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Comune (Italia)

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Un comune, nell'ordinamento giuridico della Repubblica Italiana, è


un ente locale territoriale autonomo. Formatosi praeter legem
secondo i princìpi consolidatisi nei comuni medievali, è previsto
dall'art. 114 della costituzione della Repubblica Italiana. Può essere
suddiviso in frazioni, le quali possono a loro volta avere un limitato
potere grazie a delle apposite assemblee elettive. Un comune può
altresì avere il titolo di città. La disciplina generale è contenuta nel
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e ha come organi politici Corona per il titolo di comune.
il consiglio comunale, la giunta comunale e il sindaco.

Indice
Descrizione
Organizzazione amministrativa
Funzioni di amministrazione
Comuni montani
Roma Capitale
Decreto trasparenza
Il titolo di città
Comuni delle regioni a statuto speciale
Valle d'Aosta
Trentino-Alto Adige
Friuli-Venezia Giulia
Sicilia
Sardegna
Statistiche
Comuni per fasce demografiche
Fasce demografiche di interesse per i piccoli comuni
Fasce demografiche per area geografica
Differenze linguistiche
Curiosità
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Descrizione
Ogni comune appartiene a una provincia, ma la
provincia non fa da tramite nei rapporti con la
regione e questa in quelli con lo Stato a livello
gerarchico, poiché esso, essendo dotato di personalità
giuridica, può avere rapporti diretti con la regione e
con lo Stato. Tutti gli enti locali sopra citati
disciplinano, con proprio regolamento, in conformità
allo statuto, l'ordinamento generale degli uffici e dei
servizi, in base a criteri di autonomia, funzionalità ed
economicità di gestione e secondo i principi di
professionalità e responsabilità.

I comuni devono avere un proprio statuto comunale e


possono ripartire il proprio territorio in circoscrizioni
al fine di assicurare alla popolazione una più diretta
partecipazione all'amministrazione. Alla
circoscrizione sono delegati poteri che vanno di là
dalla mera funzione consultiva (per la quale possono
essere previsti nello statuto del comune, appositi
comitati o consulte di quartiere). La legge finanziaria Mappa dei comuni (confini in grigio), e delle regioni
per l'anno 2007 ha modificato i termini per la italiane (confini in nero)
costituzione delle circoscrizioni, rendendole
obbligatorie in comuni con una popolazione
superiore a 250  000 abitanti (non più 100  000) e opzionali, invece, ove la popolazione è compresa tra
100 000 e 250 000 abitanti (prima l'intervallo era 30 000–100 000 abitanti).

Un comune può avere una, nessuna o più frazioni, essere un comune sparso, essere suddiviso in
circoscrizioni o avere un'exclave a livello territoriale. I comuni possiedono inoltre una classificazione
climatica e sismica del proprio territorio ai fini di prevenzione e protezione civile. Appartengono al comune
e sono da esso gestite tutte le strutture cosiddette comunali ovvero scuole, strutture sportive e culturali quali
biblioteche comunali, teatri, ecc.

Organizzazione amministrativa

L'organizzazione amministrativa di un comune è fissata dal Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267
(TUEL) assieme a quello degli altri enti locali.

A capo del comune vi è il sindaco, democraticamente eletto tramite elezioni comunali a suffragio universale
tra tutti i cittadini comunali aventi diritto al voto (età maggiore di 18 anni), con poteri esecutivi assieme alla
giunta comunale, organo collegiale composto da un numero variabile di assessori comunali da lui nominati
in rappresentanza delle forze politiche che lo appoggiano (equivalente del consiglio dei ministri e del capo
del governo a livello statale). Il sindaco risiede nel municipio durante il suo operato con un mandato che
dura 5 anni a meno di dimissioni o decesso.

A supervisione di tutto vi è il consiglio comunale, organo collegiale equivalente del Parlamento a livello
statale, composto da consiglieri comunali in rappresentanza di tutte le forze politiche del territorio con
funzioni di approvazione del bilancio comunale, delle delibere e provvedimenti emessi dal sindaco/giunta
(es. ordinanze). Oltre alla figura di assessore e consigliere, altra figura chiave a livello amministrativo è
quella del segretario comunale. L'attività amministrativa si svolge tipicamente nel Palazzo del Municipio
che funge anche da luogo con le relazioni dirette con i cittadini.

