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PREMESSA

Questo lavoro nasce dall’esigenza di riflettere sui


diritti dell’uomo, su diritti che non c’erano e che
uomini, donne e bambini hanno cercato di dare e
istituzionalizzare e che una volta acquisiti, hanno
cambiato il modo di vivere del genere umano.
La riflessione è obbligatoria in quanto i giovani
pensano che la libertà di pensiero, azione, parola
siano sempre appartenuti a tutte le classi sociali e
ad entrambi i generi.
I DIRITTI UMANI
Storie di personaggi che hanno lottato
per la libertà
INTRODUZIONE

Il 10 dicembre 1948
l'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite ha adottato e
proclamò la Dichiarazione
Universale dei Diritti
dell'Uomo.
PREAMBOLO
L’assemblea generale proclama la presente
dichiarazione universale dei diritti umani come ideale
comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le
Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo
della società, avendo costantemente presente questa
Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con
l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi
diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante
misure progressive di carattere nazionale e
internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento
e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri,
quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro
giurisdizione.
ALCUNI ARTICOLI

ARTICOLO 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato,
detenuto o esiliato.

ARTICOLO 13
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza
entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il
proprio, e di ritornare nel proprio paese.
ARTICOLO 16
1.Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare
una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o
religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio,
durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.

2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno


consenso dei futuri coniugi.

3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha


diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
ARTICOLO 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero,
di coscienza e di religione; tale diritto include
la libertà di cambiare di religione o di credo, e
la libertà di manifestare, isolatamente o in
comune, e sia in pubblico che in privato, la
propria religione o il proprio credo
nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e
nell'osservanza dei riti.
ARTICOLO 23
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a
giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione
contro la disoccupazione.
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale
retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e
soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una
esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se
necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per
la difesa dei propri interessi.
I DIFENSORI DEI DIRITTI
UMANI
Ventisette milioni di persone vivono in
schiavitù. Oltre un miliardo di adulti
non sanno leggere. Date le dimensioni
delle violazioni dei diritti umani (e
quelle elencate nella sezione Violazioni
non sono che un rapido sguardo della
scena completa) non c’è da stupirsi se
il 90% della popolazione non sappia
menzionare più di tre dei trenta diritti.

Vi sono persone che, tramite il pensiero


e le azioni, hanno fatto la differenza ed
hanno cambiato il nostro mondo.
MARTIN LUTHER KING JR.
Martin Luther King Jr. fu uno dei più noti promotori del cambiamento sociale tramite la non
violenza del ventesimo secolo.
Nacque ad Atlanta, in Georgia, e la sua oratoria e coraggio personale eccezionali attrassero
l’attenzione di tutta la Nazione per la prima volta nel 1955, quando lui ed altri attivisti per i
diritti civili furono arrestati per aver guidato il boicottaggio della compagnia dei trasporti
pubblici di Montgomery.
Nel 1963, a Birmingham, in Alabama, Martin Luther King guidò
dimostrazioni di masse pacifiche che furono contrastate dalla polizia dei
bianchi con cani ed idranti, creando una polemica che finì sulle prime
pagine dei giornali di tutto il mondo. Le successive dimostrazioni di
massa di molte comunità culminarono in una marcia che raccolse oltre
250.000 dimostranti in protesta a Washington DC, dove King pronunciò
il suo famoso discorso “Ho un sogno”, nel quale concepiva un mondo in
cui i popoli non fossero più divisi in base alla razza.

