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360 DETTAGLI COSTRUTTIVI DI STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO

3.1.14 SPALLE

Luca Brancaccio – Chiara Luchino – Achille Devitofranceschi

Sono manufatti in cemento armato gettati in opera che permettono la


transizione fra sede in rilevato e sede in viadotto.

Sono classificabili secondo due tipologie:

a) spalle monolitiche;

b) spalle passanti.

3.1.14.1 Spalle monolitiche

Le spalle monolitiche sono elementi a tutta altezza dal p.c. che accolgono e
sostengono il corpo del rilevato e sulla cui sommità vengono appoggiate le
travi.

Lo schema di funzionamento è del tipo a bilanciere, vista la presenza


dell’azione instabilizzante, data dal carico dell’impalcato e dalle azioni
orizzontali ribaltanti, a cui corrisponde una reazione bilanciante offerta dal
terreno a tergo del muro di paramento e gravante sulla fondazione.

La transizione fra sezione stradale in rilevato e sezione su viadotto viene


realizzata disponendo a tergo del muro paraghiaia un cuneo di materiale arido
stabilizzato, ovvero di misto cementato, che evita la formazione di un
avvallamento della pavimentazione in corrispondenza del muro paraghiaia.

Lo spessore dei muri andatori può essere variabile fra lo spiccato e la


sommità: in genere è di circa 80 cm.

Per quanto riguarda le altezze delle spalle e dei relativi rilevati, in generale si
cerca di posizionare la spalla laddove il rilevato a tergo supera 5-6 m; in tal
modo, tenendo conto anche del necessario rinterro, la spalla monolitica
presenta muri andatori alti circa 7 metri. La loro posizione in pianta corrisponde
al limite del tratto pavimentato contro cui si appoggia la scarpa laterale del
rilevato e la loro lunghezza è pari alla sottostante fondazione.

Per rilevati particolarmente alti è possibile realizzare delle “protesi” a sbalzo dei
muri andatori in grado di anticipare il punto di risvolto del rilevato.
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3.1.14 – VIADOTTI E PONTI STRADALI

Figura 3.1.39 - Carpenteria della spalla monolitica


362 DETTAGLI COSTRUTTIVI DI STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO

I muri di paramento sono generalmente a tutta larghezza per contenere il


sistema di appoggio dell’impalcato (baggioli e ritegni) e il paraghiaia: possono
quindi raggiungere anche 2 metri di larghezza e più.

Fra le travi dell’impalcato e il muro paraghiaia viene, talvolta, realizzato un


percorso di servizio che permette l’ispezione delle testate dell’impalcato e,
laddove presenti, il controllo e la sostituzione dei dispositivi di vincolo ad
azione assiale. Il varco così creato viene chiuso in sommità o con un più
pronunciato sbalzo della soletta dell’impalcato ovvero realizzando in estremità
del paraghiaia un elemento monolitico in c.a. (detto “martello” o “naso”) come
rappresentato nel dettaglio 2 della figura 3.1.40.

Il paraghiaia ha spessore di almeno 40 cm, presenta un’altezza pari a quella


dell’impalcato, incrementata dell’altezza appoggi e baggioli, e il suo estradosso
è posto al di sotto dei soli strati di binder e usura; pertanto il profilo superiore
del paraghiaia è identico al profilo della sagoma stradale; sulla sua sommità
viene anche fissato l’elemento di giunto dell’impalcato.

Sulla sommità dei muri andatori, invece, sono realizzati ancora i cordoli in
prosecuzione di quelli presenti sull’impalcato per permettere il montaggio delle
barriere di sicurezza che saranno dello stesso tipo di quelle previste sul
viadotto.

3.1.14.2 Spalle passanti

In atri casi le funzioni della spalla possono essere disaccoppiate affidando il


compito di sostenere il rilevato ad elementi in grado di aumentare la capacità
resistente del terreno e di assorbirne le spinte residue (muri in terra rinforzata
ad esempio).

Rimane alla spalla il compito di sostenere l’impalcato e le sue azioni e


garantire la transizione fra la sede stradale in rilevato e quella in viadotto.

In questi casi non è più necessario avere un corpo spalla a tutta altezza di
rilevato ma è sufficiente avere un cuscino di appoggio delle travi in c.a. ove
vengono posizionati i baggioli.