Spesso i comuni appartengono a unioni di comuni quali comunità collinari, comunità montane e comunità
isolane, oppure rientrano in aree di città metropolitane. Storicamente a livello locale sono nati movimenti
politici apartitici dette Liste civiche. Al comune, o in forma associata, fanno capo gli organi di Polizia
municipale (vigili) per il controllo del rispetto delle norme del Codice della Strada e le forze addette alla
pulizia delle strade e dello smaltimento dei rifiuti. Un comune con i suoi organi di amministrazione può
essere commissariato per cattiva amministrazione. La promozione del territorio è affidata invece a enti di
promozione e associazioni culturali locali come le Pro Loco.

Funzioni di amministrazione

In quanto dotato di autonomia amministrativa e finanziaria nei limiti


fissati da Costituzione e TUEL, il comune è responsabile
dell'amministrazione del territorio per quanto riguarda:

definizione e rispetto del bilancio comunale annuale


definizione e rispetto del piano regolatore generale
comunale
ordine pubblico e pubblica sicurezza
gestione viabilità strade comunali La gestione dei rifiuti è una delle
gestione edifici pubblici funzioni di amministrazione di un
smaltimento dei rifiuti Comune
gestione criticità legate a maltempo e calamità naturali

Qualora alcune di queste funzioni vengano meno per effetto ad esempio di calamità naturali, il sindaco può
chiedere l'intervento della prefettura. Per tutte le sue funzioni amministrative ogni comune dispone di un
budget finanziario annuale da parte dello Stato. Le modalità di ripartizione dei fondi del bilancio comunale
sono oggetto di discussione e approvazione da parte del consiglio comunale dopo le richieste di
avanzamento da parte della giunta comunale sotto forma di deliberazione.

Comuni montani

In conformità all'art. 44 della costituzione inerente alla salvaguardia delle zone montane, la legge n. 991 del
1952 ha stabilito i criteri in base ai quali un comune è definito montano; nel 2018 i comuni italiani
classificati montani erano 3  427,[1] distribuiti in tutte le regioni (ma non in tutte le province). Sono
considerati invece parzialmente montani quei comuni nei quali tali criteri sono rispettati in una parte
soltanto del territorio comunale.[2] In talune regioni è ammesso che gruppi di comuni montani (o, talvolta,
parzialmente montani) fra loro vicini possano aggregarsi per dar vita a una comunità montana.

Roma Capitale

Dal 3 ottobre 2010 la città di Roma è amministrata da un ente territoriale comunale sui generis, chiamato
Roma Capitale. L'ente ha poteri maggiori rispetto a un comune ordinario e ha un proprio statuto che ne
determina i principi e l'ordinamento.
Decreto trasparenza

Il D. Lgs. n. 33 del 14/03/2013 in tema di "Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità,
trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni" definisce la trasparenza
come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di
tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all'attività amministrativa e
favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse
pubbliche.

Le informazioni devono essere pubblicate in formato aperto e sono riutilizzabili, senza ulteriori obblighi
diversi da quello di citarne la fonte e rispettarne l'integrità (art. 7). I dati sono pubblicati nel sito istituzionale,
nella sezione "Amministrazione trasparente" (art. 9-bis), secondo le denominazioni e la struttura prestabilite
dal decreto (all. A). Fra i documenti obbligatori:

i documenti di programmazione strategico-gestionale e gli atti degli organismi indipendenti


di valutazione, bilancio preventivo e consuntivo;
curriculum vitae, compensi e spese di servizio degli incarichi politici elettivi e non,
dirigenziali e delle consulenze;
enti di diritto privato in controllo pubblico, nonché alle partecipazioni in società di diritto
privato;
scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi;
accordi stipulati dall'amministrazione con soggetti privati o con altre amministrazioni
pubbliche;
documentazione relativa a ciascun procedimento di presentazione e approvazione delle
proposte di trasformazione urbanistica d'iniziativa privata o pubblica in variante allo
strumento urbanistico generale;
concernenti gli interventi straordinari e di emergenza che comportano deroghe alla
legislazione vigente.