"Il giudizio definitivo di un uomo non si può dare


quando si trova nell’agio e nella comodità, ma
quando resiste durante periodi di sfida e di
contrasto."
Martin Luther King, Jr.
MAHATMA GANDHI
Mohandas Karamchand Gandhi viene ampiamente riconosciuto come uno dei
maggiori leader politici e spirituali del ventesimo secolo.
Mentre guidava campagne a livello nazionale per ridurre la povertà, garantire
maggiori diritti alle donne, costruire l’armonia tra le religioni e le razze ed eliminare
le ingiustizie del sistema delle caste, Gandhi applicò al sommo livello i principi della
disobbedienza civile non violenta, al fine di liberare l’India dalla dominazione
straniera. Fu spesso incarcerato per le sue azioni, ma ottenne il suo scopo nel 1947,
quando l’India conquistò l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
I leader dei diritti civili di tutto il mondo, da Martin Luther King Jr. a Nelson
Mandela, hanno riconosciuto in Gandhi la fonte d’ispirazione delle loro battaglie per
ottenere uguali diritti per la loro gente.
"Quando sto per perdere la speranza, rammento che in tutta la storia le vie della verità e
dell’amore hanno sempre trionfato. Ci sono stati tiranni e assassini, e per un certo periodo di
tempo costoro possono essere sembrati invincibili, ma alla fine crollano sempre. Pensateci...
sempre."
Mahatma Gandhi
LIU XIAOBO
Liu Xiaobo (Changchun, 28 dicembre 1955 – Shenyang, 13 luglio 2017) è stato un
attivista, critico letterario, scrittore e docente cinese, impegnato per molti anni nella
difesa dei diritti umani nel suo Paese.
Nonostante nel 1989 si trovasse negli USA, tornò in Cina per prendere parte alla
protesta di piazza Tienanmen, dove finì per convincere gli studenti a lasciare la piazza
per evitare il massacro quando il governo mise in campo l'esercito. Insieme a Zhou
Duo e Hou Dejian porterà avanti una trattativa con i primi carri armati che entrano in
Piazza Tienanmen, riuscendo a convincere i militari a lasciar defluire gli studenti. Un
gesto che probabilmente salvò la vita a centinaia di persone e riuscì a depotenziare la
repressione del Partito Comunista cinese.
Liu Xiaobo ha invocato più volte libere elezioni, il riconoscimento delle libertà
individuali, la separazione dei poteri, chiedendo inoltre che il governo possa essere
ritenuto responsabile per il suo operato. Per aver preso tali posizioni, è stato più volte
arrestato e condannato, nonostante le sue azioni siano sempre state pacifiche e in
periodi sensibili ha subito limitazioni "preventive" della libertà personale.
Nell'ottobre 1996 fu condannato a trascorrere tre anni in un campo di rieducazione
per “disturbi alla quiete pubblica”, dopo le sue critiche al Partito Comunista.
Dal 2003 fino alla condanna al carcere è stato presidente della sezione cinese del PEN
Club Internazionale. I suoi scritti non possono circolare in Cina e persino il suo nome
è censurato. L'attività umanitaria di Liu ha ricevuto approvazione e considerazione
all'estero. Nel 2004 Reporter Senza Frontiere lo ha insignito del premio «Fondation de
France», per la sua opera di strenuo difensore della libertà di stampa.
Nel 2010 ricevette il premio Nobel, ma non poté essere presente al conferimento
perché il governo cinese lo incarcerò per evitare contatti con la stampa.


