. I valori contengono un elemento di giudizio perché rappresentano le idee
di un individuo su che cosa è giusto, buono o desiderabile. Hanno attributi di
contenuto e di intensità. L’attributo del contenuto dice che una linea di condotta o
uno stato dell’esistenza è importante; quello dell’intensità specifica quanto è
importante. Quando creiamo una classifica dei valori in termini di intensità,
otteniamo il sistema dei valori di una persona. Abbiamo tutti una gerarchia di
valori che dipende dall’importanza relativa che assegniamo a valori come libertà,
piacere, rispetto, … I valori tendono a rimanere relativamente stabili e duraturi.
Molti dei valori che possediamo sono fissati nei primi anni della nostra vita (da
genitori, insegnanti, amici e altre figure).
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1. DIFFERENZE PERSONALI:
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2. TEORIA DEL GOAL-SETTING: alla fine degli anni 60, Edwin Locke suggerì che
l’intenzione di lavorare con un obiettivo è tra le principali fonti di motivazione sul
lavoro. Gli obiettivi dicono a un dipendente cosa deve essere fatto e la quantità
impegno necessaria a tale scopo. Le evidenze empiriche indicano hiarmente che gli
obiettivi specifici migliorano la prestazione; che gli obiettivi difficili generano
prestazioni più elevate di quanto facciano quelli semplici e che le prestazioni sono di
livello superiore se accompagnate da feedback. Perché le persone sono motivate
da obiettivi difficili? Perché questi attraggono la loro attenzione e le aiutano a
concentrarsi. In secondo luogo perché infondono energia e rendono necessario
lavorare con maggiore impegno. Le persone svolgono prestazioni migliori quando
ricevono un feedback sui progressi compiuti in direzione dell’obiettivo, perché
questo le aiuta a individuare le discrepanze tra ciò che hanno fatto e ciò che
desiderano fare. La possibilità di partecipare alla definizione dei proprio obiettivi
porta i dipendenti a un maggiore impegno? I risultati delle ricerche a riguardo sono
eterogenei. In alcuni casi gli obiettivi definiti in modo partecipativo hanno condotto a
una prestazione superiore; in altri le prestazioni si sono dimostrate migliori quando
gli individui si sono visti assegnare gli obiettivi dal proprio responsabile. Uno dei
principali vantaggi della definizione partecipata degli obiettivi consiste
nell’incremento dell’accettazione di questi ultimi; se non c’è partecipazione, è
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Gli individui possono apprendere ricevendo istruzioni, osservando ciò che succede
agli altri o facendo esperienza diretta. L’idea secondo cui è possibile apprendere sia
attraverso l’esperienza sia attraverso l’osservazione prende il nome di teoria
dell’apprendimento sociale. Nella teoria dell’apprendimento sociale i modelli hanno
un ruolo centrale. Si individuano 4 processi:
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- Distorcere le percezioni di sé
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Nella maggior parte delle situazioni lavorative, le iniquità create da una retribuzione
eccessiva non sembrano avere una significativa influenza sul comportamrnto. La
teoria dell’equità fu importante per lo studio della GIUSTIZIA ORGANIZZATIVA. La
giustizia organizzativa riguarda il modo in cui i dipendenti si giudicano trattati dalle
autorità, e dai decisori al lavoro. LA GIUSTIZIA DISTRIBUTIVA riguarda l’equità degli
output, come stipendio e riconoscimenti, ricevuti dai dipendenti. Oltre a interessarsi
molto a quali output sono distribuiti i dipendenti si interessano anche molto a come
gli output sono distribuiti (GIUSTIZIA PROCEDURALE). Che cosa rende le
procedure più o meno eque? Le persone giudicando le procedure più eque quando
hanno la possibilità di esprimere la propria opinione nel processo decisionale. Avere
influenza diretta sulle decisioni da prendere, o quantomeno la possibilità di
presentare le proprie opinioni ai decisori, genera una sensazione di controllo ed
empowerment. Oltre a quella delle procedure e degli output la ricerca ha dimostrato
che i dipendenti si occupano di due altri tipi di equità, relativi al loro trattamento
durante le interazioni con gli altri. Il primo è la GIUSTIZIA INFORMATIVA che indica
se i manager forniscono ai dipendenti spiegazioni in merito alle decisioni
fondamentali e li mantengono informati su importanti questioni organizzative.