Il codice sulla privacy prevedeva che i soggetti pubblici non dovessero acquisire il consenso degli
interessati per la gestione interna e riservata dei dati (all.3). Dal 25 maggio 2018 è in vigore il Regolamento
generale sulla protezione dei dati, che, a differenza della precedente direttiva, si applica anche a imprese ed
enti, organizzazioni in generale.

In materia di dati catastali, l'accesso telematico esterno risulta consentito esclusivamente ai tecnici abilitati
previa apposita delega scritta del Proprietario. La Corte di Cassazione (Cass. civ., 20 febbraio 1987, n.
1840) ha esteso tale facoltà soltanto ai notai nell’ambito dello svolgimento del loro incarico.[3]
La
semplificazione ha dato luogo a una serie di accordi fra distretti notarili e amministrazioni comunali locali,
finalizzati a un accesso alle varie banche dati dell'Anagrafe e al rilascio informatico dei certificati necessari
per gli atti. Al 2014, risultavano "coperti" dal servizio 25 comuni italiani,[4] mediante una propria
applicazione web realizzata dai singoli comuni a risorse finanziarie invariate.[5]

La normativa stabilisce che tutti i documenti contenenti atti soggetti a pubblicazione obbligatoria sono
altresì soggetti a obbligo di comunicazione tempestiva nei siti istituzionali delle pubbliche
amministrazioni,[6] fermo restando l'onere di affissione all'albo pretorio telematico (la tradizionale affissione
cartacea era ammessa soltanto fino al 2010).

Il titolo di città

Il titolo di città è concesso con apposito decreto del presidente della Repubblica, su proposta del Ministero
dell'interno, a cui il comune interessato invia istanza di concessione.
I comuni dotati del titolo di città solitamente portano al di sopra
dello stemma la corona d'oro loro spettante, salvo eccezioni (ovvero
diverse disposizioni nel decreto di approvazione dello stemma o in
presenza) e con la generale esclusione della provincia di Bolzano:
«La corona di Città ( [...] ) è formata da un cerchio d'oro aperto da
otto pusterle (cinque visibili) con due cordonate a muro sui margini,
sostenente otto torri (cinque visibili) riunite da cortine di muro, il
Corona per il titolo di Città.
tutto d'oro e murato di nero».[7] Gli stemmi sono assegnati con
decreto del presidente del Consiglio dei ministri a cura dell'Ufficio
del cerimoniale di Stato e per le onorificenze, Servizio onorificenze e araldica (ripartizione della Presidenza
del Consiglio nata dalla trasformazione della Consulta araldica, soppressa ai sensi delle disposizioni finali
della Costituzione italiana).

Comuni delle regioni a statuto speciale

Valle d'Aosta

Nella Valle d'Aosta è in vigore una corposa legislazione in materia comunale concernente sia gli aspetti
organizzativi sia quelli elettorali, finanziari e burocratici. La norma principale è la legge regionale n. 54 del
7 dicembre 1998, e successive modificazioni, che regola il sistema delle autonomie della valle.[8] In materia
elettorale era invece già intervenuta la legge regionale n. 4 del 9 febbraio 1995, e successive modificazioni,
liberamente ispirata alle riforme apportate a livello nazionale.[9] Caratteristica specifica della legislazione
valdostana è l'elezione diretta del vicesindaco, che diviene così un organo inamovibile dell'amministrazione
comunale.

I toponimi della Valle d'Aosta presentano un'unica forma, in lingua francese, con l'eccezione di Aosta (it.
Città di Aosta, fr. Ville d'Aoste), Breuil-Cervinia e dei toponimi dei comuni di Gressoney-Saint-Jean e
Gressoney-La-Trinité (in dialetto titsch) e di Issime (in francese e dialetto issimese töitschu). Ai comuni
valdostani spetta tuttavia una doppia denominazione, in lingua francese (commune) e in lingua italiana, che
si affianca a quella in lingua tedesca per i comuni per i quali è prevista (i già citati Gressoney-Saint-Jean,
Gressoney-La-Trinité e Issime). In questo caso, la traduzione di comune in tedesco è Gemeinde (per
Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité) e Gemeindeverwaltung (per Issime).