ELEANOR ROOSVELT

In qualità di Presidente della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani,
Eleanor Roosevelt fu la forza motrice della creazione, nel 1948, dello statuto delle
libertà che sarà sempre considerato il suo retaggio: la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani.
Nata a New York, Eleanor sposò nel 1905 l’allora esordiente uomo politico Franklin
Delano Roosevelt e si immerse completamente nelle attività di servizio pubblico.
Entro il 1933, quando giunsero alla Casa Bianca come Presidente e First Lady, era già
profondamente coinvolta in questioni riguardanti i diritti umani e la giustizia sociale.
NELSON MANDELA
Nelson Mandela, uno dei simboli dei diritti umani più riconosciuti della nostra epoca,
è un uomo la cui dedizione alla libertà del suo popolo è d’ispirazione per i sostenitori
dei diritti umani di tutto il mondo.
Nato a Transkei, in Sudafrica, figlio di un capo tribù, Mandela si laureò in
giurisprudenza. Nel 1944 si unì al Congresso Nazionale Africano (African National
Congress, ANC) e operò attivamente per abolire la politica dell’Apartheid stabilita dal
Partito Nazionale al potere.
Processato per le sue azioni, Mandela dichiarò: “Ho lottato contro il dominio bianco e
contro il dominio nero. Ho coltivato l’ideale di una società democratica e libera, nella
quale tutti potessero vivere uniti in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il
quale spero di poter vivere e che spero di ottenere. Ma se necessario, è un ideale per il
quale sono pronto a morire”.
Condannato all’ergastolo, Mandela divenne un potente simbolo di resistenza per il
nascente movimento anti apartheid rifiutando ripetutamente di scendere a
compromessi con la sua posizione politica per ottenere la sua libertà. Rilasciato infine
nel febbraio del 1990, divenne nel 1994 il primo presidente nero del Sud Africa.
AUNG SAN SUU KYI
Aung San Suu Kyi è stata una delle voci principali per i diritti umani e per la libertà
nella Birmania (Myanmar), paese dominato da un governo militare dal 1962.
Violando un bando governativo che proibiva riunioni politiche superiori a quattro
persone, Suu Kyi tenne discorsi di fronte a grandi platee in tutta la Birmania in qualità
di Segretario Generale della nuova Lega Nazionale per la Democrazia (NLD).
Nel 1989 fu messa agli arresti domiciliari. Nonostante la sua detenzione, l’NLD vinse le
elezioni con l’82% dei seggi in Parlamento, ma la dittatura militare si rifiutò di
riconoscere i risultati come validi. Suu Kyi rimase in prigione da allora quasi
continuamente, rifiutando l’offerta di libertà del governo se lei avesse lasciato la
Birmania.
Suu Kyi continua ad essere l’espressione vivente della determinazione del suo popolo a
raggiungere la libertà politica ed economica. Premiata con il Premio Nobel per la Pace
nel 1991.
Il grido di libertà non appartiene solo alla nostra epoca, ma
è stato da sempre rincorso.
La violazione dei diritti umani ha accompagnato la Storia e
in periodi in cui non era così facile denunciare
apertamente, la letteratura attraverso i romanzi racconta e
mostra un’altra realtà, più cruda, più disumana che spesso
ci lascia inquietanti interrogativi e doverose riflessioni.
LA NOTTE
“La Notte” è un romanzo autobiografico di Elie Wiesel che racconta l’esperienza di un
ragazzo ebreo che vive con la sua famiglia in Transilvania, una regione della Romania e
che vive la tragedia dello sterminio. Arriva nei campi di concentramento prima di
Auschwitz e poi di Buchenwald tra il 1944 e 1945 portato con la sua famiglia per mezzo di
un carro bestiame. Verrà separato dalle sorelle e dalla madre e di esse non avrà più
notizie. Nel campo si prenderà cura del padre ammalato e per questo si priverà anche
delle sue poche razioni di cibo. Alla fine si salverà solo lui, quando gli alleati liberano il
campo di concentramento di Buchenwald
Da “La notte”

“Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della
mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel
fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi
trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle
fiamme che consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel
silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai
dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i
miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche
se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.”
Elie Wiesel
IL BUIO OLTRE LA SIEPE

Un episodio drammatico stravolge


improvvisamente la vita tranquilla
e vagamente monotona della
contea, quando un giovane
bracciante nero, Tom Robinson,
viene accusato di violenza sessuale
nei confronti di una ragazza bianca.
Atticus, l’avvocato del giovane,
dopo averlo difeso invano, inizierà
ad essere guardato con sospetto in
paese, accusato di essere un
“negrofilo”.
IL PROCESSO
• Il romanzo che prende il nome de
“Il processo” scritto da Franz
Kafka. l’autore nato a Praga il 3
Luglio del 1883, deceduto il 3
giugno del 1924. per nostra
fortuna possiamo apprezzare
molte sue opere come “gli
aeroplani a Brescia”, “descrizione
di una battaglia” e opere che
rimarcano il filo conduttore de “il
processo”, ossia “la metamorfosi” e
“il castello”. quest’ultimi collegati
tra loro per tematiche come il
senso di smarrimento, labirinti
burocratici e angoscia di fronte
all’esistenza. tematiche molto
utilizzate dal famoso scrittore.
Dalla letteratura alla realtà
La violazione dei diritti dei bambini.
Sempre in un romanzo Charles Dickinson aveva denunciato
la realtà di degrado e sfruttamento dei bambini della
Londra vittoriana. È passato più di un secolo ma la
situazione in alcune aree del mondo è rimasta immutata.
I DIRITTI NON APPARTENGONO SOLO
AGLI ADULTI MA ANCHE AI BAMBINI
1923 Englantyne Jebb,
fondatrice di Save the
Children, oggi una delle
più importanti
organizzazioni non
governative internazionali
che si occupa dei diritti dei
bambini e degli
adolescenti, redige la
prima Dichiarazione sui
diritti dell'infanzia.

