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DISEGNO TECNICO L02

Disegno: rappresentazione su un piano bidimensionale di un oggetto reale o immaginario per mezzo di


linee e segni
—> tecnico: finalizzato ad utilizzazione pratiche alla trasmissione di informazioni, non si presta
all'interpretazione personale come in quello artistico; rappresentazione di oggetti tecnici; basato su
convenzioni normate
1 diffondere informazioni
2 permettere la ricostruzione mentale del modello dell’oggetto

Cartiglio: tabella con informazioni standard (progettista scala rugosità tipo di proiezione tolleranze
saldature…)

La funzione di diffusione dell’informazione ha reso necessaria la creazione di un linguaggio unico e


inequivocabile, universale (Fedeltà e univocità Integrabilità Facilità di interpretazione Completezza
Trasferibilità)
—> stabilito da ente normatore guarda al progresso e valuta la situazione attuale, enti nazionali e
internazionali di normazione ed unificazione
che cos’è la normazione? E’ un’azione che porta a stabilire ed applicare regole, definite con il consenso
degli interessati ed approvate da un organismo ufficialmente riconosciuto, per ordinare e razionalizzare un
determinato campo di attività, al fine di raggiungere una situazione economica ottimale, nel rispetto delle
esigenze funzionali e di sicurezza
che cos’è l’unificazione? E’ una forma di normazione che riunisce prescrizioni dimensionali, procedurali o di
altra natura, in modo da ottenere prodotti equivalenti e intercambiabili, in numero relativamente ridotto di
tipi e varianti.
Gli enti normatori :
- ISO INTERNATIONAL STANDARDS ORGANIZATION (MONDIALE)
- CEN EUROPEAN COMMITTEE FOR STANDARDIZATION (EUROPEO)
- UNI ENTE NAZIONALE DI UNIFICAZIONE (ITALIANO)
- NORME UNI PER IL DISEGNO TECNIC—> normazione e unificazione (per commercializzare il prodotto
e ricevere gli attestati di conformità è UNI)

Processo sviluppo prodotto


1. Progettazione (strumenti CAD modellazione geometrica)
Concezione (conoscere le dimensioni del
prodotto)

Progettazione (parti)

Analisi e ottimizzazione

Validazione di progetto

Documentazione di progetto

2. Produzione (strumenti CAM CAPP conoscere il comportamento del prodotto)


Pianificazione del processo
1 pianificazione della produzione
2 progettazione e realizzazione attrezzaggi
3 programmazione NC CNC

Produzione

Controllo qualità

packaging
Tipi di disegni:
a livello di strutturazione
- Disegno di complessivo: indicando un numero ad ogni componente attraverso una pallinatura, una
macchina completa composta da gruppi distinti in modo da specificare l’ingombro e la funzione
- Disegno di gruppo: insieme di sottogruppo rappresenta un insieme di particolari avente una
funzione propria autonoma (gruppo trasmissione di un telaio)
- Disegno di sottogruppo: non hanno una funzione specifica
- Disegno di un componente o di un particolare: rappresenta un pezzo non ulteriormente
scomponibile (tappo di un pennarello)
a livello di collocazione nel ciclo di sviluppo del prodotto
- Disegno di concepimento o di avanprogetto: redatti nella fase di conceptual design, non può essere
artistico, schizzi
- Disegno costruttivo: riporta in modo completo tutte le prescrizioni funzionali come tolleranze finiture
superficiali materiali …
- Disegno di fabbricazione (dati necessari per realizzare montare controllare il prodotto)
- Disegno del pezzo costruito

Norme per descrivere


- Forma
- Dimensioni
- Tolleranza (di tipo geometrico per esempio un cilindro o di tipo dimensionale per esempio la
lunghezza di un pistone)
- Rugosità superficiale (quanto è liscio un prodotto, che tipo di lavorazione deve subire il mio oggetto)
- Materiale
Elementi di macchine

Metodi di rappresentazione:
problema di rappresentare in modo chiaro e oggettivo su un piano un oggetto
nel modello 3D posso visualizzare ma non riesco a inserire tutte le informazioni come le intolleranze, le
rugosità e tutti i componenti

1. Le proiezioni: trasformano punti in un sistema di coordinate 3D in punto di sistema di coordinate 3D


o 2D; tramite raggi di proiezione che partono da un centro di proiezione

Prospettiche (troppo Parallele


laborioso quindi poco
utilizzata)