Quanto più i manager forniscono spiegazioni dettagliate e franche, tanto più i
dipendenti si sentono trattati in modo equo. Il secondo tipo di giustizia per le
interazioni dipendenti-manager è la GIUSTIZIA INTERPERSONALE che indica se le
persone sono trattate con dignità e rispetto. Quanto conta davvero la giustizia per i
dipendenti? molto. Quando le persone si sentono trattate in modo equo,
rispondono positivamente, in diversi modi. Tutti i tipi di giustizia sono stati collegati
a livelli più alti di prestazione nel compito e di comportamenti di cittadinanza,
nonché a livelli inferiori di comportamenti controproducenti. La giustizia distributiva
e quella procedurale sono associate con più forza alla prestazione nel compito,
mentre l giustizia informativa e quella interpersonale hanno un maggior legame con
il comportamento di cittadinanza. Perché la giustizia ha effetti positivi? Il
trattamento equo incrementa il commitment organizzativo e fa si che i dipendenti
percepiscano l’interesse dell’organizzazione per il loro benessere. inoltre, i
dipendenti che si sentono trattati in modo equo hanno maggiore fiducia nei propri
supervisori, il che ne riduce l’incertezza e il timore di essere sfruttati
nell’organizzazione.
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Un gruppo può essere definito come l’insieme di due o più individui che
interagiscono e sono interdipendenti e che si sono uniti per raggiungere degli
obiettivi particolari. I gruppi possono essere formali o informali. Per gruppo formale
si intende un gruppo definito da una struttura organizzativa, con responsabilità e
attività ben determinate e coerenti rispetto agli obiettivi da realizzare. Un gruppo
informale è un gruppo che non è formalmente strutturato, né definito in termini
organizzativi; tale gruppo si forma in risposta all’esigenza di contatto sociale.
Perché si formano gruppi? La nostra tendenza a sentirci orgogliosi o abbattuti per i
risultati di un gruppo è il campo di ricerca della teoria dell’identità sociale. Questa
teoria suggerisce che le persone hanno reazioni emotive di fronte al successo o al
fallimento del gruppo cui appartengono perché la loro autostima rimane legata ai
risultati di tale gruppo. Si verificano inoltre favoritismi di gruppo, perché si tende a
pensare che ci fa parte del gruppo sia migliore di altri, e che coloro che non ne
fanno parte siano tutti uguali tra loro.
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- Aspettative di ruolo: il modo in cui gli altri pensano che una persona
dovrebbe comportarsi in una data situazione. Sul lavoro tutti noi
osserviamo le aspettative di ruolo nella prospettiva del contratto
psicologico: un accordo non scritto che stabilisce che cosa il
management si aspetta da un impiegato e viceversa
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Se i gruppi siano o meno più efficaci degli individui dipende dal modo in cui si
definisce l’efficacia. Le decisioni di gruppo sono di norma più accurate di quelle di
una persona media all’interno del gruppo, ma meno accurate rispetto alle decisioni
individuali degli elementi migliori. Ma non si può considerare l’efficacia senza
prendere in considerazione l’efficienza. Con pochissime eccezioni il decision making
di gruppo impegna più risorse di quante ne impiega un individuo che affronta lo
stesso problema. Le eccezioni tendono a essere situazioni in cui, per ottenere un
risultato paragonabile, il singolo decisore sarebbe costretto a investire molto tempo
esaminando documenti e parlando con molte altre persone.
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TIPI DI SQUADRE:
- squadre di Problem solving: gruppi di impiegati, da 5 a 12, dello stesso reparto
dipartimento che si incontrano per qualche ora ogni settimana per discutere sui
modi per migliorare qualità, efficienza e ambiente di lavoro.