1924 La Lega delle Nazioni


adotta la Dichiarazione di
Englantyne Jebb.
1924: DICHIARAZIONE DEI
DIRITTI DEL FANCIULLO
La Dichiarazione dei diritti del fanciullo è
un documento redatto a Ginevra il 23 febbraio
1923 dalla Società delle Nazioni in seguito alle
conseguenze che la Prima guerra
mondiale produsse in particolare sui bambini.
Venne adottata dall'Assemblea Generale della
Società delle Nazioni nel 1924.
L'Assemblea approva la dichiarazione dei diritti
del fanciullo, comunemente nota come la
Dichiarazione di Ginevra, ed invita gli Stati
membri della Lega a seguirne i principi nelle
attività per il benessere del fanciullo. Secondo
la presente Dichiarazione dei diritti del
fanciullo, comunemente nota come la
Dichiarazione di Ginevra, uomini e donne di
tutte le nazioni, riconoscendo che l'umanità
deve offrire al fanciullo quanto di meglio
possiede, dichiarano ed accettano come loro
dovere che, oltre e al di là di ogni
considerazione di razza, nazionalità e credo.
ALCUNI ARTICOLI….
1.Al fanciullo si devono dare i mezzi necessari al suo
normale sviluppo, sia materiale che spirituale.

2. Il fanciullo che ha fame deve essere nutrito; il


fanciullo malato deve essere curato; il fanciullo il cui
sviluppo è arretrato deve essere aiutato; il minore
delinquente deve essere recuperato; l'orfano ed il
trovatello devono essere ospitati e soccorsi.

3. Il fanciullo deve essere il primo a ricevere assistenza


in tempo di miseria.

4. Il fanciullo deve essere messo in condizioni di


guadagnarsi da vivere e deve essere protetto contro
ogni forma di sfruttamento.

5. Il fanciullo deve essere allevato nella consapevolezza


che i suoi talenti vanno messi al servizio degli altri
uomini. Secondo la dichiarazione del Presidente, la
Dichiarazione qui riprodotta, adottata all'umanità,
rappresenta la Carta del fanciullo della Società delle
Nazioni.
LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER I
DIRITTI DELL'INFANZIA E
DELL'ADOLESCENZA

La giornata internazionale per i diritti


dell'infanzia e dell'adolescenza celebra
la data in cui la Convenzione venne
approvata dall'Assemblea generale
delle Nazioni Unite a New York e cioè
il 20 novembre 1989.
Ogni anno, quindi, il 20 novembre, si
ricorda il traguardo raggiunto.
IQBAL

Non in tutti i Paesi i bambini sono


rispettati, nonostante la
Convenzione. Come simbolo
prendiamo la storia di un bambino
che deve portarci a riflettere
Iqbal Masih è
stato un bambino operaio,
sindacalista e attivista pakistano,
diventato un simbolo della
lotta contro il lavoro minorile.

Iqbal Masih nacque nel 1983 in


una famiglia molto povera. A
quattro anni già lavorava in una
fornace, a cinque fu venduto dal
padre ad un venditore di
tappeti per pagare un debito di 12
dollari. Fu quindi costretto
a lavorare 10-12 ore al giorno,
incatenato al telaio e sottonutrito,
tanto da riportare un danno alla
crescita.
…..ANCHE LE DONNE
I DIRITTI DELLE DONNE
Da Olympe de Gouge alla rivendicazione dei diritti
● Olympe de Gouges nasce nel 7
maggio del 1748 a Montauban, è
dichiarata figlia di Pierre Gouze e di
Anne-Olympe Mouisset, si sposa nel
1737, ma capisce ben presto di
essere figlia naturale di Jean-
Jacques Le Franc de Pompignan,
padrino di sua madre.
● Nel 1765 sposa Louis-Yves Aubry e
si trova subito madre di un bambino
e quasi subito vedova. Da allora ella
rifiuterà sempre di sposarsi,
definendo il matrimonio come la
tomba della fiducia e dell'amore.
Verso il 1770 lascia Montauban col
figlio Pierre, per andare a Parigi,
dove viveva la sorella sposta con un
medico, dove sperava di dare una
adeguata educazione al figlio.
LA RIVOLUZIONE
Nel 1788, pubblica due opuscoli politici che
suscitano clamore e dibattiti in quel
periodo. Olympe sviluppa allora un progetto
d'impostazione patriottica, proponendo un
vasto programma di riforme sociali e
societarie. Questi scritti sono indirizzati ai
club patriottici e a diverse personalità. In
questo luogo di incontri culturali si
difendeva il principio di una monarchia
costituzionale, venivano discussi anche
molti altri argomenti concernenti
l'emancipazione della società francese e in
particolare del ruolo in essa della donna.
Essa infatti comincia a concentrarsi sui
diritti della donna e afferma:” Se la donna
ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere
anche il diritto di salire in tribuna”. Olympe
de Gouges fa della difesa dei diritti delle
donne un compito che assolve con ardore.
LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI
DELLA DONNA E DELLA CITTADINA
«Déclaration des droits
de la femme et de la
citoyenne»
La dichiarazione dei diritti della
donna e della cittadina è un’opera
giuridica francese
Pubblicata nel settembre del 1791 da
Olympe de Gouges, seguendo il
modello della dichiarazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino pubblicata
nel 1789.
È il primo documento a invocare
l’uguaglianza giuridica e politica tra
uomo e donna e fu pubblicata con lo
scopo di presentarla all’assemblèe
nationale.
Olympe de Gouge 1748-179
La dichiarazione di Olympe
• ARTICOLI I-II-III

