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La Cellula è l'unità strutturale e funzionale che costituisce tutti gli organismi viventi, ha
una complessità di forma e funzione.
Tutte le cellule hanno tra loro tre caratteristiche: la membrana plasmatica, il materiale
genetico sotto forma di nucleo o nucleoide e il citoplasma.
Le cellule procarioti sono le più semplici, generalmente unicellulari e hanno una singola
molecola di DNA immersa nel citoplasma. Nel citoplasma sono presenti i ribosomi
ovvero organuli che permettono la sintesi proteica. Le cellule procariotiche sono
generalmente circondate da una parete cellulare formata da peptidoglicani che formano
una struttura complessa che protegge la cellula.
Essi si riproducono con modalità asessuata, per scissione binaria, ma possono scambiarsi
materiale genetico mediante trasformazione o trasduzione.
I batteri, osservati al
microscopio elettronico,
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possono esserecaratterizzati da forme molto diverse.
A seconda del rivestimento della parete essi vengono distinti in Gram positivi (presenza
di peptidoglicani); Gram negativi (presenza di fosfolipidi).
I batteri hanno
possibilità di
movimento
attraverso i flagelli
(code).
Le cellule eucarioti
invece sono più
strutturate e
complesse. Il
materiale genetico è
formato da diversi
cromosomi, racchiusi
in un nucleo ben
definito; possono essere unicellulari (prostiti) o pluricellulari (piante, funghi, animali).
Caratteristica principale:
I vantaggi:
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Svantaggi:
> Legame covalente, legame molto forte che si forma quando due nuclei atomici
condividono una o più coppie di elettroni. (Legami stabili che compongono le cellule).
> Legame ionico, legame chimico formato grazie ad attrazioni elettrostatiche tra ioni
positivi e negativi.
> Legame a idrogeno, sono legami deboli che si formano tra un atomo di idrogeno
positivo in una molecola ed un atomo negativo di azoto o di ossigeno in un'altra
molecola.
Soluzione (sostanze disciolte in acqua) possono essere acide o basiche, dipendono dal
livello di PH.
Gli acidi sono composti che cedono ioni di idrogeno abbassando il livello di pH; se
troppo alto può determinare la morte delle cellule.
Le basi invece sono caratterizzate da un gruppo ossidrile -OH, ed alzano il valore del pH.
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I valori con pH=7 indicano una soluzione neutra.
Ci sono quattro tipo di molecole che caratterizzano gli esseri viventi, le proteine, i lipidi, i
carboidrati e gli acidi nucleici. La maggior parte delle molecole sono dei polimeri
prodotti attraverso l'assemblaggio di monomeri. All'interno delle molecole biologiche ci
sono gruppi di atomi che definiscono i gruppi funzionali, ogni gruppo funzionale ha delle
proprietà chimiche ben definite e attribuisce queste caratteristiche alla molecola in cui si
trova.
Ogni tipo di macromolecola può avere funzioni non necessariamente esclusive, solo gli
acidi nucleici sono specializzati nella conservazione dell'informazione genetica.
Le funzioni delle macromolecole dipendono dalla loro struttura e dalla forma che
assumono nello spazio.
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PROTEINE
Le proteine sono polimeri risultanti dall’unione di 20 amminoacidi uniti tra loro da un
legame peptidico. Le proteine sono di grande importanza in tutti gli esseri viventi,
possono avere un ruolo strutturale, di sostegno, protezione, trasporto, catalisi, difesa,
regolamentazione e movimento. Presentano una struttura complessa che ne determina la
loro funzione, sono composte da un gruppo amminico (H3N+) e un gruppo carbossilico
(COO-), che formano un legame peptidico.
CARBOIDRATI
I carboidrati sono composti da carbonio, idrogeno e ossigeno. In base alla loro struttura
vengono suddivisi in monosaccaridi, disaccaridi e polisaccaridi.
Essi sono formati da tre a sette atomi di carbonio: gliceraldeide (3C), ribosio e
desossiribosio (5C), fruttosio, glucosio e galattosio (6C), definiti anche esosi.
LIPIDI
Negli organismi viventi i lipidi sono importanti sia come componenti strutturali sia come
riserva di energia, oltre che come messaggeri (ormoni)che regolano i processi. Sono
solubili in solventi apolari e insolubili in acqua. I lipidi principali sono i trigliceridi i
fosfolipidi, gli steroidi e le cere.
