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IL FENOMENO SINDACALE.

UN’INTRODUZIONE: FONTI
Che cos’è il sindacato? È un’organizzazione collettiva dei lavoratori che nasce per contrastare la disparità di
potere contrattuale individuale nella quale questi si trovano nei confronti del datore id lavoro sia nel
momento della stipulazione del contratto individuale di lavoro, sia nel corso dell’esecuzione del rapporto di
lavoro.
 Protezione del lavoro dal libero e incondizionato funzionamento del mercato.
 Protezione del lavoro dalla “concorrenza necessitata” ossia condizioni che compromettono la libera
concorrenza tra i lavoratori (F. Santoro Passarelli)
(perciò si intende la concorrenza pure e non quella inquinata da parte del datore di lavoro di approfittare
della propria posizione di forza contrattuale per fare un gioco a ribasso dei salari). Da tenere a mente: non di
rado le norme del diritto del lavoro o sono frutto di rivendicazioni sindacali o hanno un’origine contrattuale.
Un esempio il principio causalistico del licenziamento per giustificato motivo soggettivo (c.d. gms) ha
un’origine contrattuale, cioè partendo da una serie di accordi interconfederali, dagli anni ’45 fino anni ’60,
hanno trovato una cristallizzazione nella l. 604/1966.
Quando nasce il diritto sindacale? La nascita del diritto sindacale è legata alla storia del movimento operaio.
Le regole che costituiscono il diritto del lavoro non di rado sono frutto delle rivendicazioni dai lavoratori
collettivamente organizzati. Nasce come organizzazione del conflitto contro il potere del detentore di
capitale, in generale, le autorità che organizzazione il lavoro – CONFLITTO INDUSTRIALE (latu sensu).
Esempio rapporto di forza tra le parti sociali: supponiamo che ci sia una zattera in mare aperto, e deve tenersi
in equilibrio, da una parte abbiamo un peso di 150 che definiamo datore di lavoro, il cui peso dipende per
l’appunto dalla detenzione di capitale; dall’altro invece abbiamo un lavoratore singolo, quantitativamente
peso 1, dato dalla sua esclusiva forza di lavoro. Come può questo lavoratore bilanciare la zattera il rapporto
di forza? Solo coalizzandosi con altri lavoratori. Tale rapporto di forza, come vedremo in questa lezione,
verrà smosso a favore dell’uno o a favore dell’altro da un terzo attore, lo Stato (settore pubblico). A volte
supporto il lavoratore e altre volte il datore di lavoro, il quale nel frattempo si sarà coalizzato come il
lavoratore.
Il diritto sindacale è l’insieme delle norme che disciplinano i sindacati (organizzazioni collettive e autonome)
dei lavoratori e datori di lavoro, nonché gli strumenti della loro azione, cioè: la partecipazione e il controllo
collettivo, l’attività sindacale e la contrattazione collettiva.
Passiamo alle FONTI del diritto SINDACALE
 Le fonti internazionali, v. ad esempio la convenzione ILO sulla libertà sindacale e protezione del
diritto sindacale del 1948 n. 87, ratificata da numerosi Stati; Convenzione sul diritto di
organizzazione e di contrattazione collettiva del 1949 n. 98
 Il diritto Europeo: v. art. 28 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che garantisce
il diritto ai lavoratori di negoziare e concludere contratti collettivi e di ricorrere ad azioni collettive
(es. sciopero) nel caso di tutela dei propri interessi. Anche gli strumenti di soft law come le
Raccomandazioni.
 La Costituzione: si vedano soprattutto art. 39, 40, ma anche 46.
 Il legislatore nazionale e regionale: sostegno all’attività sindacale. Es. l. n. 300/1970 (Statuto dei
Lavoratori) e l. n. 146/1990 (che ha regolato lo sciopero nei servizi pubblici essenziali)
 Contatto collettivo di lavoro: è l’atto che regola i rapporti tra imprenditori e sindacati sulle
condizioni di lavoro e sulle relazioni tra le parti sociali ed assolve alla stessa funzione di normazione
astratta e generale che la legge svolge nell’ordinamento statuale. Costituisce il prodotto dell’attività
negoziale dei soggetti collettivi (organizzazioni sindacali dei lavori e dei datori di lavoro o singolo
datore di lavoro), con cui essi: predeterminano la disciplina dei rapporti individuali di lavoro (c.d.
parte normativa) e regolano alcuni aspetti dei loro rapporti reciproci (c.d. parte obbligatoria).
 Giurisprudenza: ha espresso indirizzi interpretativi che hanno svolto un ruolo importante
nell’esperienza giuridica del diritto sindacale
Lo sviluppo del diritto sindacale in Italia