1 punto
2 punti
Oblique Cabinet
3 punti
Cavalier

Ortogonali Ortografiche:
metodo europeo
metodo americano
metodo delle frecce

Assonometriche
(dimensioni non
vengono mantenute):
dimetriche
trimetriche
isometriche
Le viste si possono disporre secondo:
- METODO EUROPEO O DEL PRIMO DIEDRO (E) l’oggetto sta tra l’osservatore e il piano di proiezione

– METODO AMERICANO O DEL TERZO DIEDRO (A) il piano di proiezione sta tra l’osservatore e l’oggetto

- METODO DELLE FRECCE

▪ scelta della vista principale


▪ determinare numero minimo
▪ determinare le viste che presentano il minor minimo di linee nascoste
▪ disposizione delle viste
UNI 936
LE SEZIONI L04

Con il metodo delle proiezioni ortogonali l’interno di un pezzo cavo non può essere visto, ma può essere
rappresentato tracciandone i contorni con linee a tratti E
▪ Problemi di comprensione della forma del pezzo nel caso di cavità di forma complessa e ricche di dettagli
Soluzione
UNI 3971 “sezione è la rappresentazione, secondo il metodo delle proiezioni ortogonali, di una delle due
parti in cui viene diviso l’oggetto da un taglio ideale eseguito secondo uno o più piani o altre superfici”

▪ La traccia del piano o della superficie secante deve essere indicata con una linea mista fine con gli
estremi ingrossati
▪ A fianco delle frecce devono essere scritte lettere maiuscole uguali
▪ In corrispondenza dei tratti ingrossati vengono poste due frecce che devono essere perpendicolari alla
traccia ed orientate secondo il verso di proiezione
▪ Le zone sezionate vengono messe in evidenza mediante tratteggio (campitura)
▪ Tratteggio eseguito con linee continue sottili, parallele, a passo costante, inclinate di 45°rispetto assi del
pezzo o linee di contorno più significative
▪ la sezione deve essere contrassegnata dalla scritta: X-X: lettera maiuscola posta agli estremi della traccia
La scritta deve essere posta sopra la sezione centralmente

▪ Con le sezioni, i corpi cavi o le cavità in corpi massicci vengono descritte in modo semplice, univoco e di
immediata comprensione, con la possibilità di sopprimere anche qualche vista
▪ Il piano di sezione è un piano ideale col quale si immagina di tagliare il pezzo che rimane integro e come
tale deve essere rappresentato nelle viste
▪ La sezione è ottenuta immaginando di asportare la parte di pezzo compresa tra piano di sezione e
osservatore e proiettando sul piano di proiezione scelto la rimanente parte del pezzo
▪ Per distinguere una sezione da una vista, è necessario mettere in evidenza la superficie piana tagliata dal
piano di sezione
▪ Se nel disegno, oltre alla sezione, sono presenti viste, la traccia del piano di sezione su di esse va
indicata con linea mista contraddistinta da estremità ingrossate e la direzione e il senso secondo i quali è
effettuata la sezione devono essere indicati mediante frecce, con lettere maiuscole identificatrici
▪ Le sezioni vengono disegnate e disposte secondo le norme alle quali sono assoggettate le viste
▪ Quando si disegna un pezzo in sezione, gli spigoli nascosti devono essere rappresentati solo se
indispensabili alla comprensione

CLASSIFICAZIONE

Secondo l’elemento secante


un solo piano
due o più piani paralleli
piani consecutivi o concorrenti
con una superficie di forma qualsiasi

Secondo l’estensione
semisezioni
sezioni parziali (non si indica traccia del piano di sezione)

Secondo la posizione
in loco
in vicinanza
sezioni successive
SEZIONI DI ELEMENTI PARTICOLARI
devono essere rappresentati in vista esterna anche se il piano di sezione li attraversa:
- ribattini, chiodi, viti e relative teste
- dadi e rosette
- alberi di trasmissione (non saranno sezionati con le linee a 45 gradi)
elementi che non devono essere sezionati quando il piano di sezione li interseca longitudinalmente
- nervature (parti di rinforzo) e pareti sottili (spessore molto minore rispetto ai piani che collegano)
- chiavette e linguette
elementi che non devono essere sezionati quando il piano di sezione passa per il loro asse longitudinale o
è ad esso parallelo
- sfere, rulli e rullini di cuscinetti a rotolamento
- maniglie (o impugnature) in genere