→ I grassi di tipo saturi, hanno una forma lineare e presentano tutti legami singoli tra
atomi di carbonio.
→ I grassi insaturi, invece, presentano doppi legami di carbonio i quali determinano
un cambio di conformazione presentando una catena ripiegata.
Gli steroidei, i quali, pur avendo struttura diversa dai lipidi ora descritti, presentano simili
caratteristiche di insolubilità in acqua. Fanno parte degli steroidi molecole come il
colesterolo, che è uno dei costituenti delle membrane cellulari, e i suoi derivati. Altri
steroidi sono gli ormoni sessuali: il testosterone, il principale ormone maschile; il
progesterone e estrogeni, principali ormoni femminili; ma anche altri ormoni come il
cortisolo, che è coinvolto nel metabolismo del glucosio a livello del fegato, e
l'aldosterone, che partecipa alla regolazione dei sali nel rene.
La cellula può essere studiata attraverso il microscopio ottico o elettronico, tale studio
dipende dal diametro della cellula. Alcune cellule possono essere viste ad occhio nudo
(uovo di pesce, uomo); altre cellule hanno un diametro da 1 micrometro a un millimetro,
per essere osservate hanno bisogno del microscopio ottico (batteri, nucleo, cloroplasti);
per le cellule più piccole invece si utilizza il microscopio elettronico (atomi, lipidi,
proteine, virus). La cellula è l’unità fondamentale del nostro organismo. Una grossa parte
dello spazio interno cellulare è contenuto dal nucleo (contiene DNA o RNA), circondato
da una matrice fluida detta citoplasma, il tutto racchiuso da una membrana plasmatica, un
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sottile involucro che la separa dall’esterno. La cellula, inoltre, in base al tipo di
appartenenza (procariote o eucariote), è formata da diverse strutture interne chiamate
organuli.
La cellula animale
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membrana che lo separa dal citoplasma, la membrana nucleare, costellata di pori che
permettono scambi selettivi con il citoplasma. Il nucleo contiene DNA che si lega con
proteine chiamate istoni, che hanno come funzione quella di avvolgere e compattare i
filamenti di DNA, tale complesso viene chiamato cromatina e formano un cromosoma.
Nel nucleo sono inoltre contenuti uno o più nucleoli, particolari strutture in cui vengono
sintetizzati gli RNA ribosomiali (rRNA) questo tipo di RNA si lega a determinate
proteine prodotte nel citoplasma per formare le due sub-unità costitutive dei ribosomi,
organuli che svolgono un ruolo importante nella sintesi delle proteine.
L’apparato di Golgi, si suddivide in cis ( rivolta verso l’interno e verso il RER), m
ediale e
trans ( rivolta verso la membrana cellulare) è costituito da vescicole appiattite e
delimitate da membrana, chiamate cisterne. Rappresenta un centro di raccolta,
rielaborazione e smistamento dei prodotti del RE; dopo aver ricevuto le vescicole che
trasportano sostanze provenienti da questo organello, l’apparato di Golgi ne modifica il
contenuto, lo trasferisce all’interno di nuove vescicole che a loro volta vengono secretate
negli spazi extracellulari, o diventano parte integrante della componente proteica della
membrana cellulare o degli organuli cellulari favorendone la digestione, tale processo
viene praticato dai lisosomi.
Mitocondrio, s ono organuli delimitati da una doppia membrana, quella esterna è liscia,
mentre quella interna presenta numerose pieghe, dette creste. Lo spazio tra le creste è
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detto matrice. Sono organelli semiautonomi: possiedono un DNA, ribosomi ed enzimi.
Possono essere considerati le centrali energetiche necessaria per molte funzioni cellulari,
tra le quali il movimento, il trasporto di sostanze, etc…: sono infatti la sede della
respirazione cellulare. Gli enzimi che possiedono hanno la possibilità di far avvenire
reazioni chimiche che recuperano l’energia contenuta negli alimenti e lo accumulano in
speciali molecole, ovvero l’ATP, nelle quali si conserva concentrata e pronta per l’uso.