DICHIARAZIONE DELLA DICHIARAZIONE


DONNA DELL’UOMO
1 «La Donna nasce libera ed ha gli
stessi diritti dell'uomo. Le
distinzioni sociali possono e essere
1. «Gli uomini nascono e rimangono
fondate solo sull'utilità comune.» liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni
sociali non possono essere fondate
2 «Lo scopo di ogni associazione che sull’utilità comune.»
politica è la conservazione dei
diritti naturali e imprescrittibili
della Donna e dell'Uomo:
2 «Il fine di ogni associazione politica è la
questi diritti sono la libertà, la conservazione dei diritti naturali
proprietà, la sicurezza e soprattutto ed imprescrittibili dell’uomo. Questi
la resistenza all'oppressione» diritti sono la libertà, la proprietà, la
3 «Il principio di ogni sovranità risiede sicurezza e la resistenza
essenzialmente nella nazione, che è all’oppressione.»
la riunione della donna e
dell'uomo: nessun corpo, nessun 3 «Il principio di ogni sovranità
individuo può esercitarne risiede essenzialmente nella
l'autorità che non ne sia
espressamente derivata.» Nazione. Nessun corpo o individuo
può esercitare un’autorità che non
emani espressamente da essa.»
LE SUFFRAGETTE

Con il termine suffragette si indicano le appartenenti al movimento


di emancipazione femminile nato per ottenere il diritto di voto per le
donne (dalla parola suffragio nel suo significato di voto). Sarebbe
stato più corretto usare la definizione suffragista ma nell'uso comune
si è affermato suffragetta, che ha finito per indicare la donna che lotta
o si adopera per ottenere il riconoscimento della piena dignità,
coincidendo in parte quindi con il termine femminista.
GLI INIZI DEL MOVIMENTO
IN REGNO UNITO
Le donne iniziarono nel Regno Unito la
lotta per il cambiamento all'interno della
società sin dall'inizio sostenute dal lavoro
di personalità fautrici dei diritti delle
donne, come John Stuart Mill. Egli
propose l'idea del suffragio femminile in
un programma presentato agli elettori del
Regno Unito nel 1865, e successivamente
venne affiancato da numerosi uomini e
donne, pronti a lottare per la stessa causa.
Nel 1792 Mary Wollstonecraft pubblicò A
Vindication of the Right of Women,
mentre iniziavano a formarsi i primi
circoli femminili. Tuttavia le richieste delle
donne non ottennero risposte adeguate,
sino a quando - con la riforma del 1832 e
con la legge comunale Corporations Act
del 1835 - alle donne venne concesso il
diritto di voto, anche se era limitato alle
elezioni locali, mentre per quelle nazionali
non era possibile.
Il movimento delle suffragette vide la luce
nel Regno Unito solo nel 1869. È da questa
data quindi che fu possibile parlare a tutti
gli effetti di suffragette, perché solo allora
ebbe vita un movimento nazionale per
rivendicare il diritto di voto, ancora non
riconosciuto, che portò nel 1897 alla
formazione della Società Nazionale per il
suffragio femminile (National Union of
Women's Suffrage).