LA QUOTATURA L05
Insieme delle informazioni che definiscono le dimensioni di un oggetto o di un componente

La quotatura può essere diversa in funzione della finalità del disegno


- quotatura funzionale (per il montaggio dei particolari)
- quotatura tecnologica (per la lavorazione dei particolari)
- quotatura di collaudo (per la verifica dei particolari prodotti)

Norme UNI
- linee di misura e riferimento e linee per indicazioni particolari
- quotatura e scelta dei riferimenti
- quote e loro distribuzione

Gli assi di simmetria e le linee del contorno non


devono mai essere utilizzate come linee di misura,
ma possono essere utilizzati come linee di
riferimento.
Disposte preferibilmente all’esterno; non devono
attraversare zone sezionate.
Evitare intersezioni con linee di contorno e di
riferimento e distanziare linee in modo uniforme.

CLASSIFICAZIONE
punto di vista geometrico
– quote di grandezza G
- quote di posizione P
- quote di accoppiamento M
disposizione: sistemi di quotatura
- in serie, utilizzata quando si vuole dare importanza predominante alla distanza tra due elementi contigui e
gli errori costruttivi, e loro accumulo, non hanno grave influenza
- in parallelo, quando un gruppo di quote nella stessa direzione ha un unico riferimento
- combinata, quando è necessario ricorrere a più di un elemento di riferimento e si possono utilizzare la
quotatura in serie ed in parallelo contemporaneamente
- con quote sovrapposte
- in coordinate
in base allo scopo
- funzionale (funzionali per l’utilizzo del mio oggetto, non funzionali, ausiliarie tra parentesi non
indipendente)
- tecnologica (processi di lavorazione)

- di collaudo

INDICI DI QUOTATURA COM RAGGIO DIAMETRO RACCORDO ECC..

ERRORI DI LAVORAZIONE L06


Il progettista controlla la dualità ideale/reale mediante l’assegnazione delle tolleranze, ovvero dei limiti di
variabilità all’interno dei quali le caratteristiche geometriche e dimensionali debbono essere contenuti
Il caso più semplice è quello di esprimerne il valore limite superiori e inferiori all’interno dei quali la
dimensione reale è considerata ammissibile → pezzo conforme
Può essere usato un calibro passa non passa.
Tolleranza dimensionale differenza tra la dimensione massima e minima (cioè intervallo entro il quale può
oscillare la dimensione effettiva): differenza algebrica tra scostamento superiore ed inferiore

ALBERO: Un generico componente a geometria esterna (pieno)


FORO: Un generico componente a geometria interno (vuoto)
DIMENSIONE NOMINALE: valore di riferimento per una data dimensione e rappresenta la quota ideale
LINEA DELLO ZERO (vd. rappr. Grafica): linea retta rappresentante la dimensione nominale
DIMENSIONI LIMITE, minima e massima: le due dimensioni estreme ammissibili di un pezzo
SCOSTAMENTO: differenza algebrica tra dimensione effettiva e nominale
SCOSTAMENTO INFERIORE: (Ei) differenza algebrica tra la dimensione minima e la dimensione nominale
SCOSTAMENTO SUPERIORE: (Es) differenza algebrica tra la dimensione massima e la dimensione
nominale

Se la dimensione minima e la dimensione nominale coincidono lo scostamento inferiore coincide,


scostamento superiore sarà uguale alla tolleranza più la dimensione nominale.

Il problema sta negli accoppiamenti


1) accoppiamento con gioco (albero che deve ruotare rispetto ai mozzi, diametro albero più piccolo)
▪ gioco minimo: differenza tra dimensione minima del foro e dimensione massima dell’albero
▪ gioco massimo: differenza tra dimensione massima del foro e dimensione minima dell’albero

2) accoppiamento con interferenza (ruota che deve essere montata in modo fisso su un albero)
componente che non deve muoversi rispetto all’altro (diametro dell’albero è più grande rispetto al foro)
▪ interferenza minima: valore assoluto della differenza tra dimensione massima del foro e dimensione
minima dell’albero
▪ interferenza massima: valore assoluto della differenza tra dimensione minima del foro e dimensione
massima dell’albero