I filamenti intermedi, formati da diversi tipi di proteine fibrose come la cheratina, e sono
importanti per garantire alla cellula resistenza meccanica.
I microfilamenti sono filamenti di actina, una proteina coinvolta anche nella contrazione
muscolare. Sono coinvolti nei processi di movimento, permettono gli spostamenti degli
organuli all’interno della cellula.
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La cellula vegetale
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Oltre agli organelli presenti sia nella cellula animale che in quella vegetale, quest’ultime
sono dotate di alcune strutture specifiche, assenti nelle cellule vegetali: parete cellulare, i
plastidi e i vacuoli.
La parete cellulare, è un involucro esterno rigido che dà forma alla cellula, la protegge e
la sostiene ed è formata prevalentemente da fibre di cellulosa. Presenta piccoli pori che
permettono il passaggio di citoplasma e di sostanze da una cellula all’altra, queste
strutture di comunicazione tra le cellule vengono chiamate plasmodesmi.
I plastidi, sono formati da DNA, RNA e ribosomi, delimitati da una doppia membrana.
I vacuoli, s ono vescicole contenenti acqua e sostanze di vario tipo che diventano sempre
più grandi via via che la cellula invecchia, fungono inoltre da deposito per sostanze di
riserva e di rifiuto.
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nel 1935, ha previsto che la membrana sia costituita da un doppio strato fosfolipidico
racchiuso tra due strati di proteine.
Nel doppio strato sono inserite numerose proteine che possono occupare tutto lo spessore
oppure sporgere all’interno o all’esterno della cellula. Possiamo distinguerle in base alla
loro posizione nella membrana in: proteine integrali e periferiche.
Le proteine integrali: sono costituite da gruppi idrofili che interagiscono con l’ambiente
acquoso, e dei gruppi idrofobi che interagiscono con la parte interna idrofoba della
membrana mantenendosi fuori dal contatto con l’acqua. Possono essere monopasso se la
attraversano da parte a parte e multipasso se la attraversano la membrana ripetutamente.
Permettono alla cellula di aderire l’una con l’altra.
Le proteine periferiche invece: non sono inserite nel doppio strato lipidico e possono
legarsi con le proteine integrali.
La membrana plasmatica, inoltre, gioca un ruolo molto fondamentale nel tenere insieme
le cellule di un tessuto: ovvero attraverso il riconoscimento cellulare, e alla adesione
cellulare che permette la connessione tra di esse.
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Le funzioni della membrana plasmatica sono: delimita i contorni della cellula e dei suoi
organuli, assicura e regola i processi di trasporto, contiene i recettori per rilevare i segnali
esterni e forniscono i meccanismi per il contatto, la comunicazione e l’adesione.
Ogni cosa in natura è in movimento. All’interno della soluzione tutte le molecole tendono
a raggiungere una distribuzione uniforme. Una soluzione in cui particelle di soluto sono
uniformemente distribuite viene definita in equilibrio. Il processo di movimento avviene
attraverso la diffusione, ovvero il movimento di particelle da regione a concentrazione
maggiore a regione a concentrazione minore. La velocità con cui una sostanza diffonde
dipende da 4 fattori: diametro delle molecole e degli ioni; temperatura della soluzione,
una temperatura più alta determina una maggiore velocità; la carica elettrica e il gradiente
di concentrazione. In una soluzione priva di barriere, tutti i soluti diffondono ad una
velocità determinata dai 4 fattori. Nel caso in cui una soluzione fosse divisa da una
membrana, il movimento dei soluti dipende dalla proprietà della membrana che viene
definita permeabile o impermeabile ai soluti che la attraversano.
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▪ Diffusione di due soluti attraverso la membrana
Il passaggio di piccole molecole non cariche avviene attraverso la diffusione semplice (un
tipo di trasporto passivo), ovvero passano liberamente attraverso la membrana.
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Tutte le altre molecole apolari e polari, con carica positiva non possono passare attraverso
la membrana utilizzano quindi uno dei due meccanismi secondo il loro gradiente di
concentrazione. I due meccanismi sono: attraverso le proteine integrali di membrana che
formano dei canali attraverso il doppio strato lipidico, quando questo è aperto permette il
passaggio delle sostanze, i canali ionici vengono regolati dal voltaggio e un ligando
(molecola stimolo); oppure attraverso proteine di trasporto che legano la molecola che
devono trasportare e subiscono un cambiamento di conformazione che permette il
trasferimento (più lento). In questo caso si parla di diffusione facilitata, quindi è un tipo
di trasporto passivo.