La fondatrice, Millicent Fawcett, cercò di


convincere anche gli uomini ad aderire al
movimento, perché erano i soli che
legalmente potessero concedere il diritto
di voto, ma ebbe scarso successo. I
progressi sul piano del riconoscimento
sociale furono quindi molto limitati, e tale
situazione si protrasse sino a circa il 1903.
VOTES FOR WOMEN!
Le aderenti al movimento usavano diffondere le proprie idee attraverso comizi, scritte sui
muri o cartelli con slogan come ad esempio "Votes for women" o contenenti frasi
inneggianti alla promotrice della rivolta. Quasi sempre queste manifestazioni venivano
soffocate con la violenza da parte delle forze dell'ordine e con l'arresto di molte
militanti femministe.
MARY WOLLSTONECRAFT

Mary Wollstonecraft (Londra,


27 aprile 1759 – Londra, 10
settembre 1797) è stata una
filosofa e scrittrice britannica,
considerata la fondatrice del
femminismo liberale.
LA RIVENDICAZIONE DEI
DIRITTI DELLE DONNE
La Rivendicazione dei diritti della donna
(A Vindication of the Rights of Woman) è
l'opera più importante della
Wollstonecraft, sviluppo conseguente dei
precedenti Rights of Men e uno dei primi
scritti di filosofia femminista.

Wollstonecraft vi afferma che le donne


devono ricevere un'educazione alla
misura della posizione occupata nella
società, specificando che tutte le donne
sono essenziali per la nazione nella quale
vivono, dal momento che educano i loro
figli e sono - o potrebbero essere - le
«compagne» dei loro mariti e non
semplicemente delle spose.
IL CONCETTO DI
UGUAGLIANZA
Pur facendo continui richiami
all'eguaglianza tra i sessi, in certi
campi, come la morale, la
Wollstonecraft non pretende che
esista la stessa eguaglianza. Ella
insiste piuttosto sull'eguaglianza agli
occhi di Dio, in contrasto, sembra,
con le sue affermazioni al riguardo
della superiorità della forza e
dell'ardimento maschile. Sostiene
anche che ogni essere umano si
differenzia dagli altri per
determinate caratteristiche, infatti
se la donna è meno forte fisicamente
ha altre qualità rispetto all’uomo
E IN ITALIA…..
La via italiana al riconoscimento di un suffragio davvero universale fu
quella giuridica.

Il 17 marzo del 1861, la carta fondamentale della nuova Italia unita


divenne lo Statuto Albertino che all’articolo 24 diceva:
«Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro titolo o grado, sono eguali dinanzi alla
legge. Tutti godono egualmente i diritti civili e politici, e sono ammissibili alle
cariche civili, e militari, salve le eccezioni determinate dalle Leggi».
Una di queste eccezioni riguardava le donne, anche se non in modo
esplicito.
1877 Anna Maria Mozzoni presentò una petizione al governo «per il
voto politico alle donne.

1881 Anna Maria Mozzoni e Paolina Schiff fondarono a Milano la


“Lega promotrice degli interessi femminili.
Il 4 agosto del 1906 la Corte di appello di Firenze disse ad esempio
che un’interpretazione estensiva dell’articolo 24 dello Statuto avrebbe
portato a concludere che «le donne non sono soltanto elettrici ma
anche eleggibili».

Il 23 aprile del 1908, a Roma ci fu il primo Congresso nazionale


delle donne italiane. Il Congresso fu il tentativo di tradurre le
richieste avanzate dal femminismo.

La guerra interruppe però la lotta delle donne.


La prima richiesta per il suffragio femminile fu della Commissione per
il voto alle donne dell’UDI, l’Unione donne italiane nata per iniziativa
di alcune esponenti del movimento antifascista.

Il 30 gennaio del 1945 durante una riunione del Consiglio dei ministri si
discusse del suffragio femminile che venne sbrigativamente
approvato.

Il decreto fu emanato il giorno dopo: potevano votare le donne con più di 21


anni ad eccezione delle prostitute.