Trentino-Alto Adige

Nel Trentino-Alto Adige i comuni sono normati dal Testo unico delle leggi regionali approvato con decreto
del presidente della Regione n. 3/L del 1º febbraio 2005.[10] A dispetto del nome, tale fonte legislativa non è
un documento esauriente come accade nel corrispondente atto nazionale, ma contiene una serie di rimandi a
varie leggi precedenti già in vigore. Il correlato decreto n. 1/L regola l'elezione degli organi municipali
stabilendo, caso unico in Italia, il sistema elettorale proporzionale per la composizione dei consigli comunali
nella Provincia autonoma di Bolzano, in modo da non alterare i rapporti di forza fra le varie comunità
linguistiche.[11]

Ai comuni della provincia autonoma di Bolzano spetta doppia denominazione, in lingua tedesca e in lingua
italiana, che si affianca a quella di lingua ladina per i comuni per i quali è prevista. La traduzione di comune
in ladino dolomitico è chemun o comun (ufficiale anche per i comuni ladini della provincia autonoma di
Trento), mentre in tedesco è:

Gemeinde, per i comuni a cui non sia stato conferito il titolo di città;
Stadtgemeinde, per i comuni a cui sia stato conferito il titolo di città;
Marktgemeinde, riservata ai comuni che già godevano del titolo di Markt (diritto di avere un
mercato) nell'Impero austro-ungarico, prima dell'annessione dell'Alto Adige al Regno d'Italia
avvenuta a seguito della prima guerra mondiale. Nel secondo dopoguerra l'attribuzione di
questo titolo è stata avocata alla giunta regionale, che lo conferisce ai comuni con almeno
5 000 abitanti. La sua traduzione italiana sarebbe ufficialmente "borgata".

Sui 116 comuni altoatesini, 16 hanno il titolo di mercato e 8 quello di città.

Friuli-Venezia Giulia

Nel Friuli-Venezia Giulia il legislatore regionale ha utilizzato solo parzialmente le facoltà concessegli dalla
riforma costituzionale del 1993, lasciando espressamente in vigore le norme nazionali non incompatibili con
le deliberazioni locali. Nella normativa si segnala la legge regionale n. 1 del 2006 sulle autonomie locali[12]
e, in materia elettorale, la legge regionale n. 14 del 9 marzo 1995 e successive modificazioni.[13] Si noti
come questa legge, come per parte statale il decreto legislativo n. 9 del 2 gennaio 1997[14] di attuazione
della riforma costituzionale del 1993, fanno in più punti riferimento alla normativa nazionale vigente, che
all'epoca era la legge n. 142 dell'8 giugno 1990 così come modificata nel 1993:[15] ciò sottopone i comuni
della regione a un incrocio di norme estremamente complesso e atipico, dato che oltre alla legislazione
regionale e a quella nazionale non incompatibile, rimangono qui in vigore anche alcune norme nazionali del
passato abrogate nel resto d'Italia.

Per quanto concerne il bilinguismo, nelle province di Gorizia, Udine e Trieste alcuni comuni hanno un
doppio nome e una doppia denominazione, in italiano e sloveno. Il comune è chiamato in questi casi
občina. Nelle province di Udine, Gorizia e Pordenone alcuni comuni al nome italiano affiancano il nome in
friulano. La denominazione in questi casi è comun.

Nel 2014 In base alla legge regionale 26/2014 "Riordino del sistema Regione - Autonomie locali del Friuli-
Venezia Giulia" tesa, fra l'altro, all'abolizione degli enti-provincia, più Comuni si raggruppano in una forma
di ente pubblico che prende il nome di Unioni territoriali intercomunali (UTI).

Nel 2020 a seguito dell'abolizione delle Unioni Territoriali Intercomunali, sono stati istituiti gli enti di
decentramento regionale (EDR), istituiti con Legge regionale 29 novembre 2019, n. 21 ("Esercizio
coordinato di funzioni e servizi tra gli enti locali del Friuli Venezia Giulia e istituzione degli Enti di
decentramento regionale"), ed operativi dal 1º luglio 2020, sono enti funzionali della Regione autonoma del
Friuli-Venezia Giulia.