- Squadre virtuali: squadre che usano la tecnologia dei computer per collegare
membri fisicamente distanti in modo da raggiungere un obiettivo comune
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- Capacità dei componenti: parte dei risultati di un team dipende dalle conoscenze,
dalle abilità e dalle capacità individuali dei suoi componenti. Sono determinanti le
capacità del team leader. I team leader attenti e intellettualmente rapidi aiutano i
membri meno preparati quando un compito li può mettere in difficoltà. I team
leader meno capaci rischiano invece di neutralizzare gli effetti di una squadra
altamente abile
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- Diversità dei componenti: studio degli effetti della diversità nei gruppi. Come
influisce tale fattore sulle prestazioni di una squadra? Il livello di similarità dei
membri di un’area operativa riguardo ad aspetti demografici come l’età, sesso,
razza, scolarizzazione o esperienza di servizio nell’organizzazione sono oggetto di
studio della demografia organizzativa. Tale insieme di conoscenze suggerisce che
variabili come l’età o la data di ingresso nel gruppo possano aiutare a prevedere l
turnover. La logica è questa: il turnover sarà più frequente tra coloro che hanno
esperienze diversificate, perché la comunicazione è più difficile e il conflitto più
probabile. Maggiori conflitti riducono l’attrattività dell’appartenenza e gli impiegati
sono più inclini a lasciare il lavoro.
- Dimensione delle squadre: molti esperti concordano sul fatto che per l’efficacia di
un gruppo, le squadre di dimensioni più limite siano in grado di garantire
prestazioni superiori. In generale, le squadre più efficace sono costituite dai
cinque ai nove componenti. I ricercatori sostengono che si debba utilizzare il
minor numero di persone possibile per svolgere un compito. Quando le squadre
hanno una composizione troppo ampia, la coesione e l’affidabilità reciproca
declinano, aumenta il social loafing e le persone comunicano di meo. I
comportamento di squadre numerose creano problemi nel coordinarsi tra loro
soprattutto all’aumentare della pressione sui risultati. Quando un gruppo di lavoro
è troppo grande ed è necessario uno sforzo di squadra, e possibile dividerlo in
sotto-gruppi, qualora il coordinamento si riveli inefficace.
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- Comunicazione ascendente: essa è diretta verso un livello più alto del gruppo o
dell’organizzazione. È usata per fornire feedback ai superiori, informarli dei
progressi compiuti in direzione delle sensazioni dei dipendenti sul lavoro, sui
colleghi e sull’organizzazione in generale.
COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA
- reti formali composte da piccoli gruppi: 3 piccoli gruppi diffusi = catena, ruota e
tutto canale. La catena segue rigidamente la catena formale di comando; questa
rete si avvicina ai canali di comunicazione che si potrebbero trovare in
un’organizzazione rigidamente strutturata su tre livelli. La ruota fa affidamento su
una figura centrale che agisce da canale per la comunicazione di tutto il gruppo;
essa simula la rete di comunicazione di una squadra con leader forte. La rete
tutto canale permette ai componenti del gruppo di comunicare attivamente l’uno
con l’altro; questa rete è caratterizzata dall’autogestione delle squadre
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- Caratteristiche del messaggio: un altro fattore che influenza l’uso di una strategia
di elaborazione automatica o controllata è rappresentato dalle caratteristiche del
messaggio stesso. I messaggi trasmessi attraverso canali di comunicazione
relativamente poveri, con scarse opportunità per gli utenti di interagire con il
contenuto del messaggio, incoraggiano l’elaborazione automatica. Per contro, i
messaggi trasmessi attraverso canali di comunicazione più ricchi tendono a
incoraggiare un’elaborazione più ponderata.
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LEADER TRANSAZIONALE
LEADER TRASFORMAZIONALE
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BASI DEL POTERE: da dove nasce il potere? Esistono diverse tipologie di potere:
2) Il potere coercitivo è un tipo di potere che dipende dal timore delle conseguenze
di una disobbedienza
TATTICHE DEL POTERE: le tattiche del potere usano le persone per trasformare le
fonti di potere in azioni specifiche? Ecco alcune opzioni popolari e le condizioni che
rendono il potere più o meno efficace. La ricerca ha individuato 9 tattiche diverse:
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Alcune tattiche sono più efficaci di altre. La persuasione razionale, gli appelli e la
consultazione tendono a essere più efficaci, soprattutto se l’interlocutore è molto
interessato agli esiti del processo decisionale. La pressione tende ad avere dei lati
negativi, ed è di norma la meno efficace delle 9 tattiche. Inoltre è possibile crescere
le proprie chance di successo usando due o più tattiche insieme o in successione,
quando queste siano tra loro compatibili. Usare allo stesso tempo la lusinga e la
legittimazione può mitigare le reazioni negative a un’apparente decisionismo, ma
solo quando l’interlocutore non da realmente importanza agli esiti di un processo
decisionale o quando le modalità decisionali sono ormai abituate e conosciute.