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Richiede un consumo di energia e consente l’assunzione di materiale di dimensioni
elevate. Se il materiale è solido si parla di fagocitosi, se è liquido di pinocitosi.
Esiste una terza forma di endocitosi, ovvero l’endocitosi mediata da recettori. Purché
questo tipo di endocitosi avvenga è necessaria la presenza di proteine particolari sulla
membrana. Queste proteine si chiamano proteine recettoriali ovvero proteine di
membrana in grado di legarsi a molecole presenti nell’ambiente. Queste proteine sono
localizzate in siti specifici della membrana definiti come fossette. La membrana di queste
fossette è rivestita sul lato del citoplasma da proteine come la clatrina.
Il materiale genetico deve essere capace di: contenere l’informazione necessaria per
costruire l’intero organismo, avere la capacità di duplicarsi e passare da specie a specie.
Alla fine degli anni 20 Griffith ha lavorato con un batterio che genera polmonite; egli
lavora con due tipi di batteri il ceppi S e i ceppi R che possono generare il streptococcus
pneumoniae. Il ceppo S è caratterizzato dal fatto di avere una capsula assumendo un
aspetto liscio, il ceppo R invece non sono caratterizzati da una capsula, in questo caso
assumono un aspetto ruvido. Utilizza nel suo esperimento il topo dove nota che iniettando
il ceppo R (senza capsula non è letale) il topo vive; iniettando invece il ceppo S il topo
muore perché la capsula impedisce al sistema immunitario di uccidere i batteri. Esegue
inoltre altri due esperimenti dove avviene l’iniezione delle cellule del ceppo S uccise dal
calore e si nota che il topo vive in quanto il calore uccide la capsula, nel 4 esperimento
Griffith inietta una miscela di cellule R vive e cellule S uccise dal calore si nota in questo
caso che il topo muore.
Altri scienziati
lavorarono per
capire la struttura
del DNA che venne
scoperta da Watson
e Crick. Ad essi va
associato il nome di
Rosalind Franklin,
che eseguì alcune
analisi a raggi x per
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definire la forma della molecola.
LA STRUTTURA
Il DNA e l'RNA sono due tipi di acidi nucleici formati da sub-unità chiamate nucleotidi:
sono pertanto dei polinucleotidi (il DNA è formato da due catene o filamenti di
polinucleotidi avvolte a doppia elica; l'RNA è formato da una singola catena
polinucleotidica). Ogni nucleotide è costituito da tre componenti:
1. Un gruppo fosfato;
2. Uno zucchero a 5 atomi di carbonio;
3. Una base azotata.
Nel DNA lo zucchero è il desossiribosio, che può essere legato a quattro basi azotate
differenti: adenina; timina; guanina; citosina. Nell'RNA lo zucchero è il ribosio e, come
nel DNA, può essere legato a quattro basi azotate differenti: tre sono comuni al DNA
(adenina, guanina e citosina); la quarta è differente e prende il nome di uracile. Le basi
azotate prendono nome di purine in quanto sono composte da doppi anelli, quelle
pirimidine, invece, contengono un singolo anello. La struttura del DNA descritta da
Watson e Crick è costituita da due filamenti polinucleotidici appaiati tra loro. I due
filamenti sono tenuti insieme da legami a idrogeno che si instaurano tra le basi azotate.
L’appaiamento delle basi avviene sempre e solo tra una purina e una pirimidina a causa
della loro struttura chimica: la timina si può unire solo con l’adenina, mentre la guanina si
può abbinare solo con la citosina. Questo sistema di appaiamento costituisce la regola
della complementarietà delle basi. I due filamenti che costituiscono la molecola sono
inoltre antiparalleli (per permettere l’appaiamento tra le basi azotate), ovvero sono
orientati in direzioni opposte: in una i nucleotidi sono disposti nella sequenza 3'-5' (i
numeri si riferiscono agli atomi di carbonio del desossiribosio), nell'altra nella sequenza
5'-3'. Un singolo giro di elica costituisce 10 nucleotidi. La struttura a doppia elica del
DNA contiene un solco maggiore (dove si legano le proteine) e un solco minore.