Sicilia

La Sicilia, essendo la regione che gode del maggior grado di autonomia, è l'unica ad aver avuto piena
potestà sui suoi enti locali fin dall'approvazione della Costituzione nel 1948. L'applicazione della normativa
nazionale sull'isola - salvo che per i profili relativi all'esercizio di funzioni statali decentrate e per quelle
relative all'ordinamento contabile - è stata dunque sempre eventuale e soggetta ad esplicito recepimento da
parte del legislatore regionale. La vigilanza sugli enti locali siciliani è affidata all'Assessorato delle
Autonomie Locali e della Funzione Pubblica.

La materia elettorale è regolata dal decreto del presidente regionale n. 3 del 20 agosto 1960, profondamente
modificato dalla Legge regionale del 26 agosto 1992, n. 7, pioniera in Italia dell'elezione diretta del sindaco,
dalla Legge regionale del 15 settembre 1997, n. 35, che avvicinò il meccanismo elettorale maggioritario a
quello nazionale, e dai successivi interventi legislativi fino al 2008.[16] Tra le caratteristiche normative
tipiche dell'isola, si segnala l'abbassamento a 10  000 abitanti della soglia di differenziazione fra comuni
minori e maggiori in materia elettorale, e l'introduzione per i primi di un meccanismo secco che assegna i tre
quinti dei seggi ai vincitori e dei due quinti ai primi perdenti, con l'esclusione di ogni altra lista e
indipendentemente dalla percentuale ottenuta.

Ancor più atipica è la possibile convivenza fra il commissario regionale, figura che sull'isola è prevista in
luogo di quella di nomina prefettizia, e il consiglio comunale: il commissario riceve infatti qui di base solo
le funzioni esecutive, e non quelle deliberative, le seconde essendogli attribuite solo in caso di scioglimento
del consiglio per dimissioni dei consiglieri o voto di sfiducia al sindaco. Nel caso di dimissioni o qualsiasi
decadenza di quest'ultimo invece, la consiliatura continua commissariata fino al termine del mandato
naturale, elezioni anticipate venendo indette solo nel caso di una crisi consiliare.[17]

Sardegna

La Sardegna è l'unica regione ad autonomia speciale a non aver ancora esercitato in maniera organica i suoi
poteri in tema di amministrazione comunale; nell'isola si applica quindi il Testo Unico nazionale, con
l'eccezione delle deroghe particolari stabilite da alcune specifiche leggi regionali. Le modifiche in materia
approvate e proposte a livello centrale hanno tuttavia stimolato anche in Sardegna l'attivismo del legislatore
regionale, dapprima sospendendo l'applicazione in loco delle nuove norme nazionali, e quindi con la legge
regionale n. 11 del 25 maggio 2012 che ha provveduto a un riordino delle autonomie locali sarde.[18]

Statistiche
Al 2021 l'Italia ha 7 904 comuni.[19] Per effetto di aggregazioni spontanee, il loro numero è in calo rispetto
al censimento generale del 2011, quando i comuni italiani erano 8  092 e contavano in media 7  345
residenti.[20]

Nel 2011 il 70,5% dei comuni aveva meno di 5 000 abitanti e appena il 6,3% più di 20 000. Tra questi, i
comuni con più di 50 000 abitanti erano complessivamente 141, e quelli con più di 100 000 abitanti 46.

Nel 1861, anno dell'unità d'Italia, i comuni erano 7 720. In corrispondenza del censimento del 1921 è stato
registrato il maggior numero di comuni, ovverosia 9 195, mentre al censimento successivo del 1931, per
effetto di numerosi decreti di accorpamento se ne registrarono 7 311, valore minimo raggiunto.[21]

Comuni per fasce demografiche

Dati ISTAT aggiornati al 1º gennaio 2021:[22]