Nel decreto venne però dimenticato un particolare non da poco: l’eleggibilità


delle donne che venne stabilita con un decreto successivo, il numero 74 del
10 marzo del 1946.
Le donne del ‘46
La prima occasione di voto per le donne furono le
amministrative del 1946 con un’affluenza che
superò l’89%.
Circa 2 mila candidate vennero elette nei consigli
comunali.
La stessa partecipazione vi fu per il referendum
del 2 giugno.
Le elette alla Costituente furono 21:
• 9 della Democrazia cristiana;
• 9 del Partito comunista;
• 2 del Partito socialista;
• 1 dell’Uomo qualunque
• 5 deputate entrarono poi a far parte della
“Commissione dei 75”, incaricata dall’Assemblea
per scrivere la nuova proposta di Costituzione.
Alla socialista Merlin si deve la specifica della
parità di genere inserita all’articolo 3
IL MESSAGGERO CHIAMÒ LA PIÙ GIOVANE
DEPUTATA ELETTA “DEPUTATESSA”

Teresa Mattei, la più giovane


“deputatessa”

«La più giovane deputatessa italiana


alla Costituente ha molti bei riccioli
bruni e due begli occhi vivi e ha
venticinque anni: è nata a Genova, ha
studiato a Milano, e a Firenze si è
laureata in filosofia, durante la lotta
clandestina».
LA DONNA NELLA
COSTITUZIONE ITALIANA

art. 37, al primo comma, “La donna


lavoratrice ha gli stessi diritti e, a
parità di lavoro, le stesse
retribuzioni che spettano al
lavoratore. Le condizioni di lavoro
devono consentire l’adempimento
della sua essenziale funzione
famigliare e assicurare alla madre
e al bambino una speciale ed
adeguata protezione.”
E AI GIORNI NOSTRI CHI VIGILA SUI
DIRITTI UMANI?
L’O.N.U. è un'organizzazione
internazionale aperta a tutti gli
Stati, creata per mantenere la
pace e la sicurezza, e promuovere
la cooperazione internazionale nei
settori economico, sociale e
culturale. Alle Nazioni Unite
aderiscono 189 Paesi di tutti e
cinque i continenti. Le uniche
nazioni a non aderire sono Città
del Vaticano, Svizzera, Taiwan e
Federazione Jugoslava.
L'Organizzazione per la
liberazione della Palestina (Olp)
ha lo status di osservatore
speciale.
• L'Onu è nata il 24 ottobre
1945, in seguito alla ratifica
del trattato di San Francisco,
a cui parteciparono i
rappresentanti di cinquanta
Paesi. Gli organi
fondamentali sono
l'Assemblea generale, il
Consiglio di Sicurezza, il
Consiglio economico e sociale,
la Corte internazionale di
giustizia e il Segretariato.
L'Assemblea generale è
composta dai rappresentanti
di tutti gli Stati membri, si
riunisce una volta l'anno e
prende le sue decisioni a
maggioranza semplice.
SCOPI DELL’ONU
• L'articolo 1 e 2 dello Statuto delle Nazioni Unite riassumono gli scopi e i principi che
l'organizzazione internazionale si è prefissata:
• Mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
• Promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere pacificamente le
situazioni che potrebbero portare ad una rottura della pace;
• Sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto del principio di
uguaglianza tra gli Stati e l'autodeterminazione dei popoli;
• Promuovere la cooperazione economica e sociale;
• Promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti
gli individui;
• Promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti;
• Promuovere il rispetto per il diritto internazionale ed incoraggiarne lo sviluppo
progressivo e la sua codificazione.
CONCLUSIONI
Oggi si danno certi e acquisiti i diritti di cui godiamo, ma se così è, dobbiamo
ringraziare tutti quegli uomini e quelle donne, noti e non, che con i loro sacrifici
hanno fatto in modo che molti uomini e molte donne nelle diverse aree del
mondo possano godere di libertà fino a pochi decenni fa impensabili. Non
dobbiamo dimenticare, però, che ancora tanti altri uomini, ma soprattutto
donne e bambini in altre parti del pianeta stanno ancora combattendo per i loro
diritti.
Alla fine di questo viaggio, capiamo così che il diritto alla libertà di azione, di
pensiero, di lavoro, di studio, fanno parte di quell’eredità che i “dissidenti” ci
hanno lasciato e, noi ne dobbiamo avere cura e rispetto. Per tale motivo a tutti
questi eroi un doveroso GRAZIE!!

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