LA DUPLICAZIONE
La duplicazione del DNA è semi conservativa dato che le due molecole di DNA prodotte
contengono ciascuna un filamento nuovo e un filamento che era già presente nella
molecola originaria.
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Le Mutazioni
Le mutazioni sono cambiamenti improvvisi del patrimonio ereditario, in particolare,
interessano un singolo gene. Sono dovute da errori che possono verificarsi durante la
replicazione e che, se non vengono corretti determinano un’alterazione della sequenza dei
nucleotidi del DNA.
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dipenderà dal tipo di amminoacido introdotto e dalla posizione della catena in cui è
avvenuta la sostituzione.
Es: mutazione per sostituzione a livello del gene dell’emoglobina (HbA) che produce una
variante detta (HbS), tale variazione determina un anemia falciforme.
Mutazione neutra, avviene la sostituzione di una tripletta con un’altra che codifica per un
amminoacido con le stesse caratteristiche di quella sostituita; tale procedura non
determina alterazioni della proteina, mantiene il corretto funzionamento.
Mutazione silente, dato che più codoni possono codificare uno stesso amminoacido,
capita che tale mutazione cambi un codone con unaltro che codifica per lo stesso
amminoacido, dunque sulla struttura delle proteine non si avranno conseguenze.
Mutazioni cromosomiche:
Variazione della struttura dei cromosomi. Tale mutazione dipende dalla dimensione dei
cromosomi correlata al grado di esposizione ad agenti mutageni.
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2. Delezione (perdita di frammenti di un cromosoma. Tale variabilità cromosomica può
determinare patologie come la sindrome di “cri cru chat”, ovvero la delezione di parte del
braccio corto del cromosoma 5. Patologia associata ad un ritardo mentale malformazioni
della faccia e dell’apparato gastro-intestinale. Altre delezioni sono state osservate in
tumori dell’occhio come il retinoblastoma).
3. Inversione (un segmento lineare di DNA subisce una rotazione di 180° all’interno del
cromosoma, la rotazione può contenere o meno la zona del centromero)
4. Traslocazione, spostamento di tratti di DNA secondo tre modalità:
Euploidia: il numero cromosomico è variato rispetto al normale per interi set aploidi.
Non è compatibile con la vita, ma può presentarsi nelle cellule vegetali; la monoploidia
invece è caratterizzata dalla presenza di un solo cromosoma per ogni tipo.
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L’aneuploidia è solitamente il risultato di una mancata disgiunzione dei cromosomi
durante la I o II divisione meiotica. Le aneuploidie umane si possono verificare sia nei
cromosomi autosomici (da 1 a 22) sia a livello dei cromosomi sessuali (X e Y); il rischio
aumenta con l’aumentare dell’età della madre.
Aneuploidia autosomiche:
Sindrome di down: coinvolge una trisomia del cromosoma 21. Uno dei fattori di rischio è
l’età della madre. L’individuo affetto da tale patologia presenta diverse caratteristiche
fenotipiche come un viso tondo, frequenti cardiopatie, bassa difesa immunitaria, statura
bassa per mancato sviluppo scheletrico, ritardo mentale.
S. di Edwards più rara, anche in questo caso la frequenza aumenta con l’età della madre.
Presenta un grave ritardo motorio e mentale, la sopravvivenza si aggira intorno ai 3 mesi
per i maschi e circa 9 mesi per le femmine, per grave cardiopatia e encefalopatia.
In genere modificano alcune caratteristiche ormonali e somatiche, non sono quasi mai
letali ma per la sopravvivenza dell’individuo è necessaria la presenza di almeno un
cromosoma X.
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Sindrome di Klinefelter XXY: soggetti di sesso maschile, organi genitali di dimensioni
ridotte, sono sterili, di alta statura e presentano caratteri femminili.
Divisione cellulare
Il nucleo contiene materiale genetico, esso è distribuito in cromosomi (formati da due
cromatidi che sono uniti insieme da un centromero).