Comuni Popolazione
Fascia demografica
numero % residenti %
500 000 ab. e oltre 6 0,08% 7 170 310 12,10%
da 250 000 a 499 999 ab. 6 0,08% 1 874 966 3,16%
da 100 000 a 249 999 ab. 32 0,40% 4 749 945 8,02%
da 60 000 a 99 999 ab. 58 0,73% 4 446 634 7,50%
da 20 000 a 59 999 ab. 404 5,11% 13 253 362 22,37%
da 10 000 a 19 999 ab. 698 8,83% 9 662 013 16,31%
da 5 000 a 9 999 ab. 1179 14,92% 8 331 631 14,06%
da 3 000 a 4 999 ab. 1087 13,75% 4 222 171 7,13%
da 2 000 a 2 999 ab. 921 11,65% 2 258 907 3,81%
da 1 000 a 1 999 ab. 1520 19,23% 2 213 443 3,74%
da 500 a 999 ab. 1101 13,93% 811 919 1,37%
meno di 500 ab. 892 11,29% 262 265 0,44%
Totale 7 904 100,00% 59 257 566 100,00%

Fasce demografiche di interesse per i piccoli comuni

Comuni %
Fascia demografica
numero % residenti %
meno di 5 000 abitanti 5 521 69,85% 9 768 705 16,49%
meno di 4 000 ab. 5 063 64,06% 7 719 721 13,03%
meno di 3 000 ab. 4 434 56,10% 5 546 534 9,36%
meno di 2 000 ab. 3 513 44,45% 3 287 627 5,55%
meno di 1 000 ab. 1 993 25,22% 1 074 184 1,81%

Fasce demografiche per area geografica

Comuni del Nord, Centro e Mezzogiorno d'Italia suddivisi per fasce demografiche.

Il Nord comprende le regioni del Nord-Ovest (Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta) e quelle del
Nord-Est (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto).

Il Centro comprende le regioni dell'Italia centrale o Centro Italia (Lazio, Marche, Toscana e Umbria).

Il Mezzogiorno comprende le regioni dell'Italia Meridionale o Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria,
Campania, Molise, Puglia) e quelle dell'Italia insulare (Sardegna, Sicilia). L'Abruzzo è classificato nell'Italia
meridionale per ragioni storiche, in quanto faceva parte del Regno delle Due Sicilie prima dell'unità d'Italia
del 1861.
Numero comuni Popolazione residente
Fascia demografica
Nord Centro Sud Nord Centro Sud
da 500 000 ab. e oltre 3 1 2 2 804 841 2 783 809 1 581 660
da 250 000 a 499 999 ab. 3 1 2 907 910 359 755 607 301
da 100 000 a 249 999 ab. 17 5 10 2 503 474 749 523 1 496 948
da 60 000 a 99 999 ab. 16 16 26 1 289 906 1 253 707 1 903 021
da 20 000 a 59 999 ab. 158 78 168 4 974 716 2 647 385 5 631 261
da 10 000 a 19 999 ab. 353 115 230 4 824 497 1 655 230 3 182 286
da 5 000 a 9 999 ab. 672 155 352 4 723 268 1 139 230 2 469 133
da 3 000 a 4 999 ab. 620 141 326 2 404 254 549 864 1 268 053
da 2 000 a 2 999 ab. 501 100 320 1 229 705 242 581 786 621
da 1 000 a 1 999 ab. 793 182 545 1 155 222 270 306 787 915
da 500 a 999 ab. 627 110 364 458 324 82 312 271 283
meno di 500 ab. 622 64 206 175 415 19 431 67 419
Totale 4 385 968 2 551 27 451 532 11 753 133 20 052 901

Differenze linguistiche

Nei comuni italiani la lingua ufficiale è l'italiano seguita dai vari dialetti e lingue locali. Esistono tuttavia
delle differenze linguistiche nei comuni di confine con le nazioni estere (Francia, Svizzera, Austria e
Slovenia) dove esiste almeno una seconda lingua come il francese, il tedesco e lo sloveno (per esempio
Piemonte, Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia).

Esistono inoltre delle minoranze linguistiche come la lingua ladina in Trentino-Alto Adige e in Veneto, la
lingua friulana nel Friuli-Venezia Giulia, la lingua sarda in Sardegna, la lingua walser in Piemonte e Valle
d'Aosta, la lingua greca in Puglia e in Calabria, l'arbëreshë in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia,
Basilicata, Calabria, il francoprovenzale in Puglia.