RIV. INDUSTRIALE (2° RIV. STATO ITALIANO (1861) CODICE ZANARDELLI


INDUSTRIALE) Ogni forma di coalizione degli Mette fine alla repressione penale
Seconda metà dell’800: nel nord operai e dei datori era considerata (dello sciopero).
Italia nascono i primi grossi reato, ma ciò non ha impedito la In questa fase si radica il
nuclei industriali ed agglomerati crescita della rappresentanza sindacato e si afferma il contratto
urbani, con persone che vivono in sindacale e politica. collettivo.
stato di miseria e lavorano in Prime forme di organizzazione 1901 nascono la FIOM e la
condizioni penose. collettiva: società di mutuo FEDERTERRA, nel 1906 la
soccorso, leghe di resistenza, CGIL.
Camere del Lavoro. Si dotano
anche di propri partiti: partito
socialista italiano (1895).

Concordati di tariffa
 Contratti stipulati tra gruppi di operai e imprenditori industriali o tra gruppi di braccianti e proprietari
agricoli con cui si stabiliscono determinate norme che entrano a far parte dei singoli contratti di
lavoro.
 Furono chiamati “di tariffa” perché in origine si limitavano a regolare collettivamente il prezzo (cioè
la tariffa) del lavoro.

Il periodo corporativo
 Si passa dall’astensione legislativa ad una regolamentazione in funzione repressiva del conflitto di
interessi tra datori e lavoratori:
 Ciascuna corporazione rappresenta una categoria professionale data dall’insieme di tutti i datori
e i lavoratori operanti nello stesso settore della produzione
 I sindacati riconosciuti erano considerati soggetti di diritto pubblico e rappresentavano tutti i
soggetti operanti nel settore, indipendentemente da una loro espressa adesione.
 Il contratto collettivo era efficace nei confronti di tutti gli appartenenti alla categoria
professionale.
 Lo Stato esercitava poteri di vigilanza e tutela sull’attività delle corporazioni e poteva revocare i
dirigenti sindacali.
 Gli opposti interessi del capitale e del lavoro erano ricondotti all’unitario interesse pubblico e
superiore dell’economia nazionale.

Il periodo corporativo fascista


 Il sindacato è un'associazione orizzontale, che raggruppa solo lavoratori, che si uniscono per
difendere i propri interessi di categoria contro gli imprenditori. 
 La corporazione è invece una struttura verticale, che comprende sia i lavoratori sia gli imprenditori.
La corporazione dovrebbe essere il luogo in cui i diversi interessi delle parti sociali trovano conciliazione
ma, in realtà, i lavoratori furono completamente privati della possibilità di far ascoltare i propri bisogni e di
difendere i propri interessi.

Dalla COSTITUZIONE
Caduto il regime fascista, vengono soppresse le corporazioni: nascono nuovi sindacati, libera espressione
degli interessi dei lavoratori (PATTO DI ROMA, 1944). C’è una spontanea ripresa della contrattazione
collettiva e dell’esercizio del diritto di sciopero.
COSTITUZIONE: il sindacato riveste una funzione importante nelle nuove relazioni economico-sociali.
L’art. 39 è un compromesso tra le diverse fazioni politiche (soprattutto PCI, PSI, DC). L’art. 39 Cost.
definisce l’organizzazione privatistica dei sindacati.
L’art. 40 legittima l’astensione collettiva dei lavoratori (diritto di sciopero) nel caso di conflitto con il datore
di lavoro.
 Importante durante il ventennio corporativo lo sciopero era assolutamente vietato.
 1) RAPPORTO TRA ART. 39 E ART. 40: lo sciopero diventa lo strumento di effettività dell’attività
sindacale, poiché consente di operare in un sistema economico incentrato sul mercato e
sull’iniziativa economica privata (art. 41 Cost).
 2) La legittimazione dello sciopero supera il principio di uguaglianza formale del cittadino di fronte
alla legge (tipica del periodo liberale), prefigurando un sistema che tende all’uguaglianza sostanziale
(art. 3 Cost.), rafforzando la posizione di debolezza del lavoratore (c.d. contraente debole)
attraverso la coalizione collettiva.
 OBIETTIVO: RIEQUILIBRIO DEI RAPPORTI DI FORZA
Sistema conflittuale