3) accoppiamento incerto (situazione particolare con interferenze e giochi negativi; il componente deve
essere montato in modo ripetuto; variabilità, può essere sia con gioco sia forzato)
▪ gioco massimo: differenza tra dimensione massima del foro e dimensione minima dell’albero
▪ interferenza massima: valore assoluto della differenza tra dimensione minima del foro e dimensione
massima dell’albero

UNI adotta Sistema ISO di tolleranze ed accoppiamento


insieme di tolleranze e scostamenti unificati e di accoppiamenti tra alberi e fori
una tolleranza del sistema ISO viene detta tolleranza fondamentale e viene indicata con IT
▪ caratteristiche fondamentali dalle quali dipende la tolleranza
- dimensione nominale
- qualità della lavorazione
- posizione della zona di tolleranza rispetto alla dimensione nominale
La norma ISO raggruppa le ampiezze della tolleranza in 20 classi dette gradi di tolleranza normalizzati
(IT1 più preciso, IT18 più grossolano, IT0 e IT01 per applicazioni speciali, solitamente IT6).
Per evitare di dover indicare le tolleranze su ciascuna quota, è possibile indicare sopra il cartiglio la classe
di tolleranza che si riferisce a tutte le quote non tollerate (tolleranze generali)

1) SISTEMA DI ACCOPPIAMENTO FORO BASE: insieme sistematico di accoppiamenti ottenuti


combinando alberi aventi diverse zone di tolleranza con un foro base avente posizione H
(18 H6/g5)
2) SISTEMA DI ACCOPPIAMENTO ALBERO BASE: insieme sistematico di accoppiamenti ottenuti
combinando fori aventi diverse zone di tolleranza con un albero base avente posizione h
(40 G7/h6)

Rugosità: insieme delle irregolarità superficiali, che si ripetono con passo relativamente piccolo, lasciate dal
processo di lavorazione e/o da altri fattori influenti.

SUPERFICIE GEOMETRICA O IDEALE: superficie teorica rappresentata sul disegno


SUPERFICIE REALE: superficie effettiva ottenuta con la lavorazione
PIANO DI RILIEVO: piano ortogonale alla superficie nominale del pezzo
PROFILO IDEALE: linea risultante dall’intersezione del piano di rilievo con la sup. geometrica
PROFILO REALE: linea risultante dall’intersezione del piano di rilievo con la sup. reale

LINEA MEDIA: linea di riferimento avente la forma del profilo nominale e che divide il profilo in modo che,
all’interno della lunghezza di base, la somma dei quadrati degli scostamenti a partire da questa linea sia la
minima.
Indicazioni complementari
a valore della rugosità in micrometri (preceduto dal simbolo
Ra)
b lavorazione, trattamento
c altezza dell’ondulazione in micrometri preceduta dalla
lunghezza di base in millimetri
d irregolarità della superficie
e sovrammetallo di lavorazione
f valore di rugosità diverso da Ra preceduto dal simbolo

Indicazione numerica (in mm)


Per precisare un limite inferiore e uno superiore
Il segno grafico deve poter essere letto dal basso
o da destra
Indicazione di caratteristiche particolari dello stato
delle superfici

tolleranze geometriche
UNI 7226 stabilite in funzione delle esigenze funzionali, di forma e dimensione

Principio di indipendenza: ciascuna prescrizione dimensionale o geometrica specificata su un disegno deve


essere rispettata in se stessa in modo indipendente, salvo, non sia prescritta, sul disegno, una relazione
particolare. Pertanto, in mancanza di indicazioni specifiche, le tolleranze geometriche si applicano senza
tener conto delle dimensioni dell’elemento, e le sue prescrizioni (dimensionali e geometriche) devono
essere trattate come esigenze tra loro indipendenti.
Le tolleranze geometriche limitano lo scostamento di un elemento in rapporto alla sua forma od al suo
orientamento od alla sua posizione, considerati teoricamente esatti, senza tener conto delle dimensioni
dell’elemento.
(non tengono conto dell’indipendenza delle dimensioni)

