Il 10 dicembre 1948
l'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite ha adottato e
proclamò la Dichiarazione
Universale dei Diritti
dell'Uomo.
PREAMBOLO
L’assemblea generale proclama la presente
dichiarazione universale dei diritti umani come ideale
comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le
Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo
della società, avendo costantemente presente questa
Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con
l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi
diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante
misure progressive di carattere nazionale e
internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento
e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri,
quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro
giurisdizione.
ALCUNI ARTICOLI
ARTICOLO 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato,
detenuto o esiliato.
ARTICOLO 13
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza
entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il
proprio, e di ritornare nel proprio paese.
ARTICOLO 16
1.Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare
una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o
religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio,
durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
“
ELEANOR ROOSVELT
In qualità di Presidente della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani,
Eleanor Roosevelt fu la forza motrice della creazione, nel 1948, dello statuto delle
libertà che sarà sempre considerato il suo retaggio: la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani.
Nata a New York, Eleanor sposò nel 1905 l’allora esordiente uomo politico Franklin
Delano Roosevelt e si immerse completamente nelle attività di servizio pubblico.
Entro il 1933, quando giunsero alla Casa Bianca come Presidente e First Lady, era già
profondamente coinvolta in questioni riguardanti i diritti umani e la giustizia sociale.
NELSON MANDELA
Nelson Mandela, uno dei simboli dei diritti umani più riconosciuti della nostra epoca,
è un uomo la cui dedizione alla libertà del suo popolo è d’ispirazione per i sostenitori
dei diritti umani di tutto il mondo.
Nato a Transkei, in Sudafrica, figlio di un capo tribù, Mandela si laureò in
giurisprudenza. Nel 1944 si unì al Congresso Nazionale Africano (African National
Congress, ANC) e operò attivamente per abolire la politica dell’Apartheid stabilita dal
Partito Nazionale al potere.
Processato per le sue azioni, Mandela dichiarò: “Ho lottato contro il dominio bianco e
contro il dominio nero. Ho coltivato l’ideale di una società democratica e libera, nella
quale tutti potessero vivere uniti in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il
quale spero di poter vivere e che spero di ottenere. Ma se necessario, è un ideale per il
quale sono pronto a morire”.
Condannato all’ergastolo, Mandela divenne un potente simbolo di resistenza per il
nascente movimento anti apartheid rifiutando ripetutamente di scendere a
compromessi con la sua posizione politica per ottenere la sua libertà. Rilasciato infine
nel febbraio del 1990, divenne nel 1994 il primo presidente nero del Sud Africa.
AUNG SAN SUU KYI
Aung San Suu Kyi è stata una delle voci principali per i diritti umani e per la libertà
nella Birmania (Myanmar), paese dominato da un governo militare dal 1962.
Violando un bando governativo che proibiva riunioni politiche superiori a quattro
persone, Suu Kyi tenne discorsi di fronte a grandi platee in tutta la Birmania in qualità
di Segretario Generale della nuova Lega Nazionale per la Democrazia (NLD).
Nel 1989 fu messa agli arresti domiciliari. Nonostante la sua detenzione, l’NLD vinse le
elezioni con l’82% dei seggi in Parlamento, ma la dittatura militare si rifiutò di
riconoscere i risultati come validi. Suu Kyi rimase in prigione da allora quasi
continuamente, rifiutando l’offerta di libertà del governo se lei avesse lasciato la
Birmania.
Suu Kyi continua ad essere l’espressione vivente della determinazione del suo popolo a
raggiungere la libertà politica ed economica. Premiata con il Premio Nobel per la Pace
nel 1991.
Il grido di libertà non appartiene solo alla nostra epoca, ma
è stato da sempre rincorso.
La violazione dei diritti umani ha accompagnato la Storia e
in periodi in cui non era così facile denunciare
apertamente, la letteratura attraverso i romanzi racconta e
mostra un’altra realtà, più cruda, più disumana che spesso
ci lascia inquietanti interrogativi e doverose riflessioni.
LA NOTTE
“La Notte” è un romanzo autobiografico di Elie Wiesel che racconta l’esperienza di un
ragazzo ebreo che vive con la sua famiglia in Transilvania, una regione della Romania e
che vive la tragedia dello sterminio. Arriva nei campi di concentramento prima di
Auschwitz e poi di Buchenwald tra il 1944 e 1945 portato con la sua famiglia per mezzo di
un carro bestiame. Verrà separato dalle sorelle e dalla madre e di esse non avrà più
notizie. Nel campo si prenderà cura del padre ammalato e per questo si priverà anche
delle sue poche razioni di cibo. Alla fine si salverà solo lui, quando gli alleati liberano il
campo di concentramento di Buchenwald
Da “La notte”
“Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della
mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel
fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi
trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle
fiamme che consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel
silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai
dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i
miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche
se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.”
Elie Wiesel
IL BUIO OLTRE LA SIEPE
Il 30 gennaio del 1945 durante una riunione del Consiglio dei ministri si
discusse del suffragio femminile che venne sbrigativamente
approvato.