Passando dagli anni ’50-‘60


 GIOCO DELLA DOMANDA E GIOCO DELL’OFFERTA SIA NEL SETTORE INDUSTRIALE
CHE IN QUELLO AGRICOLO: nel momento in cui la domanda di lavoro da parte delle imprese è
inferiore all’offerta di lavoro da parte dei lavoratori, l’imprenditore può disporre e manovrare a
proprio piacimento le condizioni di lavoro, influenzando il processo di compravendita della forza-
lavoro.
«ESERCITO DI RISERVA»: la quantità di manodopera in eccesso era funzionale a livellare verso il
basso le condizioni contrattuali dei lavoratori. (supporto al boom economico).
«SUPERSFRUTTMENTO» OSSIA INTENSIFICAZIONE DELLO SFRUTTAMENTO OTTENUTO SIA
ATTRAVERSO IL PROLUNGAMENTO DELL’ORARIO DI LAVORO, SIA MEDIANTE IL RICORSO CONTINUATIVO
ALLO STRAORDINARIO E AL TAGLIO DEI TEMPI ALL’INTERNO DELLA CATENA DI MONTAGGIO.
RISPOSTA SINDACALE:
1) MODELLO DELLA CONTRATTAZIONE CENTRALLIZATA (PER L’INDUSTRIA):
centralizzazione del contratto collettivo a livello nazionale. MODELLO ERA APPOGGIATO dalla
Confindustria (gerarchia del lavoro) e FIOM CGIL (per evitare forme di privilegio per le
maestranze). NON RISOLSE IL PROBLEMA DELLO SFRUTTAMENTO DELLA
MANODOPERA
2) CONTRATTAZIONE ARTICOLATA (FINE ANNI ‘50).
SCIOPERI NEL SETTORE METALMECCANICO E TESSILE CHE PORTARONO ALLA CONTRATTAZIONE
AZIENDALE, CIOE’ ALLA DEROGA A LIVELLO AZIENDALE DELLA CONTRATTAZIONE DI ALCUNI ASPETTI
RELATIVI A CLASUOLE SPECIFICHE NON DI COMPETENZA DELLA CONTRATTAZIONE NAZIONALE; DEI
PREMI PRODUTTIVITA’).

… Sino allo Statuto dei Lavoratori (L. n. 300/1970 “La Costituzione varca i cancelli della fabbrica”
 SUL PIANO SINDACALE RIPRESA DELLE LOTTE (SFOCIANO NELL’«AUTUNNO
CALDO»):
SETTORE INDUSTRIALE: LE RICHIESTE SINDACALI SULLA CONTRATTAZIONE AZIENDALE, SULLA
REGOLAZIONE DEI COTTIMI NON VENNERO ACCETTATE. GLI IMPRENDITORI NON IMBOCCARONO LA
STRADA DEL RICONOSCIMENTO DEL CONFLITTO TRA POTERE E CONTROPOTERE COLLETTIVO.
LO STATUTO: TUTELA DEL CONTRAENTE DEBOLE SUL PIANO INDIVIDUALE E COLLETTIVO (IN TERMINI DI
RAFFORZAMENTO DEL POTERE SINDACALE)
- Divieto di interferire nella libertà sindacale del lavoratore (artt. 14-15-16-17)
- Misure di sostegno all’attività sindacale. Si tratta di disposizioni che vanno oltre la tutela della
libertà sindacale perché non definiscono solo uno spazio di autodeterminazione del soggetto titolare
di tale libertà (il lavoratore), ma danno vita a pretese del lavoratore configurabili come diritti nei
confronti dell’imprenditore, sul quale gravano obblighi.
DIRITTO DI ASSEMBLEA
RSA
CONDOTTA ANTISINDACALE  legislazione di sostegno all’attività sindacale
REFERENDUM

L’avvio della concertazione. Le cause.


 RECESSIONE CAUSATA DA AUMENTO DELL’INFLAZIONE (CRISI PETROLIFERA DEL
1973) e DEFICIT DI SPESA PUBBLICA. FINE DEL MODELLO DI PRODUZIONE FORDISTA,
CIOE’ DI PRODUZIONE SU VASTA SCALA, GERARCHICA E CENTRALIZZATA 
LICENZIAMENTI E DISOCCUPPAZIONE
 A Partire da questi decenni vi è stato:
1)un coinvolgimento sempre più esplicito delle parti sociali nella definizione delle scelte di politica
economico-sociale.
2) Una maggior intrusione dei pubblici poteri (Governo, Parlamento) nella determinazione degli
assetti contrattuali e delle relazioni industriali.
CHE COS’E’ LA CONCERTAZIONE?
Modello di relazioni industriali fondato sul coinvolgimento dello Stato, in qualità di terza parte negoziale, al
fine approdare a scelte di indirizzo economico-sociali condivise.