Tolleranze di forma - stabiliscono i limiti di variazione di una superficie o una singolarità dalla forma ideale
(es. rettilineità)
Tolleranze di orientamento - stabiliscono i limiti di variazione di una superficie o una singolarità rispetto ad
uno o più elementi assunti come riferimento (es. parallelismo)
Tolleranze di posizione - stabiliscono i limiti di variazione di una superficie o una singolarità rispetto ad una
posizione ideale ed ad uno o più elementi assunti come riferimento (es. concentricità)
Tolleranze di oscillazione - stabiliscono i limiti di variazione di una superficie o una singolarità rispetto ad
una forma stabilita nel disegno durante una rotazione della parte attorno ad un elemento di riferimento
Riquadro suddiviso in due o tre caselle
- Simbolo della tolleranza geometrica
- Il valore della tolleranza
- Elementi di riferimento

FILETTATURE E ORGANI FILETTATI L08


Collegamenti smontabili (temporanei): quando le
parti unite si possono separare l’una dall’altra con
semplici operazioni Il vincolo tra le parti può
essere dovuto: • all’attrito • ad un ostacolo fisico
- Risalto di sezione costante (filetto), avvolto ad
elica sulla:
SUPERFICIE ESTERNA di un elemento cilindrico o
conico, che prende il nome di VITE SUPERFICIE
INTERNA di un elemento analogo, che prende il
nome di MADREVITE
- è un elemento (caratteristica, feature) funzionale che permette il collegamento smontabile di parti diverse
- Gli elementi filettati assolvono due compiti principali:
1. funzione di collegamento
- Immobilizzazione relativa di componenti - Temporaneo e smontabile -
Filettature a profilo triangolare
2. funzione di trasmissione - Permette la traslazione reciproca di
componenti - viti di manovra
- ELICA: curva descritta da un punto che si muove di due moti uniformi e
simultanei, uno circolare e uno rettilineo, su di una superficie cilindrica o
conica; se si considera il moto elicoidale di una figura piana (triangolo,
trapezio, …) si ha una superficie elicoidale (il filetto, detto anche pane o
verme).
Profilo: Intersezione del filetto con un semipiano avente per origine l’asse della
filettature
Forma del profilo: triangolare, trapezoidale, a dente di sega, tondo
triangolo generatore di altezza h: triangolo individuato nel piano del profilo dai punti di intersezione delle rette
appartenenti ai fianchi di un filetto e le rette app. ai fianchi contigui
angolo del filetto: angolo al vertice del triangolo generatore
cresta: congiunge i due fianchi di un filetto
fondo: congiunge i fianchi di due filetti consecutivi
passo: distanza tra due punti omologhi del profilo

Numero dei principi: numero dei filetti contigui


Lunghezza di avvitamento: porzione di vite che va a contatto
con la madrevite (lunghezza misurata lungo l’asse); nei
collegamenti è pari ad 1-1,5 volte il diametro nominale
Diametro esterno: diametro misurato sulla cresta del filetto della vite (d) o sul fondo del filetto della madrevite
diametro nominale: diametro esterno d della vite e quello corrispondente d della madrevite (utilizzato per la
designazione convenzionale della filettatura)
diametro di nocciolo: diametro misurato sul fondo del filetto della vite o sulla cresta del filetto della madrevite
linea media: linea contenuta in un piano assiale tale che le sue intersezioni con i fianchi del filetto siano equidistanti
diametro medio: diametro misurato sul linea media
Filettature destrorsa (avvitamento orario) e sinistrorsa (avvitamento antiorario)

Filettature metriche ISO


Angolo di 60 gradi e profilo triangolare
Designazione:
- lettera M
- diametro nominale in mm
- passo preceduto da segno di moltiplicazione
obbligatorio nel caso di passo fine
- se a più principi: Passo della filettatura (L) e passo
del Profilo (P)
- elica sinistra: LH

ORGANI DI COLLEGAMENTO FILETTATI


▪ Vite - gambo filettato (interamente o parzialmente) -
testa (elemento di manovra)
▪ Dado - elemento esagonale o quadrato con foro
filettato
▪ Bullone - insieme di vite e dado
▪ Vite prigioniera - cilindro filettato da entrambe le parti
▪ Inserti filettati
▪ Raccordi filettati
DISPOSITIVI DI APPOGGIO
▪ Rosette Diminuire pressione esercitata per effetto serraggio
▪ Piastrine (per materiali teneri) Tra dado o testa della vite e la superficie del pezzo
DISPOSITIVI DI ANTIALLENTAMENTO
▪ Rosette elastiche - interposte tra dado o testa della vite e superficie di appoggio
▪ Rosette di sicurezza, con linguetta
▪ Controdadi
▪ Dadi ad intagli e copiglia

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