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La relazione tra tattica politica e prestazioni sembra essere mitigata nel caso in cui
un individuo compresa i come e i perché delle manovre politiche all’interno
dell’organizzazione. Quando i livelli di politica e consapevolezza sono entrambi
elevati, i risultati hanno buone probabilità di migliorare, perché le persone vedranno
le attività politiche come un’opportunità. In secondo luogo il comportamento
politico sul lavoro mitiga gli effetti della leadership etica. In terzo luogo, quando i
collaboratori interpretano la politica come una minaccia, spesso rispondono con
comportamenti difensivi - per evitare l’azione, il biasimo o il cambiamento. E i
comportamenti difensivi sono spesso associati a sentimenti negativi verso il lavoro
e l’ambiente in cui lo si svolge.
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5) FASE 5: ESITI. Vi sono diverse tipologie di esiti: esiti funzionali, esiti disfunzionali.
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LA CULTURA ORGANIZZATIVA
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Riassunto : come si formano le culture. La cultura originale deriva dalla filosofia del
fondatore, e quando l’azienda si sviluppa, influenza con forza i criteri di assunzione.
Le azioni dei top manager definiscono il clima generale, anche il comportamento
corretto e quello scorretto. Il modo in cui i dipendenti sono socializzati dipenderà sia
dal livello di successo raggiunto nel far incontrare i valori dei nuovi dipendenti con
quelli dell’organizzazione nel processo di selezione sia dalla preferenza del top
management per i metodi di socializzazione.
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Il processo di negoziazione
Il processo di negoziazione è costituito da cinque passi.
• Preparazione e pianificazione;
• Definizione delle regole;
• Chiarimento e giustificazione;
• Contrattazione e risoluzione dei problemi;
• Chiusura e attuazione
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Tuttavia, i dipendenti organizzati in team possono mostrare una maggiore fedeltà alla propria squadra e a
suoi valori che all'organizzazione nel suo insieme.
Cultura e innovazione
Spesso le imprese piccole, agili e focalizzate sulla risoluzione dei problemi per sopravvivere e crescere
presentano spesso culture innovative per definizione.
Le imprese più innovative, quindi, sono spesso caratterizzate da culture aperte, anticonvenzionali,
collaborative e guidate da una visione in fase di accelerazione.
La cultura organizzativa può creare un ambiente etico positivo e agevolare l'innovazione; inoltre, attraverso
molteplici modi, può anche contribuire in modo significativo ai profitti di un'organizzazione.
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La maggior parte delle ricerche suggerisce l'esistenza di due principali gruppi di pratiche di socializzazione:
le pratiche istituzionali (polizia, vigili del fuoco, ecc..) e le pratiche individuali (pubblicità, cinema, ecc..).
Forze di cambiamento
Quasi ogni organizzazione si deve adattare ad un ambiente multiculturale ed alla tecnologia che offre
cambiamenti sempre più innovativi.
Competizione è cambiamento. Le organizzazioni di successo saranno capaci di sviluppare nuovi prodotti
rapidamente anche grazie alla competizione tra le diverse organizzazioni, arrivando così ad apportare
cambiamenti all'interno della propria organizzazione.
Cambiamento pianificato
Il cambiamento pianificato è un'attività intenzionale e orientata a degli obiettivi (cambiare il
comportamento dei dipendenti, migliorare la capacità dell'organizzazione, ecc..).
all'interno delle organizzazioni gli agenti di cambiamento sono coloro responsabili di gestire le attività di
cambiamento. Gli agenti di cambiamento possono essere un manager o no, dipendenti inseriti o nuovi
oppure consulenti esterni.
Molti agenti del cambiamento falliscono perchè i membri dell'organizzazione resistono al cambiamento.
Resistenza al cambiamento
La resistenza al cambiamento può essere positiva se essa porta ad una discussione aperta e al dibattito. Gli
agenti di cambiamento possono anche usare la resistenza per modificare il cambiamento stesso in modo da
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minaccioso. Questi dipendenti son più propensi al licenziamento. Per ridurre la percezione di minaccia, i
dipendenti devono vedere i cambiamenti organizzativi come equi.
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