La concertazione: anni ‘80


1977: ACCORDO INTERCONFEDERALE (GOVERNO FORMALMENTE ESTRANEO AL
NEGOZIATO E FIRMATO DALLE 3 CONFEDERAZIONI SINDACALI)
I sindacati si impegnarono a moderare le rivendicazioni salariali a favorire maggior flessibilità del lavoro in
cambio di maggiori poteri di controllo sulle scelte dell’impresa, soprattutto in materia di occupazione.
1983: PROTOCOLLO SCOTTI: Le 3 confederazioni negoziarono con il Governo il sistema di
indicizzazione dei salari al fine contenere la dinamica delle retribuzioni (scala mobile) e il governo
compensò con provvedimenti in materia di assegni familiari e fiscalizzazione degli oneri previdenziali  si
rilevò insufficiente

1984: ACCORDO DI SAN VALENTINO: richiesta del Governo di ulteriore riduzione della copertura
della retribuzione dall’inflazione (indicizzazione dei salari) firmato da CISL e UIL, non dalla CGIL che non
ritenne sufficiente le coperture offerte dal legislatore  conversione dell’accordo in D.l. 70/1984, Conv. in
L. 219/1984

La concertazione: Anni ‘90


 Crisi economica e occupazione formalizzata dai parametri da rispettare per la partecipazione
monetaria UE (Trattato di Maastricht del 1992)
 1992: PROTOCOLLO AMATO. Abolizione della scala mobile (indicizzazione dei salari a seconda
del Caro-Vita
 1993: PROTOCOLLO GIUGNI. Responsabilizzazione degli attori pubblici e sociali che agiscono
autonomamente rispetto ai propri temi di competenza e non accordo “negoziato”. Governo determina
con le parti sociali gli obiettivi da raggiungere. I 3 soggetti (rappresentanza dei lavoratori,
rappresentanza dei datori di lavoro e governo) si delegano reciprocamente le responsabilità.
Quadro di principi e regole che integrano politiche contrattuali con politiche economiche e dei redditi
ALLE PARTI SOCIALI: Riforma della struttura contrattuale (1° e 2° livello) e definizione chiara delle
competenze
AL GOVERNO: Recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni affidato al tasso di inflazione
“programmato” (e non più reale, secondo dati ISTAT), “Tenendo conto dell’esito del confronto” con le parti
sociali. Si trattava di un IMOEGNO POLITICO (non vincolante) e non scambio politico.

Il dialogo sociale: anni 2000


“IL LIBRO BIANCO SUL MERCATO DEL LAVORO”
1) Procedura di consultazione preventiva delle parti sociali su materie che non comportavano impegni
di spesa pubblica (cioè quelle proprie di competenza delle parti sociali)
2) Necessità di un consenso “della maggioranza” delle OO.SS (e non unanimità)  Patto per l’Italia
(2002): approvato sulla base della maggioranza delle organizzazioni e non dalla rappresentatività
delle organizzazioni. La CGIL NON FIRMÓ IL PATTO, DIVERSAMENTE DA CISL E UIL

Il declino della concertazione


 MINOR INTERESSE DA PARTE DEI GOVERNI IN CARICA AL COINVOLGIMENTO DELLE
PARTI SOCIALI
 DECENTRAMENTO DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA (indebolimento del contratto
nazionale di categoria) che ridimensiona il ruolo che tali O.S. hanno svolto sul versante delle
dinamiche retributive.
 CRISI DELLA RAPPRESENTANZA SINDACALE E CONTRATTAZIONE COLLETTIVA.

T.U. SULLA RAPPRESENTANZA SINDACALE DEL 10 GENNAIO 2014 FIRMATO DA


CONFINDUSTRIA E CGIL, CISL, UIL
- RAPPRESENTATIVITA’ SINDACALE: misurata come media fra il dato associativo (numero
associati) e dato elettorale (percentuale dei voti ottenuti nelle elezioni RSU)
- La rappresentatività legittima le OO.SS all’ammissione alle trattive e alla stipulazione dei CCNL
(50%+1 della rappresentatività)
- Presenza di clausole di raffreddamento nei contratti collettivi (sia Nazionali che aziendali) finalizzate
a prevenire il conflitto + sanzioni di carattere pecuniario

Patto della fabbrica, 2018


 L’accordo interconfederale del 9 marzo 2018 tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil fissa le condizioni
per realizzare un sistema di relazioni industriali più efficace e partecipativo che consenta di sostenere
i processi di trasformazione e di digitalizzazione nella manifattura e nei servizi innovativi,
tecnologici e di supporto all'industria.
 Contribuire efficacemente alla crescita del Paese, al miglioramento della competitività attraverso
l’incremento della produttività delle imprese, alla correlata crescita dei salari, alla creazione di posti
di lavoro qualificati.
 Definizione di regole sulla democrazia e misura della rappresentanza nonché dei principi per
regolare assetti e contenuti della contrattazione.
 Definizione di regole su:
a) Welfare;
b) Formazione e competenze;
c) Sicurezza sul lavoro;
d) Mercato del lavoro;
e) Partecipazione

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