Tale cuscino costituisce anche elemento di ripartizione delle azioni sui pali.
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3.1.14 – VIADOTTI E PONTI STRADALI

Figura 3.1.40 - Carpenteria di una spalla passante


364 DETTAGLI COSTRUTTIVI DI STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO

In figura 3.1.41 si mostra un ulteriore esempio di spalla passante; in questo


caso si prevede una trave cuscino interposta tra baggioli e plinto la cui
presenza e giustificabile dalle seguenti considerazioni:

- dal punto di vista strutturale consente di ridurre lo spessore del plinto pur
garantendo una sufficiente rigidezza trasversale della fondazione,
necessaria per una corretta ripartizione del carico sui pali;

- introduce un elemento di separazione tra fondazione ed elevazione che


può essere quindi realizzato con calcestruzzo di classe superiore,
ricevendo in genere azioni locali rilevanti trasmesse dai baggioli di
appoggio delle travi, da denti di arresto, dispositivi antisismici o martinetti
di sollevamento impalcato;

- crea un elemento di pulizia per il piano appoggi consentendo quindi il


rinterro del plinto.

E’ infine opportuno sottolineare che tale tipologia di spalla, affinché sia


funzionale, necessita che il rilevato sia conformato in modo da garantire un
sufficiente ricoprimento laterale dei pali.

In assenza di ciò, la primissima parte di terreno non eserciterebbe alcun


confinamento laterale al palo con conseguente aumento della lunghezza di
inflessione e quindi delle sollecitazioni flettenti.

Tale aspetto è da valutare con particolare riguardo in zona sismica dove, in


assenza di adeguato ricoprimento, la massa del plinto entrerebbe in gioco
aumentando considerevolmente le azioni sismiche orizzontali.

Infine, sempre allo scopo di ottenere un adeguato confinamento laterale dei


pali, è opportuno che la realizzazione di questi sia operata solo dopo aver
raggiunto la quota finale di rilevato (costipato) quindi scavando fino alla quota
di imposta dei pali.

3.1.14.3 Armature della spalla monolitica

L’armatura della spalla monolitica in elevazione è concettualmente analoga a


quella di un muro controterra; tuttavia, oltre alle azioni litostatiche (sia statiche
che dinamiche) provenienti da tergo, sono presenti altre azioni ribaltanti in
quanto il carico proveniente dall’impalcato può essere eccentrico rispetto al
suo asse baricentrico.
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3.1.14 – VIADOTTI E PONTI STRADALI

Figura 3.1.41 – Spalla passante con “trave cuscino”


366 DETTAGLI COSTRUTTIVI DI STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO

Nel caso poi di spalla “fissa”, ove cioè l’appoggio fornisce all’impalcato anche
un vincolo longitudinale, sono presenti delle azioni ribaltanti supplementari.

Lo schema è pertanto sempre quello di mensola soggetta ad pressoflessione e


taglio.

Il muro paraghiaia, invece, presenta spessore decisamente meno rilevante


risultando sollecitato prevalentemente a flessione.

L’armatura è pertanto importante (pos. 23 di figura 3.1.42) e talvolta viene


integrata con specifici ferri per contrastare l’azione di taglio (pos. 25).

3.1.15 FONDAZIONI

Luca Brancaccio – Chiara Luchino – Achille Devitofranceschi

Le fondazioni di pile e spalle sono realizzate mediante una platea in cemento


armato gettato in opera (di spessore variabile generalmente compreso fra 1.50
e 2.50 m), il cui estradosso è posto almeno 50 cm al di sotto del piano
campagna, in grado di ripartire il più omogeneamente possibile i carichi e al
contempo ridurre l’eccentricità della risultante riportandola all’interno del
nocciolo centrale di inerzia della fondazione.

Il trasferimento delle sollecitazioni al terreno avviene generalmente attraverso


l’utilizzo di pali di grosso diametro (ø 1000-1500), di lunghezza tale da trasferire
per attrito laterale e per punta gli sforzi di compressione e taglio agenti. I pali
vengono disposti secondo una maglia rettangolare o triangolare (quinconce), di
interasse almeno pari a 3 diametri, e il perimetro della platea di fondazione li
racchiude fuoriuscendo dall’ultima fila di pali per almeno un diametro.

Sono opere controterra che richiedono particolare cura nei dettagli per
garantire una adeguata durabilità; pertanto vengono utilizzati calcestruzzi in
Istr NTC 08
§ C4.1.6.1.3 grado di resistere all’azione aggressiva delle acque e dei terreni adottando
opportuni copriferri in conformità alle specifiche riportate nelle Istruzioni.