Mitosi: processo equazionale attraverso il quale a partire da una cellula madre si formano
due cellule figlie identiche tra loro ed identiche alla cellula madre (non cambia il numero
di cromosomi da cellula madre a cellula figlia).
Meiosi: processo riduzionale in cui a partire da una cellula madre si formano 4 cellule
figlie, tutte diverse tra loro e con la metà del patrimonio genetico della cellula madre (il
numero di cromosomi viene dimezzato, si passa quindi da una cellula diploide ad una
cellula aploide).
Durante la mitosi, il ciclo cellulare in seguito alla replicazione del DNA si hanno due
coppie di molecole di DNA che vengono separate durante la mitosi nelle due cellule
figlie che hanno lo stesso assetto cromosomico della madre.
Tre eventi sono necessari affinché una cellula vada incontro a divisione, caratteristici del
ciclo cellulare, tale fase viene definita interfase: ovvero la replicazione del DNA (si
devono produrre due molecole di DNA identiche); preparare la cellula alla divisione
modificando i propri organuli e il proprio genoma e separare in due parti il citoplasma
attraverso la fase citodieresi.
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formazione del fuso mitotico costituito da filamenti chiamati microtubuli
(costituiti da tubulina); a seguire avviene la prometafase c he incomincia con la
scomparsa della membrana nucleare e i microtubuli entrano in contatto con i
cromosomi a livello dei centromeri, successivamente con la metafase i cromosomi
duplicati si allineano tutti sul piano equatoriale formando la piastra metafasica.
Con l’anafase ha inizio la corsa dei cromatidi fratelli verso i poli opposti del fuso
grazie all’accorciamento dei microtubuli determinando inoltre l’allungamento
della cellula. La telofase è caratterizzata dalla ricomparsa della membrana
nucleare e dalla distensione dei cromosomi in cromatina, inoltre presso la
membrana plasmatica incomincia ad organizzarsi l’anello contrattile a questo
punto avviene il fenomeno della citodieresi dove l’anello contrattile provoca la
separazione in due del citoplasma che fissa la formazione di due nuove cellule.
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La meiosi
Le cellule germinali prodotte dai testicoli e dalle ovaie vanno in contro al processo di
meiosi dove si forma una cellula uovo e uno spermatozoo che daranno origine ad uno
zigote, durante la fecondazione, il quale genererà una cellula diploide.
I gameti si riproducono attraverso la meiosi, ovvero, a partire dalle cellule germinali che
sono di tipo diploide attraverso la meiosi si vanno a formare i gameti.
Prima della meiosi, durante l’interfase si ha una coppia di cromosomi omologhi costituito
da un cromatide di origine materna e un cromatide di origine paterna; durante la
duplicazione si ottengono due cromatidi fratelli per ogni cromosoma. Successivamente
durante la meiosi 1 i cromosomi omologhi si separano, durante la seconda divisione
meiotica invece avviene la separazione dei cromatidi fratelli passando da un corredo
cromosomico diploide a un corredo cromosomico aploide, dando origine a 4 cellule
aploidi.
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Successivamente essi si separano parzialmente, ma rimangono ancora uniti in
corrispondenza dei punti chiamati chiasmi in cui è avvenuto lo scambio di materiale
genetico. Durante la prometafase 1 i cromosomi omologhi si separano e si allineano
disponendosi nella piastra metafasica, a questa punto la cellula si trova nella fase di
metafase 1. In seguito avviene l’anafase 1 i cromosomi omologhi di ciascuna coppia
vengono separati dai microtubuli spostandosi verso il polo del fuso, si passa allo stadio di
telofase 1 dove il fuso meiotico sì di assembla e si ha una riorganizzazione degli organuli
cellulari. Delle vescicole di membrana nucleare si raccolgono intorno ai due gruppi di
cromosomi e si fondono formando l’involucro nucleare, il DNA torna alla forma meno
compatta e ricompare il nucleolo. In fine avviene il processo di citodieresi, si forma un
solco via via più profondo grazie all’azione di un anello contrattile presente nella
membrana plasmatica, esso è formato da miosina e actina ovvero proteine responsabili
della contrazione creando la separazione delle due cellule.
Nella seconda divisione meiotica, a questo punto non c’è più la duplicazione del DNA,
avviene la separazione dei cromatidi, generando 4 cellule figlie aploidi.
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