Curiosità
Il comune con il nome più lungo è San Valentino in Abruzzo Citeriore (PE) con 34 lettere,[23]
mentre i comuni di Ne (GE), Re (VB) e Vo' (PD) hanno il nome più corto con sole due
lettere[24]
Il primo comune in ordine alfabetico è Abano Terme (PD) e l'ultimo è Zungri (VV)[25]
Il comune più a nord d'Italia è Predoi (BZ), quello più a sud Lampedusa e Linosa (AG), il più
occidentale Bardonecchia (TO) e il più orientale Otranto (LE)
Il comune più popolato d'Italia è Roma (RM), il meno popolato Morterone (LC)
Il comune più vasto d'Italia è Roma (RM), il meno vasto Atrani (SA)
Il comune con la più alta densità di popolazione è Casavatore (NA), quello con la più bassa
è Briga Alta (CN)

Note
1. ^ Comuni montani, su Comuniverso. URL consultato l'11 giugno 2019.
2. ^ Comuni montani, su Sì montagna. URL consultato l'11 giugno 2019.
3. ^ L'amministrazione talora disattende privati in materia di privacy, su senigallianotizie.it. URL
consultato il 24 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2018).
4. ^ Semplifnotariato.itministrativa per cittadini e PA: in 25 città accordi con i Comuni per
accesso in via telematica alla banca dati anagrafica, il rilascio dei certificati anagrafici e di
stato civile e la trasmissione in formato digitale delle convenzioni, su notariato.it, 19
novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2018).
5. ^ Autorità Garante della Privacy, Nota tecnica applicazione da parte dei Comuni della
normativa in materia di riservatezza (docweb n.40229). URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato
dall'url originale il 20 novembre 2017). , citato nel sito dell'authority con riferimenti ai volumi
"Massimario 1997 - 2001. I principi affermati dal Garante nei primi cinque anni di attività"
|"Massimario 2002" | "Massimario 2003" [CATEGORIE E REQUISITI DEI DATI PERSONALI
> Dati sensibili > Dati idonei a rivelare l'appartenenza etnica
6. ^ La tempistica di pubblicazione degli atti sul web, su publika.it, 26 febbraio 2019 (archiviato il
27 marzo 2020).
7. ^ Caratteristiche tecniche degli emblemi araldici, su presidenza.governo.it.
8. ^ Sito VDA. (http://www.regione.vda.it/enti_locali/documento_i.asp?pk_documenti=229)
9. ^ Sito VDA. (http://www.regione.vda.it/enti_locali/documento_i.asp?pk_documenti=272)
10. ^ Testo unico sull'ordinamento comunale nel TAA. (http://www.regione.taa.it/moduli/922_T
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Bibliografia
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Paolo Caretti e Ugo De Siervo, Istituzioni di diritto pubblico, Torino, Giappichelli Editore,
1996. ISBN 88-348-6210-4.

Voci correlate
Associazione Nazionale Comuni Italiani
Consiglio comunale (Italia)
Comune sparso
Consorzio di comuni
Demografia d'Italia
Ente locale (Italia)
Elezioni amministrative italiane
Messo comunale
Titolo di città in Italia
Testo unico degli enti locali
Sindaco (Italia)
Rete Città Sane
Unione di comuni
Ufficiale dello stato civile
Ufficiale dell'anagrafe
Ufficiale elettorale

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Collegamenti esterni
Associazioni e Reti di Comuni

Anci Associazione Nazionale Comuni Italiani, su anci.it.


Ancitel La rete dei Comuni Italiani, su ancitel.it.

Reti del Terzo Settore

Rete Recosol, su comune-info.net. URL consultato il 18 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 19
giugno 2018).
Comuni e associazioni del Terzo Settore, in Toscana, su siamosolidali.it.
Rete città Sane, su Rete Città Sane. (partner dell'OMS)

Altro
Statistiche e curiosità sui Comuni d'Italia, su comuniweb.net.
Trasparenza nell’utilizzo delle risorse pubbliche, su soldipubblici.gov.it. URL consultato il 23
aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2017). ex D.Lgs. "Trasparenza" n. 97/2016, art. 5,
comma 1.

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