L’armatura presente nei plinti è di diametro importante, disposta anche su più


strati; ciò comporta che in estremità della fondazione la loro piega realizza
delle zone d’angolo non sufficientemente armate e soggette a possibili lesioni
per spigolature o fessurazioni. In tali parti pertanto vengono disposte delle
specifiche armature di piccolo diametro in grado di assorbire le locali trazioni.
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3.1.14 – VIADOTTI E PONTI STRADALI

Figura 3.1.42 - Armatura della spalla monolitica


368 DETTAGLI COSTRUTTIVI DI STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO

Inoltre la disposizione dell’armatura del plinto può interferire con le barre di


collegamento fuoriuscenti dal palo con particolare riferimento a quello
d’angolo. In tal caso è importante valutare attentamente la disposizione della
maglia di armatura al fine di permettere al calcestruzzo di realizzare un
corretto nodo di continuità fra plinto e palo evitando di avere recessi fra i ferri in
cui il getto non riesce a realizzare un sufficiente intasamento.

Nella figura 3.1.43, in cui sono evidenziati i dettagli citati, è riportata la


carpenteria di un plinto di pila in cemento armato di altezza 2 m, fondato su pali
trivellati ø1200, di lunghezza 20 m e disposti ad interasse 3.60 m.

3.1.16 ELEMENTI DI FINITURA E ARREDO

Luca Brancaccio – Chiara Luchino – Achille Devitofranceschi

A completamento delle opere d’arte, in viadotto sono presenti degli elementi di


finitura e arredo in grado di migliorarne l’aspetto estetico/funzionale e
garantirne una migliore durabilità.

In estradosso soletta o lungo il piano strutturale delle pendenze viene disposta


l’impermeabilizzazione, che può essere eseguita o mediante la realizzazione di
guaine eseguite in opera armate con TNT o la realizzazione, sempre in opera,
di cappe di asfalto.

Tale strato viene risvoltato sui cordoli e disteso anche all’interno dei recessi
ospitanti le caditoie. Lungo i marciapiedi o i cordoli viene posto generalmente
uno strato di finitura e impermeabilizzazione.

Il sistema di drenaggio delle acque di piattaforma (figura 3.1.44) viene


garantito dalla presenza di caditoie poste su ogni campata e da un sistema di
condutture che riportano le acque o al piano campagna per libera dispersione
o alle vasche di raccolta.

In questo secondo caso la conduttura potrà attraversare il muro di paramento


delle spalle: è pertanto essenziale prevedere dei manicotti giuntati in
corrispondenza di ogni pila di giunto in grado di assicurare il loro
funzionamento anche in presenza di spostamenti relativi spalla/impalcato.
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3.1.15 – VIADOTTI E PONTI STRADALI

Figura 3.1.43 - Armatura del plinto di fondazione e del palo


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Il sistema di drenaggio è completato dal collettamento delle acque provenienti


dai giunti di pavimentazione che vengono raccolte da una scossalina posta al
di sotto del varco.

Sul bordo esterno della soletta vengono generalmente disposti degli elementi
di chiusura (carter), che possono essere realizzati sia in metallo che in
calcestruzzo prefabbricato (figura 3.1.45) il cui compito è quello di migliorare
l’inserimento ambientale del viadotto, omogeneizzando il prospetto,
nascondendo eventuali tubazioni di servizio, proteggendo l’impalcato dalle
azioni meteoriche e, infine, nascondendo eventuali disallineamenti della soletta
o dei cordoli causati sia dalla rotazione di sagoma sia da errori in fase di getto.

Talvolta tali elementi possono essere integrati nella predalla prefabbricata e


costituire elemento fermagetto laterale.

In estremità del marciapiede può essere presente un parapetto di altezza non


inferiore a 1 m; in corrispondenza di scavalchi stradali o ferroviari vengono
utilizzate reti antiproiezione, alte almeno 2 m, con sovrapposta una rete
inclinata verso l’interno.
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3.1.16 – VIADOTTI E PONTI STRADALI

Figura 3.1.44 - Nodo armatura soletta con particolare della raccolta acqua piattaforma
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Figura 3.1.45 - Nodo armatura soletta con particolare della raccolta acque di